Chimica Fisica Industriale Modulo B Cinetica Chimica Saverio Santi Esperienza n° 1 Cinetica di idrolisi di un alogenuro alchilico terziario Effetto della Temperatura Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi 2 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Meccanismo di reazione Consideriamo l'idrolisi di un generico alogenuro alchilico. La stechiometria della reazione è la seguente: RX + 2H2O → ROH + H3O+ + X- (1.1) A temperatura e pressione costanti la velocità della reazione dipende dal meccanismo della reazione. A sua volta il meccanismo dipende dalla natura dei reagenti e del solvente. Se R è un gruppo alchilico terziario, ad esempio t-butile, e il solvente è una miscela acquaetanolo, il meccanismo è di tipo SN1: Stadio 1, -1 k1 RX <=> R+ + Xk-1 (1.2) Stadio 2 k2 R+ + H2O → ROH2+ (1.3) Stadio 3 k3 ROH2+ + H2O → ROH + H3O+ (1.4) Il primo è lo stadio lento, rate determining step, il secondo e il terzo sono veloci, tenendo conto del fatto che l'acqua è anche il solvente della reazione. Possiamo scrivere le equazioni differenziali per ogni singolo stadio: d [ RX ] = k1[ RX ] − k −1[ R + ][ X − ] dt 1) − 2) d[R + ] = k1[ RX ] − k −1[ R + ][ X − ] − k 2 [ R + ][ H 2 O] dt (1.6) 3) d [ ROH 2 + ] = k 2 [ R + ][ H 2 O] − k 3 [ H 2 O] [ROH2+] dt (1.7) (1.5) Poiché la velocità di formazione dell'intermedio R+ è sicuramente minore della sua velocità di scomparsa, possiamo applicare l'ipotesi dello stato stazionario a R+: d[R + ] =0 dt (1.8) quindi dall'equazione differenziale 1.6 risulta: k1[ RX ] − k −1[ R + ][ X − ] = k 2 [ R + ][ H 2 O] 3 (1.9) Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Ricavando l'espressione di [R+] [R + ] = k1[ RX ] − k −1[ X ] + k 2 [ H 2 O] (1.10) e sostituendola nell'equazione 2.5 si ottiene: v=− − k −1k1[ RX ] d [ RX ] = k1[ RX ] − [X − ] − dt k −1[ X ] + k 2 [ H 2 O] ⎛ ⎞ k −1[ X − ] d [ RX ] ⎟ = k1[ RX ]⎜1 − − ⎜ ⎟ dt ⎝ k −1[ X ] + k 2 [ H 2 O] ⎠ (1.11) La reazione dello stadio 2 rappresenta l'attacco nucleofilo dell'acqua sul carbocatione, in competizione con l'anione cloruro (X- = Cl-) nella reazione di ritorno (stadio -1). L'anione cloruro è un nucleofilo migliore dell'acqua, quindi k-1 > k2. Tuttavia l'acqua è anche il solvente e perciò [H2O] >> [X-]. Ne risulta che k2[H2O] >> k-1[X-] e l'espressione della velocità 1.11 diventa (e di fatto sperimentalmente si osserva): v=− d [ RX ] = k1[ RX ] dt (1.12) Questa espressione rappresenta l'equazione differenziale di una reazione del primo ordine cinetico la cui integrazione definita tra [RX] = [RX]0 e [RX], e t = t0 e t: [RX] ∫ − [RX] 0 ln t d [ RX ] = k1 ∫ dt [ RX ] 0 [ RX ] = − k1 (t − t 0 ) [ RX ]0 (1.13) permette di ricavare l'andamento della concentrazione del reagente nel tempo (t0 = 0): [ RX ] = [ RX ]0 e − k1 (t −t0 ) 4 (1.14) Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Per ricavare l'andamento della concentrazione dei prodotti dobbiamo considerare il bilancio di massa: [RX]0 = [RX] + [X-] (1.15) Poiché HCl è un acido forte e quindi completamente dissociato in soluzione si ha che: [X-] = [H3O+] = CHX (1.16) da cui risulta: [X-] = [RX]0 - [RX] sostituendo a [RX] la sua espressione nell'equazione 1.14 si ottiene: [ X − ] = [ RX ]0 (1 − e − k1 (t − t 0 ) ) (1.17) La variazione della concentrazione di HX può essere seguita per via conduttometrica