DIRER
Sabato, 15/12/2012 09:41
Indice dei documenti
DIRER
Direr
Direv
Dirigenza
E-Governament
E-Procurament
Pubblica Amministrazione
E dal prossimo anno debutta l' invio via Pec
Da 'Italia Oggi' del 15/12/2012 - Pagina 31
Catricalà: enti pubblici inadempienti sulla trasparenza
Da 'Il Messaggero' del 15/12/2012 - Pagina 14
A Napoli si aggrava la crisi dell' edilizia
Da 'Il Sole 24 Ore' del 15/12/2012 - Pagina 21
Crediti certificati, in Gazzetta le istruzioni
Da 'Il Sole 24 Ore' del 15/12/2012 - Pagina 28
Nuovo scontro sulle Casse
Da 'Il Sole 24 Ore' del 15/12/2012 - Pagina 29
1
3
5
7
9
Normativa Comuni
Province, tagli congelati per un anno
Da 'La Repubblica' del 15/12/2012 - Pagina 27
E dal prossimo anno debutta l' invio via Pec
Da 'Italia Oggi' del 15/12/2012 - Pagina 31
Contributi: domande con il contagocce
Da 'Il Sole 24 Ore' del 15/12/2012 - Pagina 21
Ricostruzione a rischio blocco
Da 'Il Sole 24 Ore' del 15/12/2012 - Pagina 21
Le agevolazioni sul prelievo si muovono su due corsie
Da 'Il Sole 24 Ore' del 15/12/2012 - Pagina 27
Province, tagli congelati per un anno
Da 'La Repubblica' del 15/12/2012 - Pagina 27
13
15
17
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23
27
Normativa Enti Locali
E dal prossimo anno debutta l' invio via Pec
Da 'Italia Oggi' del 15/12/2012 - Pagina 31
Gli ammortizzatori salgono a 1,7 miliardi
29
Da 'La Stampa' del 15/12/2012 - Pagina 14-15
Rimborsi «facili», accuse alla Regione
Da 'Corriere della Sera' del 15/12/2012 - Pagina 3
31
33
Normativa Province
Gli ammortizzatori salgono a 1,7 miliardi
Da 'La Stampa' del 15/12/2012 - Pagina 14-15
35
Sindacati
Sanità nel caos gli ospedali religiosi scendono in piazza
Da 'Il Messaggero' del 15/12/2012 - Pagina 49
Bistefani, lunedì scatta lo sciopero
Da 'La Stampa' del 15/12/2012 - Pagina 28-29
La carica dei 700 mila allo sbando
Da 'Corriere della Sera' del 15/12/2012 - Pagina 2
Pensionati
37
39
41
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Sab 15/12/2012
Italia Oggi
Pagina 31
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Sabato 15 Dicembre 2012
Sa
31
È questo l’effetto della pubblicazione da parte dell’Istat dell’indice per l’adeguamento
Multe stradali più care del 6%
Dal 1° gennaio 2013 scatta l’aggiornamento biennale
DI
Pagina a cura
STEFANO MANZELLI
ED ENRICO SANTI
on il cenone di Capodanno arriva
l’aumento automatico biennale degli
importi delle multe stradali di quasi
il 6%. È questo l’effetto conseguente
alla pubblicazione da parte dell’Istat del dato
relativo alla variazione biennale dell’indice
Foi rilevato a novembre e reso disponibile il
13 dicembre. Ai sensi dell’art. 195, comma 3,
del codice della strada, la misura delle sanzioni amministrative pecuniarie è aggiornata
ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei
prezzi al consumo per le famiglie di operai e
impiegati (media nazionale) verificatasi nei
due anni precedenti. Prendendo come riferimento tale indice, il ministro della giustizia,
di concerto con i ministri dell’economia e delle
finanze, e delle infrastrutture e dei trasporti, fissa i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie, che si applicano
dal 1° gennaio dell’anno successivo.
Usualmente il decreto ministeriale
di dicembre prende come base di riferimento l’indice Foi di novembre.
Dunque, sulla base del dato pubblicato dall’Istat il 13 dicembre scorso,
dal 1° gennaio 2013 scatterà un aumento
del 5,7% degli importi delle sanzioni amministrative pecuniarie per le violazioni stradali.
Questo incremento risulta essere il più elevato dal 1998 in poi. L’ultimo aggiornamento era
stato stabilito dal decreto ministeriale del 22
dicembre 2010, che aveva disposto l’aumento
del 2,4% a partire dal 1° gennaio 2011. Con il
decreto di prossima emanazione, nel calcolo
dei nuovi importi si applicherà la consueta
regola dell’arrotondamento all’unità di euro
per eccesso se la frazione decimale sarà pari
o superiore a 50 centesimi di euro oppure per
difetto se sarà inferiore. L’arrotondamento
sarà applicato alle sanzioni edittali, ma non
agli importi che costituiscono il risultato di
operazioni di divisione rispetto ai valori minimi o massimi previsti dal codice della strada,
come, per esempio, le somme da iscrivere a
ruolo o le somme richieste a titolo di cauzione.
Resteranno escluse dall’aggiornamento, non
essendo ancora decorsi due anni, le norme
che hanno introdotto o modificato le sanzioni con effetto dopo il 1° gennaio 2011. Per
esemplificare come cambieranno gli importi
rispetto ad alcune infrazioni stradali, con
il nuovo anno la sanzione per il divieto di
sosta aumenterà da 39 a 41 euro, quella per
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l’eccesso di velocità fra 10 e 40 km/h oltre il
limite: la sanzione salirà da 159 a 168 euro
fra le ore 7 e le ore 22 e da 212 a 224 euro fra
le ore 22 e le ore 7. La sanzione per il conducente o passeggero senza cinture di sicurezza
passerà da 76 a 80 euro, mentre quella prevista per chi guida usando il telefonino senza
auricolare o senza viva voce aumenterà da152
a 161 euro. Una vera doccia fredda per le tasche degli automobilisti sulla
quale già da qualche mese
hanno posto l’attenzione
le associazioni di tutela. Se non arriverà
un improbabile
determinazione
politica di segno contrario
non ci saranno eccezioni.
L’aumento è alle
porte.
E dal prossimo anno
debutta l’invio via Pec
Dal prossimo anno multe stradali spedite tramite Posta elettronica certificata. È questo lo scenario che si
prospetta dopo le recenti novità introdotte dal decreto
legge n. 179 del 18 ottobre 2012 e dalla relativa legge di
conversione. Occorrerà comunque attendere alcune
norme di dettaglio per l’entrata a pieno regime del
sistema.
La notificazione dei verbali tramite Pec si fonda teoricamente sull’art. 149-bis del codice di procedura
civile, applicabile ai sensi dell’art. 201 del codice
della strada. Ma è il dl 179/2012 a dare la svolta
introducendo le norme che potranno rivoluzionare
dal 2013 le modalità di notificazione delle multe
stradali mediante l’utilizzo della posta elettronica
certificata. Infatti, secondo le nuove disposizioni
confermate dalla legge di conversione, ogni cittadino ha la facoltà di indicare alla pubblica amministrazione un proprio indirizzo di posta elettronica
certificata, quale suo domicilio digitale.
L’indirizzo verrà inserito nell’Anagrafe nazionale
della popolazione residente-Anpr. Il dl prevede che
dal 1° gennaio 2013, tranne i casi in cui la normativa vigente preveda una diversa modalità di comunicazione o di pubblicazione in via telematica, le
amministrazioni pubbliche e i gestori o esercenti
di pubblici servizi dovranno comunicare con il cittadino esclusivamente tramite il domicilio digitale
dichiarato, senza oneri di spedizione a suo carico. E
questo anche ai fini della notificazione delle multe
stradali.
Occorrerà attendere però l’emanazione di un decreto ministeriale per la definizione delle modalità di
comunicazione del domicilio digitale da parte del
cittadino e di consultazione dell’Anpr. Secondo le
ulteriori novità introdotte dalla legge di conversione del dl 179/2012, in assenza di dichiarazione del
domicilio digitale da parte del cittadino le amministrazioni potranno predisporre le comunicazioni
come documenti informatici sottoscritti con firma
digitale o firma elettronica avanzata, da conservare
nei propri archivi, e inviare ai cittadini stessi, per
posta ordinaria o raccomandata con avviso di ricevimento, copia analogica di tali documenti sottoscritti
con firma autografa sostituita a mezzo stampa predisposta secondo le disposizioni del dlgs 39/1993.
Oltre alle predette nuove regole sulla comunicazione con i cittadini via posta elettronica certificata,
il dl 179/2012 prevede novità anche per il domicilio
digitale delle persone giuridiche. Infatti, è stato
esteso alle imprese individuali che si iscrivono al
registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane l’obbligo di indicare l’indirizzo di posta elettronica certificata, già previsto dal decreto 185/2008
per le imprese in forma societaria.
Le imprese individuali attive dovranno depositare
il proprio indirizzo di Pec entro il 30 giugno 2013
(scadenza aggiornata dalla legge di conversione del
dl 179/2012). Ed entro metà marzo, sulla base degli
elenchi di indirizzi di pec costituiti presso il registro
delle imprese e gli ordini o collegi professionali, sarà
istituito presso il Ministero dello sviluppo economico un Indice nazionale Ini-Pec, al quale le pubbliche amministrazioni potranno accedere. In sostanza,
dunque, il dl 179/2012 ha posto le basi per rendere
obbligatoria nel corso del 2013 la notificazione via
pec delle multe stradali alle persone fisiche (solo ai
soggetti che hanno dichiarato il domicilio digitale
all’anagrafe comunale) e alle persone giuridiche.
Per la piena e completa messa a regime si tratta di
attendere rispettivamente da un lato il decreto che
fisserà le modalità di dichiarazione dell’indirizzo di
pec all’anagrafe comunale e da altro lato le comunicazioni della casella di pec da parte delle imprese individuali. In ogni caso, qualora nelle forme di legge
sia stato comunicato l’indirizzo di posta elettronica
certificata, la notificazione dei verbali per infrazioni
stradali dovrà avvenire soltanto per via telematica;
l’inosservanza costituirà fonte di responsabilità per
il dirigente.
118111108111099111109115109101
Pubblica Amministrazione
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
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Sab 15/12/2012
Italia Oggi
Pagina 31
E dal prossimo anno debutta l' invio via Pec
Dal prossimo anno multe stradali spedite tramite
Posta elettronica certificata. È questo lo scenario che
si prospetta dopo le recenti novità introdotte dal
decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 e dalla
relativa legge di conversione. Occorrerà comunque
attendere alcune norme di dettaglio per l' entrata a
pieno regime del sistema. La notificazione dei verbali
tramite Pec si fonda teoricamente sull' art. 149-bis del
codice di procedura civile, applicabile ai sensi dell' art.
201 del codice della strada. Ma è il dl 179/2012 a
dare la svolta introducendo le norme che potranno
rivoluzionare dal 2013 le modalità di notificazione
delle multe stradali mediante l' utilizzo della posta
elettronica certificata. Infatti, secondo le nuove
disposizioni confermate dalla legge di conversione,
ogni cittadino ha la facoltà di indicare alla pubblica
amministrazione un proprio indirizzo di posta
elettronica certificata, quale suo domicilio digitale. L'
indirizzo verrà inserito nell' Anagrafe nazionale della
popolazione residente-Anpr. Il dl prevede che dal 1°
gennaio 2013, tranne i casi in cui la normativa vigente
preveda una diversa modalità di comunicazione o di
pubblicazione in via telematica, le amministrazioni
pubbliche e i gestori o esercenti di pubblici servizi
dovranno comunicare con il cittadino esclusivamente
tramite il domicilio digitale dichiarato, senza oneri di
spedizione a suo carico. E questo anche ai fini della
notificazione delle multe stradali. Occorrerà attendere
però l' emanazione di un decreto ministeriale per la
definizione delle modalità di comunicazione del
domicilio digitale da parte del cittadino e di
consultazione dell' Anpr. Secondo le ulteriori novità
introdotte dalla legge di conversione del dl 179/2012,
in assenza di dichiarazione del domicilio digitale da
parte del cittadino le amministrazioni potranno
predisporre le comunicazioni come documenti
informatici sottoscritti con firma digitale o firma
elettronica avanzata, da conservare nei propri archivi,
e inviare ai cittadini stessi, per posta ordinaria o
raccomandata con avviso di ricevimento, copia
analogica di tali documenti sottoscritti con firma
autografa sostituita a mezzo stampa predisposta
secondo le disposizioni del dlgs 39/1993. Oltre alle
predette nuove regole sulla comunicazione con i
cittadini via posta elettronica certificata, il dl 179/2012
prevede novità anche per il domicilio digitale delle
persone giuridiche. Infatti, è stato esteso alle imprese
individuali che si iscrivono al registro delle imprese o
all' albo delle imprese artigiane l' obbligo di indicare l'
indirizzo di posta elettronica certificata, già previsto
Pubblica Amministrazione
dal decreto 185/2008 per le imprese in forma
societaria. Le imprese individuali attive dovranno
depositare il proprio indirizzo di Pec entro il 30 giugno
2013 (scadenza aggiornata dalla legge di conversione
del dl 179/2012). Ed entro metà marzo, sulla base
degli elenchi di indirizzi di pec costituiti presso il
registro delle imprese e gli ordini o collegi
professionali, sarà istituito presso il Ministero dello
sviluppo economico un Indice nazionale Ini-Pec, al
quale le pubbliche amministrazioni potranno
accedere. In sostanza, dunque, il dl 179/2012 ha
posto le basi per rendere obbligatoria nel corso del
2013 la notificazione via pec delle multe stradali alle
persone fisiche (solo ai soggetti che hanno dichiarato
il domicilio digitale all' anagrafe comunale) e alle
persone giuridiche. Per la piena e completa messa a
regime si tratta di attendere rispettivamente da un lato
il decreto che fisserà le modalità di dichiarazione dell'
indirizzo di pec all' anagrafe comunale e da altro lato
le comunicazioni della casella di pec da parte delle
imprese individuali. In ogni caso, qualora nelle forme
di legge sia stato comunicato l' indirizzo di posta
elettronica certificata, la notificazione dei verbali per
infrazioni stradali dovrà avvenire soltanto per via
telematica; l' inosservanza costituirà fonte di
responsabilità per il dirigente.
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Sab 15/12/2012
Il Messaggero
Pagina 14
-MSGR - 20 CITTA - 14 - 15/12/12-N:RCITTA
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Cronache
Sabato 15 Dicembre 2012
www.ilmessaggero.it
Scandalo rimborsi
in Lombardia
oltre 40 indagati
c’è anche la Minetti
`Formigoni si difende
«Da noi non c’è
nessun Batman»
L’INCHIESTA
MILANO Compravano per sé, pagavano i contribuenti. Un nuovo
terremoto giudiziario scuote il
Pirellone, proprio alla vigilia delle elezioni regionali, dopo lo scioglimento del consiglio travolto
dalle inchieste per corruzione e
dagli arresti per voto di scambio
con i boss della ’ndrangheta.
DUE MILIONI DI EURO
Questa volta si tratta di peculato
e in un sol colpo sono finiti nel
registro degli indagati oltre quaranta consiglieri. A ventidue di
loro, undici esponenti della Lega
e altrettanti del Pdl, è stato consegnato ieri l’invito a comparire
e all’inizio della prossima settimana ne partirà una nuova raffica. Tra loro anche Nicole Minetti, che sarà interrogata mercoledì, e Renzo Bossi, i capigruppo in
Regione del Pdl Paolo Valentini e
il collega del Carroccio Stefano
Galli. Tutti accusati di spese dissennate e di una gestione privatistica dei rimborsi della regione.
Il totale delle uscite contestate,
dal 2008 al 2011, ammonta a due
milioni di euro. Ma le cifre indebitamente spese sono destinate
ad aumentare, dal momento che
l’inchiesta si sta allargando. Ieri
mattina gli uomini della gdf si sono presentati nell’ufficio della
presidenza del consiglio e hanno
notificato un ordine di esibizione ai gruppi dell’opposizione. I finanzieri, in sostanza, vogliono
acquisire l’elenco dei rimborsi a
Pagati con soldi pubblici
CESARE BOSSETTI
Consigliere
Lega Nord
15mila euro
dolci e colazioni
in pasticceria
favore dei consiglieri di Pd, Sel,
Idv, Pensionati e Udc, oltre che
ad altri gruppi di minoranza.
Compresa la giunta e la presidenza. La richiesta riguarda la documentazione amministrativa e
contabile delle diverse direzioni
per «spese aventi a oggetto attività di comunicazione, rappresentanza collaborazioni/consulenze o comunque dichiarate utili
per l’attività degli uffici». Un
nuovo caso Fiorito all’ombra del
Pirellone? «Batman non c’è in
Lombardia», assicura il governatore Roberto Formigoni. Precisando che «qui le regole sono
molto chiare, nette e del tutto diverse da quelle vigenti in altre regioni: credo proprio che i nostri
gruppi le abbiamo rispettate fino
in fondo». Semmai, aggiunge, suscita stupore che nelle indagini
siano coinvolti solo alcuni partiti. Stessa perplessità sollevata da
Galli: «Non capisco il motivo, se
non che è iniziata la campagna
elettorale». Mentre Valentini entra nel dettaglio delle contestazioni: «Per quanto mi riguarda,
118 mila euro di spese di rappresentanza per un capogruppo in
cinque anni (e non 190 mila euro) significano 23.600 euro di
spese di rappresentanza all’anno. Meno di duemila euro al mese. Nel pieno rispetto delle normative e dei budget regionali».
CAMPAGNA INFUOCATA
27mila euro
ANGELO GIAMMARIO
Consigliere Pdl
noleggi auto
e taxi
800 euro
NICOLE MINETTI
Consigliere Pdl
aperitivi all’hotel Principe
di Savoia
16 euro
Mignottocrazia
di Paolo Guzzanti
RENZO BOSSI
Ex consigliere Lega
750 euro
Ipad
400 euro
cene al ristorante
“Giannino”
videogiochi,
sigarette e Red Bull
ANSA-CENTIMETRI
Un’inchiesta di questa portata
con le elezioni del Pirellone alle
porte è come un cerino acceso. I
capigruppo dell’opposizione assicurano di aver rispettato la legge, i candidati ne approfittano
per un affondo agli avversari. Gabriele Albertini, in forze con il
Pdl, definisce i controlli «sacrosanti» e promette trasparenza,
Umberto Ambrosoli - in corsa alle primarie del centrosinistra
che si svolgono oggi - considera
«necessario selezionare per l’attività politica persone che abbiano dato prova di integrità morale», mentre il segretario della Lega Matteo Salvini assicurato che
con Roberto Maroni presidente
«nessun abuso sarà tollerato».
Chiosa Alessandra Kustermann,
altra candidata alle primarie: «E’
l’ennesima prova della mancanza di valori che purtroppo si registra all'interno delle istituzioni».
C.Gu.
ACCUSATA Nello scandalo Lombardia è indagata anche la discussa consigliere regionale Nicole Minetti, che s
Il libro
«Dolci per 15 mila euro?
Macché, ho il diabete»
L’INTERVISTA
Ci sono anche i 16 euro
per «Mignottocrazia»
MILANO L'elenco delle spese sospette effettuate da Nicole
Minetti, tra il 2010 e il 2012,
ammonta a circa 27.000 euro.
È quanto emerge dagli atti
dell'inchiesta della Procura di
Milano sui rimborsi regionali.
In particolare, Minetti avrebbe
speso oltre 6.000 euro nel 2010,
circa 15.000 euro nel 2011 e più
di 6.000 euro quest'anno. La
consigliera, stando all'elenco
delle spese in mano agli
inquirenti, avrebbe pagato
molte cene, spesso in un
ristorante giapponese, e 899
euro per un Iphone nel 2012.
L'accusa di peculato per la
Minetti, che è stata invitata a
comparire in procura il 19
dicembre, riguarda fra l'altro
conti in locali di lusso, e
l'acquisto del libro
Mignottocrazia di Paolo
Guzzanti. Particolare che, nei
corridoi del Pirellone, ha
suscitato qualche ironia. Paolo
Guzzanti, autore del libro e
deputato del Gruppo misto, ha
commentato: «E’ una
barzelletta».
MILANO Cesare Bossetti, consigliere della Lega di Varese e di Radio
Padania, è tra i politici del Pirellone che ieri hanno ricevuto gli
avvisi a comparire. «Ma io delle
spese di cui si parla non ho visto
ancora niente, non so quello che
mi viene contestato», premette.
Stando al materiale raccolto dalla Finanza, avrebbe un debole
per i dolci: nel 2011 ha speso 15
mila euro in pasticceria e gli
scontrini gli sono stati regolarmente rimborsati. La sua lista
della spesa comprende brioche e
cappuccini, un sabato ha riunito
al caffè Daverio undici ospiti.
La sua è una vera passione per
la pasticceria, Bossetti.
«Ma figuriamoci se ho speso tutti quei soldi in dolci. Non li posso
nemmeno mangiare, sono diabetico. E poi quella cifra non riguarda un solo anno, ma 34 mesi. Non per giustificarmi, ma se
mi danno 1.500 euro di rimborso
e io sto dentro a questa cifra non
vedo qual è il problema. Soprattutto se si tratta di pranzi o cene
in cui si parla di politica».
Come ci si regola nei rimborsi
spese?
«Ecco, diciamo che se uno compra tutti i giorni mezzo chilo di
pane è fuori luogo, ma quattro
pizze ci stanno. Significa che si
continua a lavorare mentre si
mangia, sempre meglio che invi-
tare le persone a pranzo spendendo molto di più. Tra l’altro se
chi compra tutti i giorni il pane
acquista anche degli affettati, va
inteso che si ferma in ufficio e si
fa dei panini».
Come consiglieri del Pirellone
avete molte spese di rappresentanza?
«No, non sono moltissime. Mi sono informato proprio un mese fa
sulla mia situazione: io ho speso
meno della metà dei 18 mila euro
all’anno che il gruppo consiliare
leghista mette a disposizione. Se
si ritiene che i 500-600 euro che
spendo all’anno siano troppi va
bene, ma allora che si riducano
le quote di rimborso. Non penso
di aver superato il limite. Non ho
ancora speso un euro per i biglietti di auguri di Natale, ho sentito che ad alcuni hanno contestato le spese per i francobolli».
Dunque niente eccessi.
«Macché. Se io sto parlando con
degli amici al bar e decidiamo di
continuare il discorso a cena, è
ovvio che si continua a parlare di
politica».
Ma si tratta di amici.
«No, è sempre politica. Guardi,
la storia mi sembra strana. Perché solo Lega e Pdl e nessuno dell’opposizione?».
C.Gu.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Catricalà: enti pubblici inadempienti sulla trasparenza
IL RAPPORTO
ROMA Pasticcione, reticenti. E talvolta anche bugiarde. Sono passati tre anni dalla riforma Brunetta che impone alla Pubblica
amministrazione di trasformare
i propri uffici in «case di vetro».
Ma quando si tratta di dare conto dei risultati, della gestione
economica, dei concorsi e delle
assunzioni, il 40% delle amministrazioni centrali (ministeri ed
enti pubblici nazionali) è «totalmente o parzialmente inadempiente» agli obblighi di legge in
materia di performance, qualità
e trasparenza. Mentre il 54%
sfugge del tutto alle regole sugli
standard di qualità. Insomma,
più che case di vetro, spesso le articolazioni dello Stato si comportano come soggetti autoreferen-
Pubblica Amministrazione
ziali allergici ai controlli. La denuncia piove dal governo. E l’ha
lanciata ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, citando l'ultimo
rapporto della Civit (la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche). Nel
corso del convegno organizzato
dalla fondazione LabPa (Laboratorio per la pubblica amministrazione) sulla riforma dei controlli nel settore pubblico,
Catricalà ha espresso dubbi sull’efficacia dei controlli interni
(«mi sembra - ha ironizzato facendo l'esempio del ministero
dell'economia e di un eventuale
controllo interno sul Ragioniere
generale dello Stato - di chiedere
a una formica di controllare un
elefante»). Tuttavia, il sottosegretario ha sottolineato l’importan-
za della figura del supercommissario anticorruzione introdotta
dal decreto sviluppo.
la corruzione produce un danno
di 60 miliardi ai quali si sommano altri 40 dovuti a sprechi e inefficienze.
IL SUPERCOMMISSARIO
54%
Una personalità (forse un magistrato già impegnato nella lotta
alla mafia) che sarà nominata
dal governo dopo il voto e che
avrà poteri speciali. Compreso
quello di dare indirizzi strategici
alla Guardia di Finanza. Numeri
della Corte dei conti alla mano,
SUPERCOMMISSARIO
IN ARRIVO
PER COMBATTERE
CORRUZIONE
E SPRECHI CHE
COSTANO 100 MILIARDI
È la percentuale delle
amministrazioni che
eludono le regole sugli
standard di qualità
LA DENUNCIA Il sottosegretario
Antonio Catricalà
Un cortocircuito da spezzare
cambiando anche i sistemi di finanziamento delle Autorità di
controllo in quanto, ha sottolineato Catricalà, «questi organismi
traggono le risorse dal mercato
che regolano e in un Paese come
il nostro, dove non mancano
dubbi e sospetti, qualche interrogativo si pone inevitabilmente».
]In un messaggio indirizzato ai
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
-TRX IL:15/12/12
promotori del convegno, il presidente della Corte dei Conti Luigi
Giampaolino ha parlato della necessità «che cresca la cultura della legalità» tra gli appartenenti
alla Pubblica amministrazione.
«I fenomeni di omertà, connivenza e le mancate denunce nei confronti dei casi di corruzione e
concussione – ha detto il magistrato – gettano ombre anche sui
dipendenti fedeli». Secondo
Giampaolino, comunque, la disciplina del fiscal compact, che
impone all’Italia equilibrio di bilancio, aiuterà il Paese a mantenere una gestione più rigorosa
della cosa pubblica. «La Corte
dei conti – ha affermato ancora
Giampaolino - auspica un completamento della disciplina dei
controlli per poter continuare
l’attività di prevenzione».
Michele Di Branco
01:04-NOTE:RCITTA
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Sab 15/12/2012
Il Messaggero
Pagina 14
Catricalà: enti pubblici inadempienti sulla
trasparenza
IL RAPPORTO ROMA Pasticcione, reticenti. E
talvolta anche bugiarde. Sono passati tre anni dalla
riforma Brunetta che impone alla Pubblica
amministrazione di trasformare i propri uffici in «case
di vetro». Ma quando si tratta di dare conto dei
risultati, della gestione economica, dei concorsi e
delle assunzioni, il 40% delle amministrazioni centrali
(ministeri ed enti pubblici nazionali) è «totalmente o
parzialmente inadempiente» agli obblighi di legge in
materia di performance, qualità e trasparenza. Mentre
il 54% sfugge del tutto alle regole sugli standard di
qualità. Insomma, più che case di vetro, spesso le
articolazioni dello Stato si comportano come soggetti
autoreferenziali allergici ai controlli. La denuncia piove
dal governo. E l' ha lanciata ieri il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, citando l'
ultimo rapporto della Civit (la Commissione per la
valutazione, la trasparenza e l' integrità delle
amministrazioni pubbliche). Nel corso del convegno
organizzato dalla fondazione LabPa (Laboratorio per
la pubblica amministrazione) sulla riforma dei controlli
nel settore pubblico, Catricalà ha espresso dubbi sull'
efficacia dei controlli interni («mi sembra - ha
ironizzato facendo l' esempio del ministero dell'
economia e di un eventuale controllo interno sul
Ragioniere generale dello Stato - di chiedere a una
formica di controllare un elefante»). Tuttavia, il
sottosegretario ha sottolineato l' importanza della
figura del supercommissario anticorruzione introdotta
dal decreto sviluppo. IL SUPERCOMMISSARIO Una
personalità (forse un magistrato già impegnato nella
lotta alla mafia) che sarà nominata dal governo dopo
il voto e che avrà poteri speciali. Compreso quello di
dare indirizzi strategici alla Guardia di Finanza.
Numeri della Corte dei conti alla mano, la corruzione
produce un danno di 60 miliardi ai quali si sommano
altri 40 dovuti a sprechi e inefficienze. 54% È la
percentuale delle amministrazioni che eludono le
regole sugli standard di qualità Un cortocircuito da
spezzare cambiando anche i sistemi di finanziamento
delle Autorità di controllo in quanto, ha sottolineato
Catricalà, «questi organismi traggono le risorse dal
mercato che regolano e in un Paese come il nostro,
dove non mancano dubbi e sospetti, qualche
interrogativo si pone inevitabilmente». ]In un
messaggio indirizzato ai promotori del convegno, il
presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino ha
parlato della necessità «che cresca la cultura della
Pubblica Amministrazione
legalità» tra gli appartenenti alla Pubblica
amministrazione. «I fenomeni di omertà, connivenza e
le mancate denunce nei confronti dei casi di
corruzione e concussione ? ha detto il magistrato ?
gettano ombre anche sui dipendenti fedeli». Secondo
Giampaolino, comunque, la disciplina del fiscal
compact, che impone all' Italia equilibrio di bilancio,
aiuterà il Paese a mantenere una gestione più
rigorosa della cosa pubblica. «La Corte dei conti ? ha
affermato ancora Giampaolino - auspica un
completamento della disciplina dei controlli per poter
continuare l' attività di prevenzione». Michele Di
Branco © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Sabato 15 Dicembre 2012
Pagina 21
www.ilsole24ore.com
L’ILVA DI TARANTO
INDUSTRIA DELLA DIFESA
EUROSTAT
Firmato l’accordo sulla Cassa
in deroga, ma la Fiom si dissocia
Le imprese dell’aerospazio
fanno quadrato contro i tagli
Crescita zero per i redditi
degli agricoltori italiani
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BUROCRAZIA
Il terremoto in Emilia. Da Confindustria critiche al pdl, che la Regione porterà in consiglio mercoledì 19 per l’approvazione
Costruzioni
Ricostruzione a rischio blocco
A Napoli
si aggrava
la crisi
dell’edilizia
La corsa
a ostacoli
delle Pmi Marchesini: «Mancano un quadro di riferimento certo e tempi rapidi per ripartire»
di Carlo Andrea Finotto
è un evidente scollamento tra le esigenze e i
tempidelmondoproduttivoe quelli delle istituzioni. Sembrano questi, sempre più spesso,
duemondichecorronoparalleli,e
faticano a trovare quelle convergenze – evocate in politica con
una figura retorica da Aldo Moro
– che in questo contesto sarebberovitaliestrategiche.
Dipiù:ilgapdacolmareappare,
perassurdo,piùevidenteinunarealtàchenonpuòcertoesserepreso
come simbolo di ciò che non funzionainItalia.Siamoonesti,laricostruzione del dopo terremoto in
Emilia Romagna dei risultati li ha
ottenuti. Con fatica, e anche grazie
allavorodelcommissariostraordinario Vasco Errani, ma ne ha ottenuti: dai miliardi stanziati per garantirei contributi ad aziende e famiglie colpite, al recepimento
(non immediato e dopo svariate
sollecitazioni) di alcune delle esigenze evidenziate con forza dalle
imprese–peresempioladerogasugli adempimenti fiscali o l’inserimento delle Pmi che hanno subito
danni indiretti tra i beneficiari delle agevolazioni. Insomma, si può
scommettere che la gestione del
post-sismainEmiliaRomagnanon
sarà citata dal New York Times
quale esempio negativoda non seguire, come invece è successo
all’Aquilaalcunigiornifa.
Tuttavia la differenza di passo
èlìdavedere:leaziendecherimarcavano mancanze e disguidi nei
mesi scorsi, appena comparivano
bozzedidecretilacunose,echeoggi alzano la voce contro una legge
regionale considerata vaga o controunsistemadiaccessoaicontributi che assomiglia a una corsa a
ostali, sono le stesse che in meno
di sei mesi hanno ripreso l’attività
all’80%, arrangiandosi con tende
econtainerdovericrearei laboratori del biomedicale per non perdere le commesse. Sono le stesse
che – insieme ai dipendenti – hanno riportato il livello di capacità
produttiva al 91%, dopo che era
crollata insieme agli stabilimenti
a causa delle scosse del 20 e 29
maggio scorsi. Se lanciano l’allarmeinvistadell’approvazionedellaleggelofannoconcognizionedi
causa e perché sanno che definire
facoltatival’adozionediunqualsiasi Piano in Italia, può significare
che quello stesso piano non vedrà
mai la luce. O la vedrà con tempi
che non si raccordano con quelli
delle multinazionali che chiedono rassicurazioni per mantenere
le loro filiali a Medolla o Cavezzo.
E questo può accadere anche
nell’efficienteEmilia Romagna.
Ilrischiodislogansuggestivi,come "burocrazia zero" per la ricostruzione, è di creare aspettative
adeguate e di causare un effetto
boomerangse poinon trovano applicazionepratica.
C’
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
EMILIA
ROMAGNA
Natascia Ronchetti
BOLOGNA
La proposta di legge sulla ricostruzione post terremoto della Giunta regionale dell’Emilia
Romagnasipreparaadapprodare nell’aula dell’Assemblea legislativa. L’esame del testo approvatodalla commissioneTerritorio inizierà mercoledì prossimo.
