PIANO STRATEGICO AZIENDALE 2010-2012 Maggio 2010 1 PIANO STRATEGICO AZIENDALE 1 PREMESSA 1.1 Il contesto aziendale 1.2 Il quadro epidemiologico generale 2 6 7 11 LE STRATEGIE DI EVOLUZIONE DEL SISTEMA NEL PIANO SANITARIO REGIONALE 2010-2011 18 2.1.2 La visione regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) 19 2.1.3 Visione Aziendale 20 2.1.4 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali 22 2.1.5 L Ufficio di Coordinamento del Distretto 23 2.2 Evoluzione dell Assistenza Primaria 25 2.2.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) 25 2.2.2 Il livello aziendale 25 2.2.3 Gli interventi di riorganizzazione dell attività assistenziale 26 2.2.4 Le Unità di Cura Primaria 27 2.2.5 Il presidio territoriale di prossimità. 30 2.2.6 Gli interventi a supporto della riorganizzazione 32 2.3 Potenziamento attività di specialistica ambulatoriale e integrazione di essa nella rete dei servizi territoriali 33 2.3.1 La situazione attuale 33 2.3.2 Gli interventi 42 2.4 Interventi urgenti per il contenimento delle liste d attesa 44 2.4.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) 44 2.4.2 Il livello aziendale 45 2.5 Organizzazione di reti specialistiche con collegamenti tecnici e funzionali fra strutture di diverso grado di specializzazione e fra diversi livelli di assistenza. 47 2.5.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) 47 2.5.2 Il livello aziendale 47 2.6 Organizzazione diffusa di Day service e la promozione dell uso appropriato del Day hospital e della Day surgery 50 2 2.6.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) 50 2.6.2 Il livello aziendale 52 2.7 Introduzione del Week Hospital (ospedale su cinque giorni) e di reparti di Osservazione breve intensiva 54 2.7.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) 54 2.7.2 Il livello aziendale 56 2.8 L orientamento della formazione a supporto degli obiettivi di trasformazione dei servizi sanitari e di riequilibrio del rapporto tra ospedale e territorio. 57 2.8.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) 57 2.8.2 Problemi 57 2.8.3 Risposte 58 2.8.4 Il livello aziendale 60 2.8.5 L implementazione di percorsi formativi 61 2.9 Impulso alla crescita e al recupero di validità delle iniziative di prevenzione 62 2.9.1 Le attività di prevenzione nel quadro dei livelli essenziali di assistenza 62 2.9.2 I programmi di screening 63 2.9.3 Realizzazione di Programmi di prevenzione 63 2.10 Nuove linee di intervento per la salute mentale 65 2.11 Strategie per il monitoraggio e il controllo della spesa farmaceutica 70 2.12 Interventi finalizzati al riequilibrio economico 71 2.12.1 Programmi operativi 2010 71 2.12.2 Riduzione del tasso di ospedalizzazione e miglioramento dell appropriatezza organizzativa 78 2.12.3 Risk Management 79 2.12.4 Benchmarking 80 2.12.5 Spesa farmaceutica ospedaliera 82 3 IL GOVERNO DELLA DOMANDA 3.1 4 Il ruolo del Distretto 83 84 3.1.1 Strumenti e obiettivi dell analisi della domanda a livello territoriale 86 3.1.2 Accordi contrattuali 88 LA RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE 90 3 4.1 L adeguamento della struttura organizzativa in attuazione degli standard regionali 91 4.2 La riorganizzazione conseguente al Piano Strategico 92 4.3 La riorganizzazione della tecno-struttura 93 5 LA REINGEGNERIZZAZIONE DEI PROCESSI 5.1 95 Il quadro generale 96 5.1.1 Il progetto SIPAT 97 5.2 6 Applicativi informatici esistenti ATTUAZIONE DEL PIANO STRATEGICO AZIENDALE 99 100 6.1 Il contesto normativo e il Piano di Rientro 101 6.2 La sostenibilità economico-finanziaria 104 6.2.1 Stima del trend dei ricavi 106 6.2.2 Equilibri economici richiesti 107 6.2.3 Vincoli alla programmazione aziendale posti dai Piani Operativi 2010 108 6.2.4 Piano degli investimenti 114 6.2.5 Scenari futuri e opportunità. Il nuovo Ospedale dei Castelli 119 6.3 Il sistema di controllo per l attuazione del Piano Strategico 122 6.4 Crono programma del Piano Strategico 123 4 Ringraziamenti La Direzione Aziendale ringrazia tutti i Dirigenti che nei primi mesi del 2010 hanno collaborato, in varie forme, alla messa a punto del Piano Strategico. Il Piano è frutto di numerose riunioni a cui hanno partecipato responsabili di uffici di staff e di strutture centrali, direttori di Distretto e di Polo ospedaliero. La stesura del documento nasce dai contribuiti forniti da un gruppo di lavoro costituito ad hoc di cui hanno fatto parte, oltre alla Direzione Aziendale: Guglielmo di Balsamo, Direttore UOC Gestione Economico Finanziaria, Danila Fiorillo, Direttore UOC Organizzazione e Formazione, Maurizio Iacono, Direttore UOC Controllo Erogatori Privati, Daniela Meli, Direttore UOC Sistema Informativo Prestazioni Sanitarie, Mauro Mereu, Responsabile Controllo di Gestione Antonio Pazienza, Direttore UOC Affari Generali Pierluigi Vassallo, Direttore Distretto H2 Un particolare ringraziamento a Mauro Mereu, che ha coordinato l assemblaggio e l integrazione dei vari contributi, e a Guglielmo di Balsamo che ha definito il sistema di controllo e la sostenibilità economica del Piano Strategico. 5 1 PREMESSA 6 1.1 Il contesto aziendale L ASL RMH presenta una popolazione residente che al 1° gennaio 2009 è pari a 534.605 abitanti, 261.023 maschi e 273.582 femmine. Essa è articolata in 6 distretti: H1, con 88.000 abitanti; H2, con 101.000 abitanti; H3, con 76.000 abitanti; H4, con 89.000 abitanti; H5, con 63.000 abitanti; H6, con 91.000 abitanti. Il quadro epidemiologico riferito alla popolazione residente denota una significativa crescita dell occorrenza di patologie cronico degenerative, correlata anche con l allungamento della vita, che danno luogo a bisogni assistenziali per i quali le risposte territoriali sono maggiormente efficaci (medici di medicina generale, assistenza domiciliare, integrazione sociosanitaria) ferma restando la garanzia di una rapido accesso alle strutture ospedaliere in caso di acuzie, complicanze e riacutizzazione. La necessità di contenere il numero dei posti letto ospedalieri e dei servizi erogati negli stessi, privilegiando la appropriatezza delle modalità di intervento con riduzione dei costi superflui, fanno del territorio la sede elettiva dell assistenza ai cittadini. Le nuove tecnologie, le innovative risorse farmacologiche e strumentali hanno fortemente ampliato la gamma di prestazioni erogabili in ambito territoriale ed ambulatoriale sottraendole all esclusività ospedaliera e costituendo al tempo stesso un valido mezzo per evitare rischi di infezioni nosocomiali ed inappropriata allocazione delle risorse. La centralità della persona e non della patologia, la soddisfazione dei bisogni di salute con la maggior importanza assunta dalla assistenza continuativa alle persone incrementano i motivi di scelta del territorio quale sede principale dell assistenza ai cittadini. Occorre rendere il territorio in grado di svolgere tale ruolo, operando una radicale trasformazione del quadro attuale con modifiche organizzative e culturali e la creazione di percorsi assistenziali di continuità. Il nuovo patto per la salute per gli anni 2010-2012 sancito in conferenza stato regioni del 3 dicembre 2009 a tale riguardo richiede una revisione della distribuzione delle risorse, che destini un finanziamento percentuale per il livello di assistenza ospedaliero del 44% e per il livello distrettuale del 51% , nel cui ambito la Regione Lazio e le singole Aziende non sono ancora collocate. Il sistema dei presidi ospedalieri a gestione diretta si presenta eccessivamente frammentato e dispersivo; inoltre, alcune strutture non garantiscono standard di sicurezza ottimali per l assistenza ai pazienti acuti. 7 Ne consegue la necessità di procedere alla riorganizzazione della rete ospedaliera pubblica della ASL RMH che permetta l accorpamento di reparti omologhi, la riqualificazione dell offerta assistenziale, e un recupero di efficienza operativa e manageriale. Il polo ospedaliero H2 vede l esigenza della realizzazione di un nuovo ospedale nel comune di Ariccia, che permetterà di conseguire la necessaria riduzione di posti letto già avviata e di non concentrare attività simili in ospedali dello stesso polo. Il nuovo ospedale multispecialistico dovrà sostituire i presidi di Albano, Genzano e Ariccia. Parte dei locali dell ospedale Spolverini di Ariccia saranno occupati da un PTP, mentre nel Distretto H3 verrà sistemato anche un PTP nei locali dell ospedale di Marino. Nel Distretto H1 è previsto un altro PTP a Rocca Priora. Inoltre è stato definito dall accordo di programma lo stanziamento di 23,5 milioni di euro per il potenziamento e l adeguamento dell Ospedale di Velletri. [fonte PSR Lazio 2010 2012] Un effettiva riorganizzazione dei servizi sanitari, funzionale rispetto al quadro epidemiologico sopra accennato non può comunque limitarsi alla riorganizzazione della rete ospedaliera e ad sistema più integrato ed efficiente dell assistenza territoriale. Appare sempre più necessario lo sviluppo di modelli di governo della domanda in grado di organizzare tutto il sistema dell offerta in risposta alla domanda di salute della popolazione. Se si analizza la spesa pro-capite dell Asl Roma H, si riscontra un peculiare capovolgimento di tendenza rispetto alle medie regionali e nazionali, come evidenzia la tab. 2. 8 Tabella 1 - Asl Roma H - Popolazione residente al 1° Gennaio 2009 FONTE DATI ISTAT 0 -13 14 - 64 65 - 74 > 74 TOTALE COMUNI EX USL H1 H1 H1 H1 H1 H1 COMUNE COLONNA FRASCATI GROTTAFERRATA M. PORZIO CATONE MONTECOMPATRI ROCCA DI PAPA H1 ROCCA PRIORA TOTALE EX 29 H2 H2 H2 H2 H2 ALBANO ARICCIA CASTEL GANDOLFO GENZANO LANUVIO H2 NEMI TOTALE EX 34 H3 CIAMPINO H3 MARINO TOTALE EX 32 H4 POMEZIA TOTALE EX 33 H5 VELLETRI H5 LARIANO TOTALE EX 31 H6 ANZIO H6 NETTUNO TOTALE EX 35 TOTALE RM H Maschi Femm. Maschi Femm. Maschi Femm. Maschi Femm. Maschi Femm. 297 269 1.286 1.333 175 186 107 156 1.865 1.944 Totale 3.809 1.257 1.294 6.959 7.059 993 1.219 822 1.328 10.031 10.900 20.931 1.599 1.379 6.542 7.360 1.027 1.294 642 1.050 9.810 11.083 20.893 613 569 3.092 3.164 398 396 253 436 4.356 4.565 776 755 3.580 3.429 451 454 265 464 5.072 5.102 10.174 1.164 1.129 5.491 5.447 555 582 379 560 7.589 7.718 15.307 899 768 4.217 4.090 534 524 278 432 5.928 5.814 11.742 6.605 6.163 31.167 31.882 4.133 4.655 2.746 4.426 44.651 47.126 91.777 2.757 2.646 13.342 13.682 1.539 1.916 1.161 1.954 18.799 20.198 38.997 1.289 1.212 6.369 6.486 793 869 484 781 8.935 9.348 18.283 668 677 2.952 3.135 386 448 252 434 4.258 4.694 8.952 1.579 1.580 8.272 8.428 1.034 1.125 670 1.084 11.555 12.217 23.772 993 890 4.545 4.456 464 469 333 431 6.335 6.246 12.581 145 125 652 676 90 93 71 126 958 1.020 1.978 7.431 7.130 36.132 36.863 4.306 4.920 2.971 4.810 50.840 53.723 104.563 2.644 2.642 12.808 13.260 1.744 2.070 1.115 1.775 18.311 19.747 38.058 2.713 2.646 13.184 13.492 1.660 2.012 1.122 1.940 18.679 20.090 38.769 5.357 5.288 25.992 26.752 3.404 4.082 2.237 3.715 36.990 39.837 76.827 4.495 4.283 21.315 20.930 2.262 2.430 1.156 1.750 29.228 29.393 58.621 8.262 7.782 35.454 34.862 3.924 4.320 2.090 3.004 49.730 49.968 99.698 3.566 3.489 18.210 18.177 2.229 2.567 1.671 2.738 25.676 26.971 52.647 1.002 920 4.428 4.393 494 519 258 443 6.182 6.275 12.457 4.568 4.409 22.638 22.570 2.723 3.086 1.929 3.181 31.858 33.246 65.104 3.701 3.528 18.165 18.189 2.399 2.604 1.435 2.171 25.700 26.492 52.192 3.248 3.089 14.762 15.632 1.857 2.283 1.387 2.186 21.254 23.190 44.444 6.949 6.617 32.927 33.821 4.256 4.887 2.822 4.357 46.954 49.682 96.636 39.172 37.389 184.310 186.750 22.746 25.950 14.795 23.493 261.023 273.582 534.605 8.921 9 Tabella 2 - Analisi della spesa pro-capite a livello Nazionale, Regionale e Aziendale - Anno 2008 valori/1000 pro-capite valori/1000 pro-capite NAZIONALE LAZIALE Costi produzione interna 63.861.992 1.071,20 6.188.393 1.112,80 3,9 424.310 815 -24% Beni e servizi 24.504.490 411 2.623.023 471,7 14,8 194.281 373 -9% Costi del personale 33.796.683 566,9 2.919.960 525,1 -7,4 216.914 417 -27% Altri costi 5.560.819 13.115 25 93 valori/1000 pro-capite SCOST vs ITALIA ASL ROMA H 2008 645.410 116 24% SCOST vs ITALIA -73% Costo per prestazioni affidate all'esterno 39.917.409 669,5 4.695.963 844,4 26,1 601.205 Medicina di base 5.997.402 553.004 99,4 -1,1 45.564 88 Farmaceutica convenzionata 11.579.196 194,2 1.312.490 236 21,5 130.071 250 29% Ospedaliera convenzionata 8.844.819 148,4 1.504.937 270,6 82,4 227.752 437 195% Specialistica ambulatoriale 3.625.572 60,8 458.470 82,4 35,6 62.530 120 98% Riabilitativa 2.228.690 37,4 269.489 48,5 29,6 90.351 174 364% Integrativa e protesica 1.620.488 27,2 212.308 38,2 40,5 15395 Altra assistenza 4.807.533 80,6 292.413 52,6 -34,8 33.739 65 -20% Saldo negativo mobilità extraregione 1.213.709 20,4 92.852 16,7 -18 2.247 4 -79% 100,6 1.155 72% 30 -13% 9% 10 1.2 Il quadro epidemiologico generale Investire nella prevenzione e nel controllo delle malattie croniche potrebbe migliorare la qualità della vita e il benessere sia a livello individuale che sociale. Nella Regione europea fonti dell Oms affermano che, almeno l 86% dei decessi e il 77% del carico di malattia sono dovuti a malattie cardiovascolari, cancro, disturbi mentali, diabete, malattie respiratorie croniche e muscolo-scheletriche. Questo gruppo di malattie è caratterizzato da fattori di rischio, determinati di salute e opportunità di intervento comuni questo vasto gruppo di patologie, accomunate da fattori di rischio, determinanti di salute e opportunità di intervento. Sei messaggi chiave guidano l azione di controllo: la prevenzione è efficace quanto più è duratura e va considerata un vero e proprio investimento in salute e sviluppo; la società dovrebbe offrire un contesto ambientale che faciliti le scelte più salutari i servizi sanitari dovrebbero adattarsi a questo obiettivo, affrontando l attuale carico di malattia e aumentando le opportunità di promozione della salute; le persone dovrebbero essere messe nelle condizioni di promuovere la propria salute, di interagire con i servizi sanitari ed essere parte attiva della gestione delle malattie; per garantire il diritto alla salute è fondamentale che tutti abbiano accesso alla promozione della salute, alla prevenzione delle malattie e ai servizi sanitari; a qualsiasi livello, i governi hanno la responsabilità di proporre politiche di intervento all insegna della salute e di assicurare un azione integrata in tutti i settori. Gran parte del carico di malattia in Europa è dovuto a una manciata di malattie, col-legate da fattori di rischio comuni e determinanti di salute. Malattie cardiovascolari, tumori, malattie polmonari, diabete, queste patologie, i loro fattori di rischio e i determinanti di salute sono più o meno gli stessi in tutta l Europa e hanno superato le malattie trasmissibili in termini di costi sanitari, tenendo conto che alcuni Paesi affrontano un carico doppio, per malattie trasmissibili e non. In Europa le malattie cardiovascolari rappresentano il killer numero uno, in quanto sono responsabili di più della metà dei decessi: cardiopatie e ictus sono la causa principale di morte in tutti i 52 Paesi membri. 11 In Europa quasi il 60% del carico di malattia espresso in DALY (Disability-adjusted life years ) è causato da sette fattori di rischio principali: ipertensione (12,8%), tabagismo (12,3%), alcol (10,1%), eccesso di colesterolo (8,7%), sovrappeso (7,8%), scarso consumo di frutta e verdura (4,4%), inattività fisica (3,5%). Anche il diabete è stato riconosciuto fra i fattori di rischio principali e può favorire lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Questi fattori di rischio sono gli stessi in tutte le sottoregioni epidemiologiche dell Europa e nella maggior parte dei Paesi europei, sebbene l ordine di classificazione sia diverso. Dei 52 Stati europei membri dell Oms, in 37 la mortalità è dovuta soprattutto all ipertensione, mentre in 31 il tabagismo è il fattore di rischio principale per il carico di malattia. L alcol è il fattore di rischio principale sia per la disabilità sia per la mortalità in giovane età in Europa. Il Daly è un indicatore pieno di significato che evidenzia l impatto di una malattia, nello specifico esprime gli anni di vita persi (aspettativa di vita) e gli anni di vita vissuti con una disabilità di determinata gravità e durata. E un indicatore utilizzato per misurare il peso di una malattia (DALY persi) o anche l efficacia delle cure (QALY salvati), sul presupposto che tutti dovrebbero vivere fino a 80 anni (standard del DALY). I fattori di rischio maggiori sono comuni a molte delle principali malattie diffuse in Europa. Per esempio, ciascuno di questi sette fattori di rischio è associato ad almeno due delle malattie principali e, a sua volta, ciascuna delle condizioni principali è associata a due o più fattori di rischio. Inoltre per molti individui, soprattutto quelli socialmente più svantaggiati, i fattori di rischio si accumulano e spesso si moltiplicano. Le malattie tendono anche ad accumularsi a livello individuale, possono cioè coesistere contemporaneamente diverse patologie. Almeno il 35% degli uomini al di sopra dei 60 anni presenta due o più malattie croniche: il fenomeno, inoltre, è destinato ad aggravarsi progressivamente con l età, soprattutto nelle donne. Salute fisica e mentale sono strettamen-te correlate, entrambe legate a determinanti comuni come situazioni abitative degradate, a-limentazione povera, scarsa istruzione, oppure a fattori di rischio diffusi come l alcol. La depressione, per esempio, è più comune nelle persone colpite da malattie fisiche che nelle persone sane, con una prevalenza che può arrivare fino al 33% nelle persone affette da tumori, al 29% fra gli ipertesi e al 27% fra i diabetici. 12 Le malattie croniche hanno un'origine multifattoriale e derivano da interazioni complesse tra gli individui e il loro ambiente, ma anche dalle effettive opportunità di promozione della salute e di riduzione dei principali rischi. Caratteristiche individuali (sesso, etnia, predisposizione genetica) e fattori protettivi, tra cui la solidità emotiva, oltre ai determinanti sociali, economici e ambientali (reddito, livello di istruzione, condizioni di vita e di lavoro), possono fare la differenza in termini di esposizione e vulnerabilità ai rischi per la salute. Questi determinanti di fondo, chiamati anche cause delle cause , influenzano le opportunità di salute, i comportamenti salutari e lo stile di vita, ma anche l insorgenza, la manifestazione e il decorso delle malattie. Il patrimonio genetico è destinato a diventare sempre più importante per valutare il rischio individuale di sviluppare certe malattie, come per esempio diabete, cardiopatie, tumori, schizofrenia e morbo di Alzheimer. Per quanto i meccanismi di trasmissione ereditaria non siano ancora ben definiti, le interazioni tra geni e ambiente potrebbero giocare un ruolo determinante. Inoltre, la distribuzione delle malattie può variare in base all etnia: per esempio, il diabete di tipo 2 è fino a 6 volte più frequente fra le popolazioni asiatiche e fino a 3 volte fra gli individui di origine africana. Anche il genere può influenzare lo sviluppo e l'andamento dei fattori di rischio e di malattie come l obesità, le malattie cardiovascolari e i disturbi psichici. Per tutta la vita, uomini e donne assumono o ricevono ruoli sociali diversi, che sono valutati in modo diffe-rente. Questo influenza l atteggiamento nei confronti dei rischi, dell esposizione ai rischi o, al contrario, delle scelte più sane. Il diverso ruolo sociale determina anche la misura in cui uomini e donne possono accedere e controllare le risorse e la possibilità di prendere le deci-sioni indispensabili a proteggere la propria salute. Ne derivano profondi squilibri nei profili di rischio, nell accesso e utilizzo dei servizi sanitari e nelle conseguenze per la salute. Le basi della salute dell adulto si pongono nell infanzia, se non addirittura nella vita prenatale: un buon inizio è fondamentale per il successivo sviluppo. Le madri molto giovani, povere o con un basso livello d istruzione sono quelle più a rischio di dare alla luce bambini sottopeso alla nascita e di non allattare al seno. A sua volta, il basso peso alla nascita è spesso associato al rischio di sviluppare malattie coronariche, infarto, ipertensione e diabete di tipo 2. Abitudini salutari come mangiare in modo equilibrato, fare esercizio fisico e non fumare si acquisiscono fin da piccoli, e dipendono fortemente dal comportamento dei genitori e degli adulti in generale. Una crescita lenta e uno scarso 13 supporto emotivo durante l infanzia possono tradursi successivamente in un eccesso di rischio di scarse condizioni fisiche e psichiche: per esempio, chi subisce abusi sessuali e altre violenze o incidenti durante l infanzia è maggiormente esposto a fattori di rischio come tabagismo, inattività fisica, obesità grave e alcolismo in età adulta. Parlare di governo della domanda presuppone innanzitutto una analisi dei bisogni e l impiego di mezzi e risorse in grado di capire in che direzione orientare l offerta di servizi. La Ricomposizione dell offerta è rivolta in particolare a rendere il processo assistenziale unitario rispetto ai bisogni espressi con la presa in carico complessiva del paziente; necessita di una struttura organizzativa flessibile, snella con forte integrazione tra le varie aree più propriamente professionalI e quelle gestionali necessaria a gestire l incertezze caratteristiche del mondo sanitario. Il Recupero di appropriatezza intende sottolineare la eccessiva variabilità dei percorsi assistenziali la cui ragion d essere sta spesso nelle resistenze al cambiamento e nella mancanza di consenso tra la classe medica, difficoltà nello stabilire linee guida condivise o su quale sia la pratica migliore di fronte ad un medesimo caso clinico. Questo ragionamento ci rimanda pertanto alla medicina basata sull evidenza EBM e non solo. Un altro importante aspetto del recupero di appropriatezza è quello relativo all ambito di cura: un ipertensione arteriosa semplice, un diabete senza complicanze, una lombalgia non ha alcuna ragione di essere trattata in ricovero ordinario in quanto le stesse patologie possono essere gestite in modo migliore in altro ambito di cura. Gli strumenti per la programmazione delle attività e dei servizi sanitari consistono essenzialmente nell individuare nel ruolo di committente i direttori di distretto e nel ruolo di produttori i direttori di dei Poli ospedalieri. La nostra Azienda è chiamata ad adottare anche interventi di prevenzione primaria che debbono agire a monte del processo di deterioramento dello stato di salute; in pratica conservare una popolazione sana agendo su stili di vita, sulla salubrità dell aria, suolo, acqua e ambienti di lavoro. E opinione diffusa e consacrata che l aumento di servizi sanitari indotti dalle strutture di offerta in un mercato che spinge al consumo, non garantisce un miglioramento delle condizioni di salute che è invece garantito da un maggiore investimento in prevenzione primaria. 14 Questa asserzione implica sia la creazione di ambienti che consentano di offrire un adeguato supporto alle persone per il perseguimento della salute negli ambienti di vita e di lavoro, (attraverso condizioni di maggiore sicurezza e gratificazione ed il rafforzamento dell'azione delle comunità che devono essere adeguatamente sostenute per poter operare autonome scelte per quanto riguarda i problemi relativi alla salute dei cittadini che vi appartengono) sia il riorientamento dei servizi sanitari nella logica di renderli più adeguati ed adatti ad interagire con gli altri settori, in modo tale da svolgere un'azione comune per la salute della comunità di riferimento. La Carta di Ottawa, sottoscritta dagli Stati appartenenti all Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce la promozione della salute come il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla. La promozione della salute mira soprattutto a raggiungere l'eguaglianza nelle condizioni di salute. Il suo intervento si prefigge di ridurre le differenziazioni evidenti nell'attuale stratificazione sociale della salute, offrendo a tutti eguali opportunità e risorse per conseguire il massimo potenziale di salute possibile. Questo comprende: un saldo radicamento in un ambiente accogliente, l'accesso alle informazioni, le competenze necessarie alla vita, la possibilità di compiere scelte adeguate per quanto concerne la propria salute. Non è possibile conquistare il massimo potenziale di salute se non si è in grado di controllare i fattori che la determinano. La salute è un bene essenziale per lo sviluppo sociale, economico e personale, ed è aspetto fondamentale della qualità della vita. I fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorirla così come possono lederla. Anche gli individui e i gruppi possono diventare soggetti attivi nel perseguimento di uno stato di buona salute quando sono in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l'ambiente o di adattarvisi. Accreditati studi internazionali hanno effettuato una stima quantitativa dell impatto di alcuni fattori sulla longevità delle comunità, utilizzata come un indicatore indiretto della salute. I fattori socio-economici e gli stili di vita, contribuiscono per il 40-50%, lo stato e le condizioni dell ambiente per il 20-33%, l eredità genetica per un altro 20-30% e i servizi sanitari per il 10-15%. Ne consegue che la promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario, dovendo coinvolgere anche i settori che influiscono sulla salute stessa con un approccio definito intersettoriale che preveda, cioè, l'intervento, la collaborazione e il 15 coordinamento di settori diversi dalla sanità (istruzione, cultura, trasporti, agricoltura, turismo, ecc.) per realizzare iniziative in grado di migliorare lo stato di salute della popolazione. Essa porta il problema all'attenzione dei responsabili delle scelte in tutti i settori, a tutti i livelli, invitandoli alla piena consapevolezza delle conseguenze sul piano della salute di ogni loro decisione, e a una precisa assunzione di responsabilità in merito. Un altro aspetto rilevante riguarda la collocazione del sociale la cui vera integrazione con i servizi sanitari passa attraverso l adozione, nei Piani di Zona del Distretto sociosanitario, di progettualità comuni che non si fermino ai programmi di assistenza domiciliare integrata, ad alcuni servizi alla persona, ai centri diurni e di aggregazione, alla lotta alle dipendenze ed alle diseguaglianze, tutte progettualità pure importantissime, soprattutto perché ancora molto poco si è fatto. L integrazione con il sociale è infatti la vera e più importante scommessa del futuro. Si vincerà allorquando le punte di diamante del distretto ovvero le analisi statistico epidemiologiche espressione di una effettiva analisi dei bisogni, in grado di tracciare le mappe di rischio socio-sanitario, integreranno e influenzeranno in un circolo virtuoso le azioni di governo locale verso la prevenzione primaria: cioè quell agire a monte del processo di deterioramento del processo di salute che costituisce poi la vera mission delle aziende sanitarie finanziate a quota capitaria . Da queste sinergie ci possiamo aspettare di agire sui determinanti di salute per esempio una riduzione degli incidenti della strada perché la pianificazione sul come prevenirli e la realizzazione di una mobilità sostenibile è fatta prima ancora di costruire le strade, così come ci possiamo aspettare una riduzione delle neoplasie da esposizione ad agenti inquinanti. Un importante documento sulla strategia della salute per tutti si chiama Health21: La salute per tutti nel 21 secolo che è stato adottato dall'Assemblea Mondiale della Sanità nel 1998. Esso individua 21 obiettivi strategici che dovrebbero essere perseguiti a livello internazionale, nazionale e locale nei Paesi della Regione Europea e si basa su una serie di analisi e di valutazioni secondo le quali, in particolare: la salute costituisce la precondizione per il benessere e la qualità della vita e il riferimento per misurare la riduzione della povertà, la promozione della coesione sociale e l'eliminazione della discriminazione è fondamentale l'adozione di strategie multisettoriali per affrontare i determinanti della salute assicurandosi l'alleanza da parte dei settori esterni alla sanità 16 la salute è un elemento basilare anche per una crescita economica sostenibile; gli investimenti in salute attraverso un approccio intersettoriale non solo offrono nuove risorse per la salute, ma anche ulteriori benefici importanti, contribuendo nel medio periodo allo sviluppo sociale ed economico complessivo. La domanda può essere anche indotta; ad esempio si richiamano alcune regole di economia sanitaria: legge di Roemer: un letto reso disponibile equivale a un letto occupato; ovvero, l aumento della disponibilità di posti letto in un ospedale può stimolare un aumento della domanda; sindrome di Baumol: è la correlazione tra aumento del reddito procapite e spesa sanitaria; ovvero, è il benessere che può indurre la domanda. 