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ATTUALITÀ
MARTEDÌ
11
GIUGNO
2013
SquinzisferzaMonti
Declino,ècolpasua
L’attacco frontale all’assemblea di Assolombarda
«Un monetarismo asettico e privo di ogni logica»
MILANO - Due settimane. Questo il «Se il rigorismo e l'austerità mettono in
tempo che Giorgio Squinzi ha fatto pas- ginocchio la tenuta sociale e il patrimosare per vendicarsi di Mario Monti che, nio delle nostre imprese affinchè altri
in una lettera al Corriere della Sera, lo possano fare shopping portandosi a casa
aveva accusato anche di non essere ade- i nostri pezzi migliori a prezzi di saldo,
guato al ruolo. Il governo guidato dal dobbiamo dire no», afferma tra gli approfessore ha contribuito a deprimere il plausi. Stesso tenore sull'Ilva («vicende
Pil senza riuscire a ridurre il debito, dice come questa non aiutano e possono avein sintesi il presidente di Confindustria re ricadute gravissime e, se riducessimo
all'assemblea di Assolombarda, con la nostra capacità produttiva, qualcuno
Monti seduto impassibile in prima fila.
ne godrebbe i benefici»), sulla quale il
Per l'ex presidente del Consiglio - affian- neo presidente di Assolombarda, Rocca,
cato recentemente in Scelta civica da Al- attacca più duramente. «Uno Stato assenberto Bombassei, ex rivale di Squinzi te e incapace per anni di svolgere il suo
nella corsa alla guida di viale
ruolo nella negoziazione deldell'Astronomia - ha risposto
la tutela ambientale si trasforBenedetto Della Vedova,
ma ex post in uno stato puni«Il rapporto
portavoce del gruppo politico
tivo, che porta alla chiusura
(«attacco insensato e ingenedi pezzi fondamentali dell'indebito-Pil è
roso»), ma la stoccata a freddustria italiana, o in alternatiaddirittura
do è arrivata, dura.
va, alla loro nazionalizzaziopeggiorato
«Accettando la vulgata monene di fatto», spiega il numetarista - attacca Squinzi - abro uno di Techint.
durante il
biamo finito per comprometRocca è molto duro anche su
governo del
tere il mercato interno atteun'eredità importante del Goprofessore»
nendoci ai dettami di un'auverno Monti: chiede una
sterità fine a se stessa e accet«moratoria della riforme Fortando di ridurre il rapporto denero, di tutti gli irrigidimenti
bito-Pil asetticamente, senza una logica previsti per l'ingresso sul mercato del laeconomica che accompagnasse questa voro diversi dal tempo indeterminato:
scelta. Senza peraltro riuscirci: quando mirando alla maggior tutela, abbiamo lasi è insediato il governo Monti il rappor- sciato più giovani per strada», dice otteto debito-Pil era a 117, adesso siamo a nendo un'apertura dall'attuale Esecutivo.
127 e le proiezioni di quest'anno ci porta- «Serve una revisione della legge 92, ma
no almeno al 132».
non il suo smantellamento», risponde
Ma il numero uno di Confindustria, inter- dal palco il ministro del Welfare, Enrico
venendo all'assise della principale territo- Giovannini.
riale dell'associazione che ha sancito la «I dati ci dicono che una parte delle imnomina di Gianfelice Rocca alla presi- prese si sta attrezzando» nella direzione
denza, guarda anche ai pericoli che in della riforma Fornero «bisogna sbloccaquesta situazione possono venire dall' re alcuni limiti della legge, ma non iniestero.
ziare da capo», conclude il ministro.
Duro attacco del numero uno di viale dell’Astronomia Giorgio Squinzi all’ex premier Monti (foto Ansa)
Economia, trimestre nero
Gli indicatori hanno fatto segnare dati inferiori alle previsioni
ROMA - L'economia italiana nel
primo trimestre di quest'anno è andata peggio del previsto. I dati già
negativi diffusi circa un mese fa
dall'Istat sono stati rivisti al ribasso:
il Pil a gennaio-marzo 2013 è calato
dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto al primo
trimestre 2012. In entrambi i casi
un decimale in più rispetto alla stima preliminare. Resta la conferma
che l'economia retrocede per il settimo trimestre consecutivo.
Profondo rosso anche per la produzione industriale (ad aprile -0,3%
congiunturale e -4,6% rispetto allo
stesso mese del 2012) che, su base
tendenziale, mette a segno il ventesimo calo di fila. Brutte notizie an-
che per il made in Italy: nel primo
trimestre del 2013 l'export è diminuito dell'1,9% rispetto al trimestre
precedente segnando la peggiore
performance dall'inizio del 2009.