Ma, almeno per ora, senza l’ok
degli industriali. Troppo vago,
dicono, l’impianto legislativo
messo a punto dal presidente
dellaRegioneVascoErraniedalla sua squadra, soprattutto per
quantoriguardailPianoperlaricostruzione demandato ai Comuni del cratere. Piano per il
quale non sono indicati obblighi. Le amministrazioni, in base
al testo di legge, non sono infatti
tenute a dotarsi dello strumento
chedeve disciplinarelaricostruzione. Né ad attenersi a vincoli
di tempo, per quanto riguarda
l’approvazione. «In questa fase
le imprese hanno bisogno di un
quadro di riferimento certo – dice il presidente di Confindustria
Emilia-RomagnaMaurizioMarchesini – e di tempi rapidi. Tutte
le aziende stanno realizzando
gliinterventidimessainsicurezza dei capannoni, ma molte dovranno decidere se dar corso, in
occasione dell’adeguamento sismico,adunaveraepropriaricostruzioneintegrale.Questedecisioni sono condizionate non solo dai costi, ma anche dalle procedureamministrativeedaitempiburocratici». Letrattative con
la Regione sono in corso, il confronto ancora aperto. E sono
molti i punti sui quali si concentrano le critiche degli industriali.Siparte,appunto,dalcontestato articolo 11, quello che riguarda il Piano per la ricostruzione,
in base al quale i «Comuni inte-
ressatidalsisma sipossonodotare di uno specifico piano, denominato Piano per la ricostruzione». Una facoltà, dunque. MentreConfindustriachiedenonsolo di prevederne l’obbligo (per
nonpenalizzareleimpresecollocate in aree sprovviste di questo
strumento normativo), ma anche di indicare il termine ultimo
entro il quale i Comuni devono
dotarsene: entro 90-100 dall’approvazione della legge.
«La normativa predisposta –
prosegue Maurizio Marchesini
– dovrebbe diventare un’occasione straordinaria per sperimentare semplificazioni e innovazioni in termini di procedure
in campo edilizio e urbanistico.
Invece l’attuale testo è privo di
elementi di innovazione e rinvia
a un ipotetico Piano per la ricostruzione». Per il presidente degliindustrialiemilianoromagnoli,«dobbiamopurtroppoconstatareancoraunavoltache,difronteapropostedisoluzioniinnovativeinterminidiverasemplificazione, la risposta della burocrazia è di sostanziale chiusura». La
questionedeipermessidicostruzione in deroga (il testo di legge
così formulato non lascia spazi)
IMAGOECONOMICA
Presidente. Maurizio Marchesini
sta molto a cuore alle imprese,
che chiedono procedure capaci
di assicurare la massima celerità
agli interventi di ricostruzione.
Cosache,spieganodaConfindustria, non significa lasciare campo a un Far West ma solo mettere le aziende nelle condizioni di
ricostruire o rimettere in sicurezza i capannoni senza troppe
lungaggini procedurali. Un temamoltosentitosoprattuttodalle multinazionali presenti con
stabilimenti nei territori terremotati, di fronte ai costi di una
burocrazia che, nonostante gli
sforzi per la semplificazione,
per le imprese continua a spesare come un macigno sulla ricostruzione. Tanto che, per Marchesini, se la legge non sarà modificatal’Emilia Romagnacorrerà il rischio di «perdere un’utile
occasione per fornire una risposta adeguata alle esigenze delle
imprese e dell’economia».
Un’altra richiesta degli industriali riguarda il cosiddetto
Pua, Piano urbanistico attuativo di origine privata in deroga,
per le aree industriali più estese. Una forma alternativa al Piano per la ricostruzione, che permetta di abbattere la burocrazia
perle dotazioniurbanistiche accessorie, con un percorso agevolato, anche se con vincoli di
tempo, per imprimere rapidità
agli interventi. «Questo – dice
FrancescoMontanari,responsabile della commissione Semplificazione, urbanistica e territorio di Confindustria – potrebbe
stimolare e consentire alle imprese scelte di insediamento o
di ricostruzione di nuovi capannoni produttivi, caratterizzate
da forti elementi di innovazione funzionale, ambientale ed
energetica, oltre che di revisione dei layout aziendali». Senza
dover subire eccessive lungaggini temporali e amministrative
previste dall’attualequadronormativo in materia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA/
L’impatto del sisma
CAMPANIA
Iprincipalicentricolpiti elestimedeidanni direttieindiretti
Cavezzo
Mirandola
Finale
Emilia
Medolla
Cento
N
© RIPRODUZIONE RISERVATA
1.106,1
A13
S. Giovanni
in Persiceto
1.000
0
10km
I danni subiti
Tipologia di danno
Equilibrio tra danni diretti
ed indiretti
Tra imprese che hanno subito
danni diretti
Ha subito
danni
diretti
68%
Ha subito
danni
indiretti
Danni ai
fabbricati
Danni
ai beni
strumentali
800
Danni
ai beni
merce
632
600
550
539
400
94%
53%
200
46%
66%
0
Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore
Il testo e le contestazioni
IL RUOLO DEI COMUNI
Piano della ricostruzione
IlprogettodileggedellaRegione
EmiliaRomagnasulla
ricostruzioneprevedelafacoltà
periComunicoinvoltidalsismadi
dotarsidiunPianodella
ricostruzione
La critica
Pergliindustrialieranecessario
prevedereinvecel’obbligodi
adozionepernonpenalizzarele
impresedeicomunichenon
adotterannoquestospecifico
strumento
Contributi:domandeconilcontagocce
BOLOGNA
Unaproceduratropporigidae prescrittiva,ma anchei costi elevati, frenano la presentazione delle domande di accesso ai contributi a fondo perduto per la ricostruzione, i sei miliardi disponibili dal prossimo
gennaio stanziati dalle legge
sulla spending review. Le richieste arrivano ai Comuni del
cratere e negli uffici della Regione con il contagocce: fino
ad ora, nella sola area del Modenese,ne sonostate presentate appena poche decine. A de-
nunciare le difficoltà sono le
stesse imprese. Un allarme
confermato dall’Ordine degli
ingegneri di Modena. «Il percorso di indagine e analisi che
portaallaperiziagiurata –spiega il presidente dell’Ordine,
INGEGNERI PERPLESSI
Gambuzzi (presidente Ordine
di Modena): «Il percorso
di indagine e analisi
per la perizia può richiedere
anche diversi mesi»
Augusto Gambuzzi – può richiedere alcuni mesi, minimo
due. Le difficoltà, soprattutto
inpresenzadi stabilimentiproduttivi di grande estensione,
sono molte. Gli spazi di interpretazione della normativa sono ampi e lasciano margine alla discrezionalità di chi esamina le pratiche. Senza contare
che non tutti i casi si adattano
alla normativa che è stata messa a punto, con una procedura
estremamente prescrittiva».
Cosa che, aggiunge Gambuzzi,
«dilata notevolmente i tempi e
fa lievitare i costi». Per le associazioni di categoria è proprio
il capitolo delle spese – per la
parte tecnica e per quella amministrativa – a scoraggiare
molte aziende, in particolare
quelle che hanno subito danni
contenuti. «Di fronte a un danno elevato – osserva Claudia
Zagni, responsabile della divisione Politiche finanziarie della Cna della città emiliana – costi entro e non oltre il 10% sono
sostenibili. Ma di fronte a danniche non superano i40-50 milaeuro i costifissi rappresenta-
Mercati globali. Il rapporto della Fondazione Res
Export, la Sicilia non decolla
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Pubblica Amministrazione
Na. R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
1.200
EMILIA ROMAGNA
Modena
IL FATTORE TEMPO
Ci sono punti di forza che
leimprese sicilianedevonocogliere per far crescere l’export
oggi fermo a un misero tre per
cento sul totale nazionale. E i
punti di forza, in quella che il
rapporto della Fondazione
Res presieduta da Carlo Trigilia presentato ieri, sono almeno due: «I fattori naturali (suolo e clima) e il saper fare anti-
co»comehadettolostessoTrigilia. Elementi che servono a
definirel’internazionalizzazione leggera (Dall’isola al mondo. L’internazionalizzazione
leggerainSiciliaȏiltitolodella ricerca) che trova origine
nella manifattura radicata nei
territori, nell’elevata diffusioneterritorialeenell’elevatonumero di imprese locali.
I numeri della ricerca, coordinata dal direttore della Fondazione Pierfrancesco Asso,
indicano che la Sicilia deve fare ancora parecchia strada: su
un valore complessivo di circa 10 miliardi dell’Isola, al net-
to delle esportazionipetrolifere che coprono i due terzi del
totale, le esportazioni non oil
incidono solo per poco più di
tre miliardi.
Quali sono oggi le condizioni? L’internazionalizzazione
leggera ha «bassa incidenza
sull’export complessivo (8%)
ma alta sull’export non oil
(28%)», dicono i ricercatori,
ma soprattutto «elevato dinamismo:trail2001 eil 2011la crescita è stata del 40 per cento».
Per quanto riguarda la tipologia delle imprese, l’internazionalizzazione leggera coinvolgeaziendedipiccoledimensio-
NAPOLI
La crisi dell’edilizia colpisce la Campania di più rispetto
alle altre regioni del Mezzogiorno.Perso, dal2008a oggi,il
20% degli occupati, mentre il
tasso di disoccupazione giovanilesuperail44%. Ildatoriporta l’occupazione agli inizi degli
anni 90. A Napoli, nello stesso
periodo, sono stati persi 7mila
posti di lavoro (dai 22mila si è
scesi a meno di 15mila a metà
2012).Leimpresesonoinginocchio,anche perchè continuano
a subire ritardi nei pagamenti
dapartedellapubblicaamministrazione, talvolta fino al tempo record di 40 o 50 mesi. Un
quadrosconfortantequellodelineato ieri in occasione
dell’Assemblea dei costruttori
di Napoli, a cui hanno preso
parte, tra gli altri, Stefano Caldoro, presidente della regione
Campania, Luigi de Magistris,
sindaco di Napoli, Maurizio
Maddaloni, presidente della
Cameradi commercio.E Paolo
Buzzetti,presidentedell'Associazione nazionale dei costruttori a cui è toccato inquadrare i
problemicampaniinunacornice nazionale molto critica, non
risparmiando note dure nei
confronti della politica governativaedeuropeadel rigoreattuata nell’ultimo anno.
«Il detonatore del processo
sta nei tagli ai finanziamenti –
per Rudy Girardi, presidente
dei costruttori di Napoli –: da
un lato meno risorse pubbliche in investimenti, dall’altro
un accesso al credito sempre
più faticoso». Per i costruttori
partenopei«l’impegnodellaregione c’è stato, ma in un tempo
troppolungo».Nonèstatopossibile in Campania «interveniresui ritardi nei pagamentialle
imprese. Molte di esse rischiano di fallire per credito». Da
qui la richiesta al governatore
di «una formula intermedia di
garanzia dei crediti».
Leimpresedicostruzioninapoletane ripongono ora grandi
attesesull’utilizzodeifondieuropei. «Un miliardo e mezzo
per i 19 "Grandi Progetti"». A
cuiCaldorohareplicatoannunciando investimenti dal 2013
per 7 miliardi. Per Napoli, «un
anno è passato e anche più
dall’insediamento della giunta
de Magistris – ricorda Girardi
–, ancora un anno di emergenze. Ora, evitato il dissesto, ai
progetti – dice – è necessario
farseguireunastagionedidecisioniediattidirisolutivi,suBagnoli e Napoli Est, i Pua e molto altro». Impegni confermati
dal sindaco de Magistris.
Danni ai Danni
Danni
Danni
fabbricati ai beni ai beni indiretti
strumentali merce
x 1.000
PERMESSI IN DEROGA
Non è prevista scadenza
Laleggeregionalenonfissala
scadenzaentrolaqualeiComuni
possonoadottareilPianoper
disciplinarelaricostruzionedel
dopoterremoto
Servono tempi certi
PerConfindustriaènecessario
invececheilPianovengaadottato
entrotremesidall’approvazione
dellaleggepergarantiretempi
certialleimpresechedevono
pianificareinvestimentie
interventi
Non previsti percorsi agevolati
Laleggeregionale,cosìcomeè
concepita,nonprevedeal
momentolapossibilitàdi
usufruiredipermessidi
costruzioneinderoga.
Serve il Pua
Unaltroaspettocontestatodagli
industrialichechiedono
procedurecelerie,perlearee
industrialipiùampie,il
cosiddettoPua,Pianourbanistico
attuativocheprevedepercorsi
agevolati
no un deterrente. Molte aziende stanno seriamente valutando la convenienza della domanda di accesso ai contributi». Le imprese hanno diritto al
rimborso dell’80% del danno
subito, percentuale che scende al 50% per quanto riguarda
lescorte e le delocalizzazioni. I
tempi non sono strettissimi visto che la scadenza per la presentazione delle richieste è fissata alla fine di maggio del
2013. Ma le poche domande
presentate fino ad ora riguardanoprevalentementemacchinari e scorte. Segno che tutto
procedea rilentosul fronte della ricostruzione degli stabilimenti. «Spesso – aggiunge
Gambuzzi–ci troviamodavan-
ti a casi che richiedono di assecondare la normativa. E ci sono problemi anche con il sistema telematico messo a punto
dallaRegioneperla trasmissione online delle domande».
Se molto dipende, come osservano le imprese, anche dal
singolo funzionario chiamato
a esaminare le pratiche, resta il
fatto che sembra davvero lontano il traguardo, indicato dalla Regione, di creare nei comunidelcratereun’areaaburocrazia zero. «Nonostante gli sforzi fatti – dice Zagni – l’obiettivo
non è stato raggiunto. Si continua invece sulla strada dei vincoli e dei paletti».
Procedure rigide. Poche decine le richieste di accedere alle risorse a fondo perduto
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Servizio Clienti
Tel. 02 5660.1887 - Fax 02 7004.8601
[email protected]
Media della stima dei danni tra
chi ha subito danni indiretti
Dati in migliaia di euro
Ferrara
A22
Carpi
Vera Viola
Il valore dei danni
Bondeno
Novi
di Modena
niefatturatibassi:il47%hameno di 10 addetti e il 43% tra 10 e
50 addetti, il 53% ha un fatturato inferiore a 2,5 milioni l’anno.
mahannounacapacitàimprenditorialebasata suelevatilivellidi istruzione e sanno costruire relazioni dirette con importatori e imprese esterne grazie
a fiere e contatti personali. In
questocontesto«cisonosettori che nel tempo sono andati
avanti e altri che invece arretrano» spiega Asso. Va avanti
il vino mentre arretra la chimica. Crescono i marmi, la frutta,
le conserve e il pesce. E possono crescere ancora: puntando
su questo Confindustria Sicilia, ha raccontato il vicepresidente Nino Salerno,ha avviato
unprogettoperrafforzarelafiliera agroindustriale.
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 21
Costruzioni CAMPANIA.
A Napoli si aggrava la crisi dell' edilizia
Vera Viola NAPOLI La crisi dell' edilizia colpisce la
Campania di più rispetto alle altre regioni del
Mezzogiorno. Perso, dal 2008 a oggi, il 20% degli
occupati, mentre il tasso di disoccupazione giovanile
supera il 44%. Il dato riporta l' occupazione agli inizi
degli anni 90. A Napoli, nello stesso periodo, sono
stati persi 7mila posti di lavoro (dai 22mila si è scesi a
meno di 15mila a metà 2012). Le imprese sono in
ginocchio, anche perchè continuano a subire ritardi
nei pagamenti da parte della pubblica
amministrazione, talvolta fino al tempo record di 40 o
50 mesi. Un quadro sconfortante quello delineato ieri
in occasione dell' Assemblea dei costruttori di Napoli,
a cui hanno preso parte, tra gli altri, Stefano Caldoro,
presidente della regione Campania, Luigi de
Magistris, sindaco di Napoli, Maurizio Maddaloni,
presidente della Camera di commercio. E Paolo
Buzzetti, presidente dell' Associazione nazionale dei
costruttori a cui è toccato inquadrare i problemi
campani in una cornice nazionale molto critica, non
risparmiando note dure nei confronti della politica
governativa ed europea del rigore attuata nell' ultimo
anno. «Il detonatore del processo sta nei tagli ai
finanziamenti - per Rudy Girardi, presidente dei
costruttori di Napoli -: da un lato meno risorse
pubbliche in investimenti, dall' altro un accesso al
credito sempre più faticoso». Per i costruttori
partenopei «l' impegno della regione c' è stato, ma in
un tempo troppo lungo». Non è stato possibile in
Campania «intervenire sui ritardi nei pagamenti alle
imprese. Molte di esse rischiano di fallire per credito».
Da qui la richiesta al governatore di «una formula
intermedia di garanzia dei crediti». Le imprese di
costruzioni napoletane ripongono ora grandi attese
sull' utilizzo dei fondi europei. «Un miliardo e mezzo
per i 19 "Grandi Progetti"». A cui Caldoro ha replicato
annunciando investimenti dal 2013 per 7 miliardi. Per
Napoli, «un anno è passato e anche più dall'
insediamento della giunta de Magistris - ricorda
Girardi -, ancora un anno di emergenze. Ora, evitato il
dissesto, ai progetti - dice - è necessario far seguire
una stagione di decisioni e di atti di risolutivi, su
Bagnoli e Napoli Est, i Pua e molto altro». Impegni
confermati dal sindaco de Magistris. ©
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 28
Il Sole 24 Ore
Sabato 15 Dicembre 2012 - N. 346
28 Norme e tributi
Dichiarazioni 2013. L’agenzia delle Entrate ha diffuso le bozze dei «770» ordinario e semplificato
Lavoro. Penalizzati apprendisti e tempo determinato
Scudo, il «bollo» si recupera
Contratti più onerosi
con il debutto dell’Aspi
L’intermediario può compensare in F24 quanto versato in eccesso
Antonino Cannioto
Giuseppe Maccarone
Gianfranco Ferranti
Gli intermediari che hanno
versato in eccesso l’imposta di
bollo speciale e straordinaria
sulle attività finanziarie in regime di riservatezza per effetto
dello "scudo fiscale" possono
utilizzare l’eccedenza in compensazione esponendola nel
modelloF24.Ilchiarimentoèstato fornitonella bozza delmodello770ordinario,mediantel’inserimento di un apposito prospettonel quadro SX, nel quale vanno indicati, oltre all’importo di
tali imposte, anche quello dei
versamenti effettuati in eccesso, del credito utilizzato a
scomputo e dell’eventuale ulteriore credito che può essere recuperato effettuando la compensazione. La circolare n.
29/E del 2012 non aveva, invece, affrontato tale questione.
Gli intermediari (banche,
Sim, Sgr, fiduciarie, agenti di
cambio, Poste, assicurazioni eccetera) devono innanzitutto indicare i versamenti delle imposteeffettuati nel2012 nella sezione V del modello ST, specificando l’ammontare complessivo
L’ALTRA PREVISIONE
In caso di incapienza
del cliente
l’indicazione
troverà spazio
nel quadro «SO»
dell’imposta di bollo applicata e
l’importo dei versamenti effettuati in eccesso rispetto al dovuto. In caso di mancato o tardivo
versamento nella circolare 29/E
era stata riconosciuta la possibilità di ricorrere al ravvedimento
operoso.Anchetaleipotesièstata tenuta presente nel modello,
prevedendo che vada barrata la
casella posta nella colonna 5 del
prospetto; nella precedente colonna 3 vanno, altresì, indicati
gli interessi versati.
L’intermediario era tenuto a
prelevare le imposte in esame
dai conti segretati e da quelli comunque riconducibili al soggetto che ha effettuato l’emersione.
In caso di conti intestati anche a
soggetti diversi era necessaria
l’autorizzazione al prelevamento della provvista. Qualora tali
conti non fossero risultati capientilaprovvistaavrebbedovuto essere fornita dal contribuente, anche mediante l’autorizzazione al prelievo da un conto ordinariodetenuto presso altro intermediario o il versamento sul
contosegretatodella sommanecessaria (senza il venir meno del
regime di riservatezza).
Nei casi di incapienza e di
mancata fornitura della provvi-
SPECIALEONLINE
IN RETE
Le bozze dei modelli
per le dichiarazioni
SonodisponibilisulsitodelSole
24Orelebozzedeimodelliche
sonostaterilasciateinquesti
giornidall’agenziadelle
Entrate.Allabozzadel730edi
Unicodedicatoaglientinon
commercialisisonoaggiunti,
infatti,iprospettidelmodello
770ordinarioesemplificato.In
questomodoèpossibileiniziare
afamiliarizzareconle
dichiarazionidelprossimoanno
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sta l’intermediario è obbligato a
segnalare tale situazione all’agenzia delle Entrate. Nei confronti dei contribuenti l’imposta
viene poi riscossa mediante
iscrizionearuolo,conrelativiinteressi e sanzioni pari all’importo non versato.
Tale segnalazione va effettuata nel quadro SO dello stesso modello, indicando nel punto 13 il codice "S" e nel punto 16
l’ammontare «dell’intera posizione del contribuente, anche
qualora la disponibilità dei conti o la fornitura della provvista
non siano sufficienti per il versamento integrale dell’imposta dovuta». L’Agenzia ha,
quindi, recepito l’indicazione
fornita da Assofiduciaria nella
circolare COM 064 del 9 luglio
2012. Nel successivo punto 18
vanno poi indicate le imposte
non applicate e non versate.
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Le regole da seguire. Da riportare le indicazioni sugli associati
Il prospetto semplificato
registra il bonus produttività
Ornella Lacqua
Alessandro Rota Porta
Il quadro dei modelli di dichiarazione 2013 si sta completando con la pubblicazione delle bozze. Ieri è stata la volta dei
modelli 770 Ordinario e Semplificato riferiti all’anno d’imposta 2012, disponibili sul sito
delle Entrate e nei quali trovano evidenza le ultime disposizioni come la tassazione dei
redditi di natura finanziaria e
dei redditi di lavoro relativi alla prima occupazione. Vi sono
anche istruzioni per i contri-
buenti che hanno subito situazioniriconosciutedi grave disagio. Per entrambi i modelli gli
importi presenti nella parte riservata all’indicazione dei dati
fiscali, rispetto agli scorsi anni,
vanno esposti in euro mediante arrotondamento alla secondacifra decimale. Il 770 Semplificato presenta peraltro le stesse novità del modello Cud 2013,
contenute nella bozza rilasciata lo scorso 14 dicembre. Nella
Parte B (punti 123 e 124) trova
posto la maggiore deduzione a
favore dei lavoratori di prima
occupazione, per i contributi
versati utilizzando il plafond
accumulato nel corso dei primi
5anni di partecipazione alle forme di previdenza.
Per i redditi derivanti da lavoro dipendente prestato, in
via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto,
all’estero in zone di frontiera e
in Paesi limitrofi da soggetti residenti nel territorio dello Stato, nel punto 1 della parte B si
esporranno i compensi al netto della quota esente di euro
6.700, di cui dovrà essere data
indicazione nelle annotazioni
con il codice AE. Nell’annotazione CB (punto 2 Parte B), utilizzata lo scorso anno per riportare l’acconto di imposta ridotto, dovrà essere indicato l’importo dei sussidi occasionali,
delle erogazioni liberali e dei
benefici di qualsiasi genere dei
datori di lavoro secondo quanto previsto dalla G. U. 130 del 6
giugno 2012 e dalla legge 122 del
1˚agosto 2012.
Nei punti da 251 a 255 (Parte
B) trovano evidenza gli importi
relativi alle componenti accessoriedella retribuzione per l’incremento della produttività del
lavoro che fruiscono del regime agevolato (prorogato dal
Dpcm del 23 marzo 2012), nel limitedi2.500 eurolordi:l’agevolazione è riservata ai lavoratori
dipendenti del privato con red-
diti di lavoro dipendente, nel
2011, non superiori a 30.000 euro. Nei "Dati assicurativi Inail"
devono essere inclusi gli associati in partecipazione, mentre
nella parte D (assistenza fiscale) trovano posto l’imposta sostitutivadell’Irpefsulle locazioni e il contributo aggiuntivo di
solidarietà del 3 per cento.
Quanto al modello Ordinario
nel quadro SG, dovranno essereindicatii contrattidiassicurazione sulla vita o di capitalizzazione per i quali è stata applicata la ritenuta (Dl 138/2011). Infine, a seguito della unificazione
delle aliquote dei redditi finanziari, nel quadro SI gli utili da
partecipazionesarannodaindicare con riferimento alla data
d’incasso, non rilevando la data
di delibera dei dividendi.
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Ainastri di partenza l’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi). Con la circolare 140/2012 diffusa ieri,
l’Inps affronta gli aspetti
contributivi della nuova assicurazione introdotta dalla
"riforma Fornero".
In alcuni casi, l’esordio dell’Aspicomporterà un aumento
deicostiaziendali.Lacontribuzione Aspi interesserà, infatti,
gli apprendisti , per i quali, dal
prossimo anno, il costo del lavoro (anche se non per tutti)
subirà un incremento dell’1,61 per cento. Sul punto, va
osservato che l’assicurazione
non è sgravabile per le piccole imprese che beneficiano
dell’azzeramento triennale
della contribuzione previsto
dalla legge 183/2011 in relazione alle assunzioni effettuate
nel periodo 2012-2016.
L’aumento dell’1,61%, tuttavia, non coinvolgerà né gli apprendisti assunti dalle liste di
mobilità, né tutte quelle assunzioni agevolate per cui il legislatore richiama la contribuzione per l’apprendistato. In
tutti questi casi, infatti, la quota datoriale da versare rimane
fissata nel 10 per cento.
Più salato anche il costo dei
contratti a tempo determinato in essere al 1˚gennaio 2013.
Per questa tipologia, infatti,
oltre alla contribuzione ordinaria (1,61% al netto dell’eventuale riduzione) è dovuta ancheun’aliquota aggiuntivanella misura di 1,40 per cento. Sono tuttavia previste delle eccezioni:l’ulteriorecontributo,infatti, non si applicherà ai lavoratori assunti in sostituzione,
agli apprendisti e ad alcune categoriedi lavoratori stagionali.
Alfinediincentivarelestabilizzazioni,siprevedelarestituzione della quota aggiuntiva
(per un massimo di 6 mesi) nei
casi di trasformazione a tempo
indeterminato del contratto a
termine o, comunque, di stabilizzazione dei lavoratori purché intervenuta entro 6 mesi
dalla fine del rapporto a tempo
determinato. In questo caso,
tuttavia, opera una riduzione
corrispondente ai mesi che intercorrono tra la scadenza del
rapporto a tempo determinato
e la stabilizzazione.
Destinata a sostituire le diverse forme di tutela oggi esistenti, l’Aspi riguarderà, dal
prossimo 1˚gennaio, tutti i lavoratori dipendenti del settore privato (ad eccezione degli agricoli) e tutelerà gli
eventi di disoccupazione involontaria riguardanti anche
alcuni soggetti fino a oggi
esclusi dal sistema ordinario
di sostegno al reddito.
Fatto salvo quanto già visto
per i contratti a termine, il finanziamento dell’Aspi prevede un contributo pari all’1,61%,
che comprende la percentuale
In dettaglio
01 | LA NORMA
L’assicurazione sociale
per l’impiego (Aspi) è
stata introdotta dalla
legge 92/2012 che ha
riformato il mercato del
lavoro, ed è destinata a
sostituire i sussidi di
disoccupazione e
mobilità
02 | LO STRUMENTO
L’Aspi riguarderà i
dipendenti privati,
inclusi anche apprendisti
e soci di cooperative
nonché i dipendenti
pubblici con contratto a
termine. È prevista anche
una mini-Aspi in
sostituzione della
disoccupazione a
requisiti ridotti
(0,30%)destinabileai Fondiinterprofessionali. In questi casi
ilcostodellavororestainvariato in quanto viene mantenuta
la contribuzione oggi in essere
per la disoccupazione.
Va, tuttavia, osservato che
sull’aliquota base (1,31%) potranno trovare applicazione
le riduzioni del cuneo contributivo (leggi 388/2000 e
266/2005), nonché le misure
compensative a sostegno degli
onerisopportatidaidatoridilavoro per il versamento di quotediTfralleformepensionistiche complementari ovvero al
fondo di tesoreria Inps.
È prevista una graduale applicazione per la nuova contribuzioneAspidovuta conriferimento ai lavoratori precedentemente esclusi dal contributo
perladisoccupazione.L’allineamento progressivo – che si
completeràin un lustro–è, tuttavia,subordinatoadue necessarie condizioni: l’impossibilitàdiavvalersidelcuneocontributivo in quanto esaurito e
l’emanazionediundecreto ministeriale.Inattesadelladefinizione di tale provvedimento,
l’Inps consente già ai datori di
lavoro interessati, di versarein
misura contratta. Per agevolare le aziende, la circolare in
commentocontieneunutileallegato esemplificativo.
Un’altra novità è costituita
dall’introduzione di un contributo sulle interruzioni dei
rapporti di lavoro da versare
all’Inps, esclusivamente per i
contratti a tempo indeterminato. In merito ai criteri di determinazione del contributo
e alle modalità di versamento
dello stesso, l’Inps, tuttavia,
si riserva di fornire successive indicazioni presumibilmente perché, a seguito di un
emendamentoallalegge distabilità ora all’esame del Parlamento, i criteri impositivi potrebbero essere modificati.
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Pagamenti della Pa
Previdenza. In questo caso non si applica l’adeguamento alla speranza di vita
Crediti
certificati,
in Gazzetta
le istruzioni
Quarant’anni di contributi
bastano per la salvaguardia
Sono state pubblicate
sulla «Gazzetta Ufficiale»
n. 291 del 14 dicembre le circolari del Mef del 27 novembre, n. 35 e 36, sulle «modalità di certificazione del credito, anche in forma telematica, di somme dovute per
somministrazioni, forniture e appalti» da parte delle
amministrazioni statali e
degli enti pubblici nazionali (Circ. 35) e da parte delle
regioni, degli enti locali e
degli enti del Servizio sanitario nazionale (Circ. 36).
Tra le previsioni dei due
provvedimenti, le modalità
di utilizzo della piattaforma
elettronicaperla gestionetelematicadelrilasciodellecertificazioni relative ai crediti
non prescritti, e il cronoprogramma mensile che le amministrazioni interessate devono predisporre per una
«efficiente programmazione dei pagamenti».
Quantoagliimpegni iscrittinel rendicontopatrimoniale degli enti debitori (residui
passivi perenti), il termine di
pagamento da indicare sulla
certificazionedeveesserepari a 12 mesi dalla data di presentazione dell’istanza. Nel
caso delle amministrazioni
statali,inoltre«nonsono ammessi pagamenti anticipati
di oltre trenta giorni rispetto
alladataindicata nellacertificazione, né pagamenti posticipati rispetto a tale data».
In relazione poi alle modalità della richiesta di cassa per le somme iscritte in
bilancio, l’amministrazione
deve comunicarla immediatamente per poter effettuare il pagamento.
Per i pagamenti superiori
ai10milaeuro,le amministrazioni devono procedere a
una verifica preliminare del
credito con natura «prettamente ricognitiva».
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Pubblica Amministrazione
Arturo Rossi
I soggetti destinatari della cosiddetta salvaguardia,
che accedono alla pensione
con40anni dicontributi, indipendentemente dall’età anagrafica,restanoesclusidall’applicazione delle norme relativeall’adeguamento agli incrementi della speranza di vita.
Lohaprecisatol’Inpsconmessaggio 20600/2012, con il quale vengono forniti ulteriori
chiarimentisull’interpretazione delle norme in materia di
salvaguardia dei requisiti di
accesso e di regime delle decorrenze previste dalla riforma previdenziale, anche alla
luce delle indicazioni contenute nellanota 29/2012 del ministero del Lavoro.
Proprio tale nota conferma
l’applicazione dell’adeguamento della speranza di vita
(Dl 78/2010) ai lavoratori collocati in mobilità. Ma tale previsione esclude dalla salvaguardia alcuni lavoratori che
rientrano nella tutela prevista
dall’articolo 24 del Dl 216/2011.
NOTIZIE
In breve
CASSAZIONE
Assegno ridotto
se l’«ex» è in affitto
L’assegno di mantenimento
all’ex moglie può subire una
riduzione se il marito separato
è costretto a pagare un affitto
per il nuovo alloggio dopo
aver lasciato la casa coniugale.
Lo si evince da una sentenza
con cui la prima sezione civile
della Cassazione ha
confermato una sentenza
della Corte d’appello di
Palermo del 2008,
con cui era stato
notevolmente ridotto (da 671
euro a 250 euro) il mensile
pagato dal marito separato
alla ex moglie
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
A questo riguardo l’Inps segnala che il ministero sta studiando una soluzione ad hoc.
Più in generale l’Inps fa rilevareche,sullamateria pensionistica durante l’anno 2011, si
sono succedute diverse norme di cui si dovrà tener conto
per la salvaguardia. In maniera specifica, dal 2014 è previsto che venga gradualmente
innalzatoil requisitoanagrafico di 60 anni richiesto per la
pensione di vecchiaia per le
donne con il conseguente aumento di un mese dal 2014, di
ulteriori due mesi dal 2015, di
ulteriori tre mesi dal 2016, di
ulteriori quattro mesi dal
2017, di ulteriori cinque mesi
dal 2018, di ulteriori sei mesi
dal 2019 e per ogni anno successivo fino al 2025, e di ulteriori tre mesi dal gennaio
2026. A tali lavoratrici continua ad applicarsi la finestra
mobile.
