L’esteta ieri…e oggi Realizzato da : Roberta Di Fiore V B A.S. 2004/2005 I.S.I.S.S. Roncalli L’esteta Ieri… Pedagogia : Alexander Sutherland Neill Letteratura : Gabriele D’Annunzio Storia: Il Fascismo Dante : I superbi Purgatorio Canto XI Inglese : Oscar Wilde Lett. Latina : Petronio Filosofia : Kierkegaard Diritto : Metodologia : Arte : Lo Stato Totalitario L’ Aggressività Gustav Klimt … ALEXANDER SUTHERLAND NEILL L’esperienza educativa di Alexander S. Neill si colloca all’interno del movimento delle “scuole nuove” che sorgono in Europa nei primi anni del Novecento, e si caratterizza rispetto ad esse per la radicalità del proprio orientamento neo-liberale, e dunque per la posizione di assoluto rilievo che assegna al momento individuale nel processo di formazione della personalità. La proposta educativa di A. Neill si inserisce nel quadro della cosiddette pedagogie non-direttive”. Il suo significato storico fondamentale è da indicare nell’istanza posta con forza di un’educazione libera che restituisca al bambino per intero la sua spontaneità e la sua creatività. Neill non scopre nulla di nuovo nella storia della pedagogia, ma ha il grande merito di recuperare le istanze poste delle pedagogie dello sviluppo spontaneo, filtrandole attraverso le moderne acquisizioni della psicologia del profondo. D'Annunzio, Gabriele (Pescara 1863 - Gardone Riviera, Brescia 1938), scrittore italiano. Frequentò a Prato il prestigioso Collegio Cicognani; giovanissimo, esordì con la raccolta di poesie Primo vere (1879), ben accolta dalla critica: finito il liceo giunse perciò a Roma preceduto da una certa notorietà negli ambienti culturali. Come cronista mondano fu molto apprezzato dal pubblico, e la sua popolarità crebbe ulteriormente quando venne pubblicato il secondo libro di poesie, Canto novo (1882), che arricchiva il linguaggio carducciano, già utilizzato per la raccolta d'esordio, di una solare e corporea vitalità, sempre sorretta da un registro alto. D'Annunzio cercò di trasferire il suo gusto estetizzante anche nella vita, coltivando l'eleganza e indulgendo al gesto clamoroso. Si sposò molto giovane, dopo una fuga d'amore, ed ebbe una vita sentimentale intensissima, costellata di numerose amanti. Gabriele D’Annunzio Adorava circondarsi di raffinate opere d'arte e conduceva una vita dispendiosa che lo portò a indebitarsi. Proprio per sfuggire ai debiti si trasferì nel 1891 a Napoli, dove rimase fino al 1894 mantenendosi soprattutto grazie alla collaborazione con il quotidiano della città, "Il Mattino". Nell'opera di D'Annunzio la vita dell'autore e la letteratura non solo si rispecchiano, ma l'esistenza privata diventa spettacolo per il pubblico, attirando sul poeta un interesse mai raggiunto da nessun autore italiano precedente e contemporaneo. In questo modo si spiega l'apparente paradosso per cui lo scrittore più popolare del tempo fu un artista aristocratico ed esclusivista. Un artista "inimitabile" anche grazie a gesta clamorose e avventurose come l'impresa di Fiume. Del resto, la modernità della sua sensibilità è provata da altri fatti: non solo D'Annunzio fu tra i primi a interessarsi di cinema, ma molti si rivolsero a lui per battezzare prodotti commerciali (la penna Aurora o il liquore Aurum), grandi magazzini (la Rinascente), fatti, questi, che denotano una precoce sensibilità “pubblicitaria”. PETRONIO -IL RITRATTO FORNITO DA TACITOTrascorreva le giornate dormendo, le notti dedicandosi alle occupazioni e ai piaceri della vita; come altri avevano ottenuto fama dalla loro operosità, così egli l’aveva ottenuta dalla sua indolenza, e non era considerato un crapulone e uno scialacquatore, come avviene di solito a chi dissipa il proprio patrimonio, ma un gaudente raffinato. Le sue parole e le sue azioni, quanto più erano disinvolte e ostentavano una certa noncuranza, tanto più risultavano gradevoli, dando l’impressione della spontaneità. Tuttavia, proconsole in Bitinia a poi console, si dimostrò energico e all’altezza dei suoi compiti. In seguito, ricaduto nei vizi o forse fingendosi