17 2 LE STRATEGIE DI EVOLUZIONE DEL SISTEMA NEL PIANO SANITARIO REGIONALE 2010-2011 18 2.1.1.1 Riequilibrio ospedale-territorio, con l affidamento al Distretto di un ruolo di governo effettivo 2.1.2 La visione regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) Una qualificata assistenza sul territorio è oggi un obiettivo irrinunciabile per il nuovo assetto sanitario previsto dal presente Piano. La centralità della persona e non della patologia, la soddisfazione dei bisogni di salute con la maggior importanza assunta dall assistenza continuativa alle persone, oltre alla necessità di contenere il numero dei posti letto ospedalieri e dei servizi effettuati negli stessi, fanno del territorio il luogo principale dell assistenza ai cittadini. Occorre quindi rendere il territorio in grado di svolgere tale ruolo, ma ciò presume una radicale trasformazione del quadro attuale, con modifiche organizzative e culturali e la creazione di percorsi assistenziali di continuità. Del resto il Piano di rientro dal debito prevede interventi di riduzione dell offerta ospedaliera sia nelle strutture di ricovero pubbliche che in quelle private. Il Decreto del Commissario ad Acta del 17/11/08 n. 43 definisce per aree territoriali le manovre di riconversione di parte del sistema ospedaliero in strutture dedicate all assistenza primaria, a gestione distrettuale. Questa operazione, che va nel senso di un riequilibrio tra la componente ospedaliera e quella dei servizi territoriali, presenta al tempo stesso delle opportunità e dei rischi per il sistema. Le opportunità derivano dall occasione di cambiamento del Servizio sanitario regionale e dall introduzione di nuovi elementi che, unitamente ad una liberazione di risorse precedentemente impiegate a livello ospedaliero, possono contribuire a rendere effettiva l auspicata centralità del territorio e del Distretto. I rischi sono soprattutto relativi alla fase di transizione, laddove, a fronte della disattivazione di quote di attività ospedaliera, che talvolta ricopre spazi assistenziali impropri, il territorio non sia ancora sufficientemente attrezzato e quindi in grado di rispondere adeguatamente alla parte di domanda che non troverà più soddisfacimento a livello ospedaliero. Il Distretto dovrà assumere il pieno governo del settore dell assistenza primaria, attivando gli ambiti assistenziali (Residenze sanitarie, Hospice, Presidi territoriali di prossimità) che consentono di affrontare e gestire, in un ottica di continuità delle cure, le problematiche di salute connesse agli esiti già manifesti della cronicità. 19 Lo sviluppo dell Assistenza domiciliare integrata (ADI) è prioritario, essendo questo servizio quello che maggiormente esprime il valore di prossimità alle esigenze dei soggetti che presentano necessità assistenziali più o meno complesse legate alla loro condizione di non autosufficienza. È necessario rendere maggiormente integrati i servizi sanitari e sociali all interno del Presidio territoriale di prossimità, valorizzando nel contempo il ruolo del medico di medicina generale. Il Presidio va inteso quale struttura a vocazione multifunzionale e a gestione multiprofessionale, il cui stile di lavoro è caratterizzato dall integrazione, dall interdisciplinarietà. All interno del Presidio si svolgono, in forma integrata anche con il sociale, le attività di assistenza domiciliare, le cure intermedie, le funzioni specialistiche territoriali, le attività di promozione della salute/prevenzione. 2.1.3 Visione Aziendale Il distretto sanitario ha la responsabilità dell'insieme dei servizi necessari a garantire la salute della popolazione presente sul territorio, organizzando l erogazione dei servizi sanitari territoriali, coordinandoli e integrandoli con quelli ospedalieri. La struttura interna, l organizzazione e le procedure di funzionamento del distretto sono in relazione: alla domanda/bisogno dei cittadini, anche attraverso forme di partecipazione e di cittadinanza attiva; alla programmazione dei servizi territoriali sanitari e sociosanitari; alla definizione delle più ampie politiche di welfare attraverso il Piano di zona con gli Enti locali, alla presa in carico e alla continuità assistenziale, sia mediante la produzione diretta dei servizi e delle prestazioni, sia mediante quelle erogate dai soggetti convenzionati. I distretti sanitari gestiscono direttamente i Presidi Territoriali di Prossimità e tutte le altre tipologie di strutture sanitarie extraospedaliere ricadenti nel loro ambito territoriale, attraverso le risorse loro assegnate e utilizzano le risorse dei dipartimenti strutturali operanti sul territorio con l obiettivo di assicurare ai propri residenti un'adeguata offerta di servizi. Nel rapporto con l'ospedale, l area dell integrazione è rappresentata prioritariamente dalla definizione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali ai fini della continuità 20 assistenziale. In quest'ambito vanno definiti, tra l altro, i protocolli di accesso alle strutture ambulatoriali e diagnostiche ospedaliere e le modalità di valutazione multidimensionale in sede di pre e post dimissione. Vanno inoltre programmate e formalizzate congiuntamente le presenze di operatori ospedalieri in sedi distrettuali e viceversa. Il direttore di distretto sanitario è responsabile in modo autonomo della gestione delle risorse assegnate per il perseguimento delle funzioni del distretto sanitario, della programmazione e valutazione delle attività territoriali sanitarie e sociosanitarie, rispondendo alla Direzione Aziendale della suddetta gestione e dei risultati raggiunti e supporta la direzione aziendale nei rapporti con i sindaci del distretto sanitario nonché con gli altri soggetti richiamati dall art.1 della l. 328/2000. I Poli Ospedalieri sono finalizzati all'organizzazione e all'erogazione delle prestazioni di ricovero e delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, intra ed extra-ospedaliere, quest ultime erogate al di fuori delle unità funzionali dei servizi territoriali del distretto sanitario. Il Polo Ospedaliero, che costituisce un unica entità organizzativa di tipo ospedaliero, ancorché articolata su più stabilimenti anche con sedi in comuni diversi: assicura l'erogazione uniforme dell'attività ospedaliera sull'intero territorio di riferimento; favorisce l'adozione di percorsi assistenziali e di cura integrati, nonché l'attivazione di protocolli e linee guida che assicurino l'esercizio della responsabilità clinica e l'utilizzo appropriato delle strutture e dei servizi assistenziali; riorganizza le attività ospedaliere in funzione delle modalità assistenziali, dell'intensità delle cure, della durata della degenza e del regime di ricovero. L'aumento della prevalenza delle malattie croniche, la riduzione della durata delle degenze e il maggiore ricorso a prestazioni in regime di ospedalizzazione diurna o ambulatoriale, impone lo sviluppo di logiche di rete che consentano di prefigurare sistemi atti a relazionare costantemente la singola struttura ospedaliera con le altre realtà sanitarie, ospedaliere o territoriali. Tra i principali campi d'innovazione nell'integrazione tra ospedale e territorio si individuano: la progettazione e la gestione di aree assistenziali specializzate, in cui l'elemento caratterizzante e specifico è rappresentato dai bisogni assistenziali prima che da quelli clinici. Si tratta di aree su cui inoltre è possibile ed opportuno sperimentare gradi 21 crescenti di responsabilizzazione del personale dell'assistenza, quali infermieri, ostetriche, fisioterapisti, ecc.; Avvio del processo Credentialling for health professionals : definito nei Paesi anglosassoni come un processo utilizzato per assegnare specifiche responsabilità agli operatori sanitari sulla base della loro formazione, qualifiche, l'esperienza e la pratica attuale, all'interno di un contesto organizzativo fa parte di un più ampio contesto e di qualità organizzativa del sistema sanitario pubblico il cui scopo principale la maggiore tutela del paziente; la gestione operativa delle risorse fisiche presenti all'interno del distretto e dell'ospedale al fine di assicurare l'utilizzo ottimale di tutta la dotazione tecnica e strumentali, definendo ed esplicitando l'utilizzazione delle risorse aziendali minimizzando la variabilità dei comportamenti d'impiego da parte dei singoli servizi e unità operative; l implementazione e lo sviluppo dell informatica, dell l'ingegneria clinica, e della tecnologia della comunicazione. 2.1.4 I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali Per migliorare l efficacia e l efficienza dei servizi sanitari territoriali è necessario promuovere la definizione e l'utilizzo di percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali come strumento di governo clinico e di continuità della presa in carico. I percorsi sono prioritariamente individuati tra le patologie a più alta prevalenza e intensità assistenziale, sia acute sia croniche. Il loro sviluppo si accompagna alla definizione d'indicatori di processo, risultato ed esito, capaci d'incentivare comportamenti professionali adeguati e di rendere conto delle attività svolte agli utenti e altri attori coinvolti. Dove ritenuto opportuno sotto il profilo clinico-assistenziale, e soprattutto per le patologie croniche, è necessario lo sviluppo di programmi specifici di case management con attribuzione di responsabilità specifiche per la definizione e l'implementazione di tali percorsi. 22 L'Azienda Roma H comprende sei Distretti Sanitari che assistono una popolazione di 534605 abitanti residenti al 1 gennaio 2009 e che vede un costante incremento nel tempo. Nel corso degli ultimi anni si è provveduto a effettuare una notevole riduzione dei posti letto ospedalieri ed a diversificare e qualificare l'offerta di prestazioni di ricovero. Lo sforzo che parallelamente si sta effettuando è quello di promuovere l'assistenza primaria e rendere il Distretto l'artefice effettivo del ruolo di governo di questa ultima. Per realizzare le strategie aziendali si intende affidare al Distretto il ruolo di analizzatore dei bisogni dei propri residenti. Dovrà essere effettuata una attenta analisi dei dati epidemiologici scientifici presenti in letteratura e negli studi già effettuati a livello regionale e soprattutto dovrà essere posta una particolare attenzione ai dati specifici Aziendali relativi alla domanda espressa e soddisfatta a livello di erogatori a gestione diretta aziendale, erogatori privati accreditati e mobilità passiva verso altre aziende territoriali, ospedaliere ,universitarie ed ogni altra tipologia di erogatori di cui si posseggano i dati. Alla fase di analisi dei bisogni dovrà far seguito un piano strategico di riorientamento della sede di risposta alle richieste di assistenza privilegiando l'evoluzione della assistenza primaria da attuare attraverso l'incentivazione delle forme associative, la creazione e promozione dei Presidi territoriali di prossimità il potenziamento dell'assistenza domiciliare e residenziale. Il Distretto, nel suo ruolo di governo dovrà tendere nel triennio a migliorare l'organizzazione, l'efficacia ed il prestigio delle attività di assistenza nel territorio per consentire alle di rispondere aspettative dei cittadini, riducendone disagio e disorientamento e guadagnandone la fiducia e di garantire l'economicità del sistema. A completamento del proprio ruolo di governo il Distretto sarà chiamato ad assumere la funzione di committente per tutte quelle prestazioni di assistenza che non può direttamente erogare, in quanto depositario della conoscenza dei bisogni di salute dei propri cittadini e delle peculiarità socio-ambientali del territorio, che possono ulteriormente condizionare la domanda e l'interazione dell'utente con il Servizio Sanitario sia in termini di attese che di uso delle strutture e delle risorse. 2.1.5 L Ufficio di Coordinamento del Distretto L attività di governo del distretto deve avvenire attraverso un potenziamento ed una precisazione delle competenze dell Ufficio di Coordinamento, che deve assumere un ruolo 23 di organizzazione dei servizi che ad oggi è completamente assente. Essendo l interfaccia nei confronti dei MMG e dei PLS deve svolgere nuove funzioni in termini di: pianificare l offerta favorire nuove forme di associazionismo dei medici di base sviluppare servizi distrettuali a favore delle associazioni dei medici di base condividere i livelli e indicatori di controllo dell attività Per svolgere al meglio tali funzioni appare indispensabile che le funzioni di cui sopra vengano tradotte in un piano di azione a breve-medio termine, con l indicazione di obiettivi, risorse, etc. 24 2.2 Evoluzione dell Assistenza Primaria 2.2.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) L evoluzione dell Assistenza Primaria assume grande rilievo nel presente PSR, da attuare attraverso l incentivazione di forme associative, la promozione dei Presidi territoriali di prossimità e il potenziamento dell assistenza domiciliare e residenziale. attivazione delle Unità di cure primarie (UCP); attivazione dei Presidi territoriali di prossimità (PTP); riorganizzazione dei percorsi assistenziali e promozione dei percorsi integrati ospedale-territorio; riorganizzazione delle assistenze intermedie e dell integrazione sociosanitaria; attivazione dei care manager; estensione dei modelli di offerta APA e PAC; potenziamento dell offerta domiciliare; riduzione del gap fabbisogno/offerta per le RSA e riclassificazione delle stesse sulla base dei nuovi LEA RSA; riorganizzazione della rete dei laboratori; assicurazione della continuità assistenziale. 2.2.2 Il livello aziendale L assistenza primaria rappresenta la risposta che l Azienda dà in prima battuta alle necessità assistenziali e socio-assistenziali del territorio. Nell elenco puntato precedente vengono assemblate varie tipologie di intervento che vedono attori diversi e spaziano dall attività del medico di base a quella ospedaliera e a quella socio-sanitaria. Rispetto al quadro programmatico regionale, la situazione aziendale permette di evidenziare su vari punti una situazione evolutiva in quanto: sono state attivate le UCP in più distretti; 25 l offerta di assistenza domiciliare risulta essere di buon livello, ma del tutto insufficiente in termini quantitativi e qualitativi a far fronte alle richieste di salute ed esigenze delle popolazione non autosufficiente, alla epidemia silente delle patologie invalidanti quindi ad attuare a livello territoriale il chronic care model ; i PTP sono stati individuati nel piano sanitario regionale e è previsto che vengano attivati a breve; sono stati attivati alcuni percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali, ad esempio relativamente alle dimissioni protette; l azienda gode di un numero di posti RSA superiori al fabbisogno teorico definito a livello regionale per la popolazione residente, ma l offerta in ambito regionale è notoriamente carente e risulta nel complesso insufficiente a rispondere alle crescenti richieste di trattamento residenziale a lungo termine. Di conseguenza trovano accoglienza nelle nostre strutture sanitarie per anziani soggetti non autosufficienti provenienti dalle ASL romane (RM A,RM B,RM C,RM D, RM E) nelle quali ormai storicamente il numero di posti residenza risulta insufficiente. Tale fenomeno migratorio di soggetti fragili affetti da polipatologie e bisognosi di cure a lungo termine che caratterizza la nostra ASL deve essere attentamente tenuto in considerazione per le rilevanti conseguenze in termini di organizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali nonché per i molteplici costi aggiuntivi diretti ed indiretti che tale mobilità attiva determina nella nostra azienda. è in fase avanzata la riorganizzazione della rete dei laboratori; è stata notevolmente incrementata l offerta di Apa e Pac; è stato attivato in quattro Distretti il Punto Unico di Accesso che consente già la presa in carico e la tracciabilità del paziente. 2.2.3 Gli interventi di riorganizzazione dell attività assistenziale A partire dalla situazione attuale come sopra delineate occorre sviluppare una serie di interventi integrati che consentano una migliore copertura del territorio. Pertanto sarà necessario: individuazione delle patologie sulle quali prioritariamente vanno creati percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali (Direttori di Distretto Direttori di Dipartimento); 26 redazione dei percorsi (Direttori di Distretto Direttori di Dipartimento); implementazione dei percorsi (Direttori di Distretto Direttori Sanitari di Polo); attivazione funzione di controllo sull utilizzo dei percorsi (Direttori di Distretto Direttori Sanitari di Polo); Ridefinizione delle attribuzione delle commissioni per l appropriatezza prescrittiva per individuare quote di inappropriatezza non solo nelle prescrizioni farmaceutiche, ma anche nelle prescrizione protesiche, di indagini diagnostiche e visite specialistiche; sviluppo di ulteriori funzioni e moduli del Punto Unico di Accesso, sia per quanto riguarda la messa in rete dei percorsi diagnostico-terapeutici, sia per quanto riguarda la informatizzazione della scheda di presa in carico del paziente,sia per quanto riguarda l attività prescrittiva di farmaci e prestazioni specialistiche; sviluppo di una serie di servizi che facilitino l integrazione dell attività dei Mmg e Pls nell assistenza territoriale. In particolare: consentire l accesso al PUA relativamente alle funzioni sopra individuate; consentire l accesso ai referti di laboratorio e radiologia gestiti dai sistemi aziendali; consentire la prenotazione on-line di visite specialistiche; riservare quote significative delle prestazioni in agenda ai Mmg e Pls. 2.2.4 Le Unità di Cura Primaria Aderendo alle linee programmatiche del nuovo PSR 2010-12, approvato con decreto del Commissario ad acta n.87 del 18/12/2009, è necessario, in via prioritaria, procedere alla concreta attivazione delle Unità di cura primaria, attraverso uno stretto raccordo tra Distretto sanitario e medici di libera scelta. Su questo versante l Azienda USL si fa carico , attraverso il Direttore del distretto, di un percorso di definizione del quadro complessivo delle UCP, favorendo aggregazioni funzionali coerenti con il disegno di una sanità territorialmente organizzata. 27 L Accordo Collettivo Nazionale dei medici di medicina generale prevede, infatti, la valorizzazione del territorio quale sede di maggiore intercettazione della domanda di salute, attraverso: una forte incentivazione dell attività associativa dei medici, in particolare della forma di gruppo Unità di Cure Primarie (UCP); la garanzia della continuità dell assistenza di tutti i cittadini, quale condizione principale per rispondere alla domanda di salute in un quadro di appropriatezza degli interventi l implementazione della costruzione di una rete informatica che colleghi la maggior parte dei medici convenzionati; la progressiva integrazione dei medici della continuità assistenziale (ex guardia medica) con l attività della medicina generale. La concreta attivazione di questa nuova previsione contrattuale nell Azienda USL (e la sua eventuale implementazione con apposite iniziative) può assicurare ai cittadini l ampliamento orario dell assistenza sanitaria, nonché la maggiore qualificazione delle prestazioni da offrire all utenza a questo livello. La nuova modalità organizzativa dell assistenza primaria si pone come obiettivo prioritario la riconduzione della medicina territoriale al proprio ruolo originario, attraverso l intercettazione del fabbisogno sanitario, oggi spesso impropriamente attribuito al livello ospedaliero, grazie ad: un miglioramento continuo del processo e del percorso assistenziale l integrazione operativa e/o funzionale delle varie risorse professionali la semplificazione per l utente dei percorsi di accesso alle prestazioni l appropriatezza delle prestazioni erogate l educazione sanitaria e la promozione della salute Lo scopo della valorizzazione dei servizi territoriali è quello di garantire, anche in tempi differenziati: l erogazione in ambito extraospedaliero di una effettiva continuità assistenziale con la presa in carico del paziente nell arco delle 24 ore per 7 giorni alla settimana. 28 risposte sanitarie e socio-sanitarie organizzate di livello più complesso, anche con utilizzo di adeguata strumentazione tecnica ed inserimento di altre professionalità a valenza territoriale. L obiettivo sopra previsto è raggiungibile attraverso l offerta di servizi, modulati a seconda del livello organizzativo, in particolare: presa in carico da parte del medico presente nella sede dell UCP, per la risoluzione di tutte le problematiche non differibili; attività di primo soccorso anche con l intervento dell infermiere inserito nell UCP; prenotazione diretta nella Unità di Cure Primarie, tramite il servizio CUP, delle prestazioni specialistiche e indagini diagnostiche necessarie; prestazioni specialistiche da erogare anche all interno della UCP in funzione dei medici specialisti coinvolti nella gestione delle patologie croniche; erogazione di prestazioni diagnostiche di 1° livello nelle sedi dove è presente la strumentazione necessaria. Al fine di assicurare: Una diminuzione degli accessi impropri al Pronto Soccorso Uno snellimento delle procedure burocratiche a favore dell assistito L utilizzo di linee-guida comuni da parte dei medici che partecipano all Unità di cure primarie La predisposizione, nel modello sperimentale di Unità di Cure Primarie, di protocolli diagnostico-terapeutici La realizzazione di percorsi assistenziali innovativi L attivazione di ambulatori interni alle UCP per particolari patologie (con integrazione specialistico-ambulatoriale) Una risposta medico-infermieristica e specialistica h 24 anche per l Assistenza domiciliare integrata, strutture residenziali, hospices territoriali e per interventi anche personalizzati a pazienti con patologie croniche Un utilizzo mirato della strumentazione in ordine alla programmazione di attività diagnostiche 29 Una risposta medico-infermieristica e specialistica h 24 anche per l Assistenza domiciliare integrata 2.2.5 Il presidio territoriale di prossimità. Negli ultimi decenni il progressivo aumento della speranza di vita della popolazione, e il contemporaneo incremento delle patologie cronico degenerative, hanno portato come conseguenza un aumento dei bisogni assistenziali a lungo termine (long term care). La necessità di fornire risposte appropriate alla domanda di salute, espressa soprattutto dagli anziani, implica l attivazione di nuove forme assistenziali residenziali, rispetto a quello offerte tradizionalmente dagli ospedali per acuti. Appare quindi strategico programmare la realizzazione di strutture polifunzionali in grado di fornire risposte sociosanitarie non basate soltanto sull'alta tecnologia e sulla intensità delle cure, ma che risultino appropriate ai bisogni del paziente e dei suoi familiari. Nel quadro attuale la Regione Lazio nel recente PSR propone l introduzione di un nuovo ambito assistenziale a livello distrettuale, il Presidio territoriale di prossimità (PTP). All interno di questa struttura a vocazione multifunzionale e a gestione multiprofessionale, trovano collocazione una serie di servizi e funzioni distrettuali già in attività ( RSA , Assistenza domiciliare, Ambulatorio infermieristico ecc..) e una nuova tipologia di assistenza destinata a trattare persone affette da patologie cronico degenerative in fase non acuta e con esigenze diversificate, che in passato afferivano alla tradizionale degenza ospedaliera. Il PTP garantisce infatti, attraverso le Unità Operative di Degenza Infermieristica (UODI), l assistenza in regime residenziale di natura medico-infermieristica di quei soggetti che, spesso appartenenti alle fasce più deboli della popolazione sono affetti da riacutizzazione di patologie croniche, che non necessitano di terapie intensive o di diagnostica ad elevata tecnologia e che non possono, per motivi sia di natura clinica che sociale, essere assistiti nel proprio domicilio. Il PTP, favorisce l integrazione dei servizi sanitari e sociali, valorizza il ruolo del Medico di Medicina Generale e degli altri professionisti che operano nell area delle cure primarie e intermedie ed è da considerarsi quale domicilio allargato . La tipologia di assistenza erogata dalle UODI possiede, infatti, caratteristiche intermedie tra il ricovero ospedaliero e le altre risposte assistenziali domiciliari (ADI) o residenziali (RSA), alle quali non si pone in alternativa, ma piuttosto in un rapporto di forte integrazione 30 e collaborazione, rappresentando uno snodo fondamentale della rete di assistenza territoriale. Una struttura di medio impegno sanitario, che ha lo scopo di intercettare problematiche più complesse rispetto alle UCP. Questa struttura residenziale conta sulla supervisione dei medici di libera scelta, ai quali compete l attività prescrittiva, e sulla disponibilità di specialisti, che l Azienda mette a disposizione. E di tutta evidenza che a questo livello deve esercitarsi con particolare attenzione l integrazione dei servizi, sia attraverso l implementazione dei sistemi informatici, siua attraverso un innovativo collegamento telematico con le varie strutture specialistiche della USL, sia per la disponibilità dei servizi di emergenza (118 e pronto soccorso), per i quali viene creata una corsia di priorità. 