MENU’ DELLA SERATA
“Essere genitori oggi: il passaggio da
figli a partner a genitori ”
Spunti per riflettere sull’arte di essere
genitori cioè essere capaci di prendersi
cura e rispondere in modo
sufficientemente adeguato
ai bisogni dei figli.
a cura di M.Grazia Franciosi
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Essere consapevoli del passaggio
dell’individuo da essere figlio
ad essere genitore
Riflettere e confrontarsi sulle
funzioni della genitorialità
a cura di M.Grazia Franciosi
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Educare è difficile,
oggi più che mai!
E’ difficile,
ma è ancora possibile.
Bisogna abbandonare una mentalità lamentosa
e dimissionaria e convincersi che “educare” è
un nostro preciso compito generazionale.
a cura di M.Grazia Franciosi
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Tocca a noi, adulti!
E’ prendere coscienza della complessità;
è necessario reintrodurre l’incertezza
laddove si pensava di aver capito tutto
e spiegato ogni cosa.
Ma la complessità, che si presenta come
ostacolo alla maggiore comprensione dei
fatti, può diventare anche una vera sfida,
una sfida pedagogica per tutti.
Innanzitutto, non bisogna aspettare ad
intervenire quando le cose accadono,
ma saper prevenire!!
a cura di M.Grazia Franciosi
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COME DIVENTIAMO GENITORI?
L’individuo vive stadi di sviluppo per passare
da individuo “oggetto di cura” quale figlio
ad individuo che “sioccupa di” quale genitore
Esprime la condizione di figlio che vede
il genitore come “base sicura” a cui
rivolgersi per soddisfare i suoi bisogni
FIGLIO
INDIVIDUO
“OGGETTO DI CURA”
PARTNER
E' il trasferimento del legame di
attaccamento dalle figure genitoriali
verso il partner
Capacità di dare origine ad
un’altra vita come genitore ed
occuparsi dell’altro con la
finalità di crescerlo
“MI PRENDO CURA DI TE
COME TU TI PRENDI CURA
DI ME”
GENITORE
“IO MI PRENDERO’ CURA DI TE
QUALSIASI PERSONA
TU SARAI”
a cura di M.Grazia Franciosi
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GENITORIALITA’
Lungo e continuo apprendistato per
imparare l’arte di essere genitori cioè
essere capaci di prendersi cura e
rispondere in modo sufficientemente
adeguato ai bisogni dei figli.
Bisogni che sono estremamente diversi
a seconda della fase evolutiva.
a cura di M.Grazia Franciosi
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ESSERE GENITORI
“Prendersi cura di..” e maturare il desiderio generativo
è uno degli stadi della crescita umana.
E’ uno stato mentale che rappresenta il momento
evolutivo più maturo della dinamica affettiva
Nell’essere genitori convergono tutte le esperienze,
le rappresentazioni, i ricordi, le convinzioni, i modelli
comportamentali e relazionali, le fantasie, le
angosce, i desideri della propria storia affettiva.
E come ogni compito evolutivo, come ogni stadio è
una fase della propria crescita psicologica e
relazionale contrassegnata da ambivalenze,
difficoltà, contraddizioni, ricerche, crisi,
integrazioni, frammenti..
a cura di M.Grazia Franciosi
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FUNZIONI DELLA GENITORIALITA’
TRIADICA
Vedere il bambino in
una relazione a tre
PROTETTIVA
Offrire cure
DIFFERENZIALE
Modalità materna e paterna
AFFETTIVA
Entrare in
risonanza affettiva
NORMATIVA
Dare limiti
PREDITTIVA
Prevedere il
raggiungimento della
tappa evolutiva
imminente
RAPPRESENTATIVA
Modificare le proprie
rappresentazioni in base alla
crescita del figlio
SIGNIFICANTE
Dare senso alle azioni
del figlio per dare
senso alla vita
REGOLATIVA
Regolare le emozioni
PROIETTIVA
Proiezioni di sé
sul figlio
FANTASMATICA
Gioco di specchi tra mondo
attuale e il mondo dei genitori
del passato
TRANSGENERAZIONALE
Vedere il figlio nella storia
della propria famiglia
PROIETTIVA
Occupa un posto fondamentale la proiezione che si esercita ad esempio
proiettando sul figlio l'immagine ideale del figlio che avrebbe voluto essere
oppure proiettando se stessi nel bambino. Ciò che viene visto, amato,
sognato, desiderato sono parti di sé o immagini di sé. Questa forma di
narcisismo, sia materno che paterno, ha uno spazio fondamentale nel
costruire l'immagine del bambino e nel collocarla appunto dentro un
particolare scenario di sviluppo.