misurando la conduttività nel tempo χt: χt = χ0 + χHX (1.18) χ0 = conduttività delle impurezze dell'acqua. χHX = conducibilità di HX dissociato. Se la concentrazione di HX nel tempo è sufficientemente bassa da poter trascurare le forze interioniche vale la relazione ideale: χ HX = Λ0HX [ HX ] (1.19) Possiamo ricavare dalle eq. 1.16, 1.18 e 1.19 l'espressione di [X-] in funzione della sua conduttività 5 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi [X − ] = χt − χ0 Λ0HX (1.20) e introdurla nell'equazione 1.17 per ricavare l'espressione (χt - χ0). χ t − χ 0 = Λ0HX [ RX ]0 (1 − e − k1t ) (1.21) A t∞ la concentrazione finale di HX (o di X- e H+) è uguale alla concentrazione iniziale di RX: CHX = [RH]0 = [X-]∞ = [H+]∞ per cui la conduttività della soluzione finale (χ∞ - χ0) è data dall'espressione χ ∞ − χ 0 = Λ0HX [RX ]0 (1.22) Sottraendo l'eq. 1.21 alla 1.22 si ottiene infine l'espressione di (χ∞ - χt): χ ∞ − χ t = Λ0HX [ RX ]0 e − k1t (1.23) Dividendo l'eq. 1.23 per l'equazione 1.22 e passando al logaritmo naturale si ottiene un espressione il cui termine di destra coincide con quello dell'equazione 1.13: χ − χt = − k1t ln ∞ χ∞ − χ0 (1.24) Questa espressione permette di determinare il valore della costante di velocità del 1° ordine dalla misura della conducibiltà nel tempo o più in generale dalla misura di una grandezza chimico-fisica che sia proporzionale alla concentrazione della specie che varia nel tempo. 6 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi 5 0 (a) χ − χt ln ∞ -5 χ∞ − χ0 -10 (b) -15 0 1000 2000 3000 4000 t Figura 1.1 χ − χt in funzione del tempo t. Dalla In figura 1.1a è riportato il grafico lineare di ln ∞ χ∞ − χ0 pendenza della retta si ricava la costante del 1° ordine k1. Tuttavia la misura di χ∞ deve essere ottenuta con un'accuratezza pari a quella della misura di χt quando la reazione è completa. Per una reazione del 1° ordine si deve attendere 10 volte il tempo di dimezzamento (t1/2 = ln2/k) perché la reazione sia completa al 99.9%. Tuttavia spesso accade che il valore finale non può essere misurato con accuratezza. Tra le cause vi sono la variazione delle condizioni sperimentali (precipitazione del prodotto), variazione delle condizione strumentali (instabilità della linea di base, staratura) reazioni secondarie, etc. Se si utilizza come χt l'ultimo valore misurato dopo pochi t1/2 il grafico risultante è quello riportato in figura 1.1b (reazione al 97%). Per ovviare a tali inconvenienti sono stati messi a punto metodi che permettono la determinazione della costante di velocità quando il valore finale non è noto. Tra questi il più comune è il metodo di Guggenheim. 7 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Determinazione di k1 con il metodo di Guggenheim L'equazione 1.24 può essere riscritta nel modo seguente: al tempo t χ t = χ ∞ − ( χ ∞ − χ 0 )e − k1t (1.25) al tempo t + Δt χ t + Δt = χ ∞ − ( χ ∞ − χ 0 )e − k1 (t + Δt ) ovvero χ t + Δt = χ ∞ − ( χ ∞ − χ 0 )e − k1t e − k1Δt (1.26) con Δt incremento costante del tempo t. Dall'equazione 1.24 si ricava che χ ∞ − χ t = ( χ ∞ − χ 0 )e − k1t (1.27) Sostituendo questa espressione nell'equazione 1.26 si ottiene l'equazione χ t + Δt = χ ∞ − ( χ ∞ − χ t )e − k1Δt (1.28) χ t + Δt = χ ∞ − χ ∞ e − k1Δt + e − k1Δt χ t (1.29) che riarrangiata diventa: La 1.29 