vizioso, fu accolto fra i pochi intimi di Nerone, come arbitro del buon gusto (elegantiae arbiter): l’imperatore, nella sovrabbondanza di ogni cosa, giudicava piacevole ed elegante soltanto ciò che gli veniva raccomandato da Petronio. (Annales, XVI, 18) Il Satyricon di Fellini IL SATYRICON di Federico Fellini Il più che discusso Satyricon di Federico Fellini, fu liberamente tratto dallo scritto di Petronio Arbitro e fu distribuito e prodotto dalla P.E.A. in collaborazione con Les Productions Artistes Associes di Parigi. Le riprese si conclusero definitivamente nel 1969, lasciando perplessi un po tutti gli addetti ai lavori; infatti lo stesso Fellini definì il film come un “saggio di fantascienza del passato”. Una volta distribuito nelle sale, il film seminò consensi e dissensi, la critica fu letteralmente divisa a metà, sui giornali di settore si leggevano opinioni totalmente discordanti. I protagonisti di questo capolavoro sono Ascilto (Hiram Keller) ed Encolpio (Martin Potter), due giovani romani, che vivono tentando di cavarsela con ogni espediente in una Roma imperiale decadente e volgare dominata dalle nuove classi sociali, immersa in un ‘atmosfera a cavallo tra la realtà e l’ immaginazione. I due si innamorano follemente dell’ efebo Gitone (Max Born), che dopo essere passato tra le mani di entrambi, sceglie Ascilto. A questo punto, Encolpio, sconfortato dalla scelta dell’ efebo, si lascia andare in mille avventure : passa da un terremoto ai suntuosi banchetti di una dimora di viziosi, fino ad arrivare alla nave del pirata Lica al servizio dell ‘imperatore, dove incontra di nuovo Gitone ed Ascilto. La storia dei due prende forma tra violenze carnali, rapimenti e pericoli di ogni tipo, da cui emerge la figura del Minotauro con cui Encolpio combatte e viene sconfitto . In seguito Ascilto muore ed Encolpio viene catapultato nella triestezza più profonda, fino ad imbarcarsi sulla nave del vecchio poeta Eumolpo (Salvo Randone), diretta in Africa, il quale muore trasformando in erede colui che si nutre delle sue carni, ma Encolpio rifiuta. Nel Satyricon di Fellini, il capolavoro di Petronio è preso solo come spunto . Infatti il regista, accenna al testo da cui è tratto il soggetto, solo in alcune occasioni, ma in ogni momento riesce a narrare con estrema abilità gli stili di vita del passato, portando alla luce numerose tendenze comportamentali della società moderna. Fellini ci narra la vita dell’ antica Roma, trasportando lo spettatore in una dimensione indefinita, in cui è tangibile l’ instabilità della condizione umana, dove i sentimenti e le sensazioni sono onnipresenti. Nella struttura narrativa sono visibili molte incongruenze, ma vengono riscattate dalla estrema forza suggestiva che il film sprigiona in tutti i suoi 138 minuti di durata. La regia di Fellini ebbe la nomination all ‘Oscar, ma buona parte del cast non fu da meno: Fanfulla, uno degli attori non protagonisti, ricevette nel 1970 il nastro d’argento, insieme a Giuseppe Rotunno per la fotografia e a Danilo Donati per la scenografia e i costumi. Il lavoro di Danilo Donati fu determinante per la riuscita del film, infatti con grande abilità, riprodusse fedelmente le ambientazioni e i costumi della società romana ai tempi dell ‘impero, non dimenticando nulla, prestando attenzione ai più piccoli particolari . Danilo Donati è classificato dalla critica e dagli addetti ai lavori, come uno dei professionisti più seri e preparati che il cinema abbia mai avuto, dopo innumerevoli lavori svolti nei film dei maggiori registi sia italiani che stranieri, arriva alla sua ultima collaborazione avvenuta nel film Pinocchio di Roberto Benigni del 2001 con cui vince il David di Donatello sia per la scenografia che per i costumi, lasciando il mondo del cinema, come scrisse di lui un critico, con la “solita classe”. IL FASCISMO Fondato da Benito Mussolini, un ex socialista uscito dal Partito perché non ne aveva condiviso le posizioni neutraliste, il movimento fascista nacque a Milano nel 1919. Esso faceva leva sul risentimento