Prisma, dispersione della luce e misura dell’indice di rifrazione Premessa Scopo dell’esperienza è la misura dell’indice di rifrazione del vetro con il quale è stato costruito il prisma in dotazione. Si chiama prisma, in ottica, un oggetto trasparente che abbia almeno due facce piane non parallele fra loro. Nel nostro caso si tratta di un prisma geometrico retto a sezione triangolare. In figura è mostrata una sezione (per noi) orizzontale del prisma in questione. Indichiamo con α l’angolo al vertice del triangolo così ottenuto e seguiamo il percorso di un raggio incidente dall’esterno su una faccia laterale del prisma. Il raggio forma un angolo i con la normale e viene in parte riflesso (circa il 4% in energia) e prevalentemente rifratto. L’angolo di rifrazione è r legato all’angolo di incidenza dalla ben nota relazione (legge di Snell): sin i =n sin r dove n indica l’indice di rifrazione del vetro (da misurare) rispetto all’aria. Il raggio attraversa il prisma e giunge sulla seconda faccia con un angolo s rispetto alla normale. Di nuovo si verificano i fenomeni di riflessione e rifrazione. Se indichiamo con la lettera e l’angolo con il quale il raggio fuoriesce dal prisma (angolo di emergenza), rispetto alla normale alla faccia nel punto di uscita, possiamo ancora scrivere la relazione: sin e =n sin s che lega l’angolo s all’angolo e. Il raggio emergente dal prisma risulta dunque deviato rispetto al raggio incidente di un angolo che indichiamo con δ. Questo angolo di deviazione dipende dall’angolo di incidenza, dall’angolo α e dall’indice di rifrazione del vetro. Materiali Per condurre l’esperimento disponi dei seguenti materiali: •un prisma retto a base triangolare (il triangolo è equilatero, quindi α=60⁰); •una base rotante munita di scala per la misura degli angoli sulla quale porre il prisma; •una lente convergente; •uno schermo; •una sorgente luminosa (lampada); •nastro adesivo opaco. •banco ottico. Pag. 1 di 3 lente convergente lente convergente Preparazione Utilizzando il nastro adesivo prepara una fenditura verticale di fronte alla lampada posta sul banco ottico. Posiziona la lente convergente sul banco di fronte alla fenditura, allineandola con quest’ultima. La distanza tra lente e fenditura deve essere regolata in modo tale da osservare un’immagine nitida della fenditura sullo schermo opaco posto a distanza molto maggiore della focale della lente (come puoi stimare la focale della lente?). Posiziona il supporto rotante con il prisma sul banco ottico di fronte alla lente convergente. Ruota il supporto, come nella figura di sinistra, in modo tale che una faccia del prisma sia perpendicolare al fascio di raggi in uscita dalla lente (che può essere considerato praticamente un fascio parallelo). Prendi nota dell’angolo indicato dalla scala sul supporto del prisma in questa posizione. Se adesso ruoti il prisma delicatamente in senso orario e prendi nota del nuovo angolo indicato sulla scala, la differenza tra questo angolo e quello di partenza è una misura dell’angolo di incidenza sul prisma dei raggi uscenti dalla lente in questa nuova posizione, come mostrato nella figura a destra. Puoi così variare e misurare l’angolo di incidenza dei raggi sulla faccia del prisma tra zero e novanta gradi. L’esperimento Ruotando il prisma osserva l’immagine della fenditura sullo schermo. Cosa puoi concludere? Il percorso di un raggio all’interno del prisma dipende dal “colore” (o meglio dalla lunghezza d’onda della radiazione luminosa). L’unica grandezza in gioco che può dipendere dal colore della luce incidente e può dunque influenzare il percorso di ciascun colore è proprio l’indice di rifrazione del vetro (il vetro viene detto per questo motivo un mezzo dispersivo ed il fenomeno osservato prende il nome di dispersione della luce). La deviazione di ciascun colore dipende dall’angolo di incidenza e dall’indice di rifrazione, fissato l’angolo α del prisma. Questa dipendenza è piuttosto complicata, ma puoi notare, ruotando il prisma, che per ciascun colore esiste un angolo di deviazione minima: osservando lo schermo infatti e concentrandoti su un colore della striscia (che è composta da tante immagini della fenditura affiancate, una per ciascun colore che compone la luce bianca incidente) puoi notare che, ruotando il prisma con delicatezza, esiste una posizione in cui il segmento della striscia di quel colore, che si sposta sullo schermo, sembra fermarsi ed invertire il proprio movimento. Ferma il prisma nella posizione corrispondente all’ “inversione” per quel dato colore che hai scelto. Pag. 2 di 3 L’angolo di deviazione minima δm è l’angolo compreso tra la direzione del raggio incidente e quella del raggio emergente (per quel colore) in questa posizione. Si dimostra che l’angolo di deviazione minima si ha quando l’angolo d’incidenza e l’angolo di emergenza sono uguali 1 . In questa posizione il legame tra le grandezze diventa più semplice e consente di misurare l’indice di rifrazione del vetro (per quel dato colore) con una relazione dove compare l’angolo α del prisma e l’angolo di incidenza (che puoi misurare sulla scala del supporto del prisma come indicato in precedenza). Facendo riferimento alla figura, con semplici considerazioni geometriche e sfruttando la legge di Snell per la rifrazione, si ha: sin em =n sin sm ma nella posizione di minimo vale: em = im Inoltre: rm = sm e rm + sm = α Combinando le relazioni precedenti si giunge in definitiva alla relazione cercata: n(λ) = sin im sin α/2 dove ricordo che nel nostro caso α=60⁰ e la lettera λ indica la dipendenza della misura dalla lunghezza d’onda della radiazione (cioè dal colore). Mettendoti nella posizione di deviazione minima per il colore scelto, misura l’indice di rifrazione del vetro di cui è composto il prisma per quel colore. Per finire, stima l’incertezza sulla misura dell’indice di rifrazione, indica le cause principali di errore e gli accorgimenti utili per rendere la misura più precisa. 1 La dimostrazione può essere fatta per assurdo basandosi sull’unicità dell’angolo di deviazione minima (puoi verificare sperimentalmente che al variare dell’angolo di incidenza tra zero e novanta gradi esiste una sola posizione di minimo). Infatti se l’angolo di emergenza fosse diverso dall’angolo di incidenza invertendo la propagazione della luce si otterrebbe una deviazione minima per un angolo di incidenza diverso, in contraddizione con l’unicità del minimo. Pag. 3 di 3