METODO ANALOGICO PRESENTAZIONE Il Metodo Analogico è la rivalutazione dei sentimenti, delle immagini, e delle emozioni per ripristinare la correttezza epistemologica nell’apprendimento. Per questo non ambisce ad introdurre qualcosa di nuovo, ma unicamente avvicinarsi, per quanto possibile, al modo naturale di apprendere che i bambini hanno fuori e prima di venire a scuola perché è quello giusto. Potrebbe essere definito il modo normale di apprendere per distinguerlo da quello scolastico. Per conoscerlo, non viene richiesta una nuova alfabetizzazione (troppo facile) ma l’inizio di una riscoperta dentro se stessi. E’ CAPIRE COME FUNZIONA LA NOSTRA MENTE Lo sforzo è capire come come funziona la nostra mente, per il cui scopo non servirebbero molti studi o indagini neuro-psicologiche essendo l’oggetto della nostra attenzione dentro di noi . Basterebbe riuscire a guardarsi dentro risparmiando una montagna di rischi nel farci dire dagli altri quello che viviamo. Poiché ciascuno di noi è stato un bambino. E’ RITROVARE LA NOSTRA INNOCENZA Il fatto che l’insegnamento della matematica sia in difficoltà nei primi passi è sintomatico del fatto che abbiamo cancellato il ricordo di questa esperienza. Per questo motivo i bambini ci attirano , perché rappresenta la condizione di “vastità” e libertà che abbiamo smarrito Così , mentre noi ci intrighiamo nell’insegnarle i nostri contenuti , lei vive in una condizione di grazia che le permette di imparare quello che vuole lei con estrema facilità. Impara con i propri mezzi e a modo suo. Ha appena imparato una lingua e sarebbe in grado di competere con noi nell’impararne un’altra. E’ GUARIGIONE Se vogliamo riuscire a capirla dobbiamo ricollegarsi con i nostri sentimenti recuperando soprattutto le sensazioni di quando tutto era nuovo e ci meravigliava : Era tutto più onesto. Loro ci faranno da guida. Di queste sensazioni ne abbiamo bisogno anzitutto per ridefinire in modo più corretto cosa siano i numeri, il calcolo, e la matematica. Abbiamo bisogno di ristabilire una giusta discriminazione tra ciò che viene da dentro e ciò che abbiamo imparato dagli altri, invertendo la nostra predilezione per i simboli e le parole rispetto all’interno. Più nel particolare abbiamo bisogno di decontaminarsi da due convinzioni . 1- GUARIRE DALLA CONCETTUALITA’ In primo luogo dobbiamo decontaminarci dall’idea che il calcolo abbia a che fare con la concettualità. Che bisogni cioè padroneggiare il “concetto di numero” per fare dei semplici calcoli mentali. Non aveva torto Piaget ad affermare che estraiamo il concetto di numero dalle esperienze attraverso un processo di riflessione. ma il calcolo mentale è un’altra cosa , non ha bisogno di concetti. E’ una operazione quasi istintiva in cui semplicemente attribuiamo un nome alle quantità. Nulla di eccezionale.Abbiamo questa competenza dalla nascita per il solo fatto di saper vedere e parlare. Naturalmente verso i quattro o cinque anni conveniamo con Piaget che inizia, il percorso di astrazione che ci porta alle operazioni formali. 2 - GUARIRE DAL CULTO DELLA SCRITTURA In secondo luogo e più nello specifico dobbiamo guarire dalla attuale infatuazione che rappresenta l’ultimo investimento della didattica, come nel passato era stata l’insiemistica: Si chiama “culto della scrittura dei numeri” . I bambini bravi non pensano ai numeri scritti. Ci pensano solo i bambini in difficoltà perché si sono fidati di ascoltare i nostri discorsi sullo zero e sul cambio e sul valore posizionale delle cifre. Poiché è lì il nostro cuore e la nostra attenzione di insegnanti. E’ per la scrittura dei numeri che non riusciamo a integrare in una visione coerente parlando al contempo di decina e di cambio Il mistero dello zero e del cambio come rottura sistematica della decina bloccano la nostra attenzione didattica portandoci alla paralisi nella fase