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Modena
Economica Numero 6
novembre-dicembre 2012
L’IGP
alla Ciliegia
di Vignola
E. S.
Arriva il riconoscimento europeo per il frutto
tipico della zona pedemontana del fiume
Panaro
Foto: www.fornaciarimassimo.com
na ciliegia tira l’altra” si sente spesso dire, infatti risulta difficile
fermarsi prima di averne mangiato l’intero cestino! È una vera
delizia per il palato il piccolo frutto che è da sempre il vanto dei
vignolesi, tanto da essere celebrato in feste di paese già quando
la valle è piena di ciliegi in fiore, e poi a maggio e giugno quando i prelibati frutti sono pronti per la raccolta.
Apprezzata ed esportata in tutto il mondo, la Ciliegia di Vignola riceve finalmente il
riconoscimento che merita: l’Indicazione geografica protetta (IGP). Salgono così a
245 le DOP e IGP italiane registrate in ambito comunitario, confermando il nostro
Paese leader nel settore. A livello regionale le specialità a marchio europeo sono oggi
36, mentre in provincia di Modena si arriva a 12.
L’ente di tutela che associa i produttori è il Consorzio della Ciliegia, della Susina e
della Frutta tipica, attivo a Vignola già dagli anni sessanta; l’ente di certificazione
designato è Agroqualità di Roma, che verrà subito attivato per il piano dei controlli
necessari per far sì che il marchio possa essere utilizzato già dalla prossima campagna di vendita della primavera-estate 2013.
La denominazione “Ciliegia di Vignola”, come stabilisce il disciplinare del marchio,
comprende diverse cultivar di ciliegio suddivise in base alla tempistica di maturazione: le precoci Bigarreau Moreau e Mora di Vignola; le medie Durone dell’Anella,
Anellone, Giorgia, Durone Nero I, Samba, Van; le tardive Durone Nero II, Durone della
Marca, Lapins, Ferrovia, Sweet Heart.
Sempre in base al regolamento, le caratteristiche qualitative che devono contraddistinguere la Ciliegia di Vignola sono il sapore dolce e la polpa consistente e croccante
(a esclusione della cultivar Mora di Vignola che è tenera e succosa), nonché una
buccia lucida di colore che va dal rosso brillante al rosso scuro. Unica eccezione è il
Durone della Marca, che presenta una tipica buccia di colore giallo striato di rosso.
Riguardo alla coltivazione vera e propria dei ciliegi, il disciplinare prescrive le diverse
forme di allevamento nonché i limiti precisi per la concimazione e le forme di difesa
fitosanitaria a tutela della salubrità dei frutti.
La produzione della Ciliegia di Vignola è legata a molti fattori specifici dell’area di
coltivazione e in connessione tra loro: pedoclimatici, tecnici, agronomici, socioculturali ed economici.
Il ciliegio è una specie che predilige zone fresche e terreni neutri o subacidi. Entrambe
queste condizioni si realizzano nel comprensorio individuato dal regolamento, dove
il ciliegio ha trovato un ambiente ideale che ha permesso la sua diffusione e conseguente affermazione. Tale area è racchiusa nella fascia formata dal tratto pedemontano del fiume Panaro e altri corsi d’acqua minori, dai 30 metri sul livello del mare
fino alla quota di 950 metri, comprendendo un territorio a cavallo tra le province
di Modena e Bologna. Nel Modenese i comuni interessati sono Castelfranco Emilia,
Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Lama Mocogno, Marano sul
Panaro, Modena, Montese, Pavullo nel Frignano, San Cesario sul Panaro, Savignano
sul Panaro, Serramazzoni, Spilamberto, Vignola e Zocca.
Oltre alle peculiarità pedoclimatiche del territorio e alla specificità del microclima, gli altri fattori che determinano l’eccellente qualità e la reputazione della Ciliegia di
Vignola sono la sapienza e la capacità dei coltivatori. Le tecniche agronomiche, tramandate
di generazione in generazione, la raccolta e il
confezionamento del prodotto, effettuati esclusivamente a mano, permettono di presentare
al consumatore un frutto superlativo per le sue
caratteristiche organolettiche.
La coltivazione del Ciliegio a Vignola risale
già alla metà dell’Ottocento con la presenza
di alberi adulti inseriti in consociazione con la
vite, ma è dal Secondo dopoguerra che la produzione aumenta notevolmente generando un
importante indotto commerciale e artigianale,
con una rilevante ricaduta sull’intera filiera che
va dalla produzione alla commercializzazione
del frutto, che oggi è composta da circa 1.100
aziende agricole, 3 cooperative di lavorazione/
commercializzazione, oltre che da commissio-
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nari, commercianti, produttori di imballaggio, trasportatori e raccoglitori. Da ricordare è anche il Mercato ortofrutticolo di Vignola, su cui è concentrata l’offerta di
ciliegie, risalente già al 1928, quindi uno dei più antichi d’Italia.
L’assortimento varietale che nel corso del tempo si è affermato e lo sviluppo della
coltivazione in un’ampia fascia altimetrica hanno assicurato un ampliamento del calendario di raccolta e la presenza del prodotto sul mercato per l’intera stagione di produzione, riscuotendo il gradimento dei consumatori e un positivo riscontro sui prezzi.
Le Ciliegie di Vignola, inoltre, vengono selezionate con dimensioni maggiori di quelle
stabilite dalle norme di commercializzazione e raggiungono anche calibri di oltre
28 mm. Questa particolarità fa sì che su piazze quali Torino, Milano o Amburgo il
prezzo delle Ciliegie di Vignola sia quasi sempre superiore rispetto a quello dei diretti
concorrenti, e che per la maggior parte dei consumatori Vignola venga associata alla
zona di produzione delle ciliegie per eccellenza.
Un gran bel biglietto da visita per il nostro territorio su tutti i mercati italiani ed
esteri.
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