Corso di Laurea in Farmacia Insegnamento di BIOCHIMICA Angela Chambery Lezione 25 Una panoramica della glicolisi Concetti chiave: • La glicolisi consiste nella degradazione del glucosio a piruvato e utilizza, al contempo, l’energia rilasciata dal processo per sintetizzare ATP a partire da ADP + Pi. • La sequenza di 10 reazioni della glicolisi è suddivisa in due fasi: un investimento iniziale di energia a cui fa seguito un recupero di energia. Una panoramica della glicolisi La glicolisi consiste in una sequenza di reazioni che metabolizzano una molecola di glucosio a due molecole di piruvato con la concomitante produzione di ATP. Il processo è anaerobico. Il piruvato può essere ulteriormente metabolizzato anaerobicamente a lattato o etanolo oppure può essere completamente ossidato a CO2. Una panoramica della glicolisi La glicolisi fu scoperta per caso da Hans ed Eduard Buchner. Nella preparazione di estratti acellulari per usi terapeutici fu infatti utilizzato saccarosio, comunemente utilizzato nella conservazione degli alimenti, come antisettico. Il saccarosio venne rapidamente fermentato ad alcol dall’estratto di lievito dimostrando per la prima volta che la fermentazione poteva avvenire al di fuori delle cellule viventi! Una panoramica della glicolisi A quel tempo si condivideva la teoria di Pasteur secondo la quale la fermentazione fosse legata esclusivamente alla presenza di cellule viventi. La scoperta dei Buchner rivoluzionò questo dogma dimostrando, con la trasformazione del saccarosio in alcool, che lo studio del metabolismo era diventato lo studio della chimica. Una panoramica della glicolisi I carboidrati della dieta, principalmente amido e glicogeno, vengono digeriti dall’α-amilasi pancreatica e salivare che idrolizza i legami α-1,4 ma non quelli α-1,6 producendo i di- e trisaccaridi maltosio e maltotriosio (destrina limite). Polisaccaridi Amilasi pancreatica Amilasi salivare Tratto gastrointestinale Tri-e Disaccaridi Monosaccaridi Maltasi, α-glucosidasi, α-destrinasi, saccarasi e lattasi digeriscono la destrina limite sulla superficie delle cellule intestinali a monosaccaridi che possono essere assorbiti entrando nel circolo sanguigno. Una panoramica della glicolisi La glicolisi è presente in quasi tutti i tipi di cellule sia procariotiche che eucariotiche. Ha luogo nel citoplasma e può essere suddivisa in due stadi. La strategia dei passaggi iniziali (prima fosforilazione, isomerizzazione e seconda fosforilazione) è di intrappolare il glucosio nella cellula e formare un composto che sarà facilmente scisso in unità tricarboniose fosforilate (stadio 1). Nello stadio 2, durante l’ossidazione dei frammenti carboniosi, che sono facilmente interconvertibili, viene prodotto ATP. Una panoramica della glicolisi Tutti gli intermedi glicolitici sono fosforilati. Gli intermedi fosforilati non possono uscire dalla cellula. I composti fosforilati ad alta energia che si formano nel corso della glicolisi (1,3bisfosfoglicerato e fosfoenolpiruvato) donano i loro gruppi fosforici all’ADP e formano ATP. Il gruppo fosforico favorisce il legame del substrato all’enzima. Le reazioni della glicolisi Concetti chiave: • Le 10 tappe della glicolisi possono essere descritte in base ai loro substrati, prodotti e meccanismi enzimatici. • Gli enzimi glicolitici catalizzano reazioni di fosforilazione, di isomerizzazione, di scissione di legami carbonio-carbonio e di deidratazione. • L'ATP viene consumato nelle tappe 1 e 3, ma viene rigenerato nelle tappe 7 e 10; la resa netta è di 2 molecole di ATP prodotte per ogni molecola di glucosio. • Nella tappa 6 vengono prodotte 2 molecole di NADH per ogni molecola di glucosio. Reazione 1: l'esochinasi utilizza la prima molecola di ATP La prima reazione della glicolisi, catalizzata dall’esochinasi, prevede il trasferimento del gruppo fosforico dell’ATP all’ossidrile legato al C6. Fosforilazione mediata dal Mg2+ L’esochinasi, come molte altre chinasi, richiede Mg2+ (o altri ioni metallici bivalenti come Mn2+) per essere attiva. Lo ione magnesio neutralizza alcune cariche negative