C a p i to lo 7 Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo LA DIAGNOSI E IL TRATTAMENTO DELLA SENSAZIONE DI MALESSERE ADDOMINALE richiedono grande attenzione ed è necessario che il soccorritore metta in campo tutte le sue abilità. Poiché i pazienti con disturbi addominali presentano una vasta gamma di segni e sintomi, la formulazione di una diagnosi iniziale è impegnativa anche per il più esperto dei clinici. Questo capitolo vi aiuterà ad accrescere le vostre conoscenze ponendo attenzione agli indizi che vi porteranno a una diagnosi differenziale accurata, a cominciare da un’attenta valutazione dell’apparato gastrointestinale e delle funzioni degli organi digestivi. Quindi, analizzeremo i segni, i sintomi e il trattamento delle varie cause di dolore addominale di più frequente riscontro sul campo. Infine, esamineremo le cause più comuni di dolore addominale che hanno origine da alterazioni patologiche di apparati e organi extra-addominali. Obiettivi 1 2 3 4 5 © 2012 Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati. 6 Dopo aver completato questo capitolo, sarete in grado di: descrivere l’anatomia e la fisiologia dell’apparato dal quale può originare il disturbo addominale (cardiovascolare, respiratorio, gastrointestinale, genitourinario, riproduttivo, neurologico, endocrino); attribuire il dolore addominale sulla base della sua localizzazione e descrizione a un problema di tipo viscerale o somatico e, attraverso i risultati dell’OPQRST, cercarne le cause; formulare una diagnosi differenziale applicando un ragionamento clinico e, utilizzando le competenze acquisite, prendere decisioni efficaci nel caso di: a. segni vitali instabili b. sanguinamento gastrointestinale c. nausea e vomito d. diarrea e. ittero f. sanguinamento vaginale valutare se il paziente presenta una condizione pericolosa per la vita e necessita di trattamento immediato già durante le valutazioni primaria e secondaria, o in ogni momento del processo di gestione; farvi guidare nella raccolta dell’anamnesi dall’acronimo SAMPLER per indagare eventuali allergie, farmaci assunti, anamnesi patologica remota e recente e caratteristiche dell’ultimo pasto, al fine di determinare in che modo questa informazione influenzerà la cura del paziente; applicare una corretta strategia di valutazione, trattamento, monitoraggio e cura continua del paziente con disturbi addominali. Parole chiave Antiemetico Sostanza che previene o allevia la nausea e il vomito. Dolore irradiato Dolore avvertito in una sede o parte del corpo differente dall’area corporea o dall’organo malato. Dolore somatico (parietale) In genere un dolore ben localizzato causato da un’irritazione delle fibre nervose del peritoneo parietale o di altri tessuti (per esempio, del sistema muscolo- 244 scheletrico). I reperti obiettivi sono chiari e includono un dolore acuto, discreto e localizzato, accompagnato da dolorabilità alla palpazione, contrattura di difesa della parete muscolare sovrastante l’area e dolorabilità al rilascio. Dolore viscerale Dolore mal localizzato dovuto all’attivazione dei recettori di distensione quando le pareti degli organi Anatomia e fisiologia interni sono stirati. Questo tipo di dolore è descritto come sordo, profondo e persistente, con intensità variabile da lieve a intollerabile e comunemente descritto come crampiforme, bruciante o rosicchiante in base alle caratteristiche dell’organo coinvolto. Ematemesi Vomito di sangue rosso vivo, che indica sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore. Ematochezia Passaggio di sangue rosso vivo attraverso il retto. Gastrointestinale Relativo agli organi del tratto gastrointestinale. Quest’ultimo collega gli organi coinvolti nell’utilizzo, nella trasformazione e nell’eliminazione delle sostanze nutritive. Inizia dalla bocca, prosegue con l’esofago, lo stomaco e l’intestino che transitano per la cavità toracica e addominale e termina nella pelvi al retto. Insufficienza epatica fulminante Condizione rara che si verifica quando l’epatite progredisce fino a necrosi epatica (morte delle Scenario Siete inviati in un bar in soccorso di una persona che “si sente male”. Quando arrivate, trovate una donna di 40 anni stesa sul pavimento in posizione fetale. Al suo fianco trovate vomito giallo (spruzzato anche sul vicino muro). La paziente riferisce di soffrire di anemia falciforme, ipertensione e ipercolesterolemia. Il barista e i clienti presenti la chiamano per nome, riferendo che si tratta di una cliente abituale, ma che questa sera non sembrava la solita. Quando la girate sul dorso, la paziente si lamenta a voce alta dicendo che “è il peggior dolore che abbia mai avuto”, e si tiene le braccia strette sull’addome. I suoi parametri vitali sono PA 98/50 mmHg, FC 124 bpm, FR 24 atti/min. Inoltre, notate che è pallida e sudata. 1 Quale diagnosi differenziale state prendendo in considerazione in base ai dati che avete ottenuto? 2 Di quali informazioni aggiuntive avete bisogno per porre la diagnosi differenziale? 3 Quali sono le vostre priorità di trattamento iniziale, mentre continuate la cura del paziente? I l filosofo tedesco Friedrich Nietzsche − che nella sua mezza età fu afflitto da problemi gastrici − una volta osservò: “Nell’addome si trova la ragione per cui l’uomo difficilmente si crede un Dio”. Da un banale episodio di mal di stomaco in corso d’influenza a un attacco improvviso di appendicite, chiunque abbia sofferto di un disturbo addominale sa esattamente cosa voleva dire Nietzsche. Ma i disturbi addominali sono più di un semplice fastidio. A volte hanno di fatto cambiato il corso della storia e ci hanno privato di grandi capolavori dell’arte e della letteratura. Si dice, per esempio, che l’imperatore francese Luigi Napoleone sia stato catturato 245 cellule del fegato); i classici sintomi includono anoressia, vomito, ittero, dolore addominale e tremori (flapping). Intussuscezione Prolasso di un segmento dell’intestino nel lume di un altro tratto intestinale. Questo tipo di ostruzione intestinale può coinvolgere segmenti dell’intestino tenue, del colon, dell’ileo terminale e del cieco. Melena Feci nere, catramose, composte da sangue mal digerito che hanno un odore fetido caratteristico. Viscere (pl. visceri) Gli organi interni racchiusi all’interno di una cavità del corpo, incluse quella addominale, toracica, pelvica ed endocrina. Volvolo Condizione in cui una parte dell’intestino ruota di 180°; questa torsione blocca il flusso del sangue e il passaggio del contenuto intestinale ed è caratterizzata dalla comparsa improvvisa di malessere addominale, vomito incoercibile e shock. durante la guerra franco-prussiana perché afflitto da una dolorosa colica renale. Lo scrittore James Joyce morì a 58 anni per un’ulcera gastrica perforata. Il compositore Lili Boulanger, vincitore del prestigioso Prix de Rome, fu colpito dalla malattia di Crohn prima di compiere 25 anni. Molti progressi sono stati compiuti nel trattamento dei disturbi addominali dall’epoca napoleonica, ma il dolore addominale è ancora uno dei motivi più frequenti di richiesta di cure mediche. Nel 2006, il National Health Statistics Report dell’U.S. Center for Disease Control and Prevention (la relazione più recente disponibile al momento della stampa di questo volume) ha evidenziato come le richieste di cure mediche per dolore addominale siano state seconde solo al dolore toracico nei pazienti fino a di 15 anni d’età. Nei bambini di età inferiore ai 15 anni, i disturbi addominali sono meno frequenti. In questo capitolo esploreremo le variegate anatomia e fisiologia dell’apparato gastrointestinale, le diverse cause e i differenti segni e sintomi di malessere addominale. Anatomia e fisiologia Il tratto gastrointestinale riunisce tra di loro gli organi deputati alla trasformazione, al consumo e all’eliminazione delle sostanze nutrienti. Esso inizia alla bocca, prosegue nell’esofago e attraverso la cavità toracica nell’addome, terminando a livello pelvico con il retto. La Figura 7-1 mostra la posizione degli organi addominali. Lungo questo tragitto, possono sorgere molti problemi. Spesso il paziente soffre di disturbi non specifici e giungere rapidamente a una diagnosi può essere difficile, anche con strumenti diagnostici avanzati a disposizione. ■■ Tratto gastrointestinale superiore L’apparato gastrointestinale inizia nella bocca con la lingua e le ghiandole salivari. Il primo processo di digestione avviene con la masticazione, mediante la quale denti e saliva sminuzzano il cibo solido per facilitare il suo passaggio in esofago. L’esofago è un organo muscolare posteriore alla 246 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Figura 7-1 Localizzazione degli organi digestivi. (Da Sanders MJ: Mosby’s paramedic textbook, revised ed 3, St Louis, 2007, Mosby.) trachea, che passa attraverso il torace, prosegue attraverso il diaframma e termina nello stomaco. La parete muscolare dell’esofago favorisce il transito del cibo verso lo stomaco. L ’esofago, non avendo struttura rigida, è facilmente comprimibile. Al termine dell’esofago è presente uno sfintere denominato cardias, una fascia muscolare che impedisce il reflusso del contenuto gastrico dallo stomaco nell’esofago. Lo stomaco si trova sotto il diaframma, appena sotto il lobo sinistro del fegato, ed è protetto dalla gabbia toracica. Quando è vuoto, nello stomaco si possono visualizzare numerose pieghe, che permettono di espandere la sua superficie interna per accogliere fino a 1,5 L di cibo e liquidi. Lo stomaco è dotato di tre strati di muscolatura liscia, che consentono di implementare la trasformazione degli alimenti. Nello stomaco sono presenti ghiandole che producono enzimi digestivi, con la funzione di favorire la digestione e proteggere dalle contaminazioni di microrganismi potenzialmente dannosi presenti nel cibo. La velocità con cui lo stomaco è in grado di far progredire il suo contenuto nel tratto digestivo inferiore, noto come tempo di svuotamento gastrico, dipende dal tipo e dalla quantità di cibo ingerito e da altri fattori quali l’età ed eventuali altre patologie concomitanti. ■■ Tratto gastrointestinale inferiore La digestione dallo stomaco prosegue nell’intestino tenue, che è la prima struttura del tratto gastrointestinale inferiore. Quando disteso, l’intestino tenue è lungo circa 6 metri, ed è strettamente arrotolato e contenuto all’interno della cavità addominale. Il duodeno, il digiuno e l’ileo sono i segmenti dell’intestino tenue. Il duodeno è la prima struttura che si incontra dopo lo stomaco ed è la più breve porzione dell’intestino tenue, circa 30 cm; esso riceve il contenuto dello stomaco a consistenza semifluida e parzialmente digerito, denominato chimo, contenente secrezione esocrina del fegato e del pancreas. Il digiuno è lungo circa 2,5 metri ed è responsabile della maggior parte della digestione chimica e dell’assorbimento delle sostanze nutritive. L’ileo è la parte finale dell’intestino tenue ed è il segmento più lungo con circa 4 metri; anch’esso è responsabile dell’assorbimento dei nutrienti. L’intestino crasso comprende il cieco, il colon e il retto. Il cieco è il tratto dell’intestino che riceve i prodotti della digestione dall’intestino tenue e presenta una sacca vermiforme, denominata appendice. L’intestino crasso svolge un’importante funzione di riassorbimento dell’acqua e assorbimento delle vitamine, mentre il retto assolve la funzione di espulsione delle feci. Organi intra-addominali Fegato Il fegato si trova nel quadrante superiore destro della cavità addominale, sotto il diaframma. Le funzioni del fegato sono molteplici e specifiche e comprendono la regolazione del metabolismo, delle funzioni ematologiche e della produzione di bile. Il fegato svolge più di 200 funzioni nel corpo umano, molte delle quali sono elencate nella Tabella 7-1. Dolore 247 Tabella 7-1 Funzioni del fegato Metaboliche Ematologiche Altre funzioni principali Estrazione dei nutrienti dagli alimenti Rimozione dei globuli rossi invecchiati o danneggiati Sintesi delle proteine plasmatiche Sintesi dei fattori di coagulazione Secrezione della bile Estrazione delle tossine dal sangue Deposito e rimozione di sostanze nutritive in eccesso quali il glucosio Mantenimento dei livelli fisiologici di glucosio Deposito delle vitamine Il fegato è un organo a contenuto denso, capsulato, del peso di circa 1,5 kg. È diviso in lobo destro e sinistro ed è composto dagli epatociti, che costituiscono le unità di base strutturali del fegato (i lobuli). Il fegato contiene circa 100.000 lobuli e, pertanto, è un organo molto vascolarizzato; infatti, può essere definito come il maggiore serbatoio di sangue del corpo umano e anche una sua piccola lacerazione può provocare una grave perdita di sangue. Colecisti La colecisti è un organo a forma di pera situato sotto il fegato. La sua funzione è di modificare e conservare la bile. L’eccessiva precipitazione dei sali biliari può provocare la dolorosa comparsa di calcoli biliari. Pancreas Il pancreas è posteriore allo stomaco e si trova tra la prima parte del duodeno e la milza nella zona mediogastrica. Attraverso il dotto biliare comune secerne enzimi nel duodeno. Il pancreas ha una funzione nel processo di digestione dei cibi come organo esocrino, secernendo enzimi digestivi, bicarbonato, elettroliti e acqua; inoltre, svolge anche una funzione endocrina, non direttamente coinvolta nei processi digestivi, con la secrezione di: ● ● ● glucagone per aumentare i livelli di glucosio ematico; insulina per promuovere l’ingresso di glucosio nelle cellule; somatostatina per regolare la produzione endocrina di altre cellule nelle isole pancreatiche. ■■ Funzioni dell’apparato gastrointestinale L’efficace processo di trasformazione e di digestione delle sostanze nutrienti si attua attraverso un meccanismo che prevede la presenza di motilità e di secrezioni, al fine di ottenere digestione e assorbimento. Queste funzioni richiedono una complessa interazione tra i sistemi nervoso, endocrino, muscoloscheletrico e cardiovascolare. Motilità Gli alimenti progrediscono attraverso il tratto gastrointestinale grazie a una sufficiente motilità. Il processo favorisce il mescolamento dei vari elementi del bolo alimentare e la riduzione della dimensione del cibo in piccole particelle, in modo da agevolare la digestione e l’assorbimento delle sostanze nutritive. La peristalsi è un’attività muscolare strutturata e coordinata necessaria per garantire al processo digestivo di essere portato a termine. Nella motilità è direttamente Assorbimento e dismissione ormonale coinvolto il sistema neurologico; in particolare il sistema nervoso simpatico e quello parasimpatico ne governano lo sforzo. Il nervo vago (sistema parasimpatico), innerva il tratto gastrointestinale a livello del colon trasverso. Questo nervo ha un ruolo fondamentale nello svuotamento gastrico, influenzando la motilità del tratto gastrointestinale mediante il controllo della contrazione e della dilatazione degli sfinteri e della muscolatura liscia. Inoltre, il nervo vago, se sottoposto a stimolazione, può indurre vomito. (Dato che il nervo vago aiuta la regolazione della frequenza cardiaca, la bradicardia è spesso presente in corso di vomito.) Il nervo pelvico stimola il colon discendente, il sigma, il retto e il canale anale. I nervi vago e pelvico innervano il muscolo striato nel terzo superiore dell’esofago e lo sfintere anale esterno (Figura 7-2). Il sistema nervoso simpatico si concentra sui gangli maggiori (celiaco, mesenterico superiore e inferiore, ipogastrico) e regola le cellule secretorie ed endocrine. Secreti Il tubo digerente è “tappezzato” di cellule che secernono