Ancheperla pensionedianzianitàvisonodegliincrementi. Infatti, coloro che maturano nell’anno 2012 il requisito
contributivo di 40 anni per il
dirittoal pensionamentoindipendentementedall’età, accedonoallapensioneconilposticipo di 1 mese, che sarà pari a
duemesi percoloro che maturano i requisiti nel 2013 e a tre
mesi per coloro che maturano
i requisiti dal 2014.
Infine, è da sottolineare che
dal 1˚gennaio 2013 al 31 dicembre 2015, i soggetti per i quali
continuano a trovare applicazione le disposizioni in materiadirequisiti per il diritto alla
pensione vigenti prima
dell’entrata in vigore del Dl
201/2011, possono conseguire
tale diritto se in possesso di
un’anzianitàcontributivadialmeno 35 anni e, se lavoratori
dipendenti pubblici e privati,
diun’etàanagrafica minima di
61 anni e 3 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota
97,3 e, se lavoratori autonomi
iscritti all’Inps, di un’età anagrafica minima di 62 anni e 3
mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 98,3.
ENTI LOCALI
l’Associazione nazionale
amministratori condominiali e
immobiliari ha organizzato un
convegno dal titolo "Anaci
spiega la riforma: le ultime
novità dall’Europa". I lavori si
tengono oggi a Milano a
partire dalle ore 9.30 presso
Ata hotel Executive, via Don
Luigi Sturzo 45.
Delrio: «Più tutela
da Tributi Italia»
Uninterventodellegislatore
finalizzatoallatuteladeicirca130
Comunicoinvolti,loromalgrado,
nellavicendadiTributiItalia.La
richiestaècontenutainuna
letteracheilpresidentedell’Anci
GrazianoDelriohainviatoal
ministrodell’Economia,Vittorio
Grillirelativamenteaimancati
riversamentidiincassitributari
affidatiinconcessioneallasocietà
oggettodiproceduraconcorsuale
pressoilTribunalediRoma.
RIFORMA
Condominio,
convegno Anaci
Per approfondire e discutere la
recente riforma condominiale
approvata in Senato il 20
novembre scorso,
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PENSIONI
L’Inps cresce
su Facebook
L’Inps consolida la sua presenza
sui social network con
l’apertura – dopo quelle su
riscatto della laurea, buoni
lavoro e lavoro domestico – di
una nuova pagina Facebook
"Pensioni: sistema
contributivo" dedicata al
sistema contributivo. Aperto
anche un proprio canale
tematico su YouTube.
Pagina 7 di 41
Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 28
Pagamenti della Pa.
Crediti certificati, in Gazzetta le istruzioni
Sono state pubblicate sulla «Gazzetta Ufficiale» n.
291 del 14 dicembre le circolari del Mef del 27
novembre, n. 35 e 36, sulle «modalità di certificazione
del credito, anche in forma telematica, di somme
dovute per somministrazioni, forniture e appalti» da
parte delle amministrazioni statali e degli enti pubblici
nazionali (Circ. 35) e da parte delle regioni, degli enti
locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale
(Circ. 36). Tra le previsioni dei due provvedimenti, le
modalità di utilizzo della piattaforma elettronica per la
gestione telematica del rilascio delle certificazioni
relative ai crediti non prescritti, e il cronoprogramma
mensile che le amministrazioni interessate devono
predisporre per una «efficiente programmazione dei
pagamenti». Quanto agli impegni iscritti nel
rendiconto patrimoniale degli enti debitori (residui
passivi perenti), il termine di pagamento da indicare
sulla certificazione deve essere pari a 12 mesi dalla
data di presentazione dell' istanza. Nel caso delle
amministrazioni statali, inoltre «non sono ammessi
pagamenti anticipati di oltre trenta giorni rispetto alla
data indicata nella certificazione, né pagamenti
posticipati rispetto a tale data». In relazione poi alle
modalità della richiesta di cassa per le somme iscritte
in bilancio, l' amministrazione deve comunicarla
immediatamente per poter effettuare il pagamento.
Per i pagamenti superiori ai 10mila euro, le
amministrazioni devono procedere a una verifica
preliminare del credito con natura «prettamente
ricognitiva». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 29
Il Sole 24 Ore
Sabato 15 Dicembre 2012 - N. 346
Norme e tributi 29
Professionisti. Il Ddl di stabilità potrebbe rendere più «incisiva» l’inclusione nell’elenco dell’Istat
Scuola. Le regole per il 17 e 18 dicembre
Nuovo scontro sulle Casse
Dalunedìil concorsone:
«precettate» 2.520 aule
L’Adepp: la finalità è bloccare le possibilità di ricorso degli enti
Francesco Nariello
Vitaliano D’Angerio
Federica Micardi
Nel disegno di legge sulla
stabilità nuovo intervento a
sorpresa sulle Casse dei professionisti. E anche questa volta, a sucsitare il disappunto
dei vertici degli enti di previdenza privati, è un emendamento dell’ultima ora.
L’intenzionedellanuova"norma" è quella di impedire agli entipresentinell’elencodell’Istituto nazionale di statistica di poter ricorrere in Cassazione contro la recente sentenza del Consiglio di Stato. Prevede infatti come si legge nella relazione illustrativa allegata - «la competenza inderogabile del Tar del
Lazio per tutte le controversie
chehannoperoggettola ricogni-
LA POSTA IN GIOCO
Il legislatore fa riferimento
ai soggetti presenti
nella lista dell’Istituto
per le regole di contenimento
della spesa nella Pa
zioneoperatadall’Istatdelle amministrazioni pubbliche».
Autori dell’emendamento sonoiduerelatoridellaleggedistabilità: Paolo Tancredi (Pdl) e
Giovanni Legnini (Pd).
A segnalare il provvedimento
"ammazza processi" un comunicato dell’Adepp, l’associazione degli enti di previdenza privati, che ha espresso sconcerto
e contrarietà sul metodo e sul
merito. «Ancora una volta - afferma il presidente Adepp, Andrea Camporese – assistiamo
ad un’attività legislativa che
tende a comprimere fortemente la sfera dell’autonomia sancita dalle leggi di privatizzazione». E, aggiunge: «Si arriva addirittura a fissare la competenza giurisdizionale esclusiva di
Tar e Consiglio di Stato».
L’Adepp, nel caso in cui
l’emendamento dovesse passare, intende comunque ricorrere
in Cassazione:«saranno gli stessi giudici della Suprema corte a
stabilire se sono o meno competenti su queste materie». Stessa
presa di posizione arriva dalla
Fondazione Enpam, la Cassa di
previdenza dei medici, la prima
per patrimonio e per numero di
iscritti. «Questo emendamento
– sottolinea il presidente Enpam
Alberto Oliveti – rischia di cancellare la certezza del dritto e la
credibilità dell’Italia. Voglio vedere chi vorrà ancora investire
in un paese che usa le leggi per
fare il gioco delle tre carte».
Curiosoilfattocheilpresidente dell’Istat Enrico Giovannini,
inCommissionebilancioallaCamera il 4 dicembre scorso, avesse diffidato il legislatore dall’utilizzare l’elenco Istat «come una
lista di tipo amministrativo suscettibile di essere impugnata
giudizialmente da tutti quei soggetticheassumonodinondovervi essere inseriti».
Il motivo? Un sostanziale
snaturamento dell’attività di
classificazione statistica svolta dall’Istat.
L’essere inserite nell’elenco
ha comportato per le Casse private negli ultimi anni una serie
di limitazioni. Da ultimo la scure
dellaspendingreviewchesièabbattuta anche sugli enti previdenziali e che richiede loro dei
tagli alle spese (del 5% 2012 e del
10% nel 2013) che non andranno
adarricchirele pensionideiprofessionisti ma dovranno essere
versati allo Stato.
L’Adepp, peraltro, ha già impugnato il provvedimento sulla
spending review davanti al Tar
doveintendesollevarel’eccezione di incostituzionalità.
Il ricorso ad un emendamento per forzare la gestione degli
enti di previdenza privati non è
una novità. Di recente ne è stato
presentatounoaldecretosviluppo, poi bloccato, che obbligava
le Casse al vendere sotto costo il
patrimonio immobiliare.
«Se il problema è drenare risorsedaunsoggettoprivato–polemizza Camporese – lo si faccia
allalucedelsoleenonconemendamenti notturni che si commentano da soli».
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La vicenda
ELENCO ISTAT
Illegislatoreassumela
classificazionefattadall’Istat
cometerminediriferimentoper
ilcontrollodellaspesapubblica.
L’Istat,nelfarel’elencoutilizza
laclassificazioneela
metodologiacomunitariaper
fornireallaCommissione
europeaidatinecessari
all’Eurostat,ilsistemastatistico
europeo.Perrientrare
nell’elenco"europeo",cheviene
aggiornatoannualmenteviene
richiestaladuplicecondizione
di«esserecontrollatee
finanziateinprevalenzada
amministrazionipubbliche»
LA SENTENZA DEL TAR
L’Adepp,haimpugnatol’elenco
Istat2011pubblicatosulla
GazzettaUfficiale228del30
settembre2011(l’ultimoelenco
aggiornatoèstatopubblicato
sullaGazzettaUfficiale227del
28settembre2012).EilTargli
hadatoragione.
IlTarharilevatochesiha
«finanziamentoprevalente»
quandoiricavinonriesconoa
coprireil50%deicosti,equesto
nonèilcasodelleCassedei
professionisti,chesi
mantengonoinequilibrioconi
versamenticontributividei
propriiscritti
IL CONSIGLIO DI STATO
LaVIsezionedelConsigliodi
Statoconlasentenza6014
depositatail28novembreha
sancitocheleCassedi
previdenzadeiprofessionisti
restanonell’elencoIstatdelle
amministrazionipubbliche
inseritenelcontoeconomico
consolidatodelloStato.
Vengonoquindiribaltatele
decisionidelTardelLazio.Peril
ConsigliodiStatoleCassehanno
un’organizzazioneprivatama
questononincidesullaloro
naturadientipubblicidata,per
esempio,l’obbligatorietàdella
contribuzione
Dopo il commissariamento. L’Unione: il ministero doveva decidere
Giovanicommercialisti
contro via Arenula
Andrea Gagliardi
ROMA
Il sindacato dei giovani commercialisti censura la scelta del
Guardasigilli Paola Severino di
commissariareilconsiglionazionale dell’ordine e di indire nuove elezioni il 20 febbraio. Ma soprattutto
rivolge un appello ai leader delle
due liste in campo, il presidente
uscente Claudio Siciliotti e lo sfidante Gerardo Longobardi, a «fare
unpassoindietro,perconsentirela
presentazione di «una lista unica»,
archiviando le contrapposizioni.
«L’epilogo dell’estenuante vicenda elettorale è stata una sconfitta si legge in una nota della giunta
dell’Unionenazionale giovanidottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) - per tutti i commercialisti,senzaombradidubbio,
maancheperilministerodellaGiustizia. Pur nella consapevolezza
della complessità della vicenda
(sul tavolo le contestazioni per il
trasferimento da Paola ad Aosta di
Giorgio Sganga e il conteggio dei
voti degli Ordini di Bari e Enna,
ndr), l’Unione aveva chiesto al ministerodisvolgereilsuoruoloedecidere senza tentennamenti ulteriori. Il ministero ha impiegato invece molto tempo per arrivare alla
fine alla più facile delle conclusio-
LE PROPOSTE
Servono un passo indietro
di Siciliotti e Longobardi
e il varo di una lista unica
Dall’Ungdcec anche la richiesta
di una fiscalità meno pesante
ni». La ripetizione delle elezioni
delle controverse votazioni dello
scorso 15 ottobre, appunto.
«Come sindacato non abbiamo
preso posizione nella scorsa campagnaelettorale-ricorda Eleonora
Di Vona, presidente dell’Ungdcec
-maciaspettavamo una proclama-
zione da parte del ministro, per
uscire da questo intollerabile impasse». Il sindacato dei giovani
commercialisti ora cambia strategia. «Di qui al 20 febbraio non faremo più da spettatori», assicura Di
Vona. L’obiettivo è una «lista unica»,ossia«unasintesi»traglischieramenti che si sono finora «sterilmente scontrati», aprendosi «ancheall’esterno».Unasintesidifficiledatrovareseiprotagonistirestano gli stessi. Di qui l’appello ai candidatipresidentiSiciliotti eLongobardi («ma anche a Giorgio Sganga») a «fare un passo indietro».
La prese di posizione dell’Undgcec è arrivata a margine di un
forum organizzato a Roma «LiberaItalia: alcune proposte per un
Paese più competitivo». Un’occasione per ribadire la necessità di
ridurre la pressione fiscale su imprese e professionisti. E per illustrare un pacchetto di misure, tra
le quali: una "gold list" dei contribuenti virtuosi, da premiare con
agevolazioni tributarie. Incentivi
a favore della concentrazione di
imprese. La costituzionalizzazione dello statuto del contribuente.
Un tetto al numero degli incarichi nei collegi sindacali.
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Niente carta, test eseguiti
esclusivamente su computer e
risultati in tempo reale per ogni
candidato. Così si svolgeranno,
il 17 e 18 dicembre, le prove preselettivedelconcorsoper assumere 11.542 docenti. Ieri il ministero dell’Istruzione ha pubblicatotuttiinumerisulprimopasso della maxi-procedura per il
reclutamento di insegnanti, rimarcando «l’esito positivo delle fasi preparatorie» svolte negliscorsigiornisuauleedispositivi informatici che saranno utilizzati per la prova.
Nel dettaglio, per la preselezione sono state "precettate" e
testate 2.520 aule, alle quali se
ne aggiungono altre 224 di "ri-
I NUMERI
Per 11.542 posti disponibili
i candidati alla prova
preliminare sono 321.210
Oltre la metà della domanda
proviene dal Mezzogiorno
serva", per eventuali imprevisti, e per ammettere i candidati "sub judice" riconosciuti dal
Tar (a ieri, secondo fonti del
Miur, circa 700). Le sessioni saranno quattro al giorno (la prima alle 9, l’ultima alle 17.30) e,
per ciascuna di esse, saranno
impiegati 49.385 computer
(più 2.949 di riserva).
Tutto si svolgerà in forma digitale. Ciascun candidato avrà a
disposizione una postazioneinformatica,allaqualepotràaccederetramiteipropridatianagrafici e il codice fiscale. E, alla fine
dei 50 minuti a disposizione per rispondere ai 50 quesiti a risposta multipla messi insieme
dal software appositamente in-
Scioglimento per 8.500 cooperative
Marco Bellinazzo
MILANO
Il ministero dello Sviluppo
economico completa l’operazione contro le cooperative
"fantasma", cancellandone dall’albo circa 8.500 che non depositano il bilancio da oltre cinque anni. Nella primavera del
2011, durante la prima fase di
sfoltimento degli elenchi delle
società mutualistiche, ne erano
già state sciolte circa 15mila che
nonpresentavano il rendiconto
da almeno 10 anni.
Allora furono poche decine i
casi di società che, pur non depositando il bilancio, si sono rivelate intestatarie di immobili
o addirittura ancora attive. In
questa seconda fase, invece, secondo i tecnici ministeriali, situazioni di questo tipo potrebbero essere più frequenti.
Le Regioni coinvolte nel taglio sono 16: tutte quelle a statuto ordinario più la Sardegna. La
quotapiù numerosadi cooperative "silenti" risiede nel Lazio
(1.640),inLombardianerisultano1553,inCampania1265,inPie-
LA PROCEDURA
I creditori possono chiedere
la nomina di un commissario
liquidatore entro 30 giorni
dalla pubblicazione
dell’avviso in «Gazzetta»
monte 909, in Calabria 673 e in
Veneto 414. Nella maggior parte dei casi si tratta di coop abbandonate dai soci, ma non si
escludonofenomenidi"immersione" nell’economia illegale.
Finoalloscorso annoper scovare società cooperative "fantasma" o irregolari, le autorità
divigilanzaerano costrettea intervenire singolarmente. La
campagna di scioglimenti d’ufficio su vasta scala è stata resa
possibile dalla legge Sviluppo
del 2009. La legge n. 99 (articolo 10, comma 13) ha soppresso,
in effetti, le parole «entro il 31
dicembre 2004» dall’articolo
223-septiesdecies delledisposizioni per l’attuazione del codi-
ce civile riformulato nel 2003
con la riforma del diritto societario. Questa norma stabiliva
che fossero sciolti, senza nomina del liquidatore, gli enti cooperativi che non avevano depositatoi bilanci diesercizio da oltre cinque anni, facendo riferimento alla data del 31 dicembre
2004. Con l’eliminazione del
termine temporale il meccanismo dello scioglimento d’ufficio è stato dilatato.
I decreti di scioglimento saranno emanati dal ministero
dello Sviluppo economico nelle prossime settimane in ordine alfabetico e per Regione e
saranno preceduti da comunicazioni pubblicate nella Gaz-
zetta Ufficiale. La data della
pubblicazione delle comunicazioni non è irrilevante. Creditori e altri interessati possono
chiedere al ministero la nomina di un commissario liquidatore entro il termine di 30 giorni, decorso il quale, in assenza
di contestazioni, il conservatore nel registro delle imprese
dovrà semplicemente cancellare la società mutualistica.
Senza opposizione allo scioglimento d’ufficio, quindi, i beni
immobili eventualmente intestati alla cooperativa saranno
acquisiti nel patrimonio pubblico o venduti all’asta.
Chi fosse interessato, perciò,
dovràscrivere all’indirizzo:Ministerodellosviluppoeconomico, Dipartimento per l’impresa
el’internazionalizzazione,Direzione generale delle Pmi e gli
enti cooperativi, Divisione IV,
viale Boston n. 25 - 00144 Roma.
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Da gennaio 2013
Iscrizioni
alle prime
classi
solo online
ROMA
Le iscrizioni alle prime
classi di primaria, medie e superiori viaggeranno esclusivamente online. È questa la novitàcontenutanellacircolaresulle iscrizioni all’anno scolastico
2013/2014 che sarà pubblicata
oggidalministerodell’Istruzione. I modelli cartacei resterannoinpiedisolo perleiscrizioni
alla scuola dell’infanzia. Le famigliepotrannoiscrivereipropri ragazzi a partire dal 21 gennaio 2013, e fino al 28 febbraio
2013. Alla scuola dell’infanzia
si potranno iscrivere gli allievi
che compiano tre anni entro il
31 dicembre 2013 (o comunque
nonoltreil30aprile2014);mentre alla primaria gli studenti
che compiano sei anni entro il
31 dicembre 2013 (o entro il 30
aprile 2014).
Per procedere all’iscrizione
online bisognerà scegliere la
scuola sul portale «Scuola in
Chiaro» e inviare la domanda
attraverso il sistema «Iscrizionionline», raggiungibiledal sito del Miur. Il sistema avviserà
viaemailintemporealedell’avvenutaregistrazione.Laprocedura online potrà essere utilizzata anche per le iscrizioni alle
scuole paritarie.
Cl.T.
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Il piano per il futuro. Pronto lo schema di decreto
Selezioni biennali
su base regionale
Claudio Tucci
Sviluppo economico. Società che non depositano il bilancio da oltre 5 anni
stallato - potrà visualizzare il risultato conseguito direttamente sullo schermo. Chi supera il
test passa alla prova scritta, il
cuicalendariosarà pubblicatoil
15 gennaio in Gazzetta Ufficiale.
Icandidatialleprovedipreselezionesono321.210,mentrelerichieste complessive per posti e
cattedre sono state 501.287: è
possibile infatti concorrere per
piùclassidi concorso, purchèin
unasola regione. Considerando
gli ordini di scuola, le domande
si distribuiscono in modo omogeneo, con la secondaria superiore in testa (27,2%), seguita da
elementari (26,6%), infanzia
(26,2%) e medie (20%). Più di
metà delle domande (164.827)
vengonodal Sud, prima la Campania (56.773). Maggiori probabilità di successo, a guardare il
rapportorichiesteinviate/cattedre bandite, vanno a che aspira
a un posto nella scuola primaria
oallacattedradiitalianoallemedie e superiori.
Per quanto riguarda i compensi del personale coinvolto
nell’assistenza alle prove, il
Miur ha reso noto che la somma
stanziata è di circa 200 euro al
giorno per aula: 25 euro l’ora a
persona (se si considerano due
insegnanti nelle 4 ore aggiuntive al normale orario di lavoro).
Ilcosto totale del mega-concorsoinvece «è inferioreal milione
di euro, totalmente assorbito
dai compensi del personale».
A criticare le qualità dei quesiti proposti per la preselezione
sono i sindacati. «I test - afferma Domenico Pantaleo, numerounodellaFlcCgil-nonservono a valutare le reali capacità
dei concorrenti. Hanno poco a
che vedere con competenza ed
esperienze didattiche. E sembrano più una lotteria».
ROMA
Concorsi con cadenza
biennale,eda svolgerein ambito regionale. A cui potranno
partecipareancheigiovaniabilitati con i Tfa (i tirocini annuali partiti quest’anno). Ma si potrà presentare domanda (rigorosamente online) in una sola
regione e per una unica proceduraconcorsualefraquelleattivate. Vale a dire, un candidatodocente in possesso di titoli di
accessoperla scuoladell’infanzia, per la primaria, e per una
classe di concorso della secondariadiprimo grado,dovràscegliere e potrà partecipare a una
sola delle selezioni indette.
Il ministro dell’Istruzione,
Francesco Profumo, ha inviato
al Cnpi lo schema di decreto
che, utilizzando la delega Fioroni,riscriveleregolesulreclutamentodeidocentinellascuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo
grado. Il Cnpi dovrà pronunciarsi entro il 20 dicembre (ma
è molto probabile che non ci
riuscirà), poi lo schema di decreto dovrà essere esaminato
dal Consiglio di Stato e ottenere il via libera da parte delle
commissioni parlamentari, e
quindi considerata la fine della
Legislatura (e l’imminente
scioglimento delle Camere)
«è quasi scontato che la sorte
del provvedimento sarà legata
alle scelte del nuovo Esecutivo
e del nuovo Parlamento», ha
evidenziato il leader della Uil
Scuola, Massimo Di Menna.
Tuttavia, le nuove norme (13
articoli in tutto - che completano il riordino della formazione
iniziale varato da Mariastella
Gelmini nel2010) prevede, alfine di evitare nuovo precariato,
che le selezioni possano essere
indette solo su posti «vacanti e
disponibili», mandando quindi
definitivamente in soffitta la
possibilità di indire concorsi "a
zero cattedre"; e si stabilisce
che la graduatoria concorsuale
(regionale) cessi la sua validità
alloscaderedelbiennio(oall’attodiassunzionedell’ultimovincitore). Ciò significa, pertanto,
che l’eventuale "idoneità" conseguitaal concorso, senon conduce all’assunzione, non dà più
titolo per accedere alle graduatoriepermanenti(doveoggistazionano circa 160mila precari).
Lenuovedisposizioniprevedono poi come il mancato superamento della selezione
non consenta la partecipazione alla selezione indetta nel biennio successivo per lo stesso
posto o classe di concorso. Si
potrà però partecipare (avendone i titoli) alle restanti classi. Mentre la scrematura alle
prove di selezioni sarà più ferrea: sarà ammesso a sostenere
gli scritti un numero di candidati pare a tre volte il numero
dei posti messi a concorso per
ciascuna procedura. All’orale
si valuterà anche la capacità di
progettazionedidattica;ei titolivalutabilipotrannosoloessere quelli dichiarati nella domanda di ammissione (che dovrà contenere il curriculum vitae del candidato).
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 29
Professionisti. Il Ddl di stabilità potrebbe rendere più «incisiva» l' inclusione nell' elenco dell'
Istat.
Nuovo scontro sulle Casse
L' Adepp: la finalità è bloccare le possibilità di ricorso degli enti LA POSTA IN GIOCO
Il legislatore fa riferimento ai soggetti presenti nella lista dell' Istituto per le regole di
contenimento della spesa nella Pa.
Vitaliano D' Angerio Federica Micardi Nel disegno di
legge sulla stabilità nuovo intervento a sorpresa sulle
Casse dei professionisti. E anche questa volta, a
sucsitare il disappunto dei vertici degli enti di
previdenza privati, è un emendamento dell' ultima ora.
L' intenzione della nuova "norma" è quella di impedire
agli enti presenti nell' elenco dell' Istituto nazionale di
statistica di poter ricorrere in Cassazione contro la
recente sentenza del Consiglio di Stato. Prevede
infatti - come si legge nella relazione illustrativa
allegata - «la competenza inderogabile del Tar del
Lazio per tutte le controversie che hanno per oggetto
la ricognizione operata dall' Istat delle amministrazioni
pubbliche». Autori dell' emendamento sono i due
relatori della legge di stabilità: Paolo Tancredi (Pdl) e
Giovanni Legnini (Pd). A segnalare il provvedimento
"ammazza processi" un comunicato dell' Adepp, l'
associazione degli enti di previdenza privati, che ha
espresso sconcerto e contrarietà sul metodo e sul
merito. «Ancora una volta - afferma il presidente
Adepp, Andrea Camporese - assistiamo ad un' attività
legislativa che tende a comprimere fortemente la
sfera dell' autonomia sancita dalle leggi di
privatizzazione». E, aggiunge: «Si arriva addirittura a
fissare la competenza giurisdizionale esclusiva di Tar
e Consiglio di Stato». L' Adepp, nel caso in cui l'
emendamento dovesse passare, intende comunque
ricorrere in Cassazione: «saranno gli stessi giudici
della Suprema corte a stabilire se sono o meno
competenti su queste materie». Stessa presa di
posizione arriva dalla Fondazione Enpam, la Cassa di
previdenza dei medici, la prima per patrimonio e per
numero di iscritti. «Questo emendamento - sottolinea
il presidente Enpam Alberto Oliveti - rischia di
cancellare la certezza del dritto e la credibilità dell'
Italia. Voglio vedere chi vorrà ancora investire in un
paese che usa le leggi per fare il gioco delle tre
carte». Curioso il fatto che il presidente dell' Istat
Enrico Giovannini, in Commissione bilancio alla
Camera il 4 dicembre scorso, avesse diffidato il
legislatore dall' utilizzare l' elenco Istat «come una
lista di tipo amministrativo suscettibile di essere
impugnata giudizialmente da tutti quei soggetti che
assumono di non dovervi essere inseriti». Il motivo?
Pubblica Amministrazione
Un sostanziale snaturamento dell' attività di
classificazione statistica svolta dal l' Istat. L' essere
inserite nell' elenco ha comportato per le Casse
private negli ultimi anni una serie di limitazioni. Da
ultimo la scure della spending review che si è
abbattuta anche sugli enti previdenziali e che richiede
loro dei tagli alle spese (del 5% 2012 e del 10% nel
2013) che non andranno ad arricchire le pensioni dei
professionisti ma dovranno essere versati allo Stato.
L' Adepp, peraltro, ha già impugnato il provvedimento
sulla spending review davanti al Tar dove intende
sollevare l' eccezione di incostituzionalità. Il ricorso ad
un emendamento per forzare la gestione degli enti di
previdenza privati non è una novità. Di recente ne è
stato presentato uno al decreto sviluppo, poi bloccato,
che obbligava le Casse al vendere sotto costo il
patrimonio immobiliare. «Se il problema è drenare
risorse da un soggetto privato - polemizza
Camporese - lo si faccia alla luce del sole e non con
emendamenti notturni che si commentano da soli». ©
RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda ELENCO
ISTAT Il legislatore assume la classificazione fatta
dall' Istat come termine di riferimento per il controllo
della spesa pubblica. L' Istat, nel fare l' elenco utilizza
la classificazione e la metodologia comunitaria per
fornire alla Commissione europea i dati necessari all'
Eurostat, il sistema statistico europeo. Per rientrare
nell' elenco "europeo", che viene aggiornato
annualmente viene richiesta la duplice condizione di
«essere controllate e finanziate in prevalenza da
amministrazioni pubbliche» LA SENTENZA DEL TAR
L' Adepp, ha impugnato l' elenco Istat 2011 pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale 228 del 30 settembre 2011 (l'
ultimo elenco aggiornato è stato pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale 227 del 28 settembre 2012). E il
Tar gli ha dato ragione. Il Tar ha rilevato che si ha
«finanziamento prevalente» quando i ricavi non
riescono a coprire il 50% dei costi, e questo non è il
caso delle Casse dei professionisti, che si
mantengono in equilibrio con i versamenti contributivi
dei propri iscritti IL CONSIGLIO DI STATO La VI
sezione del Consiglio di Stato con la sentenza 6014
depositata il 28 novembre ha sancito che le Casse di
previdenza dei professionisti restano nell' elenco Istat
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 29
delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto
economico consolidato dello Stato. Vengono quindi
ribaltate le decisioni del Tar del Lazio. Per il Consiglio
di Stato le Casse hanno un' organizzazione privata
ma questo non incide sulla loro natura di enti pubblici
data, per esempio, l' obbligatorietà della
contribuzione.
Pubblica Amministrazione
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Sab 15/12/2012
la Repubblica
SABATO 15 DICEMBRE 2012
La Repubblica
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@
ECONOMIA
PER SAPERNE DI PIÙ
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www.tesoro.it
■ 27
Province, tagli congelati per un anno
Ammortizzatori rifinanziati: 1,7 miliardi. Sanità, caccia ai “fannulloni”
ROBERTO PETRINI
I punti
Province
Riforma congelata per tutto
il 2013: le Province
continueranno ad operare
con le vecchie prerogative.
Spetterà al prossimo
governo mettere a punto un
nuovo intervento di riordino
Ammortizzatori
Le risorse per la cassa
integrazione in deroga
salgono a 1,7 miliardi per il
2013, somma più che
doppia rispetto al testo della
Legge di stabilità approvato
alla Camera
Tarsu
Nel 2013 la tassa sui rifiuti si
pagherà in quattro rate, a
gennaio, aprile, luglio e
ottobre, compreso il
conguaglio. Dal 2014 sarà
possibile versarla in
un’unica soluzione
ROMA — Maratona finale per
la legge di Stabilità 2013, l’ultima della legislatura. Un provvedimento che cresce di ora in
ora per farsi carico delle partite ancora aperte e dei provvedimenti che non potranno arrivare al traguardo prima dello scioglimento delle Camere:
l’approvazione in Commissione slitta a lunedì e nell’aula
di Palazzo Madama si arriverà
probabilmente martedì 18.
In prima fila tra i testi “recuperati” il tormentato testo di
riduzione e accorpamento
delle Province: un articolo
della legge di Stabilità congela la riforma per un anno, in
sostanza per l’intero 2013, e
blocca riordino e spacchettamento delle funzioni. Le Province dunque potranno continuare ad operare con la normativa in vigore prima del
tentativo di riforma e spetterà
al nuovo governo valutare il
tenore del nuovo intervento.
Risolta anche la questione
delle elezioni, in quanto le
Province sono già enti di secondo livello e i vertici dovrebbero essere eletti dai Comuni: in attesa della riforma
le 6-7 Province per le quali sono previste le urne in primavera saranno commissariate.
L’altro nodo risolto è quello
della cassa integrazione in deroga. «Abbiamo raggiunto un
risultato importante», spiega
il relatore Giovanni Legnini
del Pd. Le risorse per gli am-
mortizzatori sociali sono arrivate a 1,7 miliardi nel 2013, più
del doppio di quanto era riuscita a recuperare la Camera.
Sempre riguardo al lavoro dipendente una norma elimina
la trattenuta del 2,5 per cento
del Tfr degli statali: la norma
era stata introdotta dal governo Berlusconi e bocciata dalla
Corte costituzionale. Per ora
sono stati messi in bilancio 67 milioni per integrare il Tfr di
coloro che stanno per lasciare
il lavoro ma nei prossimi anni
il problema si ripresenterà e si
parla di un costo complessivo
di 1,6 miliardi.
La partita della legge di Stabilità tuttavia non è finita: nelle prossime ore arriveranno
anche le modifiche al patto di
Stabilità dei Comuni (che per
ora incassano, con la nuova
norma, il gettito completo
dell’Imu pari a circa 8 miliardi), resta aperto il tema dell’Università e dei non autosufficienti. Aperta anche la questione della sanità con gli
ospedali ormai a corto di risorse e che minacciano di ridurre le prestazioni: per ora,
su esplicita richiesta di Mr.
Forbici Enrico Bondi, è stata
inserita una norma in Finanziaria che prevede verifiche
sul personale sanitario che in
quanto inidoneo è stato destinato a funzioni di minor aggravio.
É in arrivo anche la proroga
degli sfratti, mentre si conferma la cosiddetta rottamazione dei ruoli fino a 2.000 euro
Maratona finale per
la legge di Stabilità,
martedì in aula
al Senato. Imu
tutta ai Comuni
antecedenti l’anno 2000: la
norma si aggiunge a quella
volta a sanare le “cartelle pazze” e che consente ai contribuenti investiti dal fenomeno
una interlocuzione paritaria e
più rapida con l’amministrazione finanziaria. Infine ancora modifiche alla Tobin tax,
depotenziata dalla riduzione
della base imponibile al mercato azionario: i derivati, che
sono sottoposti ad un bollo a
cifra fissa e non proporzionale, pagheranno 200 euro su un
contratto dal valore sottostante di un milione di euro
(non più come nella prima
versione 100 euro).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I punti
Tobin tax
La tassa sulle transazioni in
derivati partirà da un
minimo di 25 centesimi per
contratti fino a 2.500 euro.
