PIANO DI AUTOCONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 26 maggio 1997, n.155: n.155 CIRCOLO_________________________________________ VIA _________________ N._______COMUNE______________ Responsabile del piano di autocontrollo: ___________________________ Redazione del:__________________ 1 ALCUNE DEFINIZIONI IMPORTANTI 1. pericolo presenza nell’alimento di un agente biologico, chimico o fisico che può causare effetti sanitari sfavorevoli. I pericoli possono essere classificati in 3 tipologie principali: microbiologico: (es. batteri di vario genere e/o loro tossine, virus, muffe, etc) chimico: es. residui di prodotti fitosanitari, antibiotici, residui di detergenti, etc. fisico: es. ossa, lische, semi, gusci, noccioli, insetti infestanti, legno, vetro, etc 2. rischio: la probabilità che il pericolo sia presente; 3. gravità: l’importanza clinica del pericolo; 4. misure preventive: sono le operazioni che si compiono per eliminare o rendere minimo un pericolo (per esempio: controllo regolarmente la temperatura di conservazione per evitare il pericolo della moltiplicazione dei batteri; oppure eseguo regolarmente la sanificazione delle superfici per evitare il pericolo della contaminazione crociata; etc) 5. analisi del pericolo: consiste nell’identificare i pericoli, nel capire se vi sono possibili pericoli di tipo microbiologico o chimico o fisico. Naturalmente per ogni pericolo va attuata una misura preventiva per eliminarlo. PREMESSE Il piano di autocontrollo è il programma (scritto) con cui un esercente identifica i pericoli igienico-sanitari legati nella propria produzione e informa su quali sono le misure preventive messe in atto per eliminarli (o, quantomeno, per renderli minimi). Il piano di autocontrollo ha l’obiettivo di eliminare i pericoli (per es. la moltiplicazione di microrganismi per conservazione a temperatura non adeguata) attraverso la corretta gestione di misure preventive che ne consentono l’annullamento (per es. conservo a temperatura non superiore a + 4°C per evitare che i microrganismi si moltiplichino). Fra le misure preventive alcune sono spesso particolarmente importanti al fine della prevenzione del pericolo (si pensi, per esempio, all’importanza del rispetto delle temperature di conservazione e di trasporto, alla cottura, alla conservazione a temperatura superiore a +65°C, alla sanificazione, etc): il piano solitamente identificherà fra di esse quella o quelle la cui esecuzione dovrà essere effettuata regolarmente secondo precise modalità e frequenze. Queste misure preventive decisive per annullare il pericolo (e chiamate punti critici di controllo o CCP) verranno sottoposte a monitoraggio sistematico per avere la certezza che nessun prodotto considerato non conforme prosegua nel ciclo produttivo (per es. controllo la temperatura di conservazione del frigorifero tutti i giorni e la registro su di un’apposita scheda per documentare che l’operazione viene realmente eseguita). Questo controllo o monitoraggio sistematico permette, quando si presenta un problema (per es. riscontro che la temperatura del frigorifero non è adeguata), di interrompere immediatamente la prosecuzione dell’alimento lungo la filiera produttiva e, quindi, evitare la distribuzione di un alimento igienicamente non sicuro. Le misure preventive devono essere descritte in un apposito “ manuale di buone pratiche” ; nel “ piano di autocontrollo” , invece, vengono dettagliate quella o quelle che, per la loro importanza nel contrastare il pericolo, sono considerate punti critici di controllo. Tutte le misure preventive devono essere scrupolosamente rispettate. 2 1. CAMPO DI APPLICAZIONE DEL PIANO E DESTINAZIONE DEL PRODOTTO Il campo di applicazione è costituito dall’intero distribuzione, del* processo produttivo alimentare, dal ricevimento alla - servizio di somministrazione alimenti e bevande (bar) interno al circolo; - servizio di ristorazione interno al circolo; - servizio bar e ristorazione interno al circolo. Il bar/ristorante del circolo produce gli alimenti e/o i pasti con i seguenti tipi di legame**: legame assembla-servi (es. per panini, tartine, antipasti, insalate, etc.); legame cuoci-servi (per i prodotti cotti con somministrazione immediata); legame fresco-caldo (per i prodotti cotti con servizio differito fino a 4 ore); legame refrigerato (per i prodotti cotti, poi refrigerati e successivamente riscaldati prima della somministrazione); legame congelato (per i prodotti cotti, poi congelati e successivamente riscaldati prima della somministrazione). I pasti sono destinati alle seguenti categorie di utenti: soci del circolo. * Indicare con una crocetta il servizio offerto dal circolo ** Indicare con una crocetta il, o i, tipi di legame utilizzati nella produzione. 