liquidi per facilitare la motilità e la digestione. Queste cellule secernono in 24 ore fino a 9 L d’acqua, acidi, sostanze tampone, elettroliti ed enzimi. La stragrande maggioranza di questo liquido è riassorbita, ma, quando è presente una diarrea profusa e ripetuta, è possibile assistere a una perdita di liquidi con conseguente disidratazione e possibile comparsa di uno stato di shock. Digestione La digestione è il processo di degradazione del cibo che permette di ottenere i microalimenti da utilizzare a livello cellulare per la nutrizione del corpo. La digestione comporta la rottura meccanica e la trasformazione chimica del cibo ingerito. Assorbimento L’intestino tenue è il sito primario di assorbimento dei liquidi e delle sostanze nutritive, mentre l’intestino crasso è la sede privilegiata di assorbimento dell’acqua e dei sali. Dolore Il dolore addominale è uno dei disturbi a carico del tratto gastrointestinale più frequentemente riferiti. La frequenza delle persone che si rivolgono ai sanitari per dolore addominale 248 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Figura 7-2 Innervazione dei principali organi bersaglio da parte del sistema nervoso autonomo. Le fibre simpatiche sono evidenziate con colore rosso, le fibre parasimpatiche con colore blu. (Da Sanders MJ: Mosby’s paramedic textbook, revised ed 3, St Louis, 2007, Mosby.) e l’estrema variabilità delle cause possono mettere in difficoltà anche un esperto soccorritore. Spesso il dolore addominale è mal definito o riferito come vago. Per ottenere le informazioni necessarie e arrivare a una diagnosi iniziale, dovete conoscere la fisiopatologia del sistema gastrointestinale e mettere in campo una metodologia di valutazione e trattamento rapida, sicura ed efficace. Dal momento che spesso è difficile ottenere una diagnosi precisa durante le prime fasi del soccorso, i pazienti possono mostrare frustrazione e percepire la sensazione di non essere creduti. La capacità di stabilire un clima di fiducia può permettere di acquisire informazioni fondamentali, inclusi i fattori precipitanti e la descrizione di ulteriori sintomi, che potrebbero condurre a formulare delle probabili diagnosi. I bambini e gli anziani possono avere difficoltà a descrivere con precisione il dolore. Entrambi ne hanno una percezione soggettiva e lo descrivono in modo diverso; in particolare gli anziani possono confondersi sulla sede del dolore e spesso sono portatori di patologie con dolore cronico che ne influenzano la percezione. In età pediatrica può esserci difficoltà nel localizzare e nel verbalizzare il dolore. Il dolore è un’esperienza percettiva complessa e le sensazioni di disagio sono molto variabili. Questo complica la diagnosi iniziale di dolore addominale, che deve tener conto anche del livello di tolleranza individuale del paziente. Inoltre, il dolore addominale spesso si evolve nel tempo, divenendo più definito a mano a mano che il processo della malattia progredisce. Il dolore addominale può essere suddiviso in tre categorie: viscerale, parietale e irradiato. Diamo un’occhiata a ciascuno di essi. ■■ Dolore viscerale Il dolore viscerale è percepito quando le pareti degli organi cavi sono distese e attivano i recettori di stiramento. Questo tipo di dolore è descritto dal paziente come profondo, persistente e con un’intensità variabile da lieve a intollerabile. Il dolore può essere riferito dal paziente come un crampo, una sensazione di bruciore o di rosicchio. Il dolore viscerale è di difficile localizzazione da parte del paziente, perché gli organi addominali, attraverso le vie nocicettive, inviano segnali a entrambi i lati del midollo spinale, ma in genere è percepito nell’area epigastrica, periombelicale e sovrapubica. Il dolore epigastrico viscerale proviene in genere da stomaco, cistifellea, fegato, duodeno e pancreas. Il dolore periombelicale tende a essere messo in relazione a problemi dell’intestino tenue e cieco e all’appendice ileocecale, mentre il dolore sovrapubico indirizza a problemi provenienti da reni, ureteri, vescica, colon, utero e ovaie (Figura 7-3). Il paziente può avere difficoltà a trovare una posizione comoda e si sposta di frequente per cercare di alleviare il dolore. Sulla base della causa sottostante, possono essere presenti sudorazione, nausea, vomito, agitazione e pallore. La Tabella 7-2 illustra la diagnosi differenziale del disturbo addominale nei pazienti con nausea e vomito. La Tabella 7-3 fornisce un elenco dei farmaci antiemetici utilizzati nei pazienti con nausea e vomito. Valutazione 249 ■■ Dolore somatico (parietale) Il dolore somatico (parietale) ha origine dalla stimolazione delle fibre nervose provenienti dal peritoneo parietale o da altre strutture profonde, come quelle del sistema muscoloscheletrico. Questo dolore è molto più facilmente localizzato dal paziente rispetto al dolore viscerale. I riscontri semiologici includono un dolore acuto, discreto e localizzato, accompagnato da dolorabilità alla palpazione, contrattura di difesa della parete muscolare sovrastante l’area e dolorabilità al rilascio. Il dolore somatico in genere insorge più tardi nel corso del processo lesivo. Dal momento che il peritoneo parietale circonda gli organi coinvolti, di norma esso necessita di più tempo per essere irritato dalla lesione e, quindi, originare dolore. I gangli della colonna dorsale del midollo spinale veicolano il dolore peritoneale; pertanto, tale dolore di solito è omolaterale e proiettato nello stesso dermatomero dell’organo interessato. I dermatomeri sono la rappresentazione della relazione esistente tra i nervi spinali e le aree del corpo da loro innervate (Figura 7-4). ■■ Dolore irradiato Il dolore irradiato è avvertito dal paziente distante dall’area dove è presente la causa del problema. In altre parole, il dolore non è riferito dal paziente nella sede d’origine del problema, ma in un’altra regione corporea. Le vie nocicettive e i percorsi neuronali contigui e sovrapposti sono responsabili di questo fenomeno. Per esempio, il dolore che spesso accompagna una colecistite acuta può essere riferito come un dolore nella zona scapolare destra. Un altro esempio tipico è il dolore in corso d’infarto del miocardio, riferito alla mascella, al collo o alle braccia (si veda la Figura 1-18 nel Capitolo 1). Valutazione ■■ Osservazione iniziale Figura 7-3 Localizzazione del dolore viscerale. Il dolore derivante dalle aree degli organi raffigurati in 1, 2 e 3 è avvertito in epigastrio, adddome medio, epigastrio, rispettivamente, come mostrato in A. (Da Feldman M, Friedman LS, Brandt LJ: Sleisenger & Fordtran’s gastrointestinal and liver disease pathophysiology/ diagnosis/management, Philadelphia, Saunders, 2006.) Durante l’osservazione iniziale si forma la prima impressione sul paziente. Non a caso l’algoritmo suggerito dall’Advanced Medical Life Support (AMLS) sottolinea come l’osservazione iniziale del paziente sia di guida per buona parte della vostra assistenza al paziente. La vostra valutazione in realtà inizia già quando ricevete dalla Centrale 118 le informazioni per l’intervento su un paziente con dolore addominale. All’arrivo sulla scena dell’evento, sarete in grado di confrontare le informazioni ricevute dalla centrale con le vostre prime impressioni. Già durante questa prima fase è prioritario individuare eventuali indizi di pericolo di vita per il paziente e, nel caso, iniziare subito il supporto delle vie aeree, della respirazione e del circolo mentre procedete con la vostra valutazione. Se non sono presenti pericoli per la vita, è possibile proseguire la valutazione ponendo particolare attenzione a identificare il disturbo principale e a formulare una lista di diagnosi differenziali associate al disturbo addominale. Ricercate per prime le situazioni di reale e imminente pericolo di vita e, in seguito, cercate di escludere le diagnosi Segue a pag. 253 250 Patologia Definizione Anamnesi Valutazione Indagini diagnostiche Interventi Presenza di emorragia nei tessuti cerebrali I batteri, i miceti o i virus infettano i tessuti meningei Trauma, ictus, ipertensione, fumo, abuso di alcol Emiparesi, emiplegia, nausea, cefalea, alterato livello di coscienza, triade di Cushing Febbre alta, cefalea, rigidità nucale, convulsioni, Febbricola Può progredire in diversi giorni Angio-TC, CBC, studio della coagulazione, elettroliti, glicemia Mantenere libere le vie aeree Somministrare ossigeno Ottenere un accesso EV Eseguire un ECG a 12 derivazioni Mantenere libere le vie aeree Somministrare ossigeno Eseguire un ECG a 12 derivazioni Ottenerere un accesso EV Somministrare fluido isotonico Somministrare antibiotici se l’infezione è batterica Neurologica Sanguinamento intracerebrale Meningite — CBC, elettroliti, emocultura, puntura lombare Cardiaca Infarto miocardico acuto Necrosi del tessuto muscolare cardiaco Patologie coronariche, fumo, dislipidemia, precedenti infarti Dolore precordiale irradiato al dorso o al collo Nausea Dispnea ECG a 12 derivazioni, radiologia, CBC, studio della coagulazione, elettroliti Somministrare ossigeno Ottenere un accesso EV Somministrare nitroglicerina, ASA e anticoagulanti Lo studio angiografico verrà effettuato nella struttura ricevente Vomito esplosivo, tosse, convulsioni, parto, stato asmatico Dolore a torace, collo, schiena, addome Difficoltà di respirazione, tachicardia, ematemesi, febbre, enfisema sottocutaneo CBC, studio della coagulazione, prove crociate e tipizzazione del sangue Trattare la compromissione delle vie aeree, l’ipossia e lo shock L ’intervento chirurgico verrà eseguito nella struttura ricevente Gastrointestinale Sindrome di Boerhaave Rottura spontanea dell’esofago Segue Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Tabella 7-2 Diagnosi differenziale nei disturbi addominali con nausea e vomito Tabella 7-2 Diagnosi differenziale nei disturbi addominali con nausea e vomito – Seguito Patologia Definizione Anamnesi Valutazione Indagini diagnostiche Interventi Lacerazione di Mallory-Weiss Lacerazioni longitudinali della mucosa esofagea che causano grave emorragia arteriosa Sanguinamento prossimale alla giunzione del duodeno e del digiuno Vomito violento con grave sanguinamento Vomito violento Sanguinamento Broncoscopia, CBC, studio della coagulazione, prove crociate e tipizzazione del sangue Ematemesi (vomito di sangue rosso brillante o con aspetto di fondi di caffè), abuso di alcol, uso di FANS, malattie epatiche, varici esofagee Dolore addominale Vomito e feci rosse o color caffè Necrosi del tratto gastrointestinale Forte dolore addominale, paziente sofferente, ipercoagulabilità ematica, recente intervento chirurgico, shock Dolore addominale, tachicardia, ipotensione, febbre e irrequietezza Radiografia del torace e dell’addome, angiografia CBC, Hct, Hb, PTT, piastrine, studio della coagulazione, prove crociate e tipizzazione del sangue Sondino nasogastrico, endoscopia CBC, studio della coagulazione, prove crociate e tipizzazione del sangue, elettroliti Trattare la compromissione delle vie aeree e lo shock, somministrare ossigeno e ottenere un accesso EV La lavanda gastrica e, eventualmente, l’intervento chirurgico verranno eseguiti nella struttura ricevente Somministrare ossigeno Eseguire un ECG Ottenere un accesso EV Trattare lo shock Somministrare emoderivati Iperglicemia chetosi e acidosi Diabete, soprattutto di tipo 1, ma può verificarsi anche nei pazienti con diabete di tipo 2 che sono malati cronicamente Nausea, vomito, polidipsia, poliuria, dolore addominale, acidosi metabolica Sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore Infarto intestinale Somministrare ossigeno Eseguire un ECG Ottenere un accesso EV Trattare lo shock Le radiografie, gli studi TC e l’intervento chirurgico saranno eseguiti nella struttura ricevente Endocrina Chetoacidosi diabetica Glicemia, elettroliti, emogasanalisi, CBC Somministrare ossigeno Ottenere un accesso EV Somministrare liquidi isotonici e insulina come indicato Valutazione (ASA, acido acetilsalicilico, CBC [Complete Blood Count], emocromo completo; EV, per via endovenosa; FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei; PTT [Partial Thromboplastin Time], tempo di tromboplastina parziale; TC, tomografia computerizzata.) 251 252 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Tabella 7-3 Farmaci antiemetici Principio attivo Dosaggio Effetti collaterali Ondansetron 8 mg PO 3 volte/giorno o 0,15 mg/kg EV in 15 min 5-10 mg (PO, IM, EV) 3-4 volte al giorno o PRN 12,5-25 mg (PO, IM o EV) ogni 4-6 ore; lenta infusione EV 20-40 mg PO 25-50 mg PO ogni 24 ore e PRN Ipersensibilità, ipertensione, tachicardia, ansia, capogiri, mal di testa Reazione extrapiramidale, sedazione, sindrome neurolettica maligna Secchezza delle fauci, visione offuscata, sedazione, depressione respiratoria Sedazione, reazione extrapiramidale Sedazione, secchezza delle fauci, visione offuscata Proclorperazina Prometazina Metoclopramide Meclizina (EV, per via endovenosa; IM, intramuscolare; PO, per os [per bocca]; PRN, se necessario.) Figura 7-4 Diagnosi differenziale del dolore addominale acuto. (Da Marx JA, Hockberger RS, Walls RM, et al: Rosen’s emergency medicine, ed 7, St Louis, Mosby, 2009.) Valutazione in cui è presente una potenziale condizione di pericolo di vita. I segni e sintomi associati a un’ampia gamma di disturbi addominali in condizioni critiche, nelle emergenze e nelle urgenze sono riassunti nella Tabella 7-4. L’obiettivo è di raccogliere gli indizi acquisiti durante il processo di valutazione e combinarli per costruire una diagnosi differenziale. Durante la valutazione 253 del paziente, assicuratevi di tenere a disposizione, per un eventuale utilizzo immediato, il materiale descritto nel Box 7-1. L’osservazione della scena e la storia del paziente andranno messe in relazione all’esame obiettivo, all’anamnesi, ai parametri vitali e ai risultati di laboratorio per includere o escludere tutte le possibili diagnosi. Le considerazioni utili per la valuta- Tabella 7-4 Segni e sintomi addominali di situazioni critiche, di emergenza e di urgenza Patologia Dolore Nausea/ vomito Sanguinamento x x x x x x x x x x x x x Stitichezza Diarrea Ittero Sanguinamento vaginale Situazioni critiche Gastrointestinali Sindrome di Boerhaave Infarto inestinale Lacerazione di Mallory-Weiss Sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore Epatite fulminante Colangite Neurologiche Emorragia cerebrale Meningite Cardiache Infarto miocardico acuto Sindrome di Budd-Chiari Grave insufficienza cardiaca congestizia Aneurisma dell’aorta Endocrine Chetoacidosi diabetica Riproduzione Preeclampsia/sindrome HELLP Distacco della placenta Placenta previa x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x Emergenze Gastrointestinali Ostruzione gastrica Ischemia mesenterica Ostruzione intestinale Perforazione intestinale Viscere perforato Pancreatite Rottura dell’appendice Peritonite Malattia di Crohn Rettocolite ulcerosa Colelitiasi x x x x x x x x x x x Neurologiche Emicrania Tumori dell’SNC Endocrine Insufficienza surrenalica Gravidanza Iperemesi gravidica x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x Segue 254 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Tabella 7-4 Segni e sintomi addominali di situazioni critiche, di emergenza e di urgenza – seguito Patologia Dolore Nausea/ vomito Genitourinarie Torsione testicolare x x x x x x x x x x Sanguinamento Stitichezza Diarrea Ittero x x x x x x Sanguinamento vaginale Urgenze Gastrointestinali Epatite Gastroenterite Sindrome del colon irritabile Diverticolosi del colon Malattie infiammatorie intestinali x x x x x (SNC, sistema nervoso centrale.) Box 7-1 Dispositivi