2.2.5.1 Obiettivi del PTP Ridurre i ricoveri ospedalieri inappropriati fornendo un alternativa di cura e assistenza per pazienti post acuti o per soggetti con patologie cronico degenerative in fase di riacutizzazione. Ridurre giornate di degenza ospedaliera inappropriate, attraverso il monitoraggio dello stato clinico generale dei pazienti con patologie cronico degenerative e consolidando i risultati terapeutici ottenuti nel reparto ospedaliero per acuti, prevenire le complicanze e favorire il recupero dell autonomia, in un ottica di rientro a domicilio, o di ricorso a forme assistenziali territoriali. Limitare gli ingressi a carattere definitivo in strutture residenziali, legati all insorgenza di difficoltà familiari e sociali o alle difficoltà di gestione delle mutate condizioni fisiche e funzionali dell anziano dopo un evenienza acuta. Favorire l integrazione tra strutture ospedaliere e territoriali e la condivisione di risorse umane e tecnologiche. 2.2.5.2 Funzioni del PTP Degenza nelle 24 ore, a gestione infermieristica (con presenza h 24) e assistenza medica prestata da medici di medicina generale, o al bisogno da medici specialisti e medici della continuità assistenziale (reperibilità h24); medicina di gruppo o altre forme di aggregazione dei MMG e PLS; 31 ambulatorio infermieristico; specialistica ambulatoriale, con la presenza e reperibilità di medici ospedalieri e/o specialisti ambulatoriali nelle 12 ore, con particolare riferimento alle branche di cardiologia, fisiatria, pneumologia, diabetologia, neurologia, geriatria (finalizzate all attivazione di specifici percorsi di cura); assistenza domiciliare integrata; centro diurno per anziani fragili; attività diagnostiche di base disponibili anche per il territorio (radiologia e laboratorio/punto prelievi); distribuzione di farmaci, collegata al servizio farmaceutico aziendale; postazione 118 (o collegamento funzionale) e continuità assistenziale. All interno del PTP potranno essere attivati, in funzione del bisogno espresso dalla popolazione di riferimento nuclei di RSA e/o Hospice. Potranno essere inoltre previste altre attività, nel rispetto delle opportune garanzie assistenziali e di sicurezza dei pazienti, quali ad esempio funzioni di day hospital e day sugery, nonché day service ambulatoriale. 2.2.6 Gli interventi a supporto della riorganizzazione La riorganizzazione delineata nel punto precedente prospetta importanti innovazioni che non potranno prescindere da nuove forme di gestione delle risorse umane, a partire dalla formazione e dalla selezione delle risorse. La figura infermieristica diventa l anello di congiunzione del passaggio dall assistenza ospedaliera a quella territoriale. Al di là di un più generale intervento di change management, saranno necessari percorsi mirati per: Il personale infermieristico che, in particolare nell assistenza domiciliare, si trova ad affrontare problematiche cliniche al di fuori del contesto ospedaliero e di tutte le risorse che questo mette a disposizione; attivazione dei care manager e dei case manager. 32 2.3 Potenziamento attività di specialistica ambulatoriale e integrazione di essa nella rete dei servizi territoriali 2.3.1 La situazione attuale Nel corso dell'anno 2008 i cittadini della Roma H hanno fatto ricorso a strutture esterne al territorio aziendale, mobilità passiva, per una quantità di prestazioni prossima a quella erogata dalle strutture a gestione diretta. Le branche per le quali sono state ricevute dai nostri residenti più prestazioni fuori ASL hanno riguardato il laboratorio analisi, la diagnostica per immagini e la radiodiagnostica, la risonanza magnetica, l'oculistica .. 33 Tabella 3 - ATTIVITA DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE OSPEDALI GESTIONE DIRETTA POLIAMBULATORI A GESTIONE DIRETTA ANNO 2008 STRUTTURE ACCREDITATE ASL ROMA H DENOM num_prest imp_lordo num_prest imp_lordo num_prest ALTRO 28.314 416.430 8.655 131.206 139 2.701 37.108 550.337 1.807 45.094 887 18.617 129 2.554 2.823 66.265 2.708.146 ANESTESIA CARDIOLOGIA imp_lordo num_prest tot. imp_lordo tot. 56.617 1.576.496 22.849 421.704 38.505 709.946 117.971 CH_VASCOLARE 7.486 234.778 1.599 53.056 1.104 29.670 10.189 317.504 CHIR E DIAG_INVASIVA 3.529 141.966 17.478 1.467.000 21.007 1.608.966 22.300 493.991 5.401 47.740 3.802 59.642 31.503 601.374 762 18.013 620 8.289 3.440 96.750 4.822 123.051 31.154 704.612 13.539 214.547 4.608 57.600 49.301 976.759 CHIRURGIA_GEN CHIRURGIA_PLAST DERMOSIFILOPATIA MEDICINA NUCL RAD_DIAGN ENDOCRINOLOGIA GASTROENTEROLOGIA 4.490 350.874 162 4.602 11.973 985.445 16.625 1.340.922 74.747 3.127.103 13.574 371.858 118.385 3.097.212 206.706 6.596.173 4.166 77.502 7.478 130.073 6.860 100.451 18.504 308.025 10.854 552.785 2.111 78.921 6.949 282.544 19.914 914.249 2.576.858 14.033.261 427.863 2.078.313 1.554.017 8.804.128 4.558.738 24.915.703 6.837 35.348 3.770 19.468 10.607 54.816 48.570 340.903 306 5.624 51.305 380.456 92 7.677 12 1.239 NEUROLOGIA 15.464 239.311 6.825 119.944 32.187 OCULISTICA 21.395 505.521 24.212 363.987 6.808 LAB_ANALISI MED_SPORTIVA NEFROLOGIA NEUROCHIRURGIA ODONT_CH_MAX_FACC 2.429 33.928 104 8.916 378.841 54.476 738.096 899.483 52.415 1.768.991 877 16.256 12.546 342.148 525 8.227 13.948 366.631 6.431 111.230 367 5.598 2.553 36.216 9.351 153.044 ORTOPEDIA_TRAUM 31.852 511.200 12.668 256.024 4.450 91.908 48.970 859.133 OST_GINECOLOGIA 19.289 364.517 3.994 72.144 732 13.055 24.015 449.717 8.220 132.689 16.661 260.844 2.612 41.647 27.493 435.180 15.930 323.222 2.696 56.668 7.960 107.902 26.586 487.792 ONCOLOGIA OTORINOLARINGOIATRIA PNEUOMOLOGIA PSICHIATRIA 3.358 53.422 22.687 372.466 543 7.823 26.588 433.711 78.947 505.158 27.473 153.313 547.414 4.042.321 653.834 4.700.792 RISONANZA MAGNETICA 2.292 451.606 3.382 655.959 5.674 1.107.565 UROLOGIA 8.117 161.507 4.906 95.102 3.517 62.521 16.540 319.129 3.090.755 25.532.473 643.861 5.683.496 2.382.501 22.075.474 6.117.117 53.291.442 RIABILITAZIONE Totale complessivo 34 Tabella 4 - PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE A FAVORE DI RESIDENTI ASL ROMA H - ACQUISTATE FUORI ASL - ANNO 2008 PER CENTRO EROGATORE DENOMINAZ NUMPREST TICKET IMPORTO_LORDO ASL FROSINONE 4.359 9.501,08 57.237,44 ASL LATINA 94.713 347.470,32 1.917.095,00 ASL RIETI 1.938 6.036,19 29.386,12 ASL ROMA A 106.320 413.625,08 2.380.810,93 ASL ROMA B 106.028 397.888,55 1.852.975,21 ASL ROMA C 108.806 413.946,81 2.158.756,17 ASL ROMA D 73.411 348.384,98 1.957.108,78 ASL ROMA E 41.430 174.579,87 1.030.673,41 ASL ROMA F 2.010 6.208,87 24.450,26 ASL ROMA G 54.203 166.074,23 872.944,39 ASL VITERBO 2.884 8.113,27 56.093,81 Bambino Gesù 35.201 200.973,77 670.194,40 Campus Biomedico 34.586 112.517,22 897.190,08 I. N. R. C. A. 838 3.631,61 14.357,15 Istituti Fisioterapici 101.668 386.424,92 2.238.412,44 Istituto Dermopatico 32.248 165.361,56 536.526,47 Lazzaro Spallanzani 16.877 28.088,35 213.474,25 Policl Sant'Andrea 21.314 101.908,24 620.850,69 Policlinico A. Gemelli 73.372 204.473,77 1.774.109,81 Policlinico Umberto 99.739 364.785,27 1.814.662,97 San Camillo - Forlanini 37.004 137.623,42 843.553,55 San Filippo Neri 9.122 30.731,25 182.435,27 San Giovanni 38.928 194.159,50 950.099,88 San Raffaele-Pisana 54.169 344.288,74 1.417.146,11 Santa Lucia 6.027 30.445,48 157.304,24 Tor Vergata 240.306 825.896,32 4.515.538,91 Totale complessivo 1.397.501 5.423.138,67 29.183.387,74 35 Tabella 5 - PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE A FAVORE DI RESIDENTI ASL ROMA H - ACQUISTATE FUORI ASL - ANNO 2008 PER BRANCHE DENOM NUMPREST TICKET IMPORTO_LORDO ALTRO 52.044 291.743,78 857.705,57 ANESTESIA 2.449 14.440,73 90.864,97 CARDIOLOGIA 45.463 306.380,50 1.373.811,89 CH_VASCOLARE 15.324 128.244,79 543.893,58 CHIR E DIAG_INVASIVA 3.669 4.591,05 351.160,74 CHIRURGIA_GEN 16.667 108.751,50 398.796,51 CHIRURGIA_PLAST 6.271 49.402,16 117.256,45 DERMOSIFILOPATIA 35.733 321.935,95 621.299,47 DIAG_IMMAG_MEDICINA NUCL 9.772 31.219,45 1.330.374,62 DIAG_IMMAG_RAD_DIAGNOSTICA 92.442 912.333,34 4.825.975,00 ENDOCRINOLOGIA 10.496 71.023,15 196.190,68 GASTROENTEROLOGIA 12.875 141.183,48 505.134,82 LAB_ANALISI 759.318 1.374.886,26 7.367.088,78 MEDICINA_SPORTIVA 733 - 3.976,28 NEFROLOGIA 6.716 4.283,51 74.875,76 NEUROCHIRURGIA 2.032 16.475,27 49.388,78 NEUROLOGIA 29.039 118.165,24 440.718,98 OCULISTICA 60.925 290.998,09 2.409.892,20 ODONT_CH_MAX_FACC 17.786 159.640,55 418.378,44 ONCOLOGIA 7.338 3.790,83 103.517,43 ORTOPEDIA_TRAUM 26.577 223.675,97 646.781,57 OST_GINECOLOGIA 18.879 158.026,72 414.094,14 OTORINOLARINGOIATRIA 19.024 138.875,90 305.800,37 PNEUOMOLOGIA 7.365 44.281,97 189.169,71 PSICHIATRIA 6.777 29.241,67 105.857,74 RADIOTERAPIA 30.367 390,76 1.117.717,77 RIABILITAZIONE 76.478 109.251,69 683.793,30 RISONANZA MAGNETICA 18.329 323.000,25 3.497.035,01 UROLOGIA 6.613 46.904,11 142.837,18 Totale complessivo 1.397.501 5.423.138,67 29.183.387,74 36 Tabella 6 - ATTIVITA DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE A FAVORE DI NOSTRI RESIDENTI ANALISI PER DISTRETTO ANNO 2008 - CENTRI DI EROGAZIONE AZIENDALI DISTRETTO Dati H/1 NUMPREST H/2 H/3 H/5 NUMPREST totale PRESIDI SIAS_RMH GESTIONE DIRETTA AGESTIONE DIRETTA ACCREDITATI Totale complessivo 15.067 319.654 895.214 TICKET 1.025.863,47 82.068,32 696.971,06 1.804.902,85 IMP_LORDO 4.611.783,97 258.787,79 2.287.601,88 7.158.173,64 NUMPREST 540.126 49.889 593.091 1.183.106 TICKET 1.106.489,23 185.893,42 1.422.446,50 2.714.829,15 IMP_LORDO 4.589.349,53 618.683,39 4.847.541,08 10.055.574,00 NUMPREST 408.884 123.282 263.021 795.187 746.927,09 283.210,14 647.443,72 1.677.580,95 IMP_LORDO 3.224.128,43 983.925,94 2.061.848,62 6.269.902,99 NUMPREST 55.549 334.457 549.369 939.375 TICKET 147.817,93 561.932,32 964.597,75 1.674.348,00 IMP_LORDO 671.441,20 2.088.119,99 3.537.047,30 6.296.608,49 NUMPREST 455.345 26.175 311.497 793.017 TICKET H/6 POLIAMBULATORI A 560.493 TICKET H/4 OSPEDALI A 804.911,74 131.430,93 605.812,07 1.542.154,74 IMP_LORDO 3.409.896,55 456.266,84 3.097.365,12 6.963.528,51 NUMPREST 744.672 48.279 298.308 1.091.259 TICKET 1.267.533,07 221.276,37 608.864,83 2.097.674,27 IMP_LORDO 5.435.767,87 815.947,89 2.465.140,39 8.716.856,15 2.765.069 597.149 2.334.940 5.697.158 TICKET totale 5.099.542,53 1.465.811,50 4.946.135,93 11.511.489,96 IMP_LORDO totale 21.942.367,55 5.221.731,84 18.296.544,39 45.460.643,78 37 Tabella 7 - MOBILITA PASSIVA SPECIALISTICA AMBULATORIALE PER DISTRETTO DI RESIDENZA ACQUISTATE IN CENTRI DI EROGAZIONE FUORI ASL DISTRETTO Dati H/1 NUMPREST TICKET IMPORTO_LORDO H/2 NUMPREST TICKET IMPORTO_LORDO H/3 NUMPREST TICKET IMPORTO_LORDO H/4 NUMPREST TICKET IMPORTO_LORDO H/5 NUMPREST TICKET IMPORTO_LORDO H/6 NUMPREST TICKET IMPORTO_LORDO NUMPREST totale TICKET totale Totale 280.222 1.028.935,14 5.494.138,22 191.396 816.320,32 4.471.687,12 261.844 1.083.981,51 5.249.392,11 325.289 1.257.066,81 6.718.155,36 124.571 408.229,29 2.284.345,88 214.179 828.605,60 4.965.669,05 1.397.501 5.423.138,67 IMPORTO_LORDO totale 29.183.387,74 38 I dati sopra riportati confermano la prevalente tendenza al ricorso ad erogatori al di fuori del territorio aziendale, nonostante una crescita dell offerta intesa al recupero di una parte della mobilità passiva. 2.3.1.1 L analisi della capacità produttiva La struttura aziendale che eroga prestazioni ambulatoriali comprende 9 presidi ospedalieri eroganti prestazioni di specialistica ambulatoriale, 11 poliambulatori distrettuali, 17 consultori, 7 Uonpi. Il quadro dell offerta riportato nelle tabelle di cui sopra non è sufficiente a rappresentare la capacità produttiva aziendale in termini di prestazioni ambulatoriali, in quanto: oltre al personale specificamente dedicato all attività ambulatoriale nei poliambulatori distrettuali o ospedalieri è necessario tenere conto dell attività specialistica svolta per pazienti esterni o interni dal personale medico delle strutture di degenza; la capacità produttiva dei principali servizi diagnostici deve essere definita non solo in base alle risorse umane ma anche in riferimento alle strumentazioni disponibili, al relativo livello di efficienza; non tutte le ore dedicate alle attività ambulatoriali sono rappresentate nelle agende Recup, sia che si tratti del medico specialista Sumai sia del medico dipendente; quanto sopra, circa la parziale rappresentazione nelle agende Recup delle ore dedicate all attività ambulatoriale può riferito anche all ALPI; ne consegue che il controllo previsto sui volumi di prestazioni istituzionali / ALPI risulta necessariamente aleatorio. Per contro il potenziamento della specialistica ambulatoriale deve necessariamente basarsi su una definizione puntuale della capacità produttiva resa disponibile dalle risorse umane e tecnologiche esistenti. Pertanto, tra gli interventi da realizzare nell immediato bisogna prevedere: la rigorosa messa a disposizione delle agende Recup di tutte le ore effettivamente disponibili sia a livello distrettuale sia a livello ospedaliero, sia per l attività istituzionale sia per l intramoenia; la ricognizione delle apparecchiature esistenti per definire le ore e le prestazioni potenzialmente erogabili per .le singole apparecchiature. 39 Il risultato atteso è la piena e razionale utilizzazione delle risorse esistenti, che può comportare in primis una rivalutazione delle esigenze tecnologiche e degli acquisti strettamente prioritari. 40 Tabella 8 - Numero di Ore di incarico settimanale degli Specialisti dipendenti e a convenzione per disciplina e Poliambulatorio cod_cdc 0330230121 0335230221 0340230321 0340230322 Poliambuatorio DH1 - Frascati DH2 - Albano DH3 - Ciampino DH3 - Frattocchie DH4 - Pomezia DH4 - Ardea disciplina Ematologia Dip Con tot Dip Con Dip Con 29 tot 29 Dip Org.ser.sanit.base 58 58 58 58 tot Con 0345230421 tot 16 16 5 5 29 31 60 Chir. Generale 14 29 Dermatologia 14 0350230521 0355023052 0355230621 0355230622 DH5 - Velletri DH5 - Lariano DH6 - Nettuno DH6 - Villa Albani Asl Roma H tot Dip Con tot Dip Con tot Dip Con tot Dip Con 58 Allergologia Cardiologia Dip Con 0345230422 14 14 4 4 10 10 21 21 14 14 10 10 40 40 11 11 29 tot 58 18 8 8 4 4 8 47 29 29 29 8 29 18 Con 29 Endocrinologia 18 Dip 29 Diabetologia Fisiatria/Riab tot 9 29 9 29 29 29 29 Geriatria Med. dello sport Med.Legale 16 16 Neurologia 32 29 Oculistica 4 13 4 Odontoiatria 20 Ortopedia e traum. 29 42 15 15 5 5 20 29 0 29 Ostet.Ginecol 8 8 Pediatria 8 8 4 4 12 29 29 25 25 7 7 24 9 Pneumologia 12 Psichiatria 12 4 29 29 Otorinolarig. 4 29 12 3 9 12 12 11 11 15 44 8 8 12 12 28 28 25 25 5 32 5 29 0 5 5 11 3 10 Urologia Totale 87 57 57 144 87 11 29 Radiologia Totale Conv 29 6 6 100 187 203 58 100 58 237 33 33 33 72 72 72 42 42 42 29 10 10 180 209 180 16 16 16 116 55 55 171 116 21 21 10 TD 29 TC 0 Tot 29 174 0 174 0 20 20 58 179 237 29 0 29 29 9 38 0 16 16 29 0 29 58 31 89 0 0 0 29 0 29 0 48 48 29 40 69 29 33 62 29 47 76 58 8 66 29 44 73 0 76 52 0 42 42 0 15 15 29 0 29 0 10 10 0 16 16 137 638 634 1248 634 Legenda: Dip= N°ore settimanali Specialisti Dipendenti Con= N° ore settimanali Specialisti a Convenzione TD= Totale ore settimanali Specialisti Dipendenti TC= Totale ore settimanali Specialisti a Convenzione 41 2.3.1.2 Le principali criticità La distribuzione sul territorio delle sedi eroganti prestazioni specialistiche soffre di una non omogenea presenza di disponibilità per tipologie e quantità di prestazioni erogabili. La notevole estensione del territorio e diversificazione geografica dello stesso acuisce il problema creando zone a più alta densità di offerta a zone meno servite. Ulteriore criticità consiste nella problematica, diffusa alla gran parte delle ASL, dei tempi e delle liste di attesa per alcune prestazioni. La domanda inappropriata è fonte di eccessi di richieste di alcune prestazioni. La difficoltà di prenotazione e di completamento dell'iter di registrazione e pagamento per file od orari o difficoltà varie alle sedi CUP. La mancanza di disponibilità di alcune prestazioni nelle agende CUP. 2.3.2 Gli interventi 2.3.2.1 La riorganizzazione delle attività ambulatoriali Per ottimizzare l uso delle attività ambulatoriali e eliminare eventuali duplicati di prestazioni è opportuno prevedere due livelli di accesso alle prestazioni ambulatoriali: il primo livello, da collocare in ambito distrettuale, con una quota garantita di prestazioni alle UCP e alle UTAP per le l erogazione delle prime prestazioni e l inquadramento clinico dell utente; a questo livello di attività ambulatoriali contribuiscono sia le risorse specialistiche distrettuali, sia il personale medico ospedaliero secondo una programmazione da definire per branca a livello di polo ospedaliero; il secondo livello previsto esclusivamente in ambito ospedaliero, riservato a prestazioni complesse quali APA e PAC o all accesso di utenti che necessitino di una fase diagnostica avanzata e/o di accertamenti che prevedano l utilizzo di tecnologie complesse; occorre ricordare a tale riguardo che le apparecchiature diagnostiche più sofisticate sono collocate in ospedale e pertanto questo è un vincolo da considerare nell organizzazione delle attività ambulatoriali; 42 incremento dell utilizzo delle apparecchiature diagnostiche: anche a seguito della ricognizione di cui ai paragrafi precedenti relativa all attuale utilizzo delle apparecchiature in confronto all effettiva capacità produttiva, nonché ai relativi carichi di lavoro, occorre aumentare le ore dedicate alla diagnostica di secondo livello, anche allo scopo di consentire l utilizzo, come sopra indicato, per le UCP e le UTAP. 2.3.2.2 Riorganizzazione dei processi di registrazione e attribuzione delle prestazioni L attuale sistema di registrazione ed attribuzione delle prestazioni risulta ancora talvolta fallace ed inadeguato. Occorre definire analiticamente dei protocolli operativi Aziendali specifici per la istituzione ed il funzionamento degli ambulatori di erogazione di specialistica ambulatoriale (ad esempio partendo dalla competenza sulla approvazione della proposta, alle sedi, agli orari, alle agende, agli operatori, alla codifica per centri di costo e contabilità analitica, alla registrazione a fini SIAS e Tessera Sanitaria, alle verifiche temporali e tempestive sulla consegna dei dati di attività e sul completamento dell iter di registrazione, alla corretta attribuzione delle prestazioni alla branca specialistica erogante, etc.etc.) intercettando per ogni singolo passaggio la corretta modalità, gli attori, le verifiche da fare e le misure da attuare per completamento o correzioni e recuperi di errori. 43 2.4 Interventi urgenti per il contenimento delle liste d attesa 2.4.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) Il Piano individua una serie di interventi per la razionalizzazione e il miglioramento dell appropriatezza delle prestazioni ambulatoriali, idonei a contenerne il numero e, conseguentemente, i tempi d attesa. L invecchiamento della popolazione, la disponibilità di un sempre maggior numero di esami di diagnostica clinica, spesso ad alto contenuto tecnologico, la carenza di implementazione di percorsi diagnostico-terapeutici standardizzati e condivisi oltre a vari meccanismi di induzione della domanda sono le cause principali della crescente domanda di prestazioni sanitarie. Ciò si traduce in un aumento dei tempi e delle liste d attesa che, oltre a compromettere l efficacia dell assistenza, mette in discussione il principio dell equità dell accesso. La risposta usuale del sistema per contenere i tempi di attesa consiste nella tendenza all incremento della produttività, fenomeno diffuso sia nel settore ospedaliero che in altri ambiti assistenziali, con ripercussioni negative sia sull appropriatezza d uso dell offerta assistenziale che sull utilizzo delle risorse disponibili. Alla luce di tali considerazioni, la Regione si impegna a realizzare interventi tesi a ridurre i tempi di attesa per le prestazioni appropriate. Tali interventi sono pertinenti principalmente ai seguenti ambiti. 1. Estensione del governo della Regione su tutto il sistema delle prestazioni specialistiche erogate in qualsiasi struttura. Questo significa inserire nel sistema Recup tutti i soggetti erogatori, pubblici, privati, universitari, IRCCS. 2. Avvio di un percorso condiviso per identificare le priorità. 3. Per garantire l erogazione dei livelli essenziali di assistenza sul territorio regionale è funzionale la definizione di un percorso condiviso per identificare le priorità, e stabilire una classificazione delle classi di priorità per le prestazioni diagnostiche. In particolare si individuano alcune prestazioni critiche, quali ad esempio Ecocolordoppler, TAC, RMN ed Ecocardiografia, su cui elaborare criteri per l individuazione di classi di priorità nel caso che tali prestazioni siano richieste dai MMG per assistiti non inseriti in percorsi diagnostico-terapeutici già attivi. 4. Separazione dei percorsi per i pazienti cronici. 44 5. Per quelle patologie croniche che richiedono periodici esami clinici di monitoraggio, secondo percorsi definiti, occorre creare un sistema parallelo di prenotazioni. Infatti per i portatori di tali patologie il sistema Recup, pur con gli aggiustamenti e le priorizzazioni, non appare idoneo, per la difficoltà di garantire una tempistica ideale. La programmazione degli accertamenti per questa popolazione permette di inserirli in un sistema direttamente gestito dal MMG. Accanto al Recup dunque si ravvisa la possibilità di sperimentare e attuare, nel corso del periodo di vigenza del Piano, un agenda di accertamenti programmati per pazienti con patologie croniche definite, gestite dal MMG. 6. Razionalizzazione dell assistenza e ottimizzazioni dell efficienza attraverso il sistema delle reti. 7. Piani specifici per patologie. 8. Per alcune patologie, ad esempio le patologie tumorali, la Regione dovrà emanare specifici piani per la riduzione dei tempi di attesa, specie per le indagini effettuate con tecnologie di altissima specializzazione, quali la PET. 2.4.2 Il livello aziendale Storicamente, l intervento principe che mira alla riduzione delle liste di attesa è l incremento dell offerta. Questa modalità si è dimostrata ampiamente insufficiente, dal momento che la domanda di prestazioni sanitarie, drogata sia dall intervento degli erogatori che dai mass media, segue un percorso autoalimentante (più prestazioni vanno sul mercato, più ne vengono richieste). Se è vero che l intervento sulle liste di attesa non può non prescindere da una valutazione dell appropriatezza delle richieste, tuttavia va notato che all interno delle strutture aziendali è presente una certa quota di inefficienza organizzativa che non permette di erogare quanto possibile. Ferma restando l esigenza sopra richiamata di un analisi puntuale della capacità produttiva e la necessità di rendere disponibili nelle agende C.U.P. tutte le ore dedicate ad attività 45 ambulatoriali, ai fini del contenimento delle liste di attesa è necessario agire a vari livelli sia per intercettare quote di inappropriatezza della domanda sia per ridurre le aree di inefficienza organizzativa: Implementazione di criteri di priorizzazione nell accesso alle prestazioni sulla base delle patologie (Direttori di Dipartimento); Adozione di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali (Direttori di Distretto Direttori di Dipartimento); Ridefinizione competenze delle commissioni per l appropriatezza prescrittiva (Direzione Aziendale); Rilevazione dei tempi di utilizzo delle attrezzature (Direttori di Dipartimento Distretto Direttori di Direttori Sanitari di Polo); Utilizzo dei tempi morti di cui al punto precedente (Direttori di U.O.C.); Messa a disposizione di ulteriore tempo prestazioni (Direttori di U.O.C.); Rivisitazione dei carichi di lavoro per rendere disponibili ulteriori ore prestazione (Direttori U.O.C.); Su specialità ad alto livello di rinuncia, attivare sistemi di conferma delle prenotazioni (Direttore U.O.C. Erogatori Pubblici); Utilizzo dell overbooking (Direttore U.O.C. Erogatori Pubblici). 46 2.5 Organizzazione di reti specialistiche con collegamenti tecnici e funzionali fra strutture di diverso grado di specializzazione e fra diversi livelli di assistenza. 2.5.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) L evoluzione dell assistenza passa attraverso un punto fondamentale: la costituzione, l organizzazione e il funzionamento di reti di assistenza. Le reti hanno la funzione di razionalizzare il sistema di erogazione delle prestazioni, fornendo collegamenti tecnici e funzionali fra strutture di diverso grado di specializzazione e fra diversi livelli di assistenza. La gestione del paziente affetto da patologia acuta o cronica, nell'ambito del Servizio sanitario nazionale (SSN), richiede modalità estremamente differenti di risposta assistenziale, rappresentate da interventi terapeutici (farmacologici, chirurgici, riabilitativi) e controlli clinico-strumentali per la valutazione dello stato della malattia, svolti presso strutture sanitarie ospedaliere e territoriali. La necessità di garantire un alta qualità dell assistenza a tutti i pazienti richiede da un lato un elevata specializzazione ma dall altro il superamento di disfunzioni create dalla mancanza di collegamento fra i vari livelli e le varie specializzazioni dell assistenza (ritardi nella fase acuta della malattia, difformità di approcci e trattamenti ecc). Per le attività di rilievo regionale e le reti di alta specialità verrà adottato il modello organizzativo delle reti integrate hub and spoke, ovvero la concentrazione dell assistenza di alta complessità in centri di riferimento (hub), supportati da una rete di centri satellite (spoke), cui compete l assistenza ai casi meno gravi e l invio dei casi più gravi ai centri di riferimento, vale a dire il modello che da diversi anni caratterizza il sistema di emergenza sanitaria così come stabilito dall Intesa Stato-Regioni dell 11 aprile 1996, quale regolamento attuativo del DPR 27 marzo 1992 Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza . 2.5.2 Il livello aziendale Oltre alle reti di ambito regionale, è necessario prevedere reti intra-aziendali specialistiche con collegamenti tecnici e funzionali fra diversi livelli di assistenza. Alla domanda di salute va data una risposta integrata che, partendo dal territorio, possa accompagnare l utente nei vari livelli assistenziali. Condizioni per questo tipo di intervento sono l attivazione di funzioni distrettuali quali il Punto Unico di Accesso (P.U.A.). 