Fondazione Confalonieri Ragonese Presidente: Prof. G. Mandruzzato Scuola Post-Universitaria di Ginecologia Oncologica Direttore Scientifico: Prof G. De Palo Carcinoma della Mammella Piero Sismondi Cattedra di Ginecologia Oncologica Università di Torino Osp. Mauriziano Umberto I° di Torino e IRCC di Candiolo (TO) Age-Adjusted Cancer Incidence Rates from Females by Site, United States, 1973-1995 Age-Adjusted Cancer Death Rates from Females by Site, United States, 1973-1995 Incidenza del carcinoma mammario nei diversi Paesi Nazione USA, Los Angeles-San Francisco (bianchi) USA, Los Angeles-San Francisco (negri) USA, San Francisco (giapponesi) USA, San Francisco (cinesi) CANADA, Ontario-British Columbia SVIZZERA DANIMARCA INGHILTERRA NUOVA ZELANDA (Non Maori-Maori) ITALIA AUSTRALIA, New South Wales-Queensland FINLANDIA SPAGNA GIAPPONE, Miyagi-Osaka CINA Incidenza/100000 77,3 - 87,0 59,1 - 66,4 48,9 43,7 64,7 - 66,7 66,9 63,1 61,3 57,7 - 59,5 58,4 53,1 - 55,7 44,7 38,7 18,6 - 19,7 19,1 Fattori di rischio per il carcinoma della mammella Fattori di rischio Rilevanza a) Indicatori demografici e sociologici Età Sesso femminile Popolazioni occidentali Classi sociali agiate +++ +++ ++ + b) Fattori fisiologici e riproduttivi Familiarità Menarca precoce Menopausa tardiva Nulliparità Primigravidanza tardiva Mancato allattamento Aborto indotto Obesità in menopausa Ambiente intrauterino ++ + + + + +? +? +? +? c) Fattori ambientali Radiazioni ionizzanti Sedentarietà Contraccettivi orali Terapie ormonali in menopausa Dieta ricca di grassi Dieta povera di fibre e vegetali Alcool Fumo + + +? +? +? +? +? +? Quali donne sono a rischio per il ca mammario? Dal momento che: 1. Il rischio di sviluppare un ca mammario nel corso della vita è del 12.5% (1 su 8 donne) 2. I fattori di rischio riconosciuti: hanno scarso interesse pratico per la singola paziente sono presenti solo nel 20% dei casi Non esistono donne NON a rischio Strategie per la prevenzione del carcinoma mammario E’ necessario sviluppare misure di prevenzione poiché sebbene la prognosi del ca mammario sia migliorata negli ultimi anni alla diagnosi il 5-15%delle pz. sono M1 ed il 40% sono N1 il 25-30% delle pz. in stadio N0 M0 sviluppano una recidiva Prevenzione del carcinoma mammario Non esistono misure di prevenzione sicuramente efficaci E’ possibile limitare l’esposizione a fattori di rischio Le donne a maggior rischio possono essere candidate a misure preventive di tipo medico e chirurgico Fattori di rischio: variabili riproduttive Menarca e menopausa Il numero di cicli ovulatori nel corso della vita è una semplice misura del rischio di ca mammario attribuibile ai fattori riproduttivi Il menarca precoce e la menopausa tardiva incrementano il rischio del 30-50% L’ovariectomia prima dei 40 aa riduce il rischio del 60-70% Fattori di rischio: variabili riproduttive Gravidanza La gravidanza prima dei 20 anni diminuisce sensibilmente il rischio di ca mammario La nulliparità e la gravidanza dopo i 30 anni sono associate con un raddoppiamento del rischio Gli eventi abortivi non conferiscono una riduzione del rischio Prevenzione del carcinoma mammario: cambiamenti dello stile di vita Dieta: Obesità: associata, in modo variabile, con R di ca mammario non dimostrato che il peso possa il rischio Fumo: metanalisi studi caso-controllo: R di ca mammario con grassi studi di coorte: non correlazione del R con consumo di grassi non dimostrata efficacia del cambiamento dieta nel il rischio possibile, ma non dimostrato, R di ca mammario Alcool: generalmente associato con R ca mammario, ma correlazione inversa nel Framingham cardiovascular study Prevenzione del carcinoma mammario: cambiamenti dello stile di vita Esercizio fisico: esercizio riduce il R di ca mammario nella maggior parte degli studi, ma correlazione inversa nel Framingham cardiovascular study Terapie ormonali: i contraccettivi orali aumentano il RR fino a 10 anni dalla sospensione una HRT di durata superiore ai 5 aa aumenta il RR fino a 5 anni dalla sospensione Radiazioni: alte dosi in giovane età (ad es. per linfoma di Hodgkin) aumentano significativamente il R basse dosi ripetute come quelle della Mx non aumentano significativamente il R Modelli per la valutazione del rischio di carcinoma mammario Il modello di Gail utilizza una serie di variabili per stimare il rischio individuale (età, razza, età al menarca, età al 1° nato vivo, n° di biopsie, iperplasie atipiche, n° di parenti di 1° grado con ca mammella) Questo modello è stato validato nel recente studio di chemioprevezione NSABP P-1, ma non è applicabile in diversi gruppi di donne (< 20 aa, non screening Mx, minoranze etniche, pregressi ca, BRCA+) Strategie per la prevenzione del carcinoma mammario Modifiche dello stile di vita per tutte le donne controllare il peso non fumare assumere poco alcol esercizio fisico evitare radiazioni ionizzanti non necessarie Opzioni per le donne ad alto rischio Chemioprevenzione tamoxifene raloxifene retinoidi Chirurgia profilattica mastectomia ovariectomia Strategie per la prevenzione del carcinoma mammario Esistono dati a supporto dell’efficacia nella prevenzione del ca mammario solo per: la mastectomia profilattica (massima protezione, ma importanti effetti fisiologici e