medici utilizzati nei pazienti con disturbi addominali Grazie al progresso della tecnologia medica, i soccorritori nel preospedaliero hanno a disposizione una più ampia varietà di dispositivi medici. Questi dispositivi sono spesso presenti al domicilio del paziente nel caso di problemi cronici. Passiamo in rassegna alcuni di questi dispositivi di più frequente utilizzo. ● Sondino nasogastrico e tubi per alimentazione enterale. Questi dispositivi sono tubi flessibili in genere di piccolo diametro, che passano dal naso per arrivare allo stomaco o all’intestino. Sono utilizzati per l’assunzione di cibo e la somministrazione di liquidi e farmaci in pazienti che non sono in grado di alimentarsi per bocca. Diversi problemi possono portare all’utilizzo di sondino nasogastrico e tubi per alimentazione enterale: cancro, chirurgia di bypass gastrico o ictus. Inoltre, si possono verificare molte complicanze, incluse: ● Occorre porre attenzione all’inondamento delle vie aeree che rappresenta una delle complicanze più temibili dovuta all’utilizzo del sondino nasogastrico. Un tubo dislocato può permettere l’ingresso di liquidi, destinati all’apparato digestivo, nei polmoni. Sospettate di essere di fronte a questa situazione ogni volta che il paziente inizia a tossire, non riesce a parlare o l’estremità esterna del sondino emette bolle d’aria quando è posta in un bicchiere d’acqua. ● Le pareti del sondino in genere sono sottili e possono rompersi facilmente, causando piccole perdite. ● Il diametro del sondino, spesso ridotto, può favorire un’occlusione, se il tubo non è irrigato a sufficienza dopo la somministrazione degli alimenti o dei farmaci. In presenza di anomalie durante la somministrazione di liquidi o alimenti, è necessario interrompere l’utilizzo del sondino. ● Sonde di alimentazione transaddominale. Sono tubi transaddominali inseriti chirurgicamente per fornire un ingresso diretto degli alimenti nello stomaco (gastrostomia; si vedano le illustrazioni), nel digiuno (tubo di digiunostomia), o in entrambi (tubo di gastrodigiunostomia). Sono utilizzate quando cibo, fluidi e farmaci devono essere somministrati per un periodo più lungo di quanto previsto per l’impiego di un sondino nasogastrico. Le sonde di alimentazione transaddominale sono spesso utilizzate in pazienti che hanno difficoltà a deglutire, atresia dell’esofago, ustioni, stenosi esofagee, malassorbimento cronico o grave insufficienza nutrizionale. Le potenziali complicanze includono: Segue Valutazione 255 Box 7-1 Dispositivi medici utilizzati nei pazienti con disturbi addominali – seguito ● ● ● ● Infezione dello stoma. Verificate di frequente il sito d’ingresso per la presenza di segni d’infiammazione della pelle circostante. Eventuali perdite dallo stoma possono verificarsi se il tubo è troppo piccolo. Il tubo di alimentazione può occludersi o dislocarsi. Il paziente può sviluppare una peritonite o una perforazione gastrica o del colon. l’equilibrio idroelettrolitico del paziente. L ’accesso vascolare chirurgico è praticato in questi pazienti per ottenere una via vascolare rapida e sicura, in modo che il sangue possa essere ripulito dalla macchina e restituito al corpo durante la seduta di dialisi. ● Lo shunt è una connessione temporanea di sintesi tra un’arteria e una vena. ● La fistola è un collegamento permanente chirurgico tra un’arteria e una vena. ● Anche un catetere posto in arteria succlavia può essere utilizzato per ottenere l’accesso vascolare. ● L ’utilizzo di sistemi port (Hemasite) (accessi vascolari impiantati nel sottocute a forma di bottone [N.d.T.]) rappresenta un’ulteriore recente possibilità. In caso di eventuali anomalie, l’utilizzo della sonda deve essere interrotto. ● ● Stomia intestinale. È un’apertura creata chirurgicamente per eliminarle le feci dall’intestino. Può essere temporanea o a permanenza ed è impiegata in pazienti con anomalie intestinali congenite, tumori, malattia di Crohn, colite ulcerosa o trauma addominale. Ogni porzione dell’intestino può essere deviata attraverso la parete addominale. Se l’abboccamento intestinale è stato creato vicino allo stomaco, il paziente può avere diarrea, perché le feci non possono essere ancora ben formate. Il sacchetto posto sopra la stomia per raccogliere le feci dev’essere svuotato regolarmente, per minimizzare la degradazione dei tessuti epiteliali causata dal contatto prolungato con le feci. Accessi vascolari per emodialisi. L ’emodialisi è il processo di passaggio di sangue dal paziente a una macchina esterna, chiamata dializzatore, che rimuove i cataboliti ematici e stabilizza Valutate se il paziente è portatore di un eventuale shunt o di una fistola e verificatene la pervietà, tenendo presente che in genere si trova collocato nel braccio, ma può essere ubicato anche negli arti inferiori. È importante non rilevare la pressione del sangue nelle estremità dove è presente lo shunt o la fistola, per evitare eventuali problemi nel successivo utilizzo. ● Dispositivi per la dialisi peritoneale. Un dispositivo di accesso per la dialisi peritoneale è composto da un catetere che permette ai liquidi di essere convogliati all’esterno dell’addome. Questo processo rimuove i prodotti ematici di scarto e stabilizza temporaneamente l’equilibrio idroelettrolitico. Box 7-2 Valutazione iniziale dei disturbi addominali ● ● ● Seguite le precauzioni standard. Il sanguinamento, la nausea e il vomito sono manifestazioni spesso associate a dolore addominale e richiedono l’utilizzo da parte vostra di dispositivi di protezione individuale per proteggervi dall’esposizione a fluidi corporei. Qual è il sintomo principale? Il sintomo è associato a segni di compromissione delle funzioni vitali o è possibile un’evoluzione in tal senso? Il sintomo è associato a nausea, vomito o diarrea? In questo caso, utilizzate tali segni e sintomi per escludere le condizioni che più facilmente potrebbero destabilizzare il paziente e procedete verso i segni e i sintomi delle condizioni non letali. Utilizzate i sensi. È possibile ricavare molte informazioni da un’acuta valutazione mediante occhi, orecchie e olfatto. ● Come appare la scena dell’evento? La casa è pulita? Ci sono bottiglie di alcolici, piatti sporchi, o altri elementi che suggeriscono un particolare stile di vita o una diagnosi di gastroenterite o intossicazione alimentare? ● Che aspetto ha il paziente? Il colorito della cute è normale, oppure il paziente è pallido (shock) o giallastro (ittero, coinvolgimento del fegato)? zione iniziale del paziente con disturbo addominale sono elencate nel Box 7-2. Per una descrizione dettagliata del processo di valutazione iniziale, ripassate il Capitolo 1. La Tabella 7-5 fornisce un riassunto dei parametri di laboratorio spesso rinvenuti nei pazienti con disturbo addominale. Qual è la postura del paziente, in piedi e si muove, oppure immobile steso a letto e rannicchiato su un fianco? La valutazione della deambulazione e della postura potrebbe già fornire una prima indicazione su quali apparati sono coinvolti. ● Sono presenti odori? L ’odore di un sanguinamento gastrointestinale è indice della presenza di una possibile minaccia per la vita del paziente. ● Sono presenti conati di vomito? Se così, valutate la presenza di sangue nel vomito per intercettare un’eventuale emorragia gastrointestinale e iniziare a trattare rapidamente il paziente in caso di shock associato a emorragia o a disidratazione. Una qualsiasi di queste informazioni suggerisce la causa del disturbo addominale? In caso positivo, iniziate gli interventi necessari e continuate la vostra valutazione sulla base delle osservazioni iniziali, seguendo la metodologia AMLS (avviando gli ulteriori interventi appropriati quando le condizioni del paziente lo richiederanno [N.d.T.]). ● ● Presentazione del paziente La principale causa di pericolo di vita nel paziente con dis turbi addominali è lo shock, che può essere causato da emorragia, disidratazione o sepsi, come si verifica nelle seguenti circostanze: 256 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Tabella 7-5 Interpretazione degli esami di laboratorio per la diagnosi nei pazienti con dolore addominale Parametro Valori normali di riferimento Interpretazione Indicazioni Glicemia 70-110 mg/dL Tutti i tipi di shock Emoglobina/ematocrito Hb negli uomini: 14-18 g/dL (8,7-11,2 mmol/L) Hb nelle donne: 12-16 g/dL (7,4-9,9 mmol/L) Hct negli uomini: 42-52% (0,42-0,52 SI) Hct nelle donne: 37-47% (0,37-0,47 SI) Negativo ↑ Indica DKA, uso di steroidi, stress ↓ Indica diminuzione delle riserve, dismissione di insulina ↓ Indica perdita ematica ↑ Indica perdita plasmatica, disidratazione Emoglobina gastrica/ nelle feci Lattati Venosi: 5-20 mg/dL (0,6-2,2 mmol/L) Emocromo completo Conteggio totale dei globuli bianchi 5000-10.000/mm3 (5-10 × 109/L) pH 7.35-7.45 Emogasanalisi arteriosa Elettroliti Funzione renale Emocultura e urinocultura Paco2 35-45 mmHg Pao2 80-100 mm Hg HCO3 21-28 mEq/L Na 136-145 mEq/L (136-145 mmol/L) K 3.5–5 mEq/L (3.5–5 mmol/L) Urea10-20 mg/dL (3,6-7,1 mmol/L) Creatinina Donne: 0,5-1,1 mg/dL Uomini: 0,6-1,2 mg/dL (44-97 mmol/L) Negative Bilirubina Totale: 0,3 mg/dL (5,1-17 mmol/L) Indiretta: 0,2-0,8 mg/dL (3,4-12 mmol/L) Diretta: 0,1-0,3 mg/dL (1,7-5,1 mmol/L) Fosfatasi alcalina 30-120 unita/L (0,5-2 mmol/L) Amilasi 60-120 unità/dL (30-220 unità/L) Ammoniemia 10-80 mg/dL (6-47 mmol/L) Tutti i tipi di shock Positiva indica sanguinamento del tratto gastrointestinale. Sospetto sanguinamento nel tratto gastrointestinale ↑ Indica ipoperfusione tissutale e acidosi metabolica, poiché si verifica nel caso di utilizzo prolungato del tourniquet ↑ In caso di aumento dei globuli bianchi indica sepsi Tutti i tipi di shock ↑ pH indica alcalosi ↓ pH indica acidosi ↓ O2 indica ipossia ↓ HCO3 indica acidosi metabolica ↓ NA può essere presente nella diuresi osmotica ↓ K comune con vomito, diarrea e utilizzo di diuretici ↑ K comune con acidosi, DKA L ’alterazione del K può avere effetti sull’ECG ↑ Urea indica severa disidratazione, shock, sepsi ↑ Creatinina indica una sofferenza nell’attività renale Più rilevante nello shock settico Tutti i tipi di shock Tutti i tipi di shock Tutti i tipi di shock Positive indicano presenza d’infezione Shock settico ↑ Indica disfunzione epatica con ittero, calcolosi della colecisti, metastasi epatiche, ripetute emotrasfusioni, epatite, sepsi, cirrosi epatica. Si può riscontrare durante l’uso di alcuni farmaci quali allopurinolo, cortisone, destrano, diuretici e molti altri ↑ Può indicare cirrosi, ostruzione delle vie biliari, tumori epatici, iperparatiroidismo Shock settico ↑ Può indicare pancreatite, perforazione intestinale o viscerale, colecistite acuta, gravidanza ectopica, DKA, ostruzione intestinale ↑ Può indicare malattia epatocellulare, sindrome di Reye, ipertensione portale, sanguinamento del tratto gastrointestinale, ostruzione delle vie biliari, encefalopatia fino al coma e patologie metaboliche genetiche ↓ Può indicare ipotiroidismo, malnutrizione, anemia perniciosa, morbo celiaco, ipofosfatasemia (DKA [Diabetic Ketoacidosis], chetoacidosi diabetica; Hb, emoglobina; HCO3, bicarbonato; Hct, ematocrito; K, potassio, Na, sodio; Paco2, pressione parziale dell’anidride carbonica; Pao2, pressione parziale dell’ossigeno.) Valutazione ● ● Emorragia interna causata da un aneurisma rotto, un’emorragia gastrointestinale o una gravidanza ectopica. Il paziente può andare incontro a shock per disidratazione a causa di vomito o diarrea profusi e ripetuti per una vasta gamma di patologie. Lo shock settico può essere dovuto a una sepsi secondaria a un’appendice o altro viscere perforato o un’infezione in un portatore di catetere vescicale. 257 emergenza, sul territorio e in ospedale. La Tabella 7-7 riassume gli esami radiologici utilizzati per la diagnosi di dolore addominale. Raccogliere l’anamnesi del paziente Le priorità, anche nel paziente con dolore addominale, rimangono la valutazione e il trattamento delle vie aeree, della respirazione e della circolazione, al fine di escludere una minaccia incombente; una volta esclusa questa, la valutazione continua per restringere l’elenco delle diagnosi potenziali. La presentazione iniziale del paziente condizionerà le vostre azioni successive. Se avete a disposizione le risorse per compiere una valutazione più approfondita mentre stabilizzate il paziente, è giusto farlo, ma questo non dovrebbe precludere la stabilizzazione delle vie aeree, della respirazione e della circolazione. Raccogliere un’accurata e dettagliata anamnesi è essenziale per qualsiasi paziente, ma è fondamentale nel paziente con dolore addominale. Può essere difficile ottenere in poco tempo le informazioni utili, ma l’applicazione dell’acronimo SAMPLER vi aiuterà a formulare le domande giuste al momento opportuno e a raccogliere le informazioni importanti (si veda il Box Promemoria nel Capitolo 1). Mostrare pazienza e stabilire una buona relazione con il paziente aiuterà il vostro rapporto con lui. Il Box 7-4 include una lista dei fattori da considerare per la gestione di un paziente con dolore addominale. La Tabella 7-8 elenca i segni clinici associati ad alcuni disturbi addominali. Qualsiasi disturbo addominale dovrebbe indurvi, durante la raccolta anamnestica, a porre domande anche in merito ad appetito, alvo, disturbi urinari, ultime mestruazioni, attività sessuale e capacità riproduttiva. Affrontare le minacce di morte Valutazione del dolore La diagnosi delle cause specifiche di dolore addominale è complessa, anche avendo a disposizione esami di laboratorio e radiologia. Nelle prime fasi di valutazione, soprattutto sul territorio, è necessario capire se il paziente è in pericolo di vita, come suggerito dal riscontro di parametri vitali anomali o da una situazione di distress respiratorio. I pazienti che mostrano anche solo una di queste alterazioni devono essere rapidamente trattati e trasportati in tempi rapidi in una struttura appropriata. La gestione del paziente con dolore addominale in pericolo di vita è riassunta nel Box 7-3. La Tabella 7-6 delinea i principali disturbi addominali che richiedono un trattamento in La valutazione dei disturbi gastrointestinali dovrebbe includere una stima dettagliata del dolore da parte del paziente. Il dolore addominale è spesso diffuso e difficile da descrivere e documentarlo in maniera metodica aiuta a raggiungere una diagnosi differenziale attendibile. Il compito iniziale è di accertare l’origine del dolore e determinare i suoi siti di riferimento (Figura 7-5; si vedano anche le Figure 7-3 e 7-4). Sapere da quanto tempo è insorto il dolore vi aiuterà a valutare come si è evoluto, cosa che potrebbe suggerire la gravità del disturbo. Fate attenzione a qualsiasi segno che si accompagna al dolore, come il vomito o la diarrea. Nella Tabella 7-4 sono riportati i segni associati ad alcuni sindromi da dolore addominale. ● Box 7-3 Gestione dei disturbi addominali potenzialmente letali P er un’efficace gestione del paziente con dolore addominale e alterazione dei segni vitali, seguite la seguente procedura. ● ● ● ● ● ● Garantite la sicurezza della scena Seguite le precauzioni standard, compreso l’uso di mascherina, camice, guanti e occhiali protettivi. Gestite le vie aeree, se necessario, partendo dalle tecniche di supporto di base; mantenete una saturazione di ossigeno del paziente >95% attraverso la somministrazione di ossigeno supplementare con maschera non rebreather, o assistendo la ventilazione con un dispositivo pallone-maschera di Ambu. Applicate un monitoraggio cardiaco (coerente con il vostro livello di formazione) ed eseguite un ECG a 12 derivazioni, se appropriato. Controllate eventuali emorragie esterne. Utilizzate l’aspirazione gastrica se indicato. Garantite un accesso EV e somministrate liquidi (cristalloidi). Fate attenzione, tuttavia, a non essere troppo aggressivi nella somministrazione di liquidi, per il pericolo di aumentare la pressione sanguigna e il sanguinamento e di diluire ulteriormente la concentrazione di globuli rossi e piastrine, ostacolando la formazione del coagulo. La pressione arteriosa deve essere mantenuta a un livello tale da garantire un buon compromesso tra perfusione degli organi vitali e rischio di sanguinamento. ● ● ● ● ● ● Utilizzate una pressione sistolica target di 80-90 mmHg. Lo stato mentale del paziente è un rapido indicatore per valutare se la perfusione è adeguata. Somministrate i farmaci secondo i protocolli locali. Monitorate il paziente in tempo reale e rivalutate frequentemente i parametri vitali per determinare la risposta alle infusioni. Siate pronti a somministrare una trasfusione ematica o di prodotti ematici (per esempio, piastrine [N.d.T.]), se il paziente presenta segni di sanguinamento incontrollato o l’incapacità di mantenere una perfusione adeguata. Applicate un catetere vescicale. Se si sospetta un’emorragia gastrointestinale, dovrebbe essere posizionato un sondino nasogastrico. Anche se il sondino nasogastrico non contiene traccia di sangue, non si può escludere del tutto un sanguinamento gastrointestinale superiore. La maggior parte dei pazienti con dolore addominale e sanguinamento richiede solo terapia di supporto. In ospedale saranno effettuati esami di laboratorio specifici (emocromo, ematocrito, studi di coagulazione, BUN, creatina, elettroliti, glucosio, test di funzionalità epatica, e prove crociate con tipizzazione). Gli esami radiologici comprendono una TC ed eventualmente esami endoscopici. Tuttavia, in un paziente in condizioni critiche la rianimazione ha la precedenza. 