Su quelli superiori al milione
l’aliquota viene raddoppiata:
da 100 a 200 euro
Tfr
Eliminata la trattenuta del
2,5% sul trattamento di fine
rapporto dei lavoratori
statali. Introdotta dal
governo Berlusconi, era
stata bocciata dalla Corte
costituzionale
Imu
Dal 2013 l’imposta sugli
immobili andrà tutta ai
Comuni. Dovrebbero
così incassare circa 7,6
miliardi di euro in un
biennio, più le risorse del
Fondo di solidarietà
Fannulloni
Ricongiungimenti
Una “verifica straordianaria”
sui lavoratori della sanità
giudicati non idonei e
assegnati a compiti meno
gravosi. La condurrà il
prossimo anno l’Inps, di
concerto con il ministero
Ricongiungimento della
pensione gratuito per chi è
passato all’Inps entro luglio
2010. Per gli altri, sarà
senza oneri solo il cumulo
dei contributi per il
trattamento di vecchiaia
Il caso
MICHELE BOCCI
UN PROVVEDIMENTO di poche
righe per dare il via a un maxi controllo che riguarderà almeno 50mila dipendenti del sistema sanitario
nazionale, tra infermieri e oss, cioè
gli ex ausiliari. La norma ribattezzata cerca-fannulloni chiede alle
Asl e all’Inps di verificare le condizioni di chi è stato riconosciuto
“inidoneo alla sua attività” per motivi di salute e per questo è stato
spostato a mansioni meno pesanti.
Secondo le stime del ministero, che
è stato interpellato dai senatori firmatari dell’emendamento, si tratta di circa il 10-15% dei 350mila infermieri e 100mila oss che lavorano
negli ospedali pubblici italiani.
Il ministro alla Salute Renato
Balduzzi parla di verifiche da fare
«con buonsenso, responsabilità e
saggezza» e di nessuna caccia al
furbetto. Alla base del provvedimento ci sarebbero anche varie segnalazioni di Asl e ospedali riguardo a certificazioni sospette di medici del lavoro. La richiesta di cambiare mansioni, magari spostarsi
Normativa Comuni
Nel mirino infermieri e portantini “inidonei”
arrivano 50 mila verifiche straordinarie
da un reparto pesante a un ambulatorio oppure di saltare i turni di
notte, è abbastanza diffusa nel
mondo degli infermieri. L’impiego
è spesso duro e con il tempo ci sono
persone che per motivi fisici non
Balduzzi si affida
a Inps e alle Asl:
“Controlli con
buonsenso e
responsabilità”
sono più in grado di assicurare come prima l’assistenza ai pazienti,
ad esempio perché non possono
sollevare pesi. Ci sono poi ragioni
più legate allo stress alla base dei
trasferimenti. Reparti come le rianimazioni, le chirurgie di alta specialità, i pronto soccorso, sono as-
350 mila
10-15%
80 mila
INFERMIERI
INIDONEI
PRECARI
In tutto il sistema
sanitario nazionale
pubblico sono
impiegati 350 mila
infermieri, a cui si
aggiungono 100
mila Oss ovvero
ex ausiliari
Circa il 10-15% dei
lavoratori infermieri
sono stati certificati
dai medici legali
inidonei, esentati
dalle mansioni più
usuranti e trasferiti
altrove
Secondo l’Ipasvi gli
infermieri precari
nel Ssn sono oltre
80 mila, utilizzando
contratti di
collaborazione non
adatti al tipo di
mansione
sai usuranti e infatti sono quelli che
più spesso hanno difficoltà a reperire personale. Talvolta il cambiamento è solo temporaneo. Al ministero ritengono che alla fine solo
per una parte ridotta degli oltre
50mila controllati verranno trovate certificazioni non veritiere. In
quel caso è previsto che le aziende
sanitarie e ospedaliere ricollochino il dipendente nelle sue mansioni iniziali. Alla base dell’emendamento c’è il tentativo di sfruttare al
meglio la forza lavoro di un sistema
sanitario pubblico che sta vivendo
il suo momento più difficile a causa delle riduzioni dei fondi destinati alla sanità. La crisi di finanziamento colpisce duramente le Regioni e alcune di queste sono costrette a spendere anche per prendere lavoratori precari, magari da
cooperative, necessari a coprire i
turni nei reparti più pesanti. Recu-
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
perare infermieri e oss da dentro il
sistema significherebbe quindi anche risparmiare.
La presidente di Ipasvi, che raccoglie i Collegi degli infermieri
(cioè gli “Ordini” di questi professionisti), Annalisa Silvestro, è abbastanza innervosita dal provvedimento. «Un intervento per verificare la regolarità delle certificazioni dovrebbe far parte della normalità. Che controllino pure, e se
trovano casi di scorrettezza li riportino alla normalità — spiega —
Detto questo evitiamo di parlare
di fannulloni e usare logiche stereotipate. Verifichino ma non
mortifichino le centinaia di migliaia di professionisti sanitari».
Silvestro introduce anche un altro
tema. «Dobbiamo ricordarci che
gli operatori non si autocertificano la non idoneità, lo fa il medico
legale. Quindi il discorso non riguarda solo gli infermieri ma tutto
il sistema. E comunque chi viene
adibito a mansioni meno pesanti
svolge comunque un lavoro importantissimo».
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Sab 15/12/2012
La Repubblica
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Province, tagli congelati per un anno
Ammortizzatori rifinanziati: 1,7 miliardi. Sanità, caccia ai "fannulloni" Maratona finale
per la legge di Stabilità, martedì in aula al Senato. Imu tutta ai Comuni.
ROMA - Maratona finale per la legge di Stabilità 2013,
l´ultima della legislatura. Un provvedimento che
cresce di ora in ora per farsi carico delle partite
ancora aperte e dei provvedimenti che non potranno
arrivare al traguardo prima dello scioglimento delle
Camere: l´approvazione in Commissione slitta a
lunedì e nell´aula di Palazzo Madama si arriverà
probabilmente martedì 18. In prima fila tra i testi
"recuperati" il tormentato testo di riduzione e
accorpamento delle Province: un articolo della legge
di Stabilità congela la riforma per un anno, in
sostanza per l´intero 2013, e blocca riordino e
spacchettamento delle funzioni. Le Province dunque
potranno continuare ad operare con la normativa in
vigore prima del tentativo di riforma e spetterà al
nuovo governo valutare il tenore del nuovo intervento.
Risolta anche la questione delle elezioni, in quanto le
Province sono già enti di secondo livello e i vertici
dovrebbero essere eletti dai Comuni: in attesa della
riforma le 6-7 Province per le quali sono previste le
urne in primavera saranno commissariate. L´altro
nodo risolto è quello della cassa integrazione in
deroga. «Abbiamo raggiunto un risultato importante»,
spiega il relatore Giovanni Legnini del Pd. Le risorse
per gli ammortizzatori sociali sono arrivate a 1,7
miliardi nel 2013, più del doppio di quanto era riuscita
a recuperare la Camera. Sempre riguardo al lavoro
dipendente una norma elimina la trattenuta del 2,5
per cento del Tfr degli statali: la norma era stata
introdotta dal governo Berlusconi e bocciata dalla
Corte costituzionale. Per ora sono stati messi in
bilancio 6-7 milioni per integrare il Tfr di coloro che
stanno per lasciare il lavoro ma nei prossimi anni il
problema si ripresenterà e si parla di un costo
complessivo di 1,6 miliardi. La partita della legge di
Stabilità tuttavia non è finita: nelle prossime ore
arriveranno anche le modifiche al patto di Stabilità dei
Comuni (che per ora incassano, con la nuova norma,
il gettito completo dell´Imu pari a circa 8 miliardi),
resta aperto il tema dell´Università e dei non
autosufficienti. Aperta anche la questione della sanità
con gli ospedali ormai a corto di risorse e che
minacciano di ridurre le prestazioni: per ora, su
esplicita richiesta di Mr. Forbici Enrico Bondi, è stata
inserita una norma in Finanziaria che prevede
verifiche sul personale sanitario che in quanto
inidoneo è stato destinato a funzioni di minor
Normativa Comuni
aggravio. É in arrivo anche la proroga degli sfratti,
mentre si conferma la cosiddetta rottamazione dei
ruoli fino a 2.000 euro antecedenti l´anno 2000: la
norma si aggiunge a quella volta a sanare le "cartelle
pazze" e che consente ai contribuenti investiti dal
fenomeno una interlocuzione paritaria e più rapida
con l´amministrazione finanziaria. Infine ancora
modifiche alla Tobin tax, depotenziata dalla riduzione
della base imponibile al mercato azionario: i derivati,
che sono sottoposti ad un bollo a cifra fissa e non
proporzionale, pagheranno 200 euro su un contratto
dal valore sottostante di un milione di euro (non più
come nella prima versione 100 euro).
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Sab 15/12/2012
Italia Oggi
Pagina 31
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Sabato 15 Dicembre 2012
Sa
31
È questo l’effetto della pubblicazione da parte dell’Istat dell’indice per l’adeguamento
Multe stradali più care del 6%
Dal 1° gennaio 2013 scatta l’aggiornamento biennale
DI
Pagina a cura
STEFANO MANZELLI
ED ENRICO SANTI
on il cenone di Capodanno arriva
l’aumento automatico biennale degli
importi delle multe stradali di quasi
il 6%. È questo l’effetto conseguente
alla pubblicazione da parte dell’Istat del dato
relativo alla variazione biennale dell’indice
Foi rilevato a novembre e reso disponibile il
13 dicembre. Ai sensi dell’art. 195, comma 3,
del codice della strada, la misura delle sanzioni amministrative pecuniarie è aggiornata
ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei
prezzi al consumo per le famiglie di operai e
impiegati (media nazionale) verificatasi nei
due anni precedenti. Prendendo come riferimento tale indice, il ministro della giustizia,
di concerto con i ministri dell’economia e delle
finanze, e delle infrastrutture e dei trasporti, fissa i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie, che si applicano
dal 1° gennaio dell’anno successivo.
Usualmente il decreto ministeriale
di dicembre prende come base di riferimento l’indice Foi di novembre.
Dunque, sulla base del dato pubblicato dall’Istat il 13 dicembre scorso,
dal 1° gennaio 2013 scatterà un aumento
del 5,7% degli importi delle sanzioni amministrative pecuniarie per le violazioni stradali.
Questo incremento risulta essere il più elevato dal 1998 in poi. L’ultimo aggiornamento era
stato stabilito dal decreto ministeriale del 22
dicembre 2010, che aveva disposto l’aumento
del 2,4% a partire dal 1° gennaio 2011. Con il
decreto di prossima emanazione, nel calcolo
dei nuovi importi si applicherà la consueta
regola dell’arrotondamento all’unità di euro
per eccesso se la frazione decimale sarà pari
o superiore a 50 centesimi di euro oppure per
difetto se sarà inferiore. L’arrotondamento
sarà applicato alle sanzioni edittali, ma non
agli importi che costituiscono il risultato di
operazioni di divisione rispetto ai valori minimi o massimi previsti dal codice della strada,
come, per esempio, le somme da iscrivere a
ruolo o le somme richieste a titolo di cauzione.
Resteranno escluse dall’aggiornamento, non
essendo ancora decorsi due anni, le norme
che hanno introdotto o modificato le sanzioni con effetto dopo il 1° gennaio 2011. Per
esemplificare come cambieranno gli importi
rispetto ad alcune infrazioni stradali, con
il nuovo anno la sanzione per il divieto di
sosta aumenterà da 39 a 41 euro, quella per
C
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l’eccesso di velocità fra 10 e 40 km/h oltre il
limite: la sanzione salirà da 159 a 168 euro
fra le ore 7 e le ore 22 e da 212 a 224 euro fra
le ore 22 e le ore 7. La sanzione per il conducente o passeggero senza cinture di sicurezza
passerà da 76 a 80 euro, mentre quella prevista per chi guida usando il telefonino senza
auricolare o senza viva voce aumenterà da152
a 161 euro. Una vera doccia fredda per le tasche degli automobilisti sulla
quale già da qualche mese
hanno posto l’attenzione
le associazioni di tutela. Se non arriverà
un improbabile
determinazione
politica di segno contrario
non ci saranno eccezioni.
L’aumento è alle
porte.
E dal prossimo anno
debutta l’invio via Pec
Dal prossimo anno multe stradali spedite tramite Posta elettronica certificata. È questo lo scenario che si
prospetta dopo le recenti novità introdotte dal decreto
legge n. 179 del 18 ottobre 2012 e dalla relativa legge di
conversione. Occorrerà comunque attendere alcune
norme di dettaglio per l’entrata a pieno regime del
sistema.
La notificazione dei verbali tramite Pec si fonda teoricamente sull’art. 149-bis del codice di procedura
civile, applicabile ai sensi dell’art. 201 del codice
della strada. Ma è il dl 179/2012 a dare la svolta
introducendo le norme che potranno rivoluzionare
dal 2013 le modalità di notificazione delle multe
stradali mediante l’utilizzo della posta elettronica
certificata. Infatti, secondo le nuove disposizioni
confermate dalla legge di conversione, ogni cittadino ha la facoltà di indicare alla pubblica amministrazione un proprio indirizzo di posta elettronica
certificata, quale suo domicilio digitale.
L’indirizzo verrà inserito nell’Anagrafe nazionale
della popolazione residente-Anpr. Il dl prevede che
dal 1° gennaio 2013, tranne i casi in cui la normativa vigente preveda una diversa modalità di comunicazione o di pubblicazione in via telematica, le
amministrazioni pubbliche e i gestori o esercenti
di pubblici servizi dovranno comunicare con il cittadino esclusivamente tramite il domicilio digitale
dichiarato, senza oneri di spedizione a suo carico. E
questo anche ai fini della notificazione delle multe
stradali.
Occorrerà attendere però l’emanazione di un decreto ministeriale per la definizione delle modalità di
comunicazione del domicilio digitale da parte del
cittadino e di consultazione dell’Anpr. Secondo le
ulteriori novità introdotte dalla legge di conversione del dl 179/2012, in assenza di dichiarazione del
domicilio digitale da parte del cittadino le amministrazioni potranno predisporre le comunicazioni
come documenti informatici sottoscritti con firma
digitale o firma elettronica avanzata, da conservare
nei propri archivi, e inviare ai cittadini stessi, per
posta ordinaria o raccomandata con avviso di ricevimento, copia analogica di tali documenti sottoscritti
con firma autografa sostituita a mezzo stampa predisposta secondo le disposizioni del dlgs 39/1993.
Oltre alle predette nuove regole sulla comunicazione con i cittadini via posta elettronica certificata,
il dl 179/2012 prevede novità anche per il domicilio
digitale delle persone giuridiche. Infatti, è stato
esteso alle imprese individuali che si iscrivono al
registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane l’obbligo di indicare l’indirizzo di posta elettronica certificata, già previsto dal decreto 185/2008
per le imprese in forma societaria.
Le imprese individuali attive dovranno depositare
il proprio indirizzo di Pec entro il 30 giugno 2013
(scadenza aggiornata dalla legge di conversione del
dl 179/2012). Ed entro metà marzo, sulla base degli
elenchi di indirizzi di pec costituiti presso il registro
delle imprese e gli ordini o collegi professionali, sarà
istituito presso il Ministero dello sviluppo economico un Indice nazionale Ini-Pec, al quale le pubbliche amministrazioni potranno accedere. In sostanza,
dunque, il dl 179/2012 ha posto le basi per rendere
obbligatoria nel corso del 2013 la notificazione via
pec delle multe stradali alle persone fisiche (solo ai
soggetti che hanno dichiarato il domicilio digitale
all’anagrafe comunale) e alle persone giuridiche.
Per la piena e completa messa a regime si tratta di
attendere rispettivamente da un lato il decreto che
fisserà le modalità di dichiarazione dell’indirizzo di
pec all’anagrafe comunale e da altro lato le comunicazioni della casella di pec da parte delle imprese individuali. In ogni caso, qualora nelle forme di legge
sia stato comunicato l’indirizzo di posta elettronica
certificata, la notificazione dei verbali per infrazioni
stradali dovrà avvenire soltanto per via telematica;
l’inosservanza costituirà fonte di responsabilità per
il dirigente.
118111108111099111109115109101
Normativa Comuni
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
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Sab 15/12/2012
Italia Oggi
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E dal prossimo anno debutta l' invio via Pec
Dal prossimo anno multe stradali spedite tramite
Posta elettronica certificata. È questo lo scenario che
si prospetta dopo le recenti novità introdotte dal
decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 e dalla
relativa legge di conversione. Occorrerà comunque
attendere alcune norme di dettaglio per l' entrata a
pieno regime del sistema. La notificazione dei verbali
tramite Pec si fonda teoricamente sull' art. 149-bis del
codice di procedura civile, applicabile ai sensi dell' art.
201 del codice della strada. Ma è il dl 179/2012 a
dare la svolta introducendo le norme che potranno
rivoluzionare dal 2013 le modalità di notificazione
delle multe stradali mediante l' utilizzo della posta
elettronica certificata. Infatti, secondo le nuove
disposizioni confermate dalla legge di conversione,
ogni cittadino ha la facoltà di indicare alla pubblica
amministrazione un proprio indirizzo di posta
elettronica certificata, quale suo domicilio digitale. L'
indirizzo verrà inserito nell' Anagrafe nazionale della
popolazione residente-Anpr. Il dl prevede che dal 1°
gennaio 2013, tranne i casi in cui la normativa vigente
preveda una diversa modalità di comunicazione o di
pubblicazione in via telematica, le amministrazioni
pubbliche e i gestori o esercenti di pubblici servizi
dovranno comunicare con il cittadino esclusivamente
tramite il domicilio digitale dichiarato, senza oneri di
spedizione a suo carico. E questo anche ai fini della
notificazione delle multe stradali. Occorrerà attendere
però l' emanazione di un decreto ministeriale per la
definizione delle modalità di comunicazione del
domicilio digitale da parte del cittadino e di
consultazione dell' Anpr. Secondo le ulteriori novità
introdotte dalla legge di conversione del dl 179/2012,
in assenza di dichiarazione del domicilio digitale da
parte del cittadino le amministrazioni potranno
predisporre le comunicazioni come documenti
informatici sottoscritti con firma digitale o firma
elettronica avanzata, da conservare nei propri archivi,
e inviare ai cittadini stessi, per posta ordinaria o
raccomandata con avviso di ricevimento, copia
analogica di tali documenti sottoscritti con firma
autografa sostituita a mezzo stampa predisposta
secondo le disposizioni del dlgs 39/1993. Oltre alle
predette nuove regole sulla comunicazione con i
cittadini via posta elettronica certificata, il dl 179/2012
prevede novità anche per il domicilio digitale delle
persone giuridiche. Infatti, è stato esteso alle imprese
individuali che si iscrivono al registro delle imprese o
all' albo delle imprese artigiane l' obbligo di indicare l'
indirizzo di posta elettronica certificata, già previsto
Normativa Comuni
dal decreto 185/2008 per le imprese in forma
societaria. Le imprese individuali attive dovranno
depositare il proprio indirizzo di Pec entro il 30 giugno
2013 (scadenza aggiornata dalla legge di conversione
del dl 179/2012). Ed entro metà marzo, sulla base
degli elenchi di indirizzi di pec costituiti presso il
registro delle imprese e gli ordini o collegi
professionali, sarà istituito presso il Ministero dello
sviluppo economico un Indice nazionale Ini-Pec, al
quale le pubbliche amministrazioni potranno
accedere. In sostanza, dunque, il dl 179/2012 ha
posto le basi per rendere obbligatoria nel corso del
2013 la notificazione via pec delle multe stradali alle
persone fisiche (solo ai soggetti che hanno dichiarato
il domicilio digitale all' anagrafe comunale) e alle
persone giuridiche. Per la piena e completa messa a
regime si tratta di attendere rispettivamente da un lato
il decreto che fisserà le modalità di dichiarazione dell'
indirizzo di pec all' anagrafe comunale e da altro lato
le comunicazioni della casella di pec da parte delle
imprese individuali. In ogni caso, qualora nelle forme
di legge sia stato comunicato l' indirizzo di posta
elettronica certificata, la notificazione dei verbali per
infrazioni stradali dovrà avvenire soltanto per via
telematica; l' inosservanza costituirà fonte di
responsabilità per il dirigente.
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Sabato 15 Dicembre 2012
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L’ILVA DI TARANTO
INDUSTRIA DELLA DIFESA
EUROSTAT
Firmato l’accordo sulla Cassa
in deroga, ma la Fiom si dissocia
Le imprese dell’aerospazio
fanno quadrato contro i tagli
Crescita zero per i redditi
degli agricoltori italiani
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BUROCRAZIA
Il terremoto in Emilia. Da Confindustria critiche al pdl, che la Regione porterà in consiglio mercoledì 19 per l’approvazione
Costruzioni
Ricostruzione a rischio blocco
A Napoli
si aggrava
la crisi
dell’edilizia
La corsa
a ostacoli
delle Pmi Marchesini: «Mancano un quadro di riferimento certo e tempi rapidi per ripartire»
di Carlo Andrea Finotto
è un evidente scollamento tra le esigenze e i
tempidelmondoproduttivoe quelli delle istituzioni. Sembrano questi, sempre più spesso,
duemondichecorronoparalleli,e
faticano a trovare quelle convergenze – evocate in politica con
una figura retorica da Aldo Moro
– che in questo contesto sarebberovitaliestrategiche.
Dipiù:ilgapdacolmareappare,
perassurdo,piùevidenteinunarealtàchenonpuòcertoesserepreso
come simbolo di ciò che non funzionainItalia.Siamoonesti,laricostruzione del dopo terremoto in
Emilia Romagna dei risultati li ha
ottenuti. Con fatica, e anche grazie
allavorodelcommissariostraordinario Vasco Errani, ma ne ha ottenuti: dai miliardi stanziati per garantirei contributi ad aziende e famiglie colpite, al recepimento
(non immediato e dopo svariate
sollecitazioni) di alcune delle esigenze evidenziate con forza dalle
imprese–peresempioladerogasugli adempimenti fiscali o l’inserimento delle Pmi che hanno subito
danni indiretti tra i beneficiari delle agevolazioni. Insomma, si può
scommettere che la gestione del
post-sismainEmiliaRomagnanon
sarà citata dal New York Times
quale esempio negativoda non seguire, come invece è successo
all’Aquilaalcunigiornifa.
Tuttavia la differenza di passo
èlìdavedere:leaziendecherimarcavano mancanze e disguidi nei
mesi scorsi, appena comparivano
bozzedidecretilacunose,echeoggi alzano la voce contro una legge
regionale considerata vaga o controunsistemadiaccessoaicontributi che assomiglia a una corsa a
ostali, sono le stesse che in meno
di sei mesi hanno ripreso l’attività
all’80%, arrangiandosi con tende
econtainerdovericrearei laboratori del biomedicale per non perdere le commesse. Sono le stesse
che – insieme ai dipendenti – hanno riportato il livello di capacità
produttiva al 91%, dopo che era
crollata insieme agli stabilimenti
a causa delle scosse del 20 e 29
maggio scorsi. Se lanciano l’allarmeinvistadell’approvazionedellaleggelofannoconcognizionedi
causa e perché sanno che definire
facoltatival’adozionediunqualsiasi Piano in Italia, può significare
che quello stesso piano non vedrà
mai la luce. O la vedrà con tempi
che non si raccordano con quelli
delle multinazionali che chiedono rassicurazioni per mantenere
le loro filiali a Medolla o Cavezzo.
E questo può accadere anche
nell’efficienteEmilia Romagna.
Ilrischiodislogansuggestivi,come "burocrazia zero" per la ricostruzione, è di creare aspettative
adeguate e di causare un effetto
boomerangse poinon trovano applicazionepratica.
C’
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
EMILIA
ROMAGNA
Natascia Ronchetti
BOLOGNA
La proposta di legge sulla ricostruzione post terremoto della Giunta regionale dell’Emilia
Romagnasipreparaadapprodare nell’aula dell’Assemblea legislativa. L’esame del testo approvatodalla commissioneTerritorio inizierà mercoledì prossimo.
Ma, almeno per ora, senza l’ok
degli industriali. Troppo vago,
dicono, l’impianto legislativo
messo a punto dal presidente
dellaRegioneVascoErraniedalla sua squadra, soprattutto per
quantoriguardailPianoperlaricostruzione demandato ai Comuni del cratere. Piano per il
quale non sono indicati obblighi. Le amministrazioni, in base
al testo di legge, non sono infatti
tenute a dotarsi dello strumento
chedeve disciplinarelaricostruzione. Né ad attenersi a vincoli
di tempo, per quanto riguarda
l’approvazione. «In questa fase
le imprese hanno bisogno di un
quadro di riferimento certo – dice il presidente di Confindustria
Emilia-RomagnaMaurizioMarchesini – e di tempi rapidi. Tutte
le aziende stanno realizzando
gliinterventidimessainsicurezza dei capannoni, ma molte dovranno decidere se dar corso, in
occasione dell’adeguamento sismico,adunaveraepropriaricostruzioneintegrale.Questedecisioni sono condizionate non solo dai costi, ma anche dalle procedureamministrativeedaitempiburocratici». Letrattative con
la Regione sono in corso, il confronto ancora aperto. E sono
molti i punti sui quali si concentrano le critiche degli industriali.Siparte,appunto,dalcontestato articolo 11, quello che riguarda il Piano per la ricostruzione,
in base al quale i «Comuni inte-
ressatidalsisma sipossonodotare di uno specifico piano, denominato Piano per la ricostruzione». Una facoltà, dunque. MentreConfindustriachiedenonsolo di prevederne l’obbligo (per
nonpenalizzareleimpresecollocate in aree sprovviste di questo
strumento normativo), ma anche di indicare il termine ultimo
entro il quale i Comuni devono
dotarsene: entro 90-100 dall’approvazione della legge.
«La normativa predisposta –
prosegue Maurizio Marchesini
– dovrebbe diventare un’occasione straordinaria per sperimentare semplificazioni e innovazioni in termini di procedure
in campo edilizio e urbanistico.
Invece l’attuale testo è privo di
elementi di innovazione e rinvia
a un ipotetico Piano per la ricostruzione». Per il presidente degliindustrialiemilianoromagnoli,«dobbiamopurtroppoconstatareancoraunavoltache,difronteapropostedisoluzioniinnovativeinterminidiverasemplificazione, la risposta della burocrazia è di sostanziale chiusura». La
questionedeipermessidicostruzione in deroga (il testo di legge
così formulato non lascia spazi)
IMAGOECONOMICA
Presidente. Maurizio Marchesini
sta molto a cuore alle imprese,
che chiedono procedure capaci
di assicurare la massima celerità
agli interventi di ricostruzione.
Cosache,spieganodaConfindustria, non significa lasciare campo a un Far West ma solo mettere le aziende nelle condizioni di
ricostruire o rimettere in sicurezza i capannoni senza troppe
lungaggini procedurali. Un temamoltosentitosoprattuttodalle multinazionali presenti con
stabilimenti nei territori terremotati, di fronte ai costi di una
burocrazia che, nonostante gli
sforzi per la semplificazione,
per le imprese continua a spesare come un macigno sulla ricostruzione. Tanto che, per Marchesini, se la legge non sarà modificatal’Emilia Romagnacorrerà il rischio di «perdere un’utile
occasione per fornire una risposta adeguata alle esigenze delle
imprese e dell’economia».
Un’altra richiesta degli industriali riguarda il cosiddetto
Pua, Piano urbanistico attuativo di origine privata in deroga,
per le aree industriali più estese. Una forma alternativa al Piano per la ricostruzione, che permetta di abbattere la burocrazia
perle dotazioniurbanistiche accessorie, con un percorso agevolato, anche se con vincoli di
tempo, per imprimere rapidità
agli interventi. «Questo – dice
FrancescoMontanari,responsabile della commissione Semplificazione, urbanistica e territorio di Confindustria – potrebbe
stimolare e consentire alle imprese scelte di insediamento o
di ricostruzione di nuovi capannoni produttivi, caratterizzate
da forti elementi di innovazione funzionale, ambientale ed
energetica, oltre che di revisione dei layout aziendali». Senza
dover subire eccessive lungaggini temporali e amministrative
previste dall’attualequadronormativo in materia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA/
L’impatto del sisma
CAMPANIA
Iprincipalicentricolpiti elestimedeidanni direttieindiretti
Cavezzo
Mirandola
Finale
Emilia
Medolla
Cento
N
© RIPRODUZIONE RISERVATA
1.106,1
A13
S. Giovanni
in Persiceto
1.000
0
10km
I danni subiti
Tipologia di danno
Equilibrio tra danni diretti
ed indiretti
Tra imprese che hanno subito
danni diretti
Ha subito
danni
diretti
68%
Ha subito
danni
indiretti
Danni ai
fabbricati
Danni
ai beni
strumentali
800
Danni
ai beni
merce
632
600
550
539
400
94%
53%
200
46%
66%
0
Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore
Il testo e le contestazioni
IL RUOLO DEI COMUNI
Piano della ricostruzione
IlprogettodileggedellaRegione
EmiliaRomagnasulla
ricostruzioneprevedelafacoltà
periComunicoinvoltidalsismadi
dotarsidiunPianodella
ricostruzione
La critica
Pergliindustrialieranecessario
prevedereinvecel’obbligodi
adozionepernonpenalizzarele
impresedeicomunichenon
adotterannoquestospecifico
strumento
Contributi:domandeconilcontagocce
BOLOGNA
Unaproceduratropporigidae prescrittiva,ma anchei costi elevati, frenano la presentazione delle domande di accesso ai contributi a fondo perduto per la ricostruzione, i sei miliardi disponibili dal prossimo
gennaio stanziati dalle legge
sulla spending review. Le richieste arrivano ai Comuni del
cratere e negli uffici della Regione con il contagocce: fino
ad ora, nella sola area del Modenese,ne sonostate presentate appena poche decine. A de-
nunciare le difficoltà sono le
stesse imprese. Un allarme
confermato dall’Ordine degli
ingegneri di Modena. «Il percorso di indagine e analisi che
portaallaperiziagiurata –spiega il presidente dell’Ordine,
INGEGNERI PERPLESSI
Gambuzzi (presidente Ordine
di Modena): «Il percorso
di indagine e analisi
per la perizia può richiedere
anche diversi mesi»
Augusto Gambuzzi – può richiedere alcuni mesi, minimo
due. Le difficoltà, soprattutto
inpresenzadi stabilimentiproduttivi di grande estensione,
sono molte. Gli spazi di interpretazione della normativa sono ampi e lasciano margine alla discrezionalità di chi esamina le pratiche. Senza contare
che non tutti i casi si adattano
alla normativa che è stata messa a punto, con una procedura
estremamente prescrittiva».
Cosa che, aggiunge Gambuzzi,
«dilata notevolmente i tempi e
fa lievitare i costi». Per le associazioni di categoria è proprio
il capitolo delle spese – per la
parte tecnica e per quella amministrativa – a scoraggiare
molte aziende, in particolare
quelle che hanno subito danni
contenuti. «Di fronte a un danno elevato – osserva Claudia
Zagni, responsabile della divisione Politiche finanziarie della Cna della città emiliana – costi entro e non oltre il 10% sono
sostenibili. Ma di fronte a danniche non superano i40-50 milaeuro i costifissi rappresenta-
Mercati globali. Il rapporto della Fondazione Res
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Normativa Comuni
Na. R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
1.200
EMILIA ROMAGNA
Modena
IL FATTORE TEMPO
Ci sono punti di forza che
leimprese sicilianedevonocogliere per far crescere l’export
oggi fermo a un misero tre per
cento sul totale nazionale. E i
punti di forza, in quella che il
rapporto della Fondazione
Res presieduta da Carlo Trigilia presentato ieri, sono almeno due: «I fattori naturali (suolo e clima) e il saper fare anti-
co»comehadettolostessoTrigilia. Elementi che servono a
definirel’internazionalizzazione leggera (Dall’isola al mondo. L’internazionalizzazione
leggerainSiciliaȏiltitolodella ricerca) che trova origine
nella manifattura radicata nei
territori, nell’elevata diffusioneterritorialeenell’elevatonumero di imprese locali.
I numeri della ricerca, coordinata dal direttore della Fondazione Pierfrancesco Asso,
indicano che la Sicilia deve fare ancora parecchia strada: su
un valore complessivo di circa 10 miliardi dell’Isola, al net-
to delle esportazionipetrolifere che coprono i due terzi del
totale, le esportazioni non oil
incidono solo per poco più di
tre miliardi.
Quali sono oggi le condizioni? L’internazionalizzazione
leggera ha «bassa incidenza
sull’export complessivo (8%)
ma alta sull’export non oil
(28%)», dicono i ricercatori,
ma soprattutto «elevato dinamismo:trail2001 eil 2011la crescita è stata del 40 per cento».