dell’ATP, riducendo le interazioni ioniche aspecifiche tra l’enzima e il gruppo polifosforico del nucleotide Lo ione magnesio mantiene il nucleotide in una conformazione ben definita che può essere riconosciuta dall’enzima. Fosforilazione mediata dal Mg2+ Lo ione magnesio fornisce ulteriori punti di interazione tra il complesso ATP-Mg2+ e l’enzima. Enzima Cambio conformazionale indotto dal substrato Il glucosio induce un’ampia modificazione conformazionale dell’esochinasi. I due lobi si avvicinano l’uno all’altro a seguito del legame del glucosio (adattamento indotto). La chiusura della fessura indotta dal substrato è una caratteristica generale delle chinasi. Cambio conformazionale indotto dal substrato Le modificazioni conformazionali indotte dal legame del substrato creano un ambiente molto più apolare intorno al glucosio il che favorisce la donazione del gruppo fosforico terminale dell’ATP. L’adattamento indotto assicura che si formi una conformazione cataliticamente attiva dell’enzima solo quando sono legati sia il donatore che l’accettore del fofosfato, impedendo trasferimenti dispendiosi del gruppo fosforico all’acqua (l’esochinasi funzionerebbe da ATPasi) La chiusura della fessura mantiene le molecole di acqua lontane dal sito attivo Reazione 2: la fosfoglucosio isomerasi La seconda reazione della glicolisi, catalizzata dalla fosfoglucosio isomerasi, prevede l’isomerizzazione del glucosio-6-fosfato (un aldoso) a fruttosio-6-fosfato (un chetoso). Meccanismo di reazione della fosfoglucosio isomerasi L’enzima deve prima aprire l’anello del G6P, catalizzare l’isomerizzazione e richiudere l’anello a formare il F6P. Reazione 3: la fosfofruttochinasi utilizza la 2° molecola di ATP La terza reazione della glicolisi, catalizzata dalla fosfofruttochinasi, prevede il trasferimento del gruppo fosforico dell’ATP all’ossidrile legato al C1 del F6P a formare il fruttosio-1,6-bisfosfato. Reazione 4: l'aldolasi converte il FBP in GAP e DHAP La quarta reazione della glicolisi, catalizzata dall’aldolasi, prevede la scissione del fruttosio-1,6bisfosfato in gliceraldeide-3-fosfato (GAP) e diidrossiacetone fosfato (DHAP). L’enzima aldolasi è così chiamato in base alla natura della reazione inversa (condensazione aldolica). Meccanismo di reazione dell’aldolasi Meccanismo di reazione dell’aldolasi Meccanismo di reazione dell’aldolasi Meccanismo di reazione dell’aldolasi Meccanismo di reazione dell’aldolasi Reazione 5: la trioso fosfato isomerasi (TIM) La quinta reazione della glicolisi, catalizzata dalla trioso fosfato isomerasi, prevede l’isomerizzazione del diidrossiacetone fosfato (un chetosio) in gliceraldeide-3-fosfato (un aldosio) producendo due intermedi fosforilati interconvertibili a 3 atomi di C che saranno ossidati per ottenere energia sottoforma di ATP. Struttura della trioso fosfato isomerasi La struttura della TIM è costituita da 8 filamenti β circondati da 8 α eliche (barile αβ). Nel barile sono localizzati l’His 96 e il Glu 165 del sito attivo. L’ansa in rosso chiude il sito attivo in seguito al legame con il substrato. Meccanismo di reazione della TIM Il Glu 165 sottrae un protone al C1 e lo cede al C2 (catalizzatore acido-base). L’His 95 facilita la catalisi donando un protone che stabilizza la carica negativa che si sviluppa sul C carbonilico del C2. L'ansa flessibile della TIM si chiude sul sito attivo L’ansa impedisce all’intermedio instabile enediolo di abbandonare l’enzima chiudendo il sito attivo sino a quando l’isomerizzazione non è completata. In tal modo viene evitata la reazione collaterale indesiderata che comporterebbe la decomposizione dell’intermedio enediolo in metil gliossale (altamente reattivo) e ortofosfato, reazione 100 volte più veloce della reazione di isomerizzazione. La prima fase della glicolisi La prima fase della glicolisi I prodotti delle restanti tappe della glicolisi sono costituiti da unità a tre atomi di carbonio anziché da unità a sei atomi di carbonio. La prima fase della glicolisi Gli atomi C1, C2 e C3 diventano indistinguibili rispettivamente dagli atomi C4, C5 e