258 Disturbo Cause Anamnesi Segni Trattamento preospedaliero Trattamento in Pronto Soccorso Ischemia mesenterica Infarto del miocardio, malattie delle valvole cardiache, aritmie, malattie vascolari periferiche, ipercoagulabilità, uso di contraccettivi orali, dissecazione aortica, traumi L ’ostruzione può essere dovuta a feci, corpo estraneo, erniazione, aderenze, polipi, volvolo, tumori, colite ulcerosa o diverticolite Insorgenza acuta di grave dolore ai quadranti superiori, nausea e vomito Forte dolore ai quadranti superiori, nausea, vomito e diarrea Dolore sproporzionato rispetto alla dolorabilità Somministrare ossigeno Mettere il paziente in posizione comoda Ottenere un accesso EV Consulenza chirurgica Insorgenza improvvisa: sospetta ostruzione del piccolo intestino Esordio in 1-2 giorni: sospetta ostruzione distale Storia di ostruzione intestinale, chirurgia addominale, cancro, radioterapia, chemioterapia, ernia o malattia addominale Insorgenza acuta di dolore epigastrico Vomito Crampi addominali, stitichezza, diarrea, incapacità di far passare aria, addome disteso Rumori intestinali assenti o acuti Somministrare ossigeno Mettere il paziente in posizione comoda Ottenere un accesso EV Non somministrare nulla per via orale Laboratorio e radiografie per determinare la posizione e l’entità dell’ostruzione Dolore epigastrico, vomito, febbre, shock, sepsi Globuli bianchi elevati e amilasi Somministrare ossigeno Mettere il paziente in posizione comoda Ottenere un accesso EV Non somministrare nulla per via orale Mettere il paziente in posizione comoda Ottenere un accesso EV Non somministrare nulla per via orale Mettere il paziente in posizione comoda Ottenere un accesso EV Non somministrare nulla per via orale Laboratorio e radiografie per determinare la posizione e l’entità dell’ostruzione. Livelli di amilasi/ lipasi e TC Ostruzione intestinale Viscere perforato Ulcera peptica, diverticoli, traumi, uso di FANS, età avanzata Pancreatite acuta Alcol, colelitiasi, traumi, infezioni, infiammazioni Uso di alcol e di alcuni farmaci, traumi recenti, colelitiasi Dolore epigastrico addominale, febbricola, nausea, vomito Appendice perforata Ostruzione, infezione All’inizio il paziente avverte un dolore diffuso, in particolare in regione periombelicale Quando il quadro peggiora il dolore è avvertito anche nel quadrante inferiore destro e alla schiena Nausea, vomito, febbre, segno di Rovsing positivo (EV, per via endovenosa; FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei; TC, tomografia computerizzata.) Laboratorio, TC/ecografia, antibiotici e consulenza chirurgica Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Tabella 7-6 Diagnosi differenziale nel dolore addominale con presentazione acuta Valutazione 259 Tabella 7-7 Esami radiologici nello studio del dolore addominale Test Descrizione Indicazioni Vantaggi e svantaggi Radiografie dirette dell’addome Un radiografia eseguita con il paziente in piedi mostra i livelli idroaerei in addome Un radiografia con il paziente in posizione supina rileva fluido o sangue nel peritoneo o gas intestinali Buone visualizzazioni di immagini di organi solidi, tumori, cancro metastatizzato Esame d’approccio iniziale Può mostrare aria libera, ostruzione del piccolo intestino, ischemia intestinale e corpi estranei Economica Facile da eseguire Provoca minimo disagio Primo test da impiegare per sospetto di diverticolite, pancreatite, appendicite, aneurisma aortico, trauma contusivo e cisti pancreatica Riflette e rifrange le onde sonore che colpiscono fluido, aria e tessuti solidi del corpo, permettendo l’imaging di organi, tessuti e cavità del corpo Primo test da eseguire nel dolore al quadrante addominale superiore In grado di rilevare colelitiasi, colecistite, masse pancreatiche e dilatazione del dotto biliare Utilizzata nel trauma, quando si sospetta una lesione addominale A differenza delle radiografie, si può ottenere una buona immagine a prescindere dal livello di aria o di gas nell’intestino. Esame rapido Provoca minimo disagio Non disponibile 24 ore al giorno in alcuni ospedali Non invasiva e poco costosa Può essere eseguita al letto del paziente Una lettura accurata dipende dalla capacità dell’operatore Tomografia computerizzata (TC) Ecografia Box 7-4 Come ricercare il coinvolgimento dei diversi apparati durante la valutazione di un paziente con dolore addominale Apparato Anamnesi, diagnosi differenziale e altre considerazioni sulla valutazione Neurologico Chiedete al paziente di un eventuale recente trauma e se sono comparse alterazioni dello stato di coscienza, nausea e vomito. Indagate ogni evidente problema di respirazione. Le polmoniti possono presentarsi con dolori addominali nei quadranti superiori. La rottura esofagea si presenta con notevoli disturbi respiratori. La sindrome coronarica acuta può presentare gli stessi sintomi di un’indigestione. Indagate qualsiasi problema gastrointestinale riferito dal paziente. Chiedete al paziente se sono cambiate le sue abitudini alimentari, di appetito e di svuotamento intestinale e urinario. Chiedete alle pazienti donne se hanno presentato perdite vaginali o sanguinamento e informatevi sullo stato del loro ciclo mestruale. Osservate la cute alla ricerca di pallore, ittero e altre variazioni del colorito cutaneo. Verificate la presenza di segni di recente intervento o di dispositivi biomedici esterni che possano indicare possibili cause di dolore addominale. Informatevi su eventuali precedenti malattie del paziente. Eseguite uno stick glicemico. Valutate la scena dell’evento, confrontate le vostre osservazioni con le informazioni raccolte dal paziente, dai famigliari e dagli astanti. Raccogliete l’anamnesi del paziente. La presenza di un cattivo odore, di catetere vescicale o di altri drenaggi invasivi può farvi pensare a un processo infettivo. Misurate la temperatura corporea del paziente per valutare la presenza di febbre. Valutate se il paziente presenta patologie croniche del colon, che possono associarsi a sepsi o peritonite. Analizzate i valori degli esami di laboratorio utili per una diagnosi di patologia ematologica, quali globuli bianchi, emoglobina, ematocrito, tempo di protrombina e tempo di tromboplastina parziale. Indagate un’eventuale esposizione a sostanze tossiche. Molte intossicazioni danno sintomi a carico del tratto gastrointestinale. Mantenete un alto indice di sospetto nella diagnosi differenziale. Respiratorio Cardiovascolare Gastrointestinale, genitourinario e riproduttivo Muscoloscheletrico e della pelle Endocrino, metabolico e ambientale Ematologico e infettivo Tossicologico (nucleare, biologico e chimico) 260 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Figura 7-5 Modelli di dolore riferito. Il dolore o il fastidio in queste aeree spesso fornisce indizi per identificare le malattie sottostanti. (Da Hamilton GC, Sanders AB, Trott AT, et.al: Emergency medicine: an approach to clinical problem solving, ed 2, Philadelphia, 2002, Saunders.) Tabella 7-8 Segni clinici associati ad alcune patologie addominali Segno Descrizione Diagnosi differenziale Ematemesi Ematemesi a fondi di caffè Vomito fecaloide Ematochezie Melena Sangue nel vomito Vomito con sangue parzialmente digerito Vomito con feci maleodoranti Fuoruscita di sangue dal retto Feci nere, picee, maleodoranti che contengono sangue mal digerito Sono necessari test di laboratorio per identificare un sanguinamento altrimenti non visibile a occhio nudo Feci di colore molto chiaro Sangue nelle urine Sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore Sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore Ostruzione intestinale Sanguinamento del tratto gastrointestinale inferiore Sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore Presenza di sangue occulto nelle feci Feci ipocromiche Ematuria Cercate di descrivere il dolore con le stesse parole usate dal paziente, poiché queste potrebbero essere molto più rivelatrici di quelle utilizzate da un soccorritore professionale. Utilizzare domande aperte − “A cosa assomiglia il suo dolore?”; “Può descrivere il suo dolore?” − incoraggiate l’utilizzo di parole semplici. Le risposte possono variare da un generico “Mi fa male” a “È come se avessi una morsa che stringe”. Se la persona non è in grado di descrivere il dolore, offritele una serie di sensazioni assimilabili come: è una sensazione di calore, bruciore, crampiforme o come un peso? Chiedete se ci sono movimenti che peggiorano o alleviano il dolore, indagando eventuali rimedi “casalinghi”, anche se si sono rivelati inefficaci. Utilizzare una scala del dolore permette di confrontare l’evolversi del dolore nel tempo. Il dolore è un’esperienza percettiva complessa e le persone hanno livelli molto diversi di tolleranza in funzione di etnia, cultura, razza e religione. Se ciascuno di noi sperimentasse lo stesso dolore, senza alcun dubbio individualmente lo percepiremmo in maniera molto differente. L ’utilizzo di una scala del dolore non pone giudizi sulla percezione del dolore da parte del paziente, che è in gran parte soggettivo, ma serve per tracciare l’andamento del dolore nel tempo. Chiedete frequentemente al paziente di rivalutare il dolore, avendo cura di documentare la risposta e mostrando fiducia nelle dichiarazioni del paziente riguardo al suo disturbo. Esame obiettivo Uno degli obiettivi primari nella valutazione di un paziente con dolore addominale è di capire se è necessario intervenire chirurgicamente in tempi rapidi. (Si passi in rassegna Sanguinamento del tratto gastrointestinale inferiore Patologie epatiche o calcolosi della colecisti Infezioni delle vie urinarie Malattie renali Trauma il Capitolo 1 per la valutazione complessiva del paziente.) Annotate l’aspetto generale del paziente. L ’osservazione del livello di coscienza, del colorito cutaneo, della temperatura e del livello di umidità della pelle può aiutare fin dall’inizio a capire la gravità del problema. Il paziente confuso, pallido e sudato è certamente un paziente più critico degli altri. Il dolore spinge alcuni pazienti a stare immobili, mentre in altri induce irrequietezza. Ancora, in entrambi i casi la priorità è sempre data alla valutazione e alla gestione delle vie aeree, del respiro e del circolo. Solo dopo questa fase è possibile eseguire un esame più specifico del disturbo addominale. La valutazione dei parametri vitali è fondamentale per arrivare a un’accurata diagnosi differenziale. La presenza di febbre − temperatura corporea di 38 °C o più − per esempio è considerata indicativa di infezione, anche se, per anziani e pazienti con sistema immunitario compromesso, ciò potrebbe non essere vero. In tali pazienti, una grave infezione può essere presente anche se la temperatura corporea del paziente è normale. Una pressione arteriosa sanguigna bassa e una frequenza cardiaca rapida possono indicare un’ipovolemia. La tachicardia a compenso dell’ipovolemia potrebbe non essere presente nei pazienti che assumono b-bloccanti, perché questi farmaci tendono a ridurre la frequenza cardiaca. Un’elevata frequenza respiratoria può rappresentare un iniziale campanello d’allarme di gravi patologie quali polmonite, infarto miocardico, sepsi o ipoperfusione. L ’esame obiettivo del paziente deve essere sistematico e accurato. Un’ispezione e un esame obiettivo possono rappresentare per il paziente un’esperienza difficile. A nessuno piace essere spogliato e toccato e in più il disagio è amplificato dall’ansia presente negli stati di malattia. Oltre al disagio percepito all’esame obiettivo, il paziente potrebbe anche preoccuparsi di dover subire manovre dolorose. Le informazioni date al paziente prima dell’esame obiettivo e la capacità di comunicare ciò che stiamo facendo possono diminuire l’incertezza e rafforzare la collaborazione. L ’accuratezza dell’esame obiettivo comprende l’ispezione, l’auscultazione, la percussione e la palpazione. Qui di seguito ne discuteremo brevemente. (Si veda il Capitolo 1 per una descrizione più dettagliata dell’esame obiettivo). Ispezione L ’esame dell’addome deve sempre iniziare con l’ispezione, perché qualsiasi palpazione può modificarne l’aspetto generale e, magari, provocare dolore al paziente, dopodiché ogni ulteriore palpazione sarebbe inficiata dalla contrattura di difesa. È necessario osservare per notare l’eventuale presenza di distensione, pulsazione, ecchimosi, asimmetria, gonfiore, contusioni, abrasioni, gravidanza, cicatrici, masse e qualsiasi altro rilievo insolito. Auscultazione È il secondo passo dell’esame obiettivo. La palpazione è consigliata dopo l’auscultazione, perché agitando l’addome si possono ingenerare rumori intestinali. Se il tempo e le circostanze lo consentono, è consigliabile auscultare ogni quadrante dell’addome per circa 30 secondi. Nell’auscultazione di un intestino normale sono udibili suoni simili al gorgoglio dell’acqua. Senza esperienza, è difficile capire se i suoni intestinali rientrano nella norma. Rumori intestinali iperattivi potrebbero segnalare una gastroenterite o le prime fasi di un’occlusione intestinale. Un intestino ipoattivo o l’assenza di suoni in un quadrante potrebbe indicare la presenza d’ileo paralitico. D’altra parte, l’auscultazione potrebbe essere impossibile in ambienti rumorosi come a bordo di un’ambulanza in movimento. Per una valutazione approfondita dei rumori intestinali è necessario un lungo periodo di auscultazione, che va dai 2 ai 5 minuti per ogni quadrante. In genere, nella fase di soccorso preospedaliera, un’auscultazione approfondita è poco praticabile, per la necessità di ridurre i tempi di ospedalizzazione del paziente; pertanto, l’auscultazione viene effettuata per brevi periodi o non viene effettuata affatto. Se utilizzate nel preospedaliero un’auscultazione rapida