Per quanto riguarda la tipologia delle imprese, l’internazionalizzazione leggera coinvolgeaziendedipiccoledimensio-
NAPOLI
La crisi dell’edilizia colpisce la Campania di più rispetto
alle altre regioni del Mezzogiorno.Perso, dal2008a oggi,il
20% degli occupati, mentre il
tasso di disoccupazione giovanilesuperail44%. Ildatoriporta l’occupazione agli inizi degli
anni 90. A Napoli, nello stesso
periodo, sono stati persi 7mila
posti di lavoro (dai 22mila si è
scesi a meno di 15mila a metà
2012).Leimpresesonoinginocchio,anche perchè continuano
a subire ritardi nei pagamenti
dapartedellapubblicaamministrazione, talvolta fino al tempo record di 40 o 50 mesi. Un
quadrosconfortantequellodelineato ieri in occasione
dell’Assemblea dei costruttori
di Napoli, a cui hanno preso
parte, tra gli altri, Stefano Caldoro, presidente della regione
Campania, Luigi de Magistris,
sindaco di Napoli, Maurizio
Maddaloni, presidente della
Cameradi commercio.E Paolo
Buzzetti,presidentedell'Associazione nazionale dei costruttori a cui è toccato inquadrare i
problemicampaniinunacornice nazionale molto critica, non
risparmiando note dure nei
confronti della politica governativaedeuropeadel rigoreattuata nell’ultimo anno.
«Il detonatore del processo
sta nei tagli ai finanziamenti –
per Rudy Girardi, presidente
dei costruttori di Napoli –: da
un lato meno risorse pubbliche in investimenti, dall’altro
un accesso al credito sempre
più faticoso». Per i costruttori
partenopei«l’impegnodellaregione c’è stato, ma in un tempo
troppolungo».Nonèstatopossibile in Campania «interveniresui ritardi nei pagamentialle
imprese. Molte di esse rischiano di fallire per credito». Da
qui la richiesta al governatore
di «una formula intermedia di
garanzia dei crediti».
Leimpresedicostruzioninapoletane ripongono ora grandi
attesesull’utilizzodeifondieuropei. «Un miliardo e mezzo
per i 19 "Grandi Progetti"». A
cuiCaldorohareplicatoannunciando investimenti dal 2013
per 7 miliardi. Per Napoli, «un
anno è passato e anche più
dall’insediamento della giunta
de Magistris – ricorda Girardi
–, ancora un anno di emergenze. Ora, evitato il dissesto, ai
progetti – dice – è necessario
farseguireunastagionedidecisioniediattidirisolutivi,suBagnoli e Napoli Est, i Pua e molto altro». Impegni confermati
dal sindaco de Magistris.
Danni ai Danni
Danni
Danni
fabbricati ai beni ai beni indiretti
strumentali merce
x 1.000
PERMESSI IN DEROGA
Non è prevista scadenza
Laleggeregionalenonfissala
scadenzaentrolaqualeiComuni
possonoadottareilPianoper
disciplinarelaricostruzionedel
dopoterremoto
Servono tempi certi
PerConfindustriaènecessario
invececheilPianovengaadottato
entrotremesidall’approvazione
dellaleggepergarantiretempi
certialleimpresechedevono
pianificareinvestimentie
interventi
Non previsti percorsi agevolati
Laleggeregionale,cosìcomeè
concepita,nonprevedeal
momentolapossibilitàdi
usufruiredipermessidi
costruzioneinderoga.
Serve il Pua
Unaltroaspettocontestatodagli
industrialichechiedono
procedurecelerie,perlearee
industrialipiùampie,il
cosiddettoPua,Pianourbanistico
attuativocheprevedepercorsi
agevolati
no un deterrente. Molte aziende stanno seriamente valutando la convenienza della domanda di accesso ai contributi». Le imprese hanno diritto al
rimborso dell’80% del danno
subito, percentuale che scende al 50% per quanto riguarda
lescorte e le delocalizzazioni. I
tempi non sono strettissimi visto che la scadenza per la presentazione delle richieste è fissata alla fine di maggio del
2013. Ma le poche domande
presentate fino ad ora riguardanoprevalentementemacchinari e scorte. Segno che tutto
procedea rilentosul fronte della ricostruzione degli stabilimenti. «Spesso – aggiunge
Gambuzzi–ci troviamodavan-
ti a casi che richiedono di assecondare la normativa. E ci sono problemi anche con il sistema telematico messo a punto
dallaRegioneperla trasmissione online delle domande».
Se molto dipende, come osservano le imprese, anche dal
singolo funzionario chiamato
a esaminare le pratiche, resta il
fatto che sembra davvero lontano il traguardo, indicato dalla Regione, di creare nei comunidelcratereun’areaaburocrazia zero. «Nonostante gli sforzi fatti – dice Zagni – l’obiettivo
non è stato raggiunto. Si continua invece sulla strada dei vincoli e dei paletti».
Procedure rigide. Poche decine le richieste di accedere alle risorse a fondo perduto
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Media della stima dei danni tra
chi ha subito danni indiretti
Dati in migliaia di euro
Ferrara
A22
Carpi
Vera Viola
Il valore dei danni
Bondeno
Novi
di Modena
niefatturatibassi:il47%hameno di 10 addetti e il 43% tra 10 e
50 addetti, il 53% ha un fatturato inferiore a 2,5 milioni l’anno.
mahannounacapacitàimprenditorialebasata suelevatilivellidi istruzione e sanno costruire relazioni dirette con importatori e imprese esterne grazie
a fiere e contatti personali. In
questocontesto«cisonosettori che nel tempo sono andati
avanti e altri che invece arretrano» spiega Asso. Va avanti
il vino mentre arretra la chimica. Crescono i marmi, la frutta,
le conserve e il pesce. E possono crescere ancora: puntando
su questo Confindustria Sicilia, ha raccontato il vicepresidente Nino Salerno,ha avviato
unprogettoperrafforzarelafiliera agroindustriale.
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 21
Procedure rigide. Poche decine le richieste di accedere alle risorse a fondo perduto.
Contributi: domande con il contagocce
INGEGNERI PERPLESSI Gambuzzi (presidente Ordine di Modena): «Il percorso di
indagine e analisi per la perizia può richiedere anche diversi mesi»
BOLOGNA Una procedura troppo rigida e prescrittiva,
ma anche i costi elevati, frenano la presentazione
delle domande di accesso ai contributi a fondo
perduto per la ricostruzione, i sei miliardi disponibili
dal prossimo gennaio stanziati dalle legge sulla
spending review. Le richieste arrivano ai Comuni del
cratere e negli uffici della Regione con il contagocce:
fino ad ora, nella sola area del Modenese, ne sono
state presentate appena poche decine. A denunciare
le difficoltà sono le stesse imprese. Un allarme
confermato dall' Ordine degli ingegneri di Modena. «Il
percorso di indagine e analisi che porta alla perizia
giurata - spiega il presidente dell' Ordine, Augusto
Gambuzzi - può richiedere alcuni mesi, minimo due.
Le difficoltà, soprattutto in presenza di stabilimenti
produttivi di grande estensione, sono molte. Gli spazi
di interpretazione della normativa sono ampi e
lasciano margine alla discrezionalità di chi esamina le
pratiche. Senza contare che non tutti i casi si
adattano alla normativa che è stata messa a punto,
con una procedura estremamente prescrittiva». Cosa
che, aggiunge Gambuzzi, «dilata notevolmente i
tempi e fa lievitare i costi». Per le associazioni di
categoria è proprio il capitolo delle spese - per la
parte tecnica e per quella amministrativa - a
scoraggiare molte aziende, in particolare quelle che
hanno subito danni contenuti. «Di fronte a un danno
elevato - osserva Claudia Zagni, responsabile della
divisione Politiche finanziarie della Cna della città
emiliana - costi entro e non oltre il 10% sono
sostenibili. Ma di fronte a danni che non superano i
40-50 mila euro i costi fissi rappresentano un
deterrente. Molte aziende stanno seriamente
valutando la convenienza della domanda di accesso
ai contributi». Le imprese hanno diritto al rimborso
dell' 80% del danno subito, percentuale che scende al
50% per quanto riguarda le scorte e le
delocalizzazioni. I tempi non sono strettissimi visto
che la scadenza per la presentazione delle richieste è
fissata alla fine di maggio del 2013. Ma le poche
domande presentate fino ad ora riguardano
prevalentemente macchinari e scorte. Segno che tutto
procede a rilento sul fronte della ricostruzione degli
stabilimenti. «Spesso - aggiunge Gambuzzi - ci
troviamo davanti a casi che richiedono di
assecondare la normativa. E ci sono problemi anche
Normativa Comuni
con il sistema telematico messo a punto dalla
Regione per la trasmissione online delle domande».
Se molto dipende, come osservano le imprese, anche
dal singolo funzionario chiamato a esaminare le
pratiche, resta il fatto che sembra davvero lontano il
traguardo, indicato dalla Regione, di creare nei
comuni del cratere un' area a burocrazia zero.
«Nonostante gli sforzi fatti - dice Zagni - l' obiettivo
non è stato raggiunto. Si continua invece sulla strada
dei vincoli e dei paletti». Na. R. © RIPRODUZIONE
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
Sabato 15 Dicembre 2012
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L’ILVA DI TARANTO
INDUSTRIA DELLA DIFESA
EUROSTAT
Firmato l’accordo sulla Cassa
in deroga, ma la Fiom si dissocia
Le imprese dell’aerospazio
fanno quadrato contro i tagli
Crescita zero per i redditi
degli agricoltori italiani
u pagina 22
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BUROCRAZIA
Il terremoto in Emilia. Da Confindustria critiche al pdl, che la Regione porterà in consiglio mercoledì 19 per l’approvazione
Costruzioni
Ricostruzione a rischio blocco
A Napoli
si aggrava
la crisi
dell’edilizia
La corsa
a ostacoli
delle Pmi Marchesini: «Mancano un quadro di riferimento certo e tempi rapidi per ripartire»
di Carlo Andrea Finotto
è un evidente scollamento tra le esigenze e i
tempidelmondoproduttivoe quelli delle istituzioni. Sembrano questi, sempre più spesso,
duemondichecorronoparalleli,e
faticano a trovare quelle convergenze – evocate in politica con
una figura retorica da Aldo Moro
– che in questo contesto sarebberovitaliestrategiche.
Dipiù:ilgapdacolmareappare,
perassurdo,piùevidenteinunarealtàchenonpuòcertoesserepreso
come simbolo di ciò che non funzionainItalia.Siamoonesti,laricostruzione del dopo terremoto in
Emilia Romagna dei risultati li ha
ottenuti. Con fatica, e anche grazie
allavorodelcommissariostraordinario Vasco Errani, ma ne ha ottenuti: dai miliardi stanziati per garantirei contributi ad aziende e famiglie colpite, al recepimento
(non immediato e dopo svariate
sollecitazioni) di alcune delle esigenze evidenziate con forza dalle
imprese–peresempioladerogasugli adempimenti fiscali o l’inserimento delle Pmi che hanno subito
danni indiretti tra i beneficiari delle agevolazioni. Insomma, si può
scommettere che la gestione del
post-sismainEmiliaRomagnanon
sarà citata dal New York Times
quale esempio negativoda non seguire, come invece è successo
all’Aquilaalcunigiornifa.
Tuttavia la differenza di passo
èlìdavedere:leaziendecherimarcavano mancanze e disguidi nei
mesi scorsi, appena comparivano
bozzedidecretilacunose,echeoggi alzano la voce contro una legge
regionale considerata vaga o controunsistemadiaccessoaicontributi che assomiglia a una corsa a
ostali, sono le stesse che in meno
di sei mesi hanno ripreso l’attività
all’80%, arrangiandosi con tende
econtainerdovericrearei laboratori del biomedicale per non perdere le commesse. Sono le stesse
che – insieme ai dipendenti – hanno riportato il livello di capacità
produttiva al 91%, dopo che era
crollata insieme agli stabilimenti
a causa delle scosse del 20 e 29
maggio scorsi. Se lanciano l’allarmeinvistadell’approvazionedellaleggelofannoconcognizionedi
causa e perché sanno che definire
facoltatival’adozionediunqualsiasi Piano in Italia, può significare
che quello stesso piano non vedrà
mai la luce. O la vedrà con tempi
che non si raccordano con quelli
delle multinazionali che chiedono rassicurazioni per mantenere
le loro filiali a Medolla o Cavezzo.
E questo può accadere anche
nell’efficienteEmilia Romagna.
Ilrischiodislogansuggestivi,come "burocrazia zero" per la ricostruzione, è di creare aspettative
adeguate e di causare un effetto
boomerangse poinon trovano applicazionepratica.
C’
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EMILIA
ROMAGNA
Natascia Ronchetti
BOLOGNA
La proposta di legge sulla ricostruzione post terremoto della Giunta regionale dell’Emilia
Romagnasipreparaadapprodare nell’aula dell’Assemblea legislativa. L’esame del testo approvatodalla commissioneTerritorio inizierà mercoledì prossimo.
Ma, almeno per ora, senza l’ok
degli industriali. Troppo vago,
dicono, l’impianto legislativo
messo a punto dal presidente
dellaRegioneVascoErraniedalla sua squadra, soprattutto per
quantoriguardailPianoperlaricostruzione demandato ai Comuni del cratere. Piano per il
quale non sono indicati obblighi. Le amministrazioni, in base
al testo di legge, non sono infatti
tenute a dotarsi dello strumento
chedeve disciplinarelaricostruzione. Né ad attenersi a vincoli
di tempo, per quanto riguarda
l’approvazione. «In questa fase
le imprese hanno bisogno di un
quadro di riferimento certo – dice il presidente di Confindustria
Emilia-RomagnaMaurizioMarchesini – e di tempi rapidi. Tutte
le aziende stanno realizzando
gliinterventidimessainsicurezza dei capannoni, ma molte dovranno decidere se dar corso, in
occasione dell’adeguamento sismico,adunaveraepropriaricostruzioneintegrale.Questedecisioni sono condizionate non solo dai costi, ma anche dalle procedureamministrativeedaitempiburocratici». Letrattative con
la Regione sono in corso, il confronto ancora aperto. E sono
molti i punti sui quali si concentrano le critiche degli industriali.Siparte,appunto,dalcontestato articolo 11, quello che riguarda il Piano per la ricostruzione,
in base al quale i «Comuni inte-
ressatidalsisma sipossonodotare di uno specifico piano, denominato Piano per la ricostruzione». Una facoltà, dunque. MentreConfindustriachiedenonsolo di prevederne l’obbligo (per
nonpenalizzareleimpresecollocate in aree sprovviste di questo
strumento normativo), ma anche di indicare il termine ultimo
entro il quale i Comuni devono
dotarsene: entro 90-100 dall’approvazione della legge.
«La normativa predisposta –
prosegue Maurizio Marchesini
– dovrebbe diventare un’occasione straordinaria per sperimentare semplificazioni e innovazioni in termini di procedure
in campo edilizio e urbanistico.
Invece l’attuale testo è privo di
elementi di innovazione e rinvia
a un ipotetico Piano per la ricostruzione». Per il presidente degliindustrialiemilianoromagnoli,«dobbiamopurtroppoconstatareancoraunavoltache,difronteapropostedisoluzioniinnovativeinterminidiverasemplificazione, la risposta della burocrazia è di sostanziale chiusura». La
questionedeipermessidicostruzione in deroga (il testo di legge
così formulato non lascia spazi)
IMAGOECONOMICA
Presidente. Maurizio Marchesini
sta molto a cuore alle imprese,
che chiedono procedure capaci
di assicurare la massima celerità
agli interventi di ricostruzione.
Cosache,spieganodaConfindustria, non significa lasciare campo a un Far West ma solo mettere le aziende nelle condizioni di
ricostruire o rimettere in sicurezza i capannoni senza troppe
lungaggini procedurali. Un temamoltosentitosoprattuttodalle multinazionali presenti con
stabilimenti nei territori terremotati, di fronte ai costi di una
burocrazia che, nonostante gli
sforzi per la semplificazione,
per le imprese continua a spesare come un macigno sulla ricostruzione. Tanto che, per Marchesini, se la legge non sarà modificatal’Emilia Romagnacorrerà il rischio di «perdere un’utile
occasione per fornire una risposta adeguata alle esigenze delle
imprese e dell’economia».
Un’altra richiesta degli industriali riguarda il cosiddetto
Pua, Piano urbanistico attuativo di origine privata in deroga,
per le aree industriali più estese. Una forma alternativa al Piano per la ricostruzione, che permetta di abbattere la burocrazia
perle dotazioniurbanistiche accessorie, con un percorso agevolato, anche se con vincoli di
tempo, per imprimere rapidità
agli interventi. «Questo – dice
FrancescoMontanari,responsabile della commissione Semplificazione, urbanistica e territorio di Confindustria – potrebbe
stimolare e consentire alle imprese scelte di insediamento o
di ricostruzione di nuovi capannoni produttivi, caratterizzate
da forti elementi di innovazione funzionale, ambientale ed
energetica, oltre che di revisione dei layout aziendali». Senza
dover subire eccessive lungaggini temporali e amministrative
previste dall’attualequadronormativo in materia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA/
L’impatto del sisma
CAMPANIA
Iprincipalicentricolpiti elestimedeidanni direttieindiretti
Cavezzo
Mirandola
Finale
Emilia
Medolla
Cento
N
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1.106,1
A13
S. Giovanni
in Persiceto
1.000
0
10km
I danni subiti
Tipologia di danno
Equilibrio tra danni diretti
ed indiretti
Tra imprese che hanno subito
danni diretti
Ha subito
danni
diretti
68%
Ha subito
danni
indiretti
Danni ai
fabbricati
Danni
ai beni
strumentali
800
Danni
ai beni
merce
632
600
550
539
400
94%
53%
200
46%
66%
0
Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore
Il testo e le contestazioni
IL RUOLO DEI COMUNI
Piano della ricostruzione
IlprogettodileggedellaRegione
EmiliaRomagnasulla
ricostruzioneprevedelafacoltà
periComunicoinvoltidalsismadi
dotarsidiunPianodella
ricostruzione
La critica
Pergliindustrialieranecessario
prevedereinvecel’obbligodi
adozionepernonpenalizzarele
impresedeicomunichenon
adotterannoquestospecifico
strumento
Contributi:domandeconilcontagocce
BOLOGNA
Unaproceduratropporigidae prescrittiva,ma anchei costi elevati, frenano la presentazione delle domande di accesso ai contributi a fondo perduto per la ricostruzione, i sei miliardi disponibili dal prossimo
gennaio stanziati dalle legge
sulla spending review. Le richieste arrivano ai Comuni del
cratere e negli uffici della Regione con il contagocce: fino
ad ora, nella sola area del Modenese,ne sonostate presentate appena poche decine. A de-
nunciare le difficoltà sono le
stesse imprese. Un allarme
confermato dall’Ordine degli
ingegneri di Modena. «Il percorso di indagine e analisi che
portaallaperiziagiurata –spiega il presidente dell’Ordine,
INGEGNERI PERPLESSI
Gambuzzi (presidente Ordine
di Modena): «Il percorso
di indagine e analisi
per la perizia può richiedere
anche diversi mesi»
Augusto Gambuzzi – può richiedere alcuni mesi, minimo
due. Le difficoltà, soprattutto
inpresenzadi stabilimentiproduttivi di grande estensione,
sono molte. Gli spazi di interpretazione della normativa sono ampi e lasciano margine alla discrezionalità di chi esamina le pratiche. Senza contare
che non tutti i casi si adattano
alla normativa che è stata messa a punto, con una procedura
estremamente prescrittiva».
Cosa che, aggiunge Gambuzzi,
«dilata notevolmente i tempi e
fa lievitare i costi». Per le associazioni di categoria è proprio
il capitolo delle spese – per la
parte tecnica e per quella amministrativa – a scoraggiare
molte aziende, in particolare
quelle che hanno subito danni
contenuti. «Di fronte a un danno elevato – osserva Claudia
Zagni, responsabile della divisione Politiche finanziarie della Cna della città emiliana – costi entro e non oltre il 10% sono
sostenibili. Ma di fronte a danniche non superano i40-50 milaeuro i costifissi rappresenta-
Mercati globali. Il rapporto della Fondazione Res
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Normativa Comuni
Na. R.
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1.200
EMILIA ROMAGNA
Modena
IL FATTORE TEMPO
Ci sono punti di forza che
leimprese sicilianedevonocogliere per far crescere l’export
oggi fermo a un misero tre per
cento sul totale nazionale. E i
punti di forza, in quella che il
rapporto della Fondazione
Res presieduta da Carlo Trigilia presentato ieri, sono almeno due: «I fattori naturali (suolo e clima) e il saper fare anti-
co»comehadettolostessoTrigilia. Elementi che servono a
definirel’internazionalizzazione leggera (Dall’isola al mondo. L’internazionalizzazione
leggerainSiciliaȏiltitolodella ricerca) che trova origine
nella manifattura radicata nei
territori, nell’elevata diffusioneterritorialeenell’elevatonumero di imprese locali.
I numeri della ricerca, coordinata dal direttore della Fondazione Pierfrancesco Asso,
indicano che la Sicilia deve fare ancora parecchia strada: su
un valore complessivo di circa 10 miliardi dell’Isola, al net-
to delle esportazionipetrolifere che coprono i due terzi del
totale, le esportazioni non oil
incidono solo per poco più di
tre miliardi.
Quali sono oggi le condizioni? L’internazionalizzazione
leggera ha «bassa incidenza
sull’export complessivo (8%)
ma alta sull’export non oil
(28%)», dicono i ricercatori,
ma soprattutto «elevato dinamismo:trail2001 eil 2011la crescita è stata del 40 per cento».
Per quanto riguarda la tipologia delle imprese, l’internazionalizzazione leggera coinvolgeaziendedipiccoledimensio-
NAPOLI
La crisi dell’edilizia colpisce la Campania di più rispetto
alle altre regioni del Mezzogiorno.Perso, dal2008a oggi,il
20% degli occupati, mentre il
tasso di disoccupazione giovanilesuperail44%. Ildatoriporta l’occupazione agli inizi degli
anni 90. A Napoli, nello stesso
periodo, sono stati persi 7mila
posti di lavoro (dai 22mila si è
scesi a meno di 15mila a metà
2012).Leimpresesonoinginocchio,anche perchè continuano
a subire ritardi nei pagamenti
dapartedellapubblicaamministrazione, talvolta fino al tempo record di 40 o 50 mesi. Un
quadrosconfortantequellodelineato ieri in occasione
dell’Assemblea dei costruttori
di Napoli, a cui hanno preso
parte, tra gli altri, Stefano Caldoro, presidente della regione
Campania, Luigi de Magistris,
sindaco di Napoli, Maurizio
Maddaloni, presidente della
Cameradi commercio.E Paolo
Buzzetti,presidentedell'Associazione nazionale dei costruttori a cui è toccato inquadrare i
problemicampaniinunacornice nazionale molto critica, non
risparmiando note dure nei
confronti della politica governativaedeuropeadel rigoreattuata nell’ultimo anno.
«Il detonatore del processo
sta nei tagli ai finanziamenti –
per Rudy Girardi, presidente
dei costruttori di Napoli –: da
un lato meno risorse pubbliche in investimenti, dall’altro
un accesso al credito sempre
più faticoso». Per i costruttori
partenopei«l’impegnodellaregione c’è stato, ma in un tempo
troppolungo».Nonèstatopossibile in Campania «interveniresui ritardi nei pagamentialle
imprese. Molte di esse rischiano di fallire per credito». Da
qui la richiesta al governatore
di «una formula intermedia di
garanzia dei crediti».
Leimpresedicostruzioninapoletane ripongono ora grandi
attesesull’utilizzodeifondieuropei. «Un miliardo e mezzo
per i 19 "Grandi Progetti"». A
cuiCaldorohareplicatoannunciando investimenti dal 2013
per 7 miliardi. Per Napoli, «un
anno è passato e anche più
dall’insediamento della giunta
de Magistris – ricorda Girardi
–, ancora un anno di emergenze. Ora, evitato il dissesto, ai
progetti – dice – è necessario
farseguireunastagionedidecisioniediattidirisolutivi,suBagnoli e Napoli Est, i Pua e molto altro». Impegni confermati
dal sindaco de Magistris.
Danni ai Danni
Danni
Danni
fabbricati ai beni ai beni indiretti
strumentali merce
x 1.000
PERMESSI IN DEROGA
Non è prevista scadenza
Laleggeregionalenonfissala
scadenzaentrolaqualeiComuni
possonoadottareilPianoper
disciplinarelaricostruzionedel
dopoterremoto
Servono tempi certi
PerConfindustriaènecessario
invececheilPianovengaadottato
entrotremesidall’approvazione
dellaleggepergarantiretempi
certialleimpresechedevono
pianificareinvestimentie
interventi
Non previsti percorsi agevolati
Laleggeregionale,cosìcomeè
concepita,nonprevedeal
momentolapossibilitàdi
usufruiredipermessidi
costruzioneinderoga.
Serve il Pua
Unaltroaspettocontestatodagli
industrialichechiedono
procedurecelerie,perlearee
industrialipiùampie,il
cosiddettoPua,Pianourbanistico
attuativocheprevedepercorsi
agevolati
no un deterrente. Molte aziende stanno seriamente valutando la convenienza della domanda di accesso ai contributi». Le imprese hanno diritto al
rimborso dell’80% del danno
subito, percentuale che scende al 50% per quanto riguarda
lescorte e le delocalizzazioni. I
tempi non sono strettissimi visto che la scadenza per la presentazione delle richieste è fissata alla fine di maggio del
2013. Ma le poche domande
presentate fino ad ora riguardanoprevalentementemacchinari e scorte. Segno che tutto
procedea rilentosul fronte della ricostruzione degli stabilimenti. «Spesso – aggiunge
Gambuzzi–ci troviamodavan-
ti a casi che richiedono di assecondare la normativa. E ci sono problemi anche con il sistema telematico messo a punto
dallaRegioneperla trasmissione online delle domande».
Se molto dipende, come osservano le imprese, anche dal
singolo funzionario chiamato
a esaminare le pratiche, resta il
fatto che sembra davvero lontano il traguardo, indicato dalla Regione, di creare nei comunidelcratereun’areaaburocrazia zero. «Nonostante gli sforzi fatti – dice Zagni – l’obiettivo
non è stato raggiunto. Si continua invece sulla strada dei vincoli e dei paletti».
Procedure rigide. Poche decine le richieste di accedere alle risorse a fondo perduto
www.formazione.ilsole24ore.com
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Tel. 02 5660.1887 - Fax 02 7004.8601
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Media della stima dei danni tra
chi ha subito danni indiretti
Dati in migliaia di euro
Ferrara
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Carpi
Vera Viola
Il valore dei danni
Bondeno
Novi
di Modena
niefatturatibassi:il47%hameno di 10 addetti e il 43% tra 10 e
50 addetti, il 53% ha un fatturato inferiore a 2,5 milioni l’anno.
mahannounacapacitàimprenditorialebasata suelevatilivellidi istruzione e sanno costruire relazioni dirette con importatori e imprese esterne grazie
a fiere e contatti personali. In
questocontesto«cisonosettori che nel tempo sono andati
avanti e altri che invece arretrano» spiega Asso. Va avanti
il vino mentre arretra la chimica. Crescono i marmi, la frutta,
le conserve e il pesce. E possono crescere ancora: puntando
su questo Confindustria Sicilia, ha raccontato il vicepresidente Nino Salerno,ha avviato
unprogettoperrafforzarelafiliera agroindustriale.
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Il terremoto in Emilia. Da Confindustria critiche al pdl, che la Regione porterà in consiglio
mercoledì 19 per l' approvazione EMILIA ROMAGNA.
Ricostruzione a rischio blocco
Marchesini: «Mancano un quadro di riferimento certo e tempi rapidi per ripartire»
Natascia Ronchetti BOLOGNA La proposta di legge
sulla ricostruzione post terremoto della Giunta
regionale dell' Emilia Romagna si prepara ad
approdare nell' aula dell' Assemblea legislativa. L'
esame del testo approvato dalla commissione
Territorio inizierà mercoledì prossimo. Ma, almeno per
ora, senza l' ok degli industriali. Troppo vago, dicono,
l' impianto legislativo messo a punto dal presidente
della Regione Vasco Errani e dalla sua squadra,
soprattutto per quanto riguarda il Piano per la
ricostruzione demandato ai Comuni del cratere. Piano
per il quale non sono indicati obblighi. Le
amministrazioni, in base al testo di legge, non sono
infatti tenute a dotarsi dello strumento che deve
disciplinare la ricostruzione. Né ad attenersi a vincoli
di tempo, per quanto riguarda l' approvazione. «In
questa fase le imprese hanno bisogno di un quadro di
riferimento certo - dice il presidente di Confindustria
Emilia-Romagna Maurizio Marchesini - e di tempi
rapidi. Tutte le aziende stanno realizzando gli
interventi di messa in sicurezza dei capannoni, ma
molte dovranno decidere se dar corso, in occasione
dell' adeguamento sismico, ad una vera e propria
ricostruzione integrale. Queste decisioni sono
condizionate non solo dai costi, ma anche dalle
procedure amministrative e dai tempi burocratici». Le
trattative con la Regione sono in corso, il confronto
ancora aperto. E sono molti i punti sui quali si
concentrano le critiche degli industriali. Si parte,
appunto, dal contestato articolo 11, quello che
riguarda il Piano per la ricostruzione, in base al quale
i «Comuni interessati dal sisma si possono dotare di
uno specifico piano, denominato Piano per la
ricostruzione». Una facoltà, dunque. Mentre
Confindustria chiede non solo di prevederne l' obbligo
(per non penalizzare le imprese collocate in aree
sprovviste di questo strumento normativo), ma anche
di indicare il termine ultimo entro il quale i Comuni
devono dotarsene: entro 90-100 dall' approvazione
della legge. «La normativa predisposta - prosegue
Maurizio Marchesini - dovrebbe diventare un'
occasione straordinaria per sperimentare
semplificazioni e innovazioni in termini di procedure in
campo edilizio e urbanistico. Invece l' attuale testo è
privo di elementi di innovazione e rinvia a un ipotetico
Piano per la ricostruzione». Per il presidente degli
Normativa Comuni
industriali emiliano romagnoli, «dobbiamo purtroppo
constatare ancora una volta che, di fronte a proposte
di soluzioni innovative in termini di vera
semplificazione, la risposta della burocrazia è di
sostanziale chiusura». La questione dei permessi di
costruzione in deroga (il testo di legge così formulato
non lascia spazi) sta molto a cuore alle imprese, che
chiedono procedure capaci di assicurare la massima
celerità agli interventi di ricostruzione. Cosa che,
spiegano da Confindustria, non significa lasciare
campo a un Far West ma solo mettere le aziende
nelle condizioni di ricostruire o rimettere in sicurezza i
capannoni senza troppe lungaggini procedurali. Un
tema molto sentito soprattutto dalle multinazionali
presenti con stabilimenti nei territori terremotati, di
fronte ai costi di una burocrazia che, nonostante gli
sforzi per la semplificazione, per le imprese continua
a spesare come un macigno sulla ricostruzione. Tanto
che, per Marchesini, se la legge non sarà modificata l'
Emilia Romagna correrà il rischio di «perdere un' utile
occasione per fornire una risposta adeguata alle
esigenze delle imprese e dell' economia». Un' altra
richiesta degli industriali riguarda il cosiddetto Pua,
Piano urbanistico attuativo di origine privata in
deroga, per le aree industriali più estese. Una forma
alternativa al Piano per la ricostruzione, che permetta
di abbattere la burocrazia per le dotazioni
urbanistiche accessorie, con un percorso agevolato,
anche se con vincoli di tempo, per imprimere rapidità
agli interventi. «Questo - dice Francesco Montanari,
responsabile della commissione Semplificazione,
urbanistica e territorio di Confindustria - potrebbe
stimolare e consentire alle imprese scelte di
insediamento o di ricostruzione di nuovi capannoni
produttivi, caratterizzate da forti elementi di
innovazione funzionale, ambientale ed energetica,
oltre che di revisione dei layout aziendali». Senza
dover subire eccessive lungaggini temporali e
amministrative previste dall' attuale quadro normativo
in materia. © RIPRODUZIONE RISERVATA I
principali centri colpiti e le stime dei danni diretti e
indiretti Il testo e le contestazioni IL RUOLO DEI
COMUNI Piano della ricostruzione Il progetto di legge
della Regione Emilia Romagna sulla ricostruzione
prevede la facoltà per i Comuni coinvolti dal sisma di
dotarsi di un Piano della ricostruzione La critica Per
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Sab 15/12/2012
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gli industriali era necessario prevedere invece l'
obbligo di adozione per non penalizzare le imprese
dei comuni che non adotteranno questo specifico
strumento IL FATTORE TEMPO Non è prevista
scadenza La legge regionale non fissa la scadenza
entro la quale i Comuni possono adottare il Piano per
disciplinare la ricostruzione del dopo terremoto
Servono tempi certi Per Confindustria è necessario
invece che il Piano venga adottato entro tre mesi dall'
approvazione della legge per garantire tempi certi alle
imprese che devono pianificare investimenti e
interventi PERMESSI IN DEROGA Non previsti
percorsi agevolati La legge regionale, così come è
concepita, non prevede al momento la possibilità di
usufruire di permessi di costruzione in deroga. Serve
il Pua Un altro aspetto contestato dagli industriali che
chiedono procedure celeri e, per le aree industriali più
ampie, il cosiddetto Pua, Piano urbanistico attuativo
che prevede percorsi agevolati.