«Si tratta di dati previsti che appartengono a situazioni precedenti: noi
stiamo lavorando sulla terapia, non
sulla diagnosi» ha commentato il
ministro per lo Sviluppo Flavio Zanonato. Mentre il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha osservato che i dati diffusi oggi dall'Istat
«ci dicono che il primo trimestre è
andato anche peggio di quanto ci
aspettavamo». L'ex presidente dell'
istituto di statistica non è ottimista
neanche per l'immediato futuro:
considerando che i dati sulla produ-
Lavoro, fisco, burocrazia: all’opera
Entro la settimana l’esecutivo presenterà un primo pacchetto di misure
ROMA - Semplificazioni
e liberalizzazioni, probabilmente in un unico decreto, ma anche e soprattutto lavoro e fisco, a partire dalla necessità di rimodulare l'Imu e dal tentativo in extremis di scongiurare, o quanto meno ammorbidire, l'aumento dell'
Iva dal prossimo primo luglio. Il governo è al lavoro per concludere, con
ogni probabilità entro la
settimana, un pacchetto light sullo sviluppo a favore di cittadini e imprese e
per portare a Bruxelles,
stavolta entro fine mese,
il più corposo provvedimento lavoro.
Decisivo sarà il vertice di
maggioranza previsto per
domani mattina, in cui
molti nodi verranno al pettine e in cui si presume
che il maggiore scoglio sarà ancora una volta proprio quello dell'aumento
dell'aliquota, osteggiato
in tutti i modi dal Pdl.
Stando al ministro dello
Sviluppo economico, Flavio Zanonato, il titolare
del Tesoro Fabrizio Saccomanni non si sarebbe
ancora arreso. Certo è che
«bisogna lavorare sulle risorse».
Iva: le ipotesi sul tavolo
sono le più diverse. Dalla
completa abolizione dell'
aumento previsto dal governo Monti, ad un rinvio
all'autunno. Dalla revisione delle aliquote più basse (quelle al 4 e al 10%)
all'incremento dello 0,5%
e non più dell'1%. Tutte
possibilità che però hanno un costo, considerando
che il passaggio dal 21 al
22% vale per le casse dello Stato 2 miliardi di euro.
Semplificazioni-liberalizzazioni: al ministero
dello Sviluppo economico tutto è pronto per varare un unico dl al prossimo
consiglio dei ministri, giovedì o venerdì. Già oggi
in preconsiglio, i ministri
si dedicheranno però ad
un primo esame di semplificazioni che rendano più
facile la vita delle imprese e di liberalizzazioni
'minì. La strada sarebbe
quella già avviata dall'ex
ministro Corrado Passera,
soprattutto in campo energetico e in particolare del
gas.
Lavoro: il governo sta studiando come reperire risorse per poter offrire alle
imprese detrazioni per le
assunzioni a tempo indeterminato. L'obiettivo è
quello di aggredire l'emergenza delle emergenze,
quella dell'occupazione
giovanile. Un problema
europeo e non solo italiano.
Bce a fianco dei paesi deboli. Senza paletti
ROMA- La Bce difende il suo scudo anti
spread, il programma Omt di sostegno ai paesi in crisi con l'acquisto dei titoli di stato e
ribadisce che, nel caso in cui venga attivato,
la potenza di fuoco a sua disposizione è illimitata e senza un tetto, ipotesi questa sollevata
dalla stampa tedesca.
A pochi giorni dall'audizione alla corte tedesca di Karlsruhe, il componente del board della Bce Joerg Asmussen, delegato dal presidente Draghi a sostenere le ragioni dell'Eurotower davanti ai magistrati domani, in un'intervista a la Bild ricorda che i mercati «hanno
compreso» il messaggio dell'Omt senza che
la banca centrale abbia comprato un solo
bond.
Asmussen, in risposta alle critiche frontali
provenienti da settori della politica ed economia tedesca oltre che ai dubbi della Bundesbank, definisce il programma «economicamente necessario, legalmente permesso e effi-
ciente nel suo impatto».
Il banchiere ricorda come lo scorso anno a fine luglio quando Draghi pronunciò a Londra
la famosa frase (la «Bce è pronta a salvaguardare l'euro con ogni mezzo») l'Eurotower
«era la sola istituzione europea pienamente
capace di agire» ed evitare il collasso dell'euro. Un'azione che ha funzionato e che ha rapidamente fatto allontanare l'idea di una dissoluzione della moneta unica nonostante nessun paese abbia poi chiesto gli aiuti. Forse,
dicono i critici, perchè le condizioni imposte
in termini di sacrifici e perdita sovranità erano troppo pesanti.
