34 CRONACA __Giovedì 25 settembre 2014__ @ commenta su www.liberoquotidiano.it L’ex governatore ::: IL CASO LE DELIBERE Nel mirino della Corte dei Conti ci sono due delibere, quella del 30 marzo 2011 che istituisce un fondo di 550mila euro per progetti territoriali; e quella del 13 marzo 2012 con cui vengono individuati gli enti beneficiari «Tangenti per la discarica» La Procura cambia le accuse nei confronti di Formigoni L’ACCUSA I giudici della Corte dei Conti ipotizzano un danno erariale. Hanno richiesto l’esibizione di atti e documenti agli uffici comunali e vogliono sapere se è avvenuta l’erogazione dei contributi ■■■ Un cambio di accusa «surreale». Così LA DIFESA Il Comune per ora non ha ricevuto notifiche e dichiara: «Aspettiamo che la Corte dei conti porti all’attenzione del Comune quali sono i problemi rispetto alla delibera. Ad ogni modo si tratta di un provvedimento che difenderemo» L’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino [Ftg] Dopo un esposto del Movimento Cinquestelle Dal Comune 500mila euro alle onlus E la Corte dei Conti apre un’inchiesta Indagineperdannoerarialesulladistribuzionedeifondi.Ncd:secisonoirregolaritàl’assessoresidimetta ::: MICHELA RAVALICO ■■■ L’occhiodellaCortedeiCon- ti cade su alcuni contributi distribuiti dalComune di Milano ad associazionidelterzosettore.Ilgiudicecontabile contestalametodologia seguita dalla giunta nella consegnadi550mila eurodicontributi a 19 enti no profit. L’ipotesi, nata dopounespostodelMovimento5 Stelle, è di danno erariale e per questo è stato richiesto all’ente di visionareattiedocumenti.Nelmirino deigiudici contabili sono finite due delibere. Una, del 30 marzo 2011,concuisiècostituitoilfondo da 550mila euro. La seconda, del 13 marzo 2012, in cui si individuano gli enti beneficiari. Da Palazzo Marino si difendono: «Aspettiamo che la Corte dei conti porti all’attenzione del Comunequalisonoiproblemirispettoalladelibera-dichiaranodall’ufficio stampa dell’assessore Pierfrancesco Majorino - ad ogni modo si tratta di un provvedimento che difenderemo perchè lo abbiamo fatto a ragione e con regolarità». Il caso risale al 28 dicembre del 2012, quando la giunta - tre giorni dopoNatale-approvòunadelibera da 550mila euro di contributi destinati al terzo settore. Erano 19 le realtà beneficiarie tra cui Vidas, OperaCardinalFerrari,Fondazione Casa della Carità, Banco Alimentare della Lombardia, Ente NazionaleSordi,AssociazioneComunità suore poverelle onlus. «Tutte associazioni al di là delle parti - insistono dal Comune - come sa chiunque conosca il mondo del terzo settore». In effetti la Corte dei Conti non contesta il merito, ma il metodo con cui sono stati distributi i soldi (la decisione sarebbe dovuta passare dal consiglio e non solo dalla giunta).All’epoca,però,siregistrarono lamentele. Il Movimento 5 Stelle segnalò il caso della Fondazione Perini, storica onlus del quartiere Niguarda che nel 2002 “ ■ Il provvedimento è corretto, va difeso P. MAJORINO, PD ■ Se sarà confermata l’irregolarità chiederò le dimissioni N. MARDEGAN, NCD ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro. Il presidente della Fondazione Perini, in una lettera, accusò il Comune di favorire «gli enti centrali dellaborghesiasalottieraascapitodegli enti poveri, cui gli enti pubblici ormai tolgono anche le briciole». La verità è che il tema dei fondi apioggiaperleassociazionièmolto più ampio di quanto questo casoracconti. Comeaveva svelatoin un’intervista al Corsera l’assessore al Bilancio del Comune di Milano, Francesca Balzani, ogni anno dallecassediPalazzoMarinoescono 80 milioni di euro destinati a fondazioni,enti,onlus,associazioni. Una buona parte di questi fondi, come per esempio i contributi per teatri o musei, sono tracciabili in modo semplice. Ma c’è anche un mare magnum di micro finanziamenti incontrollati su cui l’amministrazione si era impegnata a fare chiarezza più di un anno fa. Peradesso, però, non ci sono state novità di rilievo. «Faremo una richiesta di accesso agli atti per sapere a chi Majorino &Co hanno regalato 500 mila eurodisoldipubblicisenzanessuna trasparenza» annuncia il coordinatore cittadino di Nuovo Centro Destra, Nicolò Mardegani. «Se la Corte dei Conti dovesse confermare l’irregolarità, saremo pronti achiedereledimissionidell’assessore» è la minaccia finale. l’expresidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni ha commentato la decisione della Procura di Milano, che ieri ha cambiato il capo d’imputazione a suo carico da corruzione a concussione per induzione, per la vicendadella discarica diCappella Cantone, in provincia di