47 Il P.U.A. rappresenta l interfaccia fra la domanda e l offerta di salute; ha una funzione di triage che permette l assegnazione dell utente a uno specifico percorso assistenziale. Il P.U.A. come luogo fisico e funzione non è un mero registratore di bisogni. All interno di questo sono allocate funzioni di indirizzo e di controllo di appropriatezza. Per l attivazione di queste due funzioni, è necessario prevedere alcuni strumenti: Adozione formalizzata di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali per le principali patologie; Ridefinizione delle attribuzione delle commissioni per l appropriatezza prescrittiva per individuare quote di inappropriatezza non solo nelle prescrizioni farmaceutiche, ma anche nella prescrizione di indagini diagnostiche e visite specialistiche. E intuitivo come quote di inappropriatezza siano presenti anche nelle prescrizioni ospedaliere, molto spesso correlate con la medicina difensiva. Anche in questo caso, è necessaria l attivazione, a livello dipartimentale, di gruppi di lavoro che, da un verso producano linee guida per l appropriatezza prescrittiva e, dall altro, collaborino con i distretti per la creazione di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali. Per l attivazione di reti intra-aziendali specialistiche con collegamenti tecnici e funzionali fra diversi livelli di assistenza sono necessari i seguenti interventi: Attivazione in tutti i distretti dei Punti Unici di Accesso (Direzione Aziendale Direttori di Distretto); Adozione di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali (Direttori di Distretto Direttori di Dipartimento); Ridefinizione competenze delle commissioni per l appropriatezza prescrittiva (Direzione Aziendale); Approntamento di strumenti informatici per la tracciabilità dell utente (U.O. per la reingegnerizzazione informatica); Individuazione degli hub e degli spoke aziendali, ambulatoriali e ospedalieri, per l acuzie (Direzione Aziendale Direttori di Dipartimento Direttori Sanitari di Polo Direttori di Distretto); Individuazione strutture di afferenza per la post-acuzie (Direzione Aziendale Ufficio Accordi Contrattuali); 48 Implementazione del modello (Direttori di Distretto Direttori di Dipartimento Direttori Sanitari di Polo); Controlli di processo (Direttori di Distretto Direttori di Dipartimento Direttori Sanitari di Polo). In sede di prima attuazione, il percorso sarà tutto interno alle strutture aziendali, tuttavia, dal momento che non è possibile una autarchia assistenziale aziendale, vanno previsti percorsi, normativa regionale permettendo, di acquisizione di prestazioni dal privato classificato e accreditato. 49 2.6 Organizzazione diffusa di Day service e la promozione dell uso appropriato del Day hospital e della Day surgery 2.6.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) Alla luce delle conoscenze e delle innovazioni tecnologiche della medicina attuale, il Day hospital (DH) rappresenta lo strumento assistenziale di riferimento nelle dinamiche di salute che richiedono prestazioni plurispecialistiche: in alternativa al ricovero ordinario, deve garantire percorsi assistenziali interdisciplinari integrati e di elevato profilo tecnologico, assicurando un assistenza centrata sulla persona. In particolare, il DH medico per acuti è una modalità assistenziale in regime di ricovero programmato, erogabile in cicli, volta ad affrontare uno specifico problema sanitario terapeutico e/o diagnostico che non comporta la necessità del ricovero ordinario ma che per la sua complessità non può essere risolto in regime ambulatoriale. Il DH medico rappresenta, pertanto, la modalità assistenziale per affrontare problemi sanitari specifici che per la loro soluzione richiedono, in ogni singolo accesso, almeno una delle seguenti attività assistenziali: a) la valutazione integrata di più specialisti della situazione clinica di un paziente; b) l erogazione di prestazioni specialistiche di notevole impegno professionale o durata; c) la somministrazione di terapie che necessitano sorveglianza e/o monitoraggio; d) l esecuzione di procedure diagnostiche o terapeutiche soprattutto invasive per le quali è indicato un periodo di osservazione. Parallelamente l analisi sui ricoveri in Day surgery evidenzia un ampia variabilità intraregionale, rimanendo in alcune aree pressoché marginale nonostante gli indirizzi normativi nazionali (Accordo Stato-Regioni e Province Autonome di Trento e di Bolzano. Atto 1518 del 25 settembre 2002) e regionali (D.G.R. n. 423 del 25 marzo 2005, Direttiva ASP n. 5 del 23 settembre 2005). Gli interventi di potenziamento della chirurgia di giorno si devono basare sulla strategia del pieno coinvolgimento dei dirigenti medici di chirurgia e delle specialità chirurgiche, per stabilire livelli ottimali di integrazione tra determinanti clinici (condizioni del paziente, caratteristiche della patologia, tecniche chirurgiche, anestesiologiche, analgesiche) e standard strutturali e organizzativi. Le principali specialità ove estendere la Day surgery sono costituite da chirurgia generale, oculistica, otorinolaringoiatria, ginecologia, urologia e ortopedia, nella consapevolezza che la Day surgery costituisce un area di attività ove si fondono gli obiettivi strategici del SSR: qualità, efficacia clinica, razionalizzazione dei costi dell assistenza ospedaliera, soddisfazione e sicurezza dei cittadini. Per favorire l uso appropriato di questa modalità di assistenza sono 50 stati introdotti gli Accorpamenti di prestazioni ambulatoriali (APA) che prevedono l effettuazione in regime ambulatoriale di interventi di piccola chirurgia, precedentemente eseguiti in prevalenza in regime di ricovero. Con l istituzione e l introduzione del Day service nell assistenza sanitaria regionale (D.G.R. n. 731 del 4 agosto 2005), in continuità con le linee di sviluppo stabilite con la normativa regionale successiva (D.G.R. n. 143 del 22 marzo 2006 e D.G.R. n. 922 del 21 dicembre 2006), il Piano di Rientro (approvato con D.G.R. n. 149 del 6 marzo 2007) ha individuato, nel trasferimento in regime ambulatoriale di attività ospedaliera erogata in regime Ordinario o di Day Hospital (Obiettivo Operativo 1.2.3), uno dei punti essenziali nel progetto di strategia del cambiamento orientato al potenziamento dei servizi territoriali e delle forme di assistenza alternative al ricovero, alla riqualificazione dell assistenza ospedaliera e allo spostamento di risorse dal comparto ospedaliero verso i servizi territoriali. Anche le disposizioni contenute nella Legge regionale n. 14 del 11 agosto 2008 indicano che l attivazione di tipologie assistenziali alternative al ricovero costituirà intervento prioritario nella riorganizzazione della rete ospedaliera regionale e del riequilibrio dell offerta a favore delle strutture territoriali. L obiettivo è quello di una sostanziale riduzione del tasso di ospedalizzazione senza che venga meno la capacità da parte del SSR di soddisfare efficacemente la domanda di prestazioni sanitarie. Gli ambiti di attività del DH medico rappresentano un area dove sono possibili importanti interventi di razionalizzazione. Le strutture ospedaliere e le strutture territoriali dovranno orientarsi a potenziare e qualificare l assistenza ambulatoriale, dispiegando adeguate risorse nell erogazione di assistenza specialistica secondo la modalità del Day service, nel quale dovrà confluire parte consistente dell assistenza attualmente erogata in regime di ricovero. Il Day service si configura, quindi, come modalità assistenziale rivolta al trattamento, in alternativa al ricovero ordinario e in Day hospital, di pazienti che presentano problemi sanitari complessi e di norma non necessitano di sorveglianza medico-infermieristica prolungata . Rispetto all ambulatorio tradizionale, il Day service prevede la presa in carico del paziente, da parte di un medico referente, che consiste nella pianificazione e nel coordinamento dell intero processo assistenziale, nella gestione della documentazione clinica e nella stesura della relazione clinica riassuntiva finale. Nel Day service vengono erogati i Pacchetti ambulatoriali complessi (PAC). Il PAC è un insieme di prestazioni multidisciplinari e integrate per la gestione dello stesso problema sanitario complesso, 51 diagnostico e/o terapeutico, che viene erogato in un arco temporale ristretto e si conclude con la stesura della relazione clinica riassuntiva finale. Le prestazioni di un PAC sono comprese tra quelle riportate nel nomenclatore tariffario regionale della specialistica ambulatoriale e devono essere predefinite specificamente per ogni PAC. 2.6.2 Il livello aziendale 2.6.2.1 Organizzazione diffusa di Day service Per l organizzazione del day service (A.P.A. e P.A.C.) si ripropone il punto 2.6.2.3. Va notato come la maggiore criticità aziendale è legata ad errori di codifica specie per le prestazioni P.A.C.. A questo vanno aggiunte le difficoltà organizzative che ad oggi non permettono l attivazione delle funzioni day service in tutte le strutture aziendali. Andrebbe formalizzata una funzione di help dedicata. 2.6.2.1.1 PROBLEMA: estensione dei modelli di offerta APA e PAC AZIONI e ATTORI ricognizione A.P.A. e P.A.C. attivati (U.O.C. S.I.P.Sa) correzione modalità non corrette di registrazione (U.O.C. S.I.P.Sa - U.O.C. Erogatori Pubblici) implementazione procedure non attivate (Direttori Sanitari di Polo Direttori U.O.C.) attivazione funzione di controllo formale (U.O.C. S.I.P.Sa) 2.6.2.2 Promozione dell uso appropriato del Day Hospital e della Day Surgery La funzione D.H. è presente presso tutte le strutture aziendali, tuttavia si constata un fai da te organizzativo spesso parcellizzato U.O.C. per U.O.C. che produce un uso non corretto delle risorse umane e delle attrezzature, impedendo di fatto economie di scala. 52 Sui Poli Ospedalieri H1 e H2, formati da più stabilimenti, sarebbe necessario individuare il luogo fisico deputato al D.h., in cui confluiscono i pazienti di area medica. Una strutturazione del genere che prevede l accesso di pazienti di varie specialità mediche deve prevedere un coordinamento medico ed uno infermieristico. Ma la criticità maggiore è rappresentata dai criteri di eleggibilità dei pazienti in particolare per quanto riguarda: la complessità del paziente la multidisciplinarietà dell intervento Compito del Dipartimento di area medica è la creazione di linee guida per l accesso. Simile è la situazione dei day surgery. Anche in questo caso, vanno identificati, come è avvenuto negli Ospedali di Marino e Genzano, i luoghi fisici di confluenza dei pazienti afferenti alle discipline chirurgiche e devono essere identificate le funzioni di coordinamento. Anche il Dipartimento di area chirurgica dovrà inoltre individuare i criteri di eleggibilità dei pazienti. Sono pertanto necessari i seguenti interventi : individuazione spazi fisici per le funzioni day hospital e day surgery (Direttori Sanitari di Polo Direttori U.O.C.) esplicitazione dei criteri di eleggibilità dei pazienti (Direttore Dipartimento area medica e (Direttore Dipartimento area chirurgica) individuazione figure di coordinamento (Direttori Sanitari di Polo Area Risorse Umane) inserimento delle funzioni day hospital e day surgery all interno dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali (Direttore Sanitario di Polo Direttore di Distretto Direttore Dipartimento di area medica) 53 2.7 Introduzione del Week Hospital (ospedale su cinque giorni) e di reparti di Osservazione breve intensiva 2.7.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) In linea con l evoluzione delle tecnologie e dei modelli organizzativi, l introduzione dell ospedale su cinque giorni nella rete di offerta ospedaliera del Lazio si inserisce nell ambito dell indirizzo strategico-programmatico di riqualificare l assistenza ospedaliera attraverso il trasferimento di attività inappropriate verso regimi che, a parità di efficacia, consentono una maggiore efficienza nell uso delle risorse. L ospedale su cinque giorni intende assicurare un contributo decisivo alla garanzia dei livelli di assistenza attraverso l erogazione di percorsi clinici appropriati e di qualità. Sia le valutazioni preliminari qualitative condotte sulle discipline mediche e chirurgiche, per le quali esiste già una consolidata prassi di attività elettiva a ciclo breve, sia gli indicatori di macroanalisi quantitativa consentono di individuare elevate quote di ricoveri trasferibili nell ambito dell attività ospedaliera regionale. Specificamente sono state individuate, con la D.G.R. n. 921 del 21 dicembre 2006, le discipline per le quali è ipotizzabile il ricorso a tale modalità organizzativa: oculistica, odontostomatologia, otorinolaringoiatria, urologia, dermatologia, gastroenterologia, endocrinologia e reumatologia. In relazione alle prospettive di sviluppo, l ospedale su cinque giorni si fonda sui seguenti pilastri: accesso esclusivamente in elezione, gestione efficiente della preospedalizzazione, articolata programmazione delle ammissioni e della sala operatoria in stretta correlazione al decorso post-operatorio atteso, previsione di unità di appoggio nei casi di dimissione non possibile, garanzia della continuità assistenziale. Valutata l opportunità di inserire tale modalità assistenziale come indipendente o inclusa nell ambito dipartimentale, l ospedale su cinque giorni garantirà il raggiungimento degli obiettivi seguenti: migliore appropriatezza delle degenze, maggiore efficacia delle risorse infermieristiche, ottimizzazione dell attività chirurgica e razionalizzazione del blocco operatorio, umanizzazione dell assistenza. Tale modalità organizzativa sarà sperimentata dopo la stipula dell Intesa Stato-Regioni prevista dall art. 16, comma 2, del nuovo Patto per la Salute, finalizzata a definire indirizzi e linee di razionalizzazione della funzione ospedaliera. L Osservazione breve intensiva (OBI) si configura come innovativa modalità assistenziale nella gestione delle emergenze-urgenze, con la finalità di qualificare l attività del PS e di garantire una maggiore appropriatezza dei ricoveri ospedalieri da PS mediante accurata 54 valutazione dell ammissione, contribuendo all ottimale utilizzo delle risorse nel rispetto della sicurezza del paziente. L analisi dei dati di attività regionale evidenzia come poco meno della metà dei ricoveri nei reparti di Breve osservazione (BO) si risolva con ricoveri della durata di 0-1 giorno e con la dimissione del paziente a domicilio o il suo trasferimento ad altro ospedale. Appare ragionevole ipotizzare che, in molti di questi casi, si traduca in ricovero ospedaliero un attività che, in realtà, è di osservazione di pazienti a rischio di instabilità per i quali non è stata ancora definita la necessità di ricovero ospedaliero ma che non sono ritenuti subito dimissibili dal PS. Ciò sembra essere motivato dall esigenza di liberare il PS e dall assenza di modalità alternative al ricovero ospedaliero nei reparti di BO. In alcune regioni italiane, tale problematica è stata risolta strategicamente introducendo un nuovo ambito assistenziale, riferito all attività ambulatoriale o configurato come una modalità autonoma, denominato osservazione continuativa di paziente instabile oppure osservazione breve intensiva . In linea con tale indirizzo strategico, l'attivazione dell OBI intende evitare ricoveri non necessari e inappropriati e prevenire dimissioni improprie dal PS a tutela della qualità e della sicurezza dell assistenza e delle cure in PS. Le esperienze realizzate già negli anni 60 negli Ospedali Riuniti di Roma ed in seguito in molti paesi occidentali, confermano come l attività di OBI, che precede la decisione del ricovero o della dimissione, sia caratterizzata da alti livelli di efficacia nel prevenire ricoveri non necessari. Nel Lazio la D.G.R. 946 del 23/11/2007 dispone l introduzione della OBI e dà mandato alle ASL e a privati accreditati con servizio di emergenza, di produrre un piano d'implementazione e contestualizzazione dell'OBI e ne definisce la tariffa. Su questa base sembra opportuna, anche nella regione Lazio, l introduzione dell OBI come modalità assistenziale diversa dal ricovero da effettuarsi presso i reparti di BO. L OBI può essere considerato un nuovo modello di gestione di problemi clinici acuti ad alto grado di criticità ma bassa gravità potenziale o a bassa criticità ma potenziale gravità, con necessità di un iter diagnostico e terapeutico, relativamente univoco e prevedibile, ma non differibile e gestibile ambulatorialmente, di norma non inferiore alle 6 ore e non superiore alle 24-72 ore al fine di valutare le reali necessità di ricovero o di dimissione sicura. Pertanto, l osservazione di durata inferiore alle 6 ore è da considerare una prestazione di PS che come tale viene registrata e remunerata nell ambito del Sistema informativo dell emergenza sanitaria. 55 Con l introduzione dell OBI è possibile ottenere una riduzione del tasso di ospedalizzazione, grazie alla diminuzione di ricoveri ordinari brevi evitabili. L indicazione del presente Piano è di attivare in tutti i DEA di secondo livello e nel 50% dei DEA di primo livello l OBI entro il 2010, mentre si prevede di completare l operazione nei DEA di primo livello entro il 2011. Inoltre per gli ospedali che non sono sede di DEA ma di Pronto soccorso va previsto un reparto di Osservazione breve (OB). 2.7.2 Il livello aziendale L Azienda Roma H ha già promosso una serie di iniziative istitutive di week surgery basate sulla analisi della tipologia di prestazioni chirurgiche già rese nei propri presidi ospedalieri e sulla esecuzione delle stesse in cinque giorni. Sulla scorta delle esperienze effettuate, l azienda intende ampliare questa modalità operativa,garantendo la qualità delle prestazioni nel rispetto della economicità delle stesse e del gradimento all utenza. Non sono state ancora avviate esperienze di OBI, ma si è proceduto alla riorganizzazione dei PS, DEA provvedendo alla revisione delle sedi e ad una ridistribuzione delle risorse nell intento di garantire la qualità delle prestazioni fornite all utenza. Si sta programmando la istituzione di Osservazione Breve Intensiva nei PS , DEA aziendali ,sono già in studio le modalità per il reperimento degli spazi dedicabili e per la formazione del personale. Gli interventi da realizzare sono: Individuazione degli spazi fisici per la funzione di OBI e reperimento attrezzature Formazione del personale (U.O.C. Formazione ) Individuazione figure di coordinamento (Dir. di Polo, Dir.di U.O.C. Protocolli operativi aziendali su modalità operative ed integrazione con i servizi di diagnostica e cura 56 2.8 L orientamento della formazione a supporto degli obiettivi di trasformazione dei servizi sanitari e di riequilibrio del rapporto tra ospedale e territorio. 2.8.1 Il livello regionale (stralci dal Piano Sanitario Regionale) Si tratta di correggere alcune distorsioni dei piani formativi, in parte generate dalla necessità di acquisire crediti. Il recupero di questa attività nella direzione della professionalizzazione vera delle figure sanitarie è cruciale. L educazione continua in medicina è diventata un tema al centro dell interesse delle politiche sanitarie per i potenziali benefici nel miglioramento della professionalità e indirettamente della salute dei cittadini. Nel contesto regionale, in particolar modo della Regione Lazio, si è assistito, negli ultimi mesi del 2006, a profondi cambiamenti legati non solo al piano di risanamento ma ad una consistente riorganizzazione della rete ospedaliera con conseguente necessità di ristrutturazione della formazione in sanità. Si tratta di supportare i processi di riqualificazione del personale impegnato nelle nuove strutture assistenziali denominate Presidi territoriali di prossimità (PTP), il potenziamento dell assistenza domiciliare, l integrazione sociosanitaria, l incremento di Hospice e Residenze sanitarie assistenziali (RSA). Gli operatori sanitari lavorano in contesti complessi, con la presenza di numerosi fattori che possono favorire o ostacolare i processi di modifica delle loro pratiche professionali, come ad esempio: l organizzazione dei processi di cura (staff, capacità, risorse, strutture), il contesto sociale (opinioni dei colleghi, cultura in rete, collaborazione, leadership), l innovazione (vantaggi pratici la fattibilità, l accessibilità), il contesto economico e politico (gli aspetti economico-finanziari, i regolamenti, le politiche sanitarie). 2.8.2 Problemi Scarsa efficacia di molte delle iniziative di educazione continua nel produrre effettivi miglioramenti dell attività degli operatori sanitari; scarsa definizione di priorità per le effettive esigenze della pratica sanitaria; distorsioni dettate dall esigenza di ottenere i crediti necessari. Spesso gli operatori sanitari, dovendo raggiungere il numero di crediti richiesto, selezionano corsi con lo 57 scopo principale del conseguimento dei crediti, a volte inadeguati rispetto alle proprie funzioni e alla propria pratica professionale; assenza di figure professionali in grado di rispondere alle esigenze dei mutamenti nell organizzazione della sanità inclusi nei piani regionali; uso comune di metodi didattici diretti alla trasmissione di informazioni (lezioni, conferenze, relazioni) poco efficaci nell induzione di modifiche nella pratica professionale degli operatori sanitari; carenza di disponibilità di alcune professioni sanitarie; qualità migliorabile della pianificazione della formazione nell ambito dei corsi di laurea per le professioni sanitarie; l esigenza riconosciuta di disporre di figure professionali in grado di gestire con competenza le articolazioni complesse nelle quali sono organizzate le strutture del Servizio sanitario nazionale e regionale, non essendo ancora raggiunto un grado soddisfacente delle capacità manageriali di chi opera in sanità. Infatti la preparazione manageriale di chi dirige unità operative complesse, dipartimenti e aziende richiede la formulazione di programmi intensi di formazione. 2.8.3 Risposte I principi generali su cui va impiantato il cambiamento, perché la formazione degli operatori sia un arma strategica per il miglioramento della qualità dei servizi, sono i seguenti: vincolo dell apprendimento alla pratica, adottando la riflessione sulla propria esperienza come punto di partenza del processo di acquisizione di nuove conoscenze e capacità che, a loro volta, producano un miglioramento della performance; confronto continuo tra nuove informazioni o raccomandazioni e pratica quotidiana, e loro applicazione; approccio educativo focalizzato sul cambio di comportamenti e attitudini, oltre che sull acquisizione di nuove conoscenze; 58 apprendimento contestuale, adattato alla realtà dei partecipanti e orientato alla qualità dell attenzione; sviluppo di capacità di autoapprendimento di lungo periodo e a carattere permanente; sviluppo della consuetudine di valutazione della propria pratica e analisi dei propri errori; enfasi sulle capacità di comunicazione con l obiettivo di perfezionare e arricchire la relazione operatore sanitario-paziente; enfasi nell apprendimento in gruppo; induzione di una cultura del cambiamento e rinnovamento della pratica professionale, incorporando il concetto di sviluppo e miglioramento permanente; definizione del fabbisogno formativo nell ambito dei corsi di laurea per le professioni sanitarie con indicazione di: obiettivi, metodi, costi, metodi e strumenti di valutazione; organizzazione di una formazione istituzionale per il management sanitario per i dirigenti del SSR preposti alla direzione di strutture complesse, dipartimenti e aziende sanitarie, coniugando la formazione continua proprio con quella manageriale. Le Università presenti sul territorio, in particolare, potrebbero fornire il supporto per la stesura di progetti condivisi di formazione che tengano conto della programmazione regionale. Un ulteriore punto fondante degli interventi di formazione che vanno attuati urgentemente in relazione alle modifiche introdotte dal presente Piano è la formazione del case manager. In un sistema sanitario caratterizzato dalle reti è indispensabile che mutino le modalità operative dei responsabili dell assistenza che dovranno sempre più farsi carico del paziente conducendolo negli spazi delle reti, garantendo tempestività e appropriatezza unitamente ad una particolare attenzione all ottimizzazione delle risorse e degli interventi. Figura chiave di questa nuova forma di assistenza in rete è il Case manager o Referente per la continuità assistenziale che non va considerata come nuovo profilo professionale che si sovrappone all esistente, ma come coerente cambiamento da un lavoro per compiti ad uno per obiettivi da parte dei responsabili dell assistenza. Occorre, quindi, immaginare un ordinaria attività assistenziale per i pazienti, dalla presa in carico da parte della rete fino all eventuale ricovero presso una struttura della rete stessa che si concretizza nell accompagnare il paziente lungo il percorso diagnostico-terapeutico (i.e. gli esami, gli 59 accertamenti, le procedure ambulatoriali) nel rispetto delle indicazioni fornite dalle Unità cliniche delle reti. In conclusione, la proposta di attività formativa sarà caratterizzata da interventi sul campo in grado di modificare i comportamenti professionali, la cui selezione può derivare solo dall analisi delle prove di efficacia, dal contesto e dalle attitudini dei professionisti locali. Tali attività devono essere integrate con le strategie per il miglioramento della qualità assistenziale. Infatti, poiché rappresentano solo uno degli interventi in grado di modificare i comportamenti professionali, le attività di formazione devono essere inserite in una strategia multifattoriale il cui obiettivo è il miglioramento dell appropriatezza di prestazioni sanitarie, della qualità assistenziale e, più in generale, degli esiti. Per quanto riguarda la formazione orientata a raggiungere gli obiettivi del Piano di rientro, è necessario un approccio unitario. È pertanto opportuno il coordinamento di un piano articolato di formazione da parte di Laziosanità-ASP, di intesa con i competenti uffici dell Assessorato alla Sanità. 2.8.4 Il livello aziendale La nostra Azienda produce eventi formativi mediamente di buona qualità. Tuttavia, in molti casi, non si percepisce la relazione fra evento formativo e obiettivi aziendali. E necessario quindi armonizzare gli obiettivi e le priorità aziendali con l offerta formativa. Peraltro, il P.S.R. e il piano di rientro pongono il problema di attivare/rafforzare nuove linee di formazione principalmente legate alle attività territoriali. Citiamo, fra le tante, l attivazione di percorsi formativi per il care manager e quelli per il personale dei P.T.P.. A questi va sicuramente aggiunto un percorso per il personale frontline dei P.U.A. e la creazione di luoghi di confronto (consensus conferences) con i M.M.G. e i P.L.S. finalizzati alla creazione di una interfaccia funzionalmente credibile con quanto viene attivato nel territorio da e con i M.M.G e i P.L.S. (U.C.P., U.T A P., P.T.P.). A queste riflessioni va aggiunto che negli obiettivi contrattati con i Direttori di macroarea e con i Direttori di U.O.C. cliniche va enfatizzato il concetto di formazione per la produzione . Il modello hub/spoke prevede prestazioni assegnate ai vari livelli assistenziali, per cui la formazione va finalizzata alle prestazioni consone allo specifico livello. 