CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) Cap. 3 – L’ARCHITETTURA DELLE MOLECOLE: MODELLO DEGLI ORBITALI IBRIDI In questo Capitolo sono sviluppati i concetti fondamentali delle architetture molecolari, utilizzando la teoria quantomeccanica del legame chimico al livello minimo utile per la comprensione della struttura e delle proprietà dei composti, mediante la rappresentazione dei legami chimici basata sul modello della ibridizzazione degli orbitali atomici. INDICE pag. 3.1 MODELLO DELL’IBRIDIZZAZIONE DEGLI ORBITALI ATOMICI 2 3.1.1 La molecola di metano 3.1.2 Il processo di costruzione degli orbitali ibridi 3.1.3 Ibridizzazione simmetrica sp3 dell’atomo di carbonio 3.1.4 Ibridizzazione sp3 non simmetrica dell’atomo di carbonio 3.2 ARCHITETTURA DI ALTRI COMPOSTI DEL CARBONIO 11 3.2.1 Ibridizzazione sp2 dell’atomo di carbonio: etilene, butadiene, benzene, idrocarburi policiclici aromatici 3.2.2 Ibridizzazione sp dell’atomo di carbonio: acetilene 3.3 L’ARCHITETTURA DEI COMPOSTI DELL’AZOTO 16 3.3.1 Ibridizzazione sp3 dell’atomo di azoto: ammoniaca e ammine alifatiche 3.3.2 Ibridizzazione sp2 dell’atomo di azoto: piridina, pirrolo e anilina 3.3.3 Ibridizzazione sp dell’atomo di azoto: molecola di azoto 3.4 L’ARCHITETTURA DEI COMPOSTI DELL’OSSIGENO 19 3.4.1 Ibridizzazione sp3 dell’atomo di ossigeno: acqua, alcoli e eteri 3.4.2 Ibridizzazione sp2 dell’atomo di ossigeno: composti ossigenati del carbonio pag 1/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) 3.1 IL MODELLO DELL’IBRIDIZZAZIONE DEGLI ORBITALI ATOMICI La struttura lineare dell’equazione di Schrödinger garantisce che qualsiasi combinazione lineare delle autofunzioni ottenute come soluzioni dell’equazione è ancora soluzione del problema in esame. Nel caso degli atomi, partendo da una base di AO centrati su un nucleo, è possibile ottenere, mediante una trasformazione unitaria, una nuova base di AO, equivalente a quella di partenza. Poiché il numero delle possibili trasformazioni unitarie è infinito, è possibile costruire un numero infinito di basi equivalenti. Tra queste, risulta di particolare interesse quella trasformazione unitaria che trasforma gli AO di partenza in funzioni che hanno la caratteristica di essere direzionate lungo quegli assi che coincidono con le direzioni dei legami nella molecola che si vuole studiare: queste funzioni sono dette orbitali ibridi, IO. Per discutere il processo di costruzione delle molecole mediante il modello dell’ibridizzazione degli orbitali atomici, si farà riferimento, come esempio specifico, alla molecola di metano, CH4. 3.1.1 La molecola di metano Il fatto sperimentale di riferimento è che, nella molecola CH4, i quattro atomi di idrogeno sono equivalenti, ossia formano con l’atomo di carbonio quattro legami C-H uguali. Nel modello classico, la formazione di un legame chimico tra due atomi è il risultato della messa in compartecipazione di una “coppia” di elettroni di valenza, ciascuno dei quali si trovava originariamente su uno dei due atomi. Nel modello degli orbitali molecolari, la formulazione corrispondente è che il legame chimico può formarsi se ciascuno dei due elettroni “occupa” da solo un AO dell’atomo di provenienza, ossia se ciascun elettrone è “spaiato”. Nella configurazione fondamentale dell’atomo di carbonio (§ 1.15), due elettroni sono assegnati all’orbitale 1s (1s2), due all’orbitale 2s (2s2) e due agli orbitali 2p (2px12py1; essendo gli AO 2p fra loro equivalenti, la scelta della coppia è ininfluente fino a quando si considera l’atomo “isolato”): la configurazione elettronica fondamentale dell’atomo di C (1s22s22px12py12pz) si scrive 2s22px2py ovvero, in forma contratta, 2s22p2. Con questa configurazione, l’atomo di carbonio può dare luogo alla formazione di due soli legami. pag 2/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) Perché sia possibile la formazione di quattro legami, la