CESI Rapporto A3/012506 Cliente: RICERCA DI SISTEMA Oggetto: Vulnerabilità delle specie ittiche pregiate nei torrenti alpini Ordine: 41/00098 Note: COMPA/BIODIVERSA/2003/002 Pag.1/43 senza l'autorizzazione scritta del CESI questo documento può essere riprodotto solo integralmente N. pagine: 43 N. pagine fuori testo: 0 Data: 26/05/2003 Elaborato: CESI BU AMB - M.Laura Meloni CESI BU AMB - E.Garofalo Verificato: CESI BU AMB - E.Garofalo Approvato: CESI SFR – G.Pedroni CESI Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano Giacinto Motta SpA Via R. Rubattino 54 20134 Milano - Italia Telefono +39 022125.1 Fax +39 0221255440 www.cesi.it Capitale sociale 8 550 000 Euro interamente versato Codice fiscale e numero iscrizione CCIAA 00793580150 Registro Imprese di Milano Sezione Ordinaria N. R.E.A. 429222 P.I. IT00793580150 Rapporto CESI A3/012506 Pag.2/43 Indice 1 ABSTRACT ......................................................................................................................................................3 2 INTRODUZIONE ............................................................................................................................................3 3 MATERIALI E METODI ...............................................................................................................................5 3.1 SOGGETTI SPERIMENTALI................................................................................................................................6 3.2 ESPOSIZIONE ALL’AMMONIACA ......................................................................................................................7 3.3 ESPOSIZIONE IN CONDIZIONI DI IPOSSIA ..........................................................................................................7 3.4 MISURA DI PARAMETRI FISIOLOGICI E METABOLICI ........................................................................................7 3.4.1 Analisi del sangue e dei tessuti .............................................................................................................8 3.4.2 Respirometria e capacità di nuoto ........................................................................................................8 3.4.3 Ratei metabolici ....................................................................................................................................9 3.5 ANALISI STATISTICA .....................................................................................................................................10 4 EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE AD AMMONIACA SULLA TROTA IRIDEA..................................11 4.1 RISULTATI ....................................................................................................................................................11 4.1.1 Ammoniaca e pH nel plasma e nei tessuti ...........................................................................................11 4.1.2 Capacità natatoria ..............................................................................................................................13 4.2 DISCUSSIONE ................................................................................................................................................15 5 EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE AD AMMONIACA SULLA TROTA FARIO ...................................18 5.1 RISULTATI ....................................................................................................................................................18 5.1.1 Ammoniaca plasmatica e tissutale ......................................................................................................18 5.1.2 pH intra- ed extracellulare..................................................................................................................20 5.1.3 Potenziale di membrana......................................................................................................................20 5.1.4 Lattato plasmatico e tissutale..............................................................................................................21 5.1.5 Respirometria e capacità di nuoto ......................................................................................................22 5.2 DISCUSSIONE ................................................................................................................................................24 6 CONFRONTO DEGLI EFFETTI DELL’ ESPOSIZIONE AD AMMONIACA SU TROTA FARIO ED IRIDEE ....................................................................................................................................................................26 7 EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE AD AMMONIACA IN CONDIZIONI DI IPOSSIA SU TROTA FARIO......................................................................................................................................................................29 7.1 RISULTATI ....................................................................................................................................................29 7.1.1 Ammoniaca nel plasma e nei tessuti....................................................................................................29 7.1.2 pH intra e extracellulare .....................................................................................................................31 7.1.3 Lattato plasmatico e tissutale..............................................................................................................31 7.1.4 Respirometria......................................................................................................................................32 7.2 DISCUSSIONE ................................................................................................................................................34 7.2.1 Esposizione ad ipossia ........................................................................................................................34 7.2.2 Esposizione ad ammoniaca ed ipossia ................................................................................................34 8 CONCLUSIONI .............................................................................................................................................38 BIBLIOGRAFIA.....................................................................................................................................................40 C Copyright 2003 by CESI. All rights reserved - Activity code 30179C Keywords: 12035F, 29110Q, 53001D, 66110P CESI Rapporto A3/012506 Pag.3/43 STORIA DELLE REVISIONI 1 Numero revisione Data Protocollo Lista delle modifiche e/o dei paragrafi modificati 0 26.5.2003 A3/012506 Prima emissione ABSTRACT Lo studio descritto in questo rapporto è stato condotto per valutare gli effetti dell’ammoniaca, anche in presenza di ipossia, sulle prestazioni natatorie di specie ittiche pregiate, come la trota fario (Salmo trutta) e la trota iridea (Oncorhynchus mykiss). Tale studio nasce in considerazione del fatto che le acque scaricate dai serbatoi idroelettrici, sia durante il normale esercizio, sia in seguito ad operazioni di spurgo e svaso, possono essere caratterizzate da concentrazioni elevate di ammoniaca, a cui generalmente corrisponde un basso contenuto di ossigeno disciolto. Alle concentrazioni riscontrabili in questi ambienti l’ammoniaca può avere sugli organismi acquatici effetti sub letali: possono essere inficiate le capacità di sopravvivenza dei pesci in tratti di torrente con condizioni avverse, rendendoli più vulnerabili anche in termini di competizione interspecifica. A tale proposito sono state condotte prove sperimentali esponendo gruppi di trote fario e di trote iridee ad acque contenenti concentrazioni sub letali di ammoniaca e misurando sui soggetti sperimentali diversi parametri metabolici, fisiologici e di prestazioni di nuoto. Si è osservato che, per entrambe le specie, l’esposizione produce una riduzione della massima velocità di nuoto sostenibile, con effetto maggiore nella trota fario. Nella trota iridea sono state rilevate anche variazioni dei parametri del metabolismo aerobico, mentre nella fario sono state osservate variazioni nel comportamento locomotorio, con un maggiore utilizzo del muscolo rosso anche nel nuoto veloce, e una riduzione del contributo del muscolo bianco. Dalle misure fisiologiche effettuate sulla fario risulta inoltre che l’esposizione induce una parziale depolarizzazione del muscolo bianco, del cuore e del cervello. Le prove di esposizione ad ammoniaca in concomitanza di ipossia indicano che, pur verificandosi una riduzione delle prestazioni natatorie, l’effetto delle due condizioni non è additivo. I pesci hanno risposto a questo stress modificando il comportamento nel nuoto e la modalità di ventilazione, da cui consegue una riduzione della richiesta di energia ed una maggiore possibilità di sostenere il nuoto per allontanarsi ed evitare la condizione ad essi sfavorevole. 2 INTRODUZIONE Nei bacini idroelettrici sono presenti spesso concentrazioni significative di ammoniaca, soprattutto in condizioni di ipossia, che si verificano a causa dell’elevato consumo di ossigeno nella degradazione batterica della sostanza organica. Le acque scaricate dai serbatoi idroelettrici, sia durante il normale esercizio, in modo particolare nella stagione estiva, sia in seguito ad operazioni di spurgo e svaso, possono essere caratterizzate da concentrazioni elevate di ammoniaca, a cui generalmente corrisponde un basso contenuto di ossigeno disciolto. Ciò può avere notevoli conseguenze sugli ecosistemi acquatici interessati, in particolare per specie come le trote, che popolano tratti di torrenti, anche con ripide pendenze, soggetti a piene improvvise. Infatti gli inquinanti, pur se presenti in concentrazioni subletali, possono dare luogo ad alterazioni del metabolismo e ridurre la capacità natatoria dei pesci stessi; una riduzione della “forma fisica” dei pesci si traduce in una ridotta efficienza di colonizzazione degli ambienti più difficili e in una minore capacità di far fronte alle condizioni avverse, cui consegue la riduzione numerica della popolazione locale. Da tali condizioni le specie meno vulnerabili, spesso rappresentate da specie Rapporto CESI A3/012506 Pag.4/43 alloctone (non originarie della fauna locale), possono trarre un vantaggio competitivo, con conseguente alterazione della struttura della comunità biotica ed eventuale riduzione di biodiversità. Tra gli inquinanti ad effetto subletale, l’ammoniaca è tra quelli più ampiamente diffusi nell’ambiente, presente abbondantemente anche nelle acque superficiali, per effetto di sorgenti sia naturali sia antropogeniche. Le sorgenti naturali sono essenzialmente legate alla degradazione della sostanza organica, che avviene nei sedimenti superficiali dei corpi idrici, mentre quelle antropogeniche sono rappresentate in particolare da acque reflue civili, fertilizzanti, reflui da dilavamento di aree urbane e varie attività industriali. L’ammoniaca è tossica per tutti i vertebrati. In soluzione acquosa essa è presente in due forme chimiche distinte: ammoniaca libera (NH3) e ione ammonio (NH4+), le cui concentrazioni reciproche dipendono dal pH della soluzione. La tossicità, d’altra parte, è legata unicamente all’ammoniaca libera, in quanto solo essa è in grado di attraversare il doppio strato lipidico delle membrane biologiche e quindi di permeare, attraverso i tessuti branchiali, all’interno dell’organismo. Una volta raggiunto il comparto intracellulare, in cui il pH fisiologico ha valori compresi tra 7 e 8, l’ammoniaca libera viene comunque ionizzata, ed è in tale forma che interagisce con i sistemi enzimatici e dà quindi luogo ad effetti tossici a diversi livelli metabolici e fisiologici. La soglia di concentrazione per la tossicità nelle acque dolci è stata stabilita in 248 µM di ammoniaca totale per un’acqua a pH 6.5, e 17 µM per un’acqua a pH 9 (U.S. Environmental Protection Agency, 1998). Per i pesci marini sembra invece che anche l’ammoniaca ionizzata possa essere in grado di permeare attraverso le branchie (Wilson & Taylor, 1992), per cui in questo caso anche la concentrazione di NH4+ contribuisce in modo significativo alla tossicità complessiva. L’ammoniaca è altresì un metabolita e in particolare rappresenta il prodotto finale del catabolismo di purine e pirimidine; nei pesci viene escreta per diffusione passiva di NH3 attraverso l’epitelio branchiale. In sostanza i pesci possono accumulare ammoniaca nei loro tessuti per effetto di due meccanismi: ¾ permeazione dall’ambiente esterno (Wilson & Taylor, 1992) ¾ inibizione del meccanismo di escrezione passiva (Cameron & Heisler 1983, Wilson et al., 1994b). In acque ad elevato contenuto di ammoniaca, quindi, l’effetto tossico può in parte essere legato all’inibizione dell’escrezione passiva, che non può avvenire contro gradiente. Anche l’esposizione a bassi valori di pH (Day & Butler, 1996), o ad acque contenenti rame (Lauren & McDonald, 1985; Beaumont et al., 1995, 2000a e 2000b), induce nel pesce un aumento dell’ammoniaca plasmatica e tissutale, dovuta sia al danneggiamento dei meccanismi di escrezione, sia ad una probabile risposta allo stress indotto (Freeman & Idler, 1973). L’accumulo di ammoniaca nei tessuti può dare luogo a sintomi quali la distruzione del flusso sanguigno cerebrale, coma ed eventualmente, a concentrazioni elevate, anche morte (Andersson et al., 1981). È stato anche osservato che l’accumulo di ammoniaca comporta un affaticamento del pesce (Mutch & Bannister, 1993) e una riduzione della capacità natatoria (Ye & Randall, 1991; Randall & Brauner, 1991; Beaumont et al., 1995b, 2000a, 2000b). Inoltre si è visto che l’accumulo di ammoniaca nel plasma comporta, nella trota fario esposta a bassi valori di pH in presenza di rame, una riduzione della velocità di nuoto massima sostenibile, Ucrit (Butler et al., 1992; Beaumont et al., 1995a). Ciò è dovuto al fatto che il rame provoca un’alterazione della capacità iono-regolatoria e un danneggiamento delle membrane branchiali (Shingles, 2002): tali processi possono contribuire all’accumulo di ammoniaca nel plasma, inibendo la sua eliminazione attraverso le branchie. Rapporto CESI A3/012506 Pag.5/43 Sono stati identificati due meccanismi attraverso i quali si verificherebbe la riduzione della capacità natatoria in seguito ad aumento della concentrazione plasmatica di ammoniaca: • • instaurazione di uno stato metabolico alterato nel pesce, dovuto agli effetti di elevate concentrazioni di ammoniaca su numerosi processi biochimici, che può portare ad un affaticamento muscolare prematuro e di conseguenza alla perdita di capacità natatoria; sostituzione progressiva dello ione potassio con lo ione ammonio all’interno delle cellule (Towle & Holleland, 1987), dando luogo, tra l’altro, ad una progressiva depolarizzazione del potenziale di membrana delle cellule del muscolo bianco (Binstock & Lecar, 1969). Sebbene la maggior parte degli organismi viventi sia sensibile all’ammoniaca, i pesci sono generalmente più tolleranti rispetto ai vertebrati terrestri, e concentrazioni di ammoniaca tra 150 e 300 µM sono comunemente riscontrate nel plasma della maggior parte delle specie ittiche. Esistono anche casi estremi di specie particolarmente resistenti che sopportano concentrazioni sino a 1 mM o 4 mM (Peng et al., 1998; Ip et al., 2001; Tsui et al., 2002). Per quanto riguarda i salmonidi, ci sono molte evidenze della loro sensibilità all’accumulo di ammoniaca e sono stati rilevati effetti sub-letali per concentrazioni plasmatiche superiori a 300 µM (Beaumont et al., 1995 a,b; 2000 a,b). Obiettivo delle prove sperimentali condotte è stato quello di stimare gli effetti dell’esposizione ad elevate concentrazioni di ammoniaca in presenza ed in assenza di ipossia sulle prestazioni natatorie di specie pregiate di pesci, come la trota fario (Salmo trutta, autoctona italiana), la cui presenza nei corsi d’acqua del territorio italiano è minacciata sia dalle condizioni inospitali sia dalla concorrenza di altre specie più forti, e la trota iridea (Oncorhynchus mykiss, specie alloctona importata dal Nord America). Nel contempo si è voluto fornire un contributo alla comprensione dei meccanismi biochimici alla base dell’espressione di effetti sub letali dovuti all’accumulo intracorporeo di ammoniaca negli organismi acquatici. L’attività di ricerca è stata condotta esponendo le trote iridee e fario a livelli di ammoniaca, e a condizioni chimico-fisiche dell’acqua, riscontrabili nelle acque torrentizie a valle degli sbarramenti. Nello specifico l’esposizione ad ammoniaca è stata associata a valori di pH basici (livelli ambientali), allo scopo di eliminare gli eventuali effetti tossici dovuti all’acidità e alla solubilizzazione di metalli pesanti; la prova è stata ripetuta, per le trote fario, anche in presenza di ipossia. Le fasi sperimentali seguite e i risultati ottenuti sono di seguito riportati. 3 MATERIALI E METODI Sono stati condotti tre set di prove sperimentali, riguardanti l’esposizione ad ammoniaca su trota iridea e fario e l’esposizione concomitante di ammoniaca e ipossia su trota fario. La valutazione degli effetti dell’esposizione sugli animali è stata basata sulla misura di parametri fisiologici e metabolici, rilevati sugli animali esposti e su quelli di controllo. In linea generale le prove sono state eseguite secondo le fasi di seguito elencate: 1. esposizione dei soggetti sperimentali ad ammoniaca (e/o ipossia) per un tempo definito; 2. esecuzione di prove di nuoto con incremento della velocità di corrente (sino ad esaurimento dell’animale) e contestuale monitoraggio del consumo di ossigeno; 3. prelievi di sangue, a intervalli definiti e/o al termine della prova, per la misura di parametri fisiologici nel sangue; CESI Rapporto A3/012506 Pag.6/43 4. sacrificio dei soggetti sperimentali e prelievo di tessuti per la misura di parametri fisiologici di alcuni organi (fegato, cervello, muscoli, branchie). Tutte le prove sono state eseguite anche su un gruppo di animali di controllo, sottoponendo pesci provenienti dallo stesso stock a tutte le fasi tranne la fase 1. 3.1 Soggetti sperimentali Per ogni set sono stati utilizzati gruppi di soggetti sperimentali aventi peso e lunghezza omogenei, così distribuiti: Specie Esposizione Trota iridea Trota fario Trota fario ammoniaca ammoniaca ammoniaca/ipossia Lunghezza media (cm) 33.8 ± 0.8 32.5 ± 0.4 32.5 ± 0.4 Peso medio (g) 559 ± 33 448 ± 10 448 ± 10 I pesci, acquistati presso una pescicoltura commerciale, sono stati stabulati presso la Stazione CESI di Idrobiologia Sperimentale di La Casella, in vasche di 4 m2 in vetroresina, per 2 settimane. Come acqua di alimentazione della vasca (volume di circa 1000 litri) è stata impiegata acqua di pozzo deferrizzata, avente una temperatura di 16±0.1 °C. Le principali caratteristiche chimiche dell’acqua erano le seguenti: [Ca++] [Mg++] [Na+] [K+] [Cl-] Durezza totale pH 2.3 mM 0.6 mM 2.3 mM 0.9 mM 0.7 mM 240 mg/l 8.39 Durante la stabulazione le trote sono state alimentate a piacere con mangime commerciale fino a quattro giorni dall’inizio della sperimentazione, periodo nel quale sono state mantenute a digiuno per evitare qualsiasi possibilità di interferenza dell’alimentazione sulle concentrazioni di ammoniaca nel plasma (Brett & Zala, 1975) o sul metabolismo respiratorio e quindi sulle capacità natatorie (Alsop & Wood, 1997). I pesci sono stati anestetizzati, quindi trasferiti su un tavolo operatorio, dove si è proceduto ad ulteriore anestesia mediante irrigazione delle branchie con soluzione anestetica contenente 0.075 g/L di MS222 (tricaina metansolfonato), tamponato con 0.15 g/L di NaHCO3. Quindi è stato inserito un catetere nell’aorta dorsale, secondo il metodo descritto (Sovio et al., 1972); dopo l’operazione i pesci incannulati sono stati messi a recuperare in acqua corrente ben ossigenata. Le prove sono state allestite in modo da minimizzare le differenze di peso e lunghezza tra i gruppi sperimentali esposti e quelli di controllo. Rapporto 3.2 CESI A3/012506 Pag.7/43 Esposizione all’ammoniaca Le trote iridee sono state esposte in camere di plexiglas ad acqua contenente 288 ± 15 µmol l-1 di ammoniaca totale, concentrazione ottenuta iniettando con una pompa peristaltica una soluzione concentrata di NH4Cl in un flusso noto di acqua corrente. Le concentrazioni di ammoniaca sono state monitorate ogni 15 minuti attraverso analisi chimica con analizzatore Applikon ADI 2013. La concentrazione di esposizione è stata fissata pari a circa il 50 % della LC50 a 96 ore per trotelle iridee di massa pari a 0.5 g ed è quindi a tutti gli effetti da considerare un’esposizione a concentrazioni subletali. La concentrazione di ammoniaca libera in queste condizioni di pH (8.39), calcolata usando l’equazione di Henderson-Hasselbach a 16 °C, è pari a 20±1 µmol/L. Le trote fario sono state esposte a tre concentrazioni di ammoniaca espressa come NH4Cl: concentrazione ambiente (2 ± 1 µmol l-1), bassa (98 ± 6 µmol l-1) e alta (210 ± 11 µmol l-1). La concentrazione massima di esposizione per le fario è stata fissata ad un livello inferiore a quella utilizzata per le iridee in quanto, per quella concentrazione (288 µmol l-1), le fario presentavano effetti di tossicità acuta, con elevata mortalità. Anche in questo caso le concentrazioni sono state ottenute per iniezione di volumi noti di una soluzione concentrata di NH4Cl nel flusso di acqua di alimentazione e monitorate ogni 15 minuti. L’esposizione è stata protratta per 24 ore perché i pesci raggiungessero lo stato stazionario prima di nuotare. 3.3 Esposizione in condizioni di ipossia Sulla trota fario sono state condotte anche prove di esposizione all’ammoniaca in condizioni di ipossia. La concentrazione di ossigeno nell’acqua è stata ridotta per gorgogliamento di azoto nell’acqua di alimentazione delle camere in plexiglas e/o del respirometro, ed è stata monitorata in continuo, facendo fluire una porzione d’acqua, ad una velocità costante, in una piccola cella dotata di un microelettrodo. Il flusso di azoto veniva mantenuto attivo fino al raggiungimento del 50 % della saturazione. Quando la concentrazione nelle camere di esposizione o nel respirometro scendeva al di sotto del 50% della saturazione, in seguito al consumo dei pesci, veniva attivato automaticamente un flusso d’aria per riportare la concentrazione al 55 %: in questo modo, i pesci sono stati esposti per un’ora ad una concentrazione compresa tra il 50 e il 55 % della saturazione. Immediatamente dopo, i pesci mantenuti a riposo sono stati sacrificati e gli altri sono stati trasferiti individualmente nel respirometro e dopo, le prove di prestazione, sacrificati anch’essi. Da tutti gli individui sono stati effettuati i prelievi di tessuti come sopra riportato. 3.4 Misura di parametri fisiologici e metabolici Per la valutazione degli effetti dell’esposizione all’ammoniaca in condizioni di normossia e ipossia sono stati presi in considerazione alcuni parametri che rendono conto dello stato metabolico e fisiologico dei pesci sottoposti ai diversi trattamenti. Le diverse determinazioni effettuate sono descritte nei paragrafi che seguono. CESI Rapporto A3/012506 Pag.8/43 3.4.1 Analisi del sangue e dei tessuti Sono stati raccolti campioni di sangue, tramite il catetere, ad ogni velocità di nuoto e dopo collassamento. Il pH del sangue arterioso è stato misurato con un elettrodo capillare (Radiometer BMS3 Blood-Gas Analyser) termostatato alla stessa temperatura in cui veniva mantenuto il pesce (16°C) e collegato ad un pHmetro digitale (Radiometer PHM 74). La pressione parziale di ossigeno arterioso (PaO2) è stata misurata con un elettrodo ad ossigeno termostatato a 16°C e collegato ad un analizzatore acido-base (Radiometer PHM 73). Il contenuto totale di ossigeno nel sangue arterioso (CaO2) è stato misurato con un elettrodo ad ossigeno Radiometer termostatato a 37 °C. Il plasma è stato separato per centrifugazione e i campioni, conservati in azoto liquido per un periodo non superiore a due settimane, sono stati sottoposti ad analisi delle concentrazioni di lattato (kit analitico Sigma lactate 826-B) e ammoniaca (kit analitico Sigma ammonia 171). Le concentrazioni di NH3 e NH4+ sono state calcolate dai dati sperimentali di ammoniaca totale e pH del plasma, utilizzando l’equazione di Henderson-Hasselbach e il valore di pK’amm, stimato pari a 9.62 per il plasma della trota a 16°C dal nomogramma fornito da Boutilier et al. (1984). Al collassamento, da ogni pesce sono stati immediatamente effettuati prelievi da fegato, branchie e muscolo, conservati in azoto liquido sino al momento dell’analisi. I campioni di tessuto sono stati ridotti in polvere fine sotto azoto liquido e sottoposti a deproteinizzazione in PCA 0.6 N. I campioni sono stati centrifugati per 5 minuti a 13000 rpm e il surnatante, dopo neutralizzazione con tampone Tris, è stato utilizzato per la determinazione dell’ammoniaca totale mediante kit analitico Sigma ammonia 171 e con il metodo della glutammato deidrogenasi (Kun & Kearney, 1974). La determinazione del lattato è stato effettuata mediante kit analitico Sigma lactate 826-B su campioni di tessuto deproteinizzato e centrifugato per 10 minuti. Il pH intracellulare (pHi) è stato determinato attraverso il metodo dell’inibizione metabolica, utilizzando il sistema Cameron BGM200 a 16°C (Portner et al., 1990). Di seguito viene riportato uno schema delle determinazioni effettuate. Matrice Sangue Plasma Tessuti Determinazioni Pressione parziale O2 arterioso Conc. totale O2 arterioso pH Ammoniaca Lattato Ammoniaca Lattato pH intracellulare 3.4.2 Respirometria e capacità di nuoto Gli studi di capacità natatoria sono stati effettuati utilizzando un respirometro in PVC a tunnel (Brett, 1964): un flusso di acqua a circuito chiuso viene generato all’interno della camera di nuoto dal movimento di un’elica in materiale plastico, trascinata da un motore a velocità variabile. Una frazione trascurabile dell’acqua di riempimento del respirometro veniva sifonata in continuo e fatta fluire in una cuvetta per la misura potenziometrica (Radiometer E5041) della pressione parziale di ossigeno (PwO2). Tutti i dati di pressione parziale di ossigeno sono stati memorizzati durante l’intera fase di circolazione a circuito chiuso dell’acqua e successivamente sono stati elaborati con regressione delle pressioni parziali contro il tempo: le pendenze risultanti sono state utilizzate per quantificare il rateo di consumo di CESI Rapporto A3/012506 Pag.9/43 ossigeno, MO2 (Boutilier et al., 1984). La camera chiusa del respirometro era immersa in un grande bagno termostatico di acqua ben ossigenata: quando la pressione parziale dell’ossigeno all’interno della camera di nuoto scendeva al di sotto del 90 % della saturazione (per il consumo dovuto al metabolismo del soggetto sperimentale) automaticamente il software del respirometro attivava una pompa che prelevava acqua dal bagno termostatico esterno e riportava la PwO2 al 95 % della saturazione. Ogni soggetto sperimentale, dopo 24 ore di riposo a seguito dell’intervento chirurgico, veniva trasferito individualmente nella camera di nuoto, in cui sia aveva la concentrazione di ammoniaca stabilita, e lasciato nuotare per una notte ad una velocità pari a 0.75 lunghezze del corpo per secondo (bl s-1, body lenght per second). Dopo un’esposizione di 24 ore, la velocità dell’acqua nella camera di nuoto veniva incrementata di 0.25 bl s-1 ogni 30 minuti fino a collassamento per stanchezza del soggetto sperimentale, momento in cui veniva calcolata la massima velocità di nuoto sostenibile (Ucrit, vedi par. successivo) (Brett, 1964). Per ogni velocità di nuoto, infine, sono stati conteggiati i battiti della coda, che rappresentano un indicatore della forza muscolare propulsiva, e calcolate le velocità medie di consumo di ossigeno. 3.4.3 Ratei metabolici Per ogni pesce sono stati calcolati i seguenti parametri: Parametro Unità di misura Ucrit Massima velocità di nuoto sostenibile MO2 MMR AMR AMR/MMR COS Rateo del consumo di ossigeno Rateo di mantenimento metabolico Rateo metabolico attivo Capacità aerobica Costo del nuoto (MO2 -MMR) bl s-1 (body lenght per second, lunghezze del corpo per secondo) mmol O2 kg-1 h-1 mmol O2 kg-1 h-1 mmol O2 kg-1 h-1 mmol O2 kg-1 h-1 mmol O2 kg-1 h-1 Il rateo di mantenimento metabolico (MMR), altrimenti definito rateo standard metabolico, viene calcolato applicando la regressione dei minimi quadrati alla relazione tra velocità di nuoto e consumo di ossigeno: l’intercetta sull’asse delle ordinate dell’equazione di regressione rappresenta il rateo teorico di consumo di ossigeno in condizioni stazionarie, considerato una stima affidabile del parametro MMR. Il rateo metabolico attivo (AMR) viene determinato per ogni pesce come il consumo di ossigeno (MO2) massimo misurato durante l’esercizio di nuoto (Fry, 1971). Il rapporto AMR/MMR dà una stima della capacità aerobica di ogni pesce. Il parametro relativo al costo netto del nuoto, COS, viene calcolato sottraendo dal valore di MO2 quello di MMR, per ogni velocità di nuoto considerata (Beamish, 1978). Rapporto 3.5 CESI A3/012506 Pag.10/43 Analisi statistica Per descrivere le relazioni tra prestazioni di nuoto e consumo di ossigeno durante gli esperimenti effettuati sono state applicate funzioni lineari ed esponenziali, identificando la funzione con il maggiore coefficiente di correlazione. Tutte le variabili sono state correlate mediante test ANOVA ad una via e T test. I risultati sono stati considerati significativi quando P risultava superiore a 0.05. Rapporto 4 CESI A3/012506 Pag.11/43 EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE AD AMMONIACA SULLA TROTA IRIDEA In questo capitolo vengono riportati i risultati della prova di esposizione di 6 trote iridee alla concentrazione di ammoniaca totale di 288 ± 15 µmol/L (ammoniaca libera: 20±1 µmol/L), contro un gruppo di controllo di 6 individui posti in acqua senza aggiunta di ammoniaca. 4.1 Risultati 4.1.1 Ammoniaca e pH nel plasma e nei tessuti La concentrazione di ammoniaca nel plasma degli individui esposti a 288 ± 15 µmol l-1 di ammoniaca totale è risultata, dopo 24 ore di nuoto a 0.75 bl s-1, significativamente elevata (tab.1); durante le prove di nuoto le concentrazioni tendono a ridursi a velocità di nuoto eccedenti 0.75 bl s-1 (fig.1). Fig. 1: ammoniaca totale nel plasma a diverse velocità di nuoto per diversi individui. I simboli vuoti si riferiscono a trote esposte ad ammoniaca, i simboli pieni a trote di controllo. Rapporto Fig. 2: CESI A3/012506 Pag.12/43 contenuto di ammoniaca totale (A), pH (B) ed ammoniaca libera nel plasma, a diverse velocità di nuoto per le trote esposte (barra vuota) e di controllo (barra piena). I dati si riferiscono alla velocità di nuoto di esposizione (0.75 bl s-1), a quella in cui hanno mostrato il valore minimo di ammoniaca nel plasma (lowest) e alla velocità critica (Ucrit). Il simbolo * indica una differenza significativa rispetto ai valori durante il nuoto a 0.75 BL s-1, mentre ‡ indica una differenza significativa rispetto ai valori di minima concentrazione di ammoniaca plasmatica. Il pH del plasma non è influenzato dall’esposizione ad ammoniaca (tab.1), ma diminuisce sensibilmente in entrambi i gruppi alla Ucrit (fig.2). Le concentrazioni di ammoniaca nel fegato e nelle branchie sono risultate superiori negli individui esposti rispetto al gruppo di controllo, mentre non sono state rilevate differenze significative né tra le concentrazioni di ammoniaca nel muscolo bianco dei due gruppi né nei valori di pHi dei tessuti (tab. 2). CESI Rapporto A3/012506 Pag.13/43 Tab. 1: Concentrazioni medie di ammoniaca nel plasma e pH nelle trote dopo 24 ore di nuoto a 0.75 bl s-1. La media è stata ottenuta su 6 individui sperimentali per entrambi i gruppi. * indica differenze significative degli individui esposti rispetto al controllo (t-test, p <0.05). Gruppo Controllo Gruppo Esposto 182.81 ± 29.78 435.85 ± 33.91* Plasma [NH3] (µmol l-1) 2.66 ± 0.60 7.01 ± 0.53* Plasma [NH4+] (µmol l-1) 180.15 ± 29.29 428.84 ± 33.57* 7.80 ± 0.05 7.87 ± 0.03 Ammoniaca totale nel plasma (µmol l-1) Plasma pH Tab. 2: Concentrazioni medie di ammoniaca (µmol g-1) e pH intracellulare in individui esposti e di controllo dopo nuoto a velocità Ucrit. La media è stata ottenuta su N = 6 in entrambi i casi. * indica una differenza significativa rispetto al controllo (t-test, p <0.05). Gruppo Controllo Gruppo Esposto Ammoniaca pHi Ammoniaca pHi Branchie 1.51 ± 0.39 6.987 ± 0.01 2.37 ± 0.11* 6.935 ± 0.03 Fegato 2.31 ± 0.34 6.800 ± 0.05 3.67 ± 0.24* 6.762 ± 0.04 Muscolo Bianco 1.75 ± 0.36 6.709 ± 0.04 1.95 ± 0.24 6.679 ± 0.08 4.1.2 Capacità natatoria Le trote esposte all’ammoniaca hanno mostrato una riduzione significativa, pari al 28%, della Ucrit rispetto al gruppo di controllo (tab.3). Gli aumenti progressivi della velocità di nuoto hanno portato ad un aumento esponenziale di MO2 sia nelle trote esposte sia in quelle di controllo, anche se vi sono differenze evidenti tra i due gruppi. Infatti i pesci esposti ad ammoniaca hanno mostrato un maggiore MO2 a tutte le velocità fino a 2 bl s-1, sebbene questa differenza non risulti statisticamente significativa (fig.3). CESI A3/012506 Pag.14/43 Assorbimento di O2 (mmol l-1) Rapporto Velocità di nuoto (bl s-1) Fig. 3: relazione tra velocità di nuoto e consumo di ossigeno per le trote esposte (cerchi) e il gruppo di controllo (quadrati). I valori di MMR sono maggiori nel gruppo esposto ad ammoniaca rispetto al gruppo di controllo. Tuttavia, l’AMR è significativamente inferiore nel gruppo esposto ad ammoniaca, a causa della minore Ucrit, evidenziando così una netta riduzione della capacità aerobica (tab.3). Entrambi i gruppi mostrano una relazione lineare tra la frequenza di battito della coda e la velocità di nuoto, ma complessivamente le frequenze sono pressoché uguali a tutte le velocità testate. E’ necessario comunque sottolineare che i controlli raggiungono in valore assoluto una frequenza maggiore, in virtù del fatto che raggiungono una maggiore Ucrit. Tab. 3: Valori medi dei parametri metabolici, di respirazione e di prestazioni di nuoto in fase di esercizio per la trota iridea alla velocità critica sia del gruppo di controllo sia di quello esposto ad ammoniaca. MMR, rateo di mantenimento metabolico; AMR, rateo metabolico attivo come massimo MO2 misurato; Ucrit, massima velocità di nuoto sostenibile. N = 6 in tutti i casi. * denota una differenza statisticamente significativa dal gruppo di controllo (t-test, p < 0.05). Gruppo Gruppo Controllo Esposto MMR (mmol O2 kg-1 h-1) 3.04 ± 0.86 5.65 ± 0.59* AMR (mmol O2 kg-1 h-1) 19.39 ± 1.68 13.63 ± 1.42* Capacità aerobica (mmol O2 kg-1 h-1) 6.38 ± 2.58 2.41 ± 0.61* Massima frequenza di battiti della coda (battute s-1 ) 3.77 ± 0.04 3.47 ± 0.12* Ucrit (bl s-1 ) 2.23 ± 0.15 1.61 ± 0.17* CESI Rapporto 4.2 A3/012506 Pag.15/43 Discussione E’ noto che gli stress ambientali possano interferire con il metabolismo aerobico delle trote sia come fattori di carico, che aumentano MMR (rateo di mantenimento metabolico) e riducono quindi la frazione di energia totale disponibile per il lavoro muscolare, sia come fattori limitanti, che riducono la capacità di aumentare la velocità metabolica e la possibilità di compiere lavoro muscolare, riducendo quindi AMR (rateo metabolico attivo, ovvero il massimo consumo di ossigeno durante l’attività di nuoto) (Brett, 1958). L’esposizione ad ammoniaca nel presente studio provoca in realtà effetti ben evidenti sul metabolismo aerobico della trota, che è associabile ad una riduzione della massima velocità sostenibile di nuoto (Ucrit). Le misure di metabolismo respiratorio e di frequenza di battiti della coda durante il nuoto hanno mostrato che l’esposizione per 24 ore a concentrazioni subletali di ammoniaca danno luogo sia ad effetti di carico sia ad effetti limitanti nella trota, con conseguente rilevante riduzione delle capacità aerobiche e delle prestazioni natatorie. E’ stato dimostrato che nei salmonidi MMR aumenta in seguito ad esposizione a concentrazioni tossiche subletali, come, ad esempio, bassi valori di pH (Wilson et al., 1994a) e di rame (Waiwood & Beamish, 1978, Beaumont et al., 1995a), o condizioni di salinità non ottimale (Morgan & Inawa, 1991). Tale incremento può essere dovuto a diversi fattori: risposta allo stress, aumento di meccanismi attivi e stato metabolico alterato dei tessuti. Tra l’altro, si è visto che nei salmonidi l’esposizione ad ammoniaca porta al rilascio di cortisolo (Knoph & Olsen, 1994), il cui aumento nel plasma si riflette in un’attivazione del metabolismo basale (Morgan & Inawa, 1996). E’ stato inoltre riportato che l’esposizione a bassi valori di pH porta ad un aumento di MMR e ad una diminuzione di Ucrit nella trota iridea, e ciò potrebbe essere una conseguenza dei costi metabolici per la iono-regolazione, in quanto l’aumento dell’escrezione attiva di ammoniaca può richiedere un aumento della velocità metabolica omeostatica (Wilson et al., 1994b); d’altra parte, studi recenti hanno dimostrato che i costi metabolici dello scambio attivo di ioni sono energeticamente molto bassi in acqua dolce (Kirschner, 1995; Morgan & Inawa, 1999). La riduzione di AMR, che rappresenta un fattore limitante, verificatasi nel gruppo di trote esposte ad ammoniaca, può essere una conseguenza del danneggiamento delle branchie, che ostacola lo scambio di gas attraverso un aumento della distanza di diffusione e una riduzione dell’area disponibile per l’assorbimento di ossigeno. Inoltre è stato dimostrato che l’ammoniaca limita le prestazioni di nuoto in seguito agli effetti dello ione ammonio sullo stato metabolico ed elettrofisiologico dei muscoli (Beaumont et al. 2000a, 2000b), in quanto esso sostituisce lo ione potassio nei meccanismi di scambio ionico (Towle & Holleland, 1987). Tali effetti si basano su una parziale depolarizzazione del muscolo, che è stata valutata determinando i potenziali di membrana (EM) per l’ammoniaca intra- ed extracellulare attraverso l’equazione di Nernst: EM [ [ + RT NH 4 = − ln + zF NH 4 ] ] i e dove R è la costante dei gas, T è la temperatura in gradi Kelvin, z è la valenza, F è la costante di Faraday e i pedici “i” ed “e” indicano le concentrazioni interne ed esterne rispettivamente. L’uso delle concentrazioni intracellulari ed extracellulari dello ione ammonio per il calcolo del potenziale di membrana è basato sull’assunzione che la permeabilità della membrana all’ammoniaca libera sia relativamente alta rispetto a quella per lo ione ammonio e che esse siano inalterate in seguito all’esposizione ad ammoniaca. Beaumont et al. (2000b) hanno misurato direttamente EM nei muscoli e hanno confermato sperimentalmente la predetta depolarizzazione. Il verificarsi di una depolarizzazione Rapporto CESI A3/012506 Pag.16/43 del muscolo rosso nelle trote esposte ad ammoniaca nel presente studio può aver limitato la capacità di lavoro aerobico e la riduzione di AMR. Beaumont et al. (2000a) hanno misurato un potenziale di membrana in condizioni di riposo pari a – 86.5 ± 2.9 mV e -52.2 ± 4.9 mV rispettivamente in pesci di controllo e pesci esposti a rame in ambiente acido. Calcolando i potenziali di membrana dalle concentrazioni di ammoniaca nel plasma e nel muscolo bianco con l’equazione di Nernst nel nostro caso, otteniamo che alla Ucrit i potenziali sono -60.3 ± 6.8 mV e -34.9 ± 2.8 mV rispettivamente nei pesci di controllo e nei pesci esposti, valori differenti in modo significativo e che indicano che il muscolo bianco dei pesci esposti era notevolmente depolarizzato. Deve essere tuttavia notato che le misure di Beaumont già citate sono state effettuate in condizioni di riposo mentre nel presente studio sono state rilevate a Ucrit. E’ necessario considerare, comunque, che quando il muscolo è sotto sforzo l’ammoniaca viene probabilmente prodotta in seguito a processi catabolici all’interno delle cellule muscolari, e ciò pone delle limitazioni all’applicazione dell’equazione di Nernst, dato che quest’ultima presuppone uno stato di equilibrio. D’altra parte, date le notevoli differenze dei potenziali di membrana calcolati ad Ucrit, si può sostenere che si sia verificata una effettiva depolarizzazione del muscolo. I potenziali ottenuti nel presente studio, calcolati ad Ucrit, sono, in valore assoluto, nettamente inferiori rispetto a quelli riportati in letteratura, ottenuti in condizione di riposo (Beaumont et al., 2000a); ciò è probabilmente dovuto ad un incremento del flusso di K+ dallo spazio intracellulare del muscolo in contrazione durante l’attività, che può portare sino al dimezzamento del potenziale rispetto ai valori di riposo (Sjogaard, 1991). La depolarizzazione può anche essere generata dall’acidificazione dei tessuti durante l’attività motoria, in quanto l’aumento della concentrazione degli idrogenioni intracellulari dà luogo ad un progressivo aumento dei potenziali di membrana. Nel caso di esposizione a valori subletali di pH, in cui si verifica, come sopra riportato, un accumulo di ammoniaca nelle trote esposte e una diminuzione della capacità di nuoto, è stato evidenziato che il muscolo bianco non viene utilizzato (Day & Butler, 1996). Poiché dati pregressi indicano che nella trota iridea il muscolo bianco interviene nell’attività quando il nuoto raggiunge almeno l’80% della Ucrit (Taylor et al., 1995), la depolarizzazione delle membrane delle fibre di tale muscolo può aver inibito qualsiasi suo contributo alle prestazioni, con conseguente riduzione della velocità massima sostenibile e della frequenza dei battiti della coda. E’ interessante notare che, in accordo con questa ipotesi, le concentrazioni di ammoniaca al raggiungimento delle Ucrit nelle fibre del muscolo bianco erano molto simili tra esposti e controlli. Sembra che l’ammoniaca si possa accumulare nel muscolo, durante l’esercizio, fino ad una concentrazione limite che interferisce con il suo funzionamento, ostacolando quindi la capacità del pesce di mantenere il nuoto a velocità superiori. E’ possibile che i pesci esposti abbiano raggiunto questo valore limite, in risposta all’aumento di concentrazione dello ione ammonio nel plasma, prima dei controlli e, in seguito, non siano stati in grado di raggiungere le stesse velocità massime. Anche il sistema nervoso può essere vulnerabile alla depolarizzazione indotta dagli ioni NH4+; d’altra parte, se ciò si fosse verificato nel presente studio, si avrebbe potuto dedurre che la trasmissione nervosa sia influenzata a tutti i livelli di attività e non solo nel range superiore, come nel caso della Ucrit. Studi recenti sulla trota fario esposta a rame a bassi valori di pH (con elevate concentrazioni di ammoniaca nel plasma) hanno dimostrato che una stimolazione elettrica periferica induce una contrazione muscolare, facendo quindi supporre la piena funzionalità del sistema nervoso fosse funzionale (dati non mostrati). Dai dati sperimentali si può notare una diminuzione della concentrazione di ammoniaca nel plasma durante la fase di nuoto sia nel controllo che nel gruppo esposto (fig.2). In particolare ben 5 individui su 6, tra quelli esposti, evidenziavano questo andamento, mentre il sesto pesce manteneva una concentrazione di ammoniaca costante fino alla velocità critica (tutti gli individui indagati hanno evidenziato un aumento di concentrazione ad Ucrit). Le velocità alle quali si è verificata la massima diminuzione di concentrazione erano differenti da individuo a individuo, probabilmente dipendenti dalla variabilità biologica naturale. Nell’ipotesi che con le misure effettuate siano state determinate realmente le concentrazioni minime per ogni pesce, la diminuzione media dei valori massimi risulta pari a Rapporto CESI A3/012506 Pag.17/43 12.64±4.01 µmol l-1 per il gruppo esposto e a 36.42±10.68 µmol l-1 per il gruppo di controllo. Nel gruppo esposto la diminuzione di concentrazione è statisticamente significativa rispetto ai valori misurati a 0.75 bl s-1 (fig.2a). Nei controlli, la riduzione di concentrazione di ammoniaca nel plasma durante l’esercizio aerobico può essere dovuta all’aumento della vasodilatazione nelle branchie, del flusso di sangue nelle branchie e del flusso di acqua che scorre sulle branchie, e, di conseguenza, della diffusione di ammoniaca stessa. D’altra parte la riduzione di ammoniaca plasmatica negli individui esposti sembra essere contro un gradiente diffusivo; secondo il calcolo delle concentrazioni di ammoniaca libera, infatti, tali pesci potrebbero aver escreto ammoniaca contro un gradiente di 12.83 µmol l-1, in seguito ad attività di nuoto per una notte a 0.75 bl s-1, e di 13.44 µmol l-1 quando si aveva la minore concentrazione di ammoniaca plasmatica. La riduzione di quest’ultima può essere legata ad un aumento dell’escrezione attiva dello ione ammonio, che in acque dolci può essere scambiato con un H+ (Wilson et al., 1992); è tuttavia possibile che nel microambiente acido delle branchie l’escrezione avvenga anche sotto forma di NH3 (Wilson et al., 1994b). Ciò comporta che il procedimento del calcolo dei gradienti sia inadeguato, perché è basato sia sulle condizioni acido-base del sistema acquatico complessivo, anziché all’interfaccia branchie-ambiente esterno, sia sul pH del sangue arterioso e non di quello venoso. Su questo argomento c’è comunque, nell’ambito della comunità scientifica, un dibattito aperto, in quanto vi sono prove sperimentali che confermano escrezione di NH4+ ed NH3 contro un gradiente di concentrazione esterno (Salama et al., 1999; Randall et al., 1999). I risultati ottenuti da questa prova indicano che: - - - l’esposizione della trota iridea a concentrazioni sub-letali di ammoniaca provoca una diminuzione della capacità natatoria del pesce attraverso effetti multipli, e probabilmente interattivi, dovuti all’accumulo di ammoniaca in diversi tessuti del pesce stesso; l’incremento di MMR e il decremento di AMR provocano una netta riduzione della capacità aerobica dei pesci: ciò indica che si verifica una riduzione della frazione di energia totale disponibile per il lavoro muscolare e l’impossibilità di aumentare la velocità metabolica. In particolare la riduzione di AMR può indicare uno stato alterato del muscolo rosso, che limita il lavoro massimo e quindi l’assorbimento di ossigeno; lo ione ammonio induce una depolarizzazione della membrana delle fibre del muscolo bianco e ne inibisce il funzionamento al raggiungimento delle massime velocità sostenibili i pesci esposti risultano in grado, durante il nuoto, di espellere attivamente ammoniaca contro un gradiente di concentrazione, probabilmente allo scopo di migliorare le proprie capacità di nuoto. Qualunque sia la spiegazione di tutti questi effetti, i fenomeni osservati sono comunque di grande rilevanza ambientale, perché la capacità di nuoto dei pesci è fondamentale per la loro presenza nell’ambiente, in modo particolare per le trote che colonizzano normalmente tratti torrentizi in cui, in coincidenza con precipitazioni meteoriche o discioglimento delle nevi, le velocità del flusso delle acque richiede al pesce di essere in “perfetta forma” per poter resistere nel proprio habitat. Rapporto 5 CESI A3/012506 Pag.18/43 EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE AD AMMONIACA SULLA TROTA FARIO Come riportato nel paragrafo precedente, è stato verificato che l’esposizione ad alte concentrazioni di ammoniaca riduce le prestazioni di nuoto nella trota iridea. Si è quindi proseguita la sperimentazione con una serie di prove finalizzate alla verifica degli effetti del medesimo fattore di pressione sulla trota fario (Salmo trutta), specie autoctona dei torrenti alpini italiani. In questo caso le prove sono state organizzate in modo da ottenere elementi per approfondire la conoscenza dei meccanismi che sono alla base della tossicità associata all’ammoniaca. Nello specifico sono state utilizzate diverse concentrazioni di esposizione, in modo da evidenziare l’esistenza di relazioni lineari nei confronti della concentrazione plasmatica di ammoniaca e delle prestazioni di nuoto. Inoltre sono stati rilevati parametri metabolici e fisiologici di plasma e tessuti sia in condizioni di riposo sia sotto sforzo. Gruppi sperimentali di 6 pesci ciascuno sono stati esposti a tre diverse concentrazioni di ammoniaca espresse come NH4Cl: ¾ 2 ± 1 µmol l-1 (fondo=controllo) ¾ 98 ± 6 µmol l-1 (Bassa Ammoniaca=BA) ¾ 210 ± 11 µmol l-1 (Alta Ammoniaca=AA) La concentrazione massima di esposizione per le fario è stata fissata ad un livello inferiore a quella utilizzata per le iridee, in quanto, per quella concentrazione (288µmol/L), le fario presentavano effetti di tossicità acuta, con elevata mortalità. Inoltre, nel caso delle trote fario, vista la loro apparente maggiore sensibilità alla manipolazione, le misure respirometriche sono state eseguite su un gruppo a parte, rispetto ai soggetti utilizzati per i prelievi di plasma. In tale gruppo, i pesci non sono stati incannulati per evitare una possibile inibizione nelle prestazioni di nuoto o riduzione del consumo di ossigeno in seguito allo stress dovuto all’operazione chirurgica. Durante l’esposizione, i pesci sono stati mantenuti in un contenitore di plexiglas. Dopo la prova di nuoto, una volta raggiunta la velocità critica, tutti i pesci sono stati sacrificati per il prelievo dei tessuti da analizzare. I risultati ottenuti sono di seguito riportati. 5.1 5.1.1 Risultati Ammoniaca plasmatica e tissutale Nei pesci esposti per 24 ore ad ammoniaca si raggiungevano, per entrambi i livelli di esposizione, concentrazioni di ammoniaca plasmatica significativamente elevate (tab. 4). Nei tessuti, prelevati sia da pesci esposti a riposo, sia da pesci esposti e sottoposti a prove di nuoto, sono state evidenziate variazioni significative rispetto al controllo solo per: pesci a riposo: aumento di ammoniaca nel muscolo bianco solo per l’esposizione ad AA pesci portati ad Ucrit: aumento di ammoniaca nel muscolo bianco, analogo per AA e BA aumento di ammoniaca nel muscolo rosso, più marcato per AA rispetto a BA. Nel cuore e nel cervello, invece, non si sono riscontrate variazioni correlabili alle differenti esposizioni o allo stato di attività dei pesci (fig. 4). CESI Rapporto Tab.4: A3/012506 Pag.19/43 Valori di concentrazioni di ammoniaca, lattato e pH plasmatici, pressione parziale di ossigeno nel sangue e contenuto totale di ossigeno, espressi come media ± ds, in trote fario a riposo, dopo esposizione ad acqua normossica senza aggiunta di ammoniaca (controlloconcentrazione di fondo), a 98 ± 6 (bassa ammoniaca) e 210 ± 11 µmoli l-1 (alta ammoniaca). Il simbolo ° indica una differenza significativa rispetto al controllo. Ammoniaca plasmatica (µmol l-1) Lattato plasmatico (mmol l-1) pH plasmatico PaO2 (mmHg) CaO2 (vol.%) Controllo 133.6 ± 29.2 0.55 ± 0.20 7.825 ± 0.060 104.2 ± 13.9 8.5 ± 1.4 Bassa Ammoniaca 386.0 ± 41.5 º 1.72 ± 0.53 7.844 ± 0.062 102.3 ± 8.6 8.8 ± 0.9 Alta Ammoniaca 771.3 ± 92.2 º 1.30 ± 0.49 7.933 ± 0.065 96.2 ± 9.4 10.4 ± 1.0 6 a * Concentrazione ammoniaca (µmol l-1) 5 4 º 3 2 1 0 Muscolo bianco Muscolo rosso Cuore Cervello Fig. 4: concentrazione di ammoniaca (media ± ds) in vari tessuti delle trote fario a riposo (barre lisce) e dopo sforzo (portate alla Ucrit,, barre punteggiate) ed esposizione a: bianco (controllo, barre bianche); 98 ± 6 µmol l-1 di ammoniaca (barre rosse); 210 ± 11 µmol l-1 di ammoniaca (barre a blu). Il simbolo ° indica differenze significative rispetto al controllo , il simbolo indica differenze significative tra i pesci a riposo e dopo sforzo, il simbolo * indica differenze significative rispetto ai pesci esposti a bassa ammoniaca. CESI Rapporto A3/012506 Pag.20/43 L’aumento di ammoniaca plasmatica, inoltre, è stato concomitante ad una riduzione lineare della velocità massima di nuoto, Ucrit (fig.5). Ucrit (BL s-1) 3. presente studio S. trutta 2. 2. 1. 1. 0. 0. 20 40 60 80 100 Ammoniaca plasmatica (µmol l-1) Fig. 5: relazione lineare tra Ucrit e ammoniaca plasmatica nelle trote fario nel presente studio (cerchi neri, linea di tendenza nera) confrontata con dati pregressi di letteratura (Beaumont et al., 1995b; linea rossa). 5.1.2 pH intra- ed extracellulare Il pH plasmatico e intracellulare non veniva influenzato dall’esposizione alle diverse concentrazioni di ammoniaca e dallo stato di attività dei pesci (tab.4). 5.1.3 Potenziale di membrana In seguito ad esposizione all’ammoniaca si è verificata una parziale ma significativa depolarizzazione di tessuti quali muscolo bianco, cuore e cervello del pesce a riposo. Il potenziale di membrana del muscolo rosso, sempre nel pesce a riposo, sembra invece non modificarsi in seguito ai differenti trattamenti (fig.6). CESI Rapporto Muscolo bianco Muscolo rosso A3/012506 Cuore Pag.21/43 Cervello EM (mV) 0 -30 º -60 º º º º -90 Fig. 6 Potenziale di membrana calcolato (media ± ds) ) in vari tessuti delle trote fario a riposo ed esposte per 24 ore a : bianco (controllo, barre bianche); 98 ± 6 µmol l-1 di ammoniaca (barre blu); 210 ± 11 µmol l-1 di ammoniaca (barre rosse). Il simbolo ° indica differenze significative rispetto al controllo. 5.1.4 Lattato plasmatico e tissutale Il lattato plasmatico non viene influenzato dall’esposizione all’ammoniaca (tab.4), mentre si assiste ad un suo aumento significativo nel muscolo bianco, nel cuore e nel cervello in seguito ad esposizione a 210 µmol l-1 di NH3 . Dopo il nuoto, tutti i pesci mostravano concentrazioni simili di lattato nel muscolo bianco e rosso e nel cervello, e solo nel cuore si verificavano incrementi significativi (fig.7). Non si sono verificate differenze nei trattamenti per quanto riguarda la PaO2 e la CaO2 (tab. 4). CESI Rapporto Concentrazione di lattato (mmol g-1) 30 A3/012506 Pag.22/43 a 25 20 15 º 10 º º 5 0 Muscolo bianco Muscolo rosso Cuore Cervello Fig. 7: concentrazione di lattato (media ± ds) ) in vari tessuti delle trote fario a riposo (barre lisce) e dopo sforzo (barre punteggiate) esposte per 24 ore a : bianco (controllo, barre bianche); 98 ± 6 µmol l-1 di ammoniaca (barre blu); 210 ± 11 µmol l-1 di ammoniaca (barre rosse). Il simbolo ° indica differenze significative rispetto al controllo, il simbolo a indica differenze significative tra i pesci a riposo e dopo sforzo. 5.1.5 Respirometria e capacità di nuoto Gli incrementi della velocità di nuoto si riflettevano in un aumento del consumo di ossigeno in tutti i pesci considerati. A parità di velocità di nuoto, l'esposizione a 98 µmol l-1 aumentava MO2 rispetto ai controlli e alla concentrazione superiore l’aumento era più consistente. Analogamente, l’esposizione ad entrambe le concentrazioni di ammoniaca aumentava il costo dell’attività natatoria rispetto ai controlli e provocava una diminuzione della Ucrit (tab.5). Come si osserva dai dati, i parametri MMR, AMR e capacità aerobica non subiscono variazioni; in particolare il valore di AMR (consumo metabolico corrispondente alla massima velocità sostenibile di nuoto) risulta inalterato per effetto della minore velocità di nuoto raggiunta negli individui esposti (fig. 8). CESI Rapporto Tab.5 A3/012506 Pag.23/43 Valori relativi a parametri metabolici, respiratori e di abilità natatoria in trote fario portate alla Ucrit in seguito ad esposizione ad acqua normossica senza aggiunta di ammoniaca (controllo), a 98 ± 6 e 210 ± 11 µmoli l-1 di ammoniaca. Il simbolo ° indica una differenza significativa rispetto al controllo. Ucrit (bl s-1) MMR (mmol O2 kg-1 h-1) AMR (mmol O2 kg-1 h-1) Capacità aerobica Massima frequenza battiti coda (battiti s-1) Controllo 2.24 ± 0.15 2.62 ± 0.39 12.32 ± 2.50 4.81 ± 0.54 4.90 ± 0.31 Bassa ammoniaca 1.46 ± 0.09 º 2.43 ± 0.49 10.82 ± 1.87 4.60 ± 0.58 2.85 ± 0.40 º Alta ammoniaca 1.08 ± 0.16 º 3.15 ± 1.50 13.82 ± 7.18 3.95 ± 0.53 2.60 ± 0.25 º L’esame delle frequenze dei battiti della coda indica che non vi sono variazioni significative tra i pesci sottoposti ai differenti trattamenti. La massima frequenza ottenuta viene ridotta notevolmente in seguito ad esposizione ad entrambe le concentrazioni di ammoniaca, probabilmente perchè i controlli raggiungono una maggiore Ucrit (tab.5). a -1 -1 MO2 (mmol O2 kg h ) 45 b 30 b 15 0 0,00 0,33 0,67 1,00 1,33 1,67 2,00 2,33 2,67 3,00 -1 Velocità di nuoto (BL s ) Fig.8: relazione tra velocità di nuoto e consumo di ossigeno (MO2) in trote fario esposte per 24 ore a: bianco in normossia (controllo, cerchi scuri); 98 ± 6 µmol l-1 di ammoniaca (triangoli verdi); 210 ± 11 µmol l-1 di ammoniaca (quadrati rossi). I gruppi sperimentali erano composti da sei individui, tranne nel caso di esposizione ad alta concentrazione di ammoniaca, in cui erano cinque. Il simbolo a denota una differenza significativa tra controllo e bassa ammoniaca e b tra controllo e alta ammoniaca. Rapporto CESI A3/012506 Pag.24/43 Il comportamento nel nuoto era significativamente differente nei pesci esposti a 210 µmol l-1 di ammoniaca rispetto a tutti gli altri, evidenziando una sorta di adattamento allo stress indotto. Infatti in tali condizioni i pesci, a velocità relativamente basse, tendono a riposarsi nella parte posteriore del respirometro e, quando spinti a farlo, nuotano per un breve periodo, prima di riposarsi nuovamente. Quando la velocità di nuoto aumenta, il periodo di nuotata sembra ridursi e quelli di riposo diventano più frequenti. Non è possibile evidenziare lo stesso andamento nella frequenza dei battiti della coda, anche perché le conte non discriminavano i periodi di nuoto e riposo; ciò infatti sarebbe difficilmente attuabile in maniera accurata soprattutto quando il nuoto è portato ad alte velocità. 5.2 Discussione Questo studio dimostra che esiste una relazione lineare tra ammoniaca plasmatica e prestazioni di nuoto nella trota fario esposta a elevate concentrazioni di ammoniaca. Tale relazione era già stata precedentemente riportata, oltre che nel paragrafo precedente relativo alle trote iridee, anche per trote fario esposte a rame a bassi valori di pH, e conferma che la riduzione osservata può derivare da un accumulo di ammoniaca (Beaumont et al., 1995b). La riduzione di Ucrit di pesci esposti ad ammoniaca non sembra essere conseguenza né di fattori limitanti, né di fattori di carico: ciò risulta in contrasto con quanto sopra riportato per la trota iridea, dove invece si verificano una riduzione di AMR (che rappresenta un fattore limitante), e un incremento di MMR (che rappresenta un fattore di carico). La riduzione della capacità di nuoto è stata precedentemente associata ad un aumento della concentrazione dell’ammoniaca plasmatica in seguito ad esposizione a bassi valori di pH (Day & Butler, 1996), a rame associato a bassi valori di pH (Beaumont et al., 1995b, 2000a e 2000b), e, come riportato nel capitolo precedente, ad ammoniaca, relativamente alla trota iridea. Si può ipotizzare che tale riduzione sia dovuta a due fattori principali: da una parte la depolarizzazione del potenziale di membrana delle fibre del muscolo bianco, che interviene nell’attività natatoria, e dall’altra l’effetto distruttivo dello ione ammonio su diverse vie metaboliche. Il potenziale di membrana dipende dall’instaurarsi di concentrazioni differenti di potassio e sodio intraed extracellulari, grazie all’attività della pompa Na/K ATPasi, presente in tutte le membrane cellulari. La parziale depolarizzazione di tale potenziale può essere il risultato della sostituzione dello ione potassio con lo ione ammonio nella pompa sopra citata, che altera l’equilibrio nel gradiente di concentrazione di potassio attraverso la membrana cellulare e di conseguenza il potenziale di membrana stesso (Randall et al., 1999). E’ stato dimostrato che una depolarizzazione compresa tra –55 e –45 mV provoca la perdita dell’eccitabilità elettrica (Jenerick, 1956); sulla base di tale considerazione, dai valori di potenziali di membrana calcolati in questo studio si può dedurre che il muscolo bianco dei soggetti esposti ad alte concentrazioni di ammoniaca abbia una eccitabilità praticamente nulla e, di conseguenza, vi sia un suo minore coinvolgimento, rispetto ai controlli, nell’attività di nuoto. Durante l’esercizio, l’ammoniaca potrebbe essere prodotta dalle cellule del muscolo in attività in seguito a deaminazione dell’AMP (adenosina 5’-monofosfato) nel ciclo della degradazione dei nucleotidi purinici (Weicker et al., 1990; Mommsen & Hochachka, 1988). In effetti, i pesci del gruppo del controllo sottoposti ad esercizio del presente studio sono caratterizzati da concentrazioni di ammoniaca tissutale superiore rispetto a quelli mantenuti a riposo: la concentrazione di ammoniaca nei tessuti può quindi dare un’indicazione del lavoro muscolare durante l’attività di nuoto. Il muscolo bianco dei pesci esposti alle due concentrazioni di ammoniaca e fatti nuotare alla Ucrit era caratterizzato da valori simili di ammoniaca, mentre nei pesci mantenuti a riposo si aveva una concentrazione maggiore in seguito ad esposizione a 210 µmol l-1. Questo suggerisce che il muscolo bianco in attività dei pesci esposti alla Rapporto CESI A3/012506 Pag.25/43 concentrazione inferiore di ammoniaca potrebbe aver prodotto una maggiore quantità di ammoniaca endogena rispetto a pesci esposti a quella superiore, e che quindi il muscolo bianco sia stato maggiormente utilizzato per il nuoto. E’ possibile che l’ammoniaca venga prodotta sino ad una concentrazione soglia, quando il muscolo è in condizioni di affaticamento o di depolarizzazione, e che i pesci esposti ad alte concentrazioni di ammoniaca potrebbero raggiungere tale soglia prima dei controlli. Il fatto che l’esposizione all’ammoniaca provochi un incremento nel costo del nuoto e del consumo di ossigeno può essere indicativo di un utilizzo maggiore del muscolo rosso, in gran parte aerobico, per tutta la durata del test Ucrit. Questo comportamento, piuttosto insolito nel pesce in condizioni normali, probabilmente permette un recupero dall’affaticamento e dall’instaurarsi di processi anaerobici nel muscolo rosso, che impedirebbero al pesce di continuare a nuotare. Tra l’altro, i periodi brevi ma ripetuti in cui il pesce si riposa potrebbero in qualche modo ripristinare lo stato metabolico bilanciato del tessuto. L’evidenza sperimentale indica che il muscolo rosso non viene depolarizzato significativamente rispetto ai controlli; d’altra parte è necessario considerare che ciò potrebbe essere una conseguenza dell’alta variabilità del potenziale di membrana calcolato nei controlli stessi. Questo studio ha anche evidenziato una parziale ma significativa depolarizzazione del cuore e del cervello dei pesci esposti all’ammoniaca, i cui effetti sulle capacità di nuoto sarebbero evidenti. In particolare la depolarizzazione del cuore limiterebbe le prestazioni, in misura minore probabilmente per le basse velocità, ma in modo marcato quando aumenta la richiesta di energia. I dati presentati indicano che la depolarizzazione delle fibre muscolari è il fattore che controlla la capacità di nuoto. In ogni caso, indagini ulteriori in relazione allo stato metabolico dei tessuti rivelano che l’ammoniaca può agire su diverse vie metaboliche, interferendo così nelle prestazioni natatorie. In condizioni aerobiche, i prodotti della glicolisi nel muscolo rosso seguono normalmente la via metabolica del ciclo di Krebs, venendo quindi completamente ossidati a CO2, senza dare luogo ad accumuli di lattato. E’ improbabile che la limitazione della disponibilità di ossigeno, dovuta al danneggiamento branchiale indotto, sia la causa, in quanto non si assiste a riduzioni di PaO2 e CaO2, anche se ciò potrebbe avvenire nel caso in cui il cuore non sia in condizioni fisiologiche ottimali in seguito alla depolarizzazione delle sue fibre muscolari. In alternativa, l’elevata concentrazione di lattato nel muscolo rosso dei pesci a riposo esposti ad alte concentrazioni di ammoniaca potrebbe essere una conseguenza degli effetti dello ione ammonio sui processi metabolici di questo tessuto. L’accumulo di lattato infatti potrebbe risultare anche da un incremento della glicolisi, in quanto è stato dimostrato che lo ione ammonio ha un effetto stimolante sulla fosfofruttochinasi (Sudgen & Newsholme, 1975; Beaumont et al., 2000a). In questo modo si verificherebbe una produzione di piruvato in eccesso rispetto a quanto viene ossidato nei mitocondri, che quindi verrebbe convertito a lattato, dando luogo ad accumulo nelle cellule. Un’altra possibilità deriva dall’effetto inibitore dello ione ammonio sul ciclo di Krebs. Infatti esso può interferire nella conversione del piruvato ad acetil-Coenzima A, e quindi nell’avvio del ciclo, per inibizione del complesso enzimatico della piruvato deidrogenasi (Katunuma et al., 1996); inoltre inibisce anche i complessi isocitrato e α-chetoglutarato deidrogenasi, da cui risulta una limitazione della produzione di energia e dell’efficienza del ciclo stesso, con effetti negativi sul metabolismo aerobico. In conclusione, questo studio ha rivelato che esiste una relazione lineare tra la concentrazione di ammoniaca plasmatica e la riduzione delle prestazioni di nuoto nella trota fario, dovuta ad un insieme di fattori: - la depolarizzazione del cervello, che può impedire il controllo nervoso; la depolarizzazione del muscolo bianco, che può limitare il suo intervento alle alte velocità di nuoto, costringendo il pesce a continuare ad utilizzare il muscolo rosso per il nuoto; Rapporto - 6 CESI A3/012506 Pag.26/43 la depolarizzazione del cuore, che può limitare la capacità di nuoto attraverso la riduzione del rilascio di ossigeno ai tessuti locomotori e dare luogo all’instaurarsi di affaticamento muscolare; la riduzione dell’efficienza delle vie metaboliche aerobiche e anaerobiche, che può compromettere l’abilità del tessuto muscolare. CONFRONTO DEGLI EFFETTI DELL’ ESPOSIZIONE AD AMMONIACA SU TROTA FARIO ED IRIDEE Come già evidenziato nei capitoli precedenti, sia nella trota fario sia nella trota iridea esiste una relazione inversa tra concentrazione di ammoniaca plasmatica e massima velocità di nuoto sostenibile. E’ possibile, d’altra parte, evidenziare alcune differenze nel comportamento delle trote considerate in seguito ad esposizione ad ammoniaca, come si evince dai diagrammi riportati in Fig. 9. Nella Fig. 9A si osserva che la trota iridea necessita di una maggiore concentrazione di ammoniaca nell’acqua di esposizione per ottenere lo stesso grado di riduzione della capacità di nuoto, indicando una maggiore tolleranza alla presenza di ammoniaca nell’ambiente esterno. Nella Fig. 9B è riportato l’andamento della concentrazione di ammoniaca nel plasma al variare della concentrazione di ammoniaca totale nell’acqua: si osserva che, a parità di concentrazione esterna, la trota iridea presenta livelli di ammoniaca plasmatica inferiori rispetto alla trota fario. Inoltre, riportando i dati di concentrazione in termini di ammoniaca libera (Fig. 9C), si rileva che nel plasma delle trote iridee essa è inferiore anche a quella dell’acqua di esposizione (7.01 rispetto a 20 µmol l-1), mentre nella trota fario le concentrazioni sono in equilibrio; ciò rivela la presenza, nelle prime, di un processo di regolazione della concentrazione dell’ammoniaca plasmatica contro un gradiente di concentrazione. Tale processo può verificarsi grazie a due diversi meccanismi: una maggiore capacità di escrezione attiva dello ione ammonio (Wilson & Taylor, 1992; Randall et al., 1999), da una parte, e dall’altra la possibilità di modificare il microambiente branchiale, creando, ad esempio, uno strato superficiale più acido e quindi riducendo la concentrazione di ammoniaca plasmatica nelle cellule epiteliali delle branchie stesse (Wilson et al. 1994b; Salama et al. 1999). CESI Rapporto A3/012506 Pag.27/43 Ucrit (bodylengths s-1) 2.5 2.0 1.5 1.0 (A) 0.5 plasma [ammonia] (µmol l-1) 0 100 200 300 acqua [ammonia] (µmol l-1) 800 600 400 200 (B) 0 0 100 200 300 plasma [ NH3 ] (µmol l-1) acqua[ammonia] (µmol l-1) 15 10 5 (C) 0 0 10 20 acqua [ NH3 ] (µmol l-1) Fig. 9: relazione tra concentrazione di ammoniaca nell’acqua di esposizione e Ucrit (A), ammoniaca totale plasmatica arteriosa (B) e ammoniaca libera plasmatica (C) in trota fario (simboli chiari) e trota iridea (simboli scuri). Per quanto riguarda i parametri fisiologici e metabolici, si notano delle variazioni sostanziali tra le due specie dopo esposizione ad ammoniaca. Infatti, se da una parte aumenta per entrambe il costo del nuoto Rapporto CESI A3/012506 Pag.28/43 e diminuisce la massima velocità sostenibile, dall’altra si assiste per la trota iridea ad una variazione dei parametri AMR e MMR e per la fario ad una maggiore diminuzione della velocità massima sostenibile e della frequenza dei battiti della coda (tab. 6). Tab. 6: Valori medi dei parametri metabolici, di respirazione e di prestazioni di nuoto in fase di esercizio per trota iridea e fario alla velocità critica sia del gruppo di controllo sia di quello esposto ad alte concentrazioni di ammoniaca. MMR, rateo di mantenimento metabolico; AMR, rateo metabolico attivo come massimo MO2 misurato; Ucrit, massima velocità di nuoto sostenibile. * denota una differenza statisticamente significativa dal gruppo di controllo (t-test, p < 0.05). Trota iridea MMR (mmol O2 kg-1 h-1) AMR (mmol O2 kg-1 h-1) Capacità aerobica (mmol O2 kg-1 h-1) Massima frequenza di battiti della coda (battute s-1 ) Ucrit (bl s-1 ) Trota fario Gruppo Controllo Gruppo Esposto Gruppo Controllo Gruppo Esposto 3.04 ± 0.86 5.65 ± 0.59* 2.62 ± 0.39 3.15 ± 1.50 19.39 ± 1.68 13.63 ± 1.42* 12.32 ± 2.50 13.82 ± 7.18 6.38 ± 2.58 2.41 ± 0.61* 4.81 ± 0.54 3.95 ± 0.53 3.77 ± 0.04 3.47 ± 0.12* 4.90 ± 0.31 2.60 ± 0.25* 2.23 ± 0.15 1.61 ± 0.17* 2.24 ± 0.15 1.08 ± 0.16* È stata dunque rilevata una diversa abilità natatoria delle due specie quando esposte a concentrazioni subletali di ammoniaca: in particolare le migliori performance di nuoto della trota iridea sono collegate a una maggiore capacità di limitare l’accumulo di ammoniaca, presumibilmente grazie a un efficiente meccanismo di escrezione attiva. Il diverso comportamento evidenziato indicherebbe quindi delle differenze interspecifiche nella permeabilità e nel trasporto dell’ammoniaca e, in particolare, una maggiore vulnerabilità della trota fario rispetto alla iridea. Rapporto 7 CESI A3/012506 Pag.29/43 EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE AD AMMONIACA IN CONDIZIONI DI IPOSSIA SU TROTA FARIO Se da una parte è già stato dimostrato, in letteratura e nei precedenti paragrafi, come l’ammoniaca riduca la capacità di nuoto dei pesci attraverso la distruzione dello stato metabolico ed elettrofisiologico dei tessuti, dall’altra è noto che l’ipossia influenzi le prestazioni limitando la capacità aerobica, ovvero attraverso la riduzione della capacità di incrementare il processo di fosforilazione ossidativa quando aumenta la richiesta di energia (Dahlberg et al., 1968). Dato che spesso nell’ambiente concentrazioni elevate di ammoniaca sono associate a fenomeni di ipossia, soprattutto a causa della degradazione batterica della sostanza organica, questo studio ha come obiettivo quello di verificare se l’esposizione ad entrambe le condizioni abbia effetti additivi sulle capacità di nuoto di pesci migratori come le trote. Di seguito vengono riportati le fasi sperimentali seguite e i risultati ottenuti. 7.1 Risultati Lo studio è stato suddiviso in quattro diverse prove di sei gruppi di trote fario: 1. Esposizione in acqua ben ossigenata, avente valori “ambientali” di ammoniaca (2 µm mol l-1) (controllo) 2. Esposizione in acqua ben ossigenata con concentrazioni “ambientali” di ammoniaca (2 µmol l-1), in cui la pressione parziale (PwO2) dell’ossigeno è stata ridotta tra il 50-55% durante l’ora finale di esposizione (ipossia). 3. Esposizione in acqua ben ossigenata con concentrazione di 98±1 µmol l-1 di NH4Cl per 24 ore, in cui la pressione parziale (PwO2) dell’ossigeno è stata ridotta tra il 50-55% durante l’ora finale di esposizione (bassa ammoniaca - ipossia) 4. Esposizione in acqua ben ossigenata con concentrazione di 210±4 µmol l-1 di NH4Cl per 24 ore, in cui la pressione parziale (PwO2) dell’ossigeno è stata ridotta tra il 50-55% durante l’ora finale di esposizione (alta ammoniaca - ipossia). Le prove sono state ripetute su sei ulteriori gruppi che, dopo l’esposizione, sono stati fatti nuotare fino al raggiungimento della velocità massima sostenibile (Ucrit), secondo le modalità descritte nel paragrafo 3.4.2. 7.1.1 Ammoniaca nel plasma e nei tessuti Nelle trote a riposo l’esposizione a 210 µmol l-1 di ammoniaca concomitante ad 1 ora di debole ipossia aumenta la concentrazione di ammoniaca plasmatica in misura maggiore rispetto alle altre condizioni, mentre l’esposizione alla concentrazione inferiore, sempre in presenza di ipossia, dà luogo ad un aumento di proporzioni non significative rispetto al controllo. L’esposizione alla sola ipossia, in ogni caso, non ha effetti sulla concentrazione dell’ammoniaca plasmatica (tab.7). I pesci esposti ad entrambe le concentrazioni di ammoniaca e portati a nuotare alla Ucrit accumulano alti livelli di ammoniaca nel cervello, mentre negli altri tessuti i valori sono simili per tutti i trattamenti esaminati (fig. 10). CESI Rapporto Tab.7 A3/012506 Pag.30/43 Valori di concentrazioni di ammoniaca, lattato e pH del plasma arterioso, pressione parziale di ossigeno nel sangue e contenuto totale di ossigeno, espressi come media ± ds, in trote fario a riposo, dopo esposizione ad acqua normossica senza aggiunta di ammoniaca (controllo), acqua con PWO2 ridotta a 50-55% di saturazione di aria per 1 ora (ipossia), a 98 ± 6 (BA ipossia) e 210 ± 11 µmoli l-1 (AA ipossia) entrambe con PWO2 ridotta a 50-55% di saturazione di aria per 1 ora. Il simbolo ° indica una differenza significativa rispetto al controllo. pH plasmatico Lattato plasmatico (mmol l-1) PaO2 (mmHg) CaO2 (vol.%) Controllo 133.6 ± 29.2 7.825 ± 0.060 0.55 ± 0.20 104.2 ± 13.9 8.5 ± 1.4 Ipossia 182.9 ± 52.7 7.884 ± 0.061 0.54 ± 0.18 64.1 ± 7.6º 10.0 ± 0.9 BA ipossia 341.9 ± 19.5 º 7.975 ± 0.063 0.81 ± 0.27 80.3 ± 15.4 8.1 ± 1.3 AA ipossia 841.4 ± 93.5 º 7.919 ± 0.025 3.17 ± 1.04º 34.8 ± 3.8º 6.1 ± 1.3 -1 Concentrazione ammoniaca (umol g ) Ammoniaca plasmatica (µmol l-1) 7 º † 6 º † 5 4 3 2 1 0 Muscolo bianco Muscolo rosso Cuore Cervello Fig. 10: concentrazione di ammoniaca (media ± ds) in vari tessuti delle trote fario dopo sforzo (portate alla Ucrit) ed esposizione a: bianco in normossia (controllo, barre bianche); ipossia (barre blu); 98 ± 6 µmol l-1 di ammoniaca in ipossia (barre verdi); 210 ± 11 µmol l-1 di ammoniaca in ipossia (barre rosse). Il simbolo ° indica differenze significative rispetto al controllo, il simbolo † indica differenze significative rispetto al gruppo esposto alla sola ipossia. Rapporto CESI A3/012506 Pag.31/43 7.1.2 pH intra e extracellulare L’esposizione alla concentrazione inferiore di ammoniaca aumenta il pH del sangue arterioso rispetto al controllo (tab. 7). Nei pesci esposti ad alte concentrazioni di ammoniaca in condizioni di ipossia, il pH intracellulare del cervello si riduce, dopo il nuoto, rispetto a quello dei pesci esposti alla concentrazione inferiore, e ciò è probabilmente dovuto all’effetto distruttivo dell’ammoniaca sul metabolismo altamente aerobico del tessuto cerebrale. Il pH misurato dopo l’attività di nuoto negli altri tessuti risulta simile per tutti i trattamenti a cui sono stati sottoposti i pesci. 7.1.3 Lattato plasmatico e tissutale L’esposizione a 210 µmol l-1 di ammoniaca concomitante ad ipossia aumenta la concentrazione di lattato nel plasma del pesce a riposo, in misura maggiore rispetto ai pesci sottoposti a tutte le altre condizioni Inoltre per lo stesso trattamento si ha una riduzione della PaO2 del sangue arterioso rispetto agli altri trattamenti, mentre la CaO2 non viene ridotta in nessun caso (tab. 7). -1 Concentrazione di lattato (mmol l ) Nei pesci sottoposti a Ucrit si è evidenziata una differenza significativa solo per il muscolo cardiaco, nel trattamento BA + ipossia (barra verde nel grafico di Fig. 11). Fig. 11: 30 20 10 º 0 Muscolo bianco Muscolo rosso Cuore Cervello concentrazione di lattato (media ± ds) in vari tessuti delle trote fario esposte per 24 ore a: bianco in normossia (controllo, barre bianche); ipossia (barre grigio chiaro); 98 ± 6 µmol l-1 di ammoniaca in ipossia (barre grigio scuro); 210 ± 11 µmol l-1 di ammoniaca in ipossia (barre nere). Il simbolo ° indica differenze significative rispetto al controllo, il simbolo † indica differenze significative rispetto al gruppo esposto alla sola ipossia. CESI Rapporto A3/012506 Pag.32/43 7.1.4 Respirometria L’esposizione a tutti i trattamenti riduce la Ucrit rispetto al controllo (tab.8). Non vi sono variazioni in MO2 associati all’ipossia e gli incrementi nella velocità di nuoto danno luogo ad aumenti simili a quelli osservati nel controllo. Durante l’esposizione a basse concentrazioni di ammoniaca in condizioni di ipossia MO2 aumenta significativamente rispetto al controllo; alle alte concentrazioni, sempre in condizioni di ipossia, essa aumenta in misura maggiore rispetto agli altri pesci sino a velocità di nuoto pari a 1.33 bl s-1 (fig.12). I pesci esposti ad ipossia ottengono il minore AMR, mentre ad entrambe le concentrazioni di ammoniaca in condizioni di ipossia tale parametro non subisce riduzioni. Ad alte concentrazioni di ammoniaca, in presenza di ipossia, si ottiene un MMR elevato e una ridotta capacità aerobica (tab. 8). L’esame della frequenza dei battiti della coda rivela che alle basse velocità di nuoto essa è maggiore per i controlli rispetto ai pesci esposti alle due concentrazioni in ipossia, probabilmente perché i primi raggiungono una maggiore Ucrit (fig.13). Tab.8 Valori relativi a parametri metabolici, respiratori e di abilità natatoria, espressi come media ± ds, in trote fario portate alla Ucrit in seguito ad esposizione ad acqua normossica senza aggiunta di ammoniaca (controllo), acqua con PWO2 ridotta a 50-55% di saturazione di aria per 1 ora (ipossia), a 98 ± 6 (BA ipossia) e 210 ± 11 µmoli l-1 (AA ipossia) entrambe con PWO2 ridotta a 50-55% di saturazione di aria per 1 ora. Il simbolo ° indica una differenza significativa rispetto al controllo. Controllo 2.24 ± 0.15 MMR (mmol O2 kg-1 h-1) 2.62 ± 0.39 Ipossia 1.23 ± 0.09 º 1.97 ± 0.41 7.62 ± 1.80 º 3.94 ± 0.43 2.98 ± 0.11 º BA Ipossia 1.03 ± 0.10 º 2.68 ± 1.37 9.48 ± 1.33 º 4.00 ± 0.55 2.92 ± 0.35 º AA Ipossia 1.17 ± 0.13 º 6.18 ± 0.45 º 12.19 ± 1.00 1.98 ± 0.11º 2.44 ± 0.26 º Ucrit (BL s-1) AMR (mmol O2 kg-1 h-1) 12.32 ± 2.50 Capacità aerobica 4.81 ± 0.54 Massima frequenza battiti della coda (battiti s-1) 4.90 ± 0.31 CESI Rapporto -1 30 -1 MO2 (mmol O2 kg h ) 35 25 b A3/012506 Pag.33/43 b a b b 20 15 10 5 0 0,00 0,33 0,67 1,00 1,33 1,67 2,00 -1 Velocità di nuoto (BL s ) 2,33 2,67 3,00 Fig.12: relazione tra velocità di nuoto e consumo di ossigeno (MO2) in trote fario esposte per 24 ore a: bianco in normossia (controllo, cerchi grigi); ipossia (triangoli blu); 98 ± 6 µmol l-1 di ammoniaca in ipossia (rombi verdi); 210 ± 11 µmol l-1 di ammoniaca in ipossia (quadrati rossi). I gruppi sperimentali erano composti da sei individui, tranne nel caso di esposizione a basse concentrazioni di ipossia, in cui erano cinque. Il simbolo a denota una differenza significativa tra controllo e bassa ammoniaca in ipossia e b una differenza significativa tra alta ammoniaca in ipossia e gli altri gruppi. 12 b a a -1 -1 (mmol O2 kg h ) Costo dell'attività di nuoto 16 8 b 4 0 0,00 0,33 0,67 1,00 1,33 1,67 2,00 -1 2,33 2,67 3,00 Velocità di nuoto (BL. s ) Fig. 13: relazione tra costo del nuoto e velocità di nuoto nelle trote fario esposte per 24 ore a: bianco in normossia (controllo, cerchi grigi); ipossia (triangoli blu); 98 ± 6 µmol l-1 di ammoniaca in ipossia (triangoli verdi); 210 ± 11 µmol l-1 di ammoniaca in ipossia (quadrati rossi). I gruppi sperimentali erano composti da sei individui, tranne nel caso di esposizione a basse concentrazioni di ipossia, in cui erano cinque. Il simbolo a denota una differenza significativa tra controllo e bassa ammoniaca in ipossia e b una differenza significativa tra alta ammoniaca in ipossia e gli altri gruppi. Rapporto CESI A3/012506 Pag.34/43 Come già osservato (par 5.1.5), il comportamento nel nuoto è significativamente differente nei pesci esposti a 210 µmol l-1 di ammoniaca rispetto a tutti gli altri, evidenziando una sorta di adattamento allo stress indotto. Infatti in tali condizioni i pesci, a velocità relativamente basse, tendono a riposarsi nella parte posteriore del respirometro e, quando spinti a farlo, nuotano per un breve periodo, prima di riposarsi nuovamente. Quando la velocità di nuoto aumenta, il periodo di nuotata sembra ridursi e quelli di riposo diventano più frequenti. Non è possibile evidenziare lo stesso andamento nella frequenza dei battiti della coda, probabilmente perché le conte non discriminavano i periodi di nuoto e riposo; ciò infatti sarebbe difficilmente attuabile in maniera accurata soprattutto quando il nuoto è portato ad alte velocità. I pesci esposti alla concentrazione maggiore di ammoniaca virano verso una ventilazione ram (passiva, a bocca aperta e opercoli fermi) quando nuotano ad alte velocità. 7.2 Discussione 7.2.1 Esposizione ad ipossia L’ipossia limita le prestazioni di nuoto, come atteso e già dimostrato da dati di letteratura. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che la bassa disponibilità di ossigeno limita la capacità del pesce di incrementare il metabolismo aerobico e quindi limita la capacità aerobica. E’ probabile che le prestazioni di nuoto dei pesci in condizioni di ipossia verificate nel presente studio siano limitate dalla disponibilità di ossigeno in quanto questi pesci ottengono MO2 simili ai controlli, e l’AMR ottenuta è inferiore a quella di tutti gli altri pesci sottoposti ai differenti trattamenti Quando questi pesci iniziano a nuotare, la loro richiesta di energia aumenta e la disponibilità di ossigeno risulta insufficiente per sostenere la fosforilazione ossidativa e quindi per soddisfare il consumo di energia; di conseguenza vengono attivati processi anaerobici. Ciò è evidenziato dall’alta concentrazione di lattato nei muscoli rosso e bianco, in quest’ultimo superiore a quella riscontrata in tutti gli altri trattamenti, fenomeno plausibile quando la disponibilità di ossigeno è limitata, in quanto il muscolo bianco è un sito spesso associato a metabolismo anaerobico. Il pesce a riposo esposto al 50-55% di saturazione di aria è improbabile che sopporti effetti limitanti dovuti alla bassa concentrazione di ossigeno: in queste condizioni si deve assumere che sia attiva la fosforilazione ossidativa e che il pesce stesso sia in grado di estrarre sufficiente ossigeno dall’acqua per sostenere il metabolismo aerobico e soddisfare quindi la richieste di energia. Ciò è dimostrato anche dal fatto che il pesce in condizioni di ipossia non incorre in carichi di lattato plasmatico prima di nuotare. 7.2.2 Esposizione ad ammoniaca ed ipossia Entrambe le condizioni separate, ovvero ammoniaca e ipossia, riducono le prestazioni di nuoto; nel primo caso attraverso la distruzione dello stato elettrofisiologico e metabolico dei tessuti, nel secondo attraverso la limitazione della capacità aerobica. Quando si ha l’esposizione ad entrambe le condizioni non si assiste ad effetti additivi sulla Ucrit: nonostante essa venga ridotta, rispetto al controllo, in seguito all’esposizione alle due concentrazioni di ammoniaca in condizioni di ipossia, le prestazioni di nuoto sono paragonabili a quelle dei pesci esposti ad ipossia o ad ammoniaca separatamente. La riduzione delle prestazioni di nuoto di pesci esposti alla concentrazione maggiore di ammoniaca sembra essere, almeno in parte, dovuta ad un fattore di carico. Ciò è evidenziato dall’alta concentrazione di lattato e dall’elevato MMR dei pesci che incorrono in un forte carico metabolico prima del nuoto. Il fatto che ad alte concentrazioni di ammoniaca e in condizioni di ipossia non vi siano effetti additivi sulla Rapporto CESI A3/012506 Pag.35/43 Ucrit è singolare, poiché questi pesci, pur avendo una ridotta capacità aerobica, nuotano come gli altri pesci esposti ad ammoniaca in presenza o in assenza di ipossia. Anche l’elevato carico di lattato plasmatico nei pesci mantenuti a riposo e quindi esposti ad alte concentrazioni di ammoniaca e ipossia è in qualche modo singolare, in quanto il livello di ipossia impiegato in questo studio era sufficiente per ridurre la PaO2 del pesce a riposo ma non il contenuto globale di ossigeno e, di conseguenza, il metabolismo basale non sarebbe dovuto incorrere in alcuna limitazione. Inoltre, è necessario considerare che questi pesci, essendo a riposo, avrebbero dovuto avere una ridotta richiesta di energia. L’accumulo di lattato nei tessuti è in parte probabilmente dovuto all’effetto distruttivo dell’ammoniaca sul metabolismo; l’alta concentrazione di ammoniaca riscontrata nel cervello di pesci esposti e la riduzione del pH intracellulare del tessuto cerebrale possono infatti essere indicative di disturbi metabolici. Non è chiaro se l’accumulo di ammoniaca riflette uno squilibrio del metabolismo degli aminoacidi, ovvero un aumento di liberazione di ammoniaca nel cervello dal glutammato, per azione dell’enzima glutammato deidrogenasi, o una riduzione del suo utilizzo per la conversione da glutammato a glutammina, attraverso la glutamina sintetasi. L’accumulo di ammoniaca nei cervelli di questi pesci non è accompagnato da accumuli di lattato, che invece si accumula nel sangue di pesci esposti ad alte concentrazioni di ammoniaca. Ciò può essere correlato alla depolarizzazione del cuore indotta dall’ammoniaca stessa, che può impedire il rilascio di ossigeno ai tessuti e quindi dare luogo ad ipossia tissutale. La riduzione della disponibilità di ossigeno concomitante alla ridotta funzionalità del cuore e ad una ridotta PaO2 nel sangue può aver dato luogo ad ipossia su larga scala ed accumulo di lattato. Il lattato prodotto nel tessuto generalmente passa nel fluido extracellulare e viene trasportato attraverso il flusso sanguigno in tutto il corpo, in modo che sia convertito in piruvato e convogliato verso la fosforilazione ossidativa nei mitocondri, oppure utilizzato per sintetizzare glucosio nel fegato, attraverso la gluconeogenesi. Probabilmente il lattato viene prodotto nelle stesse quantità ad alte concentrazioni di ammoniaca in condizioni di ipossia o di normossia, ma nel primo caso esso viene rilasciato nel fluido extracellulare e non si accumula nelle cellule. La ragione di ciò non è nota, anche se può riflettere le variazioni nella circolazione periferica nei pesci sottoposti a condizioni differenti: in caso di ipossia, ad esempio, è stato dimostrato che si ha un accumulo di sangue ai tessuti locomotori. L’accumulo di lattato può anche riflettere l’effetto inibente dell’ammoniaca sulla gluconeogenesi. L’ammoniaca infatti è nota inibire la piruvico decarbossilasi, per cui il lattato che si accumula (dovuto all’effetto stimolante sulla fosfofruttochinasi, che aumenta il flusso glicolitico, e a quello inibente sul complesso enzimatico della piruvico deidrogenasi, riducendo la conversione ad acetil-Coenzima A e quindi l’attività del ciclo di Krebs) non può essere convertito in glucosio e glicogeno nel fegato. La variazione nel comportamento locomotorio del pesce esposto ad alte concentrazione di ammoniaca in condizioni di ipossia è stato precedentemente osservato in trote fario esposte alle stesse concentrazioni ma in normossia. Questo fenomeno è stato descritto anche per trote fario iperammoniemiche esposte a bassi pH, in cui gli elettromiografi rivelarono che i pesci in queste condizioni non utilizzano il muscolo bianco per nuotare ma si basano su un maggiore utilizzo del muscolo rosso. Ciò può essersi verificato anche nel presente studio, anche se le differenze nelle modalità di nuoto tra pesci esposti e controlli erano chiaramente visibili solo per velocità di nuoto relativamente basse. E’ stato suggerito che la trota iridea utilizzi il muscolo bianco della parte anteriore e mediana per le basse velocità di nuoto, e quello della parte caudale quando le velocità raggiungono la Ucrit. Di contro, i pesci esposti ad alte concentrazioni di ammoniaca si suppone utilizzino per il nuoto, in misura predominante, il muscolo aerobico rosso, dando luogo ad aumenti di MO2, AMR e COS. CESI Rapporto A3/012506 Pag.36/43 E’ possibile che l’esposizione ad ammoniaca ed ipossia insieme provochi una risposta generale di stress, oltre a quella dovuta all’esposizione a solo una delle due condizioni, rendendo il pesce più determinato a nuotare, probabilmente per allontanarsi ed evitare tale condizione. La risposta di stress può coinvolgere sostanze quali le catecolamine, che vengono liberate nel flusso sanguigno dando luogo ad un aumento di uptake di ossigeno nelle branchie e del rilascio ai tessuti in attività. Inoltre ormoni quali il cortisolo, prodotti in queste condizioni, sono noti per provocare un aumento del tasso metabolico basale, e ciò giustificherebbe l’aumento riscontrato di MMR (Morgan & Iwama, 1996). L’esposizione all’ammoniaca sembra quindi migliorare gli effetti negativi indotti dalla sola ipossia. Gli AMR raggiunti dai pesci esposti ad entrambe le concentrazioni di ammoniaca in condizioni di ipossia non vengono ridotti rispetto ai controlli, ai pesci esposti alla sola ipossia e a quelli esposti alle stesse concentrazioni di ammoniaca ma in condizioni di buona ossigenazione. Nella tabella 9 si riporta un confronto dei parametri misurati per le diverse condizioni di esposizione. Tab. 9 Valori relativi a parametri metabolici, respiratori e di abilità natatoria in trote fario portate alla Ucrit in seguito ad esposizione ad acqua normossica senza aggiunta di ammoniaca (controllo), a 98 ± 6 e 210 ± 11 µmoli l-1 di ammoniaca in condizioni normossiche (BA, AA) e ipossiche (BA ipossia, AA ipossia) rispettivamente. Il simbolo ° indica una differenza significativa rispetto al controllo. Ucrit (bl s-1) MMR (mmol O2 kg-1 h-1) AMR (mmol O2 kg-1 h-1) Capacità aerobica Massima frequenza battiti della coda (battiti s-1) Controllo 2.24 ± 0.15 2.62 ± 0.39 12.32 ± 2.50 4.81 ± 0.54 4.90 ± 0.31 BA 1.46 ± 0.09 º 2.43 ± 0.49 10.82 ± 1.87 4.60 ± 0.58 2.85 ± 0.40 º BA Ipossia 1.03 ± 0.10º 2.68 ± 1.37 9.48 ± 1.33º 4.00 ± 0.55 2.92 ± 0.35 º AA 1.08 ± 0.16 º 3.15 ± 1.50 13.82 ± 7.18 3.95 ± 0.53 2.60 ± 0.25 º AA Ipossia 1.17 ± 0.13 º 6.18 ± 0.45º 12.19 ± 1.00 1.98 ± 0.11º 2.44 ± 0.26 º Un’altra importante osservazione è che i pesci esposti ad alte concentrazioni di ammoniaca in condizioni di ipossia, quando nuotano alle velocità maggiori, si riposano verso il retro del respirometro con la bocca spalancata. Le bocche rimangono tali anche quando i pesci ricominciano a nuotare. Non è chiaro se questo indichi una progressione da una ventilazione attiva a una ram; in ogni caso, se lo fosse, potrebbe parzialmente spiegare la capacità di questi pesci di mantenere l’attività natatoria. La ventilazione ram è già stata osservata in trote iridee, e può essere giustificata dal fatto che basse pO2 richiedono maggiori velocità dell’acqua stessa per sollecitare una transizione alla modalità ventilatoria. In questo caso è stato visto che si ha una riduzione del consumo di ossigeno del 10.2% concomitante all’utilizzo della ventilazione ram rispetto a quella attiva, dovuta probabilmente al trasferimento del lavoro dalla bocca e dalle pompe opercolari ai muscoli natatori. In tal modo una maggiore proporzione di ossigeno inalato è in grado di raggiungere i muscoli natatori invece che quelli respiratori craniali. Non è noto perché un simile comportamento non si verifichi in pesci esposti ad ipossia. Studi precedenti hanno riguardato la valutazione di questo potere adattativo della trota in condizioni di stress. E’ stata dimostrata l’assenza di effetti additivi di ipossia e pentaclorofenolo (PCP) in relazione alle prestazioni natatorie di sockeye salmon (Oncorhynchus nerka), rispetto alle singole condizioni che Rapporto CESI A3/012506 Pag.37/43 avevano entrambe profondi effetti sia sulla fisiologia sia sull’abilità natatoria (Farrell et al., 1998). L’esposizione a ipossia e PCP aumentava, rispetto ai controlli, la MO2 nei pesci durante il nuoto; tali pesci avevano notevoli carichi di lattato prima e durante il nuoto, anche se esibivano la stessa abilità natatoria dei controlli. Gli autori suggerivano a tale proposito che il trattamento con PCP sembrava migliorare gli effetti negativi dell’ipossia. In conclusione i risultati di questo studio dimostrano l’assenza di effetti additivi sulla Ucrit in seguito ad esposizione ad ammoniaca ed ipossia. Ciò indica che il peggioramento delle prestazioni di nuoto indotto dall’ammoniaca non è correlato, nella trota fario, alla disponibilità di ossigeno. E’ possibile che l’attività degli enzimi chiave del ciclo di Krebs venga ridotta dalla presenza di ammoniaca e, di conseguenza, anche se viene assunto ossigeno in quantità sufficiente, tale ciclo metabolico sia inefficiente e non si produca ATP in quantità sufficiente per supportare alte velocità di nuoto, ovvero un aumento della richiesta di energia. Per stabilire il ruolo della diminuita efficienza del ciclo di Krebs nella prestazione natatoria sarà necessario misurare lo stato metabolico dei tessuti e l’attività degli enzimi coinvolti, oltre alla verifica dell’accumulo di eventuali intermedi del ciclo stesso. Rapporto 8 CESI A3/012506 Pag.38/43 CONCLUSIONI Nel presente lavoro sono state condotte prove sperimentali aventi come obiettivo quello di stimare gli effetti dell’ammoniaca in presenza ed in assenza di ipossia sulle prestazioni natatorie di specie pregiate di pesci, come la trota fario (Salmo trutta, autoctona italiana), la cui presenza nei corsi d’acqua del territorio italiano è minacciata sia dalle condizioni inospitali sia dalla concorrenza di altre specie più forti, e la trota iridea (Oncorhynchus mykiss, alloctona importata dal Nord America). Ciò in considerazione del fatto che nei bacini idroelettrici sono presenti spesso concentrazioni significative di ammoniaca; in particolare le acque scaricate dai serbatoi idroelettrici, sia durante le normali fasi di produzione, soprattutto nella stagione estiva, sia in seguito ad operazioni di spurgo e svaso, possono essere caratterizzate da concentrazioni elevate, a cui generalmente corrisponde un basso contenuto di ossigeno disciolto. Gli ecosistemi acquatici interessati possono risentire di tali condizioni, in quanto si possono verificare alterazioni del metabolismo degli organismi presenti e riduzione della capacità di nuoto dei pesci, in particolare per specie come le trote, che popolano tratti di torrenti con ripide pendenze e soggetti a piene improvvise. Nella trota iridea, l’esposizione ad ammoniaca provoca effetti ben evidenti sul metabolismo aerobico, che è associabile ad una riduzione della massima velocità sostenibile di nuoto (Ucrit). Le misure di metabolismo respiratorio e di frequenza di battiti della coda durante il nuoto hanno mostrato che l’esposizione per 24 ore a concentrazioni subletali di ammoniaca danno luogo sia ad effetti di carico sia ad effetti limitanti nella trota, con conseguente rilevante riduzione delle capacità aerobiche e delle prestazioni natatorie. I risultati ottenuti da questa prova indicano che: - - la diminuzione della capacità natatoria del pesce è dovuta ad effetti multipli, e probabilmente interattivi, causati dall’accumulo di ammoniaca in diversi tessuti del pesce stesso; l’incremento del rateo di mantenimento metabolico (MMR) e il decremento del rateo metabolico attivo (AMR) provocano una netta riduzione della capacità aerobica dei pesci. In particolare la riduzione di AMR può indicare uno stato alterato del muscolo rosso, che limita il lavoro massimo e quindi l’assorbimento di ossigeno; lo ione ammonio induce una depolarizzazione della membrana delle fibre del muscolo bianco e ne inibisce il funzionamento al raggiungimento delle massime velocità sostenibili; i pesci esposti risultano in grado, durante il nuoto, di espellere attivamente ammoniaca contro un gradiente di concentrazione, probabilmente allo scopo di migliorare le proprie capacità di nuoto. Anche nella trota fario esposta all’ammoniaca si nota una riduzione lineare della Ucrit, ma in questo caso l’effetto è più intenso. Per questa specie sono stati esaminati ulteriori parametri fisiologici biochimici, da cui risulta che l’esposizione induce una parziale depolarizzazione del muscolo bianco, del cuore e del cervello. A livello metabolico si evidenzia un accumulo di lattato e incrementi nel consumo di ossigeno e del costo dell’attività natatoria. E’ interessante notare che nella trota fario il valore di AMR risulta inalterato in seguito all’esposizione ad ammoniaca, contrariamente alla trota iridea; ciò può essere tuttavia riconducibile alla minore velocità raggiunta dalla fario in tali condizioni. Infine, nelle trote fario si osservano variazioni nel comportamento locomotorio, in quanto quelle esposte alla concentrazione maggiore di ammoniaca utilizzano il muscolo rosso anche per il nuoto ad alte velocità, riducendo così il contributo del muscolo bianco. Rapporto CESI A3/012506 Pag.39/43 Sulla sola trota fario sono state effettuate anche prove di esposizione ad ammoniaca in concomitanza di debole ipossia. I dati sperimentali ottenuti indicano anche in questo caso una riduzione lineare della Ucrit, anche se l’effetto delle due condizioni non è additivo. In caso di ipossia, le prestazioni di nuoto sono limitate dalla disponibilità di ossigeno e dalla conseguente impossibilità di aumentare la capacità aerobica; l’ammoniaca invece, come già visto precedentemente, induce sia una parziale depolarizzazione di muscolo bianco, cuore e cervello, sia effetti distruttivi sul metabolismo. I pesci esposti accumulano notevoli quantità di lattato e sono caratterizzati da un elevato rateo di mantenimento metabolico (MMR) e da una ridotta capacità aerobica. Il rateo metabolico attivo (AMR, ovvero il massimo consumo di ossigeno alla Ucrit) non viene ridotto, fatto che invece si verifica quando si espone il pesce alla sola ipossia. Sembra che in queste condizioni i pesci rispondano allo stress indotto modificando il comportamento nel nuoto, attraverso un maggiore utilizzo del muscolo rosso, e passando da una ventilazione attiva ad una ram (passiva, a bocca aperta), che può ridurre la richiesta di energia. Rispetto alla mancanza di effetti sinergici o additivi, risultati opposti sono stati ottenuti da altri Autori (Magaud et al., 1997) in uno studio sulla valutazione della probabilità di soppravvivenza di trote iridee esposte simultaneamente ad ammoniaca ed ipossia: la sperimentazione in questo caso ha evidenziato l’instaurarsi di un effetto sinergico, in quanto la probabilità di sopravvivenza risultava inferiore a quella predetta dalla somma di ciascun effetto considerato separatamente. Le due specie di salmonidi considerate e messe a confronto in questo studio sembrano differire dunque nelle modalità metaboliche e fisiologiche con le quali reagiscono agli specifici fattori di pressione. La trota iridea sembra in grado di contrastare l’accumulo di ammoniaca attivando meccanismi di escrezione contro gradiente e nel complesso riesce a raggiungere velocità critiche di nuoto superiori, pur mostrando in queste condizioni un netto calo delle capacità aerobiche. La trota fario al contrario sembra suscettibile ad un maggiore accumulo di ammoniaca, a cui reagisce, durante l’imposizione del nuoto veloce, con l’attivazione della muscolatura rossa invece di quella bianca, la cui fisiologia è stata alterata dall’ammonio tissutale. Inoltre, in condizioni deficitarie di ossigeno, la fario modifica anche il comportamento locomotorio e le modalità di respirazione, soluzioni che probabilmente le consentono di risparmiare energia e mantenere una buona attività natatoria. Sarebbe necessario tuttavia valutare l’effetto che tale tipo di esposizione può avere sul lungo periodo: la modificazione del comportamento natatorio (respirazione ram) potrebbe essere sostenibile solo per brevi periodi. Se così non fosse non sarebbe osservato solo come comportamento di emergenza: il fatto che venga messo in atto solo per situazioni estreme indica che è una soluzione a cui l’animale ricorre in extremis. L’effetto dell’ipossia associata all’ammoniaca può essere considerata, sulla base delle evidenze sperimentali ottenute, una condizione qualitativa dell’acqua tollerabile solo in occasione di eventi temporanei e brevi, come le operazioni di manutenzione dei bacini. Gli effetti sulle popolazioni che devono vivere o colonizzare acque caratterizzate da periodi prolungati di elevata ammoniaca e con frequenti deficit di ossigeno necessitano di ulteriori approfondimenti; tuttavia, da quanto rilevato nella sperimentazione, si può ipotizzare che i livelli di alterazioni del metabolismo e della fisiologia dei pesci non possano essere sostenuti a lungo senza ripercussioni, quali ad esempio una diminuzione del tasso di sopravvivenza, con conseguenti effetti sulla struttura e numerosità della comunità ittica. Per quanto riguarda il confronto tra le due specie esaminate, il diverso comportamento evidenziato in risposta all’esposizione all’ammoniaca indica sostanzialmente una maggiore vulnerabilità della trota fario rispetto alla iridea, che origina da differenze interspecifiche nella permeabilità e nel trasporto di tale molecola attraverso i tessuti branchiali. In quest’ottica, il contenimento del livello di ammoniaca e del deficit di ossigeno delle acque scaricate a valle degli sbarramenti deve essere posto in rilievo tra gli obiettivi gestionali, ancor più per quelle dighe ubicate in settori fluviali a vocazione salmonicola interessati da interventi di rinaturalizzazione e di reintroduzione della fauna autoctona. Rapporto CESI A3/012506 Pag.40/43 BIBLIOGRAFIA Alsop, D.H. and C.M. Wood (1997) The interactive effects of feeding and exercise on oxygen consumption, swimming performance and protein usage in juvenile rainbow trout (Oncorhynchus mykiss). J. Exp. Biol. 200: 2337-2346. Andersson, K.E., Brandt, L., Hindfelt, B. and Ljunggren, B. (1981). Cerebrovascular effects of ammonia in vitro. Acta Physiol. Scan. 113. 349-353. Beamish, F.W.H. (1978). Swimming Capacity. In Fish Physiology Vol. VII. Edited by W.S. Hoar and D.J. Randall. Academic Press, New York. pp. 101-187. Beaumont M.W., P.J. Butler and E.W. Taylor. (1995a) Exposure of brown trout, Salmo trutta, to sublethal copper concentrations in soft acidic water and its effects upon sustained swimming performance. Aquatic Toxicology 33: 45-63. Beaumont M.W., P.J. Butler and E.W. Taylor (1995b). Plasma ammonia concentration in brown trout (Salmo trutta) exposed to acidic water and sublethal copper concentrations and its relationship to decreased swimming performance. J. Exp. Biol. 198: 2213-2220. Beaumont, M.W. P.J. Butler and E.W. Taylor (2000a). The resting membrane potential of white muscle from brown trout (Salmo trutta) exposed to copper in soft, acidic water. J. Exp. Biol. 203: 2229-2236. Beaumont, M.W. P.J. Butler and E.W. Taylor (2000b). Exposure of brown trout, Salmo trutta, to a sublethal concentration of copper in soft acidic water: effects upon muscle metabolism and membrane potential. Aquatic Toxicology 51: 259-272. Binstock, L. and Lecar, H. (1969). Ammonium ion currents in the squid giant axon. J. Gen. Physiol. 53: 342-361. Boutilier, R.G., Heming, T.A. and Iwama, G.K. (1984). Physico-chemical parameters for use in fish respiratory physiology. In: Fish Physiology Vol. IX. Ed. W.S. Hoar and D.J. Randall,. Academic Press, New York. pp. 401-430. Brett, J.R. (1958). Implications and assessments of environmental stress. In The Investigation of Fishpower Problems. Edited by P.A. Larkin. Institute of Fisheries, University of BC. pp. 69-93. Brett, J.R. (1964). The respiratory metabolism and swimming performance of young sockeye salmon. J. Fish. Res. Board. Can. 21: 1183-1226. Brett, J.R. and C.A. Zala (1975). Daily pattern of nitrogen excretion and oxygen consumption of sockeye salmon (Oncorhynchus nerka) under controlled conditions. J. Fish. Res. Bd. Can. 32: 24792486. Butler P.J., N. Day, N. and K. Namba (1992). Interactive effects of seasonal temperature and low pH on resting oxygen uptake and swimming performance of adult brown trout Salmo trutta. J. Exp. Biol. 165: 195-212. Cameron, J.N. and Heisler, N. (1983). Studies of ammonia in the rainbow trout: physio-chemical parameters, acid-base behaviour and respiratory clearance. J. Exp. Biol. 105. 107-25. Rapporto CESI A3/012506 Pag.41/43 Dahlberg, M.L., Shumway, D.L. and Duodoroff, P. (1968). Influence of dissolved oxygen and carbon dioxide on swimming performance of largemouth bass and coho salmon. J. Fish. Res. Bd. Can. 24: 4970. Day, N. and P.J. Butler (1996). Environmental acidity and white muscle recruitment during swimming in the brown trout (Salmo trutta). J. Exp. Biol. 199: 1947-1959. Farrell, A.P., Gamperl, A.K. and Birtwell, I.K. (1998). Prolonged swimming, recovery and repeat swimming performance of mature sockeye salmon Oncorhynchus nerka exposed to moderate hypoxia and pentachlorophenol. J. Exp. Biol. 201: 2183-2193. Freeman, H.C. Idler, D.R. (1973). Effects of corticosteroids on liver transaminases in two salmonids, the rainbow trout, Salmo gairdneri and the brook trout, Salvelinus fontinalis. Gen. Comp. Endocr. 20: 6975. Fry, F.E.J. (1971). The effect of environmental factors on the physiology of fish. In: Fish Physiology Vol. VI. Edited by W.S. Hoar and D.J. Randall. Academic Press, New York. Ip Y. K., Chew, S. F. and Randall, D. J. (2001). Ammonia toxicity, tolerance and excretion. In Ammonia Edited by P.A. Wright and P.M. Anderson. Academic Press, San Diego. Jenerick, H.P. (1956). The relations between prepotential, resting potential and latent period in frog muscle fibres. J. Gen. Physiol. 39: 773-787. Katunuma, N., Okada, M. and Nishii, Y. (1966). Regulation of the urea cycle and TCA cycle by ammonia. In: Advances in Enzyme Regulation, vol. 4. Ed. G. Weber, Pergamon Press, London. pp. 1127-1131. Kirschner, J.B. (1995). Energetics of osmoregulation in fresh-water vertebrates. J. Exp. Zool. 271: 243252. Knoph, M.B. and Y.A. Olsen (1994). Subacute toxicity of ammonia to Atlantic salmon (Salmo salar L.) in seawater: effects on water and salt balance, plasma cortisol and plasma ammonia levels. Aquatic Toxicology 30: 295-310. Kun, E. and E.B. Kearney (1974). Ammonia. In Methods of Enzymatic analysis, vol. 4. Edited by H.U. Bergmeyer. London: Verlag Chemie Academic Press. pp. 1802-1806. Lauren, D.J. and McDonald, D.G. (1985). Effects of copper on branchial ionoregulation in the rainbow trout, Salmo gairdneri Richardson. J. Comp. Physiol., 155. 635-644. Magaud, H., Migeon, B., Morfin, P., Garric, J., Vindimian, E. (1997). Modelling fish mortality due to urban storm run-off: Interacting effects of hypoxia and un-ionized ammonia. Wat. Res. 31(2): 211-218 Morgan, J.D. and G.K. Iwama (1991). Effects of salinity on growth, metabolism and ion regulation in juvenile Rainbow and Steelhead trout (Oncorhynchus mykiss) and Fall Chinook salmon (Oncorhynchus tshawytscha). Can. J. Fish. Aquat. Sci. 48: 2083-2094. Rapporto CESI A3/012506 Pag.42/43 Morgan, J.D. and G.K. Iwama (1996). Cortisol-induced changes in oxygen consumption and ionic regulation in coastal cuttrhoat trout (Oncorhynchus clarki clarki) parr. Fish Physiol. Biochem. 15: 385394. Morgan, J.D. and Iwama, G.K. (1999). Energy cost of NaCl transport in isolated gills of cutthroat trout. Am. J. Physiol. 277: R631-R639. Mommsen, T.P. and Hochachka, P.W. (1988). The purine nucleotide cycle as two temporally separated metabolic units: a study on trout muscle. Metabolism 37: 552-556. Mutch, B.J.C. and Bannister, E.W. (1993). Ammonia metabolism in exercise and fatigue: a review. Med. Sci. Sports. Exec. 15: 41-50. Peng, K. W., S. F. Chew, C. B. Lim, S. S. L. Kuah, W. K. Kok and Y. K. Ip. (1998). The mudskippers Periophthalmodon schlosseri and Boleophthalmus boddaerti can tolerate environmental NH3 concentrations of 446 and 36 µM, respectively. Fish Physiol. Biochem.19: 59-69. Portner, H.O., Boutilier, R.G., Tang, Y. and Toews, D.P. (1990). Determination of intracellular pH and PCO2 after metabolic inhibition by flouride and nitrilotriacetic acid. Resp. Physiol. 81: 225-274. Randall, D.J. and Brauner, C. (1991). Effects of environmental factors on exercise in fish. J. Exp. Biol. 160: 113-126. Randall, D.J., J.M. Wilson, K.W. Peng, , T.W.K. Kok, , S.S.L. Kuah, S.F. Chew, T.J. Lam, and Y.K. Ip, (1999). The mudskipper, Periophthalmodon schlosseri, actively transports NH4+ against a concentration gradient. Am. J. Physiol. 277: R1562-R1567. Salama, A., I.J.Morgan, and C.M. Wood (1999). The linkage between Na+ uptake and ammonia excretion in rainbow trout: kinetic analysis, the effects of (NH4)2SO4 and NH4HCO3 infusion and the influence of gill boundary layer pH. J. Exp. Biol. 202: 697-709. Shingles, A. (2002). The effects of some environmental pollutants on ammonia excretion and swimming performance in trout. PhD Thesis. The University of Birmingham, Faculty of Science. Sjogaard, G. (1991). Role of exercise-induced potassium fluxes underlying muscle fatigue: a brief review. Can. J. Physiol. Pharmacol. 69: 238-245. Sovio, A., K. Westman, and K. Nyholm (1972). Improved method of dorsal aorta catheterization: haematological effects followed for three weeks in rainbow trout (Salmo gairdneri). Finnish Fish Res. 1: 11-21. Sugden, P.H. and Newsholme, E.A. (1975). The effects of ammonium, inorganic phosphate and potassium ions on the activity of phosphofructokinases from the muscle and nervous tissues of vertebrates and invertebrates. Biochem. J. 150: 113-122. Taylor, S.E., Eggington, S., E.W. Taylor (1995). Seasonal temperature acclimisation of rainbow trout: cardiovascular and morphometric influences on maximal sustainable exercise level. J. Exp. Biol. 199: 835-845. Towle, D.W. and Holleland, T. (1987). Ammonium ions substitute for K+ in ATP-dependent Na+ transport by basolateral membrane veshicles. Am. J. Physiol. 252: R479-R489. Rapporto CESI A3/012506 Pag.43/43 Tsui T.K.N, D.J.Randall, S.F.Chew, Y.Jin, J.M.Wilson and Y.K. Ip (2002). Accumulation of ammonia in the body and NH3 volatilization from alkaline regions of the body surface during ammonia loading and exposure to air in the weather loach Misgurnus anguillicaudatus. J. Exp. Biol. 205 (5): 651-659. U.S. Environmental Protection Agency (1998). Update of ambient water quality criteria for ammonia EPA 822-R-98-008 Waiwood, K.G. and F.W.H. Beamish (1978). Effects of copper, pH and hardness on the critical swimming speed of rainbow trout (Salmo gairdneri Richardson). Water Res. 12: 611-619. Weicker, H., Hageloch, W. Luo, J., Muller, D. Werle, E. and Sehling, K.M. (1990). Purine nucleotides and AMP deamination during maximal and submaximal swimming exercise in heart and skeletal muscle of rats. Int. J. Sports Med. 11: S68-S84. Wilson, R.W. and Taylor, E.W. (1992). Transbranchial ammonia gradients and acid-base responses to high external ammonia in rainbow trout (Oncorhynchus mykiss) acclimated to different salinities. J. Exp. Biol. 166: 95-112. Wilson, R.W., Bergman, H.L. & Wood, C.M. (1994a). Metabolic costs and physiological consequences of acclimation to aluminium in juvenile rainbow trout (Oncorhynchus mykiss). 2. Gill morphology, swimming performance, and aerobic scope. Canadian Journal of Fisheries and Aquatic Sciences. 51: 527-535. Wilson, R.W., P.M. Wright, S. Munger, C.M. Wood (1994b). Ammonia excretion in freshwater rainbow trout (Oncorhynchus mykiss) and the importance of gill boundary layer acidification: lack of evidence for Na+/NH4+ exchange. J. Exp. Biol. 191: 37-58. Ye, X. and Randall D.J.(1991). The effect of water pH on swimming performance in rainbow trout (Salmo gairdneri R.). Fish Physiol. Biochem. 9: 15-21.