3 2. DIAGRAMMA DI FLUSSO I processi produttivi del servizio bar/ristorante sono imperniati sui seguenti legami identificati da apposita crocetta (X): ASSEMBLA-SERVI CUOCI-SERVI FRESCO-CALDO REFRIGERATO CONGELATO Approvvigionamento ê Preparazione (mondatura, lavaggio, assemblaggio) ê Approvvigionamento ê Preparazione Approvvigionamento ê Preparazione Approvvigionamento ê Preparazione Approvvigionamento ê Preparazione ê Cottura (T>+70°C per almeno 27’ al cuore del prodotto) ê ê Cottura (T>+70°C per almeno 27’ al cuore del prodotto) ê Mantenimento in caldo (T>+65°C per almeno 5’) ê Porzionamento ê ê Cottura (T>+70°C per almeno 27’ al cuore del prodotto) ê Raffreddamento (t<1h da +80°C a ≤+4°C) e conservazione al freddo (T≤+4°C) ê Conservazione al freddo [T fra 0°C e +4°C (o fra 0°C e +2°C a seconda dei prodotti)] ê Porzionamento ê ê Distribuzione e trasporto (eventuale) ê Servizio ê Riscaldamento (T>+65°C per almeno 5’) ê Distribuzione e trasporto (eventuale) ê Servizio ê Cottura (T>+70°C per almeno 27’ al cuore del prodotto) ê Congelamento (t<1h da +80°C a ≤18°C) e conservazione al freddo (T≤-18°C) ê Scongelamento (a temp fra 0°C e +4°C oppure con forno a microonde) ê Porzionamento ê Conservazione al freddo [T fra 0°C e +4°C (o fra 0°C e +2°C a seconda dei prodotti)] ê Riscaldamento (T>+65°C per almeno 5’) ê Distribuzione e trasporto (eventuale) ê Servizio ê ê Porzionamento ê ê Servizio ê Porzionamento ê ê Servizio * In caso di solo servizio bar ci si soffermerà sul solo legame “ assembla-servi” . 4 3. ANALISI (=IDENTIFICAZIONE) QUANTITATIVA DEL PERICOLO RELATIVO ALLE TRE PRINCIPALI FONTI DI CONTAMINAZIONE: ALIMENTI, AMBIENTE E PERSONALE. CORRELAZIONE FRA I PERICOLI E LE MISURE PREVENTIVE. IDENTIFICAZIONE, NELL’AMBITO DELLE MISURE PREVENTIVE (CP), DI QUELLE LA CUI REALIZZAZIONE DOVRA’ DIVENIRE OGGETTIVA (CCP) Nella sottostante tabella è presentata una correlazione fra le fasi del processo produttivo (intese come raggruppamenti di procedure omogenee), i pericoli ad esse collegabili e le misure preventive che, se attuate, permetterebbero di eliminare o, almeno, ridurre i pericoli. Nella tabella, inoltre, vengono individuate le misure preventive identificate come punti critici di controllo (operazioni che permettono di annullare un pericolo quantitativamente importante e che devono essere condotte secondo la metodologia HACCP). Alle misure preventive individuate come punti critici di controllo nel presente piano, deve venire apposta la sigla CCP nell’ultima colonna*. FASI DEL SIGNIFICATO IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLO PROCESSO DELLA FASE ricevimento il momento della • contaminazione primaria da pericoli accettazione e biologici, fisici e chimici dello scarico • prodotto non conforme al capitolato delle matrici e dei prodotti MISURE PREVENTIVE • • • • • • • conservazio immagazziname • nto e ne conservazione delle merci • contaminazione secondaria da scarsa igiene automezzo e contenitori e da inadeguate modalità di carico moltiplicazione da trasporto a temperatura non adeguata • contaminazione secondaria (da ambiente, da utensili, da inadeguate modalità di scarico, da operatori) contaminazione crociata (da ambiente, da utensili, da inadeguate modalità di conservazione, da infestazioni, da operatori) moltiplicazione da mancato rispetto delle temperature di conservazione • • • • • • le • preparazion tutte manipolazioni e del cibo (lavaggio, sbucciatura, taglio, macinazione, etc) prima della cottura o della porzionatura • contaminazione crociata (da ingredienti, da operatori, da utensili) • • • moltiplicazione (tempi lunghi) • • • alterazioni visibili • CCP criteri del capitolato ispezione merci in entrata (etichette, confezioni, caratteri organolettici) valutazione sensoriale dello stato di freschezza del prodotto test rappresentativi (microbiologici, chimici, etc.) ispezione mezzi di trasporto e contenitori valutazione tempo/temperatura d’arrivo corretta gestione dello scarico adeguate condizioni igieniche degli ambienti adeguate modalità di conservazione valutazione tempo/temperatura di conservazione controllo periodo di conservaz. sanificazione attrezzature igiene personale evitare incroci tempo di lavorazione minimizzato controllo temperatura ed umidità ambientale accurata osservazione dei prodotti in lavorazione 5 cottura qualsiasi • trattamento a caldo applicato per tempi/Temp. adeguati sopravvivenza • conservazio ne al caldo dei piatti pronti mantenimento • al caldo dei piatti in distribuzione da consumare caldi • contaminazione crociata (da ingredienti, da operatori, da utensili) • moltiplicazione da conservazione a temperatura non adeguata • raggiungimento • e mantenimento della temperatura di refrigerazione contaminazione crociata (da ingredienti, da operatori, da utensili) • • moltiplicazione da conservazione a temperatura non adeguata conservazio ne a temperatur a di refrigerazio ne di piatti pronti • • • • riscaldame nto riscaldamento • degli alimenti refrigerati da consumare caldi • contaminazione crociata (da ingredienti, da operatori, da