60 L implementazione, e conseguentemente la formazione, di specifiche tecniche o procedure deve armonizzarsi con la mission aziendale e con gli obiettivi settoriali del P.S.R. 2.8.5 L implementazione di percorsi formativi Questo percorso va concordato fra Direzione Aziendale, U.O.C. Formazione e U.O. Controllo di Gestione 61 2.9 Impulso alla crescita e al recupero di validità delle iniziative di prevenzione 2.9.1 Le attività di prevenzione nel quadro dei livelli essenziali di assistenza La salute non identifica più semplicemente la cura della malattia ma, prima ancora, la promozione del benessere e lo sviluppo delle capacità personali. Si deve incidere sui modelli di organizzazione sanitaria spostando l attenzione dalla fase acuta, alla prevenzione primaria e secondaria, promuovendo corretti stili di vita ed implementando i rapporti tra salute, sicurezza, ambiente di vita e di lavoro. Gli interventi di prevenzione devono mirare a ricostituire un tessuto di relazioni tra cittadino, MMG, Territorio e l Ospedale. Il decreto sui LEA, che definisce i livelli essenziali di assistenza, precisa che, sono esclusi gli interventi di prevenzione individuali, mentre sono valorizzate le attività di prevenzione finalizzate a programmi sulla popolazione (vedi vaccinazioni e screening oncologici). Nell attuale contesto questo orientamento prospetta un coordinamento tra Dipartimento di Prevenzione e Distretto per quanto riguarda la prevenzione primaria, mentre all Ospedale competono la prevenzione secondaria e quella riabilitativa, fermo restando che la visione è circolare e non lineare. Ad esempio, le campagne di screening, qualora non siano richieste attrezzature tecnologicamente complesse, possono essere svolte a livello territoriale, riservando all Ospedale solo i casi di diagnosi positiva, ovvero interventi diagnostici e terapeutici che necessitano di ricovero ordinario e/o D.H.. La prevenzione collettiva e l assistenza sanitaria primaria hanno due ragioni per essere tra loro coordinate: la prima è che si praticano in aree geograficamente definite e comuni; la seconda è che ambedue, utilizzano l epidemiologia, quale strumento per individuare i bisogni e/o i problemi di salute, individuando gli interventi più efficaci e valutando i risultati. Il comune impegno di promozione alla salute potrebbe essere realizzato attraverso la messa a punto di specifici progetti-obiettivo da parte del Dipartimento di Prevenzione e delle Strutture Territoriali. Sviluppo delle attività di prevenzione, in un ottica più ampia, non significa solamente interventi sanitari, ma anche e soprattutto uno stretto collegamento tra i vari attori coinvolti, che si identificano in soggetti istituzionali e sociali con il coinvolgimento anche di soggetti del terzo settore. 62 Attualmente l Ospedale si trova a dover fronteggiare la richiesta di interventi di prevenzione secondaria e terziaria, come se fossero situazioni di urgenza, a causa spesso, di scarse risorse e carenza di percorsi definiti e condivisi, a scapito dei pazienti e degli operatori. Oggi l eccessiva frammentazione del processo di cura in campo sanitario e la parallela crisi d identità e di risorse in campo sociale hanno messo il cittadino nella condizione di non partecipare ai singoli processi assistenziali, ma di dover interpretare e rendere compatibili le diverse indicazioni ed essere lui stesso il tramite ed il collegamento tra i vari professionisti. Per contro le attività di prevenzione possono e devono prevedere una pianificazione organizzativa, sicuramente più puntuale in termini di risorse e costi sostenibili. 2.9.2 I programmi di screening Lo stato di attuazione dei programmi di screening nella Roma H vede una ottimale adesione della popolazione target allo screening dei tumori della mammella. Sono in corso di svolgimento anche altri due screening relativi ai tumori della cervice uterina e del colon-retto, per i quali si prevedono risultati più contenuti sia per il livello di adesione sia per l attivazione dei percorsi interni. In particolare lo screening per il tumore del collo dell utero soffre del fatto che le donne hanno già attivato percorsi personali con ginecologi di fiducia, mentre lo screening del colon retto nella letteratura internazionale ha sempre registrato una scarsa adesione al secondo livello di accertamento, costituito dalla colonscopia. Si ritiene comunque importante, in coerenza con le strategie definite dal PSR: mantenere all interno dell Azienda un Coordinamento tra i programmi di screening ed i successivi interventi clinici, qualora necessari; Favorire l attuazione dei suddetti programmi anche mediante il coinvolgimento dei MMG. 2.9.3 Realizzazione di Programmi di prevenzione Il Dipartimento di Prevenzione, in collaborazione con le strutture territoriali dei Distretti, promuove la realizzazione di Programmi di Prevenzione con riferimento a quegli interventi 63 finalizzati ad incidere in senso migliorativo sugli stili di vita ed a rimuovere le condizioni favorenti i maggiori rischi per la salute. Rappresentano un impegno confermato nel prossimo triennio, tra l altro, le campagne di prevenzione finalizzate a ridurre gli incidenti sui luoghi di lavoro, gli incidenti domestici, gli incidenti stradali, il rischio cardiovascolare e l eccesso ponderale, ed a favorire una sana e corretta alimentazione e la tutela della sanità animale. Programmi di formazione ed informazione verranno realizzati all interno delle scuole per la prosecuzione delle campagne di prevenzione finalizzate a ridurre l uso di bevande alcoliche e di sostanze stupefacenti, nonché l abitudine al fumo, soprattutto tra le giovani generazioni. Il Distretto Sanitario, nel recente Piano Sanitario Regionale, ha acquisito una valenza sempre più importante connotandosi come luogo privilegiato di rilevazione dei bisogni di salute della popolazione ed il luogo primario di governo della domanda e offerta dei servizi sociosanitari avendo come obiettivo prioritario la tutela e la promozione della salute della popolazione. Indagini epidemiologiche costituiranno lo strumento scientifico di rilevazione delle condizioni di salute sul territorio al fine di fornire le appropriate risposte ai bisogni di salute. Al termine dei progetti si valuteranno gli interventi attuati mediante l utilizzo di idonei indicatori, che consentiranno di verificare l efficacia delle azioni intraprese, fornendo indicazioni all azienda ASL per orientare successivi piani di prevenzione e promozione della salute sul territorio. Permangono invariate rispetto al passato tutte le incombenze relative al controllo degli standards qualitativi di benessere e congruità degli ambienti di lavoro la cui analisi sarà resa più agevole da una strutturazione centralizzata della organizzazione dipartimentale , e permangono secondo le direttive regionali e nazionali di alto livello le incombenze, proprie delle strutture di vigilanza, relative alla verifica e riduzione delle condizioni di rischio per infortuni e malattie professionali. In tal senso , proprio nello sviluppo di una ottica che privilegi la medicina preventiva basata sulle evidenze, saranno incrementate e valorizzate tutte le risorse utili a delineare lo stato di salute delle popolazioni lavorative in relazione a specifici fattori fisici,chimici, biologici di rischio presenti nei vari comparti. 64 2.10 Nuove linee di intervento per la salute mentale Partecipazione all Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali E indispensabile un confronto continuo con il Distretto, prima di tutto con la partecipazione all Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali, dove possono e devono essere discussi i progetti ed i programmi di lavoro in comune e dove può essere svolto una prima verifica ed un bilancio dello stato di realizzazione degli stessi. Inoltre il Distretto è la sede del lavoro integrato con i MMG tramite i referenti, utilizzando la posta elettronica per velocizzare ed ottimizzare le comunicazioni. Potenziamento della rete e dell attività specialistica ambulatoriale Il progetto della realizzazione degli Ambulatori della Salute Mentale nei Poliambulatori dei Distretti riferito ad una fascia di utenza con disturbi psichici più lievi, che interessa circa il 40% degli accessi ai CSM, amplia le possibilità di scelta per l utenza e rafforza la rete di assistenza specialistica distrettuale, liberando risorse nei CSM riservando la presa in cura ai casi gravi, che richiedono un intervento multidisciplinare ed intensivo. Negli ambulatori della Salute Mentale (in futuro si può anche prevedere una collaborazione con i Presidi Territoriali di Prossimità), che vedono la presenza delle sole figure del medico-psichiatra e dello psicologo, è necessaria una collaborazione stretta con i MMG, strutturando percorsi di accesso, consultazione/trattamento e restituzione. Sviluppo dell integrazione con i servizi territoriali Lo sviluppo di processi integrativi con i servizi territoriali distrettuali, pratica già presente storicamente anche se disomogenea, deve consolidarsi con la realizzazione di progetti comuni e la stesura di protocolli operativi che possano facilitare il lavoro comune, su un format dipartimentale, adattato alle particolarità locali. CAD: disturbi comportamentali degli anziani dementi, disabili adulti, assistenza domiciliare specialistica a pazienti gravi seguiti dal CSM TSMREE: esordi psicotici, emergenze psichiatriche minori SERT: pazienti doppia diagnosi, esordi psicotici Consultori: genitori affidatari, rischio psicotico 65 Sviluppo delle attività di prevenzione L obiettivo prioritario è quello di creare una rete integrata di operatori dei diversi servizi territoriali, che sviluppi competenze specifiche in grado di intercettare ed intervenire precocemente sugli esordi psicotici negli adolescenti e giovani adulti. E quindi necessario un cambiamento nell orientamento dei servizi territoriali da una organizzazione mirata in massima parte all intervento sulla sintomatologia conclamata (quindi con un atteggiamento di attesa) ad un altra che abbia anche una capacità di individuare manifestazioni più sottili ed indistinte che preannunciano la possibile evoluzione verso una patologia manifesta. Questo nuovo modello organizzativo sarà pertanto caratterizzato da una maggiore dinamicità, flessibilità e creatività e deve muoversi in un ottica di promozione della salute, coinvolgendo le scuole, i MMG ed i pediatri. Sviluppo ed attuazione di percorsi diagnostico-terapeutici ed assistenziali Una delle finalità più importanti e strategiche a livello aziendale è quella di sviluppare ed attuare nei vari servizi del DSM percorsi diagnostico terapeutici ed assistenziali certi e condivisi oltre che dagli operatori anche con i pazienti ed i loro familiari, in modo da assicurare medesime prestazioni ai cittadini che vivono in tutto il territorio dell Azienda. La certezza del percorso di cura è inoltre una garanzia per i cittadini ma anche per gli operatori dei servizi, che possono utilizzare linee guida e pacchetti operativi standard, salvaguardando sempre l indispensabile progettualità individuale. Integrazione socio-sanitaria Compito strategico del DSM è quello di promuovere processi di integrazione sociosanitaria nei distretti sia nell ambito dei piani di zona che con progetti specifici CSM/Comune. L evidente rilevanza sociale nei disturbi psichici richiede grande impegno nel coinvolgimento degli enti locali nella realizzazione di sistemi di tutela del vivere comune dei pazienti psichiatrici e di progetti rispondenti a bisogni individuali. La perdurante disomogenea sensibilità ai temi della salute mentale ed alle esigenze dei pazienti psichiatrici nella stesura dei Piani di zona dei Distretti, richiede uno sforzo per promuovere la realizzazione di progetti che accolgano queste istanze E inoltre urgente che il DSM entri nel progetto di realizzazione dei PUA, per una completezza del servizio offerto ai cittadini. 66 L abitare E indispensabile progettare nel triennio la realizzazione di gruppi appartamento a completamento della attuale rete di strutture residenziali di tipo socio-assistenziale, in particolare nei distretti H4 ed H6, anche con progetti inseriti nei piani di zona e/o l accordo con associazioni di familiari. E inoltre da valutare la realizzazione di una struttura polifunzionale sovradistrettuale (due o tre distretti) che possa accogliere persone con disagio psico-sociale, non esclusivamente di tipo psichiatrico, che necessitano di un sostegno abitativo con supporto domiciliare da parte del nostro servizio. Il lavoro La promozione e la diffusione di iniziative di integrazione sociale, in particolare l inserimento o il reinserimento lavorativo delle persone svantaggiate, costituiscono compiti primari dell azione sociale del DSM. Linee di intervento: Collaborazione con la Azienda ASL per l inserimento di pazienti giovani nella organizzazione aziendale e nelle ditte che forniscono servizi tramite assegni per il reinserimento socio-lavorativo Collaborazione con i Centri per l Impiego Collaborazione con la Città dei Mestieri (protocollo d intesa, sviluppo di aree pilota in H1 e H4, attività di formazione ed inserimento lavorativo) Struttura residenziale psichiatrica dipartimentale Tra gli obiettivi da realizzare nel triennio, riveste importanza rilevante la creazione di una Comunità Terapeutica residenziale dipartimentale, in particolare dedicata ai giovani all inizio della malattia, che permetta al DSM di avere l intera gamma di possibilità di intervento terapeutico (il nostro DSM è l unico della regione a non avere una propria struttura residenziale) e consentirà di ridisegnare e completare, insieme al futuro SPDC di Anzio, la dimensione organizzativa del nuovo DSM della ASL RMH. La soluzione che si propone è quella di realizzare un progetto a gestione mista, appaltando la parte alberghiera della Comunità ( locali, utenze, pulizie e vitto), riservando all Azienda l assistenza specialistica. In questo modo si potrebbero utilizzare parte delle risorse economiche del budget annuale per gli inserimenti in Comunità. 67 Integrazione Carcere Territorio / Progetto sex-offender Il DPCM 1.4.2008 ha trasferito alle ASL l assistenza sanitaria negli istituti di pena e per quanto riguarda il DSM: considerando che il carcere di Velletri è una Casa Circondariale e quindi con la maggioranza dei detenuti appartenenti al nostro territorio, diviene obiettivo importante, oltre alla organizzazione di una assistenza specialistica interna, predisporre e facilitare il passaggio dei detenuti con problemi psichiatrici che vengono rilasciati a fine pena ai CSM di origine sia per una continuità terapeutica che per facilitare un reinserimento sociale. A tal fine si potrà utilizzare il progetto La Rete che cura , già oggetto di un protocollo di intesa tra ASL, Direzione della Casa Circondariale e la SIMSPe (Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria); considerando che nell istituto di Velletri esiste una sezione destinata ai sex-offender sarebbe molto interessante realizzare un progetto con la formazione di personale addetto che possa garantire un percorso di cura ai detenuti rimessi in libertà da tale sezione che rimangono nel nostro territorio, allo scopo di prevenire le recidive. Centri di Diagnosi Psicologica Le unità funzionali "Diagnosi Psicologica" delle U.O.S. "Area di Psicologia H/1" e U.O.S. "CSM H/5" hanno lo specifico obiettivo di organizzare e di coordinare le attività inerenti la diagnosi psicologica e la somministrazione di test per un approfondimento clinico (casi particolarmente complessi), per le certificazioni medico-legali (porto d armi) e le indagini legate all intervento precoce negli esordi psicotici. Strutture ospedaliere Due obiettivi: Realizzazione del SPDC ad Anzio presso il nuovo padiglione Faina Ricollocazione del SPDC di Frascati. 68 Governo clinico Due aree di intervento: Sviluppo ed attuazione di procedure diagnostico-terapeutiche, in particolare la realizzazione e l applicazione di linee guida per gli esordi psicotici, ma anche per altre esigenze cliniche Completamento della rete informatica aziendale dipartimentale e compimento della dotazione organica di PC in tutti i servizi, con sviluppo ed attuazione della cartella clinica informatizzata. Creazione dei flussi informativi C.C. Velletri e Centri Diurni. 69 2.11 Strategie per il monitoraggio e il controllo della spesa farmaceutica Negli anni scorsi l Asl Roma H ha realizzato diversi interventi finalizzati al monitoraggio e al controllo della spesa farmaceutica ospedaliera: attivazione e regolare funzionamento delle Commissioni distrettuali per appropriatezza prescrittiva, attraverso la collaborazione tra i singoli Distretti e il Dipartimento del Farmaco; attivazione di un applicazione web per l analisi dei dati, con accesso ai dati di competenza da parte dei distretti e dei medici di medicina generale, con la possibilità di drill-down da varie dimensioni (ATC, principi attivi, case farmaceutiche, medici di medicina generale) ai consumi dei singoli pazienti e e alle singole ricette; analisi della spesa farmaceutica dei singoli medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, attraverso tre tipologie di reports recanti indicatori di spesa pro-capite pesata in base alle fasce di età degli assistibili del medico e confronto con le medie regionali; mailing dei reports ai singoli medici utilizzando le relative caselle di posta elettronica messe a disposizione dalla Regione Lazio, sintesi dei dati di cui ai punti precedenti con l evidenziazione per ogni distretto degli scostamenti più significativi dalla media e l elenco degli outliers. Per un efficace prosecuzione dell attività già svolta si rende necessaria un integrazione delle varie linee di intervento nonché l attivazione di un unica cabina di regia a livello aziendale, attraverso un gruppo di lavoro centrale che fornisca linee guida e indicazioni utili al monitoraggio del livello distrettuale. 70 2.12 Interventi finalizzati al riequilibrio economico Il Patto per la Salute siglato in Conferenza Stato.- Regioni il 3 dicembre 2009, come confermato dall art. 2, comma 88, della legge 23 dicembre 2009 n. 191 (Finanziaria 2010), ha previsto che , per le Regioni sottoposte a piano di rientro e già commissariate (quale la Regione Lazio), proseguano i piani di rientro secondo programmi operativi coerenti con gli obiettivi finanziari programmati, predisposti dal Commissario ad acta, nonché relative azioni di supporto contabile e gestionale. In tale contesto, il Commissario ad Acta per la realizzazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario del Lazio ha emanato la circolare n. 39/CA del 12.01.2010, con la quale ha impartito alcune indicazioni sugli obiettivi assegnati ai Direttori Generali delle ASL/AO. Nonostante il presente Piano Strategico abbia valenza triennale (2010 2012), occorre considerare per l anno 2010, quali imprescindibili, gli obiettivi indicati nel paragrafo che segue. 2.12.1 Programmi operativi 2010 2.12.1.1 Obiettivi Gli obiettivi individuati dal Commissario ad acta per l esercizio 2010 sono i seguenti: Contenimento spesa per il personale Razionalizzazione e contenimento della spesa per beni e servizi Controllo spesa farmaceutica convenzionata e ospedaliera 2.12.1.2 Strumenti In relazione agli obiettivi sopra indicati, il Commissario ad acta ha individuato alcuni strumenti che dovranno essere utilizzati per il loro perseguimento: Obiettivo A: Blocco del turn over, con possibilità di richiedere l autorizzazione alla copertura per un numero di posti non superiore al 10% delle cessazioni dell anno 2010; 71 Rideterminazione dei fondi contrattuali riduzione del numero di strutture, posizioni organizzative e di coordinamento; verifica delle situazioni di esercizio di fatto di mansioni non corrispondenti alle qualifiche di appartenenza; riduzione del costo delle prestazioni aggiuntive richieste al personale sanitario in misura pari almeno al 10% rispetto al 2009; verifica della corretta applicazione degli artt. 29 CCNL integrativo del 20.9.2001 e 24 del CCNL integrativo del 8.6.2000; analisi dell organizzazione del lavoro e verifica dell articolazione dell orario di lavoro; riduzione dei costi per consulenze sanitarie del 20% e delle consulenze non sanitarie, compresi i rapporti di collaborazione professionale, del 20% rispetto al 2009; divieto di nuovi conferimenti di incarico o di incrementi di orario del personale convenzionato specialisti ambulatoriali. Obiettivo B: Contrasto all improprio utilizzo del criterio dell infungibilità limitativo delle procedure concorsuali; riduzione delle esternalizzazioni dei servizi; divieto di acquisizione di tecnologie sanitarie di valore superiore a 150.000 comprensivi di eventuali costi di impianto, anche mediante stipula di contratti di noleggio, leasing od altra forma, in mancanza di autorizzazione del Commissario ad acta; istituzione del libro cespiti ammortizzabili di proprietà; razionalizzazione dell utilizzo di utenze telefoniche; razionalizzazione e disciplina dell utilizzo di internet. Obiettivo C: Sperimentazione budget di distretto e sensibilizzazione prescrittori; utilizzo del sistema Tessera Sanitaria ai fini del controllo della spesa; 72 controllo sulle esenzioni; centralizzazione delle preparazioni antiblastiche e nutrizione parenterale; formalizzazione delle procedure per la rotazione delle scorte e minimizzazione dei farmaci scaduti; corretta gestione degli armadi farmaceutici; monitoraggio e verifica della prescrizione di emoderivati; promozione della raccolta del plasma e incrementi quantitativi degli emoderivati forniti in conto lavorazione; monitoraggio e corretta gestione dei farmaci soggetti a monitoraggio intensivo AIFA; linee di indirizzo per l antibiotico - terapia intra ospedaliera e monitoraggio prescrittivo; monitoraggio dei consumi di farmaci antiretrovirali; progetti di appropriatezza prescrittiva di farmaci antidepressivi , antiaggreganti, oncologici, nonché iniziative in materia di infezioni nosocomiali. 2.12.1.3 Azioni e tempi di realizzazione Per il perseguimento dell obiettivo A relativo al contenimento dei costi del personale, fermo restando il vincolo posto dall art. 2, comma 71, della legge n. 191/2009 (costo anno 2004 ridotto del 1,4%), l Azienda porrà in essere le seguenti azioni: Rivisitazione del modello organizzativo aziendale alla luce dei nuovi requisiti minimi stabiliti nel Piano Sanitario Regionale 2010 2012, con conseguente revisione dell atto aziendale (entro giugno 2010) Revisione della pianta organica (entro febbraio 2010) Attivazione del tavolo di trattativa con le OO.SS. per la rideterminazione dei fondi contrattuali, a seguito della riduzione stabile delle dotazioni organiche per effetto del blocco del turn over (entro maggio 2010) Ricognizione presso i servizi aziendali delle situazioni di esercizio di mansioni diverse dal profilo di appartenenza, al fine di restituire, sussistendone le condizioni, i dipendenti allo svolgimento di compiti propri del profilo personale per il quale sono stati assunti (entro marzo 2010) 73 Attivazione del tavolo sindacale per la revisione delle modalità di attribuzione dell indennità sostitutiva del servizio mensa (buono pasto), compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e con l articolazione dell orario di lavoro Revisione dell orario di lavoro del personale sanitario secondo un articolazione che tenga conto dell esigenza di garantire il mantenimento dei livelli di efficienza delle strutture a cui tale personale è assegnato e l erogazione delle prestazioni assistenziali in conformità con i LEA. Programmazione dell orario di lavoro del personale sanitario (medico e non) in modo tale da evitare situazioni di contemporanea presenza di più sanitari nell ambito del medesimo turno non compatibile con le esigenze funzionali del servizio, ed accumulo ingiustificato di ore di straordinario legate a tali sovrapposizioni Attivazione di percorsi formativi finalizzati alla riqualificazione e valorizzazione delle professionalità interne, per limitare l accesso alle consulenze esterne ai casi di comprovata necessità per specifiche finalità Per il perseguimento dell obiettivo B relativo alla razionalizzazione e contenimento della spesa per beni e servizi, l Azienda porrà in essere le seguenti azioni: Predisposizione della procedura per le richieste di prodotti infungili secondo le modalità previste dalla circolare del Commissario ad acta n. 39/2010, e monitoraggio della sua applicazione. Istituzione di un gruppo di lavoro per l effettuazione di uno studio di fattibilità sulla reinternalizzazione di servizi più vicini al core business aziendale. Predisposizione di un piano degli investimenti in tecnologie elettromedicali, compatibile con il piano di riassetto della rete ospedaliera aziendale e funzionale alla tipologie di assistenza sanitaria individuate nella vision dell azienda. Istituzione di un gruppo di lavoro per la valutazione del fabbisogno e dell impatto dell introduzione di nuove tecnologie secondo le metodologie del Health Technology Assessment (HTA). Implementazione della procedura informatica per l acquisto dei beni ammortizzabili, con l inclusione nell anagrafica dei prodotti forniti in assistenza integrativa e protesica territoriale. Monitoraggio dell utilizzo da parte dei dipendenti delle utenze telefoniche e di internet e implementazione di sistemi di controllo interno della correttezza di utilizzo. 74 Introduzione della tecnologia VOIP per la telefonia fissa. Per il perseguimento dell obiettivo C relativo al controllo della spesa farmaceutica convenzionata e ospedaliera, l Azienda porrà in essere le seguenti azioni: definizione di percorsi che favoriscano il MMG e il PLS alla promozione verso l assistito della distribuzione diretta. promozione di una serie di incontri multidisciplinari tra Medici Specialisti e MMG/PLS su specifici percorsi terapeutici. stesura di protocolli finalizzati ad indirizzare l assistito all approvvigionamento presso le strutture Aziendali, organizzando specifici percorsi adattabili alle singole situazioni territoriali. attivazione di specifici incontri/monitoraggio delle prescrizioni volti a sorvegliare i comportamenti prescrittivi, promuovere ed ottimizzare i percorsi di continuità terapeutica tra Ospedale e Territorio e valutare l impatto delle prescrizioni ospedaliere sulla spesa farmaceutica territoriale. promozione e attivazione di percorsi di continuità terapeutica tra Ospedale e Territorio. monitoraggio delle prescrizioni con report per MMG/PLS, per equipes territoriali. prosecuzione delle attività già intraprese nei confronti dei medici prescrittori per la sensibilizzazione all uso dei farmaci equivalenti, al fine di indurre le prescrizioni ad attestarsi ai valori di incidenza media regionale della spesa dei farmaci equivalenti rispetto alla spesa totale di farmaci. promozione di azioni per l individuazione di principi attivi da inserire nel PTA che a parità di efficacia clinico/terapeutica possano determinare nell ambito della loro classe di appartenenza un indotto economicamente vantaggioso alla dimissione/visita specialistica. 75 2.12.1.4 Criteri di valutazione La valutazione dei risultati verrà effettuata con i seguenti criteri e strumenti/indicatori: Obiettivo A: presenza di gruppo di lavoro e formulazione del nuovo Atto Aziendale (dicotomico: si/no) presenza di attivazione del tavolo sindacale aziendale (standard dicotomico: si/no) verbali delle riunioni effettuate (dicotomico: si/no) presenza del documento riguardante la nuova pianta organica (dicotomico: si/no) presenza del documento riguardante la definizione dei nuovi fondi contrattuali (dicotomico: si/no) presenza dei piani di lavoro per la articolazione dell orario di servizio del personale sanitario (dicotomico: si/no) formalizzazione dell attivazione di percorsi formativi (dicotomico: si/no) Obiettivo B: presenza del Documento riportante la formulazione di prime proposte organizzative a carattere sperimentale (dicotomico: si/no) verbali delle riunioni effettuate (dicotomico: si/no) rispetto del cronoprogramma (dicotomico: si/no) formalizzazione dell avvio della sperimentazione a seguito di una valutazione di fattibilità (dicotomico: si/no) presenza di gruppo di lavoro e formulazione dello studio di fattibilità sulla reinternalizzazione di servizi (standard dicotomico: si/no) presenza del piano degli investimenti in attrezzature elettromedicali (standard dicotomico: si/no) presenza del report libro cespiti derivante dalla procedura informatica integrata (standard dicotomico: si/no) 76 presenza di report di controllo dell utilizzo di utenze telefoniche (standard quattro report per anno) formalizzazione dell attivazione della tecnologia VOIP (standard dicotomico: si/no) Obiettivo C: presenza della Procedura aziendale finalizzata alla stesura dei profili prescrittivi (standard dicotomico: si/no) presenza di report sui profili prescrittivi (standard dicotomico: si/no) presenza di Progetto sui farmaci equivalenti (standard almeno un Progetto per anno) presenza del Documento riportante la formulazione dei percorsi e protocolli (dicotomico: si/no) verbali delle riunioni effettuate (dicotomico: si/no) presenza di reportistica specifica sull appropriatezza e trasmissione agli interessati per le opportune analisi (standard quattro report per anno) 2.12.1.5 Risorse Non si ritengono necessarie risorse aggiuntive per il perseguimento degli obiettivi individuati, tranne quelle relative a: Investimenti nella tecnologia VOIP Investimenti nell implementazione dei meccanismi di controllo La valorizzazione di tali investimenti verrà fatta nell ambito del budget dell esercizio 2010. 