Aristotele La Politica La Politica La Politica è l’opera in cui Aristotele tratta dell'amministrazione della pòlis. L'opera è suddivisa in otto libri nell’ordine in cui tradizionalmente viene loro dato, segue l'analisi dell'autore che definisce la città dalle sue origini fino al suo buon mantenimento mediante l'educazione politica. La sfelicità è solo nella pòlis Già dalla battute iniziali delle lezioni dedicate ta politikà che, etimologicamente, sono ‘gli affari che riguardano la città’ (pòlis), Aristotele ricorda agli ascoltatori che la città è una forma di comunità costituita in vista di un bene; ed essa è l’unica che permetta agli uomini di realizzare le proprie potenzialità più tipicamente umane e, pertanto, di essere felici. Perché gli uomini si associano? L’uomo è un animale politico (zòon politikòn) Chi non vive con gli altri uomini è un dio o una belva! Il ruolo del Lògos La parola che lega ed insieme da un senso alla vita in città è lògos Il lògos consente di discutere su cosa è giusto ed ingiusto, bene o male. Solo attraverso il lògos si perviene all'amicizia tra gli uomini, quindi alla collaborazione, alla giustizia distributiva e correttiva, allo scambio economico. Come nasce la pòlis Il singolo individuo non basta a sé stesso. La sua natura lo porta ad unirsi sia con la donna sia con altri suoi simili. L'unione con la donna fa nascere la famiglia, che ha il fine di soddisfare i bisogni quotidiani. Ma nemmeno la famiglia basta a sé stessa ed è quindi naturale che più famiglie si associno per dar vita ad un villaggio, il cui fine è superiore alla famiglia perché da maggiore sicurezza e può provvedere alla difesa da attacchi esterni. Qual è l’origine della pòlis? Ma il fine dell'uomo non è solo quello di sopravvivere, ma di vivere bene, cercando di realizzare i propri desideri e la felicità, ecco che né la famiglia, né il villaggio possono bastare La pòlis nasce dall’unione di più villaggi, che sono a loro volta dall’unione di più famiglie famiglia famiglia famiglia famiglia Ne segue: la famiglia è il nucleo primitivo e fondamentale dell’associazione umana Villaggio Villaggio Villaggio famiglia famiglia famiglia famiglia Pòlis La famiglia e la sua gerarchia È composta nella sua forma basica: un maschio adulto (capofamiglia), una donna, i figli e gli schiavi La schiavitù A. giustifica la schiavitù in base a due criteri ampiamente discutibili. Il primo è che essa è necessaria in quanto serve a svolgere lavori di fatica indegni di un uomo libero il secondo è che lo schiavo è servo per natura. La sua soluzione è che la schiavitù è giusta quando, in sostanza, sono schiavi coloro che non sanno condursi da sé. Non considerando che questa incapacità è un effetto della condizione servile e non la sua causa, egli rovescia ideologicamente i termini del problema e finisce quindi col fornire una difesa del sistema vigente, sostanzialmente iniquo e disumano. Famiglia ed economia La famiglia esercita una funzione economica fondamentale Oikòs (= casa + componenti familiari +schiavi + beni materiali - terreni e attrezzi-) è cellula socio-economica fondamentale della città-stato Vs Platone e il suo comunismo di famiglia e beni egli è convinto, infatti, che sia inutile e controproducente abolire la proprietà privata (come in Platone) o rendere uguali i possedimenti perché nel primo caso il risultato sarà che tutti si disinteresseranno ugualmente di ciò che non è loro; nel secondo, gli sembra meglio equilibrare i desideri attraverso le leggi e non le proprietà, perché gli uomini non si accontentano mai di ciò che hanno anche se è giusto e adeguato Il ruolo educativo delle leggi Da questa constatazione emerge il ruolo fondamentalmente educativo delle leggi in Aristotele: esse mirano al bene comune e a creare buoni cittadini; esse non si limitano a proibire alcuni tipi di comportamento ma cercano di rendere virtuosi i cittadini. Da ciò discende che comunità politiche dotate di leggi differenti creeranno cittadini differenti, dotati di virtù diverse Crematistica Il padre-padrone, capofamiglia deve provvedere al suo mantenimento e conoscere a fondo l'arte degli acquisti, la crematistica (da chrèmata, che significa gli averi). Questa sapienza particolare è indispensabile per il buon vivere e regge l'indispensabile attività dello scambio dei beni che è uno dei motivi principali del costituirisi delle città. Ma a questo