dei reduci di guerra, sul disagio sociale diffuso e cercava un improbabile equilibrio fra rivendicazioni nazionalistiche e prospettive di riforma sociale. Il fascismo conserverà sempre la sua anima movimentista e anticapitalista, ma a essa in gran parte sovrapporrà, con l’ascesa al potere, prospettive e interessi in sintonia proprio con quelle forze della borghesia conservatrice che originariamente aveva contestato. Già a partire dagli anni Venti, infatti, i fascisti divennero il braccio armato degli interessi industriali e agrari , organizzando violente “spedizioni punitive” contro sindacalisti, scioperanti, esponenti di partiti della sinistra. La necessità di un governo forte che sapesse conservare l’ordine pubblico dinanzi alle gravi proteste sociali portò infine Mussolini al governo. PURGATORIO- CANTO XI LUOGO Prima cornice del purgatorio. TEMPO Le ore undici circa dell’11 Aprile del 1300 (Lunedì dell’angelo). ESPIATI Superbi. CUSTODE Un angelo. FIGURE E PERSONAGGI Omberto Aldobrandeschi, Odersi da Gubbio, Provenzan Salvani. PENA Camminano lentamente sotto il peso di massi che li opprimono; debbono meditare su esempi di superbia punita e su esempi di umiltà. CONTRAPPASSO Sulla terra furono superbi e guardarono gli altri dall’alto in basso, ora sono costretti a camminare curvi e col capo chino sotto il peso di enormi massi. Le anime dei superbi recitano la preghiera del “Padre nostro”, invocando l’aiuto di Dio per loro e per i vivi che sono rimasti sulla terra. Virgilio chiede quale strada sia più agevole per raggiungere la scala che porta alla seconda cornice; a lui risponde l’anima di Omberto Aldobrandeschi che ricorda la superbia sua e di tutto il suo casato. Un’altra anima, quella del miniaturista Odersi da Gubbio, girandosi a fatica sotto il masso che la opprime, riconosce Dante, a cui ricorda l’eccellenza della sua arte, affrettandosi a dire però che essa è stata superata da quella di Franco Bolognese. Da vivo non lo avrebbe mai ammesso, perché fu desideroso di primeggiare, ed ora è punito proprio per quella superbia. Odersi poi riconosce che la gloria che viene dalle opere umane è vana e dura poco: così nella pittura Giotto ha superato Cimabue, e nella poesia Guido Cavalcanti ha oscurato la fama di Guido Guinizzelli, e forse è nato un nuovo poeta che li supererà entrambi. Un altro esempio della brevità della gloria terrena, dice Odersi, è offerto dalla vicenda di Provenzan Salvani, una volta signore di Siena ed ora del tutto dimenticato. Allo stupore di Dante, nel sentire Provenzan Salvani si trova nel purgatorio, Odersi spiega che meritò il perdono con un atto di umiltà: soffrì infatti l’umiliazione di chiedere l’elemosina per pagare il riscatto di un amico, prigioniero di Carlo d’Angiò. Lo stesso Dante, conclude Odersi, non passerà molto tempo, che proverà a causa dei suoi concittadini, l’umiliazione di dover chiedere l’aiuto altrui. KIERKEGAARD E GLI STADI DELL’ESISTENZA Soren Kierkegaard è un pensatore molto originale, che concepisce la filosofia non come una scienza, ma come un’occasione per riflettere su se stesso. Le sue opere più importanti, Aut-Aut, Timore e tremore, Stadi nel cammino della vita, sono anche nel titolo significative di questo atteggiamento “antiaccademico” di fare filosofia. Kierkegaard vede la vita in termini di “scelta”. L’esistenza umana viene sempre posta di fronte ad un’alternativa (aut-aut); la scelta è assolutamente libera e, dunque, causa di “angoscia” per l’uomo. L’angoscia ha, però, una struttura ambivalente: è contemporaneamente fonte di infelicità e coscienza di libertà. La libertà si esercita nell’atto con cui si decide il passaggio attraverso i vari stadi dell’esistenza: l’estetico ( esemplificato nella figura di Don Giovanni, il seduttore), l’etico (esemplificato nella figura del marito, che vive un’esistenza caratterizzata dall’impegno), e il religioso (esemplificato nelle figura di Abramo, l’uomo di fede, che sceglie Dio anche quando questi lo chiama ad un atto “irragionevole”,quello di sacrificare il figlio Isacco). La