rappresenta l'equazione di una retta y = a + bx. x = χt pendenza b = e − k1Δt y = χ t + Δt intercetta a = χ ∞ − χ ∞ e − k1Δt I valori χ ∞ e k1 possono essere determinati mediante interpolazione lineare. Il metodo di Guggenheim richiede che i dati ( χ t ) siano raccolti a intervalli costanti δt e il valore di Δt scelto per l'elaborazione dei dati sia Δt >> δt. Un esempio di applicazione del metodo Guggenheim e riportato in tabella 1.1 per T = 3600 s, δt = 60 e differenti valori di Δt = 900, 1800, 2700. 8 Laboratorio di Chimica Fisica t χt Cinetica Chimica Saverio Santi χ t + 900 χ t +1800 χ t + 2700 0.0000 0.0000 0.0059343 0.0083470 0.0093279 60.000 0.00058235 0.0061711 0.0084433 0.0093671 120.00 0.0011308 0.0063941 0.0085339 0.0094039 180.00 0.0016473 0.0066040 0.0086193 0.0094387 240.00 0.0021337 0.0068018 0.0086997 0.0094713 300.00 0.0025918 0.0069881 0.0087754 0.0095021 360.00 0.0030232 0.0071635 0.0088467 0.0095311 420.00 0.0034295 0.0073286 0.0089139 0.0095584 480.00 0.0038122 0.0074842 0.0089772 0.0095841 540.00 0.0041725 0.0076307 0.0090367 0.0096084 600.00 0.0045119 0.0077687 0.0090928 0.0096312 660.00 0.0048315 0.0078986 0.0091457 0.0096526 720.00 0.0051325 0.0080210 0.0091954 0.0096729 780.00 0.0054159 0.0081363 0.0092423 0.0096919 840.00 0.0056829 0.0082448 0.0092864 0.0097099 900.00 0.0059343 0.0083470 0.0093279 0.0097268 960.00 0.0061711 0.0084433 0.0093671 1020.0 0.0063941 0.0085339 0.0094039 1080.0 0.0066040 0.0086193 0.0094387 1140.0 0.0068018 0.0086997 0.0094713 1200.0 0.0069881 0.0087754 0.0095021 1260.0 0.0071635 0.0088467 0.0095311 1320.0 0.0073286 0.0089139 0.0095584 1380.0 0.0074842 0.0089772 0.0095841 1440.0 0.0076307 0.0090367 0.0096084 1500.0 0.0077687 0.0090928 0.0096312 1560.0 0.0078986 0.0091457 0.0096526 1620.0 0.0080210 0.0091954 0.0096729 1680.0 0.0081363 0.0092423 0.0096919 1740.0 0.0082448 0.0092864 0.0097099 1800.0 0.0083470 0.0093279 0.0097268 1860.0 0.0084433 0.0093671 1920.0 0.0085339 0.0094039 1980.0 0.0086193 0.0094387 2040.0 0.0086997 0.0094713 2100.0 0.0087754 0.0095021 2160.0 0.0088467 0.0095311 2220.0 0.0089139 0.0095584 2280.0 0.0089772 0.0095841 2340.0 0.0090367 0.0096084 2400.0 0.0090928 0.0096312 2460.0 0.0091457 0.0096526 2520.0 0.0091954 0.0096729 2580.0 0.0092423 0.0096919 2640.0 0.0092864 0.0097099 2700.0 0.0093279 0.0097268 2760.0 0.0093671 2820.0 0.0094039 2880.0 0.0094387 2940.0 0.0094713 3000.0 0.0095021 3060.0 0.0095311 3120.0 0.0095584 3180.0 0.0095841 3240.0 0.0096084 3300.0 0.0096312 3360.0 0.0096526 3420.0 0.0096729 3480.0 0.0096919 3540.0 0.0097099 3600.0 0.0097268 Tabella 1.1 9 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Riportiamo ora nel grafico di figura 1.3 i dati riportati in tabella 1.1: 0.01 χ t+Δt 0.008 0.006 0 0.005 χ 0.01 t Figura 1.3 Le rette ottenute per diversi valori di Δt (900, 1800, 2700) hanno una pendenza variabile: b = e − k1Δt (1.30) da cui si ricava il valore della costante di velocità: k1 = − ln b Δt (1.31) Scelta di Δt Supponiamo che la reazione sia stata seguita per un tempo T e ad intervalli regolari δt, con Δt >> δt. Distinguiamo 3 casi: 1. Δt = T , i dati sperimentali vengono usati una sola volta (Δt = 1800 nell'esempio di 2 tabella 1.1). 10 Laboratorio di Chimica Fisica 2. Δt < Cinetica Chimica Saverio Santi T , si ottengono più punti ma alcuni dati sperimentali vengono usati più di una 2 volta (Δt = 900 nell'esempio di tabella 1.1). 