FANTASMATICA
Gioco di specchi tra quello che i genitori sono stati come bambini, quello che
avrebbero voluto essere, quello che i loro genitori sono stati, quello che
vorrebbero che fossero stati, quello che è il bambino reale , quello che è il
bambino desiderato e fantasticato
TRANSGENERAZIONALE
Potremmo definire questa funzione come l'immissione del figlio dentro una
STORIA, una narrazione, che appare reale e anche un po' sognata. E' la storia
della propria famiglia, è il continuum generazionale dove si inserisce la nascita.
Come si collocano i genitori dentro le rispettive storie familiari e come si
colloca la nascita dentro quel particolare momento della storia generazionale.
E quali sono gli intrecci tra le due storie familiari del padre e della madre, le
relazioni tra le due famiglie d'origine…
RAPPRESENTATIVA E SIGNIFICANTE
La capacità di modificare continuamente le proprie rappresentazioni in base
alla crescita del bambino e di dare un contenuto pensabile e/o sognabile,
facendo nuove proposte o sapendo cogliere dal bambino i suoi nuovi segnali
evolutivi.
La madre crea una cornice che dà senso all'azione del bambino, un
contenitore dentro il quale il bambino inizia a pensare poiché adattandosi ai
bisogni del bambino aiuta il bambino stesso a comprendere il suo bisogno.
Questo dare senso, ai suoi bisogni, ai suoi gesti all'inizio casuali, ai suoi
movimenti, alle sue espressioni, inserisce il bambino in una cornice ancora
più grande che è il senso della vita per sè e del pensare la propria vita, il
senso delle relazioni che vive e il pensare queste relazioni.
E' anche questa un'altra complessità che determina lo spazio storico in cui è
collocato il neonato e la sua immagine relazionale come essere che avrà un
insieme di relazioni o come essere in cui esiste un veto rispetto ad un ramo
familiare o ad una particolare persona.
Un punto-base dell’educazione è il rapporto che ci
deve essere tra autorità e ubbidienza.
L’autorità deve essere esercitata ed è, anzi, un diritto
del bambino, del ragazzo… quello di essere guidato
con autorità, però deve essere un’autorità non
opprimente ma regolata sui bisogni della natura del
ragazzo e che cerca di allearselo.
Deve essere un’autorità serena e comprensiva, che
cerca di non avvilire il ragazzo, ma di rafforzare la sua
volontà autonoma. Inoltre, deve essere un’autorità che
si esercita soltanto dove e quando è necessario.
Il ragazzo che disubbidisce, assai spesso, è soltanto un
ragazzo che si ribella ad un esercizio sbagliato,
superfluo dell’autoritàa cura
dadiparte
genitori o educatori.11
M.Grazia dei
Franciosi
L’autorità può degenerare in “autoritarismo”: prepotenza, il
prevaricare l’uno sull’altro, il non rispetto dell’altro,
la violenza che genera violenza.
L’autorità può trasformarsi in “autorevolezza”: autorità fatta di
amorevolezza, di simpatia, di rispetto, di amore.
Per educare l’adulto (genitore o educatore) deve sapersi
conquistare l’autorevolezza: conquistarsi la credibilità del ragazzo.
Dove non c’è autorevolezza uno non trasmette niente all’altro.
Non perché sono padre o madre ho l’autorevolezza.
Non perché sono professore ho l’autorevolezza.
L’autorevolezza non ce la regala nessuno, la si deve conquistare!
L’autorevolezza è la consapevolezza della
propria responsabilità nella funzione di guida.
Ciò significa dare norme e regole precise e saper essere coerenti e
costanti davanti ai sì ed ai no del nostro rapporto con i figli.
a cura di M.Grazia Franciosi
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Non trascurare assolutamente il “silenzio” di cui
bisogna saper circondare i figli:
è importante mantenere una giusta distanza!
Non si ripeterà mai abbastanza quanto sia sbagliato
per dei genitori essere i migliori amici dei propri figli.
Di amici i figli ne troveranno tanti, ma di genitori no!
Dove si crea troppa intimità fra genitori e figli non è
più possibile esigere il rispetto e mantenere
l’autorevolezza che richiede l’imposizione di regole
indispensabili ad una crescita armoniosa.
Occorre mantenere vivi nella famiglia
i ruoli generazionali
e sane distanze colmate sì da tanta,
ma anche saggia, affettività.
a cura di M.Grazia Franciosi
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Essere genitori oggi - Istituto Comprensivo Montefiorino