psicologici negativi) la chemioprevenzione con tamoxifene (protezione minore, rischio endometriale, ma miglioramento di profilo lipidico e densità ossea) Terapia Chirurgica: Storia Gli antichi Egizi (2500 B.C.), per controllare localmente i tumori mammari impiegavano la cauterizzazione Galeno (130-200 A.D.) attribuiva l’origine del tumore mammario ad una sorta di “melanconia morbosa” e consigliava diete specifiche Per tutto il Medio Evo (450-1400A.D.), esorcismi e applicazioni topiche di varie sostanze erano i presidi più utilizzati Durante il Rinascimento, Andreas Vesalius (1514-64), nel trattato "De Humani corporis fabrica” propose la mastectomia e la legatura dei vasi sanguigni Terapia Chirurgica: Storia LeDran (1685-1770) fu il primo a riconoscere che il tumore mammario poteva diffondersi ai linfonodi ascellari e che questo fatto si associava con una prognosi peggiore. Alla fine dell’800 la maggior parte delle mastectomie radicali venivano eseguite per tumori localmente avanzati. Presso John Hopkins Hospital la sopravvivenza a 10 anni era solo del 12%, con un tasso di recidive locali del 30 % Terapia Chirurgica: da Halsted ai nostri giorni La storia del carcinoma mammario è costellata di numerose “rivoluzioni concettuali” Dai tempi in cui il carcinoma della mammella era considerato una malattia inesorabilmente fatale, sono stati compiuti progressi importanti. A partire dal 1920, nel giro di 30 anni i tassi di sopravvivenza sono aumentati dal 10% al 50% e da allora questa percentuale è andata progressivamente crescendo Halsted, 1890 Il carcinoma mammario è una malattia a carattere loco-regionale per una lunga fase Diagnosi tempestiva Escissione completa Cura definitiva Razionale degli interventi chirurgici demolitivi La diffusione tumorale avviene esclusivamente per via linfatica Asportazione di tutte le principali vie di drenaggio linfatico della regione mammaria Mastectomie radicali con asportazione dei muscoli pettorali e di tutte le sedi linfonodali Verso una chirurgia meno demolitiva La teoria halstediana veniva da più parti confutata per il riscontro clinico del fallimento delle terapie chirurgiche radicali Introduzione delle mastectomie con conservazione dei muscoli pettorali Madden JL. Modified radical mastectomy. Surg Gynecol Obstet 1965 Dec;121(6):1221-1230. Patey DH. A review of 146 cases of carcinoma of the breast operated on between 1930 and 1943. Br J Cancer 1967 Jun;21(2):260-269 Gli interventi chirurgici conservativi Presso il Guy’s Hospital di Londra fu confrontata la prognosi di pazienti sottoposte a mastectomia radicale più radioterapia Vs ampia resezione del tumore senza linfoadenectomia più radioterapia su mammella e linfonodi loco-regionali riscontrando un preoccupante aumento della mortalità fra le pazienti sottoposte a chirurgia conservativa Atkins H, Hayward JL, Klugman DJ et al. Treatment of early breast cancer: a report after 10 years of clinical trial. Br Med J 1972; 2: 423-429 Gli interventi chirurgici conservativi Veronesi et al dimostrarono che la prognosi di pazienti con tumori di diametro inferiore a 2 cm sottoposte a: QUA + DA + RT a dosi adeguate (60 Gy) Vs mastectomia secondo Halsted era equivalente Pertanto il fallimento dello studio inglese era da imputarsi ad una dose radiante inadeguata Veronesi U, Saccozzi R, Del Vecchio M et al. Comparing radical mastectomy with quadrantectomy, axillary dissection and radiotherapy in patients with small cancers of the breast. N Engl J Med 1981; 305: 6-11. Rischio di recidive locali dopo terapia conservativa della mammella per età alla diagnosi Età (anni) Recidive locali % < 35 9/32 28.1 36-45 7/155 4.5 > 45 6/288 1.7 Totali 21/475 4.4 Sismondi et al, 1995 Gyn Onc TO EVOLUZIONE DELLA CHIRURGIA DEL CARCINOMA MAMMARIO 1890 Mastectomia radicale 1960 Mastectomia radicale Modificata 1980 QUA + DA + RT 1985 WLE + DA + RT 1995 WLE + LFN sentinella ± DA + RT EVOLUZIONE DELLA TERAPIA DEL CARCINOMA MAMMARIO Terapie Mediche Nessuna Chirurgia PASSATO Terapia adiuvante Terapia neoadiuvante? Mastectomia radicale PRESENTE FUTURO Chirurgia conservativa Nessuna? Programmazione terapeutica STADIAZIONE DELLA MALATTIA Accertamenti pre-chirurgici - Anamnesi - Esame obiettivo e stadiazione TNM - RX torace - Ecografia epatica - Scintigrafia ossea - Es. ematochimici e marcatori serici La classificazione clinica TNM T: Tumore primitivo TX: T0: Tis: T1: Tumore primitivo non definibile Tumore primitivo non evidenziabile Carcinoma in situ Tumore di diametro 2cm T1mic: Microinvasione 0.1 cm T1a: Tumore di diametro > 0.1 e 0.5 cm T1b: Tumore di diametro > 0.5 e 1 cm T1c: Tumore di diametro > 1 e 2 cm T2: Tumore di diametro > 2 e 5 cm La classificazione clinica TNM T3: Tumore di diametro > 5 cm T4: Tumore di qualsiasi diametro con estensione diretta alla parete toracica o alla cute T4a: Estensione alla parete toracica T4b: Edema o ulcerazione o noduli satelliti sulla cute della medesima mammella T4c: T4a + T4b T4d: Carcinoma infiammatorio La classificazione clinica TNM N: Linfonodi regionali NX: Linfonodi regionali non valutabili N0: Linfonodi regionali liberi da metastasi N1: Metastasi in linfonodi ascellari omolaterali mobili N2: Metastasi in linfonodi regionali omolaterali fissi N3: Metastasi in linfonodi