Approccio riabilitativo alle lesioni midollari EPIDEMIOLOGIA incidenza (USA): 55 nuovi casi anno/1 milione di abitanti Rapporto maschi/femmine circa 4/3 Lesioni dorso-lombari (paraplegie ) prevalenti rispetto a lesioni cervicali (tetraplegie) Cause Incidente auto38% Incidente moto14% Bici/pedone 3% Sports 8% Violenza 2% Cadute 22% Tentativi suicidi 4% Altro 9% LESIONI NON PENETRANTI DEL MIDOLLO ENERGIA LIBERATA AL MOMENTO DELL’IMPATTO Apparato Insulto meccanico diretto sul midollo osteoligamentoso spinale Meccanismi Dell’insulto Meccanico Anche solo una sopravvivenza del 7 % delle fibre al di sotto della lesione può consentire una attività muscolare per quanto minima Lesione penetrante Lesione contusiva Danno Primario Insulto Meccanico Strappamento membrane cellulari & endoteliali Lesione endoteliale Compressione vasi Danno vascolare Epicentro del danno è centro midollare Necrosi emorragica max in sostanza grigia 1. Maggior forze meccaniche 2. Sistema vascolare più sensibile Danno Secondario Fisiopatologia della lesione vertebro-midollare La lesione midollare nella fase acuta è la conseguenza diretta di: Insulto meccanico Insulto chimico Insulto biologico Fisiopatologia della lesione vertebro-midollare Immediatamente dopo il trauma che colpisce la colonna vertebrale,nel midollo si formano piccole petecchie emorragiche nella parte centrale. A questo segue una necrosi emorragica,una cromatolisi con edema acuto delle cellule nervose colpite dalla lesione Segue un processo di fagocitosi con la formazione di piccole cavità che formeranno la cicatrice gliale Fisiopatologia delle lesioni vertebro-midollari Il danno primario è perciò dovuto a trauma diretto sul tessuto nervoso e sulle strutture vascolari circostanti. Gli eventi biochimici che seguono e che portano alla distruzione tissutale circistante e infine alla cicatrice costituiscono il danno secondario. Fisiopatologia del midollo spinale lesionato Formazione di petecchie emorragiche centrali Ischemia Edema Flogosi Fagocitosi delle cellule necrotiche del tessuto nervoso interessato da parte di macrofagi e polimorfonucleati(neuronofagia) fase preliminare alla formazione della cicatrice gliale DEFINIZIONI Paraplegia Tetraplegia (preferibile a paraparesi) (preferibile a tetraparesi) Danno o perdita delle funzioni motorie e/o sensitive dei segmenti cervicali del midollo spinale Sono escluse lesioni del plesso brachiale e di radici o nervi periferici Danno o perdita delle funzioni motorie e/o sensitive dei segmenti toracici, lombari o sacrali del midollo spinale Sono incluse lesioni della cauda equina e del cono midollare, ma non del plesso lombosacrale o di nervi periferici MRC SCALE MEDICAL RESEARCH COUNCIL, 1 976 F0= nessuna contrazione muscolare F1 = contrazione muscolare visibile, nessun movimento F2= movimento attivo incompleto, solo sul piano orizzontale in assenza di gravità F3= movimento attivo completo contro gravità F4= movimento attivo contro resistenza (+ /- ) F5= forza normale Suddivisione del livello di forza 4 in 4-, 4, 4+ per movimenti contro debole, moderata e forte resistenza dell’esaminatore LO SHOCK SPINALE Transitoria soppressione di ogni funzione nervosa al di sotto del livello lesionale. PARALISI FLACCIDA AREFLESSICA: da 3-4 giorni a 6 settimane.Successivamente gli automatismi riflessi del midollo spinale portano a:iperreflessia,rigigità e spasticità. Compaiono i riflessi di allontanamento in flessione.Successivamente possono svilupparsi riflessi di estensione ma essi non provocano in alcun modo l’abolizione