introduttiva. E’ RISCOPRIRE IL CALCOLO MENTALE Metodo analogico è in definitiva scoprire clamorosamente che nella mente di un bambino ci sono solo “palline”. Senza alcuna presenza di numeri. C’è una semplice riga di punti che ultimamente vengono denominati “dots” dall’inglese che significa appunto puntini. I bambini bravi hanno la mente libera e questo segreto delle palline li fa sorridere. Ridono di tanta banalità del calcolo. SI SVOLGE DA SEMPRE ALLO STESSO MODO Con questi 10 punti svolgono il calcolo mentale come i coetanei di duemila anni fa quando il nostro sistema notazionale non era stato introdotto. Infatti il nome dei numeri è rimasto quello latino. Quando vediamo scritto 100 o 1000 e leggiamo cento e mille , cioè centum e milia, alla maniera latina. Lo zero non viene mai menzionato I bambini bravi lo sanno meglio di noi. Hanno capito che i numeri scritti non contano niente nel calcolo mentale e li trattano perciò come etichette. . STRATEGIE COME FURBIZIE Si mantengono liberi di usare questa fila di palline strutturata come le mani come uno strumento per il calcolo mentale, sapendo che chi conta per uno non impara mai niente. Rimane stupido. Perciò inventano da soli le strategie di calcolo come furbizie personali per non contare. Questo è il calcolo mentale, da sempre e per tutti i bambini del mondo: riuscire ad evitare il tormento di contare una cosa alla volta. NON C’E’ LOGICA E in questa linea dei numeri è stupefacente scoprire che non c’è molta logica come ci si attenderebbe. Non c’è logica che tra il cinque e il sei ci sia più spazio che tra il sei e il sette. Come non c’è logica che le dita siano dieci, e non di meno o di più, e che siano allinea e suddivise in due parti uguali e che ciascun dito sia mobile, conferendo alle mani la funzionalità di un computer analogico che ci parla con le immagini e il movimento come l’orologio analogico. Come sempre tutto ciò che ha a che fare con la nostra esistenza non ha molto di logico cioè di dovuto. La logica rimane una utopia della nostra volontà di controllo e di sicurezza. Solo un desiderio visto che le sinapsi della logica non sono ancora state trovate nel nostro cervello. NON C’E’ ASTRAZIONE Non c’è neppure l’astrazione come parlano i nostri manuali di didattica.. Se queste palline cambiassero un po’ di disposizione non riusciremmo più a conteggiarle immediatamente. Ci sfuggirebbe il dato di quantità. Abbiamo bisogno della loro disposizione fissa e di un condizionamento apposito per poter superare il limite di percezione simultanea che è di tre o quattro oggetti solamente . Abbiamo bisogno proprio della disposizione cioè del “posto” delle cose, che nell’astrazione non conta niente. Infatti si definisce che dieci i mele su un tavolo sono sempre dieci qualunque posizione occupino. Qui invece per la valutazione d’impatto della quantità, conta lo spazio pieno come lo spazio vuoto, la quantità come la qualità . Tutto conta e bisogna aprire bene gli occhi per “vedere” prima di parlare di astrazione che significa guardare gli astri. NON C’E’ PERCEZIONE DELLE QUANTITA’ Non c’è neppure semplice percezione delle quantità in senso stretto, poiché in questa immagine riconosciamo che sono nove palline perché ne manca una, per fare dieci. Quella che manca dalla nostra percezione delle quantità è la più importante. La percezione delle quantità è limitata a tre o quattro oggetti e permane nel nostro schermo mentale per tre o quattro secondi prima di dileguarsi, ad ogni respiro. Questo fenomeno viene chiamato “subitizing” cioè visione a colpo d’occhio. Tutto il linguaggio delle nostra didattica sembra evitare il tema dei nostri limiti, ma i bambini li sperimentano ogni giorno sulla loro pelle. Sviluppano per proprio conto un sistema compensativo che è il metodo analogico. . E’UNA ESPERIENZA INTERIORE Il calcolo mentale si svolge con la