Normativa Comuni
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Sab 15/12/2012
Il Sole 24 Ore
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Il Sole 24 Ore
Sabato 15 Dicembre 2012 - N. 346
Norme e tributi 27
Immobili. Le Finanze: Stato e Comune pareggiano direttamente le somme senza istanza del contribuente
Imu, compensazione ampia
I rimborsi per i versamenti in eccesso vanno chiesti solo al sindaco
SOS
IMU
Giorgio Costa
N. 12
15 dicembre 2012
–2
I giorni che mancano
al saldo Imu
DOSSIER ONLINE
Il calcolatore
e gli approfondimenti
in vista dei pagamenti
I contribuenti che abbiano
versatounacconto ImualloStato e al Comune non dovuto (per
successivi interventi sull’aliquota dell’imposta da parte dell’ente
locale) potranno chiedere il rimborso direttamente al Comune.
Così come saranno poi Stato e
Comune a effettuare le relative
regolazioni nel caso in cui il contribuente abbia versato somme
ineccesso.Unaspetto,quellodella possibile compensazione, che
molti software di calcolo non
considerano portando quindi i
contribuenti a effettuare - ormai
a poche ore dal termine - versamentiaquestopuntonondovuti.
Leprecisazionisonocontenutenellarisoluzione2/DFdelladirezionelegislativatributariaefe-
deralismo fiscale del dipartimento delle Finanze del Mef resa nota ieri. Che entra nel dettaglio di alcune questioni specifiche partendo dal fatto che
«l’Imu è un tributo comunale,
nonostante la destinazione di
una quota di gettito del tributo
allo Stato» e che, quindi, per accertamento, riscossione, rimborsi, sanzioni e interessi si applicano, ex articolo 13, comma 11,
legge 214/2011, «le disposizioni
LE ISTRUZIONI
In caso di errata indicazione
del codice tributo
la correzione non deve
essere richiesta
all’agenzia delle Entrate
vigentiinmateriadiimpostamunicipale propria». E per questa
ragioneleattivitàdiaccertamento e riscossione sono svolte dal
Comune al quale spettano le
somme derivanti da tali attività.
Allalucediquestiprincipiildipartimentoaffrontaalcunicasi di
erroneoversamentod’imposta.
La prima ipotesi è quella in cui
è stato versato allo Stato e al Comune un importo non dovuto. Il
caso riportato è relativo a un fabbricato posseduto da un anziano
che ha trasferito la residenza in
una casa di riposo e per il quale il
Comune, dopo il termine per il
versamento dell’acconto, ha stabilito l’assimilazione all’abitazione principale elevando la detrazione fino a coprire tutta l’impostadovuta.Almomentodelsaldo
nondovuto,madovendocomunque versare una somma a titolo
di saldo al Comune in quanto la
primanon compensa laseconda,
il contribuente dovrà inoltrare al
Comune un’istanza nella quale
evidenzia che il saldo è stato calcolatotenendocontodellaquota
erroneamente versata allo Stato.
SpetteràancoraaStatoedentilocali effettuare le proprie regolazionifinanziarie.
Infine altre due ipotesi considerate dal ministero. In caso di
errataindicazionedelcodicetributo che determini una diversa
distribuzione del tributo tra Stato ed ente, se l’importo versato è
corretto spetterà ai due soggetti
pareggiare i conti e «la correzione del codice tributo non potrà
essere richiesta all’agenzia delle
Entrate in quanto l’Imu è tributo
comunale».Se,poi,l’intermediario a cui sia stato presentato
l’F24 riporta in maniera errata il
codice catastale del Comune, il
contribuente deve chiedere
all’intermediario l’annullamento dell’F24.
Il quadro
(17dicembre)ilcontribuentevanterà un credito nei confronti sia
dello Stato sia del Comune. Alla
lucedelfattochel’Imuèuntributo comunale, «nell’ottica della
semplificazione degli adempimenti dei contribuenti» si dovrà
presentare un’unica istanza di
rimborsoall’entelocaleacuispetta la verifica della fondatezza. E
questo perché, nel rispetto del
principiodell’affidamentoedella
buona fede, non si può «costringere il contribuente a richiedere
ilrimborsoa duesoggetti diversi,
pur avendo effettuato il versamento di un tributo comunale».
Quindi il rimborso andrà chiesto
perinteroalComunecheselavedrà poi con lo Stato per le opportunecompensazioni.
Un altro caso possibile è quel-
lodellostessosoggetto,nellamedesima situazione soprariportata, ma con una detrazione non
elevata sino a concorrenza
dell’imposta.Poniamocheilcontribuente abbia versato 380 euro
di acconto (190 al Comune e 190
alloStato) maconsuccessivadeliberailcomuneabbiarivistol’aliquota in modo tale che l’imposta
dovuta per l’intero anno è di 300
euro che vanno per intero al Comune. Quindi, al momento del
saldo, il contribuente dovrebbe
dare 110 al Comune e chiedere il
rimborsodi190alloStato.Spiegano le Finanze che a quel punto il
contribuente deve solo chiedere
il rimborso di 80 al Comune; Statoedentelocalefarannopoilelororegolazioni.Incaso,poi,diversamento allo Stato di importo
inagibile), l’imponibile sarà pari
al 25% del totale.
Leesenzioni Imusono sostanzialmente riprese dalla normativa Ici. In particolare, sono esenti
i fabbricati di categoria E e gli immobili adibiti a usi culturali (musei e biblioteche), a condizione
che il proprietario non ne ricavi
alcun reddito. Sono inoltre esenti gli immobili posseduti e utilizzati da enti non commerciali, destinatiagli usi indicati nell’articolo7, letterai) deldecreto legislativo 504/92, se l’attività sia svolta
gratuitamente o dietro pagamento di corrispettivi simbolici. Sono infine esenti i terreni ubicati
in comuni collinari e montani e i
fabbricati rurali strumentali ubicati in comuni montani o parzialmentemontani, secondo laclassificazione Istat.
Per quel che riguarda le agevolazioni comunali, i sindaci possono assimilare all’abitazione principaleleunitàimmobiliarinonlocate,inproprietàdianzianiodisa-
biliresidenti in istituti di ricovero
nonché di italiani residenti
all’estero.Intaleeventualità,spettano aliquota ridotta e detrazione
perl’abitazioneprincipale.Leagevolazioni facoltative possono
inoltreassumere laformadell’aliquota ridotta. I casi tipizzati nella
legge riguardano: immobili locati; beni delle imprese; immobili di
soggetti Ires; fabbricati merce di
imprese costruttrici. Nei primi
tre casi, l’aliquota può arrivare sinoallo 0,4%, nell’ultimo il limite è
lo 0,38. C’è spazio anche per agevolazioni decise a livello locale.
Un esempio riguarda le case concesse in uso gratuito a parenti,
che non possono mai essere equiparate all’abitazione principale,
mapotrebberofruirediun’aliquota ridotta, non inferiore allo 0,46
percento.Conriferimentoall’abitazioneprincipale,leamministrazionipotrebbero elevarela detrazione base di 200 euro e/o ridurre
l’aliquota sino allo 0,2 per cento.
01 | LA COMPENSAZIONE
Chi ha versato un acconto
Imu allo Stato e al Comune
non dovuto a causa di
successivi interventi
sull’aliquota da parte
dell’ente potranno
chiedere il rimborso
direttamente al Comune. E
poi saranno Stato e
Comune a effettuare le
regolazioni tra loro
02 | RISCHIO SOFTWARE
Molti software di calcolo
dell’Imu non prevedevano
questa possibilità di
compensazione quindi c’è
il rischio che molti
contribuenti si siano visti
recapitare in automatico
conteggi che prevedono
prima un pagamento e poi
un rimborso. Di certo
l’emanazione della
risoluzione a poche ore dal
termine del versamento a
saldo non aiuta
concretamente il
contribuente
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Le istruzioni delle finanze
I benefici. Verificare le previsioni di legge e le scelte dei municipi
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Le agevolazioni sul prelievo
si muovono su due corsie
Luigi Lovecchio
La materia delle agevolazioniImucomprende una pluralità di situazioni, alcune direttamente disciplinate nella legge,
altre rimesse alla facoltà deliberativa dei comuni. Occorre considerare con attenzione le varie
fattispecie, in vista del saldo
del 17 dicembre.
Le agevolazioni previste dalla
legge riguardano, in primo luogo, i fabbricati d’interesse storico-artistico ei fabbricatiinagibili e inabitabili. Per entrambe tali
tipologie viene prevista la riduzione a metà dell’imponibile. Nel
caso dei fabbricati storici, in particolare, lanuova regolaèprofondamente diversa da quella vigen-
te nell’ambito Ici. Quest’ultima
disponeva,infatti,chel’imponibile fosse determinato sulla base
della minore delle tariffe d’estimo relative alle abitazioni ubicate nella medesima zona censuaria. In ambito Imu, invece, la base
imponibile si determina secondo
le regole ordinarie, cioè sulla base della rendita catastale in atti, e
poi si riduce alla metà l’importo
così ottenuto.
Perifabbricatiinagibilioinabitabili l’agevolazione riproduce
quella applicabile nel precedente
tributo. Il contribuente, prima di
auto-liquidarsil’agevolazione,deve presentare al comune una dichiarazionesostitutivadinotorietà, attestante lo stato di inagibilità
o inabitabilità dell’immobile, salvo che il comune non ne sia già a
conoscenza. In alternativa, è possibile richiedere all’ufficio tecnico comunale un sopralluogo.
Potrebbe accadere che un fabbricato storico sia anche inagibile. Secondo le risposte a quesiti
delle Finanze (si veda Il Sole 24
Ore del 31 maggio), la riduzione a
metàspetta una sola volta, poiché
l’agevolazioneperl’immobilestorico già ricomprenderebbe la situazionediinagibilità. Inrealtà,le
cose non stanno così. La riduzioneametàperifabbricatid’interesse storico-artistico si spiega con i
vincoli derivanti dalla qualifica
storica. Ne deriva che, nel caso
ipotizzato (immobile storico e
Gli sconti
01 | FABBRICATI STORICI
La base imponibile,
determinata secondo i criteri
ordinari, è ridotta alla metà
(riduzione di legge)
commerciali, adibiti alle
attività indicate nell’articolo 7,
lett. i), decreto 504/92, svolte
gratuitamente o con
corrispettivi simbolici
02 | FABBRICATI INAGIBILI O
INABITABILI
La base imponibile,
determinata secondo i criteri
ordinari, è ridotta alla metà
(riduzione di legge)
04 | LE SCELTE DEI COMUNI
Possibili aliquote ridotte per
immobili locati; immobili
d’impresa; immobili di
soggetti Ires; beni merce delle
imprese di costruzione; altre
fattispecie
03 | ALTRI SCONTI PER LEGGE
Terreni in comuni collinari e
montani, secondo l’elenco
contenuto nella circolare
9/1993; fabbricati rurali
strumentali in comuni montani
o parzialmente montani,
secondo la classificazione
Istat; fabbricati di categoria
catastale E; immobili
posseduti e usati da enti non
05 | L’ABITAZIONE
PRINCIPALE
Riduzione di aliquota sino allo
0,2 per cento; elevazione della
detrazione base di 200 euro;
assimilazione all’abitazione
principale delle unità non
locate possedute da anziani,
disabili o italiani all’estero
(decise dai Comuni)
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I benefici. Verificare le previsioni di legge e le scelte dei municipi.
Le agevolazioni sul prelievo si muovono su due
corsie
Luigi Lovecchio La materia delle agevolazioni Imu
comprende una pluralità di situazioni, alcune
direttamente disciplinate nella legge, altre rimesse
alla facoltà deliberativa dei comuni. Occorre
considerare con attenzione le varie fattispecie, in vista
del saldo del 17 dicembre. Le agevolazioni previste
dalla legge riguardano, in primo luogo, i fabbricati d'
interesse storico-artistico e i fabbricati inagibili e
inabitabili. Per entrambe tali tipologie viene prevista la
riduzione a metà dell' imponibile. Nel caso dei
fabbricati storici, in particolare, la nuova regola è
profondamente diversa da quella vigente nell' ambito
Ici. Quest' ultima disponeva, infatti, che l' imponibile
fosse determinato sulla base della minore delle tariffe
d' estimo relative alle abitazioni ubicate nella
medesima zona censuaria. In ambito Imu, invece, la
base imponibile si determina secondo le regole
ordinarie, cioè sulla base della rendita catastale in
atti, e poi si riduce alla metà l' importo così ottenuto.
Per i fabbricati inagibili o inabitabili l' agevolazione
riproduce quella applicabile nel precedente tributo. Il
contribuente, prima di auto-liquidarsi l' agevolazione,
deve presentare al comune una dichiarazione
sostitutiva di notorietà, attestante lo stato di inagibilità
o inabitabilità dell' immobile, salvo che il comune non
ne sia già a conoscenza. In alternativa, è possibile
richiedere all' ufficio tecnico comunale un sopralluogo.
Potrebbe accadere che un fabbricato storico sia
anche inagibile. Secondo le risposte a quesiti delle
Finanze (si veda Il Sole 24 Ore del 31 maggio), la
riduzione a metà spetta una sola volta, poiché l'
agevolazione per l' immobile storico già
ricomprenderebbe la situazione di inagibilità. In realtà,
le cose non stanno così. La riduzione a metà per i
fabbricati d' interesse storico-artistico si spiega con i
vincoli derivanti dalla qualifica storica. Ne deriva che,
nel caso ipotizzato (immobile storico e inagibile), l'
imponibile sarà pari al 25% del totale. Le esenzioni
Imu sono sostanzialmente riprese dalla normativa Ici.
In particolare, sono esenti i fabbricati di categoria E e
gli immobili adibiti a usi culturali (musei e biblioteche),
a condizione che il proprietario non ne ricavi alcun
reddito. Sono inoltre esenti gli immobili posseduti e
utilizzati da enti non commerciali, destinati agli usi
indicati nell' articolo 7, lettera i) del decreto legislativo
504/92, se l' attività sia svolta gratuitamente o dietro
pagamento di corrispettivi simbolici. Sono infine
Normativa Comuni
esenti i terreni ubicati in comuni collinari e montani e i
fabbricati rurali strumentali ubicati in comuni montani
o parzialmente montani, secondo la classificazione
Istat. Per quel che riguarda le agevolazioni comunali, i
sindaci possono assimilare all' abitazione principale le
unità immobiliari non locate, in proprietà di anziani o
disabili residenti in istituti di ricovero nonché di italiani
residenti all' estero. In tale eventualità, spettano
aliquota ridotta e detrazione per l' abitazione
principale. Le agevolazioni facoltative possono inoltre
assumere la forma dell' aliquota ridotta. I casi tipizzati
nella legge riguardano: immobili locati; beni delle
imprese; immobili di soggetti Ires; fabbricati merce di
imprese costruttrici. Nei primi tre casi, l' aliquota può
arrivare sino allo 0,4%, nell' ultimo il limite è lo 0,38.
C' è spazio anche per agevolazioni decise a livello
locale. Un esempio riguarda le case concesse in uso
gratuito a parenti, che non possono mai essere
equiparate all' abitazione principale, ma potrebbero
fruire di un' aliquota ridotta, non inferiore allo 0,46 per
cento. Con riferimento all' abitazione principale, le
amministrazioni potrebbero elevare la detrazione
base di 200 euro e/o ridurre l' aliquota sino allo 0,2
per cento. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli sconti
01|FABBRICATI STORICI La base imponibile,
determinata secondo i criteri ordinari, è ridotta alla
metà (riduzione di legge) 02| FABBRICATI INAGIBILI
O INABITABILI La base imponibile, determinata
secondo i criteri ordinari, è ridotta alla metà (riduzione
di legge) 03| ALTRI SCONTI PER LEGGE Terreni in
comuni collinari e montani, secondo l' elenco
contenuto nella circolare 9/1993; fabbricati rurali
strumentali in comuni montani o parzialmente
montani, secondo la classificazione Istat; fabbricati di
categoria catastale E; immobili posseduti e usati da
enti non commerciali, adibiti alle attività indicate nell'
articolo 7, lett. i), decreto 504/92, svolte gratuitamente
o con corrispettivi simbolici 04|LE SCELTE DEI
COMUNI Possibili aliquote ridotte per immobili locati;
immobili d' impresa; immobili di soggetti Ires; beni
merce delle imprese di costruzione; altre fattispecie
05|L' ABITAZIONE PRINCIPALE Riduzione di
aliquota sino allo 0,2 per cento; elevazione della
detrazione base di 200 euro; assimilazione all'
abitazione principale delle unità non locate possedute
da anziani, disabili o italiani all' estero (decise dai
Comuni)
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Sab 15/12/2012
la Repubblica
SABATO 15 DICEMBRE 2012
La Repubblica
Pagina 27
@
ECONOMIA
PER SAPERNE DI PIÙ
www.senato.it
www.tesoro.it
■ 27
Province, tagli congelati per un anno
Ammortizzatori rifinanziati: 1,7 miliardi. Sanità, caccia ai “fannulloni”
ROBERTO PETRINI
I punti
Province
Riforma congelata per tutto
il 2013: le Province
continueranno ad operare
con le vecchie prerogative.
Spetterà al prossimo
governo mettere a punto un
nuovo intervento di riordino
Ammortizzatori
Le risorse per la cassa
integrazione in deroga
salgono a 1,7 miliardi per il
2013, somma più che
doppia rispetto al testo della
Legge di stabilità approvato
alla Camera
Tarsu
Nel 2013 la tassa sui rifiuti si
pagherà in quattro rate, a
gennaio, aprile, luglio e
ottobre, compreso il
conguaglio. Dal 2014 sarà
possibile versarla in
un’unica soluzione
ROMA — Maratona finale per
la legge di Stabilità 2013, l’ultima della legislatura. Un provvedimento che cresce di ora in
ora per farsi carico delle partite ancora aperte e dei provvedimenti che non potranno arrivare al traguardo prima dello scioglimento delle Camere:
l’approvazione in Commissione slitta a lunedì e nell’aula
di Palazzo Madama si arriverà
probabilmente martedì 18.
In prima fila tra i testi “recuperati” il tormentato testo di
riduzione e accorpamento
delle Province: un articolo
della legge di Stabilità congela la riforma per un anno, in
sostanza per l’intero 2013, e
blocca riordino e spacchettamento delle funzioni. Le Province dunque potranno continuare ad operare con la normativa in vigore prima del
tentativo di riforma e spetterà
al nuovo governo valutare il
tenore del nuovo intervento.
Risolta anche la questione
delle elezioni, in quanto le
Province sono già enti di secondo livello e i vertici dovrebbero essere eletti dai Comuni: in attesa della riforma
le 6-7 Province per le quali sono previste le urne in primavera saranno commissariate.
L’altro nodo risolto è quello
della cassa integrazione in deroga. «Abbiamo raggiunto un
risultato importante», spiega
il relatore Giovanni Legnini
del Pd. Le risorse per gli am-
mortizzatori sociali sono arrivate a 1,7 miliardi nel 2013, più
del doppio di quanto era riuscita a recuperare la Camera.
Sempre riguardo al lavoro dipendente una norma elimina
la trattenuta del 2,5 per cento
del Tfr degli statali: la norma
era stata introdotta dal governo Berlusconi e bocciata dalla
Corte costituzionale. Per ora
sono stati messi in bilancio 67 milioni per integrare il Tfr di
coloro che stanno per lasciare
il lavoro ma nei prossimi anni
il problema si ripresenterà e si
parla di un costo complessivo
di 1,6 miliardi.
La partita della legge di Stabilità tuttavia non è finita: nelle prossime ore arriveranno
anche le modifiche al patto di
Stabilità dei Comuni (che per
ora incassano, con la nuova
norma, il gettito completo
dell’Imu pari a circa 8 miliardi), resta aperto il tema dell’Università e dei non autosufficienti. Aperta anche la questione della sanità con gli
ospedali ormai a corto di risorse e che minacciano di ridurre le prestazioni: per ora,
su esplicita richiesta di Mr.
Forbici Enrico Bondi, è stata
inserita una norma in Finanziaria che prevede verifiche
sul personale sanitario che in
quanto inidoneo è stato destinato a funzioni di minor aggravio.
É in arrivo anche la proroga
degli sfratti, mentre si conferma la cosiddetta rottamazione dei ruoli fino a 2.000 euro
Maratona finale per
la legge di Stabilità,
martedì in aula
al Senato. Imu
tutta ai Comuni
antecedenti l’anno 2000: la
norma si aggiunge a quella
volta a sanare le “cartelle pazze” e che consente ai contribuenti investiti dal fenomeno
una interlocuzione paritaria e
più rapida con l’amministrazione finanziaria. Infine ancora modifiche alla Tobin tax,
depotenziata dalla riduzione
della base imponibile al mercato azionario: i derivati, che
sono sottoposti ad un bollo a
cifra fissa e non proporzionale, pagheranno 200 euro su un
contratto dal valore sottostante di un milione di euro
(non più come nella prima
versione 100 euro).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I punti
Tobin tax
La tassa sulle transazioni in
derivati partirà da un
minimo di 25 centesimi per
contratti fino a 2.500 euro.
Su quelli superiori al milione
l’aliquota viene raddoppiata:
da 100 a 200 euro
Tfr
Eliminata la trattenuta del
2,5% sul trattamento di fine
rapporto dei lavoratori
statali. Introdotta dal
governo Berlusconi, era
stata bocciata dalla Corte
costituzionale
Imu
Dal 2013 l’imposta sugli
immobili andrà tutta ai
Comuni. Dovrebbero
così incassare circa 7,6
miliardi di euro in un
biennio, più le risorse del
Fondo di solidarietà
Fannulloni
Ricongiungimenti
Una “verifica straordianaria”
sui lavoratori della sanità
giudicati non idonei e
assegnati a compiti meno
gravosi. La condurrà il
prossimo anno l’Inps, di
concerto con il ministero
Ricongiungimento della
pensione gratuito per chi è
passato all’Inps entro luglio
2010. Per gli altri, sarà
senza oneri solo il cumulo
dei contributi per il
trattamento di vecchiaia
Il caso
MICHELE BOCCI
UN PROVVEDIMENTO di poche
righe per dare il via a un maxi controllo che riguarderà almeno 50mila dipendenti del sistema sanitario
nazionale, tra infermieri e oss, cioè
gli ex ausiliari. La norma ribattezzata cerca-fannulloni chiede alle
Asl e all’Inps di verificare le condizioni di chi è stato riconosciuto
“inidoneo alla sua attività” per motivi di salute e per questo è stato
spostato a mansioni meno pesanti.
Secondo le stime del ministero, che
è stato interpellato dai senatori firmatari dell’emendamento, si tratta di circa il 10-15% dei 350mila infermieri e 100mila oss che lavorano
negli ospedali pubblici italiani.
Il ministro alla Salute Renato
Balduzzi parla di verifiche da fare
«con buonsenso, responsabilità e
saggezza» e di nessuna caccia al
furbetto. Alla base del provvedimento ci sarebbero anche varie segnalazioni di Asl e ospedali riguardo a certificazioni sospette di medici del lavoro. La richiesta di cambiare mansioni, magari spostarsi
Normativa Comuni
Nel mirino infermieri e portantini “inidonei”
arrivano 50 mila verifiche straordinarie
da un reparto pesante a un ambulatorio oppure di saltare i turni di
notte, è abbastanza diffusa nel
mondo degli infermieri. L’impiego
è spesso duro e con il tempo ci sono
persone che per motivi fisici non
Balduzzi si affida
a Inps e alle Asl:
“Controlli con
buonsenso e
responsabilità”
sono più in grado di assicurare come prima l’assistenza ai pazienti,
ad esempio perché non possono
sollevare pesi. Ci sono poi ragioni
più legate allo stress alla base dei
trasferimenti. Reparti come le rianimazioni, le chirurgie di alta specialità, i pronto soccorso, sono as-
350 mila
10-15%
80 mila
INFERMIERI
INIDONEI
PRECARI
In tutto il sistema
sanitario nazionale
pubblico sono
impiegati 350 mila
infermieri, a cui si
aggiungono 100
mila Oss ovvero
ex ausiliari
Circa il 10-15% dei
lavoratori infermieri
sono stati certificati
dai medici legali
inidonei, esentati
dalle mansioni più
usuranti e trasferiti
altrove
Secondo l’Ipasvi gli
infermieri precari
nel Ssn sono oltre
80 mila, utilizzando
contratti di
collaborazione non
adatti al tipo di
mansione
sai usuranti e infatti sono quelli che
più spesso hanno difficoltà a reperire personale. Talvolta il cambiamento è solo temporaneo. Al ministero ritengono che alla fine solo
per una parte ridotta degli oltre
50mila controllati verranno trovate certificazioni non veritiere. In
quel caso è previsto che le aziende
sanitarie e ospedaliere ricollochino il dipendente nelle sue mansioni iniziali. Alla base dell’emendamento c’è il tentativo di sfruttare al
meglio la forza lavoro di un sistema
sanitario pubblico che sta vivendo
il suo momento più difficile a causa delle riduzioni dei fondi destinati alla sanità. La crisi di finanziamento colpisce duramente le Regioni e alcune di queste sono costrette a spendere anche per prendere lavoratori precari, magari da
cooperative, necessari a coprire i
turni nei reparti più pesanti. Recu-
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
perare infermieri e oss da dentro il
sistema significherebbe quindi anche risparmiare.
La presidente di Ipasvi, che raccoglie i Collegi degli infermieri
(cioè gli “Ordini” di questi professionisti), Annalisa Silvestro, è abbastanza innervosita dal provvedimento. «Un intervento per verificare la regolarità delle certificazioni dovrebbe far parte della normalità. Che controllino pure, e se
trovano casi di scorrettezza li riportino alla normalità — spiega —
Detto questo evitiamo di parlare
di fannulloni e usare logiche stereotipate. Verifichino ma non
mortifichino le centinaia di migliaia di professionisti sanitari».
Silvestro introduce anche un altro
tema. «Dobbiamo ricordarci che
gli operatori non si autocertificano la non idoneità, lo fa il medico
legale. Quindi il discorso non riguarda solo gli infermieri ma tutto
il sistema. E comunque chi viene
adibito a mansioni meno pesanti
svolge comunque un lavoro importantissimo».
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Sab 15/12/2012
La Repubblica
Pagina 27
Province, tagli congelati per un anno
Ammortizzatori rifinanziati: 1,7 miliardi. Sanità, caccia ai "fannulloni"
ROMA - Maratona finale per la legge di Stabilità 2013,
l' ultima della legislatura. Un provvedimento che
cresce di ora in ora per farsi carico delle partite
ancora aperte e dei provvedimenti che non potranno
arrivare al traguardo prima dello scioglimento delle
Camere: l' approvazione in Commissione slitta a
lunedì e nell' aula di Palazzo Madama si arriverà
probabilmente martedì 18. In prima fila tra i testi
"recuperati" il tormentato testo di riduzione e
accorpamento delle Province: un articolo della legge
di Stabilità congela la riforma per un anno, in
sostanza per l' intero 2013, e blocca riordino e
spacchettamento delle funzioni. Le Province dunque
potranno continuare ad operare con la normativa in
vigore prima del tentativo di riforma e spetterà al
nuovo governo valutare il tenore del nuovo intervento.
Risolta anche la questione delle elezioni, in quanto le
Province sono già enti di secondo livello e i vertici
dovrebbero essere eletti dai Comuni: in attesa della
riforma le 6-7 Province per le quali sono previste le
urne in primavera saranno commissariate. L' altro
nodo risolto è quello della cassa integrazione in
deroga. «Abbiamo raggiunto un risultato importante»,
spiega il relatore Giovanni Legnini del Pd. Le risorse
per gli ammortizzatori sociali sono arrivate a 1,7
miliardi nel 2013, più del doppio di quanto era riuscita
a recuperare la Camera. Sempre riguardo al lavoro
dipendente una norma elimina la trattenuta del 2,5
per cento del Tfr degli statali: la norma era stata
introdotta dal governo Berlusconi e bocciata dalla
Corte costituzionale. Per ora sono stati messi in
bilancio 6-7 milioni per integrare il Tfr di coloro che
stanno per lasciare il lavoro ma nei prossimi anni il
problema si ripresenterà e si parla di un costo
complessivo di 1,6 miliardi. La partita della legge di
Stabilità tuttavia non è finita: nelle prossime ore
arriveranno anche le modifiche al patto di Stabilità dei
Comuni (che per ora incassano, con la nuova norma,
il gettito completo dell' Imu pari a circa 8 miliardi),
resta aperto il tema dell' Università e dei non
autosufficienti. Aperta anche la questione della sanità
con gli ospedali ormai a corto di risorse e che
minacciano di ridurre le prestazioni: per ora, su
esplicita richiesta di Mr. Forbici Enrico Bondi, è stata
inserita una norma in Finanziaria che prevede
verifiche sul personale sanitario che in quanto
inidoneo è stato destinato a funzioni di minor
aggravio. É in arrivo anche la proroga degli sfratti,
Normativa Comuni
mentre si conferma la cosiddetta rottamazione dei
ruoli fino a 2.000 euro antecedenti l' anno 2000: la
norma si aggiunge a quella volta a sanare le "cartelle
pazze" e che consente ai contribuenti investiti dal
fenomeno una interlocuzione paritaria e più rapida
con l' amministrazione finanziaria. Infine ancora
modifiche alla Tobin tax, depotenziata dalla riduzione
della base imponibile al mercato azionario: i derivati,
che sono sottoposti ad un bollo a cifra fissa e non
proporzionale, pagheranno 200 euro su un contratto
dal valore sottostante di un milione di euro (non più
come nella prima versione 100 euro). ©
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Sab 15/12/2012
Italia Oggi
Pagina 31
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Sabato 15 Dicembre 2012
Sa
31
È questo l’effetto della pubblicazione da parte dell’Istat dell’indice per l’adeguamento
Multe stradali più care del 6%
Dal 1° gennaio 2013 scatta l’aggiornamento biennale
DI
Pagina a cura
STEFANO MANZELLI
ED ENRICO SANTI
on il cenone di Capodanno arriva
l’aumento automatico biennale degli
importi delle multe stradali di quasi
il 6%. È questo l’effetto conseguente
alla pubblicazione da parte dell’Istat del dato
relativo alla variazione biennale dell’indice
Foi rilevato a novembre e reso disponibile il
13 dicembre. Ai sensi dell’art. 195, comma 3,
del codice della strada, la misura delle sanzioni amministrative pecuniarie è aggiornata
ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei
prezzi al consumo per le famiglie di operai e
impiegati (media nazionale) verificatasi nei
due anni precedenti. Prendendo come riferimento tale indice, il ministro della giustizia,
di concerto con i ministri dell’economia e delle
finanze, e delle infrastrutture e dei trasporti, fissa i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie, che si applicano
dal 1° gennaio dell’anno successivo.
Usualmente il decreto ministeriale
di dicembre prende come base di riferimento l’indice Foi di novembre.
Dunque, sulla base del dato pubblicato dall’Istat il 13 dicembre scorso,
dal 1° gennaio 2013 scatterà un aumento
del 5,7% degli importi delle sanzioni amministrative pecuniarie per le violazioni stradali.
Questo incremento risulta essere il più elevato dal 1998 in poi. L’ultimo aggiornamento era
stato stabilito dal decreto ministeriale del 22
dicembre 2010, che aveva disposto l’aumento
del 2,4% a partire dal 1° gennaio 2011. Con il
decreto di prossima emanazione, nel calcolo
dei nuovi importi si applicherà la consueta
regola dell’arrotondamento all’unità di euro
per eccesso se la frazione decimale sarà pari
o superiore a 50 centesimi di euro oppure per
difetto se sarà inferiore. L’arrotondamento
sarà applicato alle sanzioni edittali, ma non
agli importi che costituiscono il risultato di
operazioni di divisione rispetto ai valori minimi o massimi previsti dal codice della strada,
come, per esempio, le somme da iscrivere a
ruolo o le somme richieste a titolo di cauzione.
Resteranno escluse dall’aggiornamento, non
essendo ancora decorsi due anni, le norme
che hanno introdotto o modificato le sanzioni con effetto dopo il 1° gennaio 2011. Per
esemplificare come cambieranno gli importi
rispetto ad alcune infrazioni stradali, con
il nuovo anno la sanzione per il divieto di
sosta aumenterà da 39 a 41 euro, quella per
C
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l’eccesso di velocità fra 10 e 40 km/h oltre il
limite: la sanzione salirà da 159 a 168 euro
fra le ore 7 e le ore 22 e da 212 a 224 euro fra
le ore 22 e le ore 7. La sanzione per il conducente o passeggero senza cinture di sicurezza
passerà da 76 a 80 euro, mentre quella prevista per chi guida usando il telefonino senza
auricolare o senza viva voce aumenterà da152
a 161 euro. Una vera doccia fredda per le tasche degli automobilisti sulla
quale già da qualche mese
hanno posto l’attenzione
le associazioni di tutela. Se non arriverà
un improbabile
determinazione
politica di segno contrario
non ci saranno eccezioni.