utensili) • • sopravvivenza e moltiplicazione • • scongelam ento aumenta la • Temp. sopra il punto di cong. • porzioname suddivisione dosi nto confeziona mento in • distribuzion raggiungimento e o luogo consumo trasporto contaminazione crociata (da ingredienti, da operatori, da utensili) • • moltiplicazione • contaminazione • • • • moltiplicazione contaminazione • • • moltiplicazione • relazione tempo/Temp (almeno 70°C al cuore per 27 min per abbattere, in modo giudicato adeguato, i batteri in forma vegetativa presenti nella concentrazione ipotizzata) attuazione di corrette procedure di lavorazione igiene degli ambienti, delle attrezzature e delle persone relazione tempo/Temp. (>65°C per tutto il periodo) attuazione di corrette procedure di lavorazione igiene degli ambienti e delle persone rapidità del processo (raggiungimento di +7°C entro 60’) relazione tempo/Temp. (4°C per 24h) attuazione di corrette procedure di lavorazione igiene degli ambienti, delle attrezzature, degli utensili e delle persone rapidità del processo (raggiungimento di +65°C entro 10’) relazione tempo/Temp. (>65°C per tutto il periodo) attuazione di corrette procedure di lavorazione igiene degli ambienti, delle attrezzature, degli utensili e delle persone relazione tempo/Temp. (es.: raggiungimento in tempi ridotti e mantenimento di 4°C; scongelamento a temperatura di refrigerazione ) attuazione di corrette procedure di lavorazione igiene degli ambienti e delle persone tempi ridotti utilizzo per il trasporto di adeguati contenitori puliti e protetti relazione tempo/Temp. (65°C o, a seconda dell’alimento, 4°C per tutto il periodo di distribuzione) 6 servizio conferimento al • piatto • contaminazione • attuazione di corrette procedure di lavorazione igiene degli ambienti, delle attrezzature, degli utensili e delle persone * Nel caso del solo servizio bar i punti critici, a cui apporre la sigla CCP, saranno esclusivamente: l’ispezione delle merci in entrata, nella fase del ricevimento; la valutazione tempo/temperature di conservazione, nella fase di conservazione; la sanificazione delle attrezzature e l’igiene personale nella fase di preparazione. 4. FASI DEL PROCESSO IN CUI, NEL PRESENTE PIANO, IL CONTROLLO DEL PERICOLO AVVIENE CON L’IDENTIFICAZIONE E LA GESTIONE DI UN PUNTO CRITICO DI CONTROLLO. Nel presente piano di autocontrollo le misure preventive che verranno gestite mediante un punto critico di controllo sono quelle identificate da apposita crocetta (X): CCP data di attivazione del monitoraggio APPROVVIGIONAMENTO (o RICEVIMENTO) DELLE MERCI CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI REFRIGERATI COTTURA (*) MANTENIMENTO AL CALDO ABBATTIMENTO DELLA TEMPERATURA (**) (*)=il monitoraggio (così come è stato previsto nel seguente piano) può essere eseguito solo nei ristoranti in cui sia presente un forno di cottura dotato di termometro a sonda; (**)=il monitoraggio può essere eseguito solamente dove sia presente un abbattitore di temperatura. NOTA Nelle pagine successive vengono presentate le caratteristiche fondamentali di ogni CCP prescelto nel presente piano di autocontrollo: 1) DOCUMENTAZIONE; 2) MONITORAGGIO; 3) LIMITI CRITICI (VALORI DI ACCETTABILITA’); 4) MISURE CORRETTIVE; 5) IDENTIFICAZIONE DELL’OPERATORE RESPONSABILE 7 CCP: APPROVVIGIONAMENTO/RICEVIMENTO DELLE MERCI: approvvigionamento/ricevimento: scheda per documentare il monitoraggio e le eventuali misure correttive Data di consegna: ____________ Ora di consegna:___________ Addetto al ritiro: ___________________ ddT n._______________del_________________ n° operazione 1 Condizioni di trasporto 2 Temperatura degli alimenti (**) ___________________ ___________________ ___________________ 3 4 Integrità della confezione o del preincarto Data di scadenza 5 Esame organolettico esito (*) regolare non regolare ______ ______ ______ annotazioni inerenti gli aspetti non regolari della consegna ______ ______ ______ (*)= ad eccezione della temperatura (il cui valore, per ogni alimento esaminato e specificato, deve essere espressa in °C), le altre risposte vanno espresse barrando con una X la voce nella colonna che interessa. (**)= nella tabella deve essere specificata la tipologia degli alimenti monitorati e la relativa temperatura espressa in °C. Misure correttive adottate:________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ L’addetto al ritiro: __________________________ (firma) 8 approvvigionamento : modalità di monitoraggio, limiti critici e misure correttive Il monitoraggio deve essere sempre effettuato al momento della consegna delle seguenti merci: carni fresche, congelati e surgelati, ortofrutticoli, latticini. 