dei riflessi in flessione.In alcuni pazienti i riflessi in estensione si traducono in reazioni di sostegno sufficenti a permettere la stazione eretta spinale. intestino: dopo la fase acuta stipsi severa con le note conseguenze. funzione sessuale: durante lo shock è assente ogni funzione erettile. effetti cardiovascolari: i paz.possono avere severa bradicardia (fino all’arresto cardiaco) per manovre di toilet tracheale.Nelle lesioni spinali croniche la PA in clinostatismo correla in modo inverso all’altezza della lesione (molto bassa nelle lesioni cervicali alte). regolazione della temperatura: i paz.con lesioni spinali cervicali sono a rischio di ipo o ipertermia.In fase acuta vi è vasodilatazione e perdita di calore.Successivamente,a causa del deficit simpatico i paz.con lesione cervicale perdono il normale riflesso della vasodilatazione e della sudorazione.Tuttavia è possibile,sotto il livello della lesione,una una sudorazione riflessa o spinale per vitalità delle corna laterali del midollo toracico. LA DISFUNZIONE AUTONOMICA: vescica:flaccida con ritenzione urinaria ed incontinenza da reflusso.Una volta risolto lo shock spinale si sviluppa una iperattività del detrusore e dello sfintere esterno con conseguente dissinergia.Quadro usuale in paz.con lesioni sopra T9. disriflessia autonomica:paz.con lesioni sopra T5-T6 hanno denervazione simpatica nel letto dello splancnico (nervo grande splancnico= T5-T8);non possono vasodilatare in risposta all’ipertensione riflessa.In aggiunta ipertono vagale. Riflesso bulbo-cavernoso - Riflesso più distale -Primo riflesso a ricomparire Si evoca: -Compressione del glande -(trazione su catetere vescicale) Effetto: Contrazione dello sfintere anale VALUTAZIONE NEUROLOGICA La valutazione di sensibilità e motricità permette di stabilire : Livello sensitivo Livello motorio Livello neurologico Un punteggio (score) motorio e sensitivo La completezza o meno della lesione Classificare il danno (ASIA Impairment Scale) American Spinal Injuri Association ( ASIA) Livello C1 C4 tetraparesi alta con complicanze polmonari Necessitano : assistenza respiratoria , sollevatore meccanico, carrozzina elettrica con comando particolare ( voce , mento ,soffio,testa, sistemi di controllo ambientale,computer ). Caratteristiche cliniche osservate nei traumi spinali LESIONI DELLA CAUDA LESIONI DEL CONO MIDOLLARE LESIONI MISTE CONO-CAUDA TRAUMI DEL MIDOLLO Concussione del midollo spinale : Sintomi neurologici transitori che regrediscono nell’arco di minuti o ore. I sintomi si sviluppano al di sotto del livello del trauma. Shock spinale Sezione completa del midollo Sezione incompleta del midollo SINDROME DI BROWN-SEQUARD SINDROME DEL MIDOLLO CERVICALE CENTRALE SINDROME MIDOLLARE ANTERIORE SINDROME MIDOLLARE POSTERIORE Quadri clinici da lesione spinale traumatica SINDROME DI Brown-Séquard. Usualmente parziale.La disfunzione delle vie lunghe causa: Ipsilateralmente alla lesione: debolezza motoria al di sotto del livello lesionale,perdita di propriocezione,ecc. Controlateralmente:riduzione nella sensibilità cutanea in particolare relativamente al dolore ed agli stimoli termici Quadri clinici da lesione spinale SINDROME SPINALE CERVICALE CENTRALE. Per lo più riscontrata nei pazienti con preesistente stenosi cervicale che subiscono traumi con violenta iperestensione.Caratterizzata da: Paresi più marcata agli arti superiori che inferiori,ritenzione urinaria e perdita della sensibilità, con distribuzione irregolare,sotto il livello lesionale. Quadri clinici di lesione