infraclaveari o mammari interni omolaterali La classificazione clinica TNM M: metastasi a distanza MX: Metastasi non accertabili M0: Metastasi a distanza assenti M1: Metastasi a distanza presenti Programmazione terapeutica STADIAZIONE DELLA MALATTIA Accertamenti post-chirurgici - Classificazione patologica pTNM - Classificazione istopatologica (istotipo, grading, invasione vasi linfatici ed ematici, margini chirurgici, EIC) - Fattori predittivi (ER, PgR, c-erbB-2, p53?) - Fattori prognostici (ploidia, TLI, Ki67, VEGF, EGF, IGF, etc.) Terapia chirurgica: tipi di intervento Interventi classici Biopsia di lesioni occulte (Mx o ecoguidata) Biopsia escissionale (tumorectomia) Ampia escissione Quadrantectomia Mastectomia totale (semplice) Mastectomia radicale modificata - sec. Madden - sec. Patey Mastectomia radicale (sec. Halsted) Dissezione radicale dell’ascella (linfoadenectomia radicale) Terapia chirurgica: tipi di intervento Altri interventi Biopsia incisionale Mastectomia sottocutanea Biopsia dei linfonodi ascellari Biopsia dei linfonodi infraclavicolari Biopsia dei linfonodi mammari interni Dissezione ascellare di I° livello Biopsia del linfonodo sentinella Linee guida sulla terapia chirurgica del carcinoma mammario (The Steering Commette on Clinical Practice Guidelines for the Care and Treatment of Breast Cancer, 1998) Controindicano la chirurgia conservativa: Fattori che aumentano il rischio di recidiva locale: microcalcificazioni estese (level IV evidence); multicentricità (level IV evidence); margini non indenni (level IV evidence) Controindicazioni assolute alla RT: gravidanza (level I evidence); pregressa irradiazione della mammella (level I evidence) Controindicazioni relative alla RT: lupus eritematoso sistemico (level III evidence); sclerodermia (level III evidence) Disabilità fisiche che che impediscono la somministrazione ottimale della RT (level I evidence) Grosso volume tumorale in relazione al volume della mammella Chiara preferenza della paziente per la mastectomia Linee guida sulla terapia chirurgica del carcinoma mammario (The Steering Commette on Clinical Practice Guidelines for the Care ad Treatment of Breast Cancer, 1998) Non controindicano la chirurgia conservativa Tumore localizzato nei quadranti centrali (level III evidence) Coinvolgimento linfonodi ascellari (level I evidence) Presenza di protesi mammarie (level IV evidence) Impatto delle linee guida per il ca mammario sulla pratica clinica: la situazione degli USA Più del 50% delle pz. vengono sottoposte a mastectomia, nonostante il 75% sia eleggibile per chir. conservativa Le preferenze delle pz. non giustificano la % di mastectomie: >80% delle pz. eleggibili opterebbe per la chirurgia conservativa Per il 22% dei chirurghi la sopravvivenza al I° stadio è superiore dopo mastectomia vs chir. conservativa Il 43% delle ragioni mediche citate come controindicazioni alla chir. conservativa oggi non sono più ritenute tali Il 51% delle ragioni addotte dalle pz. in favore della mastectomia derivano da un’informazione non corretta Factors responsible for the underutilization of breast conserving therapy Morrow M, et al. ASCO Proceedings 1998; 379 17 931 pz. operate per ca mammario nel 1994 solo il 44% delle pz. al I-II° stadio sottoposte a chirurgia conservativa RT eseguita solo dal 78% delle pz. sottoposte a chir. conservativa chir. conservativa adottata preferenzialmente in pz. con tumori a caratteristiche più favorevoli (T1, N0, istotipi ben differenziati), sebbene ciò non sia previsto dalle linee guida L’errata interpretazione delle linee guida è la ragione principale per la bassa % di interventi conservativi negli USA Terapia Chirurgica: aree di ricerca clinica A) Indicazioni alla chirurgia mammaria conservativa - diametro tumorale massimo - quadrante centrale - tipo istologico - multifocalità B) Ampiezza della resezione chirurgica - tumorectomia vs quadrantectomia - estesa componente intraduttale C) Ruolo della radioterapia complementare - postmenopausa - dose - tumori piccoli - boost Terapia Chirurgica: aree di ricerca clinica D) Ruolo linfoadenectomia - pazienti >70 anni di età - tumori <0.5-1 cm di diametro D) Chemioterapia preoperatoria - chirurgia conservativa in tumori T2-T3 E) Linfonodo sentinella - accuratezza diagnostica D) Trattamento delle recidive locali - mastectomia vs riescissione - terapia sistemica Carcinoma della mammella: linee guida per la chirurgia T chirurgia < 1 cm ^Tumorectomia + *DA/°LFS su mammella 1 3 cm 1a opzione: > 3 cm 1a opzione: Tumorectomia + DA/LFS 2a opzione: Quadrantectomia + DA/LFS RT su mammella Chemio preop. x 3 Qua + DA su mammella Chemio postop. 