AMSTERDAM 1928 Si svolsero dal 28 luglio al 12 agosto, le Olimpiadi Olandesi. La cerimonia d’apertura venne istituita la procedura, tuttora vigente, in cui la Grecia sfila per prima, e le altre nazioni a seguire in ordine alfabetico e venne acceso con la fiaccola il braciere Olimpico, attivo per l’intera durata della kermesse dei giochi . Gli atleti presenti, 290 delle quali donne, con 46 nazioni partecipanti. L’Olanda che rimase neutrale nel corso della Guerra, rappresentava il paese ideale per sancire il ritorno olimpico degli atleti tedeschi dopo due edizioni di ostracismo. Nel 1928 la politica fascista italiana cominciò a prendere possesso dello sport e Lando Ferretti affermò: « noi abbiamo il coraggio di affermare che lo sport è strumento di propaganda e di potenza della nazione». I Giochi Olimpici degli anni Venti erano stati segnati dalle scelte politiche dei vincitori che avevano adottato lo sport come strumento di propaganda e di pressione diplomatica. Negli anni Trenta, per i governi che ambivano ad essere totalitari, lo sport divenne un grande strumento propagandistico sia in politica interna che in quella estera, un mezzo di controllo sociale, uno strumento di consenso e un modo per veicolare le proprie ideologie. Le democrazie liberali dovettero quindi fronteggiare un uso sempre più manipolato dello sport. In Italia, in pieno fascismo, la Carta dello Sport del 1929 garantì le fondamenta legali per l’organizzazione sportiva che si strutturò con: L’Opera Nazionale Balilla (ONB), supportata in seguito dai: Gruppi Universitari Fascisti (GUF) che si occupavano del settore extrascolastico della gioventù; l’Opera Nazionale Dopolavoro (OND) del tempo libero dei lavoratori e il CONI, ormai completamente fascistizzato, dello sport campionistico. Da quel momento gli sportivi iniziarono ad essere descritti come ambasciatori dell’Italia all’estero e i Giochi Olimpici e i neonati Campionati Mondiali di Calcio divennero l’occasione per dimostrare la superiorità dell’individuo, dell’organizzazione fascista e per rafforzare le relazioni con i paesi alleati. Il campionato mondiale di calcio 1930 fu l'edizione inaugurale del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili. Ebbe luogo in Uruguay dal 13 al 30 luglio 1930. La FIFA assegnò l'organizzazione del torneo all'Uruguay per celebrare il centenario della Costituzione uruguaiana, nata nel 1830. LOS ANGELES 1932 Il 24 ottobre 1929 il crollo della borsa di Wall Street diede il via ad una crisi economica che durò tutto il decennio e conobbe uno dei momenti più difficili proprio nell’anno olimpico, con quasi 13 milioni di disoccupati e che contagiò pesantemente anche le economie degli altri paesi, compreso il regime mussoliniano, che però era oltremodo interessato a proiettare verso l’esterno l’immagine di un Paese in salute. Si tornò quindi negli USA, in un’ America ancora con i postumi della crisi economica del 1929, ma che attuò un salto di qualità rispetto alle Olimpiadi precedenti, mettendo in atto un vero e proprio sfruttamento commerciale dei Giochi applicando logiche di marketing e usando l’evento per fare promozione turistica. A Los Angeles, per la prima volta, gli atleti medagliati videro issare le proprie bandiere olimpiche mentre venivano suonati gli inni nazionali dei paesi di provenienza. Ci fu l’esordio della Cina, Paese in cui lo sport era visto come il segreto della potenza dei conquistatori occidentali e che venne oltremodo politicizzato; infatti mandò un unico atleta per contrastare la richiesta di partecipazione di uno stato fantoccio creato in Manciuria dai Giapponesi dopo la vittoriosa guerra contro la Cina, partecipazione rifiutata però dal CIO e dagli Stati Uniti. BERLINO 1936 Nella storia, le Olimpiadi di Berlino