spinale traumatica SINDROME MIDOLLARE ANTERIORE Paralisi immediata e grave con conservazione della sensibilità vibratoria e propriocettiva. SINDROME MIDOLLARE POSTERIORE dolore e parestesie urenti al collo, arti superiori e tronco.Lieve paresi arti superiori,coinvolgimento vie lunghe. LESIONI DELLA CAUDA Paralisi flaccida e areflessica,perdita della sensibilità nell’area innervata dalle radici affette con paralisi della vescica e del retto LESIONI DEL CONO Incontinenza urinaria e fecale,deficit dell’erezione e dell’eiaculazione nei maschi,paralisi dei muscoli del pavimento pelvico e deficit sensitivo nella regione sellare. La respirazione I l nervo frenico origina da C3,C4,C5.P ertanto i pazienti con lesioni tra C1 e C4 hanno problem i respiratori. Lesioni a C2 (o sopra C2) causano paralisi del diaframma,intercostali,addominali e,parzialmente,dei muscoli respiratori accessori. I tetraplegici C3 hanno debole attività diaframmatica I tetraplegici tra C4 e C8 non hanno attività respiratoria intercostale o addominale ma hanno attività diaframmatica Le lesioni tra T1 e T112 producono interessamento a livello della muscolatura addominale con compromissione dell’espirazione energica e della tosse. Non esistono nella gestione della lesione midollare diverse fasi separate l’una dall’altra, ma sono tutte parti di un unico percorso riabilitativo: Fase post-acuta o di riattivazione Fase acuta Fase dell’emergenza UNITA’ SPINALE Fase del reinserimento sociale Fase dell’emergenza Entro 12 ore Garantire sopravvivenza Tutelare la colonna vertebrale (stabilizzazione vertebrale esterna o chirurgica se necessario) Trattare il danno vertebrale-midollare in maniera da evitare il peggioramento neurologico Fase acuta Immediatamente successivo alla fase d’emergenza che dura fino alla fase di stabilizzazione delle condizioni generali Aspetti respiratori Aspetti neurologici e motori Aspetti cardiovascolari Aspetti osteomioarticolari Aspetti gastrointestinali e Aspetti urologici nutrizionali Aspetti cutanei Aspetti psicologici Aspetti di comunicazione Aspetti sociali PREVENZIONE COMPLICANZE Respiratorie Cutanee :Ulcere da Pressione Muscoloscheletriche: deformità, paraosteoartropatie Vascolari :TVP Vescico-sfinteriche:gestione della “Vescica Neurologica” Psicologiche Presa in carico PRECOCE da parte di equipe multiprofessionale Prognosi clinica e riabilitativa Profilo psicologico del soggetto PROGETTO RIABILITATIVO Architettoniche Bilancio funzionale globale Barriere Socio/culturali Integrazione famiglia/società Obiettivi generali della gestione Acquisizione massima autonomia: Cammino, ADL, Gestione sfinterica, uso carrozzina Ottimizzazione dell’inserimento sociale: lavoro, scuola, rapporti mondo esterno Fase di stabilizzazione Dopo stabilizzazione condizioni generali e della eventuale instabilità delle lesioni vertebrali con mezzi chirurgici o conservativi PROGETTO RIABILITATIVO riabilitazione respiratoria riabilitazione intestinale riabilitazione vescico-sfinterica aspetti legati alla sessualità ed alla fertilità chinesiterapia ergo-terapia trattamento della spasticità e del dolore attività sportiva per mielolesi aspetti psicologici reintegrazione domestica e lavorativa acquisizione patente di guida riabilitazione viscerale riabilitazione motoria Fase di postdimissione/rientro Fornitura presidi adeguati Addestramento caregivers Adeguamento ambientale Trasporto speciale Supporto finanziario Prognosi di di recupero neurologico La maggior parte del recupero neurologico avviene nei primi 3-6 mesi Un recupero