2a opzione: mastect. rad. modif. ^ asportazione di almeno 1 cm di tessuto sano peritumorale * dissezione ascellare ° linfonodo sentinella Gyn Onc TO La linfadenectomia ascellare nel ca mammario La linfadenectomia è stata a lungo considerata un intervento di stadiazione irrinunciabile questa opinione è oggi messa in dubbio dalla migliore conoscenza dell’evoluzione biologica del ca mammario e dalle nuove indicazioni ai trattamenti complementari alla terapia chirurgica Gyn Onc TO Stato linfonodale in pazienti affette da carcinoma della mammella T1a Autore anno n° casi pz. a linfonodi + % Chontos 1997 256 10 3.9 Whitten 1997 82 3 4.0 Visser 1997 131 8 6.1 Pandelidis 1997 54 2 3.7 Gyn Onc TO Complicanze della dissezione ascellare N° pz % Nessuna complicanza 60 21 1 complicanza regredita entro 3 mesi 49 17.2 Complicanze regredite entro 1 anno 94 33 Complicanze persistenti 81 28.5 Totale 284 100 Gyn Onc TO La linfadenectomia ascellare PRO Lo stato dei linfonodi ascellari è il più importante fattore prognostico nel ca mammario la linfoadenectomia previene la comparsa di progressioni in sede ascellare La linfoadenectomia potrebbe impedire la disseminazione della malattia in pazienti a linfonodi positivi La conoscenza dello stato linfonodale è indispensabile per valutare l’efficacia di nuove terapie CONTRO Diagnosi sempre più precoci più tumori N- La sopravvivenza globale non sembra influenzata dall’esecuzione della linfadenectomia L’informazione sullo stato linfonodale talora non modifica la strategia terapeutica postchirurgica La morbilità della dissezione ascellare non è trascurabile Gyn Onc TO Valutazione clinica del coinvolgimento dei linfonodi ascellari Autore stato clinico Pos. stato istologico Neg. parametri diagnostici % Fisher Pos: 286 Neg: 355 208 137 78 218 Sacre Pos: 55 Neg: 141 43 64 12 77 Pamilo Pos: 9 Neg: 32 6 12 3 20 69 47 19 165 Accuratezza Sensibilità Specificità Accuratezza Sensibilità Specificità Accuratezza Sensibilità Specificità Accuratezza Sensibilità Specificità Noguchi Pos: 88 Neg: 212 Gyn Onc TO 66 60 74 61 40 87 63 33 87 78 59 90 Modificata da Noguchi, 1996 Valutazione ecografica del coinvolgimento dei linfonodi ascellari Autore stato clinico stato istologico Pos. Neg. parametri diagnostici % Pamilo Pos: 20 Neg: 21 13 5 7 16 Accuratezza Sensibilità Specificità 71 72 70 Bruneton Pos: 17 16 6 1 37 Accuratezza Sensibilità Specificità 88 73 97 Neg: 52 1 46 3 20 Accuratezza Sensibilità Specificità 89 67 98 Pos: 59 Neg: 81 39 20 20 61 Accuratezza Sensibilità Specificità 71 66 75 Neg: 43 Mustonen Pos: 13 Tate Gyn Onc TO Modificata da Noguchi, 1996 Valutazione del coinvolgimento dei linfonodi ascellari mediante mammografia (MX), tomografia computerizzata (TC) e risonanza magnetica (RM) Autore stato clinico stato istologico Pos. Neg. parametri diagnostici % Pamilo (MX) Pos: 13 Neg: 28 7 11 6 17 Accuratezza Sensibilità Specificità 59 39 74 March (TC) Pos: 9 Neg: 11 8 8 1 3 Accuratezza Sensibilità Specificità 55 50 75 Fossel (RM) Pos: 15 Neg: 30 15 0 0 30 Accuratezza Sensibilità Specificità 100 100 100 Gyn Onc TO Modificata da Noguchi, 1996 Valutazione del coinvolgimento dei linfonodi ascellari mediante “sampling” Autore stato clinico Pos. stato istologico Neg. parametri diagnostici % Davies Pos: 15 Neg: 39 15 11 0 28 Accuratezza Sensibilità Specificità 80 58 100 Kissin Pos: 15 Neg: 30 15 4 0 26 Accuratezza Sensibilità Specificità 88 71 100 Fisher Pos: 18 Neg: 32 18 3 0 29 Accuratezza Sensibilità Specificità 94 86 100 Noguchi Pos: 65 Neg: 179 65 19 0 159 Accuratezza Sensibilità Specificità 92 77 100 Gyn Onc TO Modificata da Noguchi, 1996 Terapie mediche per limitare formazione di sieroma dopo linfadenectomia Autore n° pz. tipo di agente drenaggio totale (ml) A B p durata raccolta (gg) A B p Moore 21 Fibrina 198 467 .0003 3.9 6.9 .0001 Medl 80 Fibrina 437 414 .7 6.6 5.7 .1 Vaxman 40 Fibrina 410 275 .01 -- -- n.s. Oertli 160 Ac. Tranex. 283 432 .001 9.2 10.1 .02 Burak 101 Trombina -- -- n.s. -- -- n.s. n.s. non significativo; A: pz. Sottoposte a terapia; B: pz. Non sottoposte a terapia Gyn Onc TO Drenaggio del cavo ascellare dopo linfoadenectomia Autore n° Aspirazione pz tot. (ml) drenaggio p raccolta (gg) durata p Van Heurn 76 spinta vs lieve 672 vs 663 .7 5 vs 5 .02 Whitfield 50 aspiraz. vs caduta 458 vs 621 .06 6.8 vs 7.9 .1 Cameron 40 si vs no *2 vs 9 .04 -- -- Somers 227 si vs no 146 vs 266 .003 11.5 vs 18 .0002 Giai 20 900 vs 960 n.s. 19.5 vs 20.5 n.s si vs no n.s. non significativo; * n° pazienti con sieroma, Gyn Onc TO Ruolo della dissezione ascellare come cura della malattia Studi NSABP B04 e CRC Mastectomia semplice vs Mastectomia + linfadenectomia o RT ascellare UGUALE SOPRAVVIVENZA Gyn Onc TO Ruolo della dissezione ascellare come controllo locale della malattia Dissezione ascellare profilattica In molti casi è inutile ed espone al rischio di complicanze al momento della progressione clinica Espone al rischio di di malattia localmente incontrollabile Gyn Onc TO Ruolo della dissezione ascellare come stadiazione della malattia E’ possibile selezionare le pazienti in base al loro rischio di recidiva indipendentemente dallo stato linfonodale? Gyn Onc TO E’ possibile non eseguire la infoadenectomia in caso di: diametro <1 cm istotipo favorevole diagnosi con MX di screening ER+ in postmenopausa pazienti anziane ? Gyn Onc TO Coinvolgimento linfonodale ascellare in base al grading in tumori <1 cm Grado Casi N- N+ 1 134 131 (97.8%) 3 (2.2%) 2 123 115 (93.5%) 8 (6.5%) 3 41 39 (95.1%) 2 (4.9%) Tabar, 1995 Gyn Onc TO BREAST CANCER 10 mm 12 N+ N- 10 8 Cases 6 4 2 0 Grade 1 2 3 Gyn Onc TO BREAST CANCER 10 mm 20 N+ N- 18 16 14 Cases 12 10 8 6 4 2 0 No Yes Limphatic invasion Gyn Onc TO La tecnica del linfonodo sentinella Fu inizialmente sviluppata per la stadiazione dei pazienti affetti da melanoma Consente di identificare