filosofia di Kierkegaard è, nel suo complesso, il tentativo di fondare la validità della religione sulla struttura dell’esistenza umana. Ma la religione di Kierkegaard è molto lontana dall’essere una visione razionale o pacificante del mondo. Essa è l’unica via che si apre all’uomo per sottrarsi all’angoscia, alla disperazione e allo scacco delle possibilità, Mediante l’instaurazione di un rapporto immediato con Dio. Il Diario del seduttore è l’opera in cui Kierkegaard narra la storia di Giovanni, che, mettendo in campo ogni arte, conquista Cordelia, un’innocente ragazza di diciotto anni. Ma l’amore dei due rifugge da ogni forma di vincolo duraturo: essi non solo non si sposano, ma rinunciano anche ad ogni legame esteriore (lo stesso fidanzamento viene sciolto per volere di Cordelia). Non c’è vero sentimento tra i due. Nella logica estatica della seduzione, l’amore deve essere libero da ogni nodo obbligante. LO STATO TOTALITARIO Lo Stato totalitario è una forma di Stato in cui il popolo è escluso totalmente dalla vita politica del Paese e quindi dal godimento dei diritti politici . In questa forma di Stato il consenso popolare non è spontaneo ma frutto di “indottrinamento”: il popolo è, infatti, forzato ad aderire e a sostenere il potere di governo in quanto ogni opinione di diversa matrice politica è repressa e perseguita. Tipico di questo regime è perciò il controllo di ogni attività svolta dai cittadini e l’instaurazione di un clima di terrore di cui sono protagoniste le unità militari. Questa forma di Stato fu tipica delle grandi dittature del ‘900, come quella Fascista in Italia, Nazista in Germania, Comunista in Unione Sovietica. L’AGGRESSIVITA’ L’aggressività è un tema di grande rilievo sociale, pedagogico e politico. La nostra civiltà è massicciamente segnata da fatti aggressivi. Nel mondo continuano a verificarsi guerre. Da oltre cinquant’anni non si hanno grandi conflitti mondiali, ma, specie nei paesi meno avanzati e in via di sviluppo, si registra un pullulare di focolai bellici. Ad esempio, negli ultimi anni, abbiamo assistito al conflitto tra repubbliche dell’ex Iugoslavia, alle tensioni continue e agli scontri tra Israele e Palestina, alle lotte separatiste dello Yemen del Sud verso lo Yemen del Nord, alla guerra civile in Ruanda e in Mozambico, per citare solo i casi più noti. Anche nei paesi avanzati sono comuni azioni terroristiche, rivolte, disordini a sfondo politico, religioso e sociale. In tutti i paesi del mondo poi la criminalità è ben lontana dall’essere stata debellata e spesso si manifesta in forme aggressive. Numerossissimi sono: i delitti contro l’incolumità della persona che non portano la vittima alla morte, cioè i casi di percosse, lesioni personali, risse, minacce, ecc; i sequestri di persona; le violenze carnali e gli stupri; le denunce per ingiurie e diffamazioni. L’aggressività non si ritrova solo nelle guerre, nei disordini e nei delitti, ma si annida anche in ambiti di vita che solitamente associamo all’armonia, al benessere, all’educazione, agli affetti e all’amore. Numerosi sono i maltrattamenti nell’ambito famigliare, e gli enti addetti alla salvaguardia dei membri più deboli delle famiglie, come il “Telefono Azzurro”, suggeriscono che ciò che perviene a loro consiste solamente nella punta dell’icerbeg. Il tema dell’aggressività, infatti, nelle scienze psicologiche e sociali si presenta estremamente vasto. L’ART NOUVEAU -GUSTAV KLIMTGli anni di passaggio dall’Ottocento al Novecento sono contrassegnati da una profonda crisi di cui si riscontrano le conseguenze in quasi tutti gli artisti . Da un lato prosegue l’ottimistica fede nel progresso scientifico, che appare inarrestabile e tale da portare a soluzione ogni problema umano; dall’altro lato però ci si rende conto che questa “felicità” universale è solo apparente. E’ in questo clima “decadente” che nasce e si diffonde in tutta Europa il movimento detto Art Nouveau di lingua francese, Modern Style in Inghilterra, Modernismo in Spagna, Sezessionstil in Austria, Liberty o Floreale