ANTICA FARMACIA SANT'ANNA ANTICA FARMACIA SANT'ANNA dei Frati Carmelitani Scalzi Piazza S. Anna, 8 16121 Genova Telefono 010 25.13.285 http://www.erboristeriadeifrati.it/ [email protected] Ospitalità: no Storia Se la salute delle anime è sempre stata e rimane tuttora la principale preoccupazione dei religiosi, essi tuttavia, memori del detto "Mens sana in corpore sano", si sono interessati anche dei corpi, sviluppando, attraverso l'osservazione e l'esperienza secolare, stili di vita e rimedi salutari, utilizzati all'interno delle rispettive comunità e consigliati a coloro che incontravano. Del resto, già avevano letto nel libro biblico del Siracide: "Il Signore ha creato i medicamenti della terra e l'uomo assennato non li disprezza. Dio ha dato agli uomini la scienza perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie. Con esse il medico cura ed elimina il dolore e il farmacista prepara le miscele" (Sir 38, 4-7). Su queste basi una lunga tradizione di esperienza popolare e di osservazione diretta è stata fatta propria ed arricchita da generazioni di monaci che hanno voluto mettere a frutto i mezzi che la natura ha celato nelle erbe, atti a mantenere o recuperare la salute e la freschezza dei corpi. Nella stessa linea di continuità si collocano i Padri Carmelitani scalzi di Sant'Anna in Genova. Il convento, situato sulla sommità del poggio di Bachernia, da dove si gode una splendida vista sul porto e sulla città vecchia, fu stabilito nel 1584 come primo insediamento di quest'ordine religioso in Italia, circa vent'anni dopo che Teresa di Gesù e Giovanni della Croce ebbero iniziato in Spagna la nuova famiglia nell'ambito del Carmelo. Mentre allora il complesso conventuale si elevava in un luogo isolato, oggi invece esso è facilmente raggiungibile risalendo le propaggini collinari che circondano la centralissima Piazza Corvetto. Le prime tracce documentate di una "farmacopea" gestita dai Carmelitani scalzi a Genova si riscontrano negli anni 1721-1729 presso il convento di San Carlo, la cui chiesa tutt'oggi esistente si può ammirare nei pressi della stazione di Piazza Principe. I documenti in proposito non sono molto precisi, ma consentono di ipotizzare un'istituzione sovvenzionata dai religiosi e verosimilmente destinata all'assistenza della popolazione. E' invece pervenuta in tutte le sue clausole la convenzione approvata dai Carmelitani scalzi di Sant'Anna il 27 luglio 1778 tra il medico Lorenzo Robello e i religiosi in merito alla "speziaria" del convento. Robello si impegnava, a partire dal 1° agosto immediatamente successivo, "a servire annualmente il convento di Sant'Anna in qualità di chirurgo e di speziale con procurar di rimettere, lavorare e fornire la speziaria del convento di tutte le medicine e medicinali, sì a servizio interno de' religiosi che ad esito esterno". In cambio gli veniva assegnato un salario annuo di 130 lire, oltre al vitto e all'assistenza gratuita per quindici giorni nell'eventualità di una malattia. Un caso interessante di medico e farmacista che rispondeva del suo operato ad un religioso a ciò delegato dal priore e prestava la sua opera a vantaggio dei religiosi che lo avevano contrattato e dei laici genovesi. Egli si impegnava a preparare i medicinali e ad insegnare la sua arte ad un religioso eventualmente destinato dai suoi superiori a divenire "speziale". Infatti a breve distanza di tempo, esattamente il 7 aprile 1792, vestì l'abito dei Carmelitani scalzi Domenico De Simoni, che assunse il nome di Giovanni della Croce. A lui fu affidata la cura e l'amministrazione della "speziaria", la cui situazione, stando al racconto del protagonista, non era delle più rosee. Egli comunque si attrezzò rapidamente, assunse un aiutante e si rimboccò le maniche, al punto nel corso dell'anno 