PER SAPERNE DI PIÙ @ www.elicriso.it www.gingerandtomato.com www.giallozafferano. it 45 Le camaleontiche trasformazioni delle “verdure lesse”. Ma si trovano ben mimetizzate in deliziosi tortelli, torte pasqualine e sontuosi polpettoni vegetariani I SA PORI In padella Con la mozzarella Torta rustica Lessare 1 kg di cicoria. Scolare e strizzare. Scaldare l’olio in un tegame e rosolare 2 spicchi d’aglio. Unire la cicoria, salare e pepare. Cuocere a fuoco vivo per qualche minuto, poi abbassare la temperatura, coprire e cuocere per altri 10 minuti. Lessare le coste in acqua salata e sgocciolarle. Sul fondo di una pirofila mettere aglio e scalogno affettato sottile, poi le coste, la pancetta, pepe e mozzarella. Poi una spolverata di parmigiano e un filo d’olio. Infornare a 200° gradi per venti minuti e servire. Cuocere 1 kg di cicoria in acqua salata. In una padella rosolare 1 spicchio d’aglio con un peperoncino e un po’ d’olio. Aggiungere la verdura lessata e cuocere per qualche minuto. Srotolare un rotolo di pasta sfoglia in una teglia e riempire con la verdura. Grattuggiare sopra una bella spolverata di gruyére e ripiegare i bordi della sfoglia. Cuocere in forno a 180° gradi per 30 minuti. LUIGI BOSIA G gli ortaggi, con le erbe, furono i primi cibi dell’uomo che iniziò a coltivarli sul retro della casa e, forse, già davanti alla sua caverna. Un nutrimento ottenibile con il minimo sforzo, e basta pensare alla diffusione degli orti, che troviamo ancor oggi in un angolo dei nostri giardini, per capire che l’uso di avere a portata di mano quel “verde da cuocere” è largamente diffusa. Naturalmente c’è verdura e verdura, ma tra cicoria, coste, erbette e bietole non c’è che l’imbarazzo della scelta. La bieta o bietola, oppure ancora bietola da coste è sicuramente la più diffusa tra le varietà di barbabietola da orto. Nelle bietole da coste (chiamate semplicemente “coste”, soprattutto nel gergo lombardo dove, storicamente, si diceva fino a pochi decenni fa che erano preferibile agli spinaci, ma solo perchè economicamente molto più accessibili) si consumano sia le foglie sia le coste fogliari. Le “coste fogliari” non sono altro che la parte iniziale delle foglie, quella bianca e più spessa. Nella bieta erbetta, invece, - comunemente chiamate “erbette” le foglie hanno decisamente la prevalenza e sono consumate esattamente come gli spinaci. Anzi, molti - soprattutto dopo l’omogeneizzazione del prodotto dato dalla surgelatura ormai imperante sul mercato - neanche distinguono per colore, aspetto e (purtroppo) gusto la differenza. Come tutte le verdure a foglia di colore verde scuro, la bietola contiene grandi quantità di vitamina A (fino al 40% della razione giornaliera raccomandata). Come detto la bieta erbetta si può lessare o cuocere al vapore, come gli spinaci. Per cuocere la bietola da coste, invece, bisogna dividere le coste dalle foglie e cuocerle separatamente, poiché i tempi di cottura sono molto diversi: 5 minuti per le foglie, 15-30 minuti per le coste (secondo lo spessore e la qualità). Sono comunque ottime condite con olio extravergine di oliva e aceto balsamico (metà/metà). Meno conosciuta, ma non per questo meno apprezzata sulla tavola, la cicoria, da non confondere con l’omonima insalata, la ceriolo verde, chiamata in Lombardia “Sciroeu” e particolarmente diffusa nel sud Italia. Una stagione che va da gennaio ad aprile per l’umilissima verdura dalle proprietà eccezionali: stimola l’appetito, regola le funzioni intestinali, del fegato e dei reni, e ha un effetto depurativo e disintossicante. Naturalmente va cotta per circa 15 minuti, in acqua bollente e a pentola scoperta. LA RICETTA IL CAFFÈ 7 ottobre 2012 C4SOCIETÀ E CULTURA Spaghetti bietole e pomodorini Il verde da cuocere Ingredienti per 4 persone Lavare le bietole e sbollentarle in abbondante acqua salata per un paio di minuti. Scolarle, strizzarle e conservare l’acqua. Rosolare l’aglio