Da Francoforte si rintuzzano poi le voci, contenute in un articolo del quotidiano Faz, di un
tetto al programma Omt, contrariamente a
quanto sempre detto da Draghi, quantificato
dal quotidiano in 524 miliardi di euro, pari alla somma dei bond (con scadenza 1-3 anni) di
Spagna, Irlanda, Italia e Portogallo.
«Non ci sono limiti ex ante» si sottolinea dall'
Eurotower riproponendo, come risposta al
quotidiano, il comunicato sui dettagli tecnici
del programma diffusi nel settembre 2012.
Di sicuro l'effetto deterrente dell'Omt (aiutato da ultimo dall'allentamento monetario del
Giappone) ha funzionato. I rendimenti dei titoli di stato dei paesi periferici sono scesi così
parecchio da allora. Basti pensare che ora lo
Spread fra Btp e Bund viaggia attorno ai 260
punti contro i 550 di un anno fa. Si tratta di un
livello ancora troppo alto per un economia in
recessione come la nostra ma di certo il collasso è stato evitato. Nella conferenza mensile
di giovedì scorso Draghi ha sposato comunque la linea del rigore ribadendo ai paesi di
andare avanti con le riforme e di non ascoltare le sirene di chi vuole riattivare la crescita
tornando a fare deficit e debito. Si teme che la
pausa relativa dei mercati abbia fatto rilassare i governi negli impegni di rientro.
zione industriale indicano che «il
calo prosegue, allora probabilmente il secondo trimestre non sarà quello della svolta».
Dalle confederazioni del commercio alle associazioni dei consumatori allora si leva una voce unanime:
ora si blocchi l'ulteriore aumento
dell'Iva. Per Confesercenti «lo stop
all'Iva non è più rinviabile. Appare
anzi l'unico modo per far tornare almeno un poco di fiducia nel mercato interno e per evitare che un'ulteriore depressione dei consumi trasformi la stagione estiva in un bagno di sangue per il turismo». «Un
rinvio non è sufficiente», avvertono
da parte loro Adusbef e Federconsumatori.
LA PROVA D’ESAME
Scudo anti spread, Draghi
rassicura i tedeschi dubbiosi
ROMA - All'udienza della corte costituzionale tedesca sulla legittimità dello scudo anti-spread, in cui
si profila uno scontro con la Bundesbank, Mario
Draghi non andrà direttamente. Ma il padre del bazooka sfoderato dalla Bce esce allo scoperto proprio alla vigilia dei due giorni di udienza, difende la
misura decisa dalla Bce e invia una serie di messaggi tagliati su misura per rassicurare i contribuenti tedeschi. I giudici supremi hanno convocato per domani i vertici della Bce e della Bundesbank: il giudizio è atteso entro fine anno. E se Karlsruhe non ha il potere di bloccare la Bce, un suo
giudizio negativo sulla costituzionalità dell'Omt, il
programma di acquisto bond che ha fatto crollare
gli spread di Italia e Spagna, rischia di infiammare
nuovamente i mercati. La Bundesbank potrebbe
chiamarsi fuori. Il governo
tedesco ieri ha fatto da
sponda all'Eurotower: «io
Il documento
credo che la Bce si muova
nel suo mandato, e lo facvarato dalla
cia nel modo giusto e con
banca
centrale
successo», ha detto il minieuropea
stro delle Finanze Wolfgang Schaeuble. Jens
all’esame
Weidmann, il presidente
della corte
della Bundesbank che guicostituzionale
da il fronte dei contrari allo
scudo anti-spread, sceglie
il fair play: l'udienza - ha
detto alla tv tedesca Zdf - «non è un caso di banche centrali che si sfidano attraverso i giudici». Ma
Draghi conosce le insidie che potrebbero scaturire da Karlsruhe per l'efficacia, e la potenza dissuasiva sui mercati, di quell'Omt che lui stesso ha definito «il successo maggiore della politica monetaria
in tempi recenti». Un suo tallone d'Achille sono i pochi dettagli tecnici finora pubblicati sul bazooka
salva-Stati, una nota di meno di 500 parole, anche
se giovedì Draghi ha precisato che la documentazione integrale è pronta e «sta per uscire». E così
ieri l'ex governatore di Bankitalia ha scelto di parlare ai tedeschi in tv, per dir loro che con l'Omt «finora non si è speso un solo euro».
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Squinzi sferza Monti: declino, è colpa sua