L’integrazione a scuola oggi: risultati della ricerca Renzo Vianello (Università di Padova) 1. A proposito dell’influenza ambientale 2. Deficit e surplus rispetto all’età mentale 3. Scuola speciale vs scuola inclusiva 9 Introduzione (R. Vianello e S. Di Nuovo) 17 CAP. 1 Tutti in classe normale: le opinioni degli insegnanti, dei compagni e dei genitori (R. Vianello, S. Lanfranchi, E. Moalli e Renzo Vianello, Santo Di Nuovo, Silvia Lanfranchi Bisogni Educativi Speciali: il Funzionamento Intellettivo Limite Tipologia, analisi di casi e indicazioni operative Poco dopo la seconda guerra mondiale (1949) Skodak e Skeels condussero una ricerca su 100 bambini (60 maschi e 40 femmine), ognuno dei quali era stato collocato in una casa adottiva a sei mesi. A 13 anni fu misurata la loro intelligenza e risultò che la media era 107. Fu valutata anche la media dell’intelligenza delle loro madri biologiche, che risultò di 86. La discrepanza fra le due medie è di 21 punti. Sembra una ipotesi molto plausibile che almeno una parte di quei 21 punti di intelligenza siano dovuti alla diversa influenza ambientale. Willermann (1979) trovò in uno studio analogo una differenza di 14 punti (fra QI delle madri biologiche e QI dei figli adottati). Schiff, Duime, Dumaret, Stewart, Tomkeiwicz e Feingold (1978) in una ulteriore ricerca poterono confrontare i QI di bambini adottati con quelli dei fratelli non adottati e risultò una differenza di 16 punti. Uno studio più recente (Fenning, Baker, Baker e Crnic, 2007) suggerisce che tra le variabili critiche relative all’influenza ambientale vi può essere anche una educazione genitoriale inadeguata e in particolare meno valorizzante le positività dei figli e meno sensibile alle loro esigenze. In definitiva sembra assodato che condizioni di svantaggio socioculturale possano influire negativamente sulla traiettoria del QI dei bambini e che un riferimento quantitativo di tale influenza può essere nei termini di almeno 15 punti di QI. Con riferimento ai test di intelligenza più utilizzati si tratta di una deviazione standard. Detto in parole meno tecniche questo significa che in una popolazione di individui vissuti in ambienti caratterizzati da grave e generalizzato svantaggio socioculturale la percentuale di persone con QI fra 71 e 84 non è statisticamente 13,6%, ma 34% (cioè la stessa percentuale di individui che nella popolazione normale hanno un QI fra 85 e 100): un individuo su 3. Influenza dell’ambiente Influenza dell’ambiente Influenza dell’ambiente Deficit rispetto all’età mentale Gli individui con ritardo mentale a livello motivazionale e di personalità manifestano: Edward Zigler atteggiamenti più negativi nei confronti degli estranei iperdipendenza nei confronti degli adulti conosciuti; una minore aspettativa di successo; maggiore importanza attribuita alla motivazione estrinseca piuttosto che intrinseca A causa di ciò risulta minore la disponibilità all’impegno, l’autostima, il senso di efficacia. Un effetto è la minore utilizzazione delle proprie potenzialità e quindi il deficit rispetto all’età mentale, cioè prestazioni al di sotto delle possibilità cognitive. Surplus rispetto all’età mentale Il fenomeno opposto al deficit rispetto all’età mentale è stato denominato “surplus” rispetto all’età mentale (Vianello, 2008). Si tratta di un fenomeno poco formalizzato in letteratura. Evidenzia come adeguati interventi educativi possano permettere prestazioni superiori rispetto a quelle medie di bambini normodotati che hanno età mentale (o età intellettiva) equivalente. Surplus rispetto all’età mentale Ricerche in Italia su partecipanti con sindrome - di Down, - di X fragile, - di Cornelia de Lange - di Prader-Willi evidenziando le situazioni caratterizzate da deficit o surplus nelle prestazioni di lettura, scrittura e aritmetica o nell’adattamento sociale rispetto alle loro competenze intellettive, valutate dalle scale di Wechsler dal test OLC dal test CFV In alcuni casi il confronto è stato effettuato anche con le competenze mnemoniche e linguistiche. Tabella 3 Età equivalente di pensiero logico, valutata con il test OL e prestazioni scolastiche in 19 ragazzi con sindrome di Down di 13 e 14 anni frequentanti la classe seconda o terza media Lettura strumentale Lettura, Scrittura comprensione Calcolo Deficit 3 3 3 3 Surplus 8 8 6 2 Secondo