dell’addome e notate l’assenza di rumori intestinali, questo non significa che essi siano assenti del tutto, ma solo che non sono stati percepiti durante quella valutazione. Percussione Le percussioni addominali sono utili per capire se alcune aree intestinali contengono gas o liquidi. I contorni di organi e di masse addominali possono essere evidenziati con la percussione. Come per l’auscultazione, anche la percussione richiede pratica. Prima di eseguire qualsiasi palpazione o percussione dell’addome, spiegate al paziente cosa state facendo e per quali obiettivi. La metodica è più semplice e meglio tollerata dal paziente se si inizia dal lato sano per progredire poi nelle aree di disagio. La dolorabilità evocata con la percussione dovrebbe essere accuratamente annotata. Palpazione Per eseguire un’efficace palpazione, è importante che il paziente sia rilassato, perché la contrazione muscolare Cause di disturbo o dolore addominale 261 della parete addominale generata dall’ansia può rendere i risultati meno affidabili. Durante la palpazione di ogni quadrante, guardate la reazione sul volto del paziente e chiedetegli come si sente. Il paziente potrebbe essere distratto o non in grado di riferire il dolore; in questo caso osservate sul volto del paziente la comparsa di segni di disagio. Le smorfie o le lacrime possono rivelare più delle parole. Annotate eventuali differenze osservate prima, durante e dopo la palpazione. Le manovre di rimbalzo servono per verificare se è presente dolore quando si allontana velocemente la mano dall’addome. Se il dolore aumenta quando la pressione è rilasciata, il test è positivo come segno d’irritazione peritoneale. Questo segno è però presente in più del 25% dei pazienti con disturbi addominali aspecifici. In alcune aree, le manovre di rimbalzo non possono essere eseguite per la contrazione della muscolatura addominale. In questi casi può essere utile far alzare i talloni al paziente o invitarlo a tossire per evocare un dolore addominale simile. Ciascuna di queste attività stimola il peritoneo irritato e può facilitare nell’identificazione di tale tipo di dolore. Cause di disturbo o dolore addominale Il dolore addominale può avere la propria causa in qualsiasi apparato del corpo umano. Dietro un dolore addominale possono essere presenti malattie innocue, trattabili anche a domicilio, o patologie gravi e pericolose. È essenziale identificare i pazienti con gravi patologie il più presto possibile. Per riconoscere un paziente in condizioni critiche non sono necessarie attrezzature diagnostiche avanzate. ■■ Sanguinamento esofageo o gastrointestinale superiore L ’emorragia acuta del tratto gastrointestinale superiore ha un’incidenza piuttosto alta, in quanto negli Stati Uniti colpisce 50-150 persone ogni 100.000 abitanti ed è causa di circa 250.000 ricoveri all’anno. Gli uomini e le persone di età avanzata presentano un rischio elevato di emorragia acuta del tratto gastrointestinale superiore. Il sanguinamento gastrointestinale del tratto inferiore ha invece complessivamente un’incidenza minore e colpisce maggiormente le donne. Nella valutazione di una sospetta emorragia del tratto gastrointestinale, dovete accertare se la perdita di sangue è dovuta a una patologia acuta o cronica. Il sanguinamento o il dolore è iniziato improvvisamente o è presente da qualche tempo? Un esordio acuto con importante e cospicuo sanguinamento è indice di una massiccia emorragia con segni di shock ipovolemico. Un’emorragia cronica è più comune nei pazienti adulti anziani e in quelli con malattie croniche, come l’insufficienza renale. L ’astenia e la debolezza ingravescente possono precedere e anticipare la presenza di sangue nelle feci. Se l’emorragia persiste nel tempo, possono diventare evidenti segni di anemia. Ci sono alcune domande specifiche da porre ai pazienti in cui si sospetta un sanguinamento del tratto gastrointestinale (Box 7-5). Anche se il paziente non lamenta dolore addominale, può essere utile utilizzare l’acronimo 262 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Box 7-5 Sanguinamento gastrointestinale Onset (esordio) Provocation/palliation (alleviamento/ peggioramento) Quality (Qualità) Region (irradiazione) Severity (intensità) Timing (Durata) Quando ha avuto inizio il sanguinamento? È stato graduale o improvviso? Che cosa peggiora o lenisce il dolore? Qualcosa ha causato un aumento del sanguinamento, per esempio, il vomito? Che aspetto ha? Di che colore è? Quanto è stato cospicuo? Da dove ha sanguinato? Domandate se sanguina dal tratto gastrointestinale superiore o inferiore Su una scala da 0-10, a che punto colloca la sua emorragia? È in aumento o in diminuzione? Da quanto tempo i sintomi sono presenti? Sono continui o intermittenti? OPQRST per raccogliere le maggiori informazioni possibili (si veda il Box Promemoria nel Capitolo 1). Molti pazienti riferiscono sanguinamento, ma altri mostrano segni e sintomi iniziali più ambigui come tachicardia, sincope, ipotensione, angina, astenia, alterazioni del sensorio o arresto cardiaco. Raccogliere una buona anamnesi può essere l’unico modo per determinare la causa di tale disturbo. Le possibili cause di un sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore sono ampie e comprendono ulcera peptica, gastrite erosiva ed esofagite, varici esofagee e gastriche e sindrome di Mallory-Weiss. I fattori che aumentano il rischio di mortalità comprendono l’instabilità emodinamica, l’ematemesi, l’ematochezia, l’impossibilità di annullare il riscontro di sangue nonostante il lavaggio gastrico, l’età maggiore di 60 anni e la coesistenza di altre patologie croniche, come le disfunzioni cardiovascolari o polmonari. Ulcera peptica L ’ulcera peptica colpisce circa 5 milioni di persone negli Stati Uniti ed è la causa più comune di emorragia gastrointestinale, con circa il 60% dei casi. Helicobacter pylori è stato ritenuto la causa del 60-70% delle ulcere peptiche riscontrate nell’ultimo decennio; pertanto, il mondo scientifico non considera più l’ulcera peptica come una malattia cronica. La lesione può essere presente a livello duodenale e/o gastrico. Poiché la mucosa gastrica secerne acido cloridrico e pepsinogeno, lo stomaco ha un pH acido. Quest’acidità è necessaria per la corretta digestione delle proteine. Un delicato equilibrio è mantenuto dalla secrezione di bicarbonato di sodio nel duodeno. Le ulcere peptiche si formano quando questo equilibrio è alterato e vi è predominanza dell’acidità. Alcuni dei fattori che possono irritare o contribuire al formarsi di ulcere peptiche sono i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), il fumo, l’ingestione eccessiva di alcol e lo stress. Il sanguinamento in corso di ulcera peptica può essere grave e il trattamento iniziale prevede la stabilizzazione delle funzioni vitali. Osservate se il paziente presenta eventuali segni precoci di shock, quali pallore, tachipnea, tachicardia e ipotensione, che devono essere rapidamente documentati e trattati. In casi rari, l’ulcera può perforare le pareti dello stomaco o dell’intestino, provocando forti dolori addominali e una rigidità della parete addominale descritta alla palpazione come a “tavola di legno”. A volte il rigonfiamento del tessuto ulcerato può provocare un’ostruzione acuta. Nella raccolta dell’anamnesi indagate eventuali precedenti sintomi o episodi simili di sanguinamento, se il dolore è mai stato avvertito prima o se peggiora durante o dopo aver mangiato. Dopo aver stabilizzato le funzioni vitali, informatevi se il paziente non si trova già in terapia con farmaci inibitori della pompa protonica ed eventualmente iniziare la terapia. I farmaci inibitori della pompa protonica (PPI, Proton Pump Inhibitor) sono in grado di diminuire il sanguinamento, riducendo la quantità di acido nello stomaco. Questi farmaci possono essere somministrati per via endovenosa (EV) in bolo e seguiti poi da un’infusione continua. Per un trattamento cronico, oltre all’assunzione di PPI, il paziente dovrebbe evitare i FANS; questi farmaci, infatti, inibiscono l’attività delle prostaglandine e favoriscono la formazione di ulcere gastriche duodenali, ostacolando il flusso di sangue alla sottomucosa e, pertanto, compromettono la secrezione di muco, bicarbonato e acidità gastrica. I pazienti con ulcera peptica dovrebbero anche evitare acido acetilsalicilico, caffeina e alcol. In caso di documentata infezione da H. pylori, il trattamento con antibiotici si è dimostrato efficace nel promuovere la guarigione e diminuire la probabilità di recidiva, mentre il fumo esacerba la lesione e allunga i tempi di guarigione. Per trattare l’infezione da H. pylori può essere richiesta una combinazione di antibiotici. Gli obiettivi dei farmaci antiulcera sono di ridurre le secrezioni di acido e di favorire la formazione di un’efficace barriera protettiva per le mucose. Questi farmaci sono riassunti nella Tabella 7-9. Esofagite e gastrite erosiva L ’esofagite e la gastrite erosiva, come suggeriscono i nomi, indicano l’infiammazione e l’erosione della mucosa gastrica ed esofagea. Entrambe le condizioni possono essere a esordio acuto o cronico e numerose sono le possibili cause. Alcune cause aspecifiche sono rappresentate da consumo di alcolici, uso di FANS, assunzione di sostanze corrosive ed esposizione a terapia radiante. L ’esofagite e la gastrite erosiva in genere causano meno sanguinamenti rispetto all’ulcera peptica e spesso la condizione è autolimitante. I segni e i sintomi principali includono cattiva digestione, bruciori di stomaco, dispepsia ed eruttazione. Alcuni pazienti presentano anche nausea e vomito. La gravità dei sintomi non si correla con precisione con la gravità delle lesioni. Poco si può fare per questa patologia in ambito preospedaliero. Mantenete la pervietà delle vie aeree, la respirazione e la circolazione e adottate le misure di comfort quali corretto posizionamento durante il trasporto e somministrazione di analgesici e antiemetici. La lavanda gastrica può essere eseguita a scopo diagnostico per evidenziare un sanguinamento attivo. Se il paziente non ha alcun sanguinamento in atto, può essere somministrata una miscela di lidocaina viscosa e un antiacido per fornire sollievo. Per la terapia a lungo termine, Cause di disturbo o dolore addominale 263 Tabella 7-9 Farmaci antiulcera Agenti antisecretori Farmaco Meccanismo di azione Antagonisti dei recettori H2 Sopprime la secrezione di acidi bloccando i recettori H2 delle cellule della parete gastrica Antagonisti muscarinici Cimetidina Famotidina Nizatidina Ranitidina Esomeprazolo Lansoprazolo Omeprazolo Pantoprazolo Rabeprazolo Pirenzepina Protettori della mucosa Sucralfato Inibitori della pompa protonica Sopprime la secrezione di acidi inibendo H, K-ATPasi Sopprime le secrezioni acide bloccando i recettori colinergici muscarinici Formano una barriera protettiva (H,K-ATPasi, idrogeno, potassio adenosin trifosfato; H2, istamina 2.) come nel caso dell’ulcera peptica, il paziente può assumere PPI ed evitare il consumo di acido acetilsalicilico, FANS, caffeina e alcol. Varici gastroesofagee Le varici gastroesofagee sono causate da dilatazioni patologiche delle vene a causa della crescente pressione che danneggia la struttura dei vasi, sfiancandola e indebolendola. Le varici si formano quando il flusso di sangue attraverso il fegato è rallentato o limitato (ipertensione portale). Ciò fa sì che il sangue ristagni anche nelle vene della parete dell’esofago, provocando una dilatazione dei vasi. L ’ipertensione portale, spesso associata all’abuso cronico di alcol, è la causa più comune di aumento della pressione. Le varici in genere sono asintomatiche fino alla loro rottura con conseguente sanguinamento, che può causare la perdita di massicce quantità di sangue. I pazienti con un precedente episodio di sanguinamento da varici hanno un 70% di probabilità di sanguinare nuovamente. Se il sanguinamento si presenta una seconda volta, il 30% dei pazienti va incontro a morte. Il trattamento si fonda sul controllo dell’emorragia favorendo la formazione del coagulo. Se l’emorragia non è controllabile, il tamponamento può essere compiuto utilizzando la sonda di Sengstaken-Blakemore, che è provvista di un palloncino per esercitare una pressione diretta sulle varici sanguinanti. Si tratta di una soluzione temporanea che richiede un monitoraggio continuo. La pressione all’interno dei due palloni deve essere mantenuta a livelli adeguati, al fine di raggiungere la giusta compressione delle varici. Una pressione di 0,5-1,5 kg è applicata al tubo dalla connessione dello stesso con un casco indossato dal paziente. Un sistema di aspirazione a bassa pressione è collegato a entrambe le porte, gastrica ed esofagea (Figura 7-6). Prima di eseguire questa procedura, il paziente deve essere intubato. Se è necessario il trasferimento del paziente verso un altro ospedale, bisogna prendere particolari precauzioni per proteggere il paziente da cambiamenti di pressione barometrica ad altitudini più elevate, come durante il volo. In genere i palloncini sono sgonfiati entro 24 ore per ridurre il rischio di necrosi, ma possono essere lasciati in sito fino a un massimo di 72 ore. L ’endoscopia digestiva può essere eseguita per iniettare un agente sclerosante. Questa procedura, nota come scleroterapia, favorisce la formazione del coagulo. La somministrazione di octreotide può essere presa in considerazione, anche se la sua efficacia è limitata. L ’infusione di vasopressina è un’ulteriore possibilità farmacologica. Un’altra possibilità da prendere in considerazione per la formazione del coagulo è la terapia con bande, che utilizza bande di gomma applicate direttamente sulle varici. Le varici assomigliano a polipi e il bendaggio può prevenire il sanguinamento (Figura 7-7). Figura 7-6 Sonda di Sengstaken-Blakemore modificata. Notate il tubo accessorio nasogastrico (NG) per l’aspirazione delle secrezioni sopra il pallone esofageo, e i due morsetti (uno fissato con nastro adesivo) per evitare la decompressione accidentale del pallone gastrico. (Da Townsend CM, Beauchamp RD, Evers BM, et al: Sabiston textbook of surgery: the biological basis of modern surgical practice, ed 18, Philadelphia, 2007, Saunders.) 