modalità costante della la visione interiore . Nei bambini non coinvolge alcuna mutazione di stato mentale . Non è utile modificare la propria visione I bambini bravi hanno la prerogativa di mantenere e difendere questa condizione naturale della mente rappresentata dal calcolo mentale SEGRETA Ciascun bambino si porta via nel silenzio tutta l’esperienza del calcolo mentale che ha maturato da solo valutandola come effimera perché in contatto con le nostre fragili emozioni . Si vergognerebbero a metterla a confronto con le affermazioni logiche che vengono dal mondo della matematica. COSA FARE IN CLASSE ? L’idea è di fare pochissimo in classe. Solo ciò che è essenziale . Aprire la porta all’espansione e all’investimento affettivo dei bambini che non vogliono spiegazioni parcellizzate. Come con il computer vogliono imparare tutto subito, senza spiegazioni. Allora si aprono. Il metodo analogico è la dissoluzione del castello di idee che è attualmente la didattica accresciuta come una bolla. Per aggirare il fatto che il cibo non è buono ne moltiplichiamo la quantità, sperando che i bambini mangino. Una grande pulizia nella didattica Significa non abusare di chi ascolta e puntare a dare subito il riassunto perché è spesso esauriente.. E’ non non perdersi nel troppo fare considerando che alla fine bisogna condensare tutto nella sintesi di un respiro. Significa considerare che quasi sempre il nostro accanimento didattico non produce effetti specie con i bambini in difficoltà perché significa sostare sul loro dolore. NON PARLARE TROPPO DI DECINE E UNITA’ Significa che quando un bambino ha vissuto l’evidenza della decimalità fin da piccolo riscontrandola nelle nelle mani, ha il bisogno di non sentirne parlare sempre. Non si parla di ciò che si ha davanti, è pleonastico, nasconde una intenzione diversa: quella di confermare ciò che in altro momento smentiamo con l’abaco. Infatti la nostra scrittura dei numeri è l’alterazione sistematica della visione decimale con il cambio. Parlare troppo di queste cose ci porta sulla via dello smarrimento poiché non possiamo capire ogni cosa di quello che facciamo. NON PARLARE Non parlare perché è uno strumento debole, di ripiego che va usata quando non ci sono i fatti. Gli strumenti di metodo analogico sono i fatti . Mostri trenta o trecento o tremila palline in un attimo e non serve più parlare. Gli strumenti parlano per te e tu come insegnante non sei più al centro dell’attenzione con i bambini che devono vedere il tuo volto e la tua bocca che si muove. . VEDERE COME IN WINDOWS Con gli strumenti è come passare da dos all’interfaccia di windows o apple : la tastiera, cioè le parole non servono più. Ora indichi con il mouse e tutto quello che prima era comprensione si trasforma in riconoscimento come nella vita. Sei rilassato . Come con la vita non serve un apprendistato per vedere così con gli strumenti non serve un tirocinio da intellettuale per capire la matematica. Vedi e capisci. NELL’INTUIZIONE NON C’E’ SFORZO I bambini bravi lo sono senza sforzo e si meravigliano di esserlo. Il che significa che la via giusta è quella facile. L’intuizione arriva come un regalo I bambini in difficoltà vivono la tensione , il dramma, di pensare troppo. . . INDOVINARE I PENSIERI.. Il metodo analogico è comprendersi senza parlare perché quando si condividono le finalità avviene come uno scambio di pensieri. D’altronde quello che avviene nella mente sarebbe troppo complesso da spiegare a parole. Succedono una infinità di cose durante una singola operazione nella nostra mente e siamo ancora troppo lontano per venire a capo di come agiscano i nostri neuroni , ammesso che il pensiero sia lì. Ci vuole un po’ di silenzio di assortimento e allora la comprensione arriva come una felice sorpresa.. Il programma è : cambiare noi stessi essere un po’ più buoni tornare a credere in sé