C6. Reazione 6: la GAPDH forma il 1° intermedio “ad alta energia” La sesta reazione della glicolisi, catalizzata dalla gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi, prevede l’ossidazione dell’aldeide ad acido carbossilico mediata dal NAD+ (termodinamicamente favorevole) e la sua fosforilazione con ortofosfato (termodinamicamente sfavorevole) per formare un acil fosfato, un anidride mista ad alto potenziale di trasferimento del gruppo fosforico. Se queste reazioni si svolgessero in successione la seconda avrebbe un’energia di attivazione troppo alta per avvenire a velocità significativa. I due processi devono essere accoppiati. Struttura della gliceraldeide 3-fosfato deidrogenasi Il sito attivo include un residuo di cisteina e un residuo di istidina adiacenti a un NAD+ legato all’enzima. L’atomo di zolfo della cisteina si lega al substrato per formare un intermedio tioestere transitorio che conserva l’energia libera rilasciata dall’ossidazione. L’intermedio tioestere permette che l’ossidazione della gliceraldeide sia accoppiata alla fosforilazione del 3-fosfoglicerato. Meccanismo di reazione della GAPDH Meccanismo di reazione della GAPDH Meccanismo di reazione della GAPDH Meccanismo di reazione della GAPDH Meccanismo di reazione della GAPDH Meccanismo di reazione della GAPDH Meccanismo di reazione della GAPDH Diagrammi di energia libera L’intermedio tioestere ha un’energia libera più alta di quella dell’acido carbossilico libero permettendo a un processo favorevole di rendere possibile un processo sfavorevole. Reazione non accoppiata Reazione accoppiata Reazione 7: la PGK produce la prima molecola di ATP L’1,3-BPG è una molecola ad elevato potenziale di trasferimento del gruppo fosforico e può essere utilizzato per la sintesi dell’ATP dall’ADP. La settima reazione della glicolisi, catalizzata dalla fosfoglicerato chinasi, prevede il trasferimento del gruppo fosforico dall’1,3-BPG all’ADP (fosforilazione a livello del substrato). La struttura bilobata della PGK ricorda quella dell'esochinasi Reazione 8: la PGM interconverte tra loro il 3PG e il 2PG L’ottava reazione della glicolisi, catalizzata dalla fosfoglicerato mutasi, prevede la conversione del 3-fosfoglicerato a 2-fosfoglicerato. Meccanismo di reazione della PGM L’enzima viene inizialmente fosforilato mediante trasferimento di un gruppo fosforico dal 2,3 BPG. Sono necessarie quantità catalitiche di 2,3-bisfosfoglicerato per mantenere un residuo di istidina del sito attivo in forma fosforilata. Meccanismo di reazione della PGM Il gruppo fosforico è poi trasferito al 3-BPG per formare di nuovo il 2,3-BPG che si comporta da cofattore e viene continuamente rigenerato dal ciclo stesso. Effetti del BPG e della CO2 sulla curva di dissocciazione dell'O2 dell‘Hb Solo negli eritrociti il 2,3 BPG è presente in alte concentrazioni (5 mM) e regola l’affinità dell’emoglobina per l’ossigeno determinando una diminuzione dell’affinità dell’Hb per l’O2, favorendo la forma deossigenata. Reazione 9: l'enolasi forma il 2° intermedio ad alta energia La nona reazione della glicolisi, catalizzata dall’enolasi, prevede la deidratazione del 2-PG per formare l’enol fosfato fosfoenolpiruvato un composto con elevato potenziale di trasferimento del gruppo fosforico. Un estere fosforico di un alcol come il 2-PG ha un potenziale di trasferimento del gruppo fosforico più basso. Reazione 10: la PK produce la seconda molecola di ATP La decima reazione della glicolisi, catalizzata dalla piruvato chinasi, prevede il trasferimento del gruppo fosforico dal fosfoenolpiruvato all’ADP. L'idrolisi del PEP Il prodotto dell’idrolisi può esistere in due forme tautomeriche, mentre il reagente ha una sola forma, la forma enolica. Il prodotto è più stabile del reagente. La seconda fase della glicolisi La seconda fase della glicolisi I prodotti delle restanti tappe della glicolisi sono costituiti da unità a tre atomi di carbonio anziché da unità a sei atomi di carbonio. Panoramica della glicolisi Resa energetica della glicolisi Consumo e produzione di ATP nella glicolisi Reazione Numero di