intraoperatoriamente il primo linfonodo di drenaggio linfatico del tumore primitivo Offre almeno due potenziali vantaggi 1. Evitare la linfadenectomia nelle pz. N2. Studiare approfonditamente il linfonodo sentinella alla ricerca di foci micrometastatici per selezionare le “vere” pz. NGyn Onc TO Linfoscintigrafia preoperatoria 30’ dopo iniezione di 450 µCi di Tc colloidale attorno a un tumore mammario in Q1 dx. Visione laterale del drenaggio linfatico dal tumore al SLN (il braccio alzato sopra il capo è stato evidenziato con un tracciante “caldo”). Linfoscintigrafia di un tumore localizzato alle ore 7 della mammella dx. Proiezione laterale dx del torace che evidenzia il sito di iniezione (<) ed i SLNs (frecce) nel cavo ascellare dx. Linfoscintigrafia di un tumore localizzato alle ore 7 della mammella dx. Proiezione antero-posteriore del torace che evidenzia il sito di iniezione (<) ed il SLN (freccia) nella catena mammaria interna B A Localizzazione intraoperatoria attraverso una piccola incisione in sede ascellare dei linfatici afferenti (A) e del linfonodo sentinella (B), dopo iniezione di 3 cc di vital blue dye attorno al tumore primitivo Il linfonodo sentinella: studi clinici Autore Anno N° pz. Metodo LFS identificato (%) FN (%) Krag 1993 - R+C 71 - Giuliano 1994 174 Blue dye 66 4.4 Albertini 1996 62 Blue dye + R+C 92 0 Giuliano 1997 107 Blue dye 94 0 Veronesi 1997 163 R+C 98 2.5 Cox 1997 256 Blue dye + R+C 93 0.4 Cody 1997 58 Blue dye + R+C 97 6.5 Krag 1998 443 R + C 93 11 Sandrucci 1998 84 R + C 96 8.8 Galimberti 1998 241 R + C 98 4.6 Hill 1999 458 Blue dye + R+C 93 10.6 R: radiocolloide; C: gamma camera; Blue dye: colorante blu; LFS: linfonodo sentinella; FN: falsi negativi Il linfonodo sentinella: aree di ricerca curva di apprendimento da parte di tutti gli operatori coinvolti necessità di eseguire la localizzazione del linfonodo prima dell’asportazione del tumore primitivo. Difficile separazione del segnale dei linfonodi della catena mammaria interna da quello peritumorale in tumori localizzati nei quadranti mammari interni accuratezza del metodo inferiore in tumori multicentrici o di diametro > 2 cm Cautela nell’introduzione di questa nuova tecnica: Falsi negativi terapie adiuvanti inadeguate Programmazione terapeutica: la radioterapia la RT è indicata in tutte le pazienti sottoposte a chirurgia conservativa per ca infiltrante l’omissione della RT aumenta quasi sempre il rischio di recidiva locale Il trattamento più comunemente somministrato è una dose di 50 Gy in 25 sedute su tutta la mammella. Se i margini sono coinvolti si somministra un sovradosaggio di 10-30 Gy sul letto tumorale (boost) la RT dovrebbe iniziare il prima possibile e comunque non dopo 12 settimane dall’intervento La sequenza ottimale fra chemio ed RT non è stabilita; la maggior parte dei centri preferisce iniziare con la chemioterapia, anche se spesso i due trattamenti possono essere somministrati contemporaneamente Recidive locali in base all’impiego del sovradosaggio sul letto tumorale (boost) Autore N° Diametro/T Recidive boost + boost - p Romestaing 384 3 cm 1 2 / Bedwinek 195 5 cm 5 5 / Chu 154 5 cm 6 19 0.010 Clark 1504 T1-T4 11 17 0.038 Harris 357 5 cm 6 12 / Nobler 161 T1-T3 6 9 / Studi randomizzati di radioterapia dopo mastectomia • La RT riduce il rischio di recidiva loco-regionale dopo mastectomia semplice o mastectomia radicale in pazienti a linfonodi positivi • Recentemente nelle pazienti a linfonodi positivi una metanalisi e due studi randomizzati hanno dimostrato che la RT conferisce anche un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza globale Programmazione terapeutica: il carcinoma duttale in situ (CDIS) Diagnosi mediante: agobiopsia (FNA), “core biopsy” o biopsia chirurgica (eco o radio-guidate per lesioni occulte) Escissione dell’area sospetta con un margine di 1 cm di tessuto sano RX del pezzo operatorio NO esame al istologico o dei recettori ormonali al congelatore Esame istologico definitivo che riporti le caratteristiche utili a modulare il trattamento Programmazione terapeutica: il carcinoma duttale in situ (CDIS) Le opzioni terapeutiche sono: mastectomia, biopsia escissionale, biopsia escissionale + RT Mastectomia: lesioni di dimensioni troppo elevate per consentire un buon risultato estetico con ter. conservativa o persistenza di margini positivi dopo escissione, specialmente in lesioni di alto grado Biopsia escissionale: deve essere ampia e viene normalmente associata a RT La RT può essere omessa per lesioni piccole e di basso grado con margini chirurgici liberi La dissezione ascellare non è indicata per il CDIS Possibile efficacia del tamoxifene nel ridurre i tassi di recidive locali in pz. trattate conservativamente + RT (NSABP B-24) Interventi eseguibili in day surgery Linee guida della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intesiva (SIAARTI) Elettivi Di breve-media durata (<2h) A bassa incidenza di complicanze (emorragia, insufficienza respiratoria) Con decorsi postoperatori semplici e poco dolorosi, idonei ad una gestione domiciliare Breast diseases amenable to one day surgery Benign Diseases: Fibroadenoma Phyllodes tumour Ductal papilloma/papillomatosis Intracystic papilloma Periareolar/peripheral abscess Lipomas