YONA FRIEDMAN MUSEUM LE MUSÉE DU QUOTIDIEN un progetto di Jean-Baptiste Decavèle e Yona Friedman in collaborazione con Nico Dockx presentazione delle pubblicazioni Yona Friedman, How to exhibit? Liliana Moro, Moi XIX CSAV, The collected work of H.C. 30 ottobre 2013, h 17 - 20 Yona Friedman Museum è un’architettura, un museo mobile e portatile, che resterà per tre anni nel parco di Villa Sucota, accanto all'edificio principale della Fondazione Antonio Ratti, creando al contempo un ideale prolungamento della struttura ed un nuovo, ulteriore sviluppo delle attività della FAR. Yona Friedman, schizzo dell'installazione per Villa Sucota, 2013 Grazie Sede Fondazione Antonio Ratti, Villa Sucota, via per Cernobbio 19 Como Info +39 0313384976 [email protected] www.fondazioneratti.org www.yonafriedman.com Dopo l'esperienza di Friedman come visiting professor del XIV CSAV nel 2008, l'architetto e Annie Ratti hanno avviato uno stimolante dialogo, ancora in corso, il cui primo risultato si concretizza nell’installazione del museo a Villa Sucota. Yona Friedman Museum - Le Musée du Quotidien è un'architettura aperta, interattiva e dinamica, pensata per essere utilizzata da diversi gruppi di persone e in differenti contesti. Nei prossimi tre anni, la struttura ospiterà ed ispirerà una serie di progetti e di attività che ruoteranno attorno al tema “Cosa significa 'esporre'?”. Seguendo la filosofia di Friedman, queste serie d’interazioni ed interventi artistici saranno realizzate trasformando la struttura, per forma e contenuto, a seconda delle necessità, conversazioni ed idee delle persone che prenderanno parte al progetto. Yona Friedman Museum è la risposta ad una serie di conversazioni e collaborazioni tra numerosi partner: Lorenzo Benedetti (direttore del De Vleeshal, Middelburg), Jean-Baptiste Decavèle, Nico Dockx, Yona Friedman e Annie Ratti. E’ un work in progress artistico e architettonico, composto mediante ‘improvvisazione’ e applicando le Space-Chain Techniques di Yona Friedman. Il museo è stato realizzato da JeanBaptiste Decavèle e Nico Dockx in collaborazione con due gruppi di studenti ed ex allievi della Royal Academy of Fine Arts di Anversa, Belgio, e dell'Accademia Aldo Galli di Como. I due gruppi hanno lavorato insieme per una settimana assemblando la struttura del museo mobile, un'Iconostase, composta di 500 anelli in acciaio, di 150 cm di diametro l'uno, collegati tra loro. Seguendo i principi base del museo mobile, gli anelli sono ora al loro terzo assemblaggio. Prima di arrivare a Como, costituivano gli elementi strutturali di Architecture without Building, una mostra a cura di Lorenzo Benedetti tenutasi al De Vleeshal; in seguito hanno viaggiato verso la Royal Academy of Fine Arts di Anversa su invito degli studenti e di Nico Dockx, per diventare Museum without Building. Il primo appuntamento con questo museo in progress sarà il 30 ottobre alle ore 17. L'inaugurazione di Yona Friedman Museum sarà anche l'occasione per presentare al pubblico tre volumi: il nuovo libro di Yona Friedman, How to exhibit?; l’ultimo libro d’artista prodotto da FAR, Liliana Moro, Moi; e l'esito del XIX CSAV, The collected work of H.C. Il volume How to exhibit? è una dichiarazione giocosa che descrive le caratteristiche storiche e socio-politiche legate all’idea di Iconostase di Yona Friedman, dalla prima visualizzazione, come disegni, a Parigi nel 1958, alla recentissima installazione della struttura alla FAR. Il libro è uno strumento importante per sviluppare ulteriormente le idee che compongono Yona Friedman Museum, ed è inoltre un invito al lettore/spettatore a rielaborare la propria percezione del museo. Il volume, edito dal De Vleeshal di Middelburg e a cura di Jean-Baptiste Decavèle, Nico Dockx e Yona Friedman, è stato concepito come un Iconobook (un'Iconostase in formato libro), le cui pagine possono essere mescolate e ri-arrangiate dal lettore; sarà presentato da Lorenzo Benedetti. Il libro di Liliana Moro, dal titolo Moi, riflette su concetti quali libertà, spazio, fragilità, suono, narrazione, interno ed esterno, i temi fondamentali nel lavoro dell'artista durante tutto il corso della sua carriera. Pubblicato da Blackdog (Londra), il volume comprende un contributo di Cecilia Casorati e il testo relativo alla conferenza di Toni Negri tenutasi alla FAR nel 2012, in occasione del XVIII CSAV - Artists Research Laboratory. The collected work of H.C., pubblicato da Mousse (Milano), rappresenta l'esito del XIX CSAV - Artistis Research Laboratory. Cogliendo lo spirito del workshop condotto nell'estate 2013 da Matt Mullican e utilizzando alcuni elementi del lavoro dell’artista come punto di partenza, i partecipanti CSAV hanno creato un alter ego collettivo, l'artista H.C., le cui opere sono raccolte nella pubblicazione. Il libro, concepito come un lavoro in collaborazione, offre al lettore un overview della pratica artistica di H.C. e molti indizi riguardanti la sua vita privata.