L’aumento è alle
porte.
E dal prossimo anno
debutta l’invio via Pec
Dal prossimo anno multe stradali spedite tramite Posta elettronica certificata. È questo lo scenario che si
prospetta dopo le recenti novità introdotte dal decreto
legge n. 179 del 18 ottobre 2012 e dalla relativa legge di
conversione. Occorrerà comunque attendere alcune
norme di dettaglio per l’entrata a pieno regime del
sistema.
La notificazione dei verbali tramite Pec si fonda teoricamente sull’art. 149-bis del codice di procedura
civile, applicabile ai sensi dell’art. 201 del codice
della strada. Ma è il dl 179/2012 a dare la svolta
introducendo le norme che potranno rivoluzionare
dal 2013 le modalità di notificazione delle multe
stradali mediante l’utilizzo della posta elettronica
certificata. Infatti, secondo le nuove disposizioni
confermate dalla legge di conversione, ogni cittadino ha la facoltà di indicare alla pubblica amministrazione un proprio indirizzo di posta elettronica
certificata, quale suo domicilio digitale.
L’indirizzo verrà inserito nell’Anagrafe nazionale
della popolazione residente-Anpr. Il dl prevede che
dal 1° gennaio 2013, tranne i casi in cui la normativa vigente preveda una diversa modalità di comunicazione o di pubblicazione in via telematica, le
amministrazioni pubbliche e i gestori o esercenti
di pubblici servizi dovranno comunicare con il cittadino esclusivamente tramite il domicilio digitale
dichiarato, senza oneri di spedizione a suo carico. E
questo anche ai fini della notificazione delle multe
stradali.
Occorrerà attendere però l’emanazione di un decreto ministeriale per la definizione delle modalità di
comunicazione del domicilio digitale da parte del
cittadino e di consultazione dell’Anpr. Secondo le
ulteriori novità introdotte dalla legge di conversione del dl 179/2012, in assenza di dichiarazione del
domicilio digitale da parte del cittadino le amministrazioni potranno predisporre le comunicazioni
come documenti informatici sottoscritti con firma
digitale o firma elettronica avanzata, da conservare
nei propri archivi, e inviare ai cittadini stessi, per
posta ordinaria o raccomandata con avviso di ricevimento, copia analogica di tali documenti sottoscritti
con firma autografa sostituita a mezzo stampa predisposta secondo le disposizioni del dlgs 39/1993.
Oltre alle predette nuove regole sulla comunicazione con i cittadini via posta elettronica certificata,
il dl 179/2012 prevede novità anche per il domicilio
digitale delle persone giuridiche. Infatti, è stato
esteso alle imprese individuali che si iscrivono al
registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane l’obbligo di indicare l’indirizzo di posta elettronica certificata, già previsto dal decreto 185/2008
per le imprese in forma societaria.
Le imprese individuali attive dovranno depositare
il proprio indirizzo di Pec entro il 30 giugno 2013
(scadenza aggiornata dalla legge di conversione del
dl 179/2012). Ed entro metà marzo, sulla base degli
elenchi di indirizzi di pec costituiti presso il registro
delle imprese e gli ordini o collegi professionali, sarà
istituito presso il Ministero dello sviluppo economico un Indice nazionale Ini-Pec, al quale le pubbliche amministrazioni potranno accedere. In sostanza,
dunque, il dl 179/2012 ha posto le basi per rendere
obbligatoria nel corso del 2013 la notificazione via
pec delle multe stradali alle persone fisiche (solo ai
soggetti che hanno dichiarato il domicilio digitale
all’anagrafe comunale) e alle persone giuridiche.
Per la piena e completa messa a regime si tratta di
attendere rispettivamente da un lato il decreto che
fisserà le modalità di dichiarazione dell’indirizzo di
pec all’anagrafe comunale e da altro lato le comunicazioni della casella di pec da parte delle imprese individuali. In ogni caso, qualora nelle forme di legge
sia stato comunicato l’indirizzo di posta elettronica
certificata, la notificazione dei verbali per infrazioni
stradali dovrà avvenire soltanto per via telematica;
l’inosservanza costituirà fonte di responsabilità per
il dirigente.
118111108111099111109115109101
Normativa Enti Locali
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Sab 15/12/2012
Italia Oggi
Pagina 31
E dal prossimo anno debutta l' invio via Pec
Dal prossimo anno multe stradali spedite tramite
Posta elettronica certificata. È questo lo scenario che
si prospetta dopo le recenti novità introdotte dal
decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 e dalla
relativa legge di conversione. Occorrerà comunque
attendere alcune norme di dettaglio per l' entrata a
pieno regime del sistema. La notificazione dei verbali
tramite Pec si fonda teoricamente sull' art. 149-bis del
codice di procedura civile, applicabile ai sensi dell' art.
201 del codice della strada. Ma è il dl 179/2012 a
dare la svolta introducendo le norme che potranno
rivoluzionare dal 2013 le modalità di notificazione
delle multe stradali mediante l' utilizzo della posta
elettronica certificata. Infatti, secondo le nuove
disposizioni confermate dalla legge di conversione,
ogni cittadino ha la facoltà di indicare alla pubblica
amministrazione un proprio indirizzo di posta
elettronica certificata, quale suo domicilio digitale. L'
indirizzo verrà inserito nell' Anagrafe nazionale della
popolazione residente-Anpr. Il dl prevede che dal 1°
gennaio 2013, tranne i casi in cui la normativa vigente
preveda una diversa modalità di comunicazione o di
pubblicazione in via telematica, le amministrazioni
pubbliche e i gestori o esercenti di pubblici servizi
dovranno comunicare con il cittadino esclusivamente
tramite il domicilio digitale dichiarato, senza oneri di
spedizione a suo carico. E questo anche ai fini della
notificazione delle multe stradali. Occorrerà attendere
però l' emanazione di un decreto ministeriale per la
definizione delle modalità di comunicazione del
domicilio digitale da parte del cittadino e di
consultazione dell' Anpr. Secondo le ulteriori novità
introdotte dalla legge di conversione del dl 179/2012,
in assenza di dichiarazione del domicilio digitale da
parte del cittadino le amministrazioni potranno
predisporre le comunicazioni come documenti
informatici sottoscritti con firma digitale o firma
elettronica avanzata, da conservare nei propri archivi,
e inviare ai cittadini stessi, per posta ordinaria o
raccomandata con avviso di ricevimento, copia
analogica di tali documenti sottoscritti con firma
autografa sostituita a mezzo stampa predisposta
secondo le disposizioni del dlgs 39/1993. Oltre alle
predette nuove regole sulla comunicazione con i
cittadini via posta elettronica certificata, il dl 179/2012
prevede novità anche per il domicilio digitale delle
persone giuridiche. Infatti, è stato esteso alle imprese
individuali che si iscrivono al registro delle imprese o
all' albo delle imprese artigiane l' obbligo di indicare l'
indirizzo di posta elettronica certificata, già previsto
Normativa Enti Locali
dal decreto 185/2008 per le imprese in forma
societaria. Le imprese individuali attive dovranno
depositare il proprio indirizzo di Pec entro il 30 giugno
2013 (scadenza aggiornata dalla legge di conversione
del dl 179/2012). Ed entro metà marzo, sulla base
degli elenchi di indirizzi di pec costituiti presso il
registro delle imprese e gli ordini o collegi
professionali, sarà istituito presso il Ministero dello
sviluppo economico un Indice nazionale Ini-Pec, al
quale le pubbliche amministrazioni potranno
accedere. In sostanza, dunque, il dl 179/2012 ha
posto le basi per rendere obbligatoria nel corso del
2013 la notificazione via pec delle multe stradali alle
persone fisiche (solo ai soggetti che hanno dichiarato
il domicilio digitale all' anagrafe comunale) e alle
persone giuridiche. Per la piena e completa messa a
regime si tratta di attendere rispettivamente da un lato
il decreto che fisserà le modalità di dichiarazione dell'
indirizzo di pec all' anagrafe comunale e da altro lato
le comunicazioni della casella di pec da parte delle
imprese individuali. In ogni caso, qualora nelle forme
di legge sia stato comunicato l' indirizzo di posta
elettronica certificata, la notificazione dei verbali per
infrazioni stradali dovrà avvenire soltanto per via
telematica; l' inosservanza costituirà fonte di
responsabilità per il dirigente.
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Sab 15/12/2012
La Stampa
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R
14 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 15 DICEMBRE 2012
U
GOVERNO
Commissione bilancio del Senato
LE ULTIME MISURE
Il via libera alla legge di stabilità
è atteso per lunedì, poi toccherà
all’Aula, poi alla Camera e infine
Mario Monti si dimetterà
Gli ammortizzatori
salgono a 1,7 miliardi
Via libera alle ricongiunzioni pensionistiche gratuite, caos Province
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
Il via libera della Commissione Bilancio del Senato alla
legge di stabilità è atteso per
lunedì; poi toccherà all’Aula
di Palazzo Madama, alla Camera e ci saranno le dimissioni di Monti. Nell’ultimo
«tram» legislativo utile il
Parlamento sta infilando tutto quel che può. Cambia la
Tobin Tax, c’è il via libera alle
ricongiunzioni pensionisti-
che a titolo gratuito, e soprattutto arrivano anche più fondi
per gli ammortizzatori sociali
in deroga, visto che gli 800 milioni già previsti sarebbero
inevitabilmente finiti a metà
del prossimo anno. Ora la «dote» sale a 1,7 miliardi, con risorse prese dal fondo produttività e dal «fondo Brunetta»
per i professionisti.
Ma siamo al «rompete le righe»: dopo avere imposto la rinuncia al decreto sulle provin-
ce, ormai i partiti non hanno
più freni. E si accingono a cancellare la pur minima modifica
allo status quo di enti locali
che pure sembravano condannati. Va da sé che toccherà a
noi cittadini sborsare miliardi
come imposte o come debito
per finanziare istituzioni che i
più considerano inutili.
Dopo l’addio al decreto legge che comportava l’accorpamento di 35 province, bisognava a tutti i costi trovare un
veicolo legislativo per sanare
una altrimenti drammatica
contraddizione normativa.
Senza la riforma, infatti, sarebbero entrate in vigore le
norme già approvate a suo
tempo nel decreto SalvaItalia
e nel decreto «spending review». Norme che riducono le
competenze e le risorse delle
province, e ne cancellano gli
organi elettivi. Risultato, si
sarebbe rischiata una paralisi
istituzionale, lasciando incer-
tezza (ad esempio) su chi deve
fare la manutenzione delle
scuole e delle strade.
Ieri il governo ha così presentato in Commissione Bilancio del Senato un emendamento alla legge di stabilità
che «sistema» le questioni
istituzionali, e congela le norme del «SalvaItalia» rinviandone per dodici mesi l’entrata
in vigore. Ma a quanto pare
neanche questo va bene al Pdl
e alla Lega (e sotto sotto ne-
anche al Pd). Che hanno presentato un pacchetto di
emendamenti che mirano a
cancellare completamente gli
effetti del «SalvaItalia», ripristinando le province in tutto il
loro splendore, numero e potenza. Quasi sicuramente il
governo andrà sotto sul suo
emendamento, e visto che
non si pensa a un voto di fiducia su un testo finale scritto
dall’Esecutivo, anche stavolta
le province saranno salvate.
FINANZA
Arriva la Tobin tax
I detrattori continuano a dire che la
tassa sulle transazioni non colpisce o
quasi le banche. La Tobin tax sarà
applicata sulle operazioni finanziarie e azionarie, con due differenti
aliquote (dello 0,1% per le operazioni nei mercati regolamentati e dello 0,2% per le operazioni nei mercati Otc). C’è una
terza aliquota «anti-speculativa», che sarà dello 0,02%. Per le
operazioni sui derivati sarà introdotto un prelievo fisso, che potrà
arrivare fino a 200 euro. Infine, è prevista un’esenzione per le operazioni a
«carattere etico e sociale».
RIFIUTI
Cambia la Tarsu
Dal primo gennaio la vecchia Tarsu
(l’imposta sui rifiuti) si chiamerà «Tares», tassa sui rifiuti e servizi. A inizio
anno si pagherà la prima rata, poi
altre 3 arriveranno ad aprile, luglio
e ottobre). Il versamento della
prima rata, commisurato alla
vecchia Tarsu o Tia, sarà un
acconto, in attesa che i Comuni varino le nuove tariffe. Novità vengono introdotte per
l’individuazione dei metri quadri sui quali calcolare quantità e
qualità dei rifiuti, ma il criterio della superficie catastale sarà applicato
solo dopo la riforma del catasto.
DIPENDENTI PUBBLICI
Stretta sul Tfr
Con un abile trucco, il governo accoglie
la sentenza della Consulta che giudicava illegittima la trattenuta del 2,5%
sulle buste paga per le liquidazioni dei
dipendenti pubblici. Ma trasformando il Tfr in Tfs (trattamento
di fine servizio) eviterà di restituire 3,8 miliardi sottratti dal
2011. E tutte le vertenze legali
già avviate o future per riavere
indietro un «prelievo obbligatorio» definito illegittimo saranno
estinte. La norma inserita nella
legge di stabilità era già prevista in un
decreto legge saltato a causa della fine
del governo Monti.
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La Stampa
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GOVERNO LE ULTIME MISURE.
Gli ammortizzatori salgono a 1,7 miliardi
Via libera alle ricongiunzioni pensionistiche gratuite, caos Province.
Commissione bilancio del Senato Il via libera alla
legge di stabilità è atteso per lunedì, poi toccherà all'
Aula, poi alla Camera e infine Mario Monti si
dimetterà Il via libera della Commissione Bilancio del
Senato alla legge di stabilità è atteso per lunedì; poi
toccherà all' Aula di Palazzo Madama, alla Camera e
ci saranno le dimissioni di Monti. Nell' ultimo «tram»
legislativo utile il Parlamento sta infilando tutto quel
che può. Cambia la Tobin Tax, c' è il via libera alle
ricongiunzioni pensionistiche a titolo gratuito, e
soprattutto arrivano anche più fondi per gli
ammortizzatori sociali in deroga, visto che gli 800
milioni già previsti sarebbero inevitabilmente finiti a
metà del prossimo anno. Ora la «dote» sale a 1,7
miliardi, con risorse prese dal fondo produttività e dal
«fondo Brunetta» per i professionisti. Ma siamo al
«rompete le righe»: dopo avere imposto la rinuncia al
decreto sulle province, ormai i partiti non hanno più
freni. E si accingono a cancellare la pur minima
modifica allo status quo di enti locali che pure
sembravano condannati. Va da sé che toccherà a noi
cittadini sborsare miliardi come imposte o come
debito per finanziare istituzioni che i più considerano
inutili. Dopo l' addio al decreto legge che comportava
l' accorpamento di 35 province, bisognava a tutti i
costi trovare un veicolo legislativo per sanare una
altrimenti drammatica contraddizione normativa.
Senza la riforma, infatti, sarebbero entrate in vigore le
norme già approvate a suo tempo nel decreto
SalvaItalia e nel decreto «spending review». Norme
che riducono le competenze e le risorse delle
province, e ne cancellano gli organi elettivi. Risultato,
si sarebbe rischiata una paralisi istituzionale,
lasciando incertezza (ad esempio) su chi deve fare la
manutenzione delle scuole e delle strade. Ieri il
governo ha così presentato in Commissione Bilancio
del Senato un emendamento alla legge di stabilità
che «sistema» le questioni istituzionali, e congela le
norme del «SalvaItalia» rinviandone per dodici mesi l'
entrata in vigore. Ma a quanto pare neanche questo
va bene al Pdl e alla Lega (e sotto sotto neanche al
Pd). Che hanno presentato un pacchetto di
emendamenti che mirano a cancellare
completamente gli effetti del «SalvaItalia»,
ripristinando le province in tutto il loro splendore,
numero e potenza. Quasi sicuramente il governo
andrà sotto sul suo emendamento, e visto che non si
Normativa Enti Locali
pensa a un voto di fiducia su un testo finale scritto
dall' Esecutivo, anche stavolta le province saranno
salvate.
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
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Sab 15/12/2012
Corriere della Sera
Pagina 3
Cronaca di Milano
Corriere della Sera Sabato 15 Dicembre 2012
3
MI
Nuova bufera Venticinque consiglieri di Pdl e Lega indagati per i rimborsi. E ieri la Procura ha acquisito anche i documenti dell’opposizione
Rimborsi «facili», accuse alla Regione
Formigoni: regole rispettate. Saviano: migliaia di cavallette avrebbero fatto meno danni
Videogiochi, vini, la pizza
della domenica sera con gli amici, persino le sigarette e i francobolli. E poi 15 mila euro in dolci, 27 mila in taxi. Settecentocinquanta, invece, in munizioni da caccia. Eppure «Batman
non c’è in Lombardia», scandisce Roberto Formigoni. «Credo proprio — aggiunge —
che i nostri gruppi
abbiano rispettato
fino in fondo le regole». Roberto Saviano in serata gli risponderà ironico:
«Batman non c’è in
Lombardia», dice il
governatore. Ma forse migliaia di cavallette affamate avrebbero fatto meno
danni».
Venticinque indagati e altri in arrivo.
Il conto dei consiglieri alle prese con
guai giudiziari nell’aula del Pirellone è
ormai faccenda
complicatissima.
Tra gli indagati di giornata figurano anche i due capigruppo
dei due partiti di maggioranza.
Paolo Valentini (Pdl) e Stefano
Galli (Lega). Il primo con 118
mila euro di rimborsi sotto la
lente della magistratura, il secondo con meno della metà.
«Non riusciamo a capire il motivo, se non che è iniziata la campagna elettorale», commenterà
a caldo il capo dei maroniani
del Pirellone.
Più prudente l’atteggiamento del collega pidiellino: «Da
noi ci sono regole che non consentono comportamenti simili
a quelli registrati in altre Regioni. Poi se ci sono questioni personali da chiarire, vedremo».
Quanto ai rimborsi richiesti, Valentini osserva come quei 118
mila euro equivalgano «nei fatti a 23.600 euro di spese di rappresentanza all’anno e meno di
duemila al mese. Nel pieno rispetto delle normative e dei budget regionali».
L’inchiesta sulle spese dei
consiglieri del Pirellone ha preso il via dalle indagini sui rimborsi esibiti da Franco Nicoli
Cristiani, ex vicepresidente dell’aula del Pirellone. Ieri però la
Guardia di Finanza è tornata al
Pirellone bussando alla porta di
tutti gli altri gruppi consiliari e
acquisendo anche in questo caso scontrini, ricevute e fatture.
Normativa Enti Locali
«Ci auguriamo che la magistratura faccia rapidamente chiarezza. Siamo sereni», dicono in coro Luca Gaffuri, Stefano Zamponi e Chiara Cremonesi, capigruppo rispettivamente di Pd,
Idv e Sel. «E il funzionamento
del consiglio regionale della
Lombardia costa lo 0,28% del bilancio regionale», sottolinea
l’attuale presidente Fabrizio
Cecchetti, anche lui leghista, anche lui indagato.
Il Pirellone che verrà prende
intanto le distanze dagli eccessi, veri o presunti, dei consiglie-
ri di oggi. Per Bobo Maroni, candidato governatore della Lega,
parla il plenipotenziario Matteo
Salvini: «Con Maroni presidente nessun abuso sarà tollerato.
Verrà controllato ogni euro speso e verranno dimezzati i contributi. Se l’inchiesta in corso do-
vesse accertare delle responsabilità, chi in passato ha sbagliato sia a destra che a sinistra dovrà rimborsare tutto con gli interessi».
Anche Gabriele Albertini è
durissimo: «I controlli in corso
sono sacrosanti e le ipotesi di
L’aula
Venticinque
indagati e altri
in arrivo.
Nell’aula del
Pirellone il
conto dei
consiglieri
regionali alle
prese con guai
giudiziari è
ormai
questione
complicata
accusa di peculato sono gravi
non tanto e non solo per l’eventuale uso illecito di fondi pubblici, ma perché esse suonano
ancora più odiose in un momento congiunturale come questo in cui i cittadini italiani e
lombardi sono chiamati a compiere gravi sacrifici e rinunce
per procedere al risanamento
economico».
Sul fronte opposto parlano i
candidati governatori del centrosinistra. Attacca Alessandra
Kustermann, «la primaria alle
primarie»: «È l’ennesima prova, della quale non sentivamo
assolutamente il bisogno, della
mancanza di valori che purtroppo si registra all’interno delle
istituzioni e della scarsa o nulla
considerazione dei soldi che i
cittadini pagano con le loro tasse». Secondo Umberto Ambrosoli «l’inchiesta sui rimborsi
dei consiglieri conferma quanto sia necessario vigilare sui
comportamenti degli eletti e
della classe dirigente».
Hanno detto
❜❜
In Lombardia
regole chiare per
tutti. Stupisce il
ritardo delle
verifiche a sinistra
Roberto Formigoni
A.Se.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La storia La legislatura è iniziata nel marzo del 2010. Poi le indagini che hanno coinvolto maggioranza e opposizione
Pirellone, mille giorni di scandali
Sotto inchiesta un consigliere su due
La legislatura degli orrori inizia
come peggio non si potrebbe, con la
polemica sulla presunta
ineleggibilità del «presidente a vita», alias Roberto Formigoni (la definizione si deve a Silvio Berlusconi),
ormai arrivato al quarto mandato
consecutivo. Una cavillosa sottigliezza in rapporto alla valanga in arrivo. Perché al Pirellone in fondo è andata proprio così, in questi ultimi
due anni. Uno scandalo a seppellire
l’altro, sempre in crescendo, vergogna dopo vergogna, inchiesta dopo
inchiesta. E così dopo la polemicuzza sulla non eleggibilità del Celeste,
ecco la bomba «firme false» con il sospetto, diventato poi inchiesta giudiziaria, che i maggiorenti locali del
Pdl abbiano contraffatto le adesioni
raccolte a sostegno del listino del governatore.
La nona legislatura sarà ricordata per fotogrammi. Quello di Nicole
(Minetti) e Renzo (Bossi) insieme,
sorridenti all’esordio in aula come
fosse il primo giorno di scuola. I simboli perfetti del berluscon-bossismo
morente finiti ancora una volta nei
guai per aver scaricato sui conti dei
rispettivi gruppi i loro vezzi da eterni fanciulli: aperitivi, videogiochi, sigarette, Red Bull.
Oppure Filippo Penati. L’uomo forte della sinistra che sembra un secolo fa ed era solo il 2010 quando fu
scelto da Pier Luigi Bersani in persona come braccio armato per la riconquista del Nord. Indagato per presunte tangenti nella rossa Sesto. Oppure quel tavolo che doveva essere
l’élite del Pirellone. Quell’ufficio di
presidenza con quattro indagati su
cinque, presidente compreso. Un record. Massimo Ponzoni e Franco Nicoli Cristiani spediti addirittura in
carcere. E un certo Spreafico, l’unico
della compagnia a non avere guai, a
finire paparazzato come un eroe nazionale.
Poi in ordine alfabetico, che in
Il record
Quello dei rimborsi
è solo l’ultimo capitolo
di un mandato da record
per numero di inquisiti
quello cronologico si rischia di uscire
matti: Daniele Belotti (in un’inchiesta sugli ultrà atalantini), Angelo
Giammario, Romano La Russa,
Gianluca Rinaldin, Monica Rizzi.
Quest’ultima, «la Monica della Valcamonica», accusata di dossieraggi
interni contro gli avversari di Bossi
junior in ditta con una maga, una
sensitiva assunta in Regione «per curare la rassegna stampa».
La leggerezza da cinepanettone vira però d’improvviso verso il noir anni 70. L’assessore alla casa Domenico Zambetti finisce in carcere il 10 ottobre con un accusa da brividi: essersi comprato i voti dalle cosche di
stanza al Nord. Dalle maghe ai boss,
e non c’è più da ridere. È la fine. Meglio: è l’inizio della fine. Che la nona
legislatura non possa arrivare a termine diventa da questa data in avanti chiaro a tutti. La Lega di Maroni
stacca, come si dice, la spina. Anche
perché nel frattempo tra gli indagati
è finito pure lui, Roberto Formigoni
da Lecco. Per l’inchiesta sulla sanità, sulla clinica Maugeri, e per i suoi
rapporti con i faccendieri Daccò e Simone (entrambi finiti in carcere).
❜❜
Non riusciamo a
L’agonia è lunga. I consiglieri si dimettono dopo un balletto tragicomico sull’opportunità del voto anticipato. Meglio dicembre o gennaio? O forse tirare primavera sperando che il
popolo elettore dimentichi almeno
un po’ gli scandali? In ogni caso, coi
titoli di coda già sullo schermo, c’è
ancora il tempo per ricevere un’altra
legnata dal Tar, questa volta in fatto
di quote rosa: troppe poche le donne
nella giunta di Roberto Formigoni.
La sentenza non avrà effetto solo perché quella giunta Formigoni nel frattempo non esiste più, rimpiazzata
da una squadra di volenterosi tecnici «di transizione».
Ieri l’ultima infornata, e altri 22
indagati. Il conto nel frattempo s’è
fatto impossibile; a spanne uno su
due è a vario titolo nei guai. E sarà
vero che Batman non abiterà qui, come ripetono tutti, consolandosi che
a Roma è sempre peggio e che tipi come Fiorito in Lombardia non si sono
mai visti.
Ma è qui che la cronaca s’è fatta
storia. La fine della seconda Repubblica è passata anche dal Pirellone.
Da Renzo e Nicole, da Penati a Formigoni, i duellanti della scorsa volta. Era il 29 marzo di due anni fa e
sembra un altro secolo.
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
capire il motivo di
queste cose, se non
che è iniziata la
campagna elettorale
Stefano Galli
❜❜
Ci auguriamo che la
magistratura faccia
rapidamente
chiarezza. Noi siamo
sereni, i nostri conti
sono in ordine
Chiara Cremonesi
Andrea Senesi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sab 15/12/2012
Corriere della Sera
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Nuova bufera Venticinque consiglieri di Pdl e Lega indagati per i rimborsi. E ieri la Procura ha
acquisito anche i documenti dell' opposizione.
Rimborsi «facili», accuse alla Regione
Formigoni: regole rispettate. Saviano: migliaia di cavallette avrebbero fatto meno
danni.
Videogiochi, vini, la pizza della domenica sera con gli
amici, persino le sigarette e i francobolli. E poi 15 mila
euro in dolci, 27 mila in taxi. Settecentocinquanta,
invece, in munizioni da caccia. Eppure «Batman non
c' è in Lombardia», scandisce Roberto Formigoni.
«Credo proprio - aggiunge - che i nostri gruppi
abbiano rispettato fino in fondo le regole». Roberto
Saviano in serata gli risponderà ironico: «Batman non
c' è in Lombardia», dice il governatore. Ma forse
migliaia di cavallette affamate avrebbero fatto meno
danni». Venticinque indagati e altri in arrivo. Il conto
dei consiglieri alle prese con guai giudiziari nell' aula
del Pirellone è ormai faccenda complicatissima. Tra
gli indagati di giornata figurano anche i due
capigruppo dei due partiti di maggioranza. Paolo
Valentini (Pdl) e Stefano Galli (Lega). Il primo con 118
mila euro di rimborsi sotto la lente della magistratura,
il secondo con meno della metà. «Non riusciamo a
capire il motivo, se non che è iniziata la campagna
elettorale», commenterà a caldo il capo dei maroniani
del Pirellone. Più prudente l' atteggiamento del
collega pidiellino: «Da noi ci sono regole che non
consentono comportamenti simili a quelli registrati in
altre Regioni. Poi se ci sono questioni personali da
chiarire, vedremo». Quanto ai rimborsi richiesti,
Valentini osserva come quei 118 mila euro
equivalgano «nei fatti a 23.600 euro di spese di
rappresentanza all' anno e meno di duemila al mese.
Nel pieno rispetto delle normative e dei budget
regionali». L' inchiesta sulle spese dei consiglieri del
Pirellone ha preso il via dalle indagini sui rimborsi
esibiti da Franco Nicoli Cristiani, ex vicepresidente
dell' aula del Pirellone. Ieri però la Guardia di Finanza
è tornata al Pirellone bussando alla porta di tutti gli
altri gruppi consiliari e acquisendo anche in questo
caso scontrini, ricevute e fatture. «Ci auguriamo che
la magistratura faccia rapidamente chiarezza. Siamo
sereni», dicono in coro Luca Gaffuri, Stefano Zamponi
e Chiara Cremonesi, capigruppo rispettivamente di
Pd, Idv e Sel. «E il funzionamento del consiglio
regionale della Lombardia costa lo 0,28% del bilancio
regionale», sottolinea l' attuale presidente Fabrizio
Cecchetti, anche lui leghista, anche lui indagato. Il
Pirellone che verrà prende intanto le distanze dagli
eccessi, veri o presunti, dei consiglieri di oggi. Per
Normativa Enti Locali
Bobo Maroni, candidato governatore della Lega, parla
il plenipotenziario Matteo Salvini: «Con Maroni
presidente nessun abuso sarà tollerato. Verrà
controllato ogni euro speso e verranno dimezzati i
contributi. Se l' inchiesta in corso dovesse accertare
delle responsabilità, chi in passato ha sbagliato sia a
destra che a sinistra dovrà rimborsare tutto con gli
interessi». Anche Gabriele Albertini è durissimo: «I
controlli in corso sono sacrosanti e le ipotesi di
accusa di peculato sono gravi non tanto e non solo
per l' eventuale uso illecito di fondi pubblici, ma
perché esse suonano ancora più odiose in un
momento congiunturale come questo in cui i cittadini
italiani e lombardi sono chiamati a compiere gravi
sacrifici e rinunce per procedere al risanamento
economico». Sul fronte opposto parlano i candidati
governatori del centrosinistra. Attacca Alessandra
Kustermann, «la primaria alle primarie»: «È l'
ennesima prova, della quale non sentivamo
assolutamente il bisogno, della mancanza di valori
che purtroppo si registra all' interno delle istituzioni e
della scarsa o nulla considerazione dei soldi che i
cittadini pagano con le loro tasse». Secondo Umberto
Ambrosoli «l' inchiesta sui rimborsi dei consiglieri
conferma quanto sia necessario vigilare sui
comportamenti degli eletti e della classe dirigente».
A.Se. RIPRODUZIONE RISERVATA.
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La Stampa
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R
14 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 15 DICEMBRE 2012
U
GOVERNO
Commissione bilancio del Senato
LE ULTIME MISURE
Il via libera alla legge di stabilità
è atteso per lunedì, poi toccherà
all’Aula, poi alla Camera e infine
Mario Monti si dimetterà
Gli ammortizzatori
salgono a 1,7 miliardi
Via libera alle ricongiunzioni pensionistiche gratuite, caos Province
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
Il via libera della Commissione Bilancio del Senato alla
legge di stabilità è atteso per
lunedì; poi toccherà all’Aula
di Palazzo Madama, alla Camera e ci saranno le dimissioni di Monti. Nell’ultimo
«tram» legislativo utile il
Parlamento sta infilando tutto quel che può. Cambia la
Tobin Tax, c’è il via libera alle
ricongiunzioni pensionisti-
che a titolo gratuito, e soprattutto arrivano anche più fondi
per gli ammortizzatori sociali
in deroga, visto che gli 800 milioni già previsti sarebbero
inevitabilmente finiti a metà
del prossimo anno. Ora la «dote» sale a 1,7 miliardi, con risorse prese dal fondo produttività e dal «fondo Brunetta»
per i professionisti.
Ma siamo al «rompete le righe»: dopo avere imposto la rinuncia al decreto sulle provin-
ce, ormai i partiti non hanno
più freni. E si accingono a cancellare la pur minima modifica
allo status quo di enti locali
che pure sembravano condannati. Va da sé che toccherà a
noi cittadini sborsare miliardi
come imposte o come debito
per finanziare istituzioni che i
più considerano inutili.
Dopo l’addio al decreto legge che comportava l’accorpamento di 35 province, bisognava a tutti i costi trovare un
veicolo legislativo per sanare
una altrimenti drammatica
contraddizione normativa.
Senza la riforma, infatti, sarebbero entrate in vigore le
norme già approvate a suo
tempo nel decreto SalvaItalia
e nel decreto «spending review». Norme che riducono le
competenze e le risorse delle
province, e ne cancellano gli
organi elettivi. Risultato, si
sarebbe rischiata una paralisi
istituzionale, lasciando incer-
tezza (ad esempio) su chi deve
fare la manutenzione delle
scuole e delle strade.
Ieri il governo ha così presentato in Commissione Bilancio del Senato un emendamento alla legge di stabilità
che «sistema» le questioni
istituzionali, e congela le norme del «SalvaItalia» rinviandone per dodici mesi l’entrata
in vigore. Ma a quanto pare
neanche questo va bene al Pdl
e alla Lega (e sotto sotto ne-
anche al Pd). Che hanno presentato un pacchetto di
emendamenti che mirano a
cancellare completamente gli
effetti del «SalvaItalia», ripristinando le province in tutto il
loro splendore, numero e potenza. Quasi sicuramente il
governo andrà sotto sul suo
emendamento, e visto che
non si pensa a un voto di fiducia su un testo finale scritto
dall’Esecutivo, anche stavolta
le province saranno salvate.