minore può avvenire fino a un anno e mezzo dalla lesione Prognosi di di recupero del cammino Grado della lesione a 1 settimana: Asia B:50-70%, Asia C:<50aa=90%; >50 aa=40%, Asia D=100% Grado di forza a 1 mese: buona se Punteggio motorio AAII >30/50 Tipo di sindrome:90% di Brown Sequard, 50% centromidollare, recupero scarso per sdr midollare anteriore Prognosi di di recupero ADL ATTIVITA’ C5 C6 C7 T1 T6 T12 L4 Mangiare - ± + + + + + Vestirsi - - ± + + + + lavarsi - - ± + + + + Girarsi - ± + + + + + alzarsi - - ± + + + + - ± ± + + + + - - - - ± + + A casa - - + + + + + Fuori casa - - - ± ± + + GUIDA - - - ± + + + TRASPORTI PUBBLICI - - - - - ± + CURA DI SE INDIPENDENZA A LETTO INDIPENDENZA SULLA CARROZZINA Trasferimen ti DEAMBULAZIONE Funzionale LAVORO LIVELLO C5 MUSCOLI CHIAVE Deltoide, bicipite, supinatore, cuffia dei rotatori MOVIMENTO Controllo delle spalle, flessione del gomito, supinazione ORTESI Supporto dell’avambraccio, splint dinamico per funzione di pinza, mano funzionale passiva OBIETTIVI FUNZIONALI –Autonomia parziale nelle ADL (necessità di aiuto per vestirsi, alimentazione: assistenza totale per preparazione, poi autonoma con ausili) –Carrozzina elettrica con comando manuale –Carrozzina manuale con spinta autonoma per brevi tragitti –Eventuali sistemi di controllo ambientale –LAVORO Sedentario con controllo ambientale Mano funzionale passiva (C5) presenza del bicipite La supinazione dell’avambraccio provoca l’estensione del polso con chiusura della mano La pronazione dell’avambraccio determina la flessione del polso con apertura della mano La supinazione è attiva, la pronazione è passiva LIVELLO C6 MUSCOLI CHIAVE –Tricipite, gran dorsale, flessore profondo e superficiale delle dita, flessore radiale del carpo, gran pettorale MOVIMENTO Estensione del gomito, flessoestensione delle dita, flessione del polso ORTESI Taping funzionale, splint corto per ausili, mano funzionale attiva OBIETTIVI FUNZIONALI –Buona indipendenza (possibile gestione parziale sfinteri, igiene autonoma (parte sup) assistita (parte inf) , autonoma con/senza ausili(no tagliare), assistenza parziale vestirsi) –Trasferimenti autonomi –Carrozzina manuale –Guida auto modificata LAVORO Sedentario Mano funzionale attiva (C6-C7) presenza estensore radiale del carpo La flessione del polso determina l’apertura delal mano L’estensione del polso determina la chiusura delle dita L’estensione è in questo caso un movimento attivo, la flessione è passiva LIVELLO C7-C8 MUSCOLI CHIAVE –Tricipite, gran dorsale, flessore profondo e superficiale delle dita, flessore radiale del carpo, gran pettorale MOVIMENTO Estensione del gomito, flessoestensione delle dita, flessione del polso ORTESI Taping funzionale, splint corto per ausili OBIETTIVI FUNZIONALI –Buona indipendenza –Trasferimenti autonomi –Carrozzina manuale –Guida auto modificata LAVORO Sedentario Carrozzine Valutazione del livello di lesione Tetraplegia Paraplegia alta (C1-C5) media (C6-C7) bassa (C8-T1) Valutazione altri aspetti : spasticità, retrazioni , deformità, decubiti, conformazione fisica, contesto di vita UNA BUONA POSTURA IN CARROZZINA deve garantire COMFORT SICUREZZA CONTENIMENTO FUNZIONALITA’ Obiettivi Prevenire piaghe da decubito Prevenire dolori posturali cronici Patologie da sovraccarico cronico Ottimizzare la mobilità Tipi di carrozzina CARROZZINA MANUALE LEGGERA CARROZZINA SUPERLEGGERA (schienale più basso, per paraplegici e sportivi ) CARROZZINE ELETTRICHE CARROZZINE POSTURALI (base + sist. Di spostura, per lesioni alte fino a C5,con