3. Δt > T , si ottengono meno punti e alcuni dati sperimentali non vengono usati (Δt = 2 2700 nell'empio di tabella 1.1) Se la reazione viene seguita per un tempo sufficientemente lungo (T > 3t1/2) la scelta di Δt = T permette di ottenere la costante di velocità k1 con il minimo errore δk1 come risulta 2 diagrammando δk1 k1 vs. Δt (figura 1.4). δk1 k1 T 2 Figura 1.4 Δt Quando invece la reazione è seguita per un tempo breve (T < t1/2) il Δt che minimizza l'errore su k1 può essere diverso da T . 2 Si sceglierà il valore di k1 con il minimo errore δk1 valutato sulla base dell'interpolazione dei dati sperimentali con il metodo dei minimi quadrati. 11 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Effetto della temperatura Per molte reazioni in fase omogenea sperimentalmente si riscontra una dipendenza della costante di velocità dalla temperatura secondo l'equazione di Arrhenius: k = Ae − Ea / RT (1.32) in cui Ea è l'energia di attivazione, ovvero l'energia termica necessaria per trasformare i reagenti in prodotti, e A il fattore pre-esponenziale. La teoria dello stato di transizione ha portato ad una razionalizzazione dell'effetto della temperatura sulla costante di velocità e in particolare ha fornito un'interpretazione del fattore pre-esponenziale A. L'espressione della costante di velocità è data dall'equazione di Eyring: k T k = B K≠ h (1.33) kB = costante di Boltzman h = costante di Plank K ≠ = costante di equilibrio tra stato di transizione X≠ e reagenti. K≠ A <=> X≠ → P Introducendo nell'eq. 1.33 le relazioni termodinamiche K≠ = e − ΔG ≠ RT (1.34) ΔG ≠ = ΔH ≠ − TΔS ≠ (1.35) si ottiene la formulazione termodinamica della teoria della stato di transizione: ≠ ≠ H k BT ΔSR − ΔRT k= e e h 12 (1.36) Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Per confrontare l'equazione 1.36 con equazione di Arrhenius è necessario ricavare l'espressione dell'energia di attivazione Ea. che è definita dalla derivata secondo l'eq. 1.33 dalla derivata: E d ln k = a dT RT 2 (1.37) Analogamente per l'equazione di Eyring 1.33 si ottiene: d ln k 1 d ln K ≠ = + dT T dT (1.38) Applicando l'equazione di van'Hoff alla costante di equilibrio K ≠ si ricava: d ln K ≠ ΔU ≠ = dT RT 2 (1.39) e sostituendo il termine di destra nell'equazione 1.38 si ha: d ln k 1 ΔU ≠ = + dT T RT 2 (1.40) Eguagliando le eq. 1.37 e 1.40 è possibile ricavare l'espressione di Ea: E 1 ΔU ≠ + = a T RT 2 RT 2 E a = ΔU ≠ + RT (1.41) E a = ΔH ≠ − PΔV ≠ + RT (1.42) ovvero 13 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Per una reazione unimolecolare in fase gas, la variazione di volume tra lo stato attivato e il reagente è nullo. Infatti PΔV ≠ = Δn ≠ RT e non vi è variazione di numero di moli nella formazione dello stato di transizione ( Δn ≠ = 0 ). Allora l'eq. 1.42 diventa: E a = ΔH ≠ + RT (1.43) Introducendo l'equazione 1.43 nella 1.36 si ottiene un'espressione della costante di velocità ≠ k BT ΔSR − ERTa e e k =e h (1.44) e dal confronto con l'equazione di Arrhenius k = Ae − Ea / RT (1.32) si ottiene l'espressione del fattore pre-esponenziale: ≠ k BT ΔSR A=e e h (1.45) Per una reazione bimolecolare Δn ≠ = −1 . K≠ A + B <=> X≠ → P L'eq. 1.42 in questo caso diventa: E a = ΔH ≠ + 2 RT (1.46) e si ottiene ≠ k BT ΔSR − ERTa k =e e e h 2 (1.47) Sperimentalmente si trova che le equazioni 1.44 e 1.47 vanno bene anche in soluzione. 