FINANZA
Arriva la Tobin tax
I detrattori continuano a dire che la
tassa sulle transazioni non colpisce o
quasi le banche. La Tobin tax sarà
applicata sulle operazioni finanziarie e azionarie, con due differenti
aliquote (dello 0,1% per le operazioni nei mercati regolamentati e dello 0,2% per le operazioni nei mercati Otc). C’è una
terza aliquota «anti-speculativa», che sarà dello 0,02%. Per le
operazioni sui derivati sarà introdotto un prelievo fisso, che potrà
arrivare fino a 200 euro. Infine, è prevista un’esenzione per le operazioni a
«carattere etico e sociale».
RIFIUTI
Cambia la Tarsu
Dal primo gennaio la vecchia Tarsu
(l’imposta sui rifiuti) si chiamerà «Tares», tassa sui rifiuti e servizi. A inizio
anno si pagherà la prima rata, poi
altre 3 arriveranno ad aprile, luglio
e ottobre). Il versamento della
prima rata, commisurato alla
vecchia Tarsu o Tia, sarà un
acconto, in attesa che i Comuni varino le nuove tariffe. Novità vengono introdotte per
l’individuazione dei metri quadri sui quali calcolare quantità e
qualità dei rifiuti, ma il criterio della superficie catastale sarà applicato
solo dopo la riforma del catasto.
DIPENDENTI PUBBLICI
Stretta sul Tfr
Con un abile trucco, il governo accoglie
la sentenza della Consulta che giudicava illegittima la trattenuta del 2,5%
sulle buste paga per le liquidazioni dei
dipendenti pubblici. Ma trasformando il Tfr in Tfs (trattamento
di fine servizio) eviterà di restituire 3,8 miliardi sottratti dal
2011. E tutte le vertenze legali
già avviate o future per riavere
indietro un «prelievo obbligatorio» definito illegittimo saranno
estinte. La norma inserita nella
legge di stabilità era già prevista in un
decreto legge saltato a causa della fine
del governo Monti.
Normativa Province
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Sab 15/12/2012
La Stampa
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GOVERNO LE ULTIME MISURE.
Gli ammortizzatori salgono a 1,7 miliardi
Via libera alle ricongiunzioni pensionistiche gratuite, caos Province.
Commissione bilancio del Senato Il via libera alla
legge di stabilità è atteso per lunedì, poi toccherà all'
Aula, poi alla Camera e infine Mario Monti si
dimetterà Il via libera della Commissione Bilancio del
Senato alla legge di stabilità è atteso per lunedì; poi
toccherà all' Aula di Palazzo Madama, alla Camera e
ci saranno le dimissioni di Monti. Nell' ultimo «tram»
legislativo utile il Parlamento sta infilando tutto quel
che può. Cambia la Tobin Tax, c' è il via libera alle
ricongiunzioni pensionistiche a titolo gratuito, e
soprattutto arrivano anche più fondi per gli
ammortizzatori sociali in deroga, visto che gli 800
milioni già previsti sarebbero inevitabilmente finiti a
metà del prossimo anno. Ora la «dote» sale a 1,7
miliardi, con risorse prese dal fondo produttività e dal
«fondo Brunetta» per i professionisti. Ma siamo al
«rompete le righe»: dopo avere imposto la rinuncia al
decreto sulle province, ormai i partiti non hanno più
freni. E si accingono a cancellare la pur minima
modifica allo status quo di enti locali che pure
sembravano condannati. Va da sé che toccherà a noi
cittadini sborsare miliardi come imposte o come
debito per finanziare istituzioni che i più considerano
inutili. Dopo l' addio al decreto legge che comportava
l' accorpamento di 35 province, bisognava a tutti i
costi trovare un veicolo legislativo per sanare una
altrimenti drammatica contraddizione normativa.
Senza la riforma, infatti, sarebbero entrate in vigore le
norme già approvate a suo tempo nel decreto
SalvaItalia e nel decreto «spending review». Norme
che riducono le competenze e le risorse delle
province, e ne cancellano gli organi elettivi. Risultato,
si sarebbe rischiata una paralisi istituzionale,
lasciando incertezza (ad esempio) su chi deve fare la
manutenzione delle scuole e delle strade. Ieri il
governo ha così presentato in Commissione Bilancio
del Senato un emendamento alla legge di stabilità
che «sistema» le questioni istituzionali, e congela le
norme del «SalvaItalia» rinviandone per dodici mesi l'
entrata in vigore. Ma a quanto pare neanche questo
va bene al Pdl e alla Lega (e sotto sotto neanche al
Pd). Che hanno presentato un pacchetto di
emendamenti che mirano a cancellare
completamente gli effetti del «SalvaItalia»,
ripristinando le province in tutto il loro splendore,
numero e potenza. Quasi sicuramente il governo
andrà sotto sul suo emendamento, e visto che non si
Normativa Province
pensa a un voto di fiducia su un testo finale scritto
dall' Esecutivo, anche stavolta le province saranno
salvate.
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Il Messaggero
Pagina 49
-MSGR - 20 CITTA - 49 - 15/12/12-N:RCITTA
Cronacadi Roma
UN PUNTO DI FORZA
PER LA VOSTRA SALUTE
13 ºC 10 ºC
Sabato 15
Dicembre 2012
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VIA DOMENICO CHELINI 39
Il Sole Sorge 7,31 Tramonta 16,39
La Luna Sorge 9,10 Cala 19,25
www.bios-spa.it
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Gli uffici della Cronaca sono aperti dalle 11 alle 20, via del Tritone, 152, 00187 Roma T 06/4720224 - 06/4720228 F 06/4720446
Top ten
Il piacere
trasformista
delle melanzane
alla parmigiana
L’evento
Polizia in festa
con il ministro
per il nuovo
calendario
Il caso
Dente a pag. 63
Martinelli a pag. 65
Lazzari a pag. 67
Salone Margherita in vendita
l’amarezza di Marini e Prati
Lo storico tempio del Bagaglino tra gli immobili in dismissione
della Banca d’Italia. Valeria e Pamela: «Speriamo che resti un teatro»
Rifiuti, c’è il super commissario
Il bilancio
dei carabinieri:
meno rapine
`Negli emendamenti del governo alla legge di stabilità nuovi poteri per affrontare l’emergenza
crescono i furti
A fine mese scade la proroga per Malagrotta. Incognita sulla discarica di Monti dell’Ortaccio
`
Nella legge di stabilità, che dovrebbe essere approvata in Parlamento entro il 21 dicembre, ci sono anche tre emendamenti che
consentiranno la nomina di un
super commissario che risolva i
problemi dei rifiuti di Roma ed
eviti che la spazzatura resti per
strada. Il 31 dicembre scade il
mandato del prefetto Goffredo
Sottile, commissario per i rifiuti
che ancora sta ragionando sulla
possibilità di realizzare una discarica provvisoria a Monti dell’Ortaccio, a ridosso di Malagrotta. Ma il suo potere è limitato alla
realizzazione dell’impianto e
l’unico altro atto che potrà firma-
re sarà la proroga di Malagrotta.
Il ministro Clini, prima dell’arrivo del nuovo governo, dovrebbe
nominare un nuovo commissario che si faccia carico dell’emergenza (non è chiaro se sarà sempre Sottile e qualcun altro). Con
quali poteri non è chiaro. In queste ore infatti è in corso un confronto bipartisan, che vede da
una parte il sindaco Gianni Alemanno e dall’altra il Partito democratico per andare a limare
gli emendamenti del governo,
con dei subemendamenti romani che vadano a definire meglio i
poteri del commissario.
Evangelisti a pag. 50 e 51
Sanità nel caos
gli ospedali religiosi
scendono in piazza
Il trasporto all’estero
lo pagano i cittadini
A fine mese scade la proroga
per la discarica di Malagrotta. I
rifiuti non trattati andranno
all’estero: costerà 180mila euro
al giorno. Salasso per i cittadini.
Parlamento
L’intervista
Primarie Pd
con i consiglieri
comunali
Lotito: candidato?
Se mi chiamano
indosserò il saio
Dibattito a Roma sulle
primarie del Pd per decidere
chi correrà per il Parlamento.
I consiglieri comunali
temevano l’esclusione, ma
potranno partecipare perché
la legislatura è all’epilogo.
a pag. 53
Il presidente della Lazio
parla della sua ipotetica
candidatura alla Regione:
«Amo le sfide impossibili,
quando decisi di risanare la
Lazio mi prendevano per
matto, ma ci sono riuscito».
Olivo a pag. 53
Il reportage. Emergenza vandali nel cimitero
Nomentana bis
quattro
chilometri
anti-ingorghi
`Il primario che ha partecipato agli scontri
«Trattano noi medici come malfattori»
Manifestazione di medici e infermieri degli ospedali religiosi. Il giorno precedente c’era
stata la protesta dei dipendenti del gruppo San Raffaele (il
primario che ha partecipato
racconta: «Ci trattano come
malfattori»). Ieri una delegazione dei sindacati che protestava per i tagli agli ospedali
religiosi (i budget del 2012 sono stati ridotti del 7 per cento)
è stata ricevuta al ministero
della Salute. «Abbiamo chiesto di evitare che si creino situazioni come quelle dell’Idi
San Carlo».
a pag. 52
Obiettivo
Champions
Clemente Mimun
i serve una punta in
grado di sostituire
Klose quando il
tedesco è fuori gioco.
Lo ha confermato anche la
partita di Bologna.
a pag. 55
C
Calano le rapine, ma crescono
i furti. Il bilancio di fine anno
dei carabinieri parla chiaro.
Tirano un sospiro di sollievo
le banche con numeri in netto
calo, mentre sale la tensione
per tabaccherie, pompe di
benzina e farmacie, tra gli
obiettivi preferiti dai rapinatori, soprattutto sotto Natale.
Ma c’è un altro dato curioso
tra i numeri, quello che riguarda gli arresti dei cosiddetti
produttori di droga «fai da te»:
sono in aumento. Una settantina le persone arrestate da gennaio a oggi, perché coltivavano marijuana, per rivenderla
ovviamente.
Tagliapietra a pag. 55
IL CASO Uno scorcio del Verano: molte zone sono in stato d’abbandono (Foto TOIATI)
Ladri e degrado, il Verano cade a pezzi
Troili a pag. 59
Inaugurata ieri mattina la Nomentana bis, che collega Tor
Lupara con la periferia est della Capitale, zona Capobianco,
vicino alla Centrale del latte.
L’opera, lunga 4 chilometri, è
costata alla Provincia 20 milioni di euro e permetterà uno
snellimento del traffico dall’hinterland verso il raccordo
anulare. Ne risentirà positivamente la viabilità della via Nomentana, caratterizzata da perenni ingorghi sul territorio
dei comuni di Guidonia e Fonte Nuova, in particolare in
prossimità di Parco Azzurro,
Colleverde e Tor Lupara. Per il
presidente dell’amministrazione provinciale, Nicola Zingaretti, questa strada «permetterà di risparmiare una o due
ore al giorno di traffico».
Bruni a pag. 61
Mauro Evangelisti
Ora i romani invidiano la neve di Milano
VIA DOMENICO CHELINI 39 - ROMA
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#neve a Milano,
#Alemanno chiuderà
le scuole a Roma per non
farsi trovare impreparato
@lucaro252
n inverno fa, quanta nostalgia, l’obbligo delle catene a
bordo e non per essere pronti in caso di rissa. Roma, la
neve, il panico, gli autisti dei bus
fatti partire scientificamente
con le gomme da deserto che alla
prima spruzzata di bianco alla
Balduina ti guardavano desolati
e dicevano: «Scusate, ma dovete
scendere». E tu dovevi percorrere decine di chilometri a piedi
U
con i mocassini per raggiungere
la prima fermata della metropolitana (pensate, a quei tempi funzionava). Un inverno fa, la neve,
la Cassia bloccata e Roma Nord
isolata, come se quel Nord avesse un valore aggiunto, non ancora rapito dalle immagini di innocenti toga party. E quando vedevi i primi fiocchi, scattavi la foto
con il telefonino e annunciavi al
mondo notizie di portata storica
tipo «nevica a Settebagni». Era
febbraio, divenne famoso il sindaco di Roma, il suo berretto
blu, il gelo con i pronostici della
protezione civile, da allora se c’è
qualche nuvolone scuro in cielo
si dichiara lo stato di allarme
universale a Roma perché non si
sa mai. Divenne famoso anche
l’imitatore del sindaco di Roma e
«chiamo esercito» è una frase entrata nella romanità più profonda. Un inverno fa, quanta nostalgia, c’era mezza Italia per due
settimane paralizzata da nevicate senza fine però si parlava solo
di Roma che per due giornate
con qualche fiocco più del solito
era in tilt. Ecco perché, in molti
ieri su Twitter, vedendo la prima
neve a Milano, scrivevano: «Magari nevicasse anche a Roma».
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-TRX IL:15/12/12
01:14-NOTE:RCITTA
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Sab 15/12/2012
Il Messaggero
Pagina 49
Sanità nel caos gli ospedali religiosi scendono in
piazza
Il primario che ha partecipato agli scontri «Trattano
noi medici come malfattori» Manifestazione di medici
e infermieri degli ospedali religiosi. Il giorno
precedente c' era stata la protesta dei dipendenti del
gruppo San Raffaele (il primario che ha partecipato
racconta: «Ci trattano come malfattori»). Ieri una
delegazione dei sindacati che protestava per i tagli
agli ospedali religiosi (i budget del 2012 sono stati
ridotti del 7 per cento) è stata ricevuta al ministero
della Salute. «Abbiamo chiesto di evitare che si creino
situazioni come quelle dell' Idi San Carlo». a pag. 52.
Sindacati
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
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.
Sab 15/12/2012
La Stampa
Pagina 28-29
T1 AL AT BI CN CV NO PR T2 VB VC
LA STAMPA
SABATO 15 DICEMBRE 2012
Economia .29
.
LA HOLDING PIRELLI
A NOVEMBRE NUOVA FLESSIONE DELLE VENDITE NEL 27 PAESI DELL’UE. IL LINGOTTO PERDE IL 12 PER CENTO
L’auto europea perde un altro 10%
Camfin, avanti
con i fondi
media
Marchionne: il 2013 sarà migliore. A Pomigliano 500 euro di più in busta Unicredit
con i Malacalza
TEODORO CHIARELLI
TORINO
Doppio
premio
Sul mercato europeo dell’auto
si abbatte una nuova flessione
a due cifre. A novembre le immatricolazioni nei 27 Paesi Ue
sono scese del 10,1%. Nei primi
undici mesi del 2012, comunica
l’Acea, l’associazione dei costruttori europei, il calo in Europa è stato del 7,2%. Dati negativi per la Fiat, che sconta
ancora una volta il pesantissimo andamento del mercato
italiano: a novembre -12,8%
La Fabbrica
Italia Pomigliano ha
ricevuto la
medaglia
Silver World
class manufactoring di
giugno e il
primo posto
alla Lean
Production di
settembre
I 2.146 lavoratori sono stati
a loro volta
premiati con
500 euro
ciascuno
Il Lingotto smentisce
l’ipotesi di aumento
del capitale: «Abbiamo
10 miliardi in cassa»
per le immatricolazioni e quota di mercato nel Vecchio Continente scesa al 6,1%. Da inizio
anno la flessione delle vendite
del Lingotto è del 15,6%.
Nella top ten di novembre
dei principali costruttori in
Europa continua il testa a testa tra Fiat e Bmw. Il gruppo
torinese è ridisceso in settima
posizione, scavalcato dal concorrente di Monaco che a novembre ha segnato una quota
del 7% e vendite in leggero
progresso (+0,4% a 67.200 unità). Prima in classifica
Volkswagen, seguita da Psa
Peugeot Citroen (-16%), entrambe in calo. Ma la flessione
più accentuata è del terzo
classificato, il gruppo Renault, le cui vendite sono scese del 27,4%. A novembre Fiat
Azienda
ricerca immobile
da condurre in locazione per adibirlo a
propria sede, ubicato nel Comune di Bari.
L’immobile in oggetto deve:
- essere ubicato nel Comune di Bari;
- essere destinato ad uso ufficio;
- avere una superficie di ca. 750 mq,
anche sviluppata su due piani, da
adibire ad uffici; di ca. 160 mq da
adibire ad uso magazzino; di ca.
200 mq ad uso spogliatoio con
annessi servizi igienici, di ca. 450
mq ad uso laboratorio; di ca. 800
mq scoperti ad uso parcheggio.
Le manifestazioni d’interesse dovranno pervenire entro il 31/12/2012 alla casella postale n. 22
c/o Publikompass S.p.A. Via U. Bonino 15/C 98124 Messina, in posta semplice e con la specifica indicazione “Manifestazione d’interesse”.
I SINDACATI
Bistefani,
lunedì scatta
lo sciopero
Crescono i timori dei
sindacati su Bistefani,
azienda dolciaria nota
per i biscotti Krumiri.
Per lunedì è stato proclamato uno sciopero, martedì ci sarà un’assemblea dei 145 lavoratori
per decidere le iniziative. Si è parlato di un interesse da parte di Bauli
che ha però smentito.
1
Global Select Sicav
FUND
COMPARTMENT
CCY
NAV
GLOBAL SELECT
Sub-Fund VIII
USD
1134,4104
GLOBAL SELECT
Sub-Fund XXX
USD
657,9187
GLOBAL SELECT
Sub-Fund XXXI
EUR
634,0163
GLOBAL SELECT
Sub-Fund XXVIII
EUR
1588,6741
GLOBAL SELECT
Sub-Fund L
USD
1048,0355
GLOBAL SELECT
Sub-Fund XLI
USD
1145,1399
GLOBAL SELECT
Sub-Fund XLII
EUR
1162,4895
Funds data as per 12/12/2012
zioni di alcuni media, ha smentito ieri un possibile aumento
di capitale: «Non esiste alcun
progetto al riguardo e non ce
n’è necessità». Concetto ribadito da Marchionne dagli States: «Non ho mai previsto un
aumento di capitale. Si tratta
di speculazioni che hanno avuto effetti negativi sul titolo.
Fiat può acquistare la quota
Veba in Chrysler con altri mezzi. Eserciteremo tutte le call
option da ora al 2016. Abbiamo
10 miliardi di liquidità e continueremo a produrre cassa».
Fatto sta che il titolo Fiat ieri
ha ridotto le perdite solo nel finale, chiudendo a -1,94%, dopo
che durante la seduta era arrivato a sfiorare il -6%.
Regalo di Natale, invece, per i
2.146 dipendenti Fiat di Fabbri-
TORINO
Marco Tronchetti Provera
continua a trattare su due tavoli per il futuro di Camfin: da
una parte con la famiglia Malacalza, grazie all’intervento come «facilitatore» di Unicredit,
dall’altra proseguono ufficialmente «i colloqui in corso» con
Clessidra e Investindustrial
per un eventuale ingresso nelle holding a monte di Pirelli.
«Penso che l’interesse per Pirelli alla fine sia quello di avere
stabilità dell’azionariato ed è
quello che per cui stiamo lavorando», ha commentato l’ad di
Unicredit, Federico Ghizzoni,
a capo di una banca vicina sia
ai Malacalza che a Pirelli.
Ghizzoni spiega di non voler
«commentare operazioni di
questo genere», ma intanto in
Borsa Pirelli è salito dell’1,25%
e Camfin dell’1,45%. A mercati
chiusi è arrivato il comunicato
congiunto della Mtp & C. Sapa,
di Clessidra e Investindustrial
che ufficializzano la prosecuzione delle trattative per un ingresso in Gpi e Camfin da parte dei due fondi, che avevano
un’esclusiva fino al 15 dicembre. Secondo gli osservatori la
partita è solo all’inizio: se davvero i fondi entrassero in forze,
i Malacalza potrebbero trovarsi con una quota di Pirelli di
minoranza, circa il 5%. Ma l’alternativa, cioè l’Opa, viene
sempre ritenuta troppo cara e
rischiosa per Tronchetti. Insomma, trattative avanti an[R.E.]
che sotto Natale.
Questi
e molti altri avvisi
li puoi trovare
anche su internet
Consulta i siti
ASL LECCE
www.legaleentieaste.it
www.lastampa.it
FONDI
SICAV
ha immatricolato oltre 59 mila
vetture. Nei primi undici mesi
dell’anno le registrazioni sono
state quasi 748 mila e la quota si
è attestata al 6,4%. Da mettere
in evidenza, secondo il Lingotto,
i risultati ottenuti nel Regno
Unito, in Svezia e in Germania.
L’amministratore delegato di
Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, intravede, comunque,
qualche segnale positivo. «Il
mercato italiano dell’auto - dice
a New York - sarà in ripresa nel
2013, ma non nel primo trimestre. Molto dipenderà dalle elezioni e da quale governo andrà a
governare. In Italia abbiamo il
30% del mercato e il mercato
italiano è quello che ha più peso
per noi e di questo paghiamo il
prezzo in termini di media».
Il Lingotto, dopo le indiscre-
ca Italia Pomigliano: 500 euro in
più in busta paga a fine mese per
i due premi ricevuti dal Lingotto, la medaglia Silver World
class manufactoring di giugno e
il primo posto alla Lean Production di settembre. Un Natale da
ricordare, dunque, ma anche la
consapevolezza di dover tornare in fabbrica soltanto il prossimo 7 gennaio. La situazione di
mercato, del resto, resta pesantissima, come testimoniano i dati di novembre in Europa.
Con una comunicazione affissa in bacheca, l’amministratore delegato della newco, Sebastiano Garofalo, a un anno
esatto dal lancio ufficiale della
nuova Panda, ha ringraziato i
dipendenti. «Il 2012 per tutti
noi è stato un anno caratterizzato da ansie e sacrifici - ha
scritto - ma anche da grandi
soddisfazioni. Finalmente grazie al vostro lavoro e alla costanza nel perseguire obiettivi
sempre più sfidanti, anche la
miglior concorrenza, oltre che
il managment Fiat, ha riconosciuto i risultati che noi abbiamo raggiunto. Mi riferisco al
conseguimento del Silver Wcm
a giugno, e alla vittoria di settembre nella gara della Lean
Production con oltre 700 siti
produttivi internazionali. Il riconoscimento relativo al Silver
Wcm prevede anche un premio
in denaro di 200 euro. La novità
che ho il piacere di comunicare
è che anche per la vittoria nella
competizione internazionale
Lean Production riceverete un
premio aggiuntivo in denaro di
300 euro. Bravi».
SERVIZIO SANITARIO DELLA PUGLIA
AREA GESTIONE PATRIMONIO
Piazza Bottazzi, 1 - 73100 Lecce - tel. 0832.215111
Fax 0832 215786 - e-mail: [email protected]
ESTRATTO BANDO DI GARA
Questa Azienda, in esecuzione dalla deliberazione n. 1970 del 28/11/2012 indice
gara per la fornitura triennale di “SIERI E
VACCINI” mediante “procedura aperta”
ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs. 163/2006
- CIG n 4752883B1E. - Durata della fornitura 36 mesi (+180 giorni) Importo presunto per tutta la durata dell’appalto Euro
22.400.000,00 (Ventiduemilioniquattrocentomila) oltre IVA. Aggiudicazione al prezzo
più basso ex art. 82 D.Lgs. 163/2006. Data
ultima di presentazione delle offerte: ore
13,00 del 29/01/2013. Data di apertura
delle buste in seduta pubblica: ore 10,00
del 31/01/2013. La documentazione di gara
è scaricabile dal sito www.sanita.puglia.it
Responsabile del procedimento: Dott.ssa
Ermelinda Montesano (Tel. 0832/215827
- 215664). Eventuali richieste di chiarimenti potranno essere inviate per
fax al n. 0832/215786 o per E-mail:
[email protected]. Il bando è trasmesso alla G.U.U.E. in data 03/12/2012.
le domeniche
di dicembre
aperti
tutti i negozi*
dalle 9 alle 20
*Stezzano (BG) dalle 9 alle 21
IL DIRETTORE GENERALE
Dott. Valdo Mellone
Per la pubblicità su:
Via G.G. Winckelmann, 1 - 20146 MILANO Tel. 02.244.24.611 - Fax 02.244.244.90
Via Lugaro, 15 - 10126 TORINO Tel. 011.666.52.11 - Fax 011.666.53.00
Sindacati
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Sab 15/12/2012
La Stampa
Pagina 28-29
I SINDACATI.
Bistefani, lunedì scatta lo sciopero
Crescono i timori dei sindacati su Bistefani, azienda
dolciaria nota per i biscotti Krumiri. Per lunedì è stato
proclamato uno sciopero, martedì ci sarà un'
assemblea dei 145 lavoratori per decidere le
iniziative. Si è parlato di un interesse da parte di Bauli
che ha però smentito.
Sindacati
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Sab 15/12/2012
2
MI
Corriere della Sera
Cronaca di Milano
Pagina 2
Sabato 15 Dicembre 2012 Corriere della Sera
Trasporti Nella notte dovrebbe tornare in funzione il vecchio sistema
Trenord, ancora caos
Piano per gli indennizzi
Disagi anche per il maltempo. Domani sciopero dell’Orsa
La vicenda
Il software
Nuovo orario
Primi problemi
all’esordio
In questo inizio dicembre il
nuovo orario invernale debutta
insieme al nuovo software Goal
rail prodotto dalla spagnola
Goal System: come sempre si
comincia di domenica per avere
un giorno di «morbida», ma la
situazione è da subito molto
difficile: oltre duecento i treni
cancellati. Alle 8 del mattino va
in tilt, ma per il gelo, anche la
nuova linea Saronno-Seregno
Lunedì
La carica
dei 700 mila
allo sbando
«Paura della neve? Ma perché mai? La confusione è già
troppo grande perché il maltempo la faccia aumentare».
Hanno avuto ragione i viaggiatori che ieri mattina avevano
fatto questa previsione per la
giornata. E del resto l’assessore regionale Andrea Gilardoni,
che ha fatto un giro di ricognizione tra le sale operative di
Cadorna e Lambrate nel primo
pomeriggio, l’aveva detto l’altra sera: «Il massimo impegno, vicinanza a pendolari e lavoratori, ma non siamo in condizione di dire quando finirà».
Qualcuno, chi poteva farlo,
ieri ha rinunciato a muoversi,
ma il rosario di ritardi e soppressioni non è cambiato in
questa quinta giornata di viaggi — le corse dei treni lombardi sono 2.300 ogni 24 ore lungo 1.900 chilometri di rete
— governati praticamente a vi-
sta: Goal rail, il nuovo (per Trenord) software cui da domenica scorsa erano affidati turni
del personale e composizioni
di macchina, ha fatto cilecca
per mancanza di sperimentazione. Risultato: oltre trecento
convogli soppressi e ritardi a
catena («abbiamo 51’ di ritardo e siamo solo a Tavazzano»
fa sapere Alessia dal Milano-Cremona partito alle 17.51
da Centrale). E poi: guasti per
mancata manutenzione, pantografi che non si alzano a causa
del gelo, perché la programmazioni non è stata possibile.
La riunione dei sindacati
con l’assessore regionale, prevista alle 13, è stata cancellata.
Orsa conferma lo sciopero programmato fra le 3 di domenica e le 2 di lunedì: «Lo facciamo perché non hanno voluto,
neppure le altre sigle, fare il referendum sul nuovo contrat-
In attesa
I pendolari
lombardi,
messi a dura
prova in questi
giorni, sono
praticamente
raddoppiati:
dai 350 mila
del 2005, ora
sono circa
700 mila
to. Lo facciamo in modo da
non danneggiare i pendolari
perché vogliamo ripristinare
regole democratiche», dice il
segretario lombardo Antonino
Costa. Fit-Cisl dissente: «Fanno del male anche ai lavoratori» sottolinea Leonardo Graziano. E aggiunge il segretario re-
A casa
Qualcuno, chi poteva
farlo, ieri ha rinunciato
a muoversi. Trecento i
convogli soppressi
gionale Francesco Ferrante:
«Bisogna lavorare perché Trenord torni all’efficienza. Dieci
giorni fa era una realtà di eccellenza, un modello. Quanto al
referendum sul contratto, è come se fosse stato fatto: 3 mila
dei 4 mila lavoratori di Trenord hanno accettato il siste-
ma di welfare aziendale introdotto dal nuovo contratto».
Dalla Cgil la segretaria lombarda Fulvia Colombini sollecita
un nuovo appuntamento in
Regione per avere «un piano
chiaro e da divulgare a tutti i
pendolari sulle misure e la
tempistica entro la quale si
prevede il ritorno alla normalità, l’entità e la data entro la
quale sarà versato il risarcimento che ripaghi i viaggiatori almeno del danno economico». Trenord annuncia l’avvio
del calcolo degli indennizzi; le
associazioni del consumatori
chiedono un bonus straordinario e un tavolo di confronto, altrimenti passeranno alle vie legali.
Nella notte tra oggi e domani dovrebbe tornare in funzione il vecchio sistema, Veste: la
task force informatica lavora
senza interruzione. E lo stesso, con in mano i loro ordini
di servizio scritti a mano, fanno i ferrovieri chiamati a
un’emergenza tanto grande
che, proprio come dicono i
pendolari, neppure la neve e il
gelo possono ingrandire.
Laura Guardini
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Maltempo Incidenti calati di oltre la metà. Strade pulite, mezzi pubblici senza problemi
Milano regge all’«urto» neve
Cinque macchinisti per guidare
un solo treno, oppure treni
carichi di passeggeri e pronti a
partire ma in inutile attesa di un
macchinista. Ancora un
10-15% di soppressione (le
corse giornaliere sono 2.300);
l’ad di Trenord, Giuseppe Biesuz,
chiede scusa ma i sindacati
denunciano: «Quel sistema non
era stato testato a dovere: lo
fanno sulla pelle dei pendolari»
Martedì
Unica soluzione:
reinstallare
il vecchio Veste
Mentre l’arresto di Biesuz (per il
dissesto di un’azienda che non ha
a che vedere con le ferrovie)
coglie tutti di sorpresa, si fa strada
il «piano B»: tornare a Veste, il
sistema che ha gestito turni e
composizioni fino a domenica. La
task force informatica continua a
lavorare, mentre anche i ferrovieri
hanno turni di 24 ore: domenica
16 si riparte da zero
Sindacati
Cade la neve e non cade Milano. Il che, dopo le brutte figure
degli scorsi anni, è già una bella vittoria. Vietato montarsi la
testa però: dopo i primi fiocchi
scesi tra la notte di giovedì e ieri (oltre 13 centimetri misurati
nel pomeriggio dall’Osservatorio meteorologico Milano-Duomo), stanotte e oggi le precipitazioni potrebbero riprendere.
E fra strade e marciapiedi ci
dovrebbe essere più gente rispetto a ieri. È il penultimo
weekend per lo shopping nata-
lizio; comunque Milano era davvero vuota e sarà difficile far
peggio. Prendiamo uno dei pochi rilevatori a disposizione: gli
ingressi nell’Area C, rimasta attiva. Se venerdì scorso dalle
7.30 alle 14.30 gli ingressi erano stati 70 mila, ieri nel medesimo lasso di tempo sono stati
quasi 53 mila. Nonostante gli attacchi del centrodestra, che ha
parlato di situazioni critiche in
più di un quartiere, Milano sembra aver retto. Efficace il piano
scattato da subito: già intorno
Gli spalatori A partire dalle 4 e per tutta la mattinata di
ieri l’Amsa ha impiegato 600 uomini per spalare la neve
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alle due della notte di giovedì i
mezzi spargisale pattugliavano
Milano. A partire dalle 4 e per
tutta la mattinata di ieri erano
stati attivati per le operazioni
600 uomini dell’Amsa. Soddisfazione in Comune per l’appello
raccolto dai milanesi a non usare la macchina (in calo di oltre
la metà gli incidenti). Certo,
non è mancato il boom di chiamate al 118, chi è scivolato e
chi ha perso l’equilibrio. Qualcuno l’equilibrio è riuscito a tenerlo anche in sella: come i 350
«gladiatori» che hanno usufruito del bike sharing. Per chiudere, le previsioni: altri fiocchi attesi per oggi; sempre giù le temperature, per la sofferenza dei
clochard. Centri d’accoglienza
già a pieno regime: ospitano
1.600 persone. Brutte notizie
dal fronte economico: a Milano
e in Brianza secondo la Camera
di commercio la neve (dipendenti a casa e camion dei rifornimenti bloccati) è costata alle
imprese 85 milioni di euro.
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Sab 15/12/2012
Corriere della Sera
Pagina 2
Lunedì.
La carica dei 700 mila allo sbando
Cinque macchinisti per guidare un solo treno, oppure
treni carichi di passeggeri e pronti a partire ma in
inutile attesa di un macchinista. Ancora un 10-15% di
soppressione (le corse giornaliere sono 2.300); l' ad di
Trenord, Giuseppe Biesuz, chiede scusa ma i
sindacati denunciano: «Quel sistema non era stato
testato a dovere: lo fanno sulla pelle dei pendolari»
Sindacati
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Sabato, 15/12/2012 09:41 - Dirpuglia sindacati dirigenti quadri