2.12.1.6 Criticità Le principali criticità che si intravedono nell implementazione del presente piano strategico e che rappresentano un ostacolo rilevante alla sua realizzazione sono le seguenti: Mancanza di circolari regionali applicative del PSR 2010-2012 77 Vincoli normativi sulle risorse assegnate all azienda, sia in termini economici che di personale Difficoltà nella trattativa con le Organizzazioni Sindacali in riduzione rispetto a quanto precedentemente ottenuto e contrattualizzato Scarsa mobilità del personale all interno dell azienda Difficoltà di coordinamento delle strutture aziendali da parte della Direzione Strategica, legata alla frammentazione territoriale delle stesse Scarsità di leve manageriali a disposizione della Direzione Strategica 2.12.2 Riduzione del tasso di ospedalizzazione e miglioramento dell appropriatezza organizzativa Il trasferimento di attività inappropriate verso regimi che, a parità di efficacia, consentono una maggiore efficienza nell uso delle risorse è una spinta verso l obiettivo del contenimento della spesa e la conseguente tendenza al riequilibrio economico. A tale riguardo, a costo di ripetere l esigenze di linee di intervento già enunciate nei capitoli precedenti, occorre qui ricordare per l impatto che hanno ai fini del riequilibrio economico: il progressivo e costante passaggio dal ricovero ospedaliero ordinario al ricovero diurno (Day Surgery e Day Hospital), dal ricovero diurno all assistenza in regime ambulatoriale, promuovendo altresì il Day Service nonché l utilizzo degli Accorpamenti di Prestazioni Ambulatoriali e le Prestazioni Ambulatoriali Complesse; lo sviluppo, già in atto in alcune strutture della ASL (Marino e parzialmente Velletri) dell organizzazione dell ospedale su cinque giorni nella rete di offerta ospedaliera del Lazio. Il Week hospital, assicura un importante contributo alla fornitura di percorsi clinici appropriati e di qualità. Infatti sia le valutazioni preliminari qualitative condotte sulle discipline chirurgiche, per le quali esiste già una consolidata prassi di attività elettiva a ciclo breve, sia gli indicatori consentono di individuare quote di ricoveri trasferibili nell ambito dell attività ospedaliera regionale riferite soprattutto ad alcune specialità presenti nei nostri presidi quali oculistica, ORL, odontostomatologia, urologia, chirurgia cosiddetta minore . Consente inoltre di approfondire la problematica relativa alla differenziazione dei percorsi tra emergenza e accesso in elezione contribuendo al 78 miglioramento della gestione della preospedalizzazione, favorendo la programmazione degli accessi alla sala operatoria e predisposizione di percorsi di eventuale ricovero in appoggio in caso di dimissione non possibile a garanzia della continuità assistenziale; il potenziamento dell assistenza intermedia che, attraverso i Presidi territoriali di prossimità la lungodegenza e le RSA, rispondono efficacemente ai problemi assistenziali dei cittadini mentre alleggeriscono gli ospedali di giornate di degenza di pazienti che non hanno più bisogno di diagnosi e di clinica, ma solo di assistenza infermieristica; occorre peraltro ribadire che lo sviluppo di interventi residenziali, semiresidenziali e domiciliari di carattere assistenziale o socio-assistenziale, è il presupposto essenziale per evitare che la riduzione dei posti letto si trasformi tout-court in una riduzione dell assistenza. 2.12.3 Risk Management Un aspetto non trascurabile della spesa è quello riferito all aumento del contenzioso relativo alla mal practice e alle conseguenti richieste di risarcimento con lievitazione dei costi delle assicurazioni a cui l Azienda deve soggiacere. Lo sviluppo della cultura del rischio clinico con adozione di procedure per le diverse attività e percorsi diagnostico-terapeutici potrebbe favorire un positivo riscontro alle richieste, spesso infondate di risarcimento. Inoltre poter incidere sulla riorganizzazione degli orari di visita per consentire attraverso una più agevole continuità di presenza dei familiari nei reparti di degenza, in particolare dopo le procedure invasive e gli interventi chirurgici, un miglioramento dei rapporti tra l utenza ed i sanitari renderebbe, attraverso una umanizzazione del rapporto paziente/medico meno conflittuale il confronto con uno stimolo alla comunicazione tra gli operatori sanitari e gli assistiti potrebbe incidere anche sul miglioramento degli orari di ricevimento con una maggiore apertura verso familiari e MMG, anche attraverso l inserimento di tali input tra gli obiettivi dei Direttori delle diverse UU.OO. di degenza. Tra le iniziative concrete a cui far riferimento un momento non trascurabile potrebbe essere rappresentato dall attento monitoraggio dei reclami. Infatti la materia è andata nel tempo assumendo un aspetto positivo rivolto all approfondimento di tutti quegli eventi che generano errori o che sono da considerarsi con maggiore probabilità di essere fonte di errore. 79 L intento è quello di individuare nella fase organizzativa, più che nella contingenza inerente il singolo operatore, l elemento critico per arrivare a minimizzare la possibilità di errore. Questo approccio al problema si fonda anche sul presupposto di tendere a creare quella svolta di carattere culturale che possa prevenire la realizzazione dell evento dannoso, attraverso la condivisione delle buone pratiche e la comunicazione. Anche al fine di un recupero del dialogo con il cittadino è auspicabile all interno dei Presidi la presenza dell URP, visto come strumento istituzionale per assicurare l informazione, l accesso alla documentazione, la partecipazione ed accoglienza del cittadino, la gestione dei reclami, delle segnalazioni e della comunicazione della azioni di miglioramento in atto. Questo approccio al reclamo consentirebbe di utilizzare il reclamo come fonte informativa per acclarare l esistenza di processi critici, procedere, insieme ai clinici, all analisi della criticità segnalata per verificare se il rischio che l evento avverso si verifichi nuovamente possa essere eliminato o quantomeno ridotto mettendo a punto degli interventi correttivi e fornire all utente una risposta adeguata, motivata ed esaustiva al fine di ridurre il numero dei sinistri e dei contenziosi, derivanti da una non corretta gestione dei reclami, miglioramento nel contempo il rapporto di fiducia. 2.12.4 Benchmarking Dall analisi regionale è stato evidenziato come nell anno 2008, le giornate di degenza ordinaria per acuti per 1.000 abitanti/anno, erogate nella regione Lazio siano state 963, contro una media delle Regioni non in disavanzo di 846. Particolarmente elevata, inoltre, è risultata la degenza media pre-operatoria dei ricoveri ordinari chirurgici del Lazio (3,6 vs 2 nelle Regioni non in disavanzo) ed inoltre gli indicatori di appropriatezza hanno evidenziato una percentuale complessiva di ricoveri inappropriati pari al 29,7% , e una percentuale di DRG medici trattati nei reparti chirurgici stimata pari al 33,7%. Non è la prima volta che si prende atto della distanza con le Regioni più virtuose , ma è la prima volta che il benchmarking viene individuato, a livello nazionale, come strumento per la definizione dei costi standard. A livello aziendale la metodologia del benchmarking è stata introdotta in modo generalizzato per la predisposizione dei budget per disciplina nell anno 2009, nell ambito della negoziazione degli obiettivi e dei budget gestionali annuali. In questo processo si è 80 aperto il dibattito sulla metodologia e in particolare quale debba essere il riferimento: la struttura che a parità di prestazioni e di qualità presenta il livello minimo dei costi oppure, con un approccio più gradualistico, quelle che si collocano sulla media o sulla mediana ? Per quanto questo punto sia tutt altro che secondario l esperienza condotta ha dimostrato che in assenza di un monitoraggio sistematico attraverso la contabilità analitica, difficilmente il benchmarking può ottenere risultati significativi. Inoltre, al fine di procedere in maniera corretta ed esente da ripercussioni critiche è indispensabile un attenta verifica della qualità dei dati della contabilità analitica, opportunamente validati per poter realisticamente garantire nel settore sanitario il coordinamento della funzione di governo della spesa e il miglioramento della qualità dei relativi dati contabili e gestionali e delle procedure sottostanti. Anche il Patto della Salute prevede un impegno a garantire l accertamento della qualità delle procedure amministrativo-contabili sottostanti alla corretta contabilizzazione dei fatti aziendali, nonché la qualità dei dati contabili. Si ritiene quindi opportuna una maggiore incisività nella validazione dei reporting da parte degli stessi Direttori di UOC, fermo restando che pur in assenza della produzione di report periodici di conto economico, per ogni struttura sono quotidianamente aggiornati e pubblicati sul sito aziendale i dati analitici del personale in servizio e degli scarichi della farmacia. Resta comunque fuori discussione l efficacia della metodologia di benchmarking laddove correttamente applicata anche per quanto riguarda l attivazione del sistema di monitoraggio e controllo: a tale proposito l esperienza di riferimento a livello aziendale è quella condotta con i laboratori di analisi a partire dal 2008. In questo caso, un insieme di fattori quali: l analisi dell attività svolta che evidenziava la sovrapponibilità dell 85-90% delle prestazioni erogate, l applicazione di una metodologia di analisi degli scostamenti di quantità, di prezzo e di programma la negoziazione del budget con le singole strutture seguita dal caricamento degli stessi budget nel sistema amministrativo-contabile predisposto per il blocco degli ordini in caso di superamento del budget assegnato il monitoraggio in tempo reale degli ordini emessi e delle disponibilità residue da parte del controllo di gestione, con la completa tracciabilità dei costi e la possibilità di risolvere in contraddittorio eventuali discrepanze dei dati, 81 hanno consentito risparmi riscontrabili nel bilancio aziendale di 3,5 milioni nel 2008 e di 1,5 milioni nel 2009. 2.12.5 Spesa farmaceutica ospedaliera Nella consapevolezza che il controllo della spesa farmaceutica, anche a fronte di una storica esperienza di gestione di magazzino risulta aver compiuto enormi progressi si ritiene di poter affermare che possono essere adottate ulteriori misure ai fini del contenimento della spesa, sia perseguendo con maggiore decisione la strada intrapresa della consegna dei farmaci ai pazienti dimessi e l approvvigionamento da parte delle Farmacie Ospedaliere per le forniture all utenza esterna, sia in ottemperanza agli obiettivi regionali 2010 attraverso la gestione delle scorte, la gestione degli armadi farmaceutici, l implementazione delle preparazioni dei farmaci antiblastici e NTP e tutte le altre diverse misure attuabili con uno sforzo organizzativo congiunto tra Farmacia e Direzione di Presidio. 82 3 IL GOVERNO DELLA DOMANDA 83 3.1 Il ruolo del Distretto Il Distretto rappresenta l articolazione dell' Azienda Sanitaria Locale in cui si realizza il livello di integrazione complessa delle attività sociosanitarie in favore della popolazione che ne rappresenta il bacino di utenza: pone al centro della propria attività il cittadino/utente garantendogli l'unitarietà e la globalità degli interventi e la continuità di cura. Rappresenta altresì il livello dell Azienda USL in cui si attivano, anche in via sperimentale, innovativi processi di gestione della sanità sul territorio. Il Distretto è contiguo alla domanda, e va considerato quale momento chiave dell' organizzazione sanitaria per il governo della salute, per il controllo della spesa e dell' efficacia delle prestazioni. Il Distretto Sanitario costituisce, per il cittadino, il centro di riferimento per l'accesso a tutti i Servizi socio Sanitari dell'Azienda nonché il luogo di integrazione di tutti i servizi territoriali. Si impone pertanto un forte ripensamento delle logiche programmatiche, al fine di garantire e definire il ruolo centrale di cui l' organizzazione territoriale deve farsi carico nell' ambito delle attività sanitarie. Il Distretto assicura i servizi di assistenza primaria, relativi alle attività sanitarie e sociosanitarie, nonché il coordinamento delle proprie attività con quelle dei dipartimenti e dei servizi aziendali, inclusi i presidi ospedalieri, inserendole organicamente nel programma delle attività territoriali. Nell' ambito delle risorse assegnate, il distretto è dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all' interno del bilancio dell' unità sanitaria locale. Il Distretto assume quindi ruolo strategico nella ricerca sistematica e strutturata di prestazioni e servizi efficaci; nella ottimizzazione del rapporto efficacia costi; nella esplicitazione, a risorse insufficienti, della ricerca delle priorità: per massimizzare infatti il beneficio complessivo di risorse non è infatti sufficiente la ricerca di prestazioni e servizi efficaci, ma laddove l'efficacia è paragonabile, bisogna individuare il percorso che massimizzi il rapporto efficacia/costi. Si pone quindi quale garante decentrato della implementazione di percorsi diagnostico terapeutici condivisi, fa proprio un modello di gestione manageriale sulla scorta delle indicazioni tecnico scientifiche che gli provengono dall' Area Professional, risponde in maniera logica e coerente al mutato scenario epidemiologico. I percorsi assistenziali (clinical pathways) sono piani interdisciplinari di cura creati per rispondere a specifici problemi clinici o di diagnosi. In accordo con la filosofia del 84 Continuous Quality Improvement, i profili di cura pongono l attenzione sul miglioramento dei processi per aumentare l efficienza e l efficacia dell assistenza e del servizio offerti. Sono, cioè, strumenti di gestione clinica usati da chi eroga prestazioni sanitarie per definire la migliore sequenza di azioni, nel tempo ottimale, degli interventi rivolti a pazienti con particolari diagnosi e condizioni o a pazienti che possono richiedere procedure specifiche garantendo la continuità dell intervento tra i due momenti: quello ospedaliero e quello domiciliare. Il modello organizzativo assistenziale può essere considerato adeguato in riferimento soprattutto alla necessità di sviluppare percorsi assistenziali integrati garantendo: l unitarietà della presa in carico dell assistito; l unitarietà del progetto assistenziale; l unitarietà del percorso di fruizione da parte del paziente stesso. Gli obiettivi attesi si riferiscono ad una serie di vantaggi sia per il paziente che per l organizzazione sanitaria: l aumento della qualità percepita dall assistito; il consolidamento dell organizzazione stessa; il contenimento e la razionalizzazione dei costi; la riduzione della ospedalizzazione; il governo della domanda; la possibilità di creare contesti organizzativi centrati sul paziente e sulla sua patologia, che consentano ai clinici la applicazione pratica di linee guida e di comportamenti evidence based. Ulteriori criteri per il miglioramento della programmazione e la fornitura dei servizi sono: creare modelli e reti di servizi che vadano oltre i confini dell assistenza sociosanitaria, puntando su servizi basati sulla comunità che favoriscano i pazienti con malattie croniche; sviluppare e attuare programmi specifici di assistenza per affrontare le malattie dall impatto maggiore, come il diabete e le cardiopatie, individuandone le 85 caratteristiche specifiche e le necessità dei pazienti che già convivono con la malattia, delle loro famiglie e degli operatori sanitari; mettere in piedi servizi rivolti e specificamente dedicati ai giovani e agli anziani, ed alle malattie a maggiore impatto economico tenendo anche in considerazione le problematiche di genere; migliorare l equità, la convenienza e l accessibilità ai servizi fra i gruppi emarginati e disagiati; garantire la presenza di rappresentanti degli utenti e degli addetti all assistenza nei gruppi responsabili della programmazione, della fornitura, del monitoraggio e dell ispezione dei servizi; garantire che tutti i programmi di prevenzione e cura tengano conto del principio di non discriminazione per età contrastando il fenomeno di ageism e favorendo le pari opportunità. 3.1.1 Strumenti e obiettivi dell analisi della domanda a livello territoriale Ai fini dell analisi della domanda a livello territoriale è bene premettere quali sono i limiti impliciti nel concetto di domanda. Nel sistema sanitario si è soliti distinguere tra la domanda espressa e la domanda inespressa: nel primo caso è sufficiente la lettura delle prestazioni come rintracciabili nei vari flussi informativi; nel secondo caso si è di fronte ad un fenomeno che non si presta ad una puntuale quantificazione ma solo a valutazioni epidemiologiche ed eventualmente a stime basate sulle conoscenze cliniche oppure a ricerche ad hoc. Nel contesto di una strategia di governo della domanda e, più in particolare di separazione tra committenza e produzione, è indispensabile tradurre in termini operativi il termine analisi della domanda e pertanto si fornisce qui lo schema concettuale che verrà utilizzato per impostare il lavoro nell Asl Roma H. Le fonti disponibili: gli archivi delle prestazioni di ricovero (ordinari, day hospital e riabilitazione); gli archivi di specialistica ambulatoriale; gli archivi delle prestazioni di pronto soccorso; 86 l archivio delle esenzioni per patologie, che costituisce un sottoinsieme dell anagrafe sanitaria; archivio delle prescrizioni farmaceutiche; in prospettiva sarà altresì disponibile l archivio relativo alle invalidità civile secondo la codifica recentemente introdotta dell ICD9 CM utilizzata nei certificati dei medici di base; i dati di prestazioni residenziali e semiresidenziali. I dati sulle esenzioni per patologia di cui al punto 4 costituiscono oggi l unico riferimento alla domanda inespressa e che, confrontato con la storia naturale delle singole patologie, può dare stime di domande espresse future. Peraltro, lo sforzo da fare sarebbe proprio quello di individuare i trends, non tanto nel breve, quanto nel medio termine (a cinque anni?) per dimensionare l offerta dei servizi. E chiaro che la necessità di dimensionamento non riguarda, tranne l ipotesi di imponderabili epidemie future, il comparto dell acuzie, bensì quello legato alla gestione di patologie croniche invalidanti. Fatta eccezione per i dati di cui al punto 6, che sono disponibili solo in forma aggregata, tutti gli altri flussi contengono dati di tipo analitico, cioè riferiti ai singoli pazienti e pertanto potrebbero essere utilizzati per la ricostruzione del percorso paziente nei vari servizi del sistema sanitario e, in prospettiva, saranno gli elementi costitutivi di un sistema informatizzato di Patient Summary / Fascicolo Sanitario Elettronico 1. L insieme dei dati sopra indicati potrebbero essere utilizzati da subito per: l analisi delle patologie e delle correlate necessità a livello territoriale, con particolare riferimento a quelle patologie cronico-degenerative che maggiormente necessitano di un assistenza extra-ospedaliera, sia essa di carattere domiciliare o ambulatoriale; l analisi della domanda espressa di prestazioni per tipologia e branca, dei relativi volumi e dei tempi di attesa attualmente rilevabili. 1 Il Fascicolo Sanitario Elettronico è un progetto CNR, si veda http://www.innovazionepa.gov.it/media/354242/infrastruttura%20tecnologica%20fse%2027-1-2010.pdf 87 Tutto ciò può costituire una leva di cambiamento nel momento in cui queste analisi sono calate nella dimensione geografica, peraltro oggi fortemente dotata di importanti supporti tecnologici (thematic mapping, geocoding, etc.). Il valore aggiunto della rappresentazione su base territoriale è legato alla possibilità di: Quanto sopra crea i presupposti per una rimodulazione dell offerta dei servizi a gestione diretta, nonché per una definizione dei servizi da acquistare presso gli erogatori privati accreditati. Il valore aggiunto della rappresentazione su base territoriale è legato alla possibilità di: evidenziare la contiguità o la distanza tra la concentrazione di una determinata patologia e i correlati centri di erogazione delle prestazioni, che costituisce un parametro fondamentale per un territorio esteso e disomogeneo per la distribuzione dell offerta, allocare risorse, quindi centri di erogazione, baricentrici rispetto alla domanda specie per quel che riguarda le strutture residenziali nelle zone ad alta incidenza di popolazione anziana . Quanto sopra crea i presupposti per una rimodulazione dell offerta dei servizi a gestione diretta nonché per una definizione dei servizi da acquistare presso gli erogatori privati accreditati e, in considerazione della valenza strategica di questi aspetti, ciò può essere l oggetto centrale del Piano Territoriale di Attività da definire a livello distrettuale. 3.1.2 Accordi contrattuali L analisi della spesa pro-capite della Asl Roma H, in riferimento ai dati riportati in premessa nella tabella 2, evidenzia una struttura dei costi in cui risalta la forte prevalenza dei costi derivanti dall acquisto di prestazioni, contrariamente alla media regionale in cui la componente predominante è rappresentata dai costi di produzione interna. Ma nonostante la forte incidenza (circa il 38% sul totale) dell acquisto di prestazioni specialistiche, ospedaliere e riabilitative, l Azienda non dispone di alcuno strumento di controllo relativo alla tipologia e ai volumi di prestazioni erogate dai privati accreditati. Nel corso degli anni, la filosofia sul rapporto pubblico/privato in sanità ha subito una evoluzione/deriva che dal concetto di sussidiarietà del privato rispetto al pubblico nell erogazione di prestazioni è passata alla complementarietà fra pubblico e privato per giungere ad una totale indipendenza del privato rispetto alla domanda del territorio. 88 Questo trend va, in qualche modo, invertito per tornare/arrivare a definire un nuovo rapporto fra le strutture erogatrici che abbia al suo centro la domanda appropriata del territorio di riferimento e che permetta all Azienda Sanitaria Territoriale di governare i volumi e le tipologie di prestazioni offerte sia dagli erogatori interni che da quelli esterni. Questi aspetti, è bene ricordarlo, sono determinati da un contesto regionale in cui i percorsi dell autorizzazione e dell accreditamento istituzionale si sono rivelati particolarmente accidentati o quanto meno in forte ritardo rispetto ad altre Regioni che hanno già attuato la normativa in merito introdotta dal d.lgs. 229/1999 e pertanto, in mancanza di questi presupposti, non deve sorprendere la mancanza di contratti di acquisto che consentano all Asl Roma H di indirizzare l offerta dei privati accreditati, di cui peraltro si riscontra un elevata concentrazione nel territorio dell Azienda, per rispondere in modo più puntuale e qualificato ai bisogni di salute dei propri residenti. A questo va aggiunto che la Regione Lazio, fino a poco tempo fa, pur ponendosi il problema della stima dei fabbisogni, non è stata in grado di produrre documenti attendibili. Questa lacuna è stata parzialmente sanata dal P.S.R. e dal decreto Commissariale 17/10. Il combinato disposto dei due atti permette, integrandolo con la stima della domanda locale, di prevedere la possibilità di contrattare quote e tipologia di prestazioni, all interno dei tetti regionali e dei budget economici delle singole strutture, con gli erogatori esterni e di dimensionare l offerta degli erogatori interni. E altresì evidente che, salvo un accelerazione dei percorsi di accreditamento Piano Sanitario Regionale 2010-2012 completare entro il dicembre 2010 che sia il sia il Patto per la Salute 2010-2012 prevedono di e conseguenti disposizioni regionali che regolino la possibilità per le Aziende del servizio sanitario regionale di stipulare accordi contrattuali con gli erogatori privati accreditati, il governo dell offerta come altra faccia della medaglia del governo della domanda, resterebbe un modello gestionale o astratto o esclusivamente circoscritto a livello intra-aziendale nelle relazioni tra Distretti e Presidi Ospedalieri. 89 4 LA RIORGANIZZAZIONE AZIENDALE 90 4.1 L adeguamento della struttura organizzativa in attuazione degli standard regionali La struttura organizzativa attuale dell Azienda, basata sull Atto Aziendale del 2008, dovrà essere oggetto di un accurata rivisitazione in relazione ai criteri e agli standard individuati nel Piano Sanitario Regionale 2010-2012 e nel Patto per la Salute 2010-2012 siglato dalla Conferenza Stato Regioni. Questa rivisitazione è già iniziata per quanto riguarda la verifica delle strutture complesse ospedaliere e verrà comunque portata a termine per tutt l Azienda non appena saranno definite le ulteriori specifiche previste dal Decreto Commissariale n. 97/2009 relativamente alle linee guida per la revisione degli atti aziendali. 91 4.2 La riorganizzazione conseguente al Piano Strategico Oltre alla riorganizzazione conseguente all attuazione del Piano Sanitario Regionale, il presente Piano Strategico richiede, per essere attuato, un diverso modello organizzativo che viene di seguito sinteticamente delineato: modello di organizzazione dipartimentale: in attuazione dell Atto Aziendale del 2008 sono stati definiti nuovi Dipartimenti, sia a struttura sia a funzione; l orientamento attuale, anche in relazione ai forti processi di integrazione prospettati dal Piano Strategico, è quello di accentuare la prevalenza dei Dipartimenti a funzione; la separazione tra le funzioni di committenza e produzione richiede importanti adeguamenti della struttura attuale e in particolare: il rafforzamento del Distretto nel suo ruolo di committenza: attivare cioè una funzione di analisi e di stimolo all appropriatezza della domanda che può trovare una strutturazione ottimale in una funzione di staff della Direzione Generale. Non è possibile parcellizzare a livello dei sei distretti questa funzione, dal momento che è necessaria una visione globale della realtà della domanda a livello di territorio aziendale il governo della domanda a cui punta il presente Piano Strategico richiede, contestualmente ad una struttura di analisi della stessa, anche una struttura dedicata alla valutazione dell offerta e al controllo sull erogazione delle prestazioni, così come evidenziato dal decreto Commissariale 58/09 e dal testo Unico sui Controlli di prossima pubblicazione come allegato a nuovo Decreto Commissariale di modifica e integrazione alla D.G.R. 427/06. Questa struttura sarà dedicata alla definizione e attuazione degli accordi contrattuali. Costituirà un interfaccia con i produttori, sia interni che esterni, contratterà con gli stessi, sulla scorta della domanda di salute, i volumi e le tipologie di prestazioni necessarie sul territorio. Questo percorso, già attivato per delega della Regione Lazio per quel che riguarda il budget economico delle singole strutture private accreditate, andrà completato, sempre in presenza di normativa regionale, con la contrattazione sui volumi e la tipologia delle prestazioni e riguarderà sia gli erogatori interni che quelli esterni. 