sono state probabilmente il massimo esempio di strumentalizzazione politica di un evento sportivo. Per non rischiare di perdere i Giochi, la cui organizzazione era fondamentale per dimostrare il progresso tedesco, Hitler e Goebbels avevano capito di dover fare alcune concessioni formali al CIO: i cartelli con scritte antisemite furono tolti, il partito si preoccupò di evitare gli eccessi antiebraici e fu fatto di tutto per mettere a proprio agio i giornalisti stranieri al fine di modificarne il giudizio. Le Olimpiadi proiettarono verso l’esterno l’immagine di una nazione pacifica, importante tanto per le esigenze tedesche di prendere tempo quanto ai desideri europei di vedere una Germania meno aggressiva, anche se, in pratica, i Giochi Olimpici furono solo una pausa dalle persecuzioni razziste visibili. La Germania ospitò le gare della XI Olimpiade in una nazione ormai assoggettata alla dittatura hitleriana, in un ambiente caratterizzato da una presenza quasi soffocante di croci uncinate e con innovazioni che volevano dimostrare al mondo la forza politico-organizzativa della Germania nazista come la «tradizione inventata» della staffetta della fiaccola olimpica destinata a restare nel cerimoniale olimpico. L’ edizione fu comunque molto ben organizzata e la regista Leni Riefensthal girò un film, Olympia, asservito all’ideologia e alla propaganda nazista. Gli atleti( 4069 di cui 328 donne ) in rappresentanza di 49 nazioni sfilarono il 1° agosto per la cerimonia di apertura. L’ atleta simbolo di Berlino 1936 fu, comunque, l’ americano di colore Jesse Owens, nativo dell’ Alabama e capace di conquistare 4 ori tra gare di velocità e salto in lungo; uno smacco per il Fuhrer che in terra germanica lo sportivo più ammirato fosse un afroamericano. Le tredici medaglie degli atleti afroamericani costrinsero Goebbels ad ordinare ai giornali di minimizzare sulle vittorie dei non ariani. Quasi a chiudere un cerchio, Berlino fu l’ ultima Olimpiade disputata prima del secondo conflitto mondiale. Si sarebbe tornato a gareggiare nel 1948 a Londra. Intanto il 2 settembre 1937 moriva per una crisi cardiaca il barone Pierre de Coubertin, colui che aveva ripristinato i giochi a 5 cerchi e 1° presidente del C.I.O e con lui, alla vigilia della guerra, morirono anche le illusioni di chi era convinto che un evento sportivo come le Olimpiadi potesse portare al raggiungimento della pace universale. LONDRA 1948 Malgrado due edizioni cancellate e l’onta di Berlino ‘36, anche nel secondo dopoguerra il CIO trovò la forza di rilanciare i Giochi Olimpici, nonostante il conflitto avesse causato milioni di morti, coinvolgendo inevitabilmente anche gli atleti olimpici, almeno 750. Dopo la II Guerra mondiale, il neopresidente C.I.O Sigfried Edstrom assegnò i giochi a Londra, 40 anni dopo l’ edizione del 1908, quella di Dorando Petri. Le macerie post conflitto erano presenti ovunque e la parola d’ ordine fu: austerity; con il divieto per il comitato organizzativo di costruire nuovi impianti. I sovietici, irritati dall’operazione del piano Marshall, che avevano rifiutato nel giugno del ’47, non parteciparono ai Giochi e così pure la Romania. Assenti per motivi comprensibili Germania e Giappone, parteciparono però, seppur in extremis, Austria, Ungheria e Italia, anche se non troppo graditi. La partecipazione dell’Italia, paese belligerante sconfitto, può essere posta in relazione col riscatto morale che la Resistenza partigiana seppe conferire alla storia del nostro Paese nonché all’approssimarsi all’orizzonte dei nuovi rapporti di forza internazionali, divenendo, dopo le elezioni del 18 aprile 1948, la penisola italiana un baluardo del blocco occidentale e del sistema di difesa atlantico. Una assenza rilevante, espressione della