EM 8 8 10 14 Tabella 4 Medie di livello intellettivo, abilità quotidiane e abilità di socializzazione in 32 adolescenti e giovani con sindrome di Down Età Età equivalente di pensiero logico Abilità quotidiane Abilità sociali 21;6 5;1 9;6 8;7 Primi risultati di un dibattito internazionale suscitato dalle ricerche condotte in Italia sull’effetto surplus www.lifespananddisability.it Alunni con disabilità educati in contesti speciali in Europa Media europea di alunni educati in contesti speciali (scuole o classi) è circa 2,1% (DG Education and Culture, European Union – dati Agenzia Europea, 2008) Sintesi dei dati di ricerca a livello internazionale Gli allievi inseriti in classe normale: raggiungono livelli superiori di prestazione scolastica più in lettura che in matematica Sintesi dei dati di ricerca a livello internazionale Gli allievi inseriti in classe normale: progrediscono di più nello sviluppo relativo delle autonomie e in quello sociale: - amicizia, - rapporti sociali, - maggior benessere quando stanno con i coetanei, - accettazione sociale, - miglior concetto di sé, - minor comportamento distruttivo Essi, in generale, hanno una miglior qualità della vita. Sintesi dei dati di ricerca a livello internazionale Inoltre l’inserimento in classe normale: non danneggia i compagni: vi sono prestazioni scolastiche equivalenti o superiori. Influenza dell’ambiente Quali classi inclusive? Anche se la letteratura evidenzia i vantaggi dell’inserimento in classe normale rispetto a quello in scuola speciale, il fatto che non sempre ci siano questi vantaggi (Carlberg & Cavale, 1980; Epps & Tindal, 1988; Freeman & Alkin, 2000) invita a chiedersi quali siano le condizioni che caratterizzano le scuole che favoriscono i risultati maggiori. Dall’analisi della letteratura risulta innanzitutto - l’importanza di una adeguata programmazione - e la modifica dell’istruzione generale per adattarla anche ai bisogni degli studenti con disabilità. Quali classi inclusive? Come ben evidenziato da Waldron e McLeskey (2010) le variabili critiche sembrano quelle che seguono (Dyson, Farrell, Polat & Hutchson, 2004; Farrell, , Dyson, Polat, Hutchson & Gallannaugh, 2007; Giangreco, 2009). - Atteggiamento accogliente nei confronti di tutti gli allievi. - Assistenti all’insegnamento (ad esempio insegnanti di sostegno). - Un insegnamento flessibile, che permetta la personalizzazione. Quali classi inclusive? - Buoni sistemi di monitoraggio dei progressi individuali e uso dei risultati per pianificare supporti e interventi individualizzati. - Didattiche flessibili, buone indipendentemente dalla presenza di allievi con disabilità. - Ritenere che l’istruzione degli allievi con disabilità sia “normale” responsabilità di un insegnante. Esperienze cliniche di applicazione del materiale Corrispondenze e Funzioni: Intervento” in bambini con disabilità intellettiva”. XXIV Congresso AIRIPA 9-10 ottobre 2015 Pesaro Monica Maran, Silvia Moniga, Beatrice Bertelli 24 Nel presente contributo saranno presentati i contenuti e i risultati dell’applicazione di un intervento finalizzato alla promozione delle strutture di pensiero logico con materiale tratto dal progetto MS 4-8 di Vianello e Marin, ad un gruppo di bambini con sindrome di Down. Età media (d.s.) Range di età numero Gruppo trattato 11,2 (0,9) 9.7-11.9 7 Gruppo di non trattato 11,5 (1,3) 9.9-12.8 5 Il materiale è stato applicato ad un gruppo di 7 bambini con Sindrome di Down (“gruppo sperimentale”) in età di scuola primaria, confrontati con un gruppo di 5 bambini appartenenti alla medesima popolazione sindromica e di pari età, sottoposti ad altre tipologie di trattamento (“gruppo di controllo”). Gruppo trattato: afferente alla Fondazione “Più di un sogno” ONLUS, ambulatori riabilitativi situati nelle città di Verona e Mantova. Gruppo non trattato: afferente ad enti riabilitativi o associazioni di genitori della regione Veneto e della regione EmiliaRomagna, dove hanno seguito percorsi riabilitativi tradizionali mirati alle abilità di linguaggio e alla promozione degli apprendimenti scolastici I due gruppi sanno confrontati nelle qualità strutturali di pensiero (OL e CFV) e nelle conoscenze numeriche e di calcolo (prestazioni al BIN e ad alcuni compiti dell’ACMT 6-11). Il progetto MS intende complessivamente promuovere l’operare a livello mentale