92 4.3 La riorganizzazione della tecno-struttura La ricerca sui processi di aziendalizzazione della sanità in Italia ha messo in luce un aspetto estremamente significativo: l aziendalizzazione ha innescato un processo di innovazione gestionale e organizzativa che ha visto l area sanitaria adeguarsi abbastanza velocemente alle nuove logiche, mentre l area amministrativa ha prevalentemente mantenuto il riferimento a logiche autoreferenziali piuttosto che ri-orientare le proprie attività a logiche di servizio nei confronti dei propri clienti interni. Anche nell esperienza comune, purtroppo, accade spesso di osservare che la struttura amministrativa resta chiusa nelle proprie regole, spesso complesse e inaccessibili a chi non ha una solida preparazione giuridica, con il risultato di indispettire e scoraggiare sia gli operatori sanitari, sia i cittadini che si rivolgono all Azienda. Con questo non si vuole sminuire il ruolo della tecnostruttura, quanto ribadirne il ruolo strumentale rispetto al complessivo funzionamento dell Azienda sanitaria, che ha come scopo primario e finale quello di rendere un servizio al paziente o più in generale al cittadino. Ciò significa essenzialmente puntare: sull implementazione di sistemi di rilevazione della soddisfazione del cliente interno, da utilizzare come strumento di valutazione annuale, ad integrazione degli obiettivi specifici assegnati a ciascuna struttura; sulla costruzione di una serie di regole volte a snellire, semplificare e rendere trasparente l azione amministrativa, intesa non già come l esercizio di un potere, ma come l erogazione di un servizio; su meccanismi di contrattazione di budget che tengano nel debito conto la necessità di far convergere l azione amministrativa con quella sanitaria; sulla consapevolezza del ruolo nevralgico giocato oggi dalla tecnologia informatica, attore protagonista di qualsiasi semplificazione che ambisca ad avere qualche possibilità di successo; su un controllo di gestione che non sia soltanto strumento conoscitivo ma anche di supporto alle decisioni strategiche; su un meccanismo di programmazione degli acquisti che sia quanto più possibile sensibile ed attento alle esigenze reali ed effettive degli operatori sanitari, mettendo loro a disposizione strumenti snelli, rapidi e congrui; 93 sulla motivazione del personale e sulla formazione 94 5 LA REINGEGNERIZZAZIONE DEI PROCESSI 95 5.1 Il quadro generale La riorganizzazione dei servizi e delle attività assistenziali prospettata nel presente piano comporta una profonda modifica dei processi su cui finora si è basata l attività dei vari professionisti coinvolti nelle varie aree di competenza. Questo processo di cambiamento impatta pesantemente con esperienze ed abitudini acquisite e difficilmente superabili se non attraverso interventi mirati di formazione e un adeguato supporto tecnologico. A tale riguardo le tecnologie dell informazione e della comunicazione (ICT) hanno un ruolo di primo piano, ferme restando alcune considerazioni generali: per quanto importanti siano le tecnologie dell informazione non devono passare in secondo piano il fattore umano e gli aspetti organizzativi. Quanto più i processi oggetto di reingegnerizzazione attraversano l organizzazione di funzioni preesistenti, quanto più vengono ridefiniti ruoli consolidati e le attività abituali di operatori con esperienza anche ultradecennale, tanto più la letteratura in materia individua nell esplicito e costante committment dell Alta Direzione il fattore critico di successo, laddove si tratta di vincere le resistenze interne in particolare quando è indispensabile la collaborazione tra professionalità diverse; la reingegnerizzazione dei processi è innovativa perché, a partire dalla missione e dalle strategie aziendali, è finalizzata a garantire la congruenza tra le varie linee di attività e pertanto tende a eliminare la possibilità di automatizzare processi lavorativi male organizzati; ne consegue che i sistemi informativi e informatici hanno un ruolo tanto più strategico quanto più realizzano un integrazione tra componenti tecnologiche e sottosistemi diversi. Più volte nei capitoli precedenti si è fatto riferimento al PUA, come fulcro della diffusione dell accesso e guida alle prestazioni, ai percorsi socio-assistenzali. Si è altresì studiato ed avviato un sistema integrato che consente l accesso ai referti di laboratorio e di radiologia (Repository Clinico), nonché all attività prescrittiva relativa a farmaci e prestazioni specialistiche (Ricettari in Rete).. L integrazione di tali sistemi, deve comunque basarsi sull anagrafica degli assistibili, che deve essere accurata nelle informazioni e aggiornata costantemente. 96 Per ogni assistito deve inoltre essere garantita la tracciabilità del percorso clinicoassistenziale e la possibilità di ricostruire nel dettaglio gli interventi effettuati dai vari soggetti nei vari livelli assistenziali. Ciò costituisce lo strumento principale per il governo clinico e per la corretta allocazione delle risorse nonché per la valutazione di efficacia dell assistenza fornita. Il supporto del sistema informatico alla reingegnerizzazione dei processi costituisce altresì un opportunità per migliorare la qualità dei servizi in genere (si pensi solo alla possibilità di eliminare la carta da tutti i processi), tra cui in primo luogo il drastico abbattimento riduzione dei tempi di tutti i processi. Infine, un ulteriore risultato atteso, nel momento in cui vengono superate nelle varie applicazioni le modalità di lavoro miste (manuale+informatizzato), è il miglioramento dei flussi informativi sia relativi alle prestazioni erogate, sia alle risorse utilizzate. 5.1.1 Il progetto SIPAT La Ausl Roma H si pone l obiettivo di realizzare un unico ed integrato sistema informativo/informatico, denominato Progetto SIPAT (Sistema Informatico Procedure Aziendali e Territoriali) in grado di assicurare, nell ambito di un globale processo di razionalizzazione e di riduzione dei costi, la massima efficienza ed efficacia. L esigenza cui l Azienda intende rispondere è costituita dalla necessità di migliorare la gestione e l erogazione dei servizi al paziente nonché la rispettiva qualità, in termini di tempi di attesa, di integrazione e di percorsi, a fronte di una domanda di assistenza sanitaria crescente e sempre più articolata. Questo percorso di reingegnerizzazione è mirato anche ad un azione di trasparenza intesa come aumento della visibilità e della possibilità di controllo dell utente sull azione amministrativa. Questi obiettivi si coniugano con due principi fondamentali: il decentramento e la semplificazione. Già dal 2005 era stato introdotto nella Ausl Roma H il criterio di centralizzazione dei sistemi informatici e si era proceduto con l eliminazione delle isole informative che costituivano ostacolo all integrazione, alla razionalizzazione dei costi ed al controllo strategico dei processi che interessano l Azienda nell erogazione dei servizi verso il Cittadino. 97 A seguire, nel 2007, si è proceduto con lo studio finalizzato alla stesura della rete in fibra ottica su tutto il territorio aziendale, con centro stella presso la sede di Albano Laziale, predisposta già per la migrazione della fonia in VOIP. Il Progetto SIPAT nasce con l obiettivo strategico di aggregare in unica piattaforma i sottosistemi aziendali, con una soluzione nativa integrata. Il Progetto prevede quindi il completamento tecnologico e, allo stesso tempo, l immediato cambiamento organizzativo da questo indotto, attraverso la rilevazione e conseguente revisione/miglioramento dei processi organizzativi aziendali. A tal fine si sta procedendo con il completamento della progettazione di SIPAT che dovrà poggiare su un'unica base dati, in modo da garantire la nativa integrazione tra i servizi ospedalieri, amministrativi, diagnostici e territoriali. Nel paragrafo successivo si descrivono in sintesi i sottosistemi le applicazioni esistenti. 98 5.2 Applicativi informatici esistenti AREA OSPEDALIERA DESCRIZIONE Sistema Sanitario adtweb gestione ricoveri Arianna Sanità Sistema Sanitario SoWeb gestione blocco operatorio Sistema sanitario regionale Gipse Pronto Soccorso Sistema Sanitario Cartella Cardiologica Sottosistema Sanitario X-MPI Anagrafe Assistiti Sistema Sanitario gestione File F AREA DIAGNOSTICA Sistema Sanitario PowerLab Laboratorio Analisi Sistema Sanitario Trasfusionale Emonet Sistema Sanitario Anatomia Patologica Sistema Sanitario Ris/Pacs - teleradiologia AREA TERRITORIALE Sistema Territoriale PUA - punto unico di accesso Sistema Medicina Legale e gestione della Protesica Sistema gestione integrata degli screening Sistema Re-Cup Centro Unico Prenotazione Sistema Comuni in Rete Anagrafe Centralizzata Sistema Vaccinazioni Sistema Dipartimento di Salute Mentale Sistema RUPS Rete Unica Prescrizioni Sanitarie AREA AMMINISTRATIVO-CONTABILE Sistema Contabilità integrata - Oracle Applications - Progetto Arianna Sistema integrato giuridico, economico paghe e rilevazione delle presenze AREA SERVIZI Sistema Protocollo Informatico APPLICATIVI GENERALI Flussi documentali Sistema Gestione delle Delibere e delle Determine Sistema DPS-E Privacy Sistema Ufficio Legale 99 6 ATTUAZIONE DEL PIANO STRATEGICO AZIENDALE 100 6.1 Il contesto normativo e il Piano di Rientro Il 25 febbraio 2007, la Regione Lazio, nella persona del suo presidente, ha sottoscritto l Accordo sul Piano di Rientro con il Ministero della Salute, il Ministero dell Economia e delle Finanze, poi recepito con D.G.R. n. 149 del 6 marzo 2007, di cui all articolo 1, comma 180 della legge 311/2004 (legge finanziaria 2005). Il Piano di Rientro aveva individuato i seguenti obiettivi generali e specifici: Tabella 9 - Obiettivi generali e specifici OBIETTIVO GENERALE OBIETTIVI SPECIFICI 1.01 dell offerta di servizi 1.02 ospedalieri Riorganizzazione 2 del ridefinizione e 3462 posti letto ospedalieri per acuti (1470 pl entro il 2007,1273 pl entro il 2008, 719 pl entro il 2009), al fine del raggiungimento dell indice di 3.5 dell assistenza delle Riassetto organizzativo dell'attività assistenziale con effetti sul governo della dinamica dei costi. Potenziamento delle attività distrettuali per il governo 2.01 della domanda orientato a garantire la continuità assistenziale e l accesso alle cure appropriate. territoriale e sviluppo del sistema fabbisogni, posti letto per mille abitanti. 1.03 livello dei riqualificazione dell'offerta. Riduzione di Ridefinizione della rete e 1 Individuazione cure 2.02 primarie 2.03 Governo della dinamica 3.01 Riorganizzazione delle attività territoriali per una diversa allocazione delle risorse. Politica del farmaco. Contenimento dei costi diretti di produzione. dei costi di produzione 3 delle prestazioni servizi e dei direttamente 3.02 Controllo sull andamento complessivo dei costi e riorganizzazione del debito commerciale. gestiti 4.01 4.02 Conseguimento 4 dei risparmi Misura nazionale AIFA delibera 28 settembre 2006: effetto sul 13% Misura nazionale AIFA delibera 28 settembre 2006: effetto sul 3% Maggiori entrate da ticket sulla specialistica e ticket 4.03 sul pronto soccorso previsti dalla normativa pubblico nazionale Minori 4.04 spese da codici bianchi sconto da laboratori settore privati, farmaci off label, dispositivi medici e ticket presso strutture pubbliche 4.05 Riduzione del costo del personale secondo quanto previsto dalla normativa nazionale 101 Una parte degli obiettivi non è stata completamente realizzata, sebbene siano state avviate iniziative in tutti i settori. L obiettivo generale di ridefinizione della rete ospedaliera e dei servizi ospedalieri, obiettivo qualificante del Piano, non è stato completamente realizzato nella parte in cui prevedeva l adozione del piano di riassetto della rete ospedaliera poiché il piano proposto nel mese di luglio 2009 è stato accantonato e la sua adozione rinviata a data successiva alle elezioni. Oggi il quadro complessivo risulta mutato in conseguenza della modifica degli standards di cui al nuovo Patto per la Salute del 3 dicembre 2009 e dell evoluzione demografica che, alla fine del triennio 2007-2009, si presentava con oltre 320.000 abitanti in più rispetto a quella contemplata nel piano. All interno degli obiettivi specifici, altri obiettivi di rilievo, tra quelli che non hanno trovato completa realizzazione, hanno riguardato l attuazione della legge regionale n. 4/2003 circa il processo di autorizzazione ed accreditamento, la ridefinizione dei protocolli d intesa con le Università e la definizione degli accordi di fornitura delle prestazioni da parte dei soggetti erogatori, con particolare riferimento agli IRCCS privati ed agli ospedali gestiti da Istituti Religiosi. Tra gli altri obiettivi non sono stati compiutamente affrontati i temi riguardanti l assistenza specialistica all interno dell assistenza primaria e il riordino di tutto il settore della riabilitazione. La spesa farmaceutica territoriale è migliorata grazie agli interventi posti in essere ma resta alto il livello della spesa ospedaliera e, comunque, gli obiettivi sono stati solo parzialmente realizzati. Per quanto riguarda il contenimento dei costi di produzione, al blocco del turn over ha fatto riscontro l aumento degli oneri per specialisti ambulatoriali interni e prestazioni aggiuntive; mentre gli interventi necessari per il contenimento delle esternalizzazioni di servizi, caratterizzate da contratti di lungo periodo, hanno mostrato scarsi risultati in termini economici. Per quanto sopra, in sede di verifica del 10 dicembre 2009, Tavolo e Comitato hanno ritenuto insufficienti le manovre adottate ai fini del rientro ed hanno richiesto alla Regione Lazio, in applicazione dell art. 13, comma 14, del Nuovo Patto per la Salute 2010-2012, quale regione già sottoposta al Piano di Rientro e già Commissariata, di presentare programmi operativi coerenti con gli obiettivi finanziari programmati, predisposti dal commissario ad acta, nonché le relative azioni di supporto contabile e gestionale. Nella stessa riunione di verifica, Tavolo e Comitato hanno altresì dato mandato alla Regione di 102 assicurare alcuni interventi alle scadenze prefissate, che, se rispettate, consentirebbero il trasferimento di fondi non ancora assegnati. La legge 191/2009, legge finanziaria 2010, ha confermato i contenuti del Patto per la Salute e quindi il mandato di predisporre i programmi operativi. In data 18 dicembre 2009 è stato già ha assicurato il primo adempimento adottando il P.S.R. 2010-2012, in cui sono indicate le linee strategiche del Servizio Sanitario Regionale per il triennio, con una valutazione di compatibilità economica. In data 29.12.2009 il Commissario, con decreto n. U0096, ha adottato i programmi operativi, articolati con riferimento ai seguenti obiettivi a cui sono aggiunti altri interventi in linea con le indicazioni del nuovo patto per la salute: 1. razionalizzazione e contenimento della spesa per il personale con particolare riferimento al blocco del turn-over, alla rideterminazione dei fondi per la contrattazione integrativa aziendale e alla diminuzione delle posizioni organizzative e di coordinamento; 2. razionalizzazione della spesa per acquisto di beni e servizi con particolare riferimento alla realizzazione di un sistema centralizzato di acquisti, alla standardizzazione dei beni e dei servizi da acquisire, alla ottimizzazione della rete logistica e distributiva; 3. intervento sulla spesa farmaceutica convenzionata con prioritario riferimento alla revisione dell accordo vigente con le farmacie convenzionate in materia di c.d. distribuzione per conto , alle misure per l incremento dell appropriatezza prescrittiva e all allargamento ulteriore delle forme di distribuzione diretta; 4. intervento sulla spesa farmaceutica ospedaliera finalizzato a un suo riallineamento agli obiettivi programmati in sede nazionale; 5. definizione dei contratti con gli erogatori privati accreditati e ridefinizione delle relative tariffe; 6. stipula dei protocolli di intesa con le Università pubbliche e private; 7. riassetto della rete ospedaliera con adeguati interventi per la dismissione /riconversione dei presidi non in grado di assicurare adeguati profili di efficienza e di efficacia e revoca degli accreditamenti per le corrispondenti strutture private accreditate; 8. completamento del riassetto della rete laboratoristica e di assistenza specialistica ambulatoriale; 103 9. riequilibrio dell offerta a favore delle strutture territoriali intermedie e dell assistenza domiciliare; 10. introduzione di misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie in misura proporzionata al disavanzo residuo stimato per l anno 2008; 11. approvazione del piano sanitario regionale in coerenza con il Piano di rientro; 12. modifica dei provvedimenti approvati dalla Regione in carenza o difformità dal preventivo parere di approvazione da parte dei Ministeri interessati all attività di affiancamento, in coerenza con le linee del Piano di rientro. 6.2 La sostenibilità economico-finanziaria La congiuntura internazionale sta manifestando un quadro di profonda incertezza, vista la crisi economica e finanziaria iniziata nel 2008, che investe in modo globale sia i paesi sviluppati che quelli emergenti. Le principali economie europee, Italia compresa, sono entrate infatti in una fase di recessione (della quale è ancora da capire appieno la profondità e la durata) ed è evidente che le finanze pubbliche italiane, appesantite più di altre da un maggior debito pubblico, ne risentiranno. Il nuovo patto per la salute del 3 dicembre 2009 tra il Governo e le Regioni ha definito impegni e dato certezze per il finanziamento del F.S.N. nel triennio 2010/2012, ma il nuovo scenario macroeconomico e la finanziaria 2010, accompagnata dal dibattito sul federalismo fiscale e sui cosiddetti costi standard , sembrano indirizzare il sistema sanitario in una fase di maggior incertezza, con l ipotesi anche di minori tassi di incremento dei finanziamenti rispetto a quanto previsto dal patto. A riprova di ciò, le risorse previste dal nuovo patto per la salute sono in tutta probabilità sottostimate, con incremento sensibilmente inferiore al tasso d inflazione, come evidenziano i dati di riferimento del finanziamento del FSN: Anno 2009: 104.217 milioni di euro Anno 2010: 104.614 milioni di euro (+0,38%) Anno 2011: 106.934 milioni di euro (+2,22%) Anno 2012: 109.928 milioni di euro (+2,8%) 104 Il proseguimento del Piano di rientro attraverso i programmi operativi di cui al Decreto Commissariale n. U0033 del 8 aprile 2010, e l avvio del percorso di attuazione del Piano Sanitario Regionale puntano da una parte alla garanzia del miglioramento di sistema e della condizioni di salute e dall altra alla sua sostenibilità economica. I costi della produzione del S.S.R. nell anno 2008 sono stati 11.127/mln. di euro, comprensivi degli ammortamenti, con un disavanzo pari a circa 1.700/mln. di euro. Parte dell incremento del concorso statale al finanziamento relativo all anno 2009 è risultato in gran parte assorbito dagli oneri per i rinnovi contrattuali e dalla quota capitaria necessaria per garantire l assistenza della nuova popolazione. Nel 2009 i costi totali, rilevati con il CE 4° trimestre, sono di euro 10.997/mln, compresi gli ammortamenti. Il valore della produzione ammonta a 9.784/mln. di euro circa (9.677/mln al netto del saldo negativo di mobilità) con un disavanzo di euro 1.321 milioni che, valutando possibili rischi, viene elevato a 1.391. Nel P.S.R. è ipotizzata la seguente programmazione delle risorse. Assistenza 2009 2010 2011 2012 Previsione Obiettivo Obiettivo Obiettivo Prevenzione 3,80% 4% 4,20% 4,40% Ass. Ospedaliera 52,50% 51% 50,00% 47,80% Ass. Territoriale 43,70% 45% 45,80% 47,80% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% Prevenzione - 413 - 437 - 461 - 485 Ass. Ospedaliera - 5.710 - 5.572 - 5.488 - 5.273 Ass. Territoriale - 4.753 - 4.917 - 5.027 - 5.273 Saldo di Mobilità - 106 - 106 - 106 - 106 Totale Costi - 10.983 Rischi Associati - Totale Costi della Produzione Totale Ricavi Disavanzo - 11.033 - 11.083 - 11.138 10.039 10.306 10.601 80 9.712 - 1.351 - 999 - 777 - 105 536 Il trend previsto per le risorse a disposizione delle strutture del servizio sanitario regionale è il seguente: Anno 2009: 9.712 milioni di euro Anno 2010: 10.039 milioni di euro (+3,37%) Anno 2011: 10.306 milioni di euro (+2,66%) Anno 2012: 10.601 milioni di euro (+2,86%) Il trend dei costi previsto complessivamente per il Servizio Sanitario Regionale è il seguente: Anno 2009: 10.983 milioni di euro Anno 2010: 11.033 milioni di euro (+0,46%) Anno 2011: 11.083 milioni di euro (+0,45%) Anno 2012: 11.138 milioni di euro (+0,50%) La previsione triennale del disavanzo regionale si dovrebbe più che dimezzare (riduzione prevista del 60%), attestandosi come segue: Anno 2009: - 1.351 milioni di euro Anno 2010: - 999 milioni di euro (- 26,05%) Anno 2011: - 777 milioni di euro (- 22,22%) Anno 2012: - 536 milioni di euro (- 31,02%) 6.2.1 Stima del trend dei ricavi Il finanziamento della ASL Roma H con il criterio della quota capitaria per il triennio 2010/2012 è stato stimato con i tassi di incremento regionali sopra indicati. 106 Tabella 10 - Stima del trend dei ricavi 2009 2010 752,00 777,34 798,02 820,84 Compartecipazioni 7,00 7,24 7,43 7,64 Altri ricavi 141,00 145,75 149,63 153,91 Totale Ricavi 900,00 930,33 Contributi per quota capitaria 6.2.2 Delta % 2011 3,37% Delta % 955,08 2012 2,66% Delta % 982,39 2,86% Equilibri economici richiesti Dalla lettura dei dati economici inclusi nel Piano Sanitario Regionale emerge l obiettivo sostanziale che la Regione si propone di ridurre il disavanzo del SSR del 60% rispetto al dato preconsuntivo del 2009. Coniugando nell ambito del bilancio aziendale il trend regionale previsto, anche òla perdita dell Azienda USL Roma H dovrebbe ridursi della medesima percentuale secondo la seguente progressione: DISAVANZO 2009 2010 2011 2012 PREVISTO - - 91 -71 - 49 123 In considerazione della scarsa elasticità dei ricavi aziendali e degli obiettivi di equilibrio appena sopra evidenziati, gli incrementi triennali dei costi compatibili con tale quadro risultano essere matematicamente definibili come somma algebrica tra ricavi complessivi e perdite previste come obiettivo regionale di riequilibrio: 2009 2010 2011 2012 TOTALE RICAVI PREVISTO 900 930 955 982 OBIETTIVO DI DISAVANZO - 123 - 91 -71 - 49 - 1.023 - 1.021 - 1.026 - 1.031 - 0,20% 0,49% 0,49% TOTALE COSTI COMPATIBILI CONSENTITO INCREMENTO Confrontando l andamento dei costi compatibili con gli obiettivi di disavanzo regionale, si evidenzia la necessità di un forte impatto iniziale del piano sulla struttura dei costi, ed un trend che dall esercizio 2011 dovrà seguire di pari passo l andamento dei costi regionali. 