1798 l'attività aveva prodotto un valore di 1.580 lire. I registri della spezieria ci hanno tramandato i nomi delle specialità e l'identità di clienti, alcuni dei quali assumevano i preparati anche per periodi di tempo prolungato, fino ad ottenere la guarigione. Tra i prodotti più usati ricorrono la manna, le tavolette contro i vermi, lo zucchero bianco, decotti di china, sali d'Inghilterra, cinnamomo, rosolio, unguento di fior di papavero, un'interessante "bibita spiritosa d'incenso, mirra, aloe e spirito di vino", unguento per la rogna. Alcune delle specialità allora in uso sono prodotte ancora oggi: lo sciroppo di rose, un classico della farmacia, dissetante, rinfrescante e blando lassativo; lo sciroppo di altea, contro la tosse e le forme allergiche; l'olio di mandorle dolci, ingrediente delle pomate contro le irritazioni cutanee; il miele rosato, usato contro le irritazioni del cavo orale; la pozione di rabarbaro, con proprietà ricostituenti nei casi di eccessivo affaticamento fisico e mentale; pillole lassative all'aloe; la bardana, efficace per diversi problemi cutanei; lo sciroppo di salsapariglia, depurativo dell'organismo, una pozione contenente valeriana, contro l'insonnia e le tensioni nervose. Tra i clienti figuravano all'inizio dell'Ottocento il medico Angelo Bruzick, il chirurgo Rocco Artisi di Voltri, il console di Danimarca Giuseppe Alessi Morellet, assiduo consumatore di Elixir Vitae, la spezieria dell'ospedale genovese di Pammatone, che acquistava estratto di china e rosa rossa secca, le Carmelitane scalze di Santa Teresa, le monache di San Silvestro e quelle di San Girolamo, il parroco di Crocefieschi. Qualche anno più tardi l'erboristeria ebbe contratti con un celebre e discusso medico parigino, il dottor Louis Le Roy, la cui opera principale fu tradotta in italiano con il titolo "La medicina curativa" e pubblicata a Napoli nel 1825 in quattro volumi. La spezieria propagò i suoi suggerimenti e verso la metà del secolo scorso produceva le specialità da lui raccomandate sotto forma di sciroppi, pillole e polveri lassative. Tra le diverse specialità "storiche" erano particolarmente ricercate il linimento antireumatico, contro la sciatalgia, nevralgie cervicali e della colonna vertebrale e i dolori articolari; la cura depurativa, a base di sciroppo di salsapariglia, pozione di boldo e carciofo, magnesio cloruro. L'infuso vinoso di vischio quercino combatte i disturbi della pressione e della circolazione del sangue; la pozione di salicaria ovvia a problemi di infiammazione intestinale; la pozione di ortica e parietaria è utilizzata per la cura dell'apparato urinario; lo sciroppo di erisimo viene assunto dai cantanti per prevenire problemi alle corde vocali; la pozione di quercia marina ha effetti dimagranti; La pozione di eleuterococco è consigliata nei casi di ansia, stress e tensioni nervose. La coniugazione di antico e nuovo, l'elaborazione dei prodotti naturali con i moderni metodi che ne mantengono intatte le proprietà curative contribuiscono a mantenere viva una tradizione secolare. Tenendo sempre presente quanto ricorda il putto della "farmacia dei frati", che accoglie i visitatori all'ingresso: "Nos medicinam paramus, Deus dat nobis salutem" ovvero "Noi prepariamo la medicina, ma è Dio che ci da la salute". I Frati Carmelitani preparano attualmente, nei loro moderni laboratori, una svariata gamma di prodotti fitoterapici (a base esclusivamente di prodotti naturali) ampiamente apprezzati, rielaborando le antiche ricette che si tramandano da circa tre secoli arricchite mediante i contributi offerti dall'attuale conoscenza scientifica. Frate Ezio e i suoi collaboratori accolgono e consigliano coloro che, provenienti da varie parti d'Italia, visitano l'antica erboristeria conventuale.