attraverso la proposta di materiale che stimoli la curiosità, l’analisi, il confronto anche tra cose che sembrano in contrasto, anche attraverso la proposta di situazioni conflittuali. Il materiale CFI, in particolare, è finalizzato a promuovere ragionamenti possibili anche nel periodo preoperatorio per: identificare connessioni tematiche e semantiche nel sistema concettualesemantico (Corrispondenze Qualitative); • identificare connessioni in base all’intensità con cui ogni elemento possiede una certa qualità (Corrispondenze Quantitative). • Le corrispondenze possono essere dirette • o inverse Durata dei trattamenti: Nell’arco di 3 anni si sono somministrati 6 cicli di trattamento della durata di circa 4 mesi ciascuno. Risultati CFV – Corrispondenze e Funzioni P<.01 P<.05 Confronto tra il punteggio al CFV di 7 bambini con sindrome di Down trattati e di 5 bambini con sindrome di Down, di pari età, non trattati (test U di Mann Whitney). Risultati OL18 – Operazioni logiche seriazione, numerazione e classificazione P<.01 P=.01 P<.05 Confronto tra il punteggio al test OL 18 di 7 bambini con sindrome di Down trattati e di 5 bambini con sindrome di Down, di pari età, non trattati (test U di Mann Whitney). Evoluzione CFV Punteggi medi al CFV riportati da gruppi di bambini con sindrome di Down trattati (linea azzurra) e non trattati (linea blu) nelle abilità di pensiero logico Evoluzione OL Punteggi medi al test OL riportati da gruppi di bambini con sindrome di Down trattati (linea azzurra) e non trattati (linea blu) nelle abilità di pensiero logico Evoluzione OL Punteggi medi al test OL 18 riportati da gruppi di bambini con sindrome di Down trattati (linea azzurra) e non trattati (linea blu) nelle abilità di pensiero logico in confronto con 189 soggetti da 7 a 18 anni esaminati da Vianello, Lanfranchi e Moalli (2006) Vediamo le “ricadute” nelle conoscenze sul numero e nelle abilità di calcolo misurate con il B.I.N. (Batteria per la valutazione dell’intelligenza numerica in bambini dai 4 ai 6 anni - Molin, Poli, Lucangeli) e alcuni compiti dell’A.C.M.T. 6-11 (Test di valutazione delle abilità di calcolo – Gruppo MT), confronto tra numeri e calcolo scritto dei livelli I intermedia, I finale e II finale. Risultati BIN – Intelligenza numerica area lessicale, semantica, del conteggio Punteggi medi al BIN riportati da 7 bambini con sindrome di Down trattati e 5 bambini non trattati nelle abilità di pensiero logico Risultati ACMT – area semantica e del calcolo P<.01 P=.05 P<.01 Punteggi medi all’ACMT riportati da 7 bambini con sindrome di Down trattati e 5 bambini non trattati nelle abilità di pensiero logico (test U di Mann Whitney). I risultati descritti ci paiono supportare l’efficacia del trattamento sul pensiero logico con ricadute non solo sulla qualità strutturale del pensiero ma anche su abilità numeriche e di calcolo direttamente fruibili in compiti di vita quotidiana. Quale scuola inclusiva in Italia? Oltre le posizioni ideologiche: risultati della ricerca. A cura di Renzo Vianello e Santo Di Nuovo - Renzo Vianello, Silvia Lanfranchi, Elena Moalli e Francesca Pulina. Tutti in classe normale: le opinioni degli insegnanti, dei compagni e dei genitori - Renzo Vianello e Silvia Lanfranchi. Effetti positivi dell’inserimento nelle classi normali di allievi con disabilità intellettive - Santo Di Nuovo. L’integrazione in ambito scolastico: per quali disabilità? Con quali strategie? - Mirella Zanobini, Gabriella Usai e Chiara Oreste. Insegnanti curricolari e di sostegno nel processo di inclusione. - Dario Ianes e Heidrun Demo. I fenomeni di push e pull out nella scuola italiana. - Lucia Bigozzi, Sara Pezzica e Alessandro Garuglieri. Attenzione ed autoregolazione in una classe con un bambino disattento e iperattivo: un percorso di potenziamento per tutti gli alunni. - Simona D'Alessio, Roberto Medeghini, Giuseppe Vadalà, Fabio Bocci. L'approccio dei Disability Studies per lo sviluppo delle pratiche scolastiche inclusive in Italia - Kathy Cologon e Simona D’Alessio. Dall’ideologia alla pratica scolatica. Facilitatori per lo sviluppo dell’educazione inclusiva nei contesti scolastici italiani Giuliano Vivanet. Cosa sappiamo sull’efficacia delle tecnologie didattiche con soggetti con disturbo dello spettro autistico - Silvia Micheletta. Dislessia: quali tecnologie efficaci?