1 2 3 4 5 OPERAZIONE MONITORAGGIO verifica condizioni ad ogni scarico l’addetto deve verificare, osservando il contenuto del vano di di trasporto carico, se: esistono situazioni di promiscuità: • fra alimenti sfusi di diversa tipologia (es. carni appese e verdure); • fra alimenti che devono essere conservati a temperature di conservazione differenziate (es. alimenti refrigerati con alimenti congelati e/o surgelati) misura della la temperatura deve essere sempre misurata nel caso di alimenti refrigerati o temperatura congelati o surgelati, con particolare dell’alimento attenzione per le carni. La temperatura deve essere misurata con il termometro a sonda in dotazione e va rilevata su almeno due confezioni: alimenti freschi: la temperatura si misura al cuore del prodotto. alimenti congelati: la temperatura si misura in superficie tra due confezioni integrità delle la verifica visiva dell’integrità sia delle confezioni che dei preincarti va effettuata confezioni/ su più confezioni scegliendole con preincarto casualità e comunque verificandone sempre alcune di quelle interne LIMITI CRITICI AZIONI CORRETTIVE sono inaccettabili le la marce viene rifiutata seguenti situazioni: • promiscuità fra alimenti sfusi di diversa tipologia (es. carni appese e verdure); • promiscuità fra alimenti refrigerati e congelati i limiti critici sono rappresentati dai valori massimi di temperatura ammessi, dall’allegato C del D.P.R. 327/80 (vedi tabelle allegate), per le operazioni di carico e scarico. se la temperatura supera il valore massimo consentito, dall’allegato C del D.P.R. 327/80, per le operazioni di carico e scarico, l’intero carico di prodotti refrigerati (o congelati) viene rifiutato. le confezioni devono essere integre, non deformate, non rigonfie. Il materiale plastico dei “ sottovuoto” deve essere aderente al contenuto I preincarti non devono essere bagnati o insanguinati La scadenza dei altri controllo della verifica della data di scadenza prodotti deve essere data di scadenza compatibile con i tempi di utilizzo del prodotto verifica a campione delle caratteristiche Odore, aspetto e esame organolettiche: in particolare l’odore, colore tipici. organolettico l’aspetto e il colore degli alimenti preincartati deve essere quello proprio delle merci di buona qualità igienica rifiuto delle singole confezioni al di fuori dei limiti critici e dei singoli preincarti bagnati o insanguinati rifiuto delle merci rifiutare il prodotto quando l’odore, l’aspetto e il colore non sono o comunque non sembrano tipici. 9 TABELLE riportanti i valori di temperatura desunti dall’Allegato C del DPR 26 marzo 1980, n.327 Parte I: condizioni di temperatura che debbono essere rispettate durante il trasporto delle sostanze alimentari congelate e surgelate SOSTANZE ALIMENTARI CONGELATE E SURGELATE prodotti della pesca congelati o surgelati altre sostanze alimentari surgelate carni congelate tutte le altre sostanze alimentari congelate temperatura massima (in °C) temperatura massima (in °C) che deve essere rispettata al tollerabile se il vettore ha effettuato precedenti scarichi momento del 1° scarico (distribuzione frazionata) -18 -15°C -18 -15°C -10 -7°C -10 -7°C Parte II: elenco delle condizioni di temperatura che debbono essere rispettate durante il trasporto di determinate sostanze alimentari non congelate né surgelate temperatura massima (in °C) temperatura massima (in °C) SOSTANZE ALIMENTARI REFRIGERATE che deve essere rispettata al tollerabile se il vettore ha effettuato precedenti scarichi momento del 1° scarico (distribuzione frazionata) latte pastorizzato in confezioni da 0°C a +4°C +9°C da 0°C a +4°C panna o crema di latte prodotti lattiero-caseari (latti fermentati, pastorizzate: +9°C panna o crema di latte, formaggi freschi, ricotta: +9°C ricotta) yogurt: +14°C formaggi freschi prodotti con latte pastorizzato: +14°C burro e burro concentrato (anidro) da 1°C a +6°C burro prodotto con crema di latte pastorizzata: +14°C prodotti della pesca freschi (da trasportare da 0°C a +4°C / sempre sotto ghiaccio) carni da -1°C a +7°C +10°C pollame e conigli (carni avicunicole) da -1°C a +4°C +8°C 10 CCP: CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI REFRIGERATI: conservazione dei prodotti refrigerati: scheda per documentare il monitoraggio e le eventuali misure correttive Anno:_________ Mese di: _______________________ 1° quindicina Data frigorifero 1: temp in °C frigorifero 2: temp in °C congelatore: temp in °C altro* separazione e (specificare): protezione merci (si:regolare; no:irregoalre) nome e cognome dell’addetto firma 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 (*)=es. banco espositore refrigerato Misure correttive adottate (indicare il giorno cui ci si riferisce):___________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ L’addetto al monitoraggio: _____________________ (firma) 11 conservazione dei prodotti refrigerati: scheda per documentare il monitoraggio e le eventuali misure correttive Anno:_________ Mese di: _______________________ 2° quindicina Data frigorifero 1: temp in °C frigorifero 2: temp in °C congelatore: temp in °C altro* separazione e (specificare): protezione merci (si:regolare; no:irregoalre) nome