Il gioco delle 3 carte della Commissione Ue su OGM e miele
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Commissione Ue su OGM e miele
Il gioco delle 3 carte della Commissione Ue su OGM e miele
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29 gennaio 2013
dove_e_il_mio_mieleLa Commissione europea vorrebbe modificare la Direttiva Ue che definisce il miele,
per aggirare la decisione del settembre 2011 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sul caso
Bablock.
Gli apicoltori italiani rivendicano il loro pieno diritto di produrre miele, così come tutti gli altri prodotti
apistici – polline, pappa reale, propoli –– senza alcuna contaminazione OGM. (vedi lettera Unaapi e
allegata Nota tecnica ai Ministri di Agricoltura, Salute e Ambiente)
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea considera, infatti, il polline presente nel miele in modo analogo
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a un qualunque ingrediente, rendendo quindi obbligatoria l’indicazione in etichetta sulla presenza di
eventuali pollini di origine OGM.
La proposta di modifica della Direttiva miele, tesa ad aggirare la sentenza della Corte, introducendo la
definizione di polline quale “componente del miele”, è indirizzata a contrastare tale obbligo.
Il calcolo per determinare l’obbligo di indicare in etichetta la presenza di sostanze di origine OGM,
infatti, con la modifica della Commissione si sposta dal considerare il rapporto tra pollini OGM e la
massa di polline contenuto, al loro rapporto rispetto l’intera massa di miele.
La preoccupazione principale della Commissione è chiaramente quella di non ostacolare in Europa le
colture geneticamente modificate.
A questo riguardo è illuminante la lettura del documento, di presentazione degli emendamenti alla
proposta di modifica della direttiva, della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza
alimentare del Parlamento europeo (tra l’altro c’è da chiedersi per qual ragione la questione non viene
discussa nell’ambito della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo ), che
riporta:
“A seguito della sentenza della Corte di giustizia europea, molti paesi grandi esportatori (...) hanno
incontrato difficoltà ad esportare nell'UE. Poiché in tali paesi vi sono colture geneticamente modificate, i
flussi commerciali sono stati interrotti a causa dell'incertezza relativamente ai requisiti in materia di test
OGM e/o di etichettatura. (...)
Il nostro obiettivo è di ripristinare la certezza giuridica per i produttori di miele e gli apicoltori, nonché
per gli importatori e i consumatori. Se la proposta della Commissione sarà adottata, sarà giuridicamente
confermato che il polline costituisce una componente del miele. Ciò significa che la quantità di polline
geneticamente modificato autorizzato ai fini dell'applicazione della soglia di etichettatura dello 0,9%
dovrà essere calcolata come percentuale della quantità totale del prodotto "miele" costituito da un unico
ingrediente, invece che come percentuale della quantità totale di polline.
In pratica, ciò significa che non sarà mai necessario indicare nell'etichetta la presenza di polline
geneticamente modificato autorizzato. Questo perché, come indicato nell'allegato II della presente
direttiva, il tenore massimo di sostanze insolubili nell'acqua (compreso il polline) rappresenta lo 0,1% per
il miele in genere e lo 0,5% per il miele torchiato. Tale valore è chiaramente inferiore alla soglia dello
0,9%.”
Al contrario, per la gran maggioranza dei cittadini e consumatori europei, immagine e consumo di tutti i
derivati apistici sono strettamente connessi alla loro origine assolutamente naturale e pura.
Gli apicoltori richiedono che vengano debitamente non solo difesi i diritti intangibili di produrre e
consumare prodotti dell’alveare sani e incontaminati, ma che sia anche riconosciuta l’enorme importanza,
in tutti i contesti ambientali, dell’azione pronuba delle api nel garantire l’impollinazione di molteplici
colture come della flora spontanea.
È compito di chi sostiene la coesistenza tra colture tradizionali e colture OGM garantire l’assoluta non
contaminazione di tutti i prodotti a uso alimentare dell’alveare.
Vedi anche Rapporto relatrice Girling al Parlamento Europeo.
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