con olio e maggiorana. Eliminare quest’ultima e aggiungere le bietole. Coprire e cuocere a fuoco basso per 5 minuti. Unire i pomodorini tagliati a spicchi e cuocere per altri 5 minuti. Cuocere gli spaghetti nell’acqua delle bietole. Scolarli e saltarli con le verdure assieme ad un cucchiaio della loro acqua. Far insaporire a fuoco vivace per 2 minuti e servire. - 320 g di spaghetti - 250 g di bietoline - 150 g di pomodorini ciliegia - 2 spicchi d’aglio - 1 rametto di maggiorana fresca - 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva - sale LA STORIA Il caffè che viene dalle radici Dalla raccolta delle radici della cicoria fatta tra fine agosto e settembre si ottiene un delizioso “caffè”. Una volta raccolte, vanno fatte essiccare, tritate e torrefatte per ottenere una polvere proprio come quella del caffè classico. L’aroma è caramellato e trasmette una sensazione rinvigorente e il “caffè” ottenuto è inoltre privo di caffeina. MITI E RITI La ruspante cicoria ha un cuore di puntarelle ELISABETTA MORO S e in fatto di contorni gli spinaci sono il classico dei classici, allora si può dire che la ruspante cicoria è decisamente folk. E continuando con i generi musicali i broccoli con il loro raffinato ma indomabile vitalismo hanno un carattere blues. Mentre la bietola, con la sua delicatezza acquosa è una verdura ambient. La catalogna, austera e distante è senz’altro etnica. Le coste con la loro terrosità insipida sono un mangiare country. Invece le puntarelle, cuori croccanti della cicoria, vanto della cucina capitolina fanno pensare agli stornelli romani. E last but not least le cime di rapa, con la loro grazia contadina, sono i saltarelli e le tarantelle della tavola. Fuori concorso i friarielli vesuviani, stato superlativo dei broccoli in foglia, con il loro sa- pore sincopato e sulfureo, sono il rock ‘n roll della verdura. Ritmi e armonie da tavola. Che scandiscono ab origine la parabola gastronomica di homo sapiens. Visto che i paletnologi sono concordi nel dire che fin dalla preistoria la beta vulgaris, nome scientifico della di là da venire. Delicatessen inibite ai nostri progenitori che brucavano foglie, radici e germogli come capre dal volto umano. Tra i primi in Occidente a fare dei significativi passi avanti con i contorni green sono etruschi e romani. I Quiriti in particolare non hanno Fuori concorso i friarelli vesuviani stato superlativo dei broccoli in foglia e dal sapore sulfureo Etruschi e romani consumavano già nell’antichità in quantità industriale biete ed erbette bietola, veniva raccolta nei litorali sabbiosi del bacino del Mediterraneo. Per farne cosa è difficile dirlo. Certo non deliziosi tortelli alle erbette come quelli emiliani, pasqualine sopraffine e polpettoni vegetariani con uova e formaggio come quelli liguri che erano ancora mai smesso di credere alla cicoria. Saltata, all’agro, col guanciale, al vapore. Nuda e cruda, abbondantemente irrorata di olio al sapore di acciughe. È ancora oggi la verdura più consumata all’ombra del cupolone. Non sono da meno altri grandi piatti vegetariani dell’Italia italica. Apuli, Messapi, Lucani, Osci e Sanniti consumavano quantità industriali di cicorie, rape, biete, erbette magari associate con i legumi. Non a caso ancora oggi la minestra sfritta di fave e cicoria costituisce un vanto gastronomico del tacco dello stivale. Da Matera a Lecce, da Altamura a Lucera, fino alle prime balze montane dell’Irpinia. Dove la schiena d’Italia si inarca improvvisa. Erbe umili ma generose. Capaci di farsi in quattro per riempire lo stomaco e consolare il palato. Fino al punto da trasfigurarsi in caffè. Per far fronte alle ristrettezze della guerra. Con risultati certo non esaltanti. Nonostante ciò, oggi tornano in auge nelle bevande all’orzo e ai cereali. Polveri solubili per neo-penitenti salutisti. Che comprano a prezzi da ricchi quello che i loro nonni erano costretti a sorbire perché poveri.