e cognome dell’addetto firma 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 (*)=es. banco espositore refrigerato Misure correttive adottate (indicare il giorno cui ci si riferisce):_____________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ L’addetto al monitoraggio: _____________________ (firma) 12 conservazione dei prodotti refrigerati: modalità di monitoraggio, limiti critici e misure correttive (deve essere compilata giornalmente, al mattino, all’inizio del turno di lavoro) 1) frigoriferi OPERAZIONE temperatura del frigorifero Separazione/ protezione MONITORAGGIO LIMITI CRITICI rilevazione giornaliera, all’inizio del turno, della temperatura indicata dal termometro del frigorifero la temperatura non deve essere superiore a +4°C e non deve essere inferiore a -1°C. La temperatura non deve essere superiore a +2°C nel caso siano presenti: • carni macinate; • carni di pezzatura inferiore a 100 g; • piatti precucinati a base di pesci o crostacei. occorre rilevare che le diverse matrici alimentari sfuse (carni rosse, carni bianche, uova, latticini, verdure) siano conservate in frigoriferi distinti oppure, a seconda dei casi, su ripiani o in comparti distinti del frigorifero. Gli alimenti sfusi devono essere adeguatamente protetti con polietilene, coperchi, etc. AZIONI CORRETTIVE Identificare la causa del rialzo termico e intervenire perchè venga immediatamente rimossa. Se ciò non è possibile telefonare alla ditta manutentrice. Controllare la temperatura al cuore di diverse confezioni, con particolare riguardo a quelle con ridotti spessori. Se la temperatura del pollame (misurata con termometro a sonda), al cuore di una fesa di tacchino o di pollo e max +8°C, il prodotto va rapidamente portato alla corretta temperatura e utilizzato in giornata. Se è superiore il prodoto deve essere eliminato. Se la temperatura media al cuore delle carni bovine e suine è max +10°C, il prodotto va rapidamente portato alla corretta temperatura. Se è superiore viene informato il SV; al contempo, la temperatura viene rapidamente diminuita e l’utilizzo rimane sospeso. Controllare la temperatura dei prodotti più deperibili (mozzarella, stracchino, ricotta, caciotta e simili). Se la temperatura è max +10°C, il prodotto va rapidamente portato alla corretta temperatura. Se è superiore i prodotti più deperibili vanno eliminati. non è accettabile la ripristinare la corretta separazione e protezione delle presenza di prodotti sfusi matrici. di diversa matrice sullo stesso ripiano o nel medesimo scomparto. Non è accettabile la presenza di alimenti sfusi privi di protezione. 2) congelatore OPERAZIONE temperatura MONITORAGGIO LIMITI CRITICI rilevazione giornaliera, La temperatura non deve all’inizio del turno, della essere superiore a -18°C temperatura indicata dal termometro del congelatore. AZIONI CORRETTIVE Se non è possibile rimuovere l’inconveniente, avvisare immediatamente la ditta manutentrice Identificare la causa del rialzo termico e intervenire perchè venga immediatamente rimossa. Controllare la temperatura dei prodotti conservati. Se la temperatura è max -5°C, il prodotto va rapidamente portato alla corretta temperatura e va programmato l’utilizzo entro 7 giorni. Se la temperatura è max -1°C il prodotto va rapidamente portato alla corretta temperatura e va programmato l’utilizzo entro 3 giorni. Se la temperatura è superiore a -1°C il prodotto va eliminato. 13 CCP: COTTURA COTTURA: scheda per documentare il monitoraggio e le eventuali misure correttive Data:_________ Addetto al monitoraggio: _______________________ tipo di alimento orario in cui viene orario in cui viene raggiunta o estratto il superata la prodotto da forno* temperatura di 75°C al cuore (*)=come dettagliato nelle norme di monitoraggio, l’alimento può essere estratto dal forno solamente se la temperatura al cuore si è mantenuta superiore o almeno pari a 75°C per almeno 30 minuti. Misure correttive adottate:________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ L’addetto al monitoraggio:_______________ (firma) 14 cottura: modalità di monitoraggio, limiti critici e misure correttive Il monitoraggio va attuato per tutti gli alimenti che vengono sottoposti a cottura in forno sia con legame fresco-caldo che con legame fresco-refrigerato. La presente scheda non viene compilata per gli alimenti liquidi sottoposti a bollitura e per gli alimenti che vengano sottoposti a cottura mediante bollitura o per quelli per cui è espressamente prevista una cottura solo parziale (=roast-beef). Non viene compilata nemmeno per la cottura alla piastra (che è strettamente riservata alle sole fettine di carne). Si precisa che tutti gli alimenti solidi (compresi i formulati tipo hamburger) sono cotti nell’apposito forno dotato di sonda per la misura della temperatura interna dell’alimento. OPERAZIONE temperatura dell’alimento all’uscita MONITORAGGIO il termometro a sonda, inserito (all’inizio della cottura) in modo che la punta sia circa a livello del centro geometrico, deve raggiungere (e mantenere per almeno 30 minuti) una temperatura di almeno a +75°C. LIMITI CRITICI la temperatura al cuore del prodotto non può essere inferiore a +75°C e deve essere mantenuta per almeno 30 minuti. AZIONI CORRETTIVE il prodotto, prima di poter essere estratto, deve subire un ulteriore processo di riscaldamento sufficiente a garantire una temperatura (al cuore) di almeno +75°C per la durata minima di 30 minuti. Il calcolo dell’effetto termico, comparato con i parametri realmente rispettati al termine del processo di cottura, ci mostra che il valore F è, nella realtà, sempre superato. Il tempo (in minuti) necessario per ottenere l’effetto letale desiderato (nel presente caso: pastorizzazione) su una popolazione di microrganismi è definito come resistenza termica (F). Si calcola con la formula: F=D (log a - log b) in cui: a) è la concentrazione iniziale ipotetica; b è la concentrazione finale desiderata; D (tempo di riduzione decimale) è il tempo (in minuti) necessario perché, nell’alimento considerato, una popolazione di microrganismi che resta ad una determinata temperatura subisca una diminuzione del 90% (riduzione decimale). Il valore D è quindi diverso in relazione a 3 fattori: 1) tipo di microrganismo; 2) temperatura; 3) tipo (e dimensione) dell’alimento. . Nel presente caso si è fatto riferimento, per il calcolo dell’effetto termico, ai tempi e alle temperature per ottenere l’effetto desiderato su di una popolazione di Streptococco fecale, germe particolarmente resistente all’applicazione del calore. Di questo battere conosciamo il valore D a 70°C (=2.95 minuti) “ generico” e non quello specifico per ogni alimento sottoposto a cottura nel Servizio di Ristorazione. Questa approssimazione ci ha indotto ad aumentare significativamente sia il tempo che la temperatura indicati dal calcolo dell’effetto termico. Il calcolo effettuato è stato quindi il seguente: Esempio pastorizzazione: Streptococco fecale D70°=2.95 minuti 6 a→concentrazione iniziale ipotetica=10 ufc/mg -3 b→concentrazione finale desiderata=10 ufc/mg (cioè 0.001 ufc/mg oppure 1 ufc/1000 mg) D D70° 2.95 2.95 2.95 x x x x (a) [ ] iniziale=106 (log a (6 (6 + 9 (b) [ ] finale=10-3 log b) -3) 3) = = = = 27 F=27 minuti 15 CCP: MANTENIMENTO AL CALDO: mantenimento al caldo: scheda per documentare il monitoraggio e le eventuali misure correttive Anno:_________ Mese di: _______________________ 1° quindicina Data temperatura degli alimenti negli scaldavivande rilevazione 1 rilevazione 2 rilevazione 3 rilevazione 4 orario °C orario °C orario °C orario l’addetto nome e firma cognome °C 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Misure correttive (indicare il giorno cui ci si riferisce):___________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 16 mantenimento al caldo scheda per documentare il monitoraggio e le eventuali misure correttive Anno:_________ Mese di: _______________________ 2° quindicina Data temperatura degli alimenti negli scaldavivande rilevazione 1 rilevazione 2 rilevazione 3 rilevazione 4 orario °C orario °C orario °C orario l’addetto nome e firma cognome °C 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Misure correttive (indicare il giorno cui ci si riferisce):___________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 17 mantenimento al caldo: modalità di monitoraggio, limiti critici e misure correttive Il monitoraggio deve essere eseguito quotidianamente durante la fase di conservazione nello scaldavivande (o nel carrello riscaldato). Il controllo va eseguito ogni mezz’ora iniziando prima della fase di porzionamento o somministrazione. OPERAZIONE temperatura MONITORAGGIO rilevazione quotidiana, della temperatura degli alimenti cotti conservati al caldo. La temperatura va rilevata con termometro a sonda in diversi punti (almeno 3) del vassoio di conservazione, in posizione superficiale o comunque nella posizione termicamente meno favorevole. Il primo controllo va eseguito prima dell’inizio della distribuzione. La temperatura deve inoltre essere ricontrollata ogni mezz’ora durante la distribuzione. Il controllo va eseguito durante tutte le distribuzioni che vengono effettuate nel corso della giornata. LIMITI CRITICI AZIONI CORRETTIVE in nessun punto la 1. la distribuzione non può temperatura può iniziare se non dopo che essere inferiore a l’alimento ha raggiunto +65°C stabilmente la temperatura di 65°C ed essa è stata mantenuta per almeno 5 minuti. 2. nel caso di non conformità della temperatura misurata superficialmente, è necessario controllare anche la temperatura nella massa del prodotto in distribuzione, che deve essere anch’essa pari almeno a +65°C. 3. se viene rilevata una non accettabilità durante la distribuzione, questa viene subito interrotta per poi procedere come al primo punto. 