OLTRE LE CONOSCENZE: IL RUOLO DELLE EMOZIONI TRA RISCHIO E RISORSA Corso di formazione tutela minori Ferrara,13 maggio 2009 M.T. Pedrocco Biancardi ASCOLTARE: UN IMPEGNO SERIO • Altro è udire o sentire, altro è ascoltare • L’ascolto è un’attività interattiva, che presume coinvolgimento reciproco e intenzionalità • Impegna comunque le facoltà cognitive • L’ascoltatore deve valutare, selezionare, memorizzare il messaggio che sta ascoltando • Il narratore verifica l’ascolto e ne sollecita la qualità. ANCHE GLI OCCHI PARLANO E ASCOLTANO • La dimensione analogica è fondamentale nell’interazione verbale: gesti, espressioni, atteggiamenti del corpo possono smentire, confermare o arricchire le parole del narratore • Che a sua volta, anche senza parole, riceve messaggi chiarissimi dall’ascoltatore sul credito, l’interesse, l’affidabilità che gli attribuisce. NON SOLO COGNITIVO • Nel gioco interattivo del racconto – ascolto non è impegnata solo la mente: il racconto può avere contenuti più o meno interessanti, può essere presentato con un analogico coinvolgente o indifferente: entrano in gioco le emozioni • Emozioni inquietanti o rasserenanti, produttrici di cortisolo o endorfine, a seconda dei contenuti. IL VALORE DEL CONTESTO • Anche la cornice di significato, il contesto fisico, l’ambiente, la storia individuale e condivisa tra i due interlocutori determinano la qualità del rapporto, quindi dell’ascolto • La diade che si forma è del tutto originale e particolare, condizionata da tante variabili eppure del tutto autonoma e imprevedibile, esposta a variazioni di posizioni e di significati in corso d’opera. MA QUANDO SI TRATTA DI UN BAMBINO … • … Le cose necessariamente cambiano • Perché il rapporto non è paritario, ma fra un soggetto forte e un soggetto debole e particolarmente sensibile all’analogico • Tra adulto e bambino la relazione è comunque asimmetrica: l’adulto è up, il bambino è down • Questo problema deve essere molto presente all’adulto, se vuole rispettare e aiutare il bambino. E PER DI PIU’ VITTIMA … • L’asimmetria è molto più marcata, pesante • Perché il bambino non solo non ha tutte le conoscenze e le potenzialità comunicative dell’adulto, ma qualche adulto, di cui si fidava, gli ha fatto del male • Quindi diffida, è reticente, passivo o ribelle a seconda delle sue scelte strategiche precedenti per proteggersi dagli adulti. I PENSIERI DEL BAMBINO VITTIMA • Non sono solo pensieri legati alla circostanza • Sono pensieri maturati nella solitudine, per darsi ragione di quanto gli accadeva • Uno domina su tutto: è colpa mia • Duplice colpa: di aver provocato un disastro con il comportamento e con la rivelazione • Di qui la reticenza, la vergogna, la fantasia, la smemoratezza, soprattutto la paura. FATTI, PENSIERI, STORIA DEL BAMBINO • Sono il contenuto dell’incontro/ascolto • Mai fermarsi ai soli fatti: ascoltare i pensieri • Chi ascolta per curare deve entrare nei pensieri, farli emergere, entrare in contatto • Ma soprattutto deve cogliere le emozioni, che devono prendere forma e riconoscibilità attraverso la parola • Legittimare le emozioni. ENTRANO IN GIOCO LE EMOZIONI DELL’ADULTO • Inconsapevoli e incontrollabili: • Non può essere vero, il bambino inventa, è suggestionato, ha capito male, è bugiardo… (Roccia, Foti, 1998) • Emozioni razionalizzate: • Non è giusto far parlare il bambino, dimenticherà; non sono in grado di fare questa cosa, non so come cominciare; e se mi chiede … cosa gli rispondo? L’INCONTRO TRA DUE EMOZIONI • Quella del bambino, che ha già sperimentato l’inaffidabilità degli adulti (modelli operativi interiorizzati) • Quella dell’adulto, che teme di scoprire fatti che non corrispondono in alcun modo all’idea di adulto, di genitore, di operatore dell’aiuto, di cittadino, di persona umana, di rapporto adulto-bambino che si è fatto, per la quale si impegna e in cui crede. RIEPILOGANDO …. • I contenuti dell’adulto sono il tempo, la pazienza, il rispetto (evitare suggestioni, compassioni, anticipazioni), l’empatia • I contenuti del bambino sono fatti, pensieri, emozioni • Il destino e l’efficacia dell’incontro non dipende da strategie prefabbricate, ma dalla consapevolezza dell’adulto che le emozioni possono dare verità e comprensibilità alle parole, ma anche inibirle.