MENU’ DELLA SERATA
“Le regole: non punire ma disciplinare”
a cura di M.Grazia Franciosi
1
Riflettere sull’importanza di
trovare modalità efficaci per
affrontare il tema delle regole
Comprendere l’importanza di
educare un figlio a trovare da soli i
limiti di comportamenti adeguati
per il proprio benessere e quello
degli altri
a cura di M.Grazia Franciosi
2
Le regole sono la parte necessaria dell’interazione
umana, fanno parte di tutti i gruppi sociali, della
famiglia, della scuola, del quartiere…
Le regole disciplinari sono strumenti che
servono ( come le vitamine!)
per la crescita armonica dell’individuo.
In un percorso educativo l’unico vero danno
che può verificarsi consiste nel “non agire”
per timore di sbagliare!
a cura di M.Grazia Franciosi
NOI POSIAMO CONTROLLARE GLI ALTRI. Questa illusione ci da un senso di
potere, ma interferisce con la libertà dell’altro.
TUTTI I RINFORZI POSITIVI SONO UTILI. Questo può dare il controllo e il
senso di appartenenza con i figli, ma interferisce con la possibilità di
autocontrollo dei figli e può sfociare nella perdita della nostra libertà poiché
il figlio richiederebbe continuamente commenti positivi per comportarsi.
IL SENSO DI COLPA E LA CRITICA AIUTANO I BAMBINI A CRESCERE.
Possono darci solo un controllo temporaneo. Il bambino potrebbe decidere
di non considerarci persone significative se il prezzo è per lui troppo grande.
GLI ADULTI HANNO IL DIRITTO DI COSTRINGERE. Ciò può dare al genitore il
senso della proprietà privata e un senso di potere, ma i figli crescendo,
cominciano e ribellarsi davanti a questo atteggiamento. Nel periodo
dell’adolescenza il bisogno crescente di libertà e il desiderio dei genitori di
mantenere il controllo potrebbero trasformarsi in conflitto aperto.
a cura di M.Grazia Franciosi
Percorso progressivo
di risposta comportamentale alle regole
Bambino
Non lo faccio… per non essere sgridato
Non lo faccio… per essere ricompensato
Preadolescente
Non lo faccio…per essere al centro dell’attenzione
Non lo faccio…perché non va fatto
Adolescente
Non lo faccio…perché è contrario ai miei principi
Non lo faccio…perché indipendentemente dalle
sanzioni è una cosa riprovevole
La lenta e progressiva costruzione di regole educative sono attribuibili
sino dalla primissima infanzia, alla volontà del genitore
quale titolare dell’azione educativa.
a cura di M.Grazia Franciosi
La regola deve essere formulata in modo positivo.
Devono esserci solo alcune regole. I bambini non
possono ricordarne tante e deve valere per tutti.
La regola deve essere attuabile. Altrimenti lasciatela
perdere.
Siate pronti a cambiare la regola se essa non
funziona.
I bambini devono conoscere le regole e partecipare
alla loro creazione.
Quando una regola viene trasgredita, qualcosa deve
succedere, il limite stabilito è stato superato, ci
saranno delle conseguenze
a cura di M.Grazia Franciosi
Ogni comportamento è provocato dai bisogni
della persona: nostro figlio si comporta così
perché in quel momento fa la cosa migliore per sé.
Avendo stabilito insieme le regole del comportamento e i limiti di
questo, le conseguenze sono l’esito naturale di quel comportamento,
non sempre le azioni punitive funzionano: quando diventa una
abitudine educativa non è uno strumento efficace
per far crescere un figlio
Spesso provocano
risentimento e sentimenti di vendetta,
oppure fanno sentire impotenti tanto da far
perdere la fiducia in se stessi
a cura di M.Grazia Franciosi
Contiene elementi di una ferita fisica ed emotiva.
Si concentra sul problema piuttosto che sulla
soluzione. Il bambino non impara a rimediare la
situazione. A causa della paura o del risentimento
induce a nascondere la verità
La punizione si basa sull’idea che il bambino sia egoista per
natura e che debba essere controllato.
Ciò non provoca il rafforzamento della personalità,
ma può farlo diventare duro, vendicativo ed insensibile
Il bambino sgridato spesso si tira indietro e il bambino picchiato spesso
offrirà provocatoriamente la mano per essere picchiato ancora.
a cura di M.Grazia Franciosi
E’ ragionevole agli occhi di coloro che ne sono oggetto.