Premalignant diseases: DCIS LCIS Atypical hyperplasia Malignant diseases: Early breast cancer Local recurrence Anestesia locale nella chirurgia mammaria Farmaci: - Mepivacaina (Carbocaina®) all’1% Tipi di infiltrazione - subdermica, pungendo tangenzialmente con ago da 25 G e bisello rivolto verso il basso - sottocutanea - muscolare Precauzioni - rispettare dosi massime - aspirare prima di iniettare - iniettare lentamente - non iniettare in tessuto infiammato Anestesia locale nella chirurgia ascellare Farmaci: - Mepivacaina (Carbocaina®) all’ 1% Tipi di infiltrazione - Subdermica e sottocutanea - Muscolare (m. pettorali, dorsale, gran dentato, sottoscapolare) - Tronculare Precauzioni - cautela per evitare di perforare i grossi vasi distrettuali (v.v. ascellari, toraco-dorsali, circonflessi della scapola e mammari esterni) Breast surgery and local anaesthesia: our experience A trend toward a wider acceptance of local anaesthesia as the the gold standard for breast surgery has been recently recorded Since 1997 we have increasingly adopted local anaesthesia in order to improve patient care and reduce hospital costs Type of surgery No patients % under local anaesthesia Ductectomy 45 60 Lumpectomy 430 55 Local recurrence 37 60 Nodal biopsy 28 45 Simple mastectomy 35 15 Radical mastectomy 65 0 Axillary dissection 298 1 Algoritmo terapeutico comprendente la tecnica del LFN sentinella e l’anestesia locale per ridurre i tempi di ospedalizzazione Triplo test positivo (es.clinico, Mx, FNA) Linfoscintigrafia Tumorectomia + LFN sentinella in anestesia locale ambulatoriali Ricovero per dissezione ascellare in anestesia generale se LFN sentinella positivo o altri fattori di rischio Es. istologico definitivo Nessun ulteriore intervento chirurgico se margini bioptici e LNF sentinella negativi Percorso dell'Unità di Senologia Visita clinica controlli periodici programma diagnostico terapia post-chirurgica (chemio, RT...) rivalutazione con referti chirurgia programma terapeutico GynOncoTo ‘99 terapia medica controlli periodici The feasibility of one-day diagnosis in breast care BREAST UNIT Clinical examination by Gynaecologist/Surgeon US MX Radiologist FNA Pathologist One day diagnosis It requires: • Adequate facilities • Dedicated skilled specialists • Organisation It allows: • Real time diagnoses • Best patient compliance • Low patient anxiety • Low losses at follow up • Shortening of the time to treatment • Best performance of different specialists working as a team Biopsie diagnostiche eseguibili ambulatorialmente o in day surgery FNA Mammotome Core biopsy ABBI Unità di Senologia Requisiti minimi Diagnosi di > 50 carcinomi/anno Requisiti adeguati Diagnosi di 100-150 carcinomi/anno L’attività è di tipo multidisciplinare e deve essere rapida: lesioni benigne definite in 1 visita, lesioni maligne in 2 visite Limiti delle tecniche diagnostiche d’immagine Pz. di 34 aa con nodo palpabile. A (MX): negativa; B (Eco): negativa; Istologia: CDI Proprietà e limiti dell’ecografia mammaria Pz. con secrezione ematica dal capezzolo. A (MX): negativa; B (Eco): dotto dilatato con lesione intraduttale Proprietà e limiti dell’ecografia mammaria Giovane pz. con nodo palpabile. A (MX): negativa; B (Eco): area ipoecogna; Istologia: CDI Ø 1 cm Proprietà e limiti dell’ecografia mammaria Pz. di 40 aa con nodo palpabile. A (MX): negativa; B (Eco): cisti complessa; Istologia: sarcoma indifferenziato Proprietà e limiti dell’ecografia mammaria Pz. di 38 aa. A (MX): negativa; B (Eco): cisti; Istologia: CDI Biopsia mammaria ecoguidata Vantaggi rispetto alla localizzazione mammografica/in stereotassi: - basso costo - non espone a radiazioni - più rapida - più confortevole per la paziente - più agevole per lesioni superficiali - eseguibile in “posizione chirurgica” Limiti: - visibilità ecografica della lesione Ca mammario in gravidanza: incidenza Si considerano convenzionalmente tumori mammari della gravidanza tutti i carcinomi diagnosticati nel corso della gestazione e quelli diagnosticati entro un anno dal termine della stessa con un’incidenza variabile da 1/3000 a 1/10000 gravidanze, è il tumore più frequentemente riscontrato in gravidanza dopo il carcinoma del collo dell’utero Considerati insieme, questi due tumori rappresentano il 25% delle neoplasie diagnosticate durante la gravidanza Ca mammario in gravidanza: la mammografia Con l’impiego della schermatura addominale, la dose assorbita dal feto per una MX è virtualmente nulla Tuttavia la MX fornisce un’informazione ridotta e talora persino fuorviante a causa dell’iperemia e dall’accumulo di liquidi nei tessuti mammari gravidici Dato che la sensibilità non supera il 65%, un referto MX negativo in presenza di un reperto clinico sospetto non deve ritardare l’approfondimento diagnostico della lesione Ca mammario in gravidanza: l’ecografia L’ecografia mammaria viene sempre più spesso impiegata per confermare la presenza di reperti palpatori sospetti E’ una metodica fondamentale per distinguere i nodi solidi (fibroadenomi, lipomi, papillomi, tumori) da quelli cistici (galattoceli, infarti mammari, ascessi, cisti) Lieberman, 1994 Ca mammario in gravidanza: la biopsia chirurgica La biopsia mammaria “ a cielo aperto” è spesso un tempo diagnostico