264 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Figura 7-7 Visione endoscopica di varici e legatura di ulcera. A) La giunzione gastroesofagea è vista in una visione retroflessa dopo la legatura delle varici gastriche multiple (punte di freccia), che ricordano i polipi. B) L ’endoscopia superiore nello stesso paziente dopo 4 settimane mostra ulcere multiple nei siti di legatura preventiva (punte di freccia). (Da Feldman M, Friedman LS, Brandt LJ: Sleisenger & Fordtran’s gastrointestinal and liver disease pathophysiology/diagnosis/management, Philadelphia, 2006, Saunders.) Sindrome di Mallory-Weiss La sindrome di Mallory-Weiss è un tipo di emorragia gastrointestinale derivante da lesioni longitudinali della mucosa alla giunzione gastroesofagea, principalmente a livello dello stomaco. Un violento e prolungato vomito può provocare la lesione, che può quindi portare al sanguinamento arterioso. Il sanguinamento può variare d’intensità, da lieve e autolimitante fino a grave con pericolo di vita per il paziente. Nei casi gravi, un aumento del vomito può essere provocato dallo stesso sangue ingoiato dal paziente. Il sintomo iniziale è spesso il grave sanguinamento; l’ematemesi si verifica nell’85% dei pazienti con sindrome di Mallory-Weiss. L ’assunzione di acido acetilsalicilico, l’uso eccessivo di alcol e la bulimia (un disturbo alimentare caratterizzato da episodi di abbuffate seguite da vomito autoindotto) sono fattori di rischio. Il tasso di mortalità è inferiore al 10%. La terapia nella fase precoci è di supporto, poiché il sanguinamento di solito si risolve spontaneamente. La lavanda gastrica deve essere eseguita quando il sanguinamento è cessato. Se questo continua, è necessaria l’endoscopia. In caso di nausea o vomito, è consigliato l’utilizzo di antiemetici. Se l’emorragia non può essere controllata, il paziente deve essere ricoverato in ospedale. Perforazione di un viscere addominale Un viscere (pl., visceri) perforato o rotto rappresenta un’emergenza, che spesso si verifica quando un’ulcera duodenale erode la sierosa (lo strato più esterno dell’intestino). In tal modo si provoca una peritonite da fuoriuscita di contenuto intestinale nella cavità addominale. Più tempo trascorre tra la perforazione e la diagnosi e maggiore è il tasso di mortalità. La perforazione dell’intestino crasso, dell’intestino tenue, dei diverticoli del colon o della colecisti è possibile, ma costituisce un evento raro. I fattori di rischio includono l’età avanzata, la malattia diverticolare, l’uso di FANS e una precedente ulcera peptica. Il paziente con perforazione intestinale avverte un improvviso e acuto dolore epigastrico; tuttavia, i pazienti anziani possono non avere alcun dolore significativo. Il dolore può essere diffuso, con segni di resistenza e difesa addominale e segni di rimbalzo che evocano dolore. Un addome rigido è un segno tardivo. Circa la metà dei pazienti ha vomito. La febbricola, attribuibile alla peritonite, potrebbe essere un segno tardivo. I rumori intestinali sono diminuiti e spesso è presente tachicardia, con comparsa di shock conseguente a emorragia massiva e possibile sepsi. Assicurare un accesso EV e supportare le vie aeree, la respirazione e il circolo è essenzialie. In Pronto Soccorso devono essere eseguiti esami di laboratorio e di diagnostica per immagini a scopo preoperatorio. In caso di peritonite è presente un elevato numero di globuli bianchi. Nel 70-80% dei pazienti, se è presente un’ulcera perforata, un addome a vuoto è sufficiente per scoprire aria libera. La tomografia computerizzata (TC) offrirà maggiori informazioni sull’estensione della perforazione. ■■ Sindrome di Boerhaave Nella sindrome di Boerhaave è presente una rottura spontanea dell’esofago a causa di iperemesi gravidica, parto, violenti attacchi di tosse, convulsioni, stato asmatico, sollevamento di pesi, disturbi neurologici o vomito esplosivo a getto in un paziente che ha abusato di cibi e bevande. Il paziente riferisce un tipico dolore violento e improvviso a petto, collo, schiena e addome, accompagnato da difficoltà respiratoria, tachicardia, vomito ematico e febbre. Se la rottura avviene nel primo segmento esofageo, può essere presente enfisema sottocutaneo. Si tratta di un’emergenza assoluta. Il paziente deve quindi essere assistito dal punto di vista respiratorio con un’immediata ossigenazione e avviato in ospedale per l’intervento chirurgico, poiché il tasso di mortalità senza un intervento chirurgico precoce è del 50%. ■■ Pancreatite acuta Il diabete è la malattia più comune legata al pancreas, ma anche la pancreatite è frequente. La pancreatite acuta è un processo infiammatorio in cui un’anomala attivazione degli enzimi pancreatici porta il pancreas a produrre un’autodigestione patologica, con conseguente infiammazione che può arrivare fino alla necrosi diffusa. I fattori predisponenti alla Cause di disturbo o dolore addominale patologia in più del 90% dei casi sono la colelitiasi e l’abuso di alcol. La pancreatite alcolica è più comune negli uomini di età compresa tra 35 e 45 anni. I Pronto Soccorsi in area metropolitana in genere hanno una casistica maggiore di tale patologia. In aggiunta, alcuni farmaci, come l’amiodarone (antiaritmico), la carbamazepina (antiepilettico), il metronidazolo (antimicotico) e i chinolonici (classe di antibiotici), possono causare una pancreatite farmaco-indotta. Il paziente con pancreatite in genere lamenta un forte dolore in sede epigastrica che s’irradia alla schiena. Il dolore di solito non si accentua con l’assunzione di cibo. Possono essere presenti una colorazione bluastra intorno all’ombelico (segno di Cullen) e una colorazione bluastra intorno ai fianchi (segno di Grey-Turner). Altri sintomi possono includere febbricola, nausea e vomito. La patologia può evolvere in maniera sistemica, con conseguente shock e insufficienza multiorgano. La diagnosi definitiva può essere fatta solo attraverso riscontri ematici, quali amilasi e lipasi, ed eventuale TC. Non esiste un unico test di laboratorio in grado di diagnosticare la pancreatite, anche se si ritiene il valore della lipasi più sensibile e specifico rispetto a quello dell’amilasi. In particolare l’amilasi è meno sensibile se ricercata dopo 36 ore dalla comparsa del dolore, poiché rimane elevata solo per un breve periodo. La lipasi, d’altra parte, è più specifica per il pancreas e il suo valore rimane elevato per diversi giorni. Il trattamento iniziale comprende il reperimento di un accesso EV, l’evitare di somministrare cibi e farmaci per via orale, la reintegrazione dei liquidi e la somministrazione di analgesici e antiemetici. Se il paziente non è in grado di assumere liquidi per via orale al Pronto Soccorso, molto verosimilmente verrà ricoverato. Le complicanze possono includere emorragia o necrosi pancreatica. Il trattamento della pancreatite cronica è simile e in genere è di supporto. ■■ Appendicite acuta L ’appendice è una piccola estroflessione tubulare del colon situata nei pressi del cieco, che in genere va incontro a infiammazione (appendicite) a causa di infezioni o accumulo di fluido. L ’appendice, quando diventa gonfia e infiammata, può anche rompersi, rovesciando il suo contenuto nell’addome e scatenando una peritonite. I batteri possono anche entrare nel flusso sanguigno, provocando sepsi. La gangrena dell’appendice è un’altra possibile situazione di emergenza chirurgica anche nel caso in cui l’appendice non si rompa. L ’incidenza dell’ap- 265 pendicite acuta è del 7% tra la popolazione generale e non vi è alcun modo di prevedere chi ne sarà colpito, anche se la fascia di età maggiormente interessata è tra i 20 e i 40 anni d’età. I pazienti con appendicite acuta hanno in genere un dolore localizzato al quadrante addominale inferiore destro, anteriormente o anche al dorso. Il dolore in genere inizia nella regione periombelicale e diventa, con il peggiorare dell’infiammazione, più localizzato nel quadrante inferiore destro. Altri segni e sintomi includono febbre, nausea, vomito e segno dello psoas positivo, che è discretamente specifico dell’appendicite. Per valutare il segno dello psoas, ponete il paziente in decubito laterale sinistro, facendogli poi estendere la gamba destra fino all’anca. L ’esacerbazione del dolore durante tale movimento nel quadrante inferiore destro è indice della positività del test. Ulteriori reperti derivanti dall’esame obiettivo e suggestivi di patologia addominale sono riassunti nella Tabella 7-10. Il trattamento di un paziente con sospetta appendicite comprende il reperimento di un accesso EV, la somministrazione di analgesici e antiemetici e il trasporto del paziente in una posizione comoda. In Pronto Soccorso, una diagnosi definitiva sarà effettuata mediante ecografia o TC. Le analisi ematiche come l’emocromo con formula e gli esami delle urine rappresentano ulteriori accertamenti fondamentali. La TC rappresenta l’indagine diagnostica più utile, perché può rivelare diagnosi alternative, nel caso il paziente non sia affetto da appendicite. In effetti, l’uso della TC ha mostrato di ridurre il numero di appendicectomie inutili nelle donne. Se l’appendicite è confermata, è necessario un intervento chirurgico per asportarla. Prima dell’intervento chirurgico verrà seguita una profilassi antibiotica. I bambini piccoli, gli anziani, le donne in gravidanza e i pazienti affetti da virus dell’immunodeficienza umana/sindrome da immunodeficienza acquisita (HIV/AIDS, Human Immunodeficiency Virus/Acquired Immunodeficiency Syndrome) possono avere quadri anomali di presentazione dell’appendicite ed essere a più alto rischio di complicanze. Nei bambini piccoli, la diagnosi di appendicite può giungere in ritardo a causa di una sintomatologia non specifica. Le diagnosi errate di appendicite sono frequenti, a causa dei limiti nella comunicazione con il paziente e della presentazione atipica, con manifestazioni variabili e sfumate. Questo fenomeno espone ed eleva il rischio di perforazione. Nei pazienti di età superiore a 70 anni, il tasso di diagnosi errata è di circa il 50% e la rottura precoce dell’appendicite è comune. Dato che l’appendicite acuta è la causa più comune di disturbo addominale durante la gravidanza di Tabella 7-10 Reperti dell’esame obiettivo associati a disturbi addominali Segno Descrizione Considerazioni Segno di Cullen Scolorimento o ecchimosi intorno all’ombelico Segno di Kehr Dolore addominale che s’irradia alla spalla sinistra Segno di Murphy Premete con decisione verso l’alto nel quadrante superiore destro e chiedete al paziente di respirare profondamente. L ’arresto nell’inspirio a causa del dolore è un risultato positivo Il paziente è in decubito laterale sinistro ed estende la gamba destra a livello dell’anca. Un aumento del dolore nel quadrante in basso a destra è un risultato positivo Palpare il quadrante in basso a destra dell’addome. Il dolore o i segni di difesa rappresentano un risultato positivo Sanguinamento intra-addominale Pancreatite Irritazione diaframmatica, spesso associata a interessamento splenico Di solito associata a calcolosi della colecisti con interessamento epatico Suggestivo di colecistite Di solito associata ad appendicite Segno dello psoas Segno di Rovsing Suggestivo per appendicite 266 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo origine extrauterina, essa deve essere sospettata nelle donne in gravidanza che presentano disturbi gastrointestinali. Tuttavia, questa particolare attenzione è necessaria perché l’utero gravido rende difficile la diagnosi di appendicite. Poiché è preferibile evitare la TC nelle donne in gravidanza per non esporre le pazienti e il feto a radiazioni, l’ecografia e la risonanza magnetica (RM) possono aiutare ad arrivare alla diagnosi. I pazienti con HIV/AIDS presentano gli stessi sintomi degli altri pazienti con appendicite acuta, ma con un rischio molto più elevato di complicazioni. Per questo, nei loro confronti, i clinici sono più propensi a evitare l’atteggiamento attendistico, a causa della frequente presenza di altre patologie gastrointestinali. ■■ Ischemia mesenterica L ’ischemia intestinale è causata da un’occlusione dell’arterie o delle vene mesenteriche. I sintomi includono un esordio acuto di nausea, vomito, diarrea e forti dolori addominali che appare sproporzionato rispetto al reperto palpatorio dell’addome, che in genere è trattabile. La patologia è più comune nei pazienti anziani e in quelli con anamnesi d’infarto del miocardio, aritmie, malattie delle valvole cardiache o vascolari periferiche. Anche l’uso di contraccettivi orali, l’ipercoagulabilità del sangue, la dissecazione aortica e un trauma possono favorire un evento ischemico. Non esistono esami di laboratorio specifici per la diagnosi, anche se dei livelli sierici di lattato elevati possono essere un utile indizio. I referti radiologici positivi sono spesso tardivi, mentre si dovrebbe sospettare un’ischemia intestinale sulla base dei fattori di rischio, escludendo le cause di dolore addominale legate ad altre patologie. Si dovrebbe eseguire un’angiografia, tenendo conto che le TC di ultima generazione offrono una risoluzione migliore. L’angio-TC dell’addome è probabilmente la scelta migliore per quanto riguarda l’imaging. L ’ischemia mesenterica può progredire verso l’infarto intestinale, se non diagnosticata precocemente, e portare a cancrena, perforazione e morte del paziente. ■■ Ostruzione intestinale L ’ostruzione intestinale rappresenta un’emergenza conseguente a riduzione del lume, con successiva ostruzione al passaggio del contenuto intestinale, da parte di feci, corpi estranei o eventi meccanici. Il crescente aumento della pressione a livello intestinale diminuisce il flusso di sangue, con conseguenti setticemia e necrosi intestinale. Il tasso di mortalità aumenta drammaticamente con l’instaurarsi del quadro di shock. I pazienti con storia di ostruzione intestinale, interventi chirurgici sull’addome, recente patologia addominale, neoplasia intestinale, radioterapia, chemioterapia o ernia sono a maggior rischio di sviluppare un’ostruzione intestinale. I pazienti con ostruzione intestinale presentano nausea, vomito e dolore addominale. In aggiunta, riferiscono spesso di non essere in grado di espellere i gas intestinali e lamentano a volte stipsi e addome dilatato e gonfio. La naturale peristalsi intestinale continua nonostante l’ostruzione, causando un dolore intermittente che il paziente può descrivere come crampiforme o come una sensazione di nodo che stringe. Le cause di ostruzione meccanica del piccolo intestino sono le intussuscessenze, le briglie aderenziali, i polipi, il volvolo e i tumori. Il volvolo gastrico, condizione in cui lo stomaco ruota più di 180°, è un evento raro che è stato documentato in soli 400 casi negli Stati Uniti. Questa torsione sigilla lo stomaco dai due lati, bloccando il flusso di sangue e il passaggio del liquido e del cibo. La condizione è caratterizzata da un esordio acuto di dolore addominale, vomito grave e shock. In assenza di un intervento chirurgico tempestivo, il paziente ha un’alta probabilità di andare incontro a morte. L ’intussuscessenza avviene quando una porzione dell’intestino s’invagina in un’altra porzione adiacente, in modo da occludere il passaggio del contenuto intestinale e diminuire il flusso sanguigno nella zona. L ’intussuscessenza rappresenta il 7% di tutte le ostruzioni intestinali. Il problema è più frequente nei bambini che negli adulti. Circa l’80% delle erniazioni negli adulti avviene nel piccolo intestino. L ’ostruzione dell’intestino crasso è meno comune di quella dell’intestino tenue per via del maggior diametro del colon. Quando si verifica, in genere è causata da cancro, fecaloma, colite ulcerosa, volvolo, diverticolite o intussuscessenza. Nel paziente con disturbo addominale, l’anamnesi deve includere la raccolta d’informazioni sulle abitudini alimentari, lo stato dell’appetito e la regolarità dell’alvo. In un paziente con un’ostruzione intestinale, l’auscultazione dell’addome rivelerà suoni lontani o assenti. I suoni potrebbero essere difficili da apprezzare, anche perché quelli di un quadrante potrebbero essere riferiti a un altro; pertanto, assicuratevi di auscultare ogni quadrante per alcuni minuti. La percussione può rivelare un suono sordo. La palpazione può provocare dolore e la presenza di un addome teso e gonfio indica la presenza di una grave ostruzione intestinale. È molto difficile porre una diagnosi definitiva di ostruzione intestinale in ambito preospedaliero, ma, se la sospettate, potete comunque trattare il paziente. Iniziate stabilizzando il paziente se identificate eventuali pericoli di vita. Quindi, reperite un accesso EV e somministrate farmaci per la nausea e per il dolore, seguendo i protocolli locali. Evitate di somministrare cibi, bevande e farmaci per via orale, poiché il paziente potrebbe avere bisogno di sottoporsi a un intervento chirurgico immediato. Trasportate il paziente in posizione comoda. In Pronto Soccorso, una radiografia dell’addome e del torace con il paziente sia supino sia in posizione