appoggiatesta, uniscono basculamento e reclinazione, accoglienti e stabilizzanti, grazie anche allimbottitura) Importanti il Sedile: forma, profondità, larghezza, rigidità, altezza della angolazione Cuscino: con base anatomica preformata o con formazione personalizzata, a bolle d’aria o con fluido automodellanti Terapia occupazionale Addestramento all’uso della carrozzina Valutazione della postura in carrozzina Scelta della carrozzina Definizione degli ausili necessari (postura casa lavoro) Attività professionali , domestiche e di tempo libero Avvio alla guida Attività sportiva nel mieloleso Attività fisica riduce: ipertensione, eventi cardiovascolari, obesità, tumori e quindi la mortalità Le persone disabili sono più soggette alla sedentarietà per cui una attività sportiva ha il beneficio non solo di migliorare le condizioni fisiche generali ma anche la qualità di vita e il reinserimento sociale. Variazioni apparato cardiovascolare L’accumulo di sangue negli AAII riduce il volume di riempimento ventricolare, soprattutto durante l’attività fisica Nella tetraplegia manca l’azione di pompa dei muscoli respiratori (soprattutto del diaframma) nel veicolare il sangue dall’addome al torace Per lesioni sopra T1 viene a mancare l’afferenza simpatica al cuore con conseguente riduzione della frequenza e gittata cardiaca Modificazioni indotte dallo sport nella mielolesione L’allenamento fisico migliora la capacità aerobica: pz tetraplegici dopo allenamento fisico di resistenza raggiungono un incremento del 10% del Vmax di O2 rispetto alle persone sane non atlete L’esercizio fisico nella propulsione della carrozzina può rappresentare un tipico esercizio anaerobico se caratterizzato da rapidi spostamenti in spazi brevi, oppure esercizio aerobico dove è richiesto un gesto di resistenza come nell’atletica leggera. Lo svolgimento di attività fisica sembra ridurre la morbilità in termini di infezioni del tratto urinario e respiratorio, spasticità severa e ulcere da decubito Sport e reinserimento lavorativo In alcuni studi si è visto che atleti con lesione midollare riportavano punteggi più alti rispetto ai non atleti in scale di integrazione negli ambiti : indipendenza fisica, mobilità, occupazione, integrazione sociale) Raccomandazioni nella pratica sportiva Spasticità Disreflessia autonomica (in pz con lesioni sopra T6, deve essere conosciuta da pz e allenatori): da non usare come doping(= Boosting!) Termoregolazione (alterata più la lesione è alta: per ridurre il rischio : allenamento fisico costante nel tempo, ambiente non troppo caldo, uso di indumenti traspiranti, monitoraggio peso corporeo prima e dopo allenamento, adeguata idratazione) Danni ai tessuti molli (lesioni capo lungo bicipite: utile rinforzo bilanciato (stretching nei muscoli spastici prima e dopo l’esercizio) muscoli della spalla) Ulcere da Decubito: elevazioni del bacino almeno ogni ora e per almeno 30 sec., miglior regolazione possibile della carrozzina Neuropatie da intrappolamento: sindrome del tunnel carpale(50-70% degli atleti delle Paraolimpiadi) e neuropatia del nervo ulnare nel Canale di Guyon, per eccessivo uso della mano in fase propulsiva SPORT TERAPIA Tecnica di rieducazione funzionale che coinvolge la sfera fisica, psicologica e sociale del mieloleso. Rispetto alla rieducazione funzionale tradizionale permette la pratica di attività ricreative e sportive comporta un esercizio attivo, piacevole e finalistico della muscolatura indenne. Si inserisce in un timing ben preciso del progetto riabilitativo e non si