Volley. La sconfitta tiellafinaledi Coppa Italia ha messo a nudo problemi anzitutto caratteriali che vanno debellati
Pomi, se vuoi la Al
devi crescere alla svelta
Pomi a muro con Frosinone
di Matteo Ferrari
CASALMAGGIORE — Al risveglio ancora non ci si crede.
La neve a metà marzo, antipatica come una finale giocata
solo a tratti e persa tutta d'un
fiato. La Pomi Casalmaggiore
torna da Varese con le ossa
ammucchiate vittima di un
Frosinone che non ha fatto altro che legittimare la propria
crescita: ha giocato da squadra, non ha mai mollato interpretando meglio, sul piano
emotivo prima che su quello
tattico, una p a r t i t a che non
ammetteva rimedi postumi.
Possiamo stare qui a cercare, trovandone, i lati positivi.
Una Bacchi sempre presente,
un 3-0 un po' bugiardo, due
set comandati a tratti e poi sci-
volati di mano. Una Coppa
che non ha mai significato promozione negli ultimi quattro
anni. Ma chi voghamo prendere in giro?
La sconfitta di Varese può
avere di positivo solo il pretesto per chinare la testa, rendersi conto che certi problemi non sono spariti, assumere
ognuno le proprie responsabilità e ripartire.
I campanelli d'allarme erano già suonati a Montichiari
e, ancor più nitidi, settimana
scorsa con Pavia. Per certi versi squadre simili, abili a toccare a muro, organizzatissime in
seconda linea e moderatamente efficaci in ricostruzione. Un crescendo che dalle
bresciane alle ciociare ha
messo in evidenza i limiti so-
do trame)
prattutto emotivi della Pomi,
squadra che sotto pressione
diventa "normale", soprattutto in alcuni dei propri componenti.
P u n t a r e il dito sarebbe operazione banale e ingiusta. Chi
ha sbagliato, si è certi, ne è
consapevole. Ora bisogna decidere cosa si vuol fare da
grandi. E in questi casi nascondersi dietro a un dito non
è la migliore delle soluzioni.
Cercare e trovare alibi nemmeno.
C'è un finale di stagione da
giocare, ci sono tre punti che
separano la Pomi da Novara,
c'è un primo posto, obbiettivo
credibile a patto che degli errori visti domenica, della
" p a u r a " messa in campo e della Pomi fragile quando conta
non ci sia più nemmeno l'ombra.
Le prossime sono cinque finali e, classifica e calendario
alla mano, il primo posto dipende in gran parte dalla Pomi.
Per crederci serve vincere,
per vincere serve crescere,
per crescere serve non avere
paura. Chi ne ha è meglio resti a casa.
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Pomi, se vuoi la Al devi crescere alla svelta