14 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi I parametri di attivazione A, E a , ΔH ≠ e ΔS ≠ sono ricavabili sperimentalmente misurando le costanti di velocità a differenti temperature e diagrammando lnk Arrhenius) o ln (plot di k (plot di Eyring) in funzione di 1/T per ottenere rispettivamente A e Ea, e T ΔH ≠ e ΔS ≠ : ⎛ k ⎞ ΔS ln⎜ B ⎟ + R ⎝ h ⎠ v lnA lnk k ln T E − a R ≠ ΔH ≠ − R 1/T 1/T Plot di Arrhenius Plot di Eyring Figura 2.5 Significato dei parametri termodinamici di attivazione La determinazione dell'entalpia e dell'entropia di attivazione di una reazione fornisce importanti informazioni sul meccanismo di reazione. Consideriamo la reazione di idrolisi: RX + 2H2O → ROH + H3O+ + X- (1.1) Se la reazione segue un meccanismo di tipo SN1 lo stadio lento della reazione è la rottura eterolitica di RX che porta alla formazione di R+ e X-. I parametri di attivazione ΔH ≠ e ΔS ≠ ricavati sperimentalmente si riferiscono generalmente allo stadio lento della R-X δ+ R δX 15 R+ + X- Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi reazione. Nello stato di transizione sarà presente una parziale rottura del legame C-X e una parziale separazione di carica: Il valore di ΔH ≠ dipende dal grado di rottura del legame R-X (l'energia di legame C-Cl è ΔH ° = 81 kcal mol-1) nello stato di transizione, mentre il termine entropico ΔS ≠ risentirà dell'aumento di disordine dovuto alla parziale dissociazione. Tuttavia, in un solvente polare lo stato di transizione è solvatato: + - + - + + - + - δ+ + δ- X - + + - + + - - + R + + - + + - - - + - + - + + + - - + + + - + - - - - - - + R X - + + - + - + + + + + + - - - - - + - + + - - + Di conseguenza il ΔH ≠ è ridotto dal contributo dell'energia di solvatazione e il ΔS ≠ diminuisce a causa dell'aumento di ordine nello stato di transizione. Per la reazione di idrolisi del cloruro di t-butile in una miscela al 30% di acqua/etanolo si trovano i seguenti valori, ΔH ≠ = 17 kcal mol -1 , ΔS ≠ = −20 cal K -1mol -1 . Per una reazione che segue un meccanismo di tipo SN2 lo stadio lento della reazione è OH-, al reagente in uno stadio bimolecolare l'addizione del nucleofilo, ad esempio (meccanismo associativo): δ− HO C R-X + OH - + + + + + + - + - ++ - - - - - + - + - δ− HO - - + + - - + - + + + - 16 δ− X C + + - + + + - - + + + - + + ROH + X- + + - + + OH+ + - - - - - + - + - + + + + - + - - + + + + - - + - R X - + + - - - + + + - - + - - - + - δ− X - - Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Nello stato di transizione l'energia di parziale rottura del legame C-X è in parte compensata dall'energia di formazione del legame C-O (l'energia di legame C-O è ΔH ° = 85.5 kcal mol-1) e il valore di ΔH ≠ risulterà minore di quello relativo ad un meccanismo dissociativo. Inoltre la carica relativa è maggiormente dispersa nello stato di transizione che è quindi meno solvatato dei reagenti e il ΔS ≠ risulta positivo a meno del contributo negativo dovuto alla diminuzione di disordine dovuto alla diminuzione del numero di molecole nello stato attivato. Se il nucleofilo è l'acqua δ+ H2O C R-X + H2O - + + - + + + + - + + + δ− C - + - X - + + - + + + - + - + + + - - - + - δ+ H 2O - - + + - + + - + - - + - + R X - + + - - + + + - + + - - - - - + + + ROH + HX + - δ− X - + + - - - si ha una separazione di carica nello stato di transizione a cui corrisponde una sua maggiore solvatazione rispetto ai reagenti e perciò un valore ridotto di ΔH ≠ e negativo di ΔS ≠ . 