configurazione elettronica deve essere 2s2px2py2pz (un elettrone su ciascun AO). Il passaggio dalla configurazione 2s22p2 alla configurazione 2s2px2py2pz può essere formalmente ottenuto in due modi diversi. a) Se come modello di riferimento per lo schema delle energie degli AO si assume quello dell’atomo idrogenoide (Fig. 1.22a), le configurazioni 2s22p2 e 2s2px2py2pz hanno la stessa energia perché tutti gli AO con lo stesso numero quantico principale hanno la stessa energia e il numero totale di elettroni non cambia. Usualmente, questo è il modello implicitamente adottato nella costruzione degli orbitali ibridi. b) Se invece come modello di riferimento si assume il modello dell’atomo polielettronico (Fig. 1.22b), per passare dalla configurazione 2s22p2 alla configurazione 2s2px2py2pz si deve fornire l’energia necessaria perché un elettrone passi dall’AO 2s (di minor energia) a uno degli AO 2p non occupati (di energia maggiore): la configurazione 2s2px2py2pz è quindi una configurazione elettronica eccitata, ossia di energia maggiore rispetto a quella fondamentale. L’energia che deve essere fornita al sistema in questo processo viene riguadagnata come energia ceduta dal sistema nel processo di formazione della molecola (la molecola, se si forma, è più stabile degli atomi separati). In ambedue i casi, i quattro legami C-H costruiti a partire dalla configurazione 2s2px2py2pz non sono tra loro equivalenti perché la “forma” dell’AO 2s è diversa da quella degli AO 2p. Nel modello degli orbitali ibridi, per ottenere legami equivalenti, si parte da una configurazione elettronica nella quale gli AO sono tra loro “equivalenti”: questa configurazione viene ottenuta mediante una combinazione lineare degli AO 2s, 2px, 2py e 2pz tale da fornire quattro funzioni (orbitali ibridi) tra loro equivalenti e aventi gli assi direzionati secondo le direzioni dei legami C-H nella molecola del metano. Poiché le funzioni d’onda di partenza sono centrate sullo stesso nucleo e hanno la stessa energia, le loro combinazioni lineari hanno ancora la stessa energia. Con altre parole: l’ibridizzazione degli AO è un processo puramente formale (modello matematico) e non è un processo fisico che deve “realmente” avvenire perché si possano formare i legami tra gli atomi. 3.1.2 Il processo di costruzione degli orbitali ibridi pag 3/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) Avendo a disposizione, per l’atomo di carbonio, quattro funzioni di base, è possibile costruire diversi tipi di combinazioni lineari, nelle quali si possono utilizzare: ⇒ Tutte le funzioni. La forma generale di una delle quattro funzioni che si ottengono come combinazione lineare delle quattro funzioni di base è: tei = ais + bix + ciy + diz (3-1) dove l’indice i può assumere uno dei valori interi tra 1 e 4; per semplicità di scrittura, i simboli s, x, y e z indicano gli AO 2s, 2px, 2py e 2pz. I quattro IO sono detti orbitali ibridi tetraedrici e indicati con il simbolo te o sp3. ⇒ Solo tre funzioni (per esempio, 2s, 2px, 2py). La forma generale di una delle tre funzioni che si ottengono come combinazione lineare è (i = 1, 3): tri = ais + bix + ciy (3-2) I tre IO sono detti orbitali ibridi trigonali (simbolo tr o sp2). ⇒ Solo due funzioni (per esempio, 2s, 2px). La forma generale di una delle due funzioni che si ottengono come combinazione lineare è (i = 1, 2): dii = ais + bix (3-3) I due IO sono detti orbitali ibridi digonali (simbolo di o sp). In ciascun caso, la direzionalità necessaria per spiegare la formazione dei legami chimici viene conferita dai valori dei coefficienti della combinazione lineare. La tecnica con la quale vengono calcolati i valori dei coefficienti degli IO è esemplificata mediante la molecola CH4. pag 4/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) 3.1.3 Ibridizzazione simmetrica sp3 dell’atomo di carbonio Calcolo dei coefficienti degli orbitali ibridi Il processo di trasformazione della base 2s, 2px, 2py e 2pz in una nuova base costituita dai quattro ibridi tetraedrici sp3 comporta il calcolo dei coefficienti delle quattro combinazioni lineari: te1 = a1s + b1x + c1y + d1z te2 = a2s + b2x + c2y + d2z (3-4) te3 = a3s + b3x + c3y + d3z te4 = a4s + b4x + c4y + d4z Per determinare i 16 coefficienti sono necessarie 16 equazioni, che possono essere ottenute nel modo seguente: ⇒ 4 relazioni sono ricavate dalla condizione di normalizzazione imposta ai quattro orbitali ibridi: ∫ te12 dτ = 2 ∫ (a1s+b1x+c1y+d1z ) dτ = 1 (3-5) Ricordando che (χ = s, x, y o z; i = 1 - 4; j = 1 - 4) ∫ χ i χ j dτ = δ ij si ricavano le quattro equazioni 2 2 2 2 a i + bi + ci + di = 1 (3-6) ⇒ 6 relazioni sono ricavate dalla condizione di ortogonalità imposta ai quattro orbitali ibridi: ∫ tei te jdτ = ∫ (ais+bi x+ci y+di z )(a js+b jx+c j y+d jz )dτ = 0 (3-7) Si ricavano le sei equazioni aiaj + bibj + cicj + didj = 0 (3-8) con (i, j) = (1, 2), (1, 3), (1, 4), ecc. pag 5/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) ⇒ 3 relazioni sono ricavate dalla natura specifica del problema. Trattandosi di IO equivalenti, il contributo dell’AO 2s (simmetria sferica) è lo stesso in ciascuno dei quattro IO. Si possono quindi scrivere le tre equazioni indipendenti: a1 = a2 = a3 = a 4 (3-9) ⇒ 3 relazioni sono ricavate fissando, in modo arbitrario, la terna cartesiana di riferimento. Tenendo presente che un orbitale può essere trattato come un vettore avente direzione coincidente con quella dell’asse dell’orbitale (ossia, con la direzione di massima probabilità), l’orientamento degli IO può essere fissato, per esempio, come illustrato in Fig. 3.1a. L’orbitale te1 viene orientato in modo che il suo asse Δ1 abbia proiezioni uguali e positive sui tre assi (ossia, con versori 1, 1, 1). Si ricavano le due equazioni indipendenti: b1 = c1 = d1 (3-10a) L’orbitale te2 viene orientato in modo che il suo asse Δ2 giaccia nel piano σ che ha per traccia, nel piano xy, la bisettrice dell’angolo xÔy. Si ricava l’equazione: b2 = c2 (3-10b) Il problema è ora perfettamente definito ed è possibile calcolare i valori dei 16 coefficienti. Si ottiene: te1 = (1/2) (s + x + y + z) te2 = (1/2) (s - x - y + z) (3-11) te3 = (1/2) (s + x - y - z) te4 = (1/2) (s - x - y - z) Si noti che, se si ruota la terna cartesiana di 90°, la posizione degli IO cambia ma l’insieme delle quattro funzioni rimane invariato perché gli orbitali p si interconvertono ogni 90°. Invece, se si ruota la terna degli assi cartesiani di un angolo diverso da 90°, ι valori dei coefficienti cambiano. Per esempio, l’orientazione sia quella riportata nella Fig. 3.1b: l’asse di te1, Δ1, coincide ora con l’asse z e quello di te2, Δ2, giace nel piano xz. Le 10 relazioni ricavate dalle condizioni di ortonormalità e le 3 relazioni ricavate dalla natura pag 6/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) specifica del problema rimangono inalterate mentre cambiano le tre relazioni ricavate dall’orientamento rispetto alla terna cartesiana (eq. 3-10), che diventano: b1 = c1 = 0; c2 = 0 (3-12) In questo caso, risolvendo il sistema si ottiene: te1 = (1/2) s + 3 / 4 z te2 = (1/2) s + 1 / 12 z - 2/3 x (3-13) te3 = (1/2) s + 1 / 12 z + 1 / 6 x - 1 / 2 y te4 = (1/2) s - 1 / 12 z - 1 / 6 x - 1 / 2 y Rappresentazione degli orbitali ibridi Utilizzando l’espressione analitica delle funzioni d’onda, è possibile costruire per punti un IO, ossia la superficie di contorno entro la quale si ha una predefinita probabilità di trovare un elettrone. Per esempio, per l’orbitale ibrido te1 del sistema (3-13), la superficie di contorno ha la forma indicata nella Fig. 3.2a. Gli AO 2p hanno una “direzionalità” maggiore rispetto agli AO 2s. Di conseguenza, la direzionalità di un ibrido (e, quindi, la sua capacità di sovrapporsi con altri orbitali) aumenta all’aumentare della percentuale di carattere p. Gli IO sp3, comunque orientati, pag 7/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) hanno la stessa percentuale totale di carattere p (75%) e, quindi, hanno tutti le stesse proprietà direzionali. Nella Fig. 3.2b è riportata una rappresentazione schematica dell’ibrido te1 del sistema (311); questa rappresentazione mette in evidenza la correlazione diretta con la definizione classica del legame chimico come legame formato da una coppia elettronica. Si noti che la somma dei quadrati delle quattro funzioni IO ha simmetria sferica: mentre ciascun IO è diretto verso un atomo di idrogeno, la densità elettronica dei quattro IO occupati ha simmetria sferica. Calcolo dell’angolo tra orbitali ibridi Ai fini della definizione della geometria delle molecole, è particolarmente importante il calcolo dell’angolo tra gli assi degli orbitali ibridi, che definisce l’angolo di legame. Per il teorema di Cauchy-Schwarz, l’angolo ϑ tra due vettori u e v è definito dalla relazione cos ϑ = (u . v)/│u││v│ (3-14) pag 8/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) Poiché il contributo direzionale dell’AO 2s è costante nei quattro IO, utilizzando, per esempio, le eq. (3-11), si può scrivere: u = te1 = (1/2)x + (1/2)y + (1/2)z v = te2 = - (1/2)x - (1/2)y + (1/2)z Si calcola te1 te2 = - (1/2)(1/2) - (1/2)(1/2) + (1/2)(1/2) = - 1/4 │te1│ = │te2│ = (1 / 2) 2 + (1 / 2) 2 + (1 / 2) 2 = 3 /2 (3-15) e quindi: cos ϑ = - (1/4)/(3/4) = - 1/3 ϑ = 109.47° Si può verificare che tutti gli angoli fra gli IO sp3 simmetrici sono uguali. Questi IO sono quindi orientati nello spazio in modo che i loro assi formino angoli di 109.47°: nel metano, gli atomi di idrogeno sono posti ai vertici di un tetraedro che ha al centro l’atomo di carbonio. Il modello dell’ibridizzazione degli orbitali atomici consente quindi di costruire, senza calcoli quantomeccanici, le geometrie delle molecole, ossia la distribuzione nello spazio degli atomi che costituiscono una molecola. Vengono ora riportati, in modo schematico, un certo numero di esempi di architetture molecolari, lasciando al lettore interessato lo sviluppo dei vari casi e l’estensione ad altri sistemi. 3.1.4 Ibridizzazione sp3 non simmetrica dell’atomo di carbonio Etano e idrocarburi alifatici non ciclici Se alla molecola di metano si sottrae un atomo di idrogeno, si ottiene il radicale CH •3 , caratterizzato dalla presenza di un elettrone “spaiato” sul C(sp3). I radicali sono sistemi poco stabili e, quindi, molto reattivi: dalla “reazione” tra due radicali CH3 si ottiene la molecola dell’etano (Fig. 3.3), che è il più semplice idrocarburo alifatico non ciclico. In questa molecola sono presenti due tipi di legame, C—C e C—H: gli angoli di legame pag 9/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) ∧ ∧ H C H e H C C non sono uguali e, di conseguenza, l’ibridizzazione sp3 non è più simmetrica. I legami C(sp3)—C(sp3) e C(sp3)—H sono legami σ (§ 2.2.2). L’energia e la natura dell’interazione tra i due elettroni che partecipano alla formazione del legame C—C nell’etano è tale che la distanza di legame C(sp3)—C(sp3) risulta uguale a (1.541 ± 0.003) Å: questa è la distanza tipica dei legami C—C singoli (o semplici). Diclorometano, CH2Cl2 La configurazione elettronica fondamentale dell’atomo di Cl è: 3s23p5. La configurazione elettronica dell’atomo di Cl(sp3) è: te 5 te 6 te 7 te 8 (la numerazione da 5 a 2 2 2 8 è introdotta per distinguere gli IO te1-te4 del C da quelli del Cl). Nella molecola sono presenti legami C—H e C—Cl. Di conseguenza, si devono considerare due coppie distinte di orbitali ibridi del C: te1 e te2; te3 e te4 Le relazioni fra i coefficienti sono: a1 = a2; a3 = a4. Le relazioni per l’orientazione (Fig. 3.4) sono: d3 = d4 = 0. Poiché tg ϑ = c3/b3 = - c4/b4, si ricava c3 = c4, b3 = - b4. pag 10/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) pag 11/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) 3.2 L’ARCHITETTURA DI ALTRI COMPOSTI DEL CARBONIO 3.2.1 Ibridizzazione sp2 dell’atomo di carbonio: etilene, butadiene, benzene, idrocarburi policiclici aromatici Etilene, H2C=CH2 I due gruppi CH2 sono equivalenti e, in ciascuno di essi, i due legami C—H sono uguali (Fig. 3.5a). La molecola è planare, ossia i nuclei di tutti gli atomi che la costituiscono “giacciono” sullo stesso piano (piano molecolare). L’eq. (3-2) è il riferimento per il calcolo dei coefficienti degli IO. La configurazione elettronica dell’atomo di C con ibridizzazione sp2 è: tr1tr2tr32pz. I tre IO di ciascun atomo di carbonio sono impegnati nella formazione di legami non tutti equivalenti: un IO, per esempio tr1, è utilizzato per un legame C—C; gli altri due, tr2 e tr3, sono utilizzati per i due legami C—H. L’AO non ibridizzato 2pz è utilizzato da ciascuno dei due atomi di carbonio per formare un secondo legame C—C. Le relazioni fra i coefficienti sono: a2 = a3. Le relazioni per l’orientazione (Fig. 3.5b) sono: d1 = d2 = d3 = 0; c1 = 0. Poiché manca una relazione, un dato sperimentale utilizzabile è: ∧ H C H = 118°. Si noti che, se l’ibridizzazione fosse simmetrica, l’angolo sarebbe di 120°. Gli assi dei legami C—C e C—H giacciono nel piano molecolare mentre gli assi dei due AO 2pz sono perpendicolari al piano molecolare: i legami hanno simmetria, e quindi proprietà, diverse. I legami C(sp2)—C(sp2) e C(sp2)—H sono legami σ; il legame C(2pz)—C(2pz) è un legame π (§ 2.2.2). L’insieme dei due legami C(sp2)—C(sp2) e C(2pz)—C(2pz) costituisce il doppio legame C=C. La distanza di legame C=C nell’etilene, tipica di un doppio legame isolato, è uguale a (1.337 ± 0.006) Å, che è più piccola della distanza di legame C—C in un legame singolo: questo indica che l’interazione tra i due atomi di carbonio nel doppio legame è più forte rispetto al legame singolo. Con altre parole, la densità elettronica tra i due atomi di carbonio è maggiore nel doppio legame. pag 12/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) Butadiene e polieni Se un atomo di idrogeno dell’etilene è sostituito con un gruppo vinilico, —CH=CH2, si forma un nuovo legame σ C(sp2)—C(sp2) (Fig. 3.6): si ottiene il butadiene, che è il poliene più semplice. La molecola è planare. Gli orbitali 2pz degli atomi di carbonio C1 e C2 e degli atomi C3 e C4 hanno gli assi paralleli: invece di restare “localizzati” sulle due coppie di atomi di carbonio, i quattro elettroni interagiscono, dando origine al fenomeno della coniugazione. Per la natura dell’interazione, il risultato è che la densità elettronica (ovvero, la probabilità di “trovare” un elettrone) tra C2 e C3 è minore rispetto a quella tra C1 e C2 e tra C3 e C4 (la densità elettronica tra queste due coppie di atomi è uguale per simmetria). La distanza di legame C2—C3 è di (1.47 ± 0.01) Å, leggermente più corta della distanza di legame C—C nell’etano: il legame C2—C3 nel butadiene è un legame essenzialmente singolo. pag 13/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) Le distanze di legame C1—C2 e C3—C4, uguali tra loro, sono di (1.35 ± 0.01) Å, leggermente più lunghe del legame C=C nell’etilene: i legami C1—C2 e C3—C4 nel butadiene sono legami essenzialmente doppi. La struttura elettronica del butadiene rende possibile la rotazione di un legame essenzialmente doppio rispetto all’altro, attorno al legame essenzialmente singolo; l’energia richiesta per la rotazione è sufficientemente elevata da permettere la coesistenza di due geometrie. Il butadiene è quindi una “miscela” di due conformeri in equilibrio: il conformero s-trans (che è di gran lunga il più stabile, ossia quello presente in percentuale maggiore nella miscela) e quello s-cis (Fig. 3.7). Benzene, C6H6 I sei legami C(sp2)⎯H sono equivalenti (Fig. 3.8a) e la molecola è planare. I sei elettroni sui sei orbitali 2pz degli atomi di carbonio formano un unico sistema π, delocalizzato su tutta la molecola (Fig. 3.8b). La possibilità per ciascun elettrone di muoversi in uno spazio maggiore rispetto a quello di un doppio legame isolato o di un doppio legame coniugato ha due conseguenze importanti: ⇒ Una elevata stabilizzazione energetica rispetto al poliene con lo stesso numero di atomi di carbonio (esatriene): il benzene è il prototipo dei composti organici aromatici. ⇒ La densità elettronica tende a essere uguale tra tutte le coppie di atomi di carbonio. In altre parole, non esistono più legami essenzialmente singoli o doppi: i sei legami C(sp2)⎯C(sp2) sono tutti uguali e di lunghezza pari a (1.395 ± 0.003) Å, valore che pag 14/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) indica che le proprietà di questo legame sono intermedie tra quelle di un legame singolo e quelle di un doppio legame localizzato. Idrocarburi policiclici aromatici La struttura elettronica degli idrocarburi policiclici aromatici è strettamente correlata a quella del benzene (Fig. 3.9). Il sistema π è delocalizzato su tutta la molecola. In genere, questi composti hanno una geometria planare. 3.2.2 Ibridizzazione sp dell’atomo di carbonio: acetilene Nell’acetilene, HC ≡ CH, i due gruppi CH sono equivalenti; la molecola è lineare (Fig. 3.10a). L’eq. (3-3) costituisce il riferimento per il calcolo dei coefficienti degli IO. La configurazione elettronica dell’atomo di C con ibridizzazione sp è: di1di22py2pz. pag 15/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) Le relazioni per l’orientazione (Fig. 3.10b) sono: c1 = d1 = 0; c2 = d2 = 0. Poiché manca ∧ una relazione, un dato sperimentale utilizzabile è: H C H = 180°. I due IO di ciascun atomo di carbonio sono impegnati nella formazione di legami non equivalenti: un IO, per esempio tr1, è utilizzato per il legame σ C(sp)⎯C(sp); l’altro, tr2, è utilizzato per il legame σ C(sp)⎯H. L’AO 2py è utilizzato da ciascuno dei due atomi di carbonio per formare il legame π C(2py)⎯C(2py); l’AO 2pz è utilizzato da ciascuno dei due atomi di carbonio per formare un secondo legame π C(2pz)⎯C(2pz). Questi due legami π si comportano come legami isolati: i loro elettroni π non possono interagire perché gli assi degli AO 2py e 2pz sono tra loro ortogonali. I tre legami C(sp)— C(sp), C(2py)⎯C(2py) e C(2pz)—C(2pz) costituiscono complessivamente un triplo legame C ≡ C. Per la presenza dei due legami π, la distanza di legame C ≡ C nell’acetilene, (1.204 ± 0.002), è più corta delle distanze di legame carbonio-carbonio nei legami singoli e doppi. pag 16/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) 3.3 L’ARCHITETTURA DEI COMPOSTI DELL’AZOTO La configurazione elettronica fondamentale dell’atomo di azoto è: 2s22p3. 3.3.1 Ibridizzazione sp3 dell’atomo di azoto: ammoniaca e ammine alifatiche Nell’ammoniaca, NH3, i tre legami N⎯H sono equivalenti (Fig. 3.11a). La configurazione elettronica dell’azoto con ibridizzazione sp3 è: te1te2te3te 24 . I tre IO occupati da un solo elettrone possono dare tre legami σ N(sp3)⎯H. L’IO te4 è occupato da due elettroni: si parla di doppietto elettronico, o lone pair, su orbitale ibrido. Le relazioni fra i coefficienti sono: a2 = a3 = a4. Le relazioni per l’orientazione (Fig. 3.11b) sono: b1 = c1 = 0; b2 = 0. Poiché manca una relazione, un dato sperimentale utilizzabile è: ∧ H N H = 107°. Le ammine alifatiche hanno una struttura analoga. La presenza del doppietto elettronico sull’atomo di azoto spiega le proprietà basiche dell’ammoniaca e delle ammine: un protone (atomo di idrogeno senza elettrone) ha una forte tendenza a interagire con il doppietto di elettroni per formare un nuovo legame N⎯H. Per effetto della “reazione” pag 17/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) NH3 + H + NH +4 L’ammoniaca si trasforma nello ione ammonio, nel quale i quattro legami N⎯H sono equivalenti: la struttura elettronica dell’atomo di azoto diventa simile a quella del carbonio ∧ nel metano; gli angoli di legame H N H diventano uguali a 109.5°. 3.3.2 Ibridizzazione sp2 dell’atomo di azoto: piridina, pirrolo e anilina A differenza di quanto avviene per l’atomo di carbonio (4 elettroni), l’atomo di azoto (5 elettroni) con ibridizzazione sp2 (tr1tr2tr32pz) può assumere due differenti configurazioni elettroniche, che hanno uguale energia: 1. Configurazione elettronica tr 1 tr 2 tr 32 2p z . Per esempio, l’atomo di azoto assume questa configurazione elettronica nella piridina (Fig. 3.12a). I due IO tr1 e tr2 sono utilizzati per i due legami σ N(sp2)—C(sp2); nel terzo IO, tr3, c’è un doppietto elettronico. L’elettrone su AO 2pz partecipa al sistema di sei elettroni π delocalizzati, che comprende i cinque elettroni sugli orbitali 2pz dei cinque atomi di carbonio: il sistema di sei elettroni π, analogo a quello del benzene, conferisce alla piridina una stabilità aromatica. La molecola è planare. La presenza del doppietto spiega le proprietà basiche della piridina. 2. Configurazione elettronica tr 1 tr 2 tr 3 2p 2z . Per esempio, l’atomo di azoto assume questa configurazione elettronica nella pirrolo (Fig. 3.12b) e nell’anilina (Fig. 3.12c; l’anilina è la più semplice ammina aromatica). I tre IO tr sono impegnati nella formazione di tre legami di tipo σ non equivalenti tra loro. Nel pirrolo, i due IO tr1 e tr2 sono utilizzati per i due legami σ N(sp2)—C(sp2); il terzo IO, tr3, è utilizzato per un legame σ N(sp2)—H. L’AO 2pz, con i suoi due elettroni, partecipa al sistema di sei elettroni π delocalizzati, che comprende i quattro elettroni pag 18/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) sugli orbitali 2pz dei quattro atomi di carbonio: il sistema π conferisce al pirrolo una stabilità aromatica. La molecola è planare. Nell’anilina, un IO, per esempio tr1, è utilizzato per il legame σ N(sp2)—C(sp2); gli altri due IO, tr2 e tr3, sono utilizzati per i due legami σ N(sp2)—H. L’AO 2pz, con i suoi due elettroni, partecipa al sistema di otto elettroni π delocalizzati che comprende i sei elettroni sugli orbitali 2pz dei sei atomi di carbonio. La molecola è planare. Il doppietto elettronico sull’azoto dell’anilina è “meno libero” rispetto a quello delle ammine alifatiche ma “più libero” rispetto a quello del pirrolo: l’anilina è una base più debole rispetto alle ammine alifatiche ma più forte del pirrolo. pag 19/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) 3.3.3 Ibridizzazione sp dell’atomo di azoto: molecola di azoto Il caso più semplice di ibridizzazione sp dell’atomo di azoto è quello della molecola di azoto, N2 (Fig. 3.13): la configurazione elettronica dell’atomo di azoto ibridizzato è di1 di 22 2py 2pz. La struttura elettronica di N2 è quindi analoga a quella dell’acetilene. La distanza di legame N ≡ N è 1.09 Å. 3.4 L’ARCHITETTURA DEI COMPOSTI DELL’OSSIGENO La configurazione elettronica fondamentale dell’atomo di ossigeno è: 2s2 2p4. 3.4.1 Ibridizzazione sp3 dell’atomo di ossigeno: acqua, alcoli e eteri In linea di principio, la struttura elettronica dell’acqua, H2O, può essere costruita in tre modi diversi: a) Senza ricorrere al modello degli orbitali ibridi (Fig. 3.14a). Con la configurazione elettronica fondamentale 2s 2 2p x 2p y 2p 2z , l’atomo di ossigeno può dare luogo alla formazione di due legami σ, O(2px)⎯H e O(2py)⎯H. I due doppietti elettronici su AO 2s e 2pz non sono equivalenti; l’angolo di legame HÔH è di 90°. pag 20/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) b) Con ibridizzazione sp3 dell’atomo di ossigeno (Fig. 3.14b). Con la configurazione elettronica te 1 te 2 te 32 te 24 , i due IO occupati da un solo elettrone formano due legami σ O(sp3)⎯H; gli altri due IO sono occupati da due doppietti elettronici equivalenti. L’angolo di legame HÔH è circa uguale a 109°. c) Con ibridizzazione sp2 dell’atomo di ossigeno (Fig. 3.14c). Con la configurazione elettronica tr 1 tr 2 tr 32 2p 2z , i due legami σ O(sp2)⎯H e il doppietto elettronico sull’orbitale ibrido tr3 giacciono sul piano molecolare mentre il secondo doppietto elettronico è sull’orbitale 2pz, che ha l’asse perpendicolare al piano molecolare. L’angolo di legame HÔH è circa uguale a 120°. Poiché il valore sperimentale dell’angolo di legame HÔH è circa 105°, si può concludere che la struttura elettronica più probabile sia quella che corrisponde a una ibridizzazione sp3 dell’atomo di ossigeno. La struttura elettronica degli alcoli e degli eteri è analoga a quella dell’acqua. Negli alcoli, R⎯O⎯H, un legame O⎯H dell’acqua è formalmente sostituito da un legame R⎯O, dove R è un residuo alifatico (per esempio, ⎯CH3, ⎯CH2⎯CH3, ecc.). Negli eteri, R⎯O⎯R, anche il residuo legame O⎯H dell’acqua è sostituito da un legame R⎯O. pag 21/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) 3.4.2 Ibridizzazione sp2 dell’atomo di ossigeno: composti ossigenati del carbonio L’atomo di ossigeno (6 elettroni) con ibridizzazione sp2 (tr1tr2tr32pz) può assumere due configurazioni elettroniche che hanno uguale energia: 1. Configurazione elettronica tr 1 tr 22 tr 32 2p z . Per esempio, l’atomo di ossigeno assume questa configurazione in composti ossigenati del carbonio quali, per esempio, le aldeidi, HRCO, i chetoni, RR’CO, e i composti carbonilici α,β-insaturi. In questi composti, il carbonio legato all’ossigeno è ibridizzato sp2. L’IO tr1 dell’ossigeno è utilizzato per il legame σ C(sp2)—O(sp2); su ciascuno degli IO tr2 e tr3 c’è un doppietto elettronico. Nell’aldeide più semplice, la formaldeide (R = H; Fig. 3.15a), l’elettrone su AO 2pz dell’ossigeno interagisce con l’elettrone su AO 2pz dell’atomo di C, con formazione di un legame π localizzato, analogo a quello dell’etilene. Se R è un residuo aromatico, l’aldeide più semplice è la benzaldeide (R = ⎯C6H5; Fig. 3.15b): l’elettrone su AO 2pz dell’ossigeno partecipa al sistema di otto elettroni π delocalizzati, assieme ai sei elettroni 2pz degli atomi di carbonio del gruppo arilico e dall’elettrone su AO 2pz dell’atomo di C legato all’ossigeno. La struttura elettronica dei chetoni (il più semplice è l’acetone; R = R’ = ⎯CH3) e dei composti carbonilici α,β-insaturi (il più semplice è l’acroleina; R = ⎯CH=CH2; Fig. 3.15c) è analoga a quella delle aldeidi. pag 22/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) 2. Configurazione elettronica tr 1 tr 2 tr 32 2p 2z . Per esempio, l’atomo di ossigeno assume questa configurazione elettronica in composti ossigenati del carbonio quali, per esempio, il furano, gli eteri vinilici e i fenoli (Fig. 3.16). Anche in questi composti, il carbonio legato all’ossigeno è ibridizzato sp2. Nel furano (Fig. 3.16a), i due IO tr1 e tr2 sono utilizzati per la formazione di due legami σ O(sp2)—C(sp2); il terzo IO, tr3, ha un doppietto elettronico. L’AO 2pz, con i suoi due elettroni, partecipa al sistema di sei elettroni π delocalizzati, che comprende i quattro elettroni sugli orbitali 2pz dei quattro atomi di carbonio: il sistema di sei elettroni π conferisce al furano una stabilità aromatica. La molecola è planare. Nel vinil-etere (Fig. 3.16b), il doppietto elettronico sull’AO 2pz partecipa al sistema π delocalizzato che comprende i quattro elettroni sugli orbitali 2pz delle due coppie di atomi di carbonio. Nel fenolo (Fig. 3.16c), il sistema π delocalizzato è costituito da otto elettroni. pag 23/24 CdL in Scienze e Tecnologie Chimiche, “Chimica Fisica I” (Prof. D. Pitea) Come esempio di composti contenenti due atomi di ossigeno, si possono ricordare gli acidi carbossilici (Fig. 3.17): l’atomo O1 ha la configurazione elettronica tr 1 tr 22 tr 32 2p z mentre l’atomo O2 ha la configurazione elettronica tr 1 tr 2 tr 32 2p 2z . Il sistema π delocalizzato è costituito da quattro elettroni. pag 24/24