Aspettando Godot di Samuel Beckett con Giuseppe Curciarello, Totò Cutaia, Francesco Di Pace, Sergio Di Puorto, Pino Ficara, Tiberio La Torre, Rino Masellis, Edoardo Murabito, Rosario Padovano regia: Davide Ferrari progetto fotografico: Alessia bottaccio Aspettando Godot, scritto nel 1952, è una pietra miliare della cultura del Novecento e tuttavia la sua recensione più celebre recita: “Aspettando Godot è una commedia in cui non accade nulla”. La battuta allude al fatto che la pièce è incentrata sul tema dell’attesa e in particolare dell’attesa vana. Infatti, per tutto il testo, due uomini, Estragon (Gogo) e Vladimir (Didi), aspettano un certo Godot, che ha dato loro appuntamento. Il luogo e l’orario sono vaghi. I due, pur non sapendo nemmeno esattamente chi sia questo Godot, credono però che, quando arriverà, li porterà a casa sua e li sfamerà. Mentre attendono, incontrano altri strani personaggi: Pozzo, un proprietario terriero, e il suo servo Lucky, che li aiuteranno ad ingannare il tempo. Lavorare su questo testo con persone per cui l’attesa è una condizione di vita quotidiana è una sfida e un’opportunità di ricerca, a livello teatrale e soprattutto umano, straordinariamente interessante e profonda. Aspettando Godot è una prova non semplice per gli attori. Beckett dà indicazioni di scena (silenzi, movimenti, azioni) precisissime. Non c’è spazio per l’improvvisazione. Tuttavia, in fase di laboratorio, le riflessioni proposte dagli attori sono state così pertinenti, profonde e ricche di umanità e immagini che ho deciso di intervenire, seppur minimamente, sul testo. Abbiamo inserito quel materiale nei momenti in cui uno dei due protagonisti, Estragon, si addormenta e sogna. Nei sogni del personaggio affiora la vita della persona. Godot è stato di volta in volta identificato con Dio, il destino, la morte, la fortuna. Noi abbiamo preferito indentificarlo con la speranza. Con una candela che, nonostante tutto, rimane accesa. DAVIDE FERRARI