Tutti conoscono le regole e queste vengono
coerentemente rinforzate.
Il bambino ripara all’errore fatto o riceve una
conseguenza naturale e logica.
Il disciplinare deve essere ragionevole, non eccessivo.
Per cambiare un comportamento devono essere usati meno interventi
possibili e non accompagnati da emozioni negative.
Richiede una applicazione serena, l’essere pertinente e senza critica.
(tono di voce assertivo e non alterato, non sarcastico, né svalutante)
a cura di M.Grazia Franciosi
Siamo PUNITORI quando li feriamo, critichiamo o umiliamo.
Siamo ACCUSATORI quando ci concentriamo sul passato, sui loro errori
e sulle promesse non mantenute
Siamo AMICONI quando li controlliamo positivamente con i
complimenti, sorrisi e lodi
Siamo MONITORI quando premiamo i buoni comportamenti e togliamo i
privilegi quando si comportano male
Siamo MANAGER quando insegniamo loro a correggere gli errori e a
riparare i danni fatti “come farai per aggiustare le cose? Quando lo
portai fare?”
Punitore * l’Accusatore * L’Amicone * Il Monitore * Il Manager
Insuccesso
Successo
a cura di M.Grazia Franciosi
1 Continuare ad esprimere con autenticità le emozioni positive
che sentiamo.
2 Sviluppare l’autovalutazione. Chiedere al bambino: “Che cosa
ti piace di quello che hai fatto? Che cosa era facile? Che cosa era
difficile? Come l’hai fatto?
3. Sviluppare l’autostima. Chiedere al bambino: “Che cosa ritieni
sia valido premiare? Che cosa è stato efficace in quello che hai
fatto/detto/pensato?”
4 Valutare i comportamenti con caratteristiche negative:
“……questo comportamento crea problemi agli altri, prova a
trovarne un altro che ti sarebbe ugualmente di aiuto….”
5 Quando date il feedback per un progresso, cominciate sempre
con “Io” per distinguere al bambino che quello che dite
appartiene a voi per come siete fatti e non c’è l’intenzione di
manipolare.
a cura di M.Grazia Franciosi
Il bambino piccolo si comporta senza valutare il proprio
comportamento.
Se rinforziamo costantemente in modo positivo i comportamenti che
più ci piacciono e lo facciamo in modo calcolato, dopo poco tempo il
bambino non si sentirà a posto senza le nostre approvazioni per ogni
comportamento.
Nel tempo il bisogno di espressione diventerà più forte dei bisogni di
potere e di appartenenza e il bambino comincerà a rifiutare di
comportarsi secondo le nostre idee.
A questo punto, talvolta decidiamo che possiamo aiutarlo soltanto
costringendolo con azioni negative.
I nostri complimenti spostano il bambino dall’autocontrollo e dai
comportamenti scelti da lui e lo indirizzano verso un controllo e un
influenza esterni.
E’ opportuno quindi
Spostare la modalità della lode verso l’INCORAGGIAMENTO
a cura di M.Grazia Franciosi
Dite “Si” più spesso che potete.
Se non potete dire “Si” dite “Si, se….” E aggiungete la condizione
necessaria che vi permetterebbero di dire “Si” alla persona.
Quando dite “No”, spiegate al bambino i vostri motivi e
non cambiate idea.
Sposta la lamentela negativa al desiderio positivo
Come vorresti che fosse? Puoi controllarlo?
Che cosa hai fatto/detto finora per ottenere ciò che desideri?
Ha funzionato quello che hai fatto/detto
Vuoi trovare un modo migliore?
Se la risposta è “No”, chiedete “Vuoi soltanto lamentarti?” Poi
permetterti di lamentarsi per due minuti.
Se la risposta è “Si”, fate un progetto con lui.
a cura di M.Grazia Franciosi
IL TUO COMPITO È….
Comunicare i tuoi bisogni
Seguire le regole
…………………..
IL MIO COMPITO E’…
Prendermi cura,
supportare le regole
……………………….
IL MIO COMPITO NON È DI…
Fare il tuo lavoro
Coprire le tue mancanze
………………………..
IL TUO COMPITO NON È DI…
Fare il mio lavoro
Disciplinare gli altri
………………………..
a cura di M.Grazia Franciosi
Nel rapporto educativo, dobbiamo seguire il principio che sia
nostro figlio (persona da educare) ad uscire vincitore, persona
soddisfatta, responsabile e felice (noi lo siamo già!)