irrinunciabile In gravidanza e durante l’allattamento sono particolarmente frequenti: - ematomi postchirurgici cura meticolosa dell’emostasi - infezioni profilassi antibiotica, sospensione dell’allattamento con antiprolattinemici e fasciature compressive Ca mammario in gravidanza: la diagnosi cito-istologica preoperatoria La specificità dell’esame citologico mediante ago sottile (FNA) è limitata dalle atipie citomorfologiche dei tessuti benigni e dei fibroadenomi tipiche della gravidanza Migliori risultati sono ottenibili con l’esame istologico di frustoli di tessuto (core biopsy) Particolarmente promettenti appaiono nuove metodiche di micro-biopsia (Mammotome). Ca mammario in gravidanza: la stadiazione prechirurgica Le procedure di stadiazione devono essere modificate per limitare al massimo i rischi per il feto L’epoca gestazionale sembra essere un fattore più critico rispetto alla dose totale di radiazioni assorbita I maggiori danni si verificano nel primo trimestre e sono rappresentati prevalentemente dalla microcefalia Dosi > 100 cGy producono anomalie fetali nel 100% dei casi, mentre per dosi < 10 cGy la probabilità di danno fetale è molto bassa Barnavon, 1990 Ca mammario in gravidanza: la stadiazione prechirurgica Scintigrafia ossea (0.1 cGy): non indicata RX torace (0.008 cGy): sicura Ecografia epatica: sicura Risonanza magnetica: probabilmente sicura Studi caso-controllo sulla prognosi di pazienti affette da carcinoma mammario in gravidanza Autore Anno N° pz Sopravvivenza a 5 anni (%) Pz. gravide Pz. non gravide p Nugent 1985 19 57 56 n.s. Tretli 1988 35 15 60 <0.05 Petrek 1991 56 47 59 n.s Lamattina 1992 201 51 74 <0.05 Le pazienti gravide hanno in una sopravvivenza simile alle pazienti non gravide confrontabili per età e stadio tumorale Ca mammario in gravidanza: prognosi Non sembrano esistere importanti differenze biologiche tra il carcinoma mammario insorto in gravidanza ed al di fuori di essa La minor sopravvivenza tra le pz. gravide riscontrata negli studi meno recenti sarebbe da attribuirsi ad uno stadio mediamente più avanzato alla diagnosi Il ritardo diagnostico di un ca mammario in gravidanza sembra incrementare la probabilità di disseminazione linfonodale dell’1.8% in un mese, del 5.2% in 3 mesi e del 10.2% in 6 mesi Nettleton, 1996 Ca mammario in gravidanza: l’aborto terapeutico Fino agli anni ’60 veniva ampiamente praticato Successivamente comparvero studi in cui la prognosi era simile o addirittura peggiore rispetto a quella delle pazienti che avevano portato a termine la gravidanza (Nugent, 1985, Clark, 1989) Attualmente viene ancora consigliato solo in casi selezionati e le variabili che influenzano tale decisione sono: - epoca di gravidanza - stato dei recettori ormonali - stadio di malattia - desiderio di conservare il seno - VOLONTA’ DELLA PAZIENTE Ca mammario in gravidanza: chirurgia e radioterapia La terapia chirurgica classica per il carcinoma della mammella in gravidanza è rappresentata dalla mastectomia radicale modificata L’impiego della chirurgia mammaria conservativa è limitato da: - rischio di danni fetali della radioterapia - rischio di recidiva locale se la radioterapia viene posticipata dopo l’espletamento del parto Ca mammario in gravidanza: rischi della radioterapia per il feto Per una radioterapia convenzionale sulla mammella (5000 cGy), la quantità di radiazioni assorbita dal feto aumenta nel corso della gravidanza da 10 cGy a 200 cGy Gli effetti teratogenetici dipendono dall’età gestazionale: - fase embrionale effetto del tipo “tutto o nulla” - 1° trimestre malformazioni - 2° trimestre microcefalia - sempre il rischio di neoplasie dell’infanzia Ca mammario in gravidanza: rischi della radioterapia dilazionata La mammella in gravidanza subisce modificazioni anatomiche potenzialmente in grado di influenzare le probabilità di disseminazione tumorale Tuttavia, non esistono studi circa l’effetto di un rinvio della radioterapia a dopo l’espletamento del parto sulla prognosi delle pazienti gravide Le informazioni devono essere quindi desunte da studi condotti per valutare la sequenza ottimale fra radioterapia e chemioterapia postoperatoria in pz. non gravide Effetto dell’intervallo di tempo intercorrente fra chirurgia e radioterapia sulle recidive locali da ca mammario Autore Intervallo N° Recidive (settimane) se RT prima (%) N° Recidive se RT dopo (%) p Slotman, 1995 7 8/329 (2.4%) 14/231 (6.1%) 0.05 Meek, 1996 8 10/247 (0.4) 1/63 (1.6) n.s. Hartsell, 1995 17 1/42 (2.4) 6/42 (14.3) 0.05 Leonard, 1995 22 4/108 (3.7) 8/157 (5.0) n.s Buchholz, 1993 26 1/48 (2.0%) 14/57 (24.0%) 0.004 n.s. non significativo; RT: radioterapia La chirurgia conservativa aumenta il rischio di recidive locali qualora l’inizio della radioterapia venga posticipato di un periodo superiore a 2-3 mesi Ca mammario in gravidanza: la chemioterapia La potenziale teratogenicità dei farmaci antiblastici su cellule rapidamente proliferanti come quelle dei tessuti fetali è implicita nel loro meccanismo d’azione Sebbene il rischio di malformazioni fetali appaia confinato al 1° trimestre di gestazione, esistono altri potenziali effetti negativi come l’aborto, il ritardo di crescita intrauterino, il parto pretermine ed il basso peso alla nascita La frequenza