Cremona. Secondol’accusa,guidatadaipmPaoloFilippinie AntonioD’Alessio, l’exgovernatore ora senatore per il Ncd - avrebbe indotto gli imprenditori Pierluca Locatelli, Antonio e Giovanni Testa a pagare una tangente da oltre un milione di euro «a vantaggio della Compagnia delle opere di Bergamo e dell’areapoliticadiriferimento,ComunioneeLiberazione». I soldi, versati tra il 2002 e il 2009, sarebbero serviti per alcuni lavori effettuati in unascuoladiBergamo.Incambio,itreavrebbero ottenuto i permessi per aprire una discarica di amianto nel Cremonese, aggirando alcune norme ambientali. «La nuova accusa formulata contro di me è surreale e dimoRoberto Formigoni [Ftg] stracon ogni evidenzachelaProcuranonèingradodisostenerenessunaddebitoneimieiconfronti»,hacommentatoFormigoni, «a giugno la prima formulazione del pm era stata bocciata dal gip “perché non risultano atti contrari ai doveri d’ufficio”». Da qui la richiesta del gup Vincenzo Tutinelli, che aveva ordinato ai magistrati di riformulare l’imputazione. «Ancora una volta i pm milanesi,da19anni alla disperataricerca diuna miapresunta corruzione,nontrovanoleprove: anche questa volta non c’è un solo euro cheioabbiaintascato.Ealloracambianol’accusa e le carte in tavola e, come sempre, danno sfogo ad una sfrenata fantasia, cercando diimplicarmi in alcune donazioni che privati cittadini, che non conosco e con cui non ho mai avuto rapporti, hanno effettuato ad una privata fondazione che non conosco e con cui non ho mai avuto rapporti. Beato chi crede alle fate», ha dichiarato Formigoni. F.LOI. L’indagine sulle consulenze e gli appalti di Expo Respinto il patteggiamento di Rognoni Il giudice boccia l’accordo con i pm: l’ex dg di Infrastrutture lombarde rinviato a giudizio per associazione a delinquere ::: FRANCESCO LOIACONO ■■■ No al patteggiamento, sì al processo con giudizio immediato. Questala decisione inaspettata presaieridalgiudiceperl’udienzapreliminare di Milano, Giuseppe Vanore,cheharespintolarichiestadipatteggiamento a 3 anni di carcere per l’ex direttore generale di Infrastrutture lombarde, Antonio Giulio Rognoni, rinviandolo contestualmente a giudizio. Ilprocedimento,nelqualefiguranocome imputatianche altre 8persone, tutte arrestate lo scorso 20 marzo, riguarda alcune presunte irregolarità per l’affidamento di consulenze e servizi legali da parte di InfrastruttureLombardeSpa,società partecipata da Regione Lombardia. Gli imputati sono accusati a variotitolodiassociazionea delinquere, turbativa d’asta e falso. Nonostante il parere favorevole dei pubblici ministeri Antonio D’Alessio e Paola Pirotta, il gup Vanore ::: MANAGER LE ACCUSE Lo scorso 20 marzo il direttore generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Giulio Rognoni è stato arrestato insieme ad altre sette persone, con accuse che vanno dalla truffa alla turbativa d’asta, dal falso all’associazione a delinquere GLI INDAGATI Oltre a Rognoni finirono agli arresti anche Pier Paolo Perez e Maurizio Malandra e ai domiciliari Carmen Leo, Fabrizio Magrì, Sergio De Sio, Giorgia Romitelli (tutti avvocati) e Salvatore Primerano (ingegnere) LE RICHIESTE Rognoni aveva chiesto di patteggiare una pena a tre anni; Pierpaolo Perez due anni e otto mesi, l’avvocato Fabrizio Magrì un anno e 10 mesi. Nonostante il parere favorevole dei pm D’Alessio e Pirotta, il gip ha ritenuto non congrue le pene IL PROCESSO L'udienza si aprirà davanti al tribunale il prossimo 2 ottobre Antonio Rognoni [Ftg] ha ritenuto «incongrua» la richiesta dipenadaparte diRognonie dialtri due imputati, tra i quali l’ex capo dell’ufficio gare di Ilspa Pierpaolo Perez - 2 anni e 8 mesi la sua richiesta - e l’avvocato Fabrizio Magrì che aveva chiesto di patteggiare 1 anno e 10 mesi più laconfisca dibeni per 840mila euro. Accolta, inve- ce,larichiesta presentatadalquarto imputato che aveva scelto la via del patteggiamento: si tratta dell’ex direttore amministrativo di Ilspa, Antonio Malandra, condannato a una pena- sospesa - di un anno e 8mesi e alla confisca di beni per 256mila euro. Oltre all’incongruità della pena, a pregiudicare l'esito della richiesta da parte di Rognoni ci sarebbe secondo il gup Vanore anche la presenza di un altro procedimento aperto.L’exdgdiIlspaè infattiindagato anche nell’inchiesta sulla presunta «cupola degli appalti» che avrebbecondizionato,traglialtri,alcuniprogettirelativiaExpoeallasanità lombarda. Nell'ambitodiquestasecondainchiestaAntonioGiulioRognoniaveva ricevuto lo scorso maggio un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari. Per Rognoni, Peres e Magrì il processo con giudizio immediato si aprirà il prossimo 2 ottobre.