nuova geopolitica postbellica, fu quella di Israele che aveva dichiarato la propria indipendenza nel maggio del ’48 ma, poichè la partecipazione ai giochi avrebbe avuto il peso di un’implicita ammissione di riconoscimento dello Stato di Israele, i Paesi arabi minacciarono di boicottare l’evento e quindi il CIO decise di aspettare il 1950 per riconoscere il CNO di Israele. Furono 59 gli stati presenti, per un totale di 4383 atleti. La cerimonia d’ apertura si tenne il 29 luglio, alla presenza del re Giorgio VI, il padre di Elisabetta II e i Giochi furono disputati in un contesto di ricostruzione, privazione e austerità, sotto la crescente pressione della guerra fredda. HELSINKI 1952 La XV Olimpiade dell’ era moderna, si svolse in Scandinavia, più precisamente in Finlandia; i membri del CIO vollero premiare un paese, vittima dell’aggressione sovietica, che avrebbe dovuto ospitare i Giochi nel ’40. Le Olimpiadi di Helsinki, disputate nel pieno della guerra di Corea, segnarono il ritorno di Germania e Giappone, l’esordio di Israele e soprattutto dell’URSS. Il CIO negò il riconoscimento al CNO della RDT e quindi gli atleti avrebbero dovuto gareggiare in una squadra unificata; ovviamente non ci fu accordo e ai Giochi parteciparono solo gli atleti della Germania Ovest più, paradossalmente, una squadra della Saar, regione tedesca occupata dalle truppe francesi che solo nel 1957 potè rientrare nella RFT. I russi annunciarono all’ultimo momento la loro presenza e fu un’ironia della storie che proprio la Finlandia dovesse ospitare l’esordio Olimpico dei suoi invasori che comunque, per evitare al minimo il contatto con gli occidentali, si installarono in un villaggio olimpico isolato dal resto del mondo. Helsinki segnò anche l’esordio olimpico di Israele, accettato dalle due superpotenze che di fatto fece sì che le Olimpiadi del 1952 finirono per essere uno dei primi eventi internazionali al di fuori dell’Assemblea Generale dell’ONU in cui parteciparono sia Israeliani sia arabi. MELBOURNE 1956 I giochi della XVI Olimpiade furono assegnati a Melbourne e uscirono quindi per la prima volta dall’area euro-statunitense.Si disputarono tra il 22 novembre e l’ 8 dicembre, visto che nel periodo estivo europeo in Australia c’è un clima opposto e quindi rigido, essendo posizionata nell’ altro emisfero. Più che per motivi logistici come nei casi S. Louis e Los Angeles, furono alcune questioni politiche ed economiche a far si che alcune nazioni rinunciassero a partecipare. Il preludio equestre delle Olimpiadi si svolse a Stoccolma (causa leggi australiane) senza particolari tensioni politiche ma, alla vigilia delle Olimpiadi, l’instabilità del blocco orientale degenerò e le truppe sovietiche invasero e occuparono Budapest. Nello stesso periodo l’Egitto era intenzionato a nazionalizzare il canale di Suez e, per difendere i propri interessi, Francia e Inghilterra concordarono con Israele un intervento militare per detronizzare Nasser che ebbe successo dal punto di vista militare ma fu un disastro sul piano politico in quanto gli USA condannarono questo gesto e si unirono all’URSS per imporre il cessate il fuoco. Le Olimpiadi non poterono quindi non diventare una tribuna politica: l’Egitto non partecipò e richiese ufficialmente al CIO l’esclusione dei tre paesi aggressori che non ebbe risposta e quindi per solidarietà Libano e Iraq decisero di boicottare Melbourne come pure la Spagna franchista per prendere le distanze dall’Unione Sovietica In solidarietà con il popolo ungherese boicottarono l’evento anche Olanda e Svizzera. CITTA’ DEL MESSICO 1968 Fu un anno di grandi lotte interne in più di una nazione ( Italia compresa ) e anche l’Olimpiade messicana fu anticipata dagli scontri tra polizia e studenti, mettendo a