ATP Glucosio → Glucosio 6-fosfato -1 Fruttosio 6-fosfato → Fruttosio 1,6-bisfosfato -1 2 x 1,3-bisfosfoglicerato → 2 x 3-fosfoglicerato +2 2 x Fosfoenolpiruvato → 2 x piruvato +2 Resa complessiva +2 La reazione netta della trasformazione del glucosio in piruvato è: Glucosio + 2 ADP + 2 NAD+ + 2 Pi → 2 Piruvato + 2 NADH + 2 H+ + 2 ATP + 2 H2O La fermentazione: il destino anaerobico del piruvato Concetti chiave: • Il NADH, un substrato della GAPDH, deve essere riossidato per consentire alla glicolisi di proseguire. • Nel muscolo il piruvato viene ridotto a lattato per riossidare il NAD+. • I lieviti decarbossilano il piruvato producendo CO2 ed etanolo in un processo che richiede TPP come cofattore. Destino metabolico del piruvato Nella cellula la disponibilità di NAD+, un coenzima che deriva dalla niacina, è limitata. Il NAD+ deve essere rigenerato affinché la glicolisi possa procedere attraverso il metabolismo del piruvato. Si forma etanolo a partire dal piruvato in assenza di ossigeno nei lieviti e in molti altri microorganismi. Si forma lattato in un’ampia gamma di microorganismi e nel muscolo sotto intensa attività fisica, quando la quantità di ossigeno è limitante. Una maggiore quantità di energia può essere estratta aerobicamente mediante il ciclo di Krebs e la catena di trasporto degli elettroni. Destino metabolico del piruvato La fermentazione indica la degradazione anaerobica del glucosio (e di altri nutrienti organici) per ottenere energia sotto forma di ATP. Fermentazione lattica Nella fermentazione lattica (o omolattica) il NAD+ viene rigenerato dal NADH mediante la riduzione del piruvato a lattato catalizzata dalla lattato deidrogenasi. Tale fermentazione avviene anche nelle cellule degli organismi superiori quando la quantità di ossigeno è limitante come accade nel muscolo durante intensa attività fisica. La reazione complessiva della conversione del glucosio in piruvato è: Glucosio + 2Pi + 2 ADP → 2 Lattato + 2 ATP + 2H2O Fermentazione alcolica I lieviti ed alcuni microorganismi fermentano il glucosio ad etanolo e CO2 in due tappe: 1) la decarbossilazione del piruvato catalizzata dalla piruvato decarbossilasi che richiede tiamina pirofosfato (TPP); 2) la riduzione dell’acetaldeide ad etanolo ad opera del NADH catalizzata dall’alcool deidrogenasi. In tale reazione viene rigenerato il NAD+. La reazione complessiva della conversione del glucosio in etanolo è: Glucosio + 2Pi + 2 ADP + 2H+ → 2 Etanolo + 2 CO2 + 2 ATP + 2H2O Ruolo della TPP nella decarbossilazione del piruvato La tiamina pirofosfato è la forma coenzimatica della vitamina B1 (tiamina). La TPP ha una funzione rilevante nelle reazioni in cui si ha la rottura di un legame adiacente a un gruppo carbonilico. La perdita del protone acido genera un carbanione che agisce da nucleofilo, attaccando il carbonio carbonilico del piruvato. Meccanismo di reazione della piruvato decarbossilasi In seguito a decarbossilazione si forma un carbanione. L’anello tiazolico della TPP si comporta come una trappola per elettroni, stabilizzando il carbanione per risonanza Dopo la protonazione (3), il prodotto della reazione, l’acetaldeide, viene rilasciato (4) e un protone si dissocia per rigenerare il carbanione della TPP Sito attivo dell’alcol deidrogenasi Il sito attivo contiene uno ione zinco legato a due residui di cisteina e a un residuo di istidina. Lo ione zinco lega l’acetaldeide attraverso il suo atomo di ossigeno, polarizzando il gruppo carbonilico del substrato in modo che possa accettare più facilmente uno ione idruro dal NADH. I siti di legame per il NAD+ sono conservati I siti di legame per il NAD+ delle deidrogenasi sono molto simili e formati da 4 α eliche e 6 foglietti β paralleli (avvolgimento di Rossmann). La molecola di NAD+ si lega nella sua conformazione estesa. Mantenimento dell’equilibrio redox Il NADH prodotto dalla reazione della gliceraldeide-3-P-deidrogenasi viene riossidato nelle fermentazioni generando etanolo (fermentazione alcolica) o acido lattico (fermentazione lattica). Nella conversione del glucosio in etanolo (o