Esistono quattro possibilità
Che io vinco e vinci anche tu;
Che io vinco e tu perdi;
Che io perdo e tu vinci;
Che io perdo e perdi anche tu;
Per avere una buona disciplina, l’educatore deve
credere alla prima soluzione che soddisfi entrambi!
a cura di M.Grazia Franciosi
Fase 1. IDENTIFICARE E DEFINIRE IL CONFLITTO
Scegliere il momento opportuno, dire chiaramente che è
necessario risolvere un problema, esprimere sinceramente i
sentimenti che provate, evitate messaggi che rimproverano
Fase 2. LASCIARE EMERGERE OGNI SOLUZIONE POSSIBILE
Date la precedenza alle soluzioni di vostro figlio, in seguito dire
le vostre. Non valutate, non giudicare, non svalutare ecc anche
se sono inaccettabili, pazientare affinché emergano le loro
proposte, a volte può essere necessario incoraggiarle
Fase 3. VALUTARE LE SOLUZIONI EMERSE
“Bene, quali di soluzioni sembra migliore? Vediamo quale
soluzione preferiamo?Pensi che alcune siano preferibili ad
altre?” A volte è necessario esprimere i propri sentimenti:
“Questa soluzione non mi rende tranquilla!, non mi sembra
equa!....”
a cura di M.Grazia Franciosi
Fase 4. SCEGLIERE LA SOLUZIONE MIGLIORE
“Pensi che questa soluzioni possa risolvere il problema?,
Pensi che possa funzionare? Pensi che sia opportuna?” A
volte può essere necessario provarla! E a volte è necessario
annotarle e riassumere le decisioni
Fase 5. PROGRAMMARE E ATTUARE LA SOLUZIONE
Solitamente è necessario elencare nei dettagli e con
precisione come attuarla e chiedersi “Chi deve fare Cosa e
Quando”
Fase 6. VERIFICARE I RISULTATI
Dopo un certo tempo potrebbe essere necessario verificare
la validità delle decisioni “Pensi che la nostra decisione stia
funzionando?....”
a cura di M.Grazia Franciosi
E’ utile inviare messaggi “critico costruttivi” che diano al
ragazzo la possibilità di cambiare, indicandogli il modo per
migliorare un comportamento inadeguato, evitando invece,
messaggi che invitano il ragazzo a fallire, quali:
“Tu sei stupido; non riuscirai mai!”
Per essere efficaci il messaggio deve contenere:
“Non fare questo…. perché succede che… piuttosto fai…”
a cura di M.Grazia Franciosi
Un ragazzo ascolta la radio a un volume così alto da disturbare gli
altri familiari.
“Capisco che ti diverta ad ascoltare la radio, ma questo volume
così alto disturba gli altri. Potresti tenerla più bassa o andare
ascoltarla altrove”
Se ciò non porta a nessun risultato è importante rivolgergli
un’espressione di comprensione, una proibizione in modo
impersonale e, infine un chiarimento sulle conseguenze a cui
andrà incontro se persisterà nel suo comportamento.
“Non sei riuscito a tenere la radio a basso volume, se continuerai
dovrai spegnerla del tutto”
Se il ragazzo non modifica il suo comportamento nonostante gli
interventi precedenti, sarà necessario, congruentemente, mettere
in pratica, dopo alcune parole di comprensione, quanto
annunciato
“ Non sei riuscito a tenere la radio a basso volume: adesso
spegnila”.
a cura di M.Grazia Franciosi
Esternate i vostri sentimenti
Esponete le vostre aspettative
Mostrate come chiedere scusa
Offrite una scelta
Passate all’azione
Non accettare giustificazioni (non fare la domanda “Perché?…” ci
mettiamo nella condizione di discutere, e sposta la responsabilità
dalla persona a qualcosa d’altro!)
Ogni comportamento è provocato dai bisogni della persona: si
comporta così perché in quel momento fa la cosa migliore per sé.
Il nostro dovere di educatori è di far vedere ai ragazzi le conseguenze
del loro comportamento.
E’ fondamentale ragionare sulle conseguenze, poiché sono in
relazione con ciò che è stato fatto, vanno a beneficio della persona
che ha infranto le regole, sono imposte con fermezza e razionalità,
sono educative e portano alla soluzione del problema.
Piuttosto che chiedere “Perché l’hai fatto?” chiederemo “Come pensi
a cura di M.Grazia Franciosi
di risolvere questo problema?”
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