L’UOMO MODERNO: PROTAGONISTA DEL “TEATRO DELL’ ASSURDO” realizzato da CARMELA BISCEGLIA V sez. B I.S.I.S.S. A. G. “RONCALLI” A. S. 2004/2005 L A M A S C H E R A D I C H A R L O T STANLIO & OLLIO Essere o non essere... È questo il problema? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di una gravosa vita se non fosse il timore di qualcosa, dopo la morte - la terra desolata da cui nessun viaggiatore mai ha fatto ritorno confonde la volontà e ci fa piuttosto sopportare i mali che abbiamo, che non volare verso altri che non conosciamo? W. SHAKESPEARE CHARLIE CHAPLIN e STANLIO & OLLIO : Comicità – Drammaticità dell’ uomo moderno Nel panorama storico degli ultimi decenni del XIX secolo e dei primi del XX secolo ricorrono alcune costanti che riflettono profonde trasformazioni di un complesso tessuto storico e culturale. E’ il momento in cui romanzo, poesia e teatro convergono i loro interessi verso il soggetto, verso l’io, ma, paradossalmente, questo soggetto che si dice “IO” in realtà non sa più cosa significhi “ESSERE IO”. Questo processo di acquisizione di interiorità è proporzionale alla perdita d’identità. Siamo in presenza di una forte sfiducia nella conoscibilità delle cose. Il mondo diventa misterioso: alla fiducia positivistica si contrappone questa sfiducia progressiva nella conoscibilità del reale. Sul versante dei contenuti la narrazione letterale, e non solo, appare sempre più attraversata da una forte vena di “pessimismo”, presentando personaggi che testimoniano la crisi storica, culturale, esistenziale dell’uomo moderno, che vivono una condizione di io debole e diviso, oppresso dalla nevrosi e condannato ad una solitudine spesso definitiva. Di tutti i personaggi cinematografici “Charlie Chaplin” e “Stan Laurel & Oliver Hardy” sono stati i più geniali, i più celebri, i più amati. Il capello a bombetta e i passi alquanto strani e vivaci di Charlie Chaplin; il “faccione” sempre allegro e spiritoso di Oliver; l’atteggiamento un po’ disincantato di Hardy, al di là della avidente comicità, celano il dramma esistenziale dell’uomo moderno e della società dei nostri tempi. Al sentimento forte di libertà come faticosa conquista; alla visione cosmopolita e universalistica della comunità dei viventi; alla sete incoercibile di conoscenza; alla condanna della cupidigia si affiancano all’uomo moderno una condizione di nulla esistenziale, di “ASSURDO”. E, proprio come i personaggi del “teatro dell’assurdo” di Beckett (Vladimir e Estragon), l’uomo di oggi è un essere esasperato e alla continua ricerca di qualcosa o qualcuno (“Waiting for GODOT”) che mai arriverà! CARMELA BISCEGLIA PERCORSO • • • • • • • • • • • BECKETT : “WAITING FOR GODOT” PIRANDELLO : “CAOS DELLA VITA”, “CAOS DELLA FORMA” e IL TEATRO DELLE “MASCHERE NUDE” MONTALE : “MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO” SARTRE SENECA : “IL TEDIUM VITAE” (DE TRANQUILLITATE ANIMI) MUNCH e POLLOCK FREUD : ES , IO , SUPER-IO e ESPRESSIONI DELL’IO GIOVANNI MARIA BERTIN : LA PROBLEMATICITA’ IO-MONDO 11 SETTEMBRE 2001: ATTACCO ALLE TORRI GEMELLE CANTO DI “ULISSE”: IMMAGINE DELL’UOMO DI OGGI IL LAVORO: ATTIVITA’ UMANA FINALIZZATA ALLA SODDISFAZIONE DI BISOGNI PERSONALI E COLLETTIVI BECKETT “WAITING FOR GODOT” The most successful of Beckett’s plays, “Waiting for Godot”, has been defined “an elusive tragic farce about two tramps for ever awaiting the arrival of the mysterious Godot, who will in some unexplained way everything different but who never comes”. The subject of the play is not Godot but waiting, the act of waiting as an essential aspect of the human condition. PIRANDELLO “CAOS DELLA FORMA” ,“CAOS DELLA VITA” & IL TEATRO DELLE “MASCHERE NUDE” Pirandello individua nella caduta dello antropocentrismo tolemaico, che considerava l’uomo e il mondo centri del centro, e nell’affermazione del pensiero copernicano, per il quale l’uomo e la terra sono entità minime e trascurabili di un universo infinito e inconoscibile, la nascita di quel malessere, tipico della modernità, che induce alla percezione della relatività di ogni cosa. L’arte umoristica vuole evidenziare il contrasto tra “PERSONAGGIO” e “PERSONA”. L’uomo ha bisogno di autoinganni: deve cioè credere che la vita abbia un senso. La FORMA blocca la spinta anarchica delle pulsioni vitali: essa cristallizza e paralizza la VITA. MONTALE << MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO >> Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crespe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano a sommo di miniscule biche. Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. SARTRE SARTRE si interroga nel “L’ESSERE E IL NULLA” sulle strutture dell’essere (ESSERE IN SE’ e ESSERE PER SE’). L’uomo, in quanto è coscienza e dunque Essere in sé, è responsabile del mondo e di stesso in quanto maniera d’essere. Ma il solo fatto di esistere, è per Sartre “ASSURDO”, nel senso che l’uomo pur scegliendo il senso del suo essere, non sceglie tuttavia il suo essere stesso, ossia il fatto di essere “gettato” nel mondo e di esistere come libertà. SENECA Nel dialogo <<De tranquillitate animi>> Seneca imposta un colloquio con l’amico Anneo Sereno che, avviatosi da poco sul cammino della sapienza, è alle prese con ostacoli e difficoltà, non riuscendo a trovare uno stabile equilibrio interiore. Il filosofo procede ad una sorta di diagnosi del male che affligge l’amico. Ne deriva una descrizione psicologica assai acuta ( ed attualissima ) dello stato di disagio di chi è perennemente inquieto e scontento perché non sa dare un senso alla propria vita. Il tema del “tedium vitae”, della noia e del disgusto che affliggono chi vive un’esistenza che gli appare vuota di significato, era già stato svolto da Lucrezio nel libro III del De rerum natura. Nel De tranquillitate animi la descrizione del disagio esistenziale rinvia all’esperienza dello stesso Seneca e dei destinatari delle sue opere. Viene così adombrata la condizione dei Romani contemporanei, appartenenti ai ceti socialmente ed economicamente più elevati: essi cercano nel lusso e in piaceri sempre nuovi un’appagamento che non riescono a trovare; vivono immersi in un malessere esistenziale che talora li induce a desiderare la morte non perché soffrano, ma perché sono stanchi della monotona, insensata ripetitività della vita. MUNCH e POLLOCK MUNCH, IL GRIDO JACKSON POLLOCK, PALI BLU LE ESPRESSIONI DELL’IO ( ES; IO; SUPER-IO) Secondo lo psicanalista Freud non tutto ciò che accade nella mente è trasparente alla coscienza. C’è una parte della psiche irrazionale di cui noi non ne siamo consapevoli: l’INCONSCIO. Questo è formato: ES, la sede delle tendenze irrazionali e delle pulsioni (Eros e Thanatos); IO, la sede della razionalitàche media tra realtà e pulsioni; SUPER-IO, la coscienza morale (ciò che è giusto e ciò che è sbagliato) GIOVANNI MARIA BERTIN Bertin considera importante nello sviluppo pedagogico il concetto di “esperienza”, intesa come momento universale attraverso il quale si rapportano soggetto e oggetto, definendola anzi come il rapporto integrativo dell’oggetto dal parte del soggetto e del soggetto da parte dell’oggetto. Così, l’esperienza ha una struttura relazionale in quanto si istituisce nella relazione IO-MONDO. Questi sono due termini e concetti antinomici. Ma attraverso il processo relazionale dell’esperienza vengono problematicizzati rendendo davvero indispensabili un’istanza di integrazione razionale. La Ragione è lo strumento attraverso il quale questa problematicità IO-MONDO viene risolta (mai del tutto!). 11 SETTEMBRE 2001 L ‘ attacco terrori sta alle Torri Gemelle L o sgomento dell’uomo davanti all’assurdità CANTO DI “ULISSE” “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” vv. 119-120 (Canto xxvI “inferno”) Dante descrive Ulisse non come combattente a Troia, non come fraudolento inventore del cavallo di legno, non come spericolato guerriero e viaggiatore a Itaca, ma come simbolo dell’uomo moderno. Volendo rischiare la vita pur di conoscere l’ignoto, l’uomo mostra uno straordinario coraggio, sfoggia una potente forza di volontà, esprime un senso indomabile. IL LAVORO DIRITTI E OBBLIGHI DEL LAVORATORE • • • PRESTARE LA PROPRIA ATTIVITA’ LAVORATIVA; OBBLIGO DI DILIGENZA; OBBLIGO DI FEDELTA’ (DIVIETO DI CONCORRENZA; OBBLIGO DI RISERVATEZZA) ; • • • • • • DIRITTO ALLA RETRIBUZIONE; DIRITTO ALL’INTEGRITA’ FISICA; DIRITTO A NON SUPERARE UN DETERMINATO ORARIO DI LAVORO; LIBERTA’ DI ORGANIZZAZIONE SINDACALE; DIRITTO DI SCIOPERO; LIBERTA’ DI OPINIONE