tipo di sana crematistica, si oppone la sua degenerazione che è l'accumulazione di beni e denaro, che Aristotele considera ingiusta e vergognosa, indegna di uomini liberi ed equilibrati. E' questa crematistica la vera economia moderna, che tuttavia origina proprio dalle città, dallo sviluppo dei mercati e dalla nascita di un capitalismo mercantile antico. Lo Stato L’associazione umana compiuta e perfetta Composta da cittadini liberi, abbienti e capifamiglia che esercitano a turno il comando Partecipano direttamente al potere Possiedono un minimo di proprietà privata e schiavi che lavorano al loro posto Condividono un’ideologia condivisa Il cittadino deve essere della classe media, nel senso che deve avere una certa tranquillità finanziaria. Sono questi i cittadini che prestano servizio militare, e, in secondo luogo, coloro che possono consigliare e giudicare. Queste tre funzioni sono scandite nel tempo: il servizio militare spetta ai giovani, consigliare e giudicare quindi consigliare su quello che lo stato deve fare e giudicare in tribunale - spetta agli uomini più anziani. Tutti gli altri possono essere sì cittadini, ma sono cittadini in un altro senso. Schiavi, donnne e lavoratori non partecipano al governo Le donne e gli schiavi mancano di un’autonoma razionalità politica Artigiani, commercianti, operai e contadini non proprietari non sono cittadini in senso pieno, perché: non dispongono del “tempo libero” necessario ad acquisire ed esercitare le virtù politiche (che si riconducono alla saggezza) Il termine libero, in greco, ha un significato molto preciso e specifico: l'uomo liberale, l'uomo il quale vive dandosi alla speculazione, che può studiare, che può "perdere il tempo", tra virgolette, per la pòlis, per gli amici, per vivere una vita di contemplazione CHI DEVE COMANDARE? Possiamo distinguere diverse forme di governo in base al numero di chi comanda Vs Quando chi detiene il potere lo fa in nome dell’interesse comune e nel rispetto delle leggi Monarchia Aristocrazia Pochi Politèia Molti Tirannide Quando chi detiene il potere lo esercita a proprio vantaggio Oligarchia Pochi Democrazia Molti Un altro criterio: la ricchezza Democrazia e oligarchia possono essere definite anche in riferimento alle condizioni economiche di coloro i quali esercitano il comando. Oligarchia= governo dei ricchi (pochi, che lo esercitano nel loro interesse) Democrazia =governo dei poveri (maggioranza di poveri che lo esercitano allo scopo di avvantaggiare sè stessi) La forma migliore di governo La monarchia buona solo nel caso di un uomo eccezionalmente dotato. La politèia Governa la polis senza gli eccessi della democrazia radicale Consente meglio delle altre forme di governo un ricambio tra governanti e governati La politèia La ‘costituzione’ o politèia è una misto di democrazia e oligarchia: prende il meglio di queste due costituzioni degenerate, rebdendo le cariche elettive come l’oligarchia e rendendole indipendenti dal censo come la democrazia L’educazione del buon cittadino Anche la polis come i singoli individui ha come fine il bene: la felicità e il benessere dei suoi cittadini Se si vuole raggiungere un obiettivo comune di felicità e benessere reso possibile da una buona politica, è necessaria una educazione comune (in parte in famiglia e in parte pubblica, curata dallo Stato) a tutti i membri della comunità: solo un uomo virtuoso potrà essere un buon governante nel tempo che verrà, od anche solo un buon governato, cioè un buon cittadino «Ciò significa che l'educazione deve essere integrale, cioè formare non solo alle attività strumentali, pratiche o tecniche, ma anche e soprattutto alle attività fini a se stesse, cui l'uomo si dedica nel tempo libero, perché in queste egli realizza pienamente la propria umanità...» Ma quali sono le discipline da insegnare? Queste sono sono la grammatica (cioè la capacità di leggere e scrivere), la ginnastica, la musica ed il disegno. La prima e l'ultima sono utili alla vita, la seconda sviluppa il coraggio, mentre la musica ha un fine tutto particolare, quello di offrire uno svago nobile al riposo. A proposito di quest'ultima anzi Aristotele precisa che essa serve sia come educazione al carattere, sia come divertimento, sia infine come svago intellettuale Con queste note sul ruolo e sul senso della musica si conclude davvero significativamente la riflessione politica di Aristotele.