rischio la disputa delle gare che alla fine partirono ugualmente. Si sfondò il tetto delle 100 nazioni partecipanti ( 112 ) per un totale di 6626 atleti. Il 15 febbraio 1968 il CIO decretò la riammissione del Sudafrica nel movimento Olimpico, alla notizia Algeria ed Etiopia annunciarono il proprio boicottaggio, presa di posizione che raccolsero successivamente diversi Paesi africani ma anche caraibici, islamici, e del blocco comunista; richiamato a votare il CIO , affermando che non poteva garantire l’incolumità degli atleti africani, decise di ritirare l’invito al Comitato Sudafricano. Le tensioni politiche non risparmiarono neppure il paese organizzatore, governato con piglio autoritario da Gustavo Diaz Ordaz. La società civile Messicana, specialmente gli studenti, cominciò a mobilitarsi nell’estate del ‘68 al fine di abolire le misure repressive nei confronti dell’ordine pubblico e di ottenere libertà per i prigionieri politici. Il governo ignorò le richieste nonostante diverse marce pacifiche e il 2 ottobre il «Battaglione Olimpia» circondò i manifestanti a conclusione di un corteo che finì in una carneficina con diverse centinaia di vittime. Le problematiche razziali emersero nella premiazione dei 200 metri piani, con la clamorosa protesta dei colored americani Tommie Smith e John Carlos ( oro e bronzo olimpici ) che salirono sul podio senza scarpe, con calze nere, pugno chiuso levato in alto e coperto da un guanto nero per evidenziare ulteriormente il disagio etnico tra bianchi e neri, scatenando poi molte proteste e polemiche. MONACO 1972 I costosissimi Giochi del ’72 avrebbero dovuto celebrare il reintegro della Germania nella comunità internazionale e la sua forza economica. Gli organizzatori avevano progettato i Giochi per dimostrare di essere una potenza civile ed economica e far dimenticare il passato militarista e Berlino ’36. Le Olimpiadi di monaco ‘72 sono ricordate però per il grave attentato terroristico di un gruppo di fedayn Palestinesi, che costò la vita a 11 atleti e dirigenti Israeliani, segnando per sempre la storia dei Giochi. La notte del 5 settembre, otto uomini del gruppo terroristico «Settembre Nero», un’organizzazione estremista (poco conosciuta) per la liberazione della Palestina, fecero irruzione nella palazzina n°31 del villaggio olimpico che ospitava gli atleti Israeliani uccidendone 2 e prendendone 9 in ostaggio. In cambio del rilascio, i terroristi chiedevano La liberazione di 234 Palestinesi e 2 terroristi tedeschi, ma la linea politica di Israele non prevedeva la trattativa. Dopo estenuanti negoziati i terroristi furono portati all’aeroporto di Furstenfeldbruck. Per i tedeschi, ex nazisti, non era accettabile che gli sportivi Israeliani potessero essere allontanati dalla Germania con la forza e questo contribuì alla serie di errori e omissioni che sfociò nella strage. Gli Israeliani offrirono uomini addestrati in antiterrorismo ma la Germania non accettò; così dopo una lunga sparatoria nella quale furono sottostimati i terroristi, furono uccisi tutti e 9 gli ostaggi israeliani, 5 terroristi e 1 agente di polizia tedesco. Le Olimpiadi furono sospese solo per una giornata di lutto per poter svolgere una cerimonia che onorasse il ricordo delle vittime, che ebbe comunque un forte valore politico. Fu infatti boicottata da 10 nazioni Arabe, dall’Urss (che dopo l’attentato riprese a fornire armi ai palestinesi), e da alcuni membri polacchi e della RDT. Questo fu vissuto come uno shock: per la prima volta il suolo Olimpico era stato violato, ma ciò non avrebbe dovuto rappresentare una sorpresa in quanto, essendo un’espressione dello status quo politico: «i Giochi Olimpici costituiscono un magnete per tutte le forme di dimostrazione politica contro qualsiasi Stato».