lattato) non si verifica una ossido-riduzione netta. Il metabolismo di esosi diversi dal glucosio Concetti chiave: • Gli esosi fruttosio, galattosio e mannosio sono convertiti in intermedi glicolitici per essere metabolizzati ulteriormente. Ingresso di altri esosi nella glicolisi Benché il glucosio sia il monosaccaride più utilizzato, anche altri monosaccaridi vengono utilizzati come importanti combustibili metabolici. I più abbondanti in natura, fruttosio, mannosio e galattosio, vengono incanalati nella via glicolitica. Il metabolismo del fruttosio La maggior parte del fruttosio viene metabolizzato dal fegato usando la via del fruttosio 1-fosfato (fruttochinasi). Il fruttosio 1-fosfato viene quindi convertito in gliceraldeide e diidrossiacetone fosfato dalla fruttosio 1fosfato aldolasi. Il diidrossiacetone fosfato viene poi convertito in gliceraldeide 3-fosfato dall’enzima glicolitico trioso fosfato isomerasi. La gliceraldeide viene trasformata in gliceraldeide 3-fosfato dalla trioso chinasi in una reazione che coinvolge ATP In altri tessuti, il fruttosio può anche essere fosforilato a fruttosio 6-fosfato dall’esochinasi. Il metabolismo del fruttosio Il metabolismo del mannosio Il mannosio e il glucosio sono epimeri Il metabolismo del mannosio Il mannosio viene fosforilato a mannosio-6-fosfato dall’esochinasi. Il mannosio-6-fosfato viene poi isomerizzato ad opera della fosfomannosio isomerasi in fruttosio 6-fosfato. Il metabolismo del galattosio Il galattosio e il glucosio sono epimeri Il metabolismo del galattosio Il galattosio viene convertito a galattosio-1-fosfato (1) che acquista poi un gruppo uridilico dall’uridina difosfato glucosio (2). L’UDP-galattosio viene epimerizzato a UDP-glucosio (3) che viene così rigenerato. Il G-1-P viene epimerizzato a G-6-P (4). La regolazione della glicolisi Concetti chiave: • Gli enzimi che catalizzano reazioni con grandi variazioni negative di energia libera funzionano da punti di controllo del flusso. • La fosfofruttochinasi, il principale punto di regolazione della glicolisi nel muscolo, è inibita allostericamente dall'ATP e attivata dall'AMP e dall'ADP. • Il ciclo del substrato permette alla velocità della glicolisi di rispondere velocemente ai cambiamenti richiesti. La regolazione della glicolisi La glicolisi ha un duplice ruolo: degrada il glucosio per generare ATP e fornisce i precursori per le vie biosintetiche come la sintesi degli acidi grassi. Per soddisfare queste due esigenze la velocità di formazione del piruvato è regolata. Nelle vie metaboliche gli enzimi che catalizzano reazioni irreversibili sono potenziali punti di controllo. Tre reazioni della glicolisi sono così esoergoniche da essere praticamente irreversibili e sono quelle catalizzate dalla esochinasi, dalla PFK-1 e dalla piruvato chinasi. Regolazione dell’esochinasi L’esochinasi del muscolo viene inibita allostericamente dal suo prodotto, il glucosio 6-fosfato. I mammiferi hanno diverse forme di esochinasi, tutte capaci di catalizzare la conversione del glucosio in glucosio 6-fosfato. Proteine diverse in grado di catalizzare la stessa reazione sono dette isoenzimi. La reazione esochinasica nel fegato è controllata con le stesse modalità che nel muscolo, tuttavia il fegato possiede un isoenzima che non è inibito dal G6P. Regolazione dell’esochinasi La forma predominante di esochinasi nel fegato è l’esochinasi IV, detta anche glucochinasi. La glucochinasi continua a fosforilare il glucosio anche se i livelli di glucosio 6-fosfato sono elevati. La glucochinasi ha una maggiore specificità per il glucosio rispetto all’esochinasi ma ha una elevata KM per il glucosio (minore affinità) e diventa efficiente quando il glucosio è abbondante. La funzione della glucochinasi epatica è quella di fornire G6P per la sintesi del glicogeno. Regolazione dell’esochinasi La bassa affinità della glucochinasi epatica per il glucosio costituisce un primo segnale di scarsità di glucosio per il muscolo e il cervello e assicura che il glucosio non resterà inutilizzato quando è abbondante. Regolazione della PFK-1 Il glucosio 