eretta potrà confermare l’ostruzione. Verranno effettuati gli esami ematici completi con un attento controllo del valore degli elettroliti. Un elevato numero di globuli bianchi può indicare la presenza di eventuale ischemia e una necrosi intestinale imminente. Un sondino nasogastrico potrebbe essere posizionato per rimuovere l’eccesso di pressione in attesa dell’intervento chirurgico. ■■ Sindrome compartimentale addominale La sindrome compartimentale addominale è causata dall’ipertensione intra-addominale e rappresenta una condizione critica per il paziente con un disturbo addominale. Il paziente può presentarsi con un addome teso, dolente e dolorabile, difficoltà respiratoria, acidosi metabolica, contrazione della diuresi e diminuzione della gittata cardiaca. Quest’ultimo calo avviene a causa dell’aumentata pressione che si accumula nell’addome e che riduce il ritorno venoso al cuore. La condizione è più comune tra i pazienti con trauma, ma può essere osservata anche in pazienti con patologia medica. Dato che Cause di disturbo o dolore addominale 267 Tabella 7-11 Cause di disturbi addominali con ittero Critiche Emergenza Urgenza Epatite con alterato stato mentale Cirrosi biliare primaria Da assunzione di farmaci Epatite con stato mentale non alterato Epatiche Epatite fulminante Cardiovascolari Aneurisma dell’aorta addominale Sindrome di Budd-Chiari Grave scompenso cardiaco Scompenso di cuore destro Patologia da occlusione venosa Biliari Colangite Ostruzione dei dotti biliari Sistemiche Sepsi Colpo di calore Sarcoidosi Amiloidosi Sindrome di rigetto Ematoma post-traumatico in riassorbimento Nutrizione parenterale totale Anemia emolitica Infiltrazione maligna massiva Tumori della testa del pancreas Sindrome di Gilbert Ittero fisiologico neonatale Iperemesi gravidica Colestasi gravidica Ematologiche Reazione avversa da trasfusione Riproduttive Preeclampsia/sindrome HELLP Fegato grasso acuto da gravidanza questi segni e sintomi sono spesso associati ad altri eventi critici come l’ipovolemia, la sindrome compartimentale tende a essere dimenticata, di solito fino al deterioramento del paziente. È importante prestare attenzione a tale condizione, perché si potrebbero anche peggiorare le condizioni del paziente, per esempio, poggiando degli oggetti sul suo addome durante il trasporto. Il trattamento extraospedaliero si limita a una rimozione degli abiti stretti, evitando un’eccessiva somministrazione di liquidi e forse somministrando diuretici. In Pronto Soccorso l’addome può essere decompresso rimuovendo fluido. ■■ Gastroenterite virale La gastroenterite virale, la seconda causa di malattia negli Stati Uniti, è caratterizzata da diarrea acquosa, nausea, vomito, lieve dolore addominale e febbricola. Molti virus possono causare gastroenterite, ma Norovirus ne è il maggior responsabile. La gastroenterite virale è facilmente trasmissibile e può causare epidemie di grandi dimensioni. Questi episodi di solito sono sporadici e tendono a fiorire nei mesi invernali. La gastroenterite può essere causata anche da batteri e parassiti. La terapia è sintomatica e prevede la somministrazione di antiemetici e idratazione con infusioni EV. ■■ Dolore addominale con ittero Ittero L ’ittero è una condizione in cui un eccesso di bilirubina (non coniugata) si lega all’albumina, con conseguente ingiallimento degli occhi e della pelle e successive astenia profonda, febbre, anoressia e alterazione dello stato mentale. Per essere eliminata dal corpo, la bilirubina deve essere coniugata nel fegato. Quando la bilirubina non coniugata in eccesso attraversa la barriera ematoencefalica, si verifica un quadro di encefalopatia, che nei casi più gravi può portare a morte. L ’ittero è spesso presente nei neonati prematuri, ma la condizione può essere presente in pazienti di qualsiasi età. L ’esame obiettivo può mostrare un fegato ingrossato, un aggravamento del dolore con la palpazione del quadrante superiore destro e ascite. I test diagnostici includono TC, ecografia ed esami ematici di laboratorio quali emocromo, bilirubinemia, fosfatasi alcalina, tempo di protrombina/tempo di tromboplastina parziale (PT/ PTT, Prothrombin Time/Partial Thromboplastin Time), amilasi, ammoniemia, test di gravidanza e screening tossicologico. L ’anamnesi dovrebbe includere trauma recente, precedenti trasfusioni di sangue, malattia virale, abuso cronico di alcol, overdose di paracetamolo, epatite, gravidanza, neoplasie maligne, febbre alta o encefalopatie. Le cause più frequenti di dolore addominale con ittero sono riportate nella Tabella 7-11. Epatite fulminante L ’insufficienza epatica fulminante è un quadro clinico in cui l’epatite progredisce fino a necrosi epatica (morte delle cellule del fegato). I sintomi classici sono rappresentati da anoressia, vomito, ittero, dolore addominale e asterixis o mioclonie a sbattimento. Il meccanismo che causa questo tipo di tremore è sconosciuto. Per eseguire il test, chiedete al paziente di estendere le braccia, flettere i polsi ed estendere le dita osservando se compaiono tremori. La necrosi epatica in corso di epatite fulminante è irreversibile e può essere trattata solo con un trapianto di fegato. Le epatiti B e C ne sono più spesso responsabili, ma sono possibili casi da 268 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo intossicazione da farmaci (overdose da paracetamolo) e da patologie metaboliche. I test di funzionalità epatica saranno elevati e indicativi. Il trattamento è solo di supporto. In caso di sovradosaggio di paracetamolo, se il paziente ha da poco assunto il farmaco, può essere somministrato come antidoto N-acetilcisteina con ottimi risultati. Il tempo trascorso dall’ingestione di paracetamolo è la chiave per determinare il successo del trattamento. Come per tutti i pazienti, la priorità è il sostegno delle vie aeree, della respirazione e della circolazione. In seguito garantite un accesso EV e somministrate antiemetici e antidolorifici. Sindrome di Budd-Chiari La sindrome di Budd-Chiari è una malattia cardiovascolare molto rara derivante dall’occlusione delle vene epatiche maggiori o della vena cava inferiore. La trombosi venosa che caratterizza questa sindrome può essere dovuta a malattie ematologiche, coagulopatia, gravidanza, uso di contraccettivi orali, trauma addominale o malattia congenita. I segni e sintomi sono sovrapponibili a un quadro d’insufficienza epatica acuta o cronica, con importante dolore addominale, epatomegalia, ascite e ittero. La diagnosi di solito viene fatta con l’ecografia. Il trattamento di scelta dipende dalla causa dell’occlusione, ma in genere prevede l’utilizzo di anticoagulanti e terapia di supporto. Colelitiasi, colecistite e colangite La colangite e la colelitiasi sono malattie che colpiscono la colecisti, una struttura che produce la bile destinata a favorire la digestione dei nutrienti liposolubili e dei grassi. Nella colelitiasi, un elevato livello di colesterolo che non può essere convertito dagli acidi biliari porta alla formazione di calcoli biliari. Questa condizione è più diffusa tra anziani, donne, persone con obesità patologica, persone che hanno perso peso rapidamente, pazienti con predisposizione familiare alla malattia e quelli in terapia a lungo termine con alcuni farmaci. Le quattro F vengono spesso citate per caratterizzare i rischio di sviluppare calcoli biliari: sesso femminile (Female), alimentazione grassa (Fat), età oltre i 40 anni (over Forty), età fertile (Fertile). I calcoli della colecisti sono asintomatici in alcuni pazienti. In altri provocano un forte dolore al quadrante superiore destro, a volte irradiato alla spalla destra e accompagnato da nausea e vomito. Il dolore, chiamato colica biliare, in genere è ciclico e tende a essere aggravato dall’assunzione di cibi grassi. Può essere presente il segno di Murphy, caratterizzato da un aumento del dolore provocato dal premere con forza verso l’alto nel quadrante superiore destro e dalla richiesta al paziente di fare un respiro profondo. L ’arrestarsi dell’inspirazione causato dal dolore è un segno di positività. Il trattamento definitivo della calcolosi biliare può arrivare all’intervento chirurgico di colecistectomia. Nella colecistite è presente un’ostruzione completa della via biliare causata da calcoli biliari, stenosi o neoplasia maligna. I segni e sintomi includono un persistente dolore al quadrante superiore destro, nausea, vomito e febbre. La terapia prevede l’utilizzo di antibiotici e una colecistectomia urgente (asportazione della colecisti). La colangite è un’infezione ascendente delle vie biliari, con sintomatologia simile alla colecistite ma con presenza d’ittero. Una colangite non trattata può evolvere in un quadro di grave sepsi. Il primo trattamento si basa sul mantenimento della stabilità emodinamica, sul controllo del dolore e della nausea, sulla somministrazione di antibiotici e sulla decompressione delle vie biliari. Epatiti Con il termine epatite si indica un’infiammazione generica del fegato. A dispetto della semplicità della denominazione, l’eziologia dell’epatite è quanto mai varia e complessa. Le cause possono essere di origine virale, batterica, micotica, parassitaria, da esposizione a sostanze tossiche, da reazioni avverse a farmaci e da disordini immunologici. I sintomi dell’epatite variano, ma tendono a essere abbastanza aspecifici e comprendono malessere generale, febbre e anoressia, nausea e vomito, dolore addominale, diarrea e, nelle fasi più avanzate della malattia, ittero. L ’alcol è una delle sostanze tossiche che possono provocare epatite e gravi malattie del fegato, dal momento che tale organo è deputato al catabolismo alcolico. L ’abuso cronico di alcol porta a epatopatia, malnutrizione, accumulo di metaboliti tossici e alterazione enzimatiche. L’interazione di questi meccanismi si pensa possa provocare un’epatite, anche se i ricercatori non hanno ancora compreso con precisione come. L ’epatopatia in genere è asintomatica, fino a quando non evolve in un’epatite alcolica, nel qual caso i segni e sintomi possono includere nausea e vomito, dolori addominali, tachicardia, febbre, ascite e ipotensione ortostatica. I virus sono tra le cause più frequenti di epatite. L ’epatite virale è classificata come di tipo A, B o C. Anche se l’incidenza di tutte le epatiti virali è in declino, queste malattie infettive costituiscono ancora una minaccia. Epatite A Il virus dell’epatite A (HAV, Hepatitis A Virus) si diffonde da persona a persona per via orofecale. Il rischio è alto nelle aree con scarsa pulizia e ridotta attenzione all’igiene degli alimenti. L ’esposizione all’HAV è diffusa. In alcune regioni del mondo, il 100% della popolazione è stato esposto. Negli Stati Uniti, il tasso di esposizione è pari al 50%. Tuttavia, ben pochi di coloro che sono stati esposti si ammalano. È disponibile un vaccino contro l’HAV. L ’HAV non degenera in forma cronica. Epatite B Il virus dell’epatite B (HBV, Hepatitis B Virus) è presente nei fluidi corporei, nel sangue, nella saliva, nello sperma, nelle feci, nelle lacrime, nell’urina e nelle secrezioni vaginali delle persone affette. Il virus si trasmette attraverso l’esposizione a sangue infetto o attività sessuale non protetta. I tassi più alti d’infezione si riscontrano tra i consumatori di droghe EV e negli omosessuali. Le trasfusioni di sangue sono state in passato una causa frequente di HBV, ma ora, attraverso un attento screening degli emoderivati, si è in concreto eliminato il rischio di esposizione. Diversamente dall’HAV, il paziente HBV positivo rimane sempre in grado di trasmettere la malattia. È disponibile un vaccino per evitare di contrarre l’HBV. Epatite C Il virus dell’epatite C è molto frequente negli Stati Uniti ed è legato in genere alle trasfusioni di sangue. Altre possibili cause risiedono nell’utilizzo di strumentazione invasiva non sterile e nell’esposizione degli operatori sanitari al sangue di pazienti infetti. La causa d’infezione non è chiara nel 40-57% dei casi. ■■ Disturbi addominali associati a diarrea o stipsi L ’intestino crasso è la sede di diverse malattie che causano diarrea o stipsi. Abbiamo già trattato l’ostruzione dell’intestino crasso, il volvolo, l’intussuscezione e l’ischemia. In questo paragrafo ci occuperemo di sindrome del colon irritabile, diverticolosi, diverticolite e malattie infiammatorie intestinali. Sindrome del colon irritabile La sindrome dell’intestino irritabile è un disturbo cronico che colpisce il 10-15% della popolazione degli Stati Uniti. La patologia non è pericolosa per la vita, ma provoca fastidiosi dolori addominali, diarrea, stipsi e nausea, che influiscono negativamente sulla qualità della vita. Dal momento che nei pazienti con colon irritabile gli esami di laboratorio e le indagini radiologiche sono normali, in origine si era pensato che il disordine fosse di natura psichiatrica. In realtà, studi fisiologici più recenti suggeriscono che tale disturbo sia dovuto a un’alterazione della sensibilità e della motilità intestinale. Esso insorge più frequentemente nei pazienti che presentano anamnesi positiva per depressione o ansia e, in genere, peggiora in condizioni di stress. La condizione sembra essere predominante tra le donne. In queste pazienti sono necessarie delle modificazioni della dieta associata a una terapia comportamentale e di supporto. Cause di disturbo o dolore addominale 269 rettocolite ulcerosa. Il trattamento è piuttosto complesso e può includere farmaci e plurimi interventi chirurgici addominali. Sfortunatamente l’infiammazione, nel caso della malattia di Crohn, è molto profonda e può coinvolgere l’intera parete del colon, provocando stenosi intestinali e formando fistole con gli organi adiacenti. Nella rettocolite ulcerosa, i processi infiammatori e ulcerativi si riscontrano lungo tutto il colon e il retto. Entrambi i disturbi causano un severo dolore addominale crampiforme, con formazione di feci molli e talvolta sanguinolente o diarrea. I pazienti sono spesso trattati con una terapia steroidea cronica o con altre terapie immunosoppressive. Le complicanze comprendono la formazione di ascessi e fistole intra-addominali. ■■ Cause neurologiche di dolore addominale Una vasta gamma di meccanismi non direttamente legati a una patologia addominale può provocare nausea e vomito. Questi meccanismi includono alcuni disturbi neurologici come emicranie, tumori e un aumento della pressione intracranica. Nel sospetto diagnostico, dovreste eseguire una valutazione neurologica più approfondita. La Tabella 7-12 descrive i principali disturbi addominali nei pazienti con nausea e vomito. Inoltre, nel Capitolo 2 troverete i riferimenti dettagliati sulle patologie neurologiche. Diverticolosi del colon Emorragia intracerebrale La malattia diverticolare è caratterizzata dalla presenza di piccole estroflessioni sacciformi a livello del colon, chiamati diverticoli, che si formano quando il rivestimento del colon ernia attraverso la parete della mucosa. La diverticolosi del colon è stata descritta per la prima volta nel XX secolo e si pensa che sia da attribuire alla mancanza di fibre nella dieta moderna. I ricercatori ritengono che la formazione di piccoli boli che contengono poche fibre aumenti la pressione nel colon, favorendo in aree indebolite della parete intestinale la formazione dei diverticoli. La malattia è molto più frequente dopo i 50 anni d’età rispetto ai giovani adulti. La diverticolosi, che può complicarsi in diverticolite, è spesso asintomatica, ma possono comparire gonfiore addominale, dolori crampiformi e cambiamenti nelle abitudini intestinali. Quando i diverticoli vanno incontro a infiammazione e infezione