sostituisce alla rieducazione motoria Non è solo un momento di aggregazione e di confronto, in alcuni casi lo sport rappresenta una vera e propria terapia, in particolare per i soggetti affetti da lesioni spinali (para e tetraplegici). L’attività fisica è infatti il presupposto fondamentale per prevenire l’insorgenza di patologie cardiovascolari, principali causa di morte per le persone con lesione midollare in età compresa tra i 20 e i 50 anni. In particolare: - l'atletica e il basket permettono di sviluppare la resistenza muscolare funzionale alla spinta della carrozzina - tennis tavolo e tiro con l'arco(C7) migliorano l'equilibrio del tronco, la coordinazione oculo-mano e il rinforzo degli arti superiori - il nuoto permette un rinforzo globale di tutta la muscolatura residua del corpo e il miglioramento della muscolatura respiratoria. Requisiti Paziente Post-acuto, a parametri vitali, condizioni neurologiche stabilizzate Da circa 10-12 settimane a 4-5 mesi dall’evento traumatico compatibilmente con il livello di lesione In grado di mantenere per qualche ora la postura seduta in carrozzina Ambiente Opportunità delle strutture Percorsi per corsa e destrezza con carrozzina Personale Operatori preparati nei gesti sportivi specifici Gesti preparatori allo sport Corsa in linea retta per 20-30 metri Posizionamento ostacoli Slalom (alternanza di rettilinei e curve a dx e a sin) Attività inquadrabili nel contesto riabilitativo Basket Utilità Ping pong extrasportiva Tiro con l’arco SPORT AGONISTICO Dal 1960 si organizzano le Paraolimpiadi Dal 1976 si svolgono i giochi olimipici invernali In Italia lo Sport agonistico è gestito dalla FISD (federazione Italiana Sport Disabili) Lo stato ha attribuito alla FISD i compiti aggiuntivi di Comitato Italiano Paraolimpico Sport agonistici attualmente praticabili dal mieloleso Atletica leggera Gare di corsa:100m, 10000 m, staffette, maratone Gare di lancio: disco, peso , giavellotto Nuoto Basket Ciclismo (compreso l’hanbike) Equitazione Scherma: carrozzina fissata a pedana per evitare il ribaltamento al momento della stoccata Sport agonistici attualmente praticabili dal mieloleso Tennis in carrozzina Tennis da tavolo Tiro a segno Tiro con l’arco :30-60-90 m Vela: scafi dotati di cinghia zavorrata Canottaggio Rugby in carrozzina Boccia pallavvolo Sport agonistici attualmente praticabili dal mieloleso Hockey su ghiaccio Curling Sci: sedili avvolgenti applicati con staffa su sci da discesa o da fondo. Uso di racchette corte Biathlon FASI DELL’ASSISTENZA RIABILITATIVA AL SOGGETTO MIELOLESO FASE DI EMERGENZA Inizia dal momento del trauma e successivo ricovero in Ospedale e comprende: - il mantenimento delle funzioni vitali; - la stabilizzazione della lesione ossea (chirurgica o meno); - il bilancio e trattamento delle eventuali lesioni associate. FASE ACUTA Inizia dal momento in cui il paziente ha superato i tempi critici dell’emergenza e termina quando sono stati affrontati, in maniera concreta, i problemi emergenti. FASI DELL’ASSISTENZA RIABILITATIVA AL SOGGETTO MIELOLESO FASE SUB-ACUTA L’intervento riabilitativo è volto all’incremento dell’autonomia nelle attività di vita quotidiana ed alla gestione delle problematiche emotivo-affettive. FASE DI STATO Inizia nel momento in cui il paziente, tornato al proprio domicilio, riprende i rapporti con il suo ambiente e con il mondo del lavoro. ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase di emergenza OBIETTIVI SETTING AZIONI OPERATORI Limitare il danno biologico - Reparto Intensivo - Unità dedicate - Metilprednisolone 30 mg/kg in bolo entro 8 ore dal trauma seguito da 5.4 mg/kg/h per 24 h - Intervento di stabilizzazione in caso di instabilità Rianimatore Neurologo Neurochirurgo Prevenire i danni secondari - Reparto Intensivo - Unità dedicate - Bilancio e trattamento delle eventuali lesioni associate - Mantenimento parametri vitali Rianimatore Neurologo Neurochirurgo Radiologo ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase acuta OBIETTIVI SETTING AZIONI OPERATORI Formulare una prognosi funzionale ed organizzare l’assistenza - Reparto Neurologico od Intensivo - Unità dedicate - Valutazione funzionale sec. ASIA Impairment Scale - Valutazione variabili individuali Neurologo Fisiatra Valutazione dei cambiamenti neurologici - Reparto Neurologico od Intensivo - Unità dedicate - Controllare l’insorgenza di declino delle prestazioni motorie - Valutare l’insorgenza di dolore Neurologo Fisiatra ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase acuta OBIETTIVI Valutazione delle funzioni dei sistemi coinvolti e gestione dei problemi emergenti SETTING - Reparto Neurologico od Intensivo - Unità dedicate AZIONI - Funzione respiratoria Bilancio - Identificazione dei muscoli respiratori coinvolti dalla lesione midollare; - Monitoraggio frequenza respiratoria, CV, VEMS; - Ricerca di eventauli contusioni polmonari o condizioni di stasi; - Emogasanalisi; - Ossimetria transcutanea; - Discriminazione di apnee durante il sonno. Intervento OPERATORI Neurologo Fisiatra Infermiere Fisioterapista Pneumologo - Esecuzione precoce di broncoaspirazioni in caso di insufficiente drenaggio delle secrezioni e debolezza del meccanismo della tosse; - Profilassi e trattamento delle atelettasie; - Mantenimento di una adeguata ventilazione polmonare; - Ginnastica respiratoria. ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase acuta OBIETTIVI Valutazione delle funzioni dei sistemi coinvolti e gestione dei problemi emergenti SETTING - Reparto Neurologico od Intensivo - Unità dedicate AZIONI – Sistema Cardiocircolatorio Bilancio - Valutazione FC e PA con particolare riguardo alle situazioni di sforzo ed ai passaggi posturali; - Monitoraggio ECG per verifica eventuali aritmie; - Rx torace per valutare stasi polmonare o cardiomegalia; - Esame condizioni circolatorie arti inferiori. OPERATORI Neurologo Fisiatra Infermiere Fisioterapista Cardiologo Intervento - Evitare la disreflessia autonomica in seguito a distensione vescicale o rettale, cambiamenti di posizione, emergenze addominali; - Controllo ipotensione ortostatica. ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase acuta OBIETTIVI Valutazione delle funzioni dei sistemi coinvolti e gestione dei problemi emergenti Bilancio SETTING - Reparto Neurologico od Intensivo - Unità dedicate AZIONI – Sistema gastro-enterico - Monitoraggio della dilatazione gastrica e della motilità intestinale; - Ricerca di malattia ulcerosa; - Verifica dei riflessi colici; - Bilancio dietetico in rapporto al contenuto di fibre ed all’assorbimento di sostanze. OPERATORI Neurologo Fisiatra Infermiere Fisioterapista Gastroenterologo Intervento - Mantenimento della peristalsi gastroenterica e della regolarità dell’alvo e prevenzione della dilatazione gastrica e dell’ileo dinamico; - Prevenzione delle emergenze addominali in assenza di percezione del dolore come elemento di allarme. ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase acuta OBIETTIVI Valutazione delle funzioni dei sistemi coinvolti e gestione dei problemi emergenti Bilancio SETTING - Reparto Neurologico od Intensivo - Unità dedicate AZIONI – Situazione Metabolica - Valutazione del bilancio proteico e delle variazioni ponderali; - Verifica delle necessità energetiche al fine di modulare l’apporto calorico; - Valutazione della termoregolazione; - Controllo del metabolismo calcico; - Verifica complicanze internistiche (anemia, osteoporosi, infezioni). OPERATORI Neurologo Fisiatra Infermiere Fisioterapista Diestista Endocrinologo Intervento - Adattamento dell’apporto proteico; - Controllo dell’ipercalciuria; - Protezione dei segmenti sottolesionali dalle variazioni di temperatura esterna; - Apporto calorico personalizzato; - Controllo scintigrafico per evidenziare precocemente calcificazioni eterotopiche. ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase acuta OBIETTIVI SETTING Prevenzione - Reparto Neurologico dei danni od Intensivo terziari - Unità dedicate (ulcere da pressione, TVP, paraosteoatropatie) AZIONI OPERATORI - Mobilizzazione precoce; - Posizionamento e variazioni del decubito; - Utilizzo di ausili antidecubito; - Detersione della cute; - Utilizzo di calze elastiche; - Supporto farmacologico. Neurologo Fisiatra Infermiere Fisioterapista ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase sub-acuta OBIETTIVI SETTING AZIONI OPERATORI Contenimento delle disabilità motorie - Trattamento neuromotorio; - Reparto di Riabilitazione - Addestramento all’utilizzo di ausili ed ortesi; - Unità dedicate - Ergoterapia; - Sport. Neurologo Fisiatra Infermiere Fisioterapista Terapista occupazionale Miglioramento delle condizioni emotive e cognitive - Valutazione della - Reparto di sfera emotivo-affettiva; Riabilitazione - Unità dedicate - Apprendimento di strategie di controllo emotivo; - Sviluppo di competenze relazionali e sociali; - Supporto farmacologico; - Identificazione di deficit cognitivo associato. Neurologo Fisiatra Psicologo Familiari ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase sub-acuta OBIETTIVI Facilitare il controllo sfinterico e l’attività sessuale SETTING - Reparto di Riabilitazione - Unità dedicate AZIONI - Controllo delle infezioni urinarie ; - Monitoraggio funzionalità renale; - Gestione del cateterismo intermittente; - Svezzamento dal catetere quando è possibile; - Apprendimento di manovre adiuvanti; - Supporto farmacologico (anticolinergici); - Approcci chirurgici; - Utilizzo di protesi; - Supporto psicologico. OPERATORI Neurologo Fisiatra Infermiere Fisioterapista Urologo Psicologo ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase di stato OBIETTIVI SETTING AZIONI OPERATORI Mantenimento e potenziamento delle capacità funzionali - Ambulatorio dedicato - Domicilio Controlli periodici di origine generale e riabilitativa. Fisiatra Terapista occupazionale Fisioterapista Familiari Gestione della riacutizzazione dei problemi medici emergenti - Unità dedicate - Reparto di Riabilitazione - Domicilio Identificazione e trattamento dei problemi individuali. Equipe medica Infermiere Fisioterapista ASSISTENZA AL SOGGETTO MIELOLESO Fase di stato OBIETTIVI Aumento della partecipazione Adattamento dei fattori esterni SETTING AZIONI OPERATORI - Ambulatorio dedicato - Domicilio - Terapia occupazionale; - Supporto psicoterapico; - Esaltare le attitudini lavorative; - Reinserimento sociale. Equipe medica Psicologo Terapista occupazionale Familiari Volontariato - Domicilio - Abbattimento di barriere architettoniche; - Addestramento del caregiver; - Utilizzo delle risorse disponibili nella comunità. Familiari Volontariato