6-fosfato non è un intermedio di altre vie metaboliche (sintesi del glicogeno, via dei pentosio-fosfato). La prima reazione irreversibile utilizzata dalla sola via glicolitica è la fosforilazione del fruttosio 6-fosfato a fruttosio 1,6-bisfosfato. La fosfofruttochinasi-1 è il principale sito di controllo della glicolisi. Regolazione della PFK-1 Elevate concentrazioni di ATP fanno diminuire l’affinità dell’enzima per il substrato fruttosio 6fosfato inibendo l’enzima. L’effetto inibitore è aumentato nel fegato dal citrato, il primo intermedio del ciclo dell’acido citrico. Regolazione della PFK-1 L’azione inibitrice dell’ATP viene abolita dall’AMP. Perché l’AMP e non l’ADP? Quando l’ATP viene utilizzato rapidamente, l’adenilato chinasi può formare ATP a partire da ADP: ADP + ADP → ATP + AMP L’AMP è il segnale per lo stato a bassa energia. Regolazione della PFK-1 Elevati livelli di ATP e citrato indicano che le necessità energetiche e la richiesta di metaboliti per le vie biosintetiche sono soddisfatte. Al contrario AMP ed ADP sono segnali di bassa energia. Tali segnali agiscono in maniera opposta sulla gluconeogenesi. Regolazione della PFK-1 Il fegato possiede molte caratteristiche di regolazione del muscolo ma essendo l’organo deputato al mantenimento dei livelli ematici di glucosio ha una regolazione più complessa. Un meccanismo tramite il quale la glicolisi epatica risponde alle variazioni dei livelli ematici di glucosio comporta l’intervento della molecola segnale fruttosio 2,6-bisfosfato, potente attivatore della PFK-1. Regolazione della PFK-1 Il fruttosio 2,6-bisfosfato si forma dal fruttosio 6-fosfato (aumenta quando i livelli di glucosio ematico sono alti) ad opera della fosfofruttochinasi 2 (PFK-2). Il fruttosio 2,6-bisfosfato viene idrolizzato a fruttosio 6-fosfato da una specifica fosfatasi la fruttosio 2,6 bisfosfatasi (Fbasi-2). Regolazione della PFK-1 Il fruttosio 2,6-bisfosfato è un potente regolatore allosterico della PFK-1 e della FBPasi-1. Attiva allostericamente la PFK-1 stimolando la glicolisi ed ha effetti opposti sulla FBPasi-1, riducendo la sua affinità per il substrato e rallentando di conseguenza la gluconeogenesi. Il ciclo del substrato regola la PFK Nel muscolo a riposo entrambi gli enzimi del ciclo del substrato F6P/FBP sono attivi e il flusso glicolitico è basso. Nel muscolo in contrazione aumenta l’attività della PFK e diminuisce l’attività della FBPasi provocando un aumentato flusso glicolitico. Muscolo a riposo FBPasi-1 Muscolo in contrazione PFK-1 FBPasi-1 PFK-1 Regolazione della PFK-1 Ricapitolando… Regolazione della piruvato chinasi La piruvato chinasi (sia muscolare che epatica) viene inibita da concentrazioni elevate di ATP e alanina (che si forma dal piruvato). L’ATP inibisce la piruvato chinasi allostericamente, diminuendo l’affinità dell’enzima per il suo substrato, il fosfoenolpiruvato. La piruvato chinasi viene anche inibita dall’acetil-CoA e dagli acidi grassi a catena lunga, importanti combustibili per il ciclo dell’acido citrico. La piruvato chinasi epatica (isoforma L, liver) è anche sotto il controllo mediante modificazione covalente per forsforilazione reversibile. Regolazione della piruvato chinasi Regolazione della glicolisi nel muscolo Nel muscolo a riposo la glicolisi è poco attiva (↑ ↑ ATP) e il G6P viene convertito in glicogeno. Nel muscolo in attività la diminuzione del rapporto ATP/AMP causata dalla contrazione muscolare causa l’aumento del flusso glicolitico. Cancro e glicolisi Le cellule tumorali hanno una glicolisi più attiva e metabolizzano il glucosio a lattato anche in presenza di ossigeno (effetto Warburg). La conseguente acidificazione facilita l’infiltrazione del tumore ed impedisce l’aggressione del sistema immunitario. Cancro e glicolisi Le condizioni ipossiche esistenti all’interno di una massa tumorale determinano l’attivazione del fattore di trascrizione inducibile dall’ipossia (HIF-1), che induce l’adattamento metabolico (aumento degli enzimi glicolitici) e attiva i fattori angiogenici che stimolano la crescita di nuovi vasi sanguigni.