18 CCP: ABBATTIMENTO DELLA TEMPERATURA ABBATTIMENTO DELLA TEMPERATURA scheda per documentare il monitoraggio e le eventuali misure correttive Data:____________________ Addetto al monitoraggio: _______________________ tipo di alimento ingresso nell’abbattitore orario temperatura degli alimenti (°C) uscita dall’abbattitore orario temperatura degli alimenti (°C) Misure correttive________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ L’addetto al monitoraggio: __________________________ (firma) 19 abbattimento della temperatura: modalità di monitoraggio, limiti critici e misure correttive Il monitoraggio deve essere eseguito ogni volta che vengono prodotti alimenti con legame refrigerato per i quali, in presenza dell’abbattitore, è obbligatorio il suo uso. OPERAZIONE temperatura dell’alimento all’ingresso MONITORAGGIO L’alimento appena cotto viene posto nell’abbattitore; negli alimenti solidi il termometro a sonda viene inserito in modo che la punta sia circa a livello del centro geometrico; nei liquidi la sonda va comunque posta all’interno dell’alimento. temperatura dell’alimento all’uscita Il termometro a sonda viene inserito in modo che la punta sia circa a livello del centro geometrico; nei liquidi la sonda va comunque posta nell’alimento. LIMITI CRITICI La temperatura all’ingresso deve essere superiore a +80°C AZIONI CORRETTIVE Una temperatura inferiore a +80°C può significare che il prodotto non è stato cotto a sufficienza o che ha sostato a temperatura ambiente. Se la temperatura è <+80°C, il prodotto viene accettato ugualmente, ma occorre verificare le due procedure sopracitate prendendo i provvedimenti necessari ad assicurarne una diversa realizzazione. La temperatura non Il prodotto non può essere può essere superiore a estratto se non dopo che la +10°C temperatura indicata dal termometro a sonda non è ≤+10°C. Nel caso in cui il tempo di abbattimento sia superiore a 1 ora occorre valutare l’opportunità di una verifica tecnica dell’attrezzatura. 20 5. PIANO DI SANIFICAZIONE Il piano di sanificazione del bar/ristorante si articola nelle seguenti fasi: a) elenco dei detergenti e dei disinfettanti utilizzabili e definizione precisa delle loro modalità d’uso. In una sottotabella vengono ulteriormente definite le concentrazioni d’uso dei soli disinfettanti. La scheda riassuntiva dei detergenti e dei disinfettanti sarà applicata in posizione ben visibile in ogni reparto. b) piano di sanificazione (identificazione delle strutture da sanificare, ritmo della sanificazione, etc) specifico per ogni reparto. Anche queste tabelle saranno applicate in posizione ben visibile nello specifico reparto cui si riferiscono; In ogni ambiente del ristorante sono collocate, in posizione visibile, la tabella generale di sanificazione (tabella a) e la tabella di sanificazione specifica per quell’ambiente (tabella b) a) ELENCO DEI DETERGENTI E DEI DISINFETTANTI UTILIZZATI NOME COMMERCIALE PRINCIPIO ATTIVO TIPO DI PRODOTTO TIPO DI CONFEZIONE [ ] DELLA SOLUZIONE COMMERCIALE [ ] D’USO MODALITA’ D’USO DESTINAZIONE D’USO PRECAUZIONI ED AVVERTENZE 21 b) PIANO DI SANIFICAZIONE (IDENTIFICAZIONE DELLE STRUTTURE DA SANIFICARE, RITMO DELLA SANIFICAZIONE, ETC) SPECIFICO PER OGNI REPARTO. PIANO DI SANIFICAZIONE DELL’AMBIENTE: LABORATORIO CUCINA SANIFICAZIONE PUNTO DI INTERVENTO PULIZIA – DETERSIONE (NOME COMM. DETERGENTE) DISINFEZIONE* (NOME COMM. DISINFETTANTE) PERIODICITA’ DEL TRATTAMENTO MOMENTO DEL TRATTAMENTO OPERATORE RESPONSABILE PARETI LAVABILI PAVIMENTI FORNELLI FORNI CUOCIPASTA, SCALDAVIVANDE PIASTRE, FRIGGITRICE ABBATTITORE DI TEMPERATURA FRIGORIFERO PIANI DI LAVORO TAVOLI UTENSILERIA,, COLTELLERIA CAPPE E FILTRI ASPIRANTI (*)= indicare il nome commerciale del disinfettante oppure scrivere il termine “ calore” se si utilizza la disinfezione col calore (es. lavaggio in lavastoviglie ad alta temperatura) 23 PIANO DI SANIFICAZIONE DELL’AMBIENTE: SALA DI RISTORAZIONE SANIFICAZIONE PUNTO DI INTERVENTO PULIZIA – DETERSIONE (NOME COMM. DETERGENTE) DISINFEZIONE* (NOME COMM. DISINFETTANTE) PERIODICITA’ DEL TRATTAMENTO MOMENTO DEL TRATTAMENTO OPERATORE RESPONSABILE PARETI LAVABILI AMBIENTE PAVIMENTI PIANI DI LAVORO, BANCO DI DISTRIBUZIONE SCAFFALATURE, CONTENITORI OLIO, ACETO UTENSILERIA VARIA VETRINETTE FRIGO LAVELLI CARRELLI, VASSOI, TAVOLI (*)= indicare il nome commerciale del disinfettante oppure scrivere il termine “ calore” se si utilizza la disinfezione col calore (es. lavaggio in lavastoviglie ad alta temperatura) PIANO DI SANIFICAZIONE DELL’AMBIENTE: DEPOSITO ALIMENTI/DISPENSA SANIFICAZIONE PUNTO DI INTERVENTO PULIZIA – DETERSIONE (NOME COMM. DETERGENTE) DISINFEZIONE* (NOME COMM. DISINFETTANTE) PERIODICITA’ DEL TRATTAMENTO MOMENTO DEL TRATTAMENTO OPERATORE RESPONSABILE PARETI LAVABILI PAVIMENTI TAVOLI FRIGORIFERO ARMADI, CREDENZINI, SCAFFALATURE RIPIANI (*)= indicare il nome commerciale del disinfettante oppure scrivere il termine “ calore” se si utilizza la disinfezione