si parla di diverticolite. Quest’ultima è caratterizzata da rischio di sanguinamento, persistente dolore al quadrante inferiore di sinistra, dolorabilità diffusa, vomito e distensione addominale. La terapia è sintomatica e comprende una dieta ricca di fibre e l’utilizzo di antibiotici. Una potenziale complicanza è la perforazione intestinale con conseguente sepsi. I pazienti con diverticolite grave possono andare incontro a colectomia o drenaggio chirurgico di un eventuale ascesso. Anche se l’emorragia intracerebrale non causa dolore addominale, dovreste prenderla in considerazione in presenza di nausea e vomito. In caso d’insorgenza acuta di nausea e vomito, dovreste eseguire ulteriori valutazioni per confermare o escludere questa diagnosi. Una storia di trauma cranico recente, emiparesi, emiplegia, difficoltà nel parlare o deglutire, specialmente se accompagnati da fattori di rischio come ipertensione o età avanzata, aumenta il rischio di un’emorragia intracerebrale. Si veda il Capitolo 2 per ulteriori informazioni a riguardo. Sindrome da malattie infiammatorie intestinali Vertigine La sindrome da malattie infiammatorie intestinali è caratterizzata da un’infiammazione cronica e imprevedibile del tratto gastrointestinale. Negli Stati Uniti più di un milione di persone convivono con questo debilitante problema. I due tipi di malattia infiammatoria intestinale sono la malattia di Crohn e la La vertigine è una sensazione di capogiro che si associa a una varietà di situazioni, quali traumi, infezioni ed emorragie intracraniche, solo per citarne alcuni. Sebbene non sia una malattia addominale, una vertigine può causare nausea e vomito ed essere di natura centrale o periferica. Per le vertigini periferiche (per esempio, labirintite, vertigine parossistica Meningite La meningite è un’infezione batterica, virale o micotica delle meningi del cervello. Anche se la meningite non è una malattia gastrointestinale, questa ipotesi dovrebbe essere presa in considerazione quando il paziente presenta nausea o vomito. La meningite batterica ha un tasso di mortalità del 25-50%, è molto contagiosa e richiede un aggressivo trattamento antibiotico. La meningite virale richiede terapia di supporto. Poiché in concreto è impossibile sapere in ambito preospedaliero che tipo di meningite può avere il paziente, è fondamentale indossare sempre i dispositivi di protezione individuale, maschera compresa. Si veda il Capitolo 2 per ulteriori informazioni a riguardo. 270 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Tabella 7-12 Condizioni di emergenza correlate a disagio addominale con nausea e vomito Descrizione Sintomi Trattamento Emicrania Ricorrenti mal di testa accompagnati da aurea Dura 3-72 ore Dolore pulsante unilaterale o bilaterale Fotofobia Tumori dell’SNC Primitivi: tumore del cervello Secondari: metastasi Più frequente tra le persone di età superiore ai 65 anni, in quelle esposte a una notevole quantità di radiazioni, in quelle che fumano o sono HIV+ Può essere causata da deflusso o aumento del contenuto di liquido cerebrospinale nel sistema ventricolare cerebrale Ricorrenti e severe cefalee Nausea e vomito. Vertigini, difficoltà di coordinazione dei movimenti Disturbi del visus Convulsioni Mal di testa Fotofobia Nausea e vomito Convulsioni Fornire cure di supporto Abbassare le luci dell’ambulanza ottenere un accesso EV Somministrare antiemetici Applicare ghiaccio e impacchi caldi Fornire terapie di supporto per ridurre la nausea e il vomito, alleviare il dolore e prevenire o controllare le convulsioni Complicanza dell’ulcera peptica in cui il contenuto enterico non è in grado di progredire dallo stomaco Diagnosi endoscopica Infiammazione del pancreas Fuoruscita di enzimi pancreatici con distruzione tissutale Le cause principali sono l’abuso di alcol e la calcolosi della colecisti Vomito Tensione, gonfiore e dolore addominale Perdita di peso Decompressione gastrica Dolore severo, costante in epigastrio Nausea e vomito Febbre Fornire cure di supporto Ottenere un accesso EV Somministrare antiemetici e analgesici Non somministrare nulla per via orale Fornire cure di supporto Ottenere un accesso EV Somministrare antiemetici e analgesici Somministrare ossigeno Mettere il paziente in una posizione comoda Ottenere un accesso EV Non somministrare nulla per via orale Neurologiche Aumento della pressione intracranica (PIC) Fornire terapie di supporto Far distendere il paziente supino Somministrare antiemetici e anticonvulsivanti Gastrointestinali Ostruzione gastrica Pancreatite Colecistite Infiammazione della colecisti di solito dovuta a ostruzione da calcolosi Ostruzione intestinale Storia di ostruzione intestinale, chirurgia addominale, cancro, radioterapia, chemioterapia, ernia o malattia addominale L ’ostruzione può essere attribuibile a corpo estraneo, erniazione, aderenze, polipi, volvolo, tumori, colite ulcerosa o diverticolite Diagnosticata da esami di laboratorio e studio radiologico Le cause possibili sono l’ulcera peptica, i deverticoli, i traumi, l’uso di FANS e l’età avanzata L ’iter diagnostico prevede esami di laboratorio e radiologici e TC Rottura di visceri Appendicite Peritonite Febbre Dolori addominali Nausea e vomito Crampi addominali Stitichezza o diarrea Incapacità di far passare aria Addome disteso Rumori intestinali assenti o acuti Dolore improvviso e violento in epigastrio Vomito Infiammazione dell’appendice Diagnosi certa attraverso TC Il trattamento definitivo richiede un intervento chirurgico. Infiammazione della membrana peritoneale causata da infezioni, trauma, perforazioni intestinali o rottura di viscere Dolore periombelicale Nausea e vomito Febbre Segno dello psoas positivo Febbre Nausea e vomito Dolore addominale diffuso Malattia di Addison Incapacità della corteccia surrenalica di produrre aldosterone, cortisolo o entrambi Può esser causata da malattie autoimmuni, infettive o malattie genetiche Debolezza e affaticamento Colorito bronzeo Anoressia Ipoglicemia Nausea e vomito Dolore addominale Diarrea Somministrare ossigeno Mettere il paziente in una posizione comoda Ottenere un accesso EV Non somministrare nulla per via orale Mettere il paziente in una posizione comoda Ottenere un accesso EV e somministrare antiemetici e analgesici Mettere il paziente in una posizione comoda Ottenere un accesso EV e somministrare antiemetici analgesici e antibiotici Endocrine Insufficienza surrenalica Supporto delle vie aeree, della respirazione e della circolazione Somministrare liquidi EV Trattare lo squilibrio elettrolitico come indicato Segue Cause di disturbo o dolore addominale 271 Tabella 7-12 Condizioni di emergenza correlate a disagio addominale con nausea e vomito – seguito Descrizione Sintomi Trattamento Severo e ripetuto vomito durante la gravidanza Puo essere richiesta l’ospedalizzazione Nausea e vomito Perdita di peso Alterazioni elettrolitiche Ottenere un accesso EV Somministrare antiemetici Torsione del funicolo spermatico all’interno dello scroto. Più comune nei neonati <12 mesi. Può essere causata da trauma contusivo, ma la causa è spesso sconosciuta Senza pronto intervento chirurgico, il testicolo è destinato alla necrosi. Insorgenza acuta di dolore severo in un testicolo Edema da un lato dello scroto Sangue nello sperma Nausea e vomito Senso di stordimento Fornire cure di supporto Trasporto rapido in Pronto Soccorso Somministrare analgesici I disturbi specifici comprendono: iponatremia, ipernatremia, ipokaliemia, iperkaliemia, ipercalcemia, ipermagnesiemia. La diagnosi viene fatta con esami di laboratorio ed ECG Nausea e vomito Fornire cure di supporto Somministrare antiemetici EV Riproduttive Iperemesi gravidica Genitourinarie Torsione testicolare Metaboliche Disturbi elettrolitici (ECG, elettrocardiogramma; EV, per via endovenosa; FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei; HIV [Human Immunodeficiency Virus], virus dell’immunodeficienza umana; SNC, sistema nervoso centrale; TC, tomografia computerizzata.) posizionale benigna, neuronite vestibolare), occorre fornire una terapia di supporto. Se il paziente presenta altri sintomi neurologici, quali mal di testa o alterazione dello stato mentale, dovreste sospettare un’emorragia intracranica. Si veda il Capitolo 2 per ulteriori informazioni riguardo le vertigini. ■■ Disturbi addominali da patologie cardiopolmonari Quando il disturbo addominale è accompagnato da difficoltà respiratorie, dovreste considerare una possibile causa extraaddominale. Per esempio, segni e sintomi frequenti di un infarto miocardico acuto possono includere dolore addominale o epigastrico e nausea e/o vomito. L ’embolia polmonare e la polmonite sono altre possibili cause di dolore addominale, con dispnea e impegno respiratorio. È necessario acquisire un elettrocardiogramma (ECG) a 12 derivazioni, se sospettate che i sintomi del paziente siano dovuti a un problema cardiopolmonare. Aneurisma dell’aorta addominale L ’aneurisma dell’aorta addominale è una dilatazione di una parte dell’aorta causata da una debolezza della parete vascolare. Queste dilatazioni della parete arteriosa in genere aumentano di dimensione nel corso di diversi mesi o anni. La maggior parte di tali aneurismi sacciformi non si rompe, fissura o disseziona. Meno della metà dei pazienti con aneurisma dell’aorta addominale mostra la classica triade di sintomi: ipotensione, dolore addominale o alla schiena e massa addominale pulsante. Per questo motivo, dovreste prendere in considerazione un aneurisma in tutti i pazienti con sincope o uno solo dei segni della triade. A causa delle grandi dimensioni dell’aneurisma dell’aorta, a volte la sua rottura provoca una perdita massiccia di sangue e la sopravvivenza è condizionata dalla capacità dell’organismo stesso di compensare le perdite ematiche. Ogni paziente con sospetto di rottura di un aneurisma dell’aorta addominale deve essere trattato come un paziente critico. Può essere necessaria una reintegrazione oculata e misurata di liquidi. Il trasporto immediato in sala operatoria è necessario per un paziente con diagnosi nota di aneurisma in rottura. Se un paziente di età superiore a 50 anni lamenta dolori addominali o alla schiena, in assenza di traumi dev’essere attentamente valutato per escludere un eventuale aneurisma, anche in assenza d’ipotensione o masse pulsanti. Un’ecografia rappresenta la prima indagine diagnostica da eseguire al letto del paziente, seguita da una TC, se necessario. In un paziente stabile si può procedere all’esecuzione della TC, per evidenziare perdite o rotture retroperitoneali non riscontrabili in ecografia. È importante ricordare che, anche con un paziente stabile, le condizioni cliniche possono precipitare improvvisamente in qualsiasi momento. Anche i pazienti con precedente intervento di ricostruzione vascolare sono a rischio di una rottura dell’aneurisma. Sindrome coronarica acuta L ’infarto miocardico può essere accompagnato da nausea, vomito e dolore epigastrico, che potrebbero far pensare a patologie addominali quali ulcera peptica o gastrite. Anche se può essere difficile distinguere tra la presenza di un problema del tratto gastrointestinale e un problema cardiaco, valutate il paziente per escludere una sindrome coronarica acuta e iniziare la terapia appropriata. Uno sguardo al Capitolo 5 vi aiuterà a rivedere diagnosi e trattamento della sindrome coronarica acuta e dell’infarto del miocardio. 272 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Embolia polmonare Come la sindrome coronarica acuta, un’embolia polmonare deve essere sospettata in tutti i pazienti che presentano un dolore addominale nei quadranti superiori. Un’embolia polmonare è una condizione pericolosa per la vita che si verifica quando un trombo (un coagulo di sangue, una placca di colesterolo o una bolla di aria) viaggia attraverso il flusso sanguigno e si arresta in un’arteria polmonare. L ’area del polmone perfuso da quella porzione di arteria polmonare non riceve più sangue ossigenato, causando dolore e dispnea. Dovreste sospettare un’embolia polmonare nei pazienti immobilizzati a letto per fratture dell’anca e delle ossa lunghe, in persone sedentarie o che hanno recentemente portato a termine un lungo volo o viaggio in auto, nelle persone che fumano, che fanno uso di contraccettivi orali, in quelle con pregresse trombosi venose profonde o neoplasie e nelle donne in gravidanza o che hanno avuto una recente gravidanza. Si veda il Capitolo 3 per ulteriori informazioni sull’embolia polmonare. Polmonite lobare La polmonite lobare in alcuni pazienti provoca dolore addominale ai quadranti superiori. Il dolore tende a essere più localizzato dal paziente rispetto alla broncopolmonite, perché in genere interessa un intero polmone. La polmonite lobare in genere è accompagnata da febbre, dolore toracico e difficoltà respiratorie. Si veda il Capitolo 3 per ulteriori informazioni sulla polmonite lobare. ■■ Cause genitourinarie di disturbo addominale Sanguinamento vaginale Distacco di placenta Durante la seconda metà della gravidanza, circa il 4% delle donne presenta un sanguinamento vaginale. Il sanguinamento durante il secondo trimestre è indice di un’imminente sofferenza fetale e dovrebbe essere considerato un’emergenza. Il distacco di placenta, in cui avviene la separazione prematura della placenta dalla parete uterina, è responsabile da solo di circa il 30% di tutti i casi di sanguinamento nella seconda metà della gravidanza. Un trauma, l’ipertensione materna o la preeclampsia possono tutti scatenare un distacco di placenta. Altri fattori di rischio sono rappresentati dall’età inferiore a 20 anni, età avanzata rispetto alla gravidanza, parti multipli, storia di fumo, un primo aborto spontaneo, pregresso distacco della placenta e uso di cocaina. Un distacco di placenta dovrebbe essere preso in considerazione in tutte le gravidanze con sanguinamento vaginale, contrazioni, dolorabilità addominale o uterina e una diminuzione del movimento fetale. Circa l’80% delle pazienti con un distacco di placenta ha un sanguinamento vaginale. Il sangue di solito è di colore scuro. Con piccoli distacchi, il sanguinamento può non essere notato fino alla comparsa delle perdite. La quantità di sangue perso può variare da minime quantità a cospicue perdite, tanto da mettere la paziente in pericolo di vita. Queste pazienti possono passare da una condizione di stabilità clinica a una di criticità in un breve periodo. È presente una sofferenza fetale con morte del nascituro in circa il 15% dei casi. La valutazione deve essere condotta alla ricerca di sanguinamento vaginale, contrazioni uterine, tonicità uterina e valutazione dell’attività cardiaca fetale. Nella sofferenza fetale i toni cardiaci possono avere frequenza ridotta o essere assenti e indicano che la vita del feto è compromessa. L ’esame vaginale diretto non deve essere eseguito fino a quando non si è esclusa una situazione di placenta previa attraverso l’ecografia. La gestione nelle prime fasi si basa sulla gravità del sanguinamento e prevede ossigeno, infusione di liquidi attraverso accessi EV di grosso calibro, utilizzo di sangue e globulina Rh, se la gravida è Rh negativa. Placenta previa In alcune donne gravide, la placenta si impianta nel canale cervicale. Quest’anomalia è una delle principali cause di sanguinamento vaginale nel secondo e nel terzo trimestre; essa può essere individuata nelle prime fasi della gravidanza e può risolversi spontaneamente quando l’utero si sviluppa. Tuttavia, la gravida è a rischio di sanguinamento rilevante, se la condizione non si risolve e la placenta occlude completamente il collo dell’utero. L ’ecografia è utile per localizