La resistenza a prodotti fitosanitari: una sfida per la moderna protezione integrata delle colture Roma, 21 giugno 2012 Stato della resistenza agli erbicidi in Italia Maurizio Sattin CNR ‐ Istituto di Biologia Agro‐ambientale e Forestale (IBAF) Legnaro (Padova) Gruppo Italiano di lavoro sulla Resistenza agli Erbicidi (GIRE) www.resistenzaerbicidi.it Peculiarità del controllo delle malerbe: • un numero di generazioni ridotto (tranne qualche rara eccezione, solo una all’anno) • la maggior parte delle specie infestanti presentano una limitata capacità di dispersione nello spazio • un erbicida è generalmente efficace verso più piante infestanti • presenza della banca dei semi nel terreno Situazione • Il tasso di introduzione di nuovi erbicidi continua a diminuire • Recentemente non è stato introdotto, e non è previsto a breve‐medio termine alcun nuovo MdA • Nuova direttiva quadro sull’uso sostenibile degli fitofarmaci e nuovo regolamento in sostituzione della direttiva 91/414 – Perdita di p.a. in commercio – Minori opportunità di diversificare e ruotare MdA – Il processo di autorizzazione dei fitofarmaci comprende l’analisi del rischio di resistenza – Obbligo di implementare la difesa integrata dal 2014 Impatto della Direttiva 128/2009 • • Dovrà essere recepita dai PAN Art. 14 e Allegato III (Principi generali di difesa integrata) – La rotazione come strumento fondamentale per la prevenzione e/o la soppressione degli organismi nocivi – Monitoraggio con metodi e strumenti adeguati – Implementazione di strategie antiresistenza per mantenere l’efficacia dei prodotti • Attenzione alla riduzione delle dosi: – La dose di campo è fissata sulle specie bersaglio meno sensibili – Dosi sub‐letali favoriscono la lenta selezione di resistenza non‐target‐site e resistenza multipla Biotipo resistente Gruppo di individui che condividono molte caratteristiche fisiologiche, tra le quali la capacità di sopravvivere ad uno o più erbicidi, appartenenti ad un particolare gruppo, utilizzati ad una dose che normalmente li controllerebbe. Da non confondere con tolleranza che è la naturale ed ereditabile capacità di una pianta di sopravvivere ad un trattamento erbicida. Evoluzione cronologica del n° di biotipi e di specie R in Italia Echinochloa spp Lolium spp Amaranthus spp 5 biotipi R 3 biotipi R 3 biotipi R GIRE Stato della resistenza in Italia 29 biotipi resistenti 21 specie infestanti (6 dicotiledoni e 15 monocotiledoni, 13 Poaceae) 15 regioni interessate > 200.000 ha Biotipi resistenti Membri GIRE CNR – IBAF D.A.A.P.V., Univ. di Padova Centro ricerche sul riso ‐ ENR BASF Bayer Cheminova Dow DuPont Makhteshim Gruppo Iitaliano di lavoro sulla resistenza agli erbicidi Monsanto SIPCAM Syngenta Terremerse www.resistenzaerbicidi.it Attività del GIRE Complaint monitoring (testate più di 1500 popolazioni con 3-5 erbicidi a 1-2 dosi) Continuo aggiornamento della banca dati sulla resistenza agli erbicidi in Italia Messa a punto di strategie condivise per la gestione della resistenza agli erbicidi Comunicare agli operatori del settore aggiornamenti e linee guida per la gestione della resistenza (sito web, più di10 articoli pubblicati, schede tecniche e linee guida, riunioni con i rappresentanti delle Regioni) Gruppo Italiano di lavoro sulla Resistenza agli Erbicidi LINEE GUIDA per la gestione della resistenza FATTORI DI RISCHIO RESISTENZA RICONOSCERE GESTIRE COS’È LA RESISTENZA AGLI ERBICIDI? È la capacità naturale ed ereditabile di alcuni individui presenti in una popolazione di sopravvivere alla dose di erbicida normalmente impiegata per il loro controllo. In tutte le popolazioni infestanti è presente un numero molto limitato di piante in grado di sopravvivere naturalmente al trattamento erbicida. L’uso ripetuto, nello stesso appezzamento, di erbicidi con il medesimo meccanismo d’azione elimina tutte le piante sensibili consentendo alle piante resistenti di sopravvivere e moltiplicarsi, selezionando così nel tempo una popolazione resistente. GESTIONE DELLA RESISTENZA AGLI ERBICIDI La resistenza va gestita utilizzando i principi del controllo integrato (Integrated Pest Management – IPM), basati sulle conoscenze biologiche delle specie infestanti, delle colture e dei mezzi agronomici e chimici disponibili per il loro controllo 9 9 utilizzare il più possibile la rotazione colturale alternare o miscelare erbicidi con diverso meccanismo d’azione – tutti gli erbicidi con il medesimo meccanismo d’azione costituiscono un “gruppo” come definito dal Herbicide Resistance Action Committee (HRAC) 9 valutare la possibilità di utilizzo di erbicidi non selettivi (ad esempio glifosate) in presemina 9 tenere un accurato quaderno di campagna, annotando per ciascun appezzamento erbicidi e dosi utilizzate, date dei trattamenti e risultati ottenuti; qualsiasi gestione viene complicata dalla carenza di queste informazioni limitare la presenza di elevate densità di infestazione al momento del trattamento; 9 evitare l’uso ripetuto ed esclusivo dei gruppi di erbicidi ad alto rischio di selezione per la resistenza (ad esempio inibitori dell’ALS e dell’ACCasi) 9 usare le dosi indicate in etichetta – in caso di mancato controllo non ritrattare con lo stesso prodotto aumentando la dose ma scegliere un erbicida con un diverso meccanismo d’azione 9 9 9 trattare le infestanti allo stadio ottimale, un trattamento tardivo ha il medesimo effetto di uno a dosi ridotte 9 9 integrare il diserbo chimico con sistemi di controllo meccanici e accorgimenti di tipo agronomico (ad esempio falsa semina, aumento della densità di semina, utilizzo di cultivar competitive, concimazione corretta – le minime lavorazioni e le elevate concimazioni contribuiscono ad aggravare il rischio di resistenza) gestire al meglio l’intervallo tra una coltura e l’altra favorendo la germinazione del maggior numero di infestanti per controllarle più efficacemente 9 9 utilizzare sementi certificate limitare la diffusione della resistenza: pulire accuratamente i macchinari, raccogliere per ultimi gli appezzamenti interessati da fenomeni di resistenza individuare precocemente i focolai di infestanti “sospette resistenti” e contattare il GIRE o i tecnici delle società agrochimiche o i servizi fitosanitari regionali. INFESTANTI RESISTENTI: SEI A RISCHIO? OPZIONI GESTIONALI Miscelazione o rotazione di erbicidi Metodo di controllo delle infestanti N° di trattamenti per stagione utilizzando il medesimo MDA LIVELLO DI RISCHIO BASSO >2 MEDIO ALTO 2MDA 1 MDA Colturale e chimico Solo chimico MDA(1) Colturale meccanico e chimico ALTA Due > Due Tipo di rotazione Completa Limitata No rotazione Tipo di lavorazione Normale Minima lavorazione Non lavorazione Sconosciuta Limitata Diffusa Situazione della resistenza nelle vicinanze Assente Limitata Diffusa Infestazione Bassa Media Alta Efficacia del controllo negli ultimi 3 anni Buono Peggioramento Insoddisfacente Modificato da HRAC (1998) Guidelines to the management of herbicide resistance. MDA, Meccanismo d’azione dell’erbicida. (¹) DIFFUSIONE DELLA RESISTENZA SPECIE Lolium spp. - Loglio Uno Situazione della resistenza ad un certo MDA SPECIE CON POPOLAZIONI RESISTENTI AGLI ERBICIDI IN ITALIA Papaver rhoeas - Papavero Schoenoplectus (Scirpus) mucronatus - Lisca Cyperus difformis - Zigolo Alisma plantago-aquatica - Mestolaccia MEDIA Avena sterilis - Avena Sinapis arvensis - Senape Echinochloa crus-galli – Giavone Phalaris paradoxa - Scagliola Amaranthus spp. - Amaranto BASSA Solanum nigrum – Erba morella Chenopodium album - Farinaccio Sorghum halepense - Sorghetta Conclusioni linee guida GIRE LA RESISTENZA È UN COSTO per l’intero sistema! • Ogni standardizzazione dei sistemi colturali incrementa il rischio di resistenza ai fattori che impongono la pressione di selezione • L’utilizzo degli erbicidi in condizioni non ottimali incrementa il rischio di resistenza • Per gestire sistemi ad alto rischio (di resistenza agli erbicidi) c’è bisogno di maggiore professionalità Linee guida specifiche per la gestione della resistenza in vari sistemi colturali Attualmente disponibili per: riso, cereali, colture sarchiate ed erba medica www.resistenzaerbicidi.it Stato della resistenza in Italia ¾ Tre sono i sistemi colturali principalmente coinvolti: riso, grano duro e mais. ¾ Preoccupa anche l’evoluzione del Lolium nei vigneti e uliveti ¾ Tutti i più importanti meccanismi d’azione degli erbicidi (MdA) sono coinvolti Foto Specie “resistenti” in riso – Alisma plantago‐aquatica (1994), Shoenoplectus mucronatus (1995) e Cyperus difformis (2000) agli inibitori dell’ALS – ECHCG (2000), ECHER e ECHCO (2003) al propanile – ECHER al propanile e quiclorac (2004) – ECHCG agli inibitori dell’ALS (2008) – ECHCG agli inibitori dell’ALS e dell’ACCase (2009) – Oryza sativa var. sylvatica ad imazamox (2010) Specie “resistenti” in grano duro – Poaceae Avena sterilis (1992), Lolium spp. (1995), Phalaris paradoxa (1998), Phalaris brachystachys (2001), Alopecurus myosuroides (2009) agli inibitori dell’ACCase e poi Lolium spp. e A. sterilis R multipla anche a inibitori dell’ALS – Dicotiledoni Papaver rhoeas (1998) inibitori dell’ALS e ormonici, Sinapis arvensis (2006) nibitori dell’ALS Specie “resistenti” nelle colture estive (mais, soia, pomodoro, melone) – Amaranthus spp. (1978), Solanum nigrum (1978), Chenopodium album (1982) all’atrazina – Amaranthus retroflexus (1999) agli inibitori del PSII (in mais) e nel 2003 agli inibitori dell’ALS (in soia) – Sorghum halepense (2005) agli inibitori dell’ACCasi – Echinochloa crus‐galli (2005) agli iinibitori dell’ALS – Digitaria sanguinalis (2006) agli inibitori dell’ACCasi Spettro di resistenza Echinochloa spp. in riso Eterogeneità dei pattern di resistenza Inibitore ACCasi Inibitori ALS Mappa della resistenza agli inibitori dell’ALS e dell’ACCasi Casi di resistenza in mais Casi di resistenza in riso N° pop. testate N° pop. resistenti Coltura Pattern di resistenza 15 13 Mais Inibitori ALS 9 Riso Inibitori ALS 5 Riso Inibitori ALS/ Initori ACCasi 16 Resistenza multipla • Resistenza multipla – 4 poaceae • Lolium spp. (ACCasi ed ALS) • A. sterilis (ACCasi ed ALS) • Echinochloa erecta (propanile e quinclorac) • Echinochloa spp. (ACCasi ed ALS) – Papaver rhoeas (ALS ed ormonici) I casi più recenti e preoccupanti • Lolium spp. (rigidum) al glifosate • Riso crodo ad imazamox in varietà Clearfield® • Sistemi colturali “meccanicistici” • • • • Un sistema colturale “meccanicistico” in provincia di Ravenna: medicaio a “doppia produzione” Durata: 4‐6 anni Il reddito degli agricoltori dipende dalle strutture aziendali per immagazzinare il foraggio e venderlo al miglior prezzo No irrigazione Doppia produzione: foraggio e seme – 1° taglio (metà maggio): medica da foraggio + Lolium, quindi si tratta con un inibitore dell’ACCasi (quizalofop) – 2° taglio (fine luglio/inizio agosto): produzione di seme – 3° taglio (fine settembre): medica da foraggio • Rotazione: 4‐6 anni medica– 1‐3 anni cereali autunno‐ vernini Analisi del rischio di resistenza scopo • Ridurre il rischio di sviluppo della resistenza e perciò allungare il periodo di uso efficiente dei prodotti a vantaggio dell’agricoltore, dell’industria e dell’ambiente • Può essere fatta a vari livelli • Principio attivo • Sistema colturale Analisi del rischio di resistenza a chi serve? ª all’industria produttrice/commecializzatrice per conoscere i potenziali rischi di sviluppo della resistenza, in modo da supportare correttamente la tecnica di applicazione del prodotto ª alle autorità preposte alla registrazione del prodotto per determinare il rischio d’insorgenza della resistenza, comprensivo del “pattern” d’impiego ª alle autorità regionali per regolarne l’impiego ª anche ad agricoltori e tecnici se fatta a livello di sistema colturale La quantità di dati richiesti e l’intensità del processo di valutazione dipendono da ªL’organismo/i (specie) bersaglio ªIl meccanismo d’azione del p.a. ª“storia” della resistenza ªLa coltura Fattori che incrementano rischio intrinseco • elevata persistenza dell’attività dell’erbicida • un singolo modo d’azione e/o sito d’azione • presenza di resistenza monogenica • elevata facilità di metabolizzazione dell’erbicida • alta fecondità, efficace dispersione della progenie • alta variabilità genetica intrinseca • meccanismi in grado di metabolizzare i p.a. • esistenza di resistenza incrociata • alta fitness del biotipo resistente • ciclo di vita breve/molte generazioni Fattori che incrementano rischio agronomico • ampia diffusione di colture con rotazione breve • presenza di monocoltura o monosuccessione • “monodiserbo”, dosaggi non adeguati • minime lavorazioni • necessità di un alto numero di applicazioni o lunga esposizione • uso di colture poco competitive • isolamento geografico di popolazioni resistenti • mancanza di alternanza dei metodi di controllo Valutazione del rischio d'insorgenza della resistenza agli erbicidi in relazione al sistema colturale adottato OPZIONI GESTIONALI LIVELLO DI RISCHIO Basso Medio Alto Miscelazione o rotazione di erbicidi nel sistema colturale > 2 MDA(+) 2MDA 1 MDA Metodo di controllo delle infestanti nel sistema colturale Colturale (*), meccanico (e chimico) Uno Colturale e chimico Solo chimico Due > due Tipo di rotazione Completa Limitata No rotazione Tipo di lavorazione Normale Situazione della resistenza ad un certo MDA Sconosciuta Limitata Diffusa Situazione della resistenza nelle vicinanze Infestazione Assente Limitata Diffusa Bassa Media Alta Efficacia del controllo negli ultimi 3 anni Buono Peggioramento Insoddisf. N° di trattamenti per stagione utilizzando il medesimo MDA Minima lavoraz. Non lavoraz. (+) meccanismo d’azione (*) Es, bruciatura delle stoppie, falsa semina, uso di specie e varietà competitive Modificato da HRAC (1998) Guidelines to the management of herbicide herbicide resistance e da HGCA (1999) Preventing and controlling herbicideherbicide-resistance grass weeds. Concludendo • La resistenza si sta espandendo e coinvolge molte specie infestanti (specialmente le poaceae), i più importanti sistemi colturali e quelli più standardizzati • La resistenza va affrontata a livello di sistema colturale ed inserita nel contesto IPM, cioè multidisciplinare • IWM e gestione della resistenza: esistono principi generali, ma le soluzioni sono locali • I vincoli posti da una legislazione complessa e sistemi colturali più complessi implicano a tutti i livelli un aumento di professionalità Concludendo…. • La resistenza è un problema gestibile attraverso IWM • E’ prevedibile che la nuova e complessa normativa europea avrà effetti contrastanti sul rischio e la gestione della resistenza – Regolamento 1107/2009 innalzamento del rischio e gestione della resistenza più complessa – Direttiva 128/2009 diminuzione del rischio di resistenza (+ diversità, ‐ pressione di selezione) • Ruolo chiave per la rotazione, il monitoraggio (territoriale e locale) ed il trasferimento di informazione • Implementazione di strategie antiresistenza per mantenere l’efficacia dei prodotti • Attenzione alle dosi Considerazioni conclusive ¾Il controllo integrato delle malerbe dovrebbe essere adottato su larga scala. Il punto fondamentale è diversificare gli interventi in campo (mezzi chimici e non) ¾La resistenza è un costo; le misure curative con resistenza in atto comportano un costo medio superiore di 3-5 volte rispetto a quelle preventive ¾Situazione critica in riso dove ci sono resistenze multiple agli inibitori dell’ALS e dell’ACCasi. Grazie a tutti I collaboratori del CNR-IBAF ed ai membri del GIRE Grazie per l’attenzione!