107 6.2.3 Vincoli alla programmazione aziendale posti dai Piani Operativi 2010 Atteso che in attuazione del Piano di Rientro 2007/2009 sono stati messi in atto interventi prevalentemente riguardanti il settore privato, gli effetti economici dei Piani Operativi sostanzialmente per quanto riguarda la riallocazione delle risorse, sono collegati all attuazione del riordino della rete ospedaliera e, pertanto, sono connessi ai suoi tempi di attuazione. Investendo tale riordino prevalentemente le strutture pubbliche, i relativi tempi di attuazione non possono necessariamente ritenersi brevi e i risultati graduati negli anni. Si tratta di avviare un percorso complesso che richiede la dismissione di attività, gli adeguamenti strutturali, tecnologici, di arredi, ecc., processi di mobilità di personale, formazione dello stesso e così via. Un arco temporale triennale può ritenersi sufficiente per realizzare una situazione a regime accompagnando gli stati di avanzamento con eventuali perfezionamenti. Il blocco del turn-over e la riconversione di strutture in attività territoriali ed a ciclo diurno, eliminando la presenza notturna di personale e parte dei costi di gestione e consumi può determinare le prime economie già nel 2010. L accorpamento e la riduzione di unità complesse, la loro riorganizzazione, la ridefinizione dei fondi contrattuali, la messa in comune delle risorse, l attuazione delle reti, il miglioramento del macrosistema emergenza-urgenza, potranno portare ulteriori economie. Il risultato evidenziato nel P.S.R. di un disavanzo pari a 993/mln. è sufficientemente realistico. Il Patto del 3 dicembre pone alle regioni, dal 2010, il vincolo dell equilibrio economico mediante copertura del disavanzo con utilizzo della sola fiscalità. La stima degli effetti della manovra è quantificata in 825,8/mln. di euro Di seguito vengono rappresentati sinteticamente gli interventi previsti dalla Regione per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal nuovo patto per la Salute del 3 dicembre 2009, e la stima dei relativi effetti economici attesi: 108 Obiettivo Operativo 2.1.1 Blocco del Turn Over nell'anno 2010 2.1.2 Rideterminazione fondi contrattuali Riduzione 2.1.3 unità operative, Stima effetti Azione economici Decreto Commissariale n. U0094 del 23.12.2009 30.000.000 Completamento verifica e affidamento obiettivo Direttori 12.000.000 Generali posizioni Ricognizione numero posizioni e Obiettivo Direttori Generali organizzative e di coordinamento Di cui Spesa per il personale Spesa per il personale - con circolare attuativa dei Programmi Operativi Altre iniziative: - a) Assegnazione dei dipendenti alle mansioni di competenza b) Riduzione prestazioni aggiuntive 3.400.000 Ricognizione situazione e Obiettivo Direttori Generali con 2.1.4 Spesa per il personale circolare attuativa dei Programmi Operativi c) Gestione corretta servizio mensa 2.000.000 d) Articolazione orario di lavoro 2.1 Beni e servizi - TOTALE 47.400.000 Prodotti Centralizzazione degli acquisti e a) Espletamento di almeno n.8 Gare centralizzate di consequenziale notevole impatto oltre alle due già espletate farmaceutici 30.000.000,00 b) Adesione alle convenzioni Consip Beni e servizi per 18.000.000 2.2.1 standardizzazione beni e servizi ottimizzazione rete logistica e distributiva 2.2.2 per 12.000.000 obiettivi realizzabili attraverso centralizzazione degli acquisti in tema di standardizzazione e ottimizzazione - Altri interventi: a) Contrasto all'utilizzo del criterio d'infungibilità; Direttiva a DG per responsabilizzazione al fine di evitare acquisti senza gare b) Interventi in materia di attività Direttiva tendente a ricontrattazioni con economie nelle more esternalizzate; delle gare centralizzate c) Interventi in materia di acquisto di Divieto ricorso a leasing e noleggi_Acquisti solo previa tecnologie; autorizzazione (già emanate disposizioni in merito) d) Interventi in materia di cespiti ammortizzabili; e) Corretto utilizzo dell'utenza telefonica - 10.000.000,00 Beni e servizi 5.000.000,00 Beni e servizi 5.000.000,00 Protesica 2.700.000,00 Beni e servizi Obbligo utilizzo registro beni ammortizzabili per beni presso terzi riutilizzabili dopo la restituzione _(già emanate disposizioni in merito) Vincolo utilizzo solo per motivi di servizio_ (già emanate disposizioni in merito) 109 Limitazioni all'uso di internet_(già emanate disposizioni in f) Corretto utilizzo della rete informatica merito) g) Riduzione costi consulenze Già emanate disposizioni in merito 10.000.000,00 Consulenze h) Accordi pagamenti Fatturazione elettronica e centralizzazione pagamenti 30.000.000,00 Interessi 2.2 TOTALE 92.700.000 Utilizzo dati ed indicatori sistema TS da 2.3.1 - parte delle Asl e Responsabilizzazioni Adozione decreto entro il 31.05.2010 Intese per interventi Guardia di Finanza e attivazione sistemi 2.3.2 Controllo esenzioni 2.3.3 Promozione farmaci equivalenti 2.3.4 Distribuzione diretta di controllo Decreto entro il 31.03.2010 su utilizzo farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina Ulteriori iniziative implementative 6.000.000 100.000 10.000.000 4.000.000 Spesa Farmaceutica Spesa Farmaceutica Spesa Farmaceutica Spesa Farmaceutica Rimodulazione compartecipazione soggetti 2.3.5 esenti in caso di mancata realizzazione Adozione decreto entro il 30.06.2010 degli obiettivi 2.3 TOTALE 20.100.000 Creazione unico centro deputato alla preparazione in ambito a) Centralizzazione preparazioni aziendale o eventuale convenzionamento con strutture antiblastiche pubbliche dotate di laboratorio centralizzato che effettuino 2.500.000 Prodotti farmaceutici tale attività b) procedure rotazione scorte e gestione armadi farmaceutici c) promozione raccolta plasma e Indirizzi alle aziende adozione modulistica e monitoraggio monitoraggio prescrizionei emoderivati d) gestione farmaci soggetto a monitoraggio 2.4.1 Formalizzazione procedure intensivo AIFA regionale Responsabilizzazione rispetto alle procedure - 1.500.000 Prodotti farmaceutici - e) indirizzi su antibiotico terapia Linee Guida entro il 30.05.2010 2.000.000 f) monitoraggio consumi antiretrovirali Adozione schede di monitoraggio 2.000.000 Prodotti farmaceutici Prodotti farmaceutici g) Appropriatezza prescrittiva e contrasto alle infezioni nosocomiali informazione e documentazione sul farmaco Attivazione progetti regionali - farmacovigilanza 2.4 TOTALE 8.000.000 2.5.1 DEFINIZIONE a) Assistenza specialistica da privato CONTRATTI Decreto fissazione contenuti contratti entro il 15.04.2010 Stipula contratti entro il 30.04.2010 10.000.000 Assistenza specialistica CON GLI OPERATORI b) riabilitazione residenziale - Decreto fissazione contenuti contratti entro il 15.04.2010 semiresidenziale territoriale da privato Stipula contratti entro il 30.04.2010 15.000.000 Assistenza Riabilitativa 110 I° CASE DI CURA - definitivo incontro con i rappresentanti regionali entro il 31.03.2010 - adozione decreto contenuti contratti entro il 10.04.2010; - stipula contratti entro il 30.04.2010 II° POLICLINICI NON STATALI: - stipula contratti entro il 30.04.2010 III° ISTITUTI CLASSIFICATI c) assistenza ospedaliera per acuti - definitivo incontro con i rappresentanti regionali entro il 20.000.000 10.04.2010 Assistenza Ospedaliera - adozione decreto contenuti contratti entro il 30.04.2010; - stipula contratti entro il 15.05.2010 IV° IRCCS PRIVATI - stipula contratti entro il 30.04.2010 V° RIABILITAZIONE LUNGODEGENZA - decreto fissazione contenuti entro il 15.04.2010 - stipula contratti entro il 30.04.2010 Decreto fissazione contenuti contratti entro il 18.03.2010 d) hospice - RSA Stipula contratti entro il 15.04.2010 e) strutture neuropsichiatriche Schema contratto entro il 15.04.2010 - 23.000.000 4.000.000 Decreto riordino settore entro il 30.04.2010 a) Riduzioni di tariffe per prestazioni di laboratorio Adozione decreto entro il 15.04.2010 Altra assistenza Altra assistenza vedi p.to 2.5.1 2.5.2 Ridefinizione b) Riduzione cicli di fisioterapia tariffe c) Riarticolazione tariffe osp.re 2.5 La Sapienza Definizione rapporti Regione con Università 2.6.2 La Cattolica Definizione rapporti Regione con Università 2.6.3 Tor Vergata 2.6 il 31.05.2010 Maggiore differenziazione delle tariffe TOTALE Definizione rapporti Regione con Università 2.6.1 Confronto con operatori ed eventuale adozione decreto entro TOTALE vedi p.to 2.5.1 vedi p.to 2.5.1 26.000.000 Stipula protocollo Stipula protocollo Stipula protocollo - 111 Gli effetti in termini di economie sono valutabili solo nelle fasi attuative e comunque Riordino rete ospedaliera e organizzazione 2.7.1 della rete territoriale Adozione decreto entro il 15 aprile 2010 contenente principi quantificati nei e criteri per la riorganizzazione della rete ospedaliera e programmi organizzazione dei servizi territoriali riguardanti il personale, la farmaceutica e beni e servizi, e in particolare la specialistica. 2.7 TOTALE Riduzione di laboratori pubblici 2.8.1 Riorganizzazione rete laboratoristica Riduzione personale pubblica e ottimizzazione prestazioni e costi Utilizzo capitolato standard - Laboratorio logico unico 2.8.2 Rete trasfusionale 2.8.3 Riorganizzazione rete laboratoristica privata 2.8 Attuazione decreto n. U0082 del 16.12.2009 3.000.000,00 Adozione decreto requisiti entro il 15.05.2010 Beni e servizi - TOTALE 3.000.000 Per quanto 2.9.1 Trasferimento prestazioni dal regime di ricovero riguarda i privati Decreto attuativo entro il 15 aprile 2010 gli effetti sono quantificati nell'obiettivo 2.5 Economie realizzabili in termini di beni e servizi nelle 2.9.2 Attivazione strutture territoriali intermedie Provvedimenti attuativi in progress strutture pubbliche e di budget nelle strutture private già valorizzate nei programmi 2.2 2.4 e 2.5 2.09 TOTALE L'eventuale introduzione dovrà consentire di 2.10.1 Compartecipazione al costo sulla Rimodulazione dopo verifica al 31.03.2010 ed entro il farmaceutica e specialistica 30.06.2010 in caso di eccesso di spesa mantenere la spesa farmaceutica e specialistica entro i limiti programmati 2.10.2 2.10 2.11.1 2.11 2.12.1 2.12 2.13.1 Compartecipazione su prestazioni di pronto soccorso introduzione in avvio sui codici bianchi entro il 31.05.2010 TOTALE Assistenza ospedaliera 5.000.000 Approvazione del Piano sanitario regionale - TOTALE - verifica provvedimenti regionali - TOTALE Specialisti ambulatoriali interni 5.000.000,00 Blocco del Turn Over 1.500.000,00 Specialistica Ambulatoriale 112 2.13.2 Accreditamento Programma interventi e relativa attuazione - 2.13.3 verifica operato direttori generali Affidamento obiettivi e verifica - 2.13.4 Gestione contenzioso Potenziamento struttura e assicurazione procedimenti - 2.13.5 Potenziamento struttura amministrativa Implementazione risorse - 2.13.6 Tessera sanitaria Rispetto programma 2.13.7 Potenziamento gestione dei flussi informativi 2.13 TOTALE 600.000,00 Beni e servizi 2.100.000 TOTALE 204.300.000 L Azienda sarà pertanto chiamata ad un rispetto puntuale delle indicazioni regionali inserite sia nel Piano Sanitario Regionale 2010/2012, sia nei Piani Operativi 2010, visto che proprio nel primo anno del presente Piano Strategico dovranno essere attuate le principali azioni di riassetto strutturale della sua organizzazione, in termini di riduzione delle strutture complesse e semplici e delle relative posizioni organizzative e di coordinamento, di rimodulazione della propria rete dell offerta sanitaria, di ristrutturazione dei costi a partire dal costo del personale (rideterminazione dei fondi contrattuali, blocco del turn over, articolazione dell orario di lavoro e della turistica, corretta gestione del servizio mensa) e, a seguire, dal costo dei beni e servizi. Tutto ciò con la consapevolezza della irrinunciabilità che una azione di forte ristrutturazione aziendale non può in nessun modo penalizzare l utenza in termini di qualità dell assistenza erogata e nel pieno rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza. In questo difficile percorso, la Direzione Strategica non può prescindere dal contributo di tutti gli stakeholders (e, tra questi, principalmente i Sindaci dei Comuni presenti sul territorio aziendale e le Organizzazioni Sindacali), che devono essere responsabilizzati nello svolgimento delle proprie funzioni, al raggiungimento dell unico obiettivo possibile date le attuali condizioni del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, ossia il perseguimento di una sanità sostenibile, compatibilmente con le risorse a disposizione. In caso contrario, volenti o nolenti, tutti gli attori del sistema saranno chiamati a pagare le conseguenze di un prevedibile declino dell intero settore, atteso che sembra ormai di prossima attuazione il federalismo fiscale. 113 6.2.4 Piano degli investimenti Il presente Piano Strategico si pone in continuità con l esigenza di adeguamento, potenziamento e ammodernamento del proprio patrimonio strutturale, impiantistico e tecnologico, al fine di mettere a disposizione dei cittadini del proprio territorio strutture sempre più confortevoli ed adeguate, oltre che dotate delle più moderne tecnologie sanitarie e non. Già l andamento degli ammortamenti evidenziato nei bilanci dell ultimo triennio, testimonia la volontà di considerare prioritario l obiettivo di ammodernamento strutturale e tecnologico, il cui punto di forza è stato individuato nella prossima costruzione del Nuovo Ospedale dei Castelli, nella consapevolezza che parte delle risorse necessarie a garantire tali investimenti dovranno essere recuperate nella più oculata gestione della spesa corrente e dalle risorse che il Piano di Rientro riuscirà a liberare, mentre altre risorse necessarie dovranno essere reperite all interno dei prossimi finanziamenti statali e regionali. 6.2.4.1 Investimenti infrastrutturali In relazione agli investimenti infrastrutturali, le direttrici che orienteranno la definizione degli interventi possono essere sintetizzati in: 1. riqualificazione degli impianti, finalizzata ad un miglioramento della qualità degli stessi; 2. riqualificazione del patrimonio immobiliare strumentale , al fine non solo di mantenere i livelli minimi di efficienza dello stesso, ma di adeguarne e aggiornarne lo stato (sia in termini funzionali che normativi) alle diverse e mutevoli esigenze a cui deve assolvere. Nelle tabelle sottostanti vengono elencati sinteticamente i principali interventi infrastrutturali e la scansione temporale prevista. Gli interventi riguarderanno tutti gli stabilimenti ospedalieri e gran parte delle strutture territoriali. 114 Tabella 11 Interventi di riqualificazione impianti Cronogramma 2010 2011 2012 Ospedale di Frascati. Intervento di adeguamento normativo e bonifica igienico sanitaria 1° Pad. Sala gessi Ospedale di Frascati. Impianti elevatori, riscaldamento, condizionamento, climatizzazione, antincendio Ospedale di Frascati. Adeguamento normativo e messa in sicurezza cardiologia UTIC Ospedale di Frascati. Realizzazione scala di sicurezza esterna Ospedale di Marino. Impianti elevatori, riscaldamento, condizionamento, climatizzazione, antincendio Ospedale Rocca Priora. Sostituzione e adeguamento impianti elevatori, gruppo elettrogeno e cabina elettrica Ospedale di Ariccia. Adeguamento e sistemazione centrali termiche e idrica Ospedale di Genzano. Adeguamento impianto elettrico, antincendio, gas medicali pediatria e medicina Ospedale di Genzano. Adeguamento normativo impianti reparto chirurgia day surgery Ospedale di Velletri. Lavori sale operatorie centrali e locali adiacenti Ospedale Anzio-Nettuno. Allestimento sala operatoria intramoenia. Ospedale Villa Albani. Riqualificazione impiantistica G.E. e cabina MT/BT Distretto Frascati. Istallazione gruppo elettrogeno e adeguamento normativa antincendio. Distretto Pomezia. Automazione impianto di climatizzazione, completamento impianto rilevazione incendi, verifica impianti antincendio Distretto Velletri. Ripristino impianto di condizionamento Sede legale. Realizzazione impianto climatizzazione 1° piano 115 Tabella 12 Interventi infrastrutturali su stabilimenti ospedalieri e strutture territoriali Cronogramma 2010 2011 2012 Ospedale di Frascati. Ristrutturazione 1° Pad. Ortopedia, 5° Pad. Degenze, 2° Pad. Ambulatori Ospedale di Frascati. Percorsi sotterranei Ospedale di Marino. Laboratorio analisi d urgenza e medicina nucleare Ospedale di Marino. Corpo A 2° Piano Lavori ristrutturazione e adeguamento oculistica, oncologia, wichs degenze Ospedale di Marino. Messa in sicurezza locali Farmacia e ristrutturazione magazzini Ospedale Rocca Priora. Adeguamento normativo locali servizio biancheria e servizio morgue Ospedale di Albano. Realizzazione nuova cucina centralizzata, nuovo laboratorio analisi di emergenza, nuovo reparto di medicina d urgenza Ospedale di Albano. Ampliamento Pronto Soccorso Ospedale di Albano. Ristrutturazione Farmacia, reparto e ambulatori di cardiologia, locali Direzione, locali Risonanza Magnetica Ospedale di Albano. Ristrutturazione e ampliamento reparto SPDC Ospedale di Ariccia. Realizzazione parcheggio, muro di contenimento, e completamento viabilità interna Ospedale di Ariccia. Recupero locali magazzini frigoriferi, ristrutturazione edificio ex farmacia, ristrutturazione locali edificio Villa Salus Ospedale Anzio-Nettuno. Lavori di riqualificazione impianti elettrici, riqualificazione impiantistica camera mortuaria, rianimazione e cardiologia Ospedale Anzio-Nettuno. Lavori di ristrutturazione ingresso principale, locali ex sala mensa e fabbricato rurale Ospedale Villa Albani. Completamento ristrutturazione ex lavanderia, rep. contini, rep. ferraresi Distretto Frascati. Lavori allestimento farmacia territoriale. Distretto Albano. Completamento lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza edificio 116 6.2.4.2 Investimenti tecnologici L Azienda prevede di continuare il proprio programma di ammodernamento delle grandi e piccole apparecchiature per tecnologie biomediche destinate ai presidi ospedalieri. A tal proposito sono previsti nei primi due anni del presente piano: l acquisto di un sistema rx multifunzionale diretto per il reparto di Diagnostica per immagini dell Ospedale di Albano; la digitalizzazione di un mammografo per il reparto di senologia e screening mammografico dell Ospedale Villa Albani; l acquisto di sistemi laparoscopici per gli Ospedali di Marino e Albano; l acquisto di un ecotomografo multidisciplinare per il reparto di diagnostica per immagini dell Ospedale Villa Albani; l acquisto di varie apparecchiature diagnostiche per il completamento dell allestimento del reparto di terapia sub intensiva dell Ospedale di Frascati, il reparto di rianimazione dell Ospedale di Anzio-Nettuno e di Velletri, il blocco operatorio dell Ospedale di Velletri e di Anzio-Nettuno; l acquisto di una nuova TAC per l'ospedale di Anzio e l'istallazione di una TAC per l ospedale di Genzano. E' previsto, inoltre, l'aggiornamento della Risonanza Magnetica di Albano. 6.2.4.3 Finanziamento degli investimenti Il piano triennale degli investimenti, che contempla la necessità indispensabile di completare la messa a norma e in sicurezza di tutte le strutture e gli impianti dell Azienda, si presenta nei suoi valori tanto ambizioso quanto necessario, e prevede interventi per oltre 35,6 milioni di euro, di cui 29,3 milioni per interventi strutturali e 6,3 milioni per attrezzature e tecnologie. 2010 2011 2012 Totale INFRASTRUTTURE 9,9 10,1 9,3 29,3 TECNOLOGIE SANITARIE 3,6 1,9 oggetto di programmazione futura 5,5 INFORMATICA E ICT 0,8 oggetto di programmazione futura 0,8 TOTALE 14,0 12,0 35,6 9,3 117 Al momento attuale sono finanziati con risorse pubbliche, statali o regionali, circa 20 milioni di euro, mentre altri 11 milioni di euro derivano dalla retrocessione del valore monetario corrispondente al risparmio derivante dalla percentuale del ribasso di aggiudicazione della gara di appalto multiservizio tecnologico e fornitura vettori energetici agli immobili di proprietà o nella disponibilità delle ASL, delle Aziende Ospedaliere, degli Ospedali Classificati o assimilati e degli Istituti Scientifici ubicati nella Regione Lazio da parte della ATI Mandataria SIRAM SpA, alla quale l Azienda ha aderito nel maggio 2007. Per i restanti 4,6 milioni di euro, l Azienda provvederà alla presentazione alla Regione Lazio delle istanze di finanziamento degli interventi programmati, i cui esiti, entità e tempistiche non sono noti ad oggi. Ciò detto, si pone il problema dell impatto economico e finanziario di tale impegno sui bilanci dei prossimi esercizi, fatta salva comunque la necessità di ricercare, per quanto possibile, ulteriori fonti finalizzate di finanziamento, anche mediante il ricorso a capitali privati. Se sul Conto economico il peso delle voci di costo afferenti gli investimenti sarà contenuto, in virtù della preponderanza di spese a utilità di lungo periodo (investimenti strutturali ammortizzabili in oltre 30 anni) coperte da finanziamento pubblico e pertanto soggette a sterilizzazione, i riflessi che vanno più attentamente ponderati sono quelli relativi ai consistenti flussi finanziari, che implica il Piano di Investimenti sopra accennato. La dinamica finanziaria genera ripercussioni indirette sul Conto economico, in termini di oneri finanziari di diversa natura (interessi sul debito, interessi di mora, etc.): occorre, quindi, valutare sia il tema della copertura sia quello del costo dei fabbisogni finanziari complessivi dell Azienda, tenendone conto anche in fase di programmazione economica annuale e concertazione con la Regione. Inevitabilmente il tema degli investimenti va allargato a quello più complessivo relativo alla gestione finanziaria di periodo, considerando: il fabbisogno finanziario generato dalla gestione corrente e le possibili azioni di governo su tale dinamica; il fabbisogno finanziario generato dalle spese di investimento, sulla base dei flussi prevedibili nel periodo considerato. I due punti sono strettamente connessi e la copertura del fabbisogno complessivo va ricercata: 118 attraverso una corretta gestione dei flussi dalla Regione, che dovrà garantire un più puntuale rispetto delle tempistiche di erogazione rispetto al passato; attraverso la gestione finanziaria corrente, con riguardo alle politiche di pagamento dei fornitori (priorità, accordi sulle condizioni di pagamento, ecc.). Mediante un Piano finanziario di periodo sarà indispensabile programmare e monitorare i flussi e i fabbisogni finanziari mensili, individuando le forme di copertura e i relativi oneri finanziari, sulla base della definizione di priorità. A questo proposito, la scrivente Direzione considera indispensabile e prioritario lo svolgimento pieno del Piano di Investimenti delineato, sopportando e governando le inevitabili tensioni finanziarie complessivamente prevedibili per l Azienda, e minimizzando, attraverso politiche attive, l impatto negativo sul Conto economico. 6.2.5 Scenari futuri e opportunità. Il nuovo Ospedale dei Castelli La legge 5 maggio 2009 Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell art. 119 della Costituzione introduce nel nostro ordinamento i principi del federalismo fiscale, che sono - da una parte - il coordinamento dei centri di spesa con i centri di prelievo, che comporterà automaticamente maggiore responsabilità da parte degli enti nel gestire le risorse. Dall'altra parte, la sostituzione della spesa storica, basata sulla continuità dei livelli di spesa raggiunti l'anno precedente, con la spesa standard. Il costo standard consentirà di determinare, per ciascun livello di governo, il fabbisogno di cui necessita un amministrazione e quindi l eventuale trasferimento perequativo cui avrà diritto in caso di entrate fiscali insufficienti a garantire i servizi fondamentali ai cittadini. Questi servizi dovranno essere uguali in tutto il Paese. Per ottenere questo risultato, è comunque prevista la presenza di un fondo perequativo destinato alle regioni con minore capacità fiscale per abitante, e che serve a garantire la copertura delle spese pari al fabbisogno per i livelli essenziali delle prestazioni. Il fondo sarà alimentato dal gettito prodotto da una compartecipazione all IVA e da una quota del gettito dell addizionale regionale all IRPEF. In relazione alla tempistica, la legge delega prevede un periodo di due anni per l approvazione dei decreti legislativi che dovranno definire le norme di dettaglio del nuovo modello federale, ed ulteriori cinque anni di periodo transitorio, in cui dovrà realizzarsi la progressiva transizione dai parametri storici ai nuovi criteri perequativi. 119 Inoltre, l art. 21 della legge delega precisa che, nel corso della fase transitoria, il finanziamento del fabbisogno degli Enti Locali è effettuato considerando l 80% delle spese come fondamentali ed il restante 20% come non fondamentali. Molti sono gli aspetti che la legge rimanda ai decreti delegati, attualmente in discussione in Parlamento. La determinazione del fabbisogno finanziario necessario per assicurare a tutti i cittadini italiani i livelli essenziali di assistenza (LEA) appare tecnicamente molto complessa, anche per l eterogeneità dei criteri contabili adottati dalle Regioni e la mancanza di una adeguata contabilità analitica. Infine, un ulteriore aspetto di criticità della riforma che va sottolineato è quello che attiene la dinamica, nel tempo, dei sistemi di finanziamento e perequazione. Nella legge delega, infatti, non è stata prevista alcuna modalità di revisione dei parametri fondamentali dei sistemi di finanziamento e perequazione, una volta che la transizione dalla spesa storica ai livelli standard sarà conclusa. In tal senso, la differenza nelle capacità fiscali, che non dovrebbe compromettere il finanziamento integrale delle spese fondamentali , potrebbe, invece, non assicurare la copertura delle stesse, considerato che la dinamica del gettito IVA può discostarsi nel tempo da quella del fabbisogno. Il problema è, quindi, capire come si evolverà, in termini di manutenzione ordinaria, il sistema di finanziamento delle Regioni e degli Enti Locali quando saranno stati stimati i fabbisogni standard e le capacità fiscali e quali, anche in questo processo, saranno le prerogative dei decisori politici. Uno degli aspetti più dibattuti della riforma sul federalismo fiscale attiene gli effetti che la stessa produrrà sulle Regioni del Mezzogiorno d Italia. Sono state già fatte alcune simulazioni, che hanno evidenziato, in modo univoco, che l applicazione del meccanismo di perequazione previsto dalla Legge delega mentre tende a garantire alle Regioni meridionali una quota di risorse pressoché invariata per quanto attiene al finanziamento delle funzioni fondamentali , determina una redistribuzione interregionale della spesa penalizzante per le altre funzioni (es. agricoltura, turismo, attività produttive, cultura, commercio, ambiente, tutela del territorio). Una recente simulazione ha confermato come, nel caso in cui si adottasse un sistema di perequazione basato sui differenziali delle capacità fiscali, tutte le Regioni meridionali otterrebbero, per il finanziamento delle funzioni non fondamentali , risorse inferiori ai trasferimenti soppressi. 120 Lo stesso studio ha inoltre evidenziato che la riforma determinerebbe, comunque, nelle singole Regioni del Mezzogiorno, effetti numericamente differenti, e che nella regione Lazio, in particolare, non dovrebbero registrarsi notevoli differenze di risorse rispetto alla situazione attuale. Peraltro, da più parti è stato anche osservato che, per effetto della probabile non sinergica evoluzione nel tempo della dinamica del gettito IVA e di quella del fabbisogno, la stessa copertura integrale delle spese fondamentali , prevista dalla legge, potrebbe, a regime, essere compromessa, costringendo, di volta in volta, i decisori politici all individuazione di nuove forme di finanziamento per le stesse funzioni. Alla luce di quanto sopra, si ritiene verosimile la dinamica dei ricavi prevista nel Piano, fermo restando che, poiché il federalismo fiscale è stato approvato senza numeri , tale trend va analizzato a seguito dell effettiva applicazione dei suoi principi. Ai fini di una corretta valutazione complessiva del presente Piano Strategico dell Azienda nel periodo considerato, va tenuto conto che lo sviluppo e la riqualificazione dei servizi sono legati, per quanto concerne una parte rilevante del territorio ASL, al Progetto del Nuovo Ospedale dei Castelli che sorgerà nel Comune di Ariccia, su un terreno di 15 ettari, più ulteriori 7 ettari per la realizzazione di un Parco Biomedico , sarà dotato di 300 posti letto complessivi, di cui 50 posti letto di day hospital, e verrà realizzato presumibilmente entro il prossimo triennio. Il Progetto rientra, come obiettivo prioritario, nel programma di razionalizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera della Regione Lazio e raccoglierà il bacino di utenza dei presidi del Polo Ospedaliero H2 (Albano, Genzano e Ariccia), oltre che di Comuni limitrofi rispetto alla sua collocazione geografica (Ardea, Aprilia). La Giunta Regionale del Lazio ha stanziato 120 milioni (D.G.R. n. 1059 del 27 dicembre 2007) per la costruzione del Nuovo Ospedale dei Castelli Romani. Ad aprile 2008 è stato approvato il progetto preliminare con l annesso quadro economico. L Azienda ha pertanto predisposto le procedure di gara ed ha approvato nel dicembre 2008 l aggiudicazione definitiva e affidato l appalto concorso per la progettazione esecutiva e l esecuzione dei lavori di realizzazione del Nuovo Ospedale dei Castelli. In data 6 marzo 2010, alla presenza delle massime autorità regionali e rappresentanti dei comunali interessati, si è celebrata la cerimonia della posa della prima pietra, gesto simbolico di avvio concreto dei lavori di costruzione della struttura, punto qualificante del piano di riassetto della rete dell offerta della ASL Roma H, che verrà redatto secondo quanto previsto dal Piano Sanitario Regionale vigente. 121 6.3 Il sistema di controllo per l attuazione del Piano Strategico Il Piano Strategico Aziendale esprime la volontà della Direzione Aziendale di governare un processo di cambiamento che costituisca in primo luogo un percorso attuativo del Piano Sanitario Regionale 2010 2012 e, in secondo luogo, introduca un ulteriore innovazione rafforzando il ruolo del Distretto attraverso la separazione tra committenza e produzione. Per evitare che tutto ciò sia riconducibile soltanto ad una serie di buone intenzioni è opportuno e necessario definire un dettagliato piano di azione e un sistema di controllo relativo all attuazione di tale piano. Conseguentemente è stato definito un sistema di controllo che si basa: un crono programma, di seguito riportato,che stabilisce la tempistica dei principali interventi del Piano Strategico; per ogni linea di intervento sarà individuato un responsabile del procedimento; sarà attivato un apposito gruppo di lavoro che provvederà a verificare periodicamente lo stato di avanzamento delle singole linee di intervento e ad apportare, laddove necessario, eventuali azioni correttive. 122 6.4 Crono programma del Piano Strategico 123 124 125 126 127 128