di altri problemi ad esordio tardivo come la sterilità, il ritardo dello sviluppo psicomotorio, il rischio carcinogenetico e quello teratogenetico nella seconda generazione, è in gran parte sconosciuta Carcinoma mammario sporadico vs ereditario: implicazioni cliniche Prognosi Terapia chirurgica rischio recidive locali? Terapia radiante rischio tumori radioindotti? Terapia medica Chemio-ormonosensibilità? Prevenzione Peggiore? (G3, ER -, p53 +) Sorveglianza? Chemioprevenzione? Chirurgia profilattica? Penetranza delle mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 70-90% Easton et al: famiglie altamente selezionate per ca mammella e ovaio Struewing et al: BRCA1 e BRCA2 founder mutations tra Ebrei Ashkenazi (185delAG, 5382insC, 6147delT): 57% Thorlacius et al: BRCA2 funder mutation in Islanda (999del5) 37% 1995 1997 1999 Anno di pubblicazione degli studi Prevalenza delle mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 Alta Narod et al: 50% delle famiglie ad alto rischio Szabo et al: 39% delle famiglie ad alto rischio Couch et al.: 16% famiglie ad alto rischio Shattuck Eidens et al: 12.8% famiglie ad alto rischio Bassa 1991 1997 1999 Anno di pubblicazione degli studi La conoscenza dello stato dei geni BRCA è in grado di modificare l’atteggiamento terapeutico? La sicurezza della chirurgia mammaria conservativa nei tumori BRCA+ è stata discussa in base a: • alto rischio di nuovi ca primitivi in entrambe le mammelle • potenziale maggior rischio di recidiva locale • potenziale aumentata suscettibilità al rischio oncogeno delle RX Ca mammella ereditario: recidive locali dopo chirurgia conservativa Autore Anno FU N° pz. Fam. pos. Fam. neg. P Solin 1996 8 aa 171 13% 19% 0.16 Israeli 1994 - 748 16% 23% ns Smitt 1997 5 aa 153 6% 8% ns Rischio di recidiva locale simile o inferiore in pazienti con familiarità di I° grado vs pazienti prive di familiarità (OR 0.71; 95% IC 0.38-1.32) Brekelmans CTM , EJC 1999 Sopravvivenza libera da recidiva locale simile in ca BRCA+ vs ca sporadici: 99% vs 96% (95% IC: 96-100 vs 94-99%) Pierce L , ASCO 1999 Sorveglianza della mammella nelle donne BRCA+ Raccomandazioni attuali Autoesame del seno a cominciare dalla vita adulta, esame clinico ogni 612 mesi, mammografia annuale a partire dai 25-35 anni French Ad Hoc Commette Cancer Genetics Studies Consortium (CGSC) Limiti e rischi L’aspetto MX del ca mammario e la densità mammaria in portatrici BRCA sono simili a quelli della popolazione generale (Helvie MA, AJR 1997) e l’efficacia dello screening mammografico non è provata nelle donne giovani L’esposizione a radiazioni in giovane età è associata con il maggior rischio di carcinoma mammario radio-indotto Esiste un maggior rischio di tumori radio-indotti in individui con particolare predisposione su base genetica (ad es. portatori di mutazioni del gene AT) Comparison between US and French guidelines on women prone to breast cancer and ovarian cancer (The Lancet, 1999) Intervention USA France Breast self-examination Recommended Not recommended (training on request) Breast examination by a physician Recommended, Recommended by age 20, 2 by age 25-35, 1 to 2 times/yr to 3 times/yr Mammography Suggested by age 25-35 Recommended by age 30 Clinical examination for ovarian ca Not considered Recommended Ovarian ca screening by US Recommended Recommended Ovarian ca screening with CA125 Recommended Research only Prostate ca screening in male relative No position No position Colorectal cancer screening Same as in general population No position Prophylactic mastectomy Informed consent sufficient Informed consent insufficient Prophylactic oophorectomy Informed consent sufficient Informed consent insufficient Hormone replacement therapy No position No contraindication Hormonal contraception No position No contraindication Chemoprevention (tamoxifen) No position Research only Diet Counselling No position Tobacco Counselling No position Mastectomia profilattica: due studi di analisi decisionale Una donna di 30 anni con una mutazione di BRCA guadagna da 2.9 a 5.3 anni di vita a seconda del suo rischio cumulativo di cancro Schrag D, N Engl J Med 1997 Una donna di 30 anni con una mutazione di BRCA guadagna da 2.8 a 3.4 anni di vita a seconda del suo rischio cumulativo di cancro Grann VR, J Clin Oncol 1998 I risultati sono assai simili a dispetto delle diverse stime di rischio di sviluppare un tumore corrette per età utilizzate nei due studi Efficacia della mastectomia profilattica bilaterale in donne con familiarità positiva per ca mammario Studio retrospettivo su 639 donne con familiarità positiva per ca mammario operate tra il 1960 and 1993, con una mediana di follow up di 14 anni Gruppo a rischio moderato riduzione del rischio di ca mammario del 89.5% Gruppo ad alto rischio riduzione del rischio di ca mammario del 92% Tutti i casi di ca mammario si sono sviluppati in donne sottoposte a mastectomia sottocutanea (7 / 575 vs. 0 / 64, p = 0.38) Hartmann LC, N Engl J Med 1999 Tumore al seno: presente e futuro Radiologo Chirurgo senologo (ginecologo, chirurgo generale) Interdisciplinarietà Oggi Domani Oncologo Medico Chirurgo Plastico Fisiatra Biologo Molecolare Radioterapista Genetista Medico Nucleare Psicologo Specialità d’organo Gyn Onc TO