in Italia. La prima definizione italiana fa riferimento al nome dell’inglese Arthur Liberty, il quale aveva fondato a Londra una ditta di oggetti di arredamento. La definizione floreale indica che la decorazione è costituita prevalentemente da forme stilizzate tratte dai fiori o comunque simili ad essi. I termini usati dalle altre nazioni europee invece esprime il significato di novità (Art Nouveau), di modernità (Modernismo, Modern Style), di seccessione, ossia di distacco dalla tradizione (Sezessionstil), tutti sottintendendo un unico atteggiamento di attualità. Comunque si voglia chiamarla, questa corrente è simile in tutta l’Europa. Gustav Klimt ( Baumgartner, Vienna, 1862- Vienne,1918), il pittore più rappresentativo dell’Art Nouveau. In lui prevalgono il simbolo, l’evocazione della realtà, piuttosto che la sua rappresentazione, la linea elegante, morbida e sinuosa, la bidimensionalità delle forme, l’accostamento dei colori, il preziosismo, in una fusione e in un assorbimento delle più svariate componenti, che vanno dalla conoscenza dei mosaici di Ravenna (divisionismo cromatico, superamento della realtà) fino alle più recenti acquisizioni artistiche (simbolismo, decadentismo) e psicanalitiche (l’espressione dell’inconscio attraverso il segno pittorico). Oscar Wilde L’artista è il creatore di cose belle. Rivelare l’arte e celare l’artista è la metà dell’arte. Il critico è colui che può tradurre in una maniera diversa o in un materiale nuovo l’impressione che le cose belle suscitano in lui. La più alta e la più bassa forma di critica sono entrambe una maniera di autobiografia. Coloro i quali trovano nelle cose belle significati brutti sono corrotti senza essere attraenti. Questo è una colpa. Coloro i quali trovano nelle cose belle significati belli sono persone colte. Per questi c’è speranza. Gli eletti sono coloro per i quali le cose belle significano soltanto Bellezza. Non esistono libri morali o libri immorali. I libri sono scritti bene o scritti male: nient’ altro. L’antipatia del XIX secolo verso il Realismo e la rabbia di Calibano che vede nello specchio il proprio volto. L’antipatia del XIX secolo verso il Romanticismo e la rabbia di Calibano che non vede nello specchio il proprio volto. La vita morale dell’uomo costituisce per l’artista una parte del soggetto, o materia; ma la moralità dell’arte consiste nell’impiego perfetto di un mezzo imperfetto. Nessun artista desidera di dimostrare alcunché. Anche le cose vere possono essere dimostrate. Nessun artista prova simpatia di ordine etico. Una simpatia etica in un artista è un’imperdonabile affettazione stilistica. Nessun artista è mai morboso. L’artista può esprimere qualsiasi cosa. Pensiero e linguaggio sono per l’artista strumenti di un’arte. Vizio e virtù sono per l’artista materiali di un’arte. Dal punto di vista della forma il prototipo di tutte le arti è l’arte del musicista. Dal punto di vista del sentimento il prototipo è l’arte dell’attore. Tutta l’arte è a un tempo superficie e simbolo. Coloro che penetrano al di sotto della superficie lo fanno a proprio rischio e pericolo. Coloro che interpretano il simbolo lo fanno a proprio rischio e pericolo. E’ lo spettatore, non la vita, che l’arte, in realtà, rispecchia. La divergenza di opinioni a proposito di un’opera d’arte dimostra che l’opera è nuova, complessa e vitale. Allorché i critici sono discordi, l’artista è d’accordo con se stesso. Un uomo può essere perdonato se fa una cosa utile, a condizione che non l’ammiri. L’unica scusa per colui che fa una cosa inutile è che egli l’ammiri intensamente. Tutta l’arte è perfettamente inutile. - tratto da “Prefazione dell’autore” de “Il Ritratto di Dorian Gray” - … e oggi L’estetismo non si ferma sul piano letterale, filosofico, o morale ma è entrato di prepotenza anche nei nostri tempi non è un caso se all’ordine del giorno abbiamo il culto della bellezza personale, il fiorire dal nulla di cliniche private, della televisione che ci bombarda con continue immagine di corpi perfetti assolutamente da Imitare…