col calore (es. lavaggio in lavastoviglie ad alta temperatura) 24 PIANO DI SANIFICAZIONE DELL’AMBIENTE: SERVIZI IGIENICI E SPOGLIATOIO SANIFICAZIONE PUNTO DI INTERVENTO PULIZIA – DETERSIONE (NOME COMM. DETERGENTE) DISINFEZIONE* (NOME COMM. DISINFETTANTE) PERIODICITA’ DEL TRATTAMENTO MOMENTO DEL TRATTAMENTO OPERATORE RESPONSABILE PARETI LAVABILI PAVIMENTI LAVELLI WC ARMADI, RIPIANI, CREDENZINI, SCAFFALATURE (*)= indicare il nome commerciale del disinfettante oppure scrivere il termine “ calore” se si utilizza la disinfezione col calore (es. lavaggio in lavastoviglie ad alta temperatura) PIANO DI SANIFICAZIONE DELL’AMBIENTE (**):_________________________________ SANIFICAZIONE PUNTO DI INTERVENTO PULIZIA – DETERSIONE (NOME COMM. DETERGENTE) DISINFEZIONE* (NOME COMM. DISINFETTANTE) PERIODICITA’ DEL TRATTAMENTO MOMENTO DEL TRATTAMENTO OPERATORE RESPONSABILE PARETI LAVABILI PAVIMENTI (*)= indicare il nome commerciale del disinfettante oppure scrivere il termine “ calore” se si utilizza la disinfezione col calore (es. lavaggio in lavastoviglie ad alta temperatura) (**)=specificare il tipo di ambiente o locale 25 6. PIANO DI DISINFESTAZIONE Il piano di disinfestazione (periodicità, modalità, prodotti utilizzati) viene dettagliatamente descritto nell’apposito manuale una copia del quale è conservata presso il Circolo. Attualmente, per gli insetti striscianti, il piano prevede l’esecuzione dei seguenti interventi:______________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ OOOOOOOOOOOOOOOO 7. PIANO DI DERATTIZZAZIONE Il piano di derattizzazione viene dettagliatamente descritto nell’apposito manuale una copia del quale è conservata presso il Circolo. Attualmente, per gli insetti striscianti, il piano prevede l’esecuzione dei seguenti interventi:______________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ OOOOOOOOOOOOOOOO 8. AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE Sono state realizzate, le seguenti iniziative di informazione e di aggiornamento: data iniziativa OOOOOOOOOOOOOOOO 9. VERIFICA DEL PIANO DI AUTOCONTROLLO ED EVENTUALE REVISIONE Lo scopo della verifica è di determinare se il sistema HACCP concorda con il piano HACCP, se quanto sviluppato è adeguato e funzionale al prodotto/processo identificato. La verifica viene attuata secondo lo schema sottoindicato: codice tipo di verifica frequenza responsabile verifica controllo del piano HACCP e del relativo manuale periodica capocuoco a controllo del piano di documentazione e revisione delle mensile capocuoco b azioni correttive intraprese a seguito di deviazioni esame microbiologico dei prodotti intermedi e dei capocuoco c prodotti finiti (*) controllo della sanificazione (*) capocuoco d (*) Tra le possibili verifiche dei processi produttivi potrebbe essere inserito (in relazione alle caratteristiche e alle dimensioni dell’esercizio e, inoltre, alla destinazione dei prodotti) anche il prelievo di campioni e/o l’esecuzione di tamponi con frequenze e tipologie che debbono essere determinate caso per caso. Quando sia previsto il prelievo di campioni e/o l’esecuzione di tamponi ambientali, essi sono dettagliati nell’apposita tabella riportata alla pagina seguente. 26 a). L’intero piano di autocontrollo deve essere riesaminato ogni volta che vengono attuate modifiche delle strutture, delle attrezzature oppure della produzione; in particolare occorrerà verificare se il piano coincide ancora con la realtà produttiva, con i processi utilizzati, se gli alimenti in entrata coincidono ancora con quelli considerati nel piano, se i pericoli considerati sono ancora coerenti con il dato epidemiologico, se i punti critici di controllo debbono essere estesi. In ogni caso il piano di autocontrollo deve essere almeno riesaminato una volta all’anno. b). Con frequenza mensile dovrà essere riesaminata tutta la documentazione prevista dal piano di autocontrollo per verificare in particolare se essa viene correttamente compilata, se sono presenti superamenti dei limiti critici e se ogni volta sono stati presi i provvedimenti previsti dal protocollo. Dovranno inoltre essere eseguite misurazioni, con strumenti appositamente tarati, per individuare se i criteri previsti dal piano vengono effettivamente rispettati. c) e d). Quando sia previsto il prelievo di campioni e/o l’esecuzione di tamponi ambientali, essi sono dettagliati nellaseguente tabella. In particolare vengono riportate le tipologie di campioni di alimenti da prelevare, la frequenza di controllo, il pericolo a cui è finalizzato il controllo, il processo controllato e lo standard interno di riferimento: matrice campionata o superficie esaminata numero di campioni frequenza del controllo parametri da ricercare processo controllato standard di riferimento SCHEDA PER REGISTRARE GLI INTERVENTI DI VERIFICA codice della verifica data verifica esito verifica provvedimenti adottati firma (OK = favorevole NEG = non favor.) 27