17 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Esperienza 1 – Cinetica di idrolisi di un alogenuro alchilico Obiettivi: seguire per via conduttimetrica l’idrolisi di un alogenuro alchilico terziario a varie temperature (indicativamente 21, 27, 33, 39, 45, 50°C) e determinarne le costanti cinetiche (di primo ordine), l’energia di attivazione Ea, il fattore pre-esponenziale A, l’entalpia e l’entropia di attivazione. Apparecchiatura: : conduttimetro interfacciato a PC, cella conduttimetrica, 1 matraccio da 250 cc e 1 da 50 cc, termostato, termometro, agitatore magnetico con ancoretta, beuta con camicia per la termostatazione, canna in gomma per raccordo con termostato. Reagenti: acqua bidistillata, etanolo assoluto, alogenuro alchilico. Nei matracci da 250 e 50 ml si prepara la soluzione acqua-etanolo con la percentuale fissata di acqua (tra il 15 e il 30% in volume) mediante la seguente procedura: si pesa il matraccio vuoto (pulito ed asciutto), lo si pesa nuovamente dopo l’aggiunta del volume prefissato di acqua, ed infine si porta a volume con l’etanolo (riportare nella relazione il valore della percentuale in volume di acqua). Si termostata la soluzione nella beuta di misura per circa 20 minuti, sotto agitazione, vi si immerge la cella conduttimetrica e si regola l’agitazione in modo da evitare la formazione di vortici e bolle all’interno della soluzione stessa. Si aggiungono quindi, con la pipetta, 0.4 ml di alogenuro alchilico e si fa partire il campionamento. Si eseguono misure di conducibilità ad intervalli di tempo rigorosamente costanti (ad esempio 10, 20, 30”, 45" e 1’, rispettivamente per le reazioni a 21, 27, 33, 39, 45, 50°C). Si consiglia di seguire la cinetica, se possibile, per almeno due volte il tempo di dimezzamento dell’alogenuro. Analizzare i dati secondo il metodo di Guggenheim-Swinbourne, calcolando la costante cinetica di primo ordine alle temperature di lavoro; trattare prima i dati sulla base dell’equazione (8), utilizzando come χ∞ l’ultima conducibilità misurata; ripetere alla fine tale trattamento utilizzando il valore di χ∞ determinato con il metodo di GuggenheimSwinbourne. Si ricorda che è importante “tarare” il conduttimetro prima di ogni determinazione, portando il valore della costante di cella ad 1. Si raccomanda di versare alla fine la soluzione nella bottiglia di recupero, facendo attenzione a non perdere l’ancoretta. 18 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi Trattamento dei dati Considerato che la reazione di idrolisi dell’alogenuro terziario RX segue un meccanismo per il quale la cinetica di decadimento risulta di primo ordine rispetto alla sua concentrazione, cioè dCRX/dt = −k CRX (1) dove k rappresenta la costante specifica di velocità della reazione, integrando si ottiene: CRX = C°RX exp[−k(t − to)] (2) Data la stechiometria della reazione, ad ogni istante t si avrà inoltre che: CRX + CHX = C°RX (3) per cui, sostituendo: CHX = C°RX {1 − exp[−k(t − to)]} (4) La cinetica di tale reazione viene seguita per via conduttimetrica, misurando la conducibilità della soluzione nel tempo. Se si suppone, infatti, che la conducibilità specifica della soluzione, ad ogni istante t della reazione, sia la somma di un contributo dovuto alle specie presenti al tempo zero, χ0, e da un contributo dovuto all’acido HX (che risulta completamente dissociato) che si genera per effetto della reazione, si ha che: χt = χ0 + χHX (5) Il contributo χHX viene supposto proporzionale alla concentrazione dell’acido CHX, tramite la relazione: χHX = ΛHX CHX (6) 19 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi dove ΛHX rappresenta la conducibilità molare dell’acido nel sistema in esame, che si suppone costante al variare della concentrazione dell’acido stesso (dato che la soluzione risulta sufficientemente diluita nell’acido), e quindi pari alla conducibilità molare a diluizione infinita, Λ°HX. Mediante opportune sostituzioni si ottiene quindi che: χt − χ0 = Λ°HX C°RX {1 − exp[−k(t − to)]} (7) Indicando con χ∞ la conducibilità specifica della soluzione a reazione ultimata, cioè per t → ∞, con opportuni passaggi e sostituzioni, essendo, dalle relazioni precedenti, χ∞ − χ0 = Λ°HX C°RX, si ottiene che: ln[(χ∞ − χt)/ (χ∞ − χ0)] = −k(t − to) (8) da cui si potrebbe ricavare facilmente il valore di k note χ∞ e χ0. Poiché la prima quantità non è facilmente determinabile, è necessario effettuare un diverso trattamento dei dati sperimentali, noto come metodo di Guggenheim-Swinbourne. Se si considera la conducibilità al tempo t ed al tempo Δt, dalle relazioni viste sopra si può ottenere che: χt = Λ°HX C°RX + χ0 − Λ°HX C°RX {exp[−k(t − to)]} = χ∞ − (χ∞ − χ0) {exp[−k(t − to)]} (9) da cui: χt+Δt = χ∞ −(χ∞ − χ0){exp[−k(t + Δt − to)]} = χ∞ −(χ∞ − χ0)[exp(−k Δt)]{exp[−k(t − to)]} (10) che collegata alla relazione precedente fornisce la: χt+Δt = χ∞ − (χ∞ − χt) [exp(−k Δt)] (11) che può essere anche espressa come: 20 Laboratorio di Chimica Fisica Cinetica Chimica Saverio Santi χt+Δt = χ∞ − χ∞ [exp(−k Δt)] + χt [exp(−k Δt)] (12) la quale, considerando di esprimere χt+Δt in funzione di χt per un dato valore di Δt, rappresenta l’equazione di una retta di pendenza exp(−k Δt) e di intercetta χ∞ − χ∞ [exp(−k Δt)]. Sulla base di tale equazione, fissato un valore di Δt si può quindi ottenere un valore della costante cinetica k mediante regressione lineare dei dati. Tale operazione può essere inoltre ripetuta, utilizzando sempre lo stesso set di dati sperimentali, variando il valore di Δt; il valore di k migliore tra quelli ottenuti sarà quello fornito dalla migliore regressione lineare. Una volta ricavato il valore di k per un certo Δt, dal valore dell’intercetta si può ricavare quello di χ∞ ed analizzare l’andamento rappresentato dall’equazione (8). Osservando le equazioni (12) e (8) si può infine notare che non è necessario trattare i dati utilizzando la conducibilità specifica χ, ma che può essere analogamente utilizzata la conducibilità C direttamente misurata e ad essa proporzionale, senza dover determinare quindi il valore della costante di cella. Con i valori di k ottenuti ad ogni temperatura calcolare A ed Ea utilizzando l’equazione di Arrhenius (13) e ΔH≠ e ΔS≠ dall’equazione di Eyring (14): k = A e-Ea/RT (13) k = kBT/h e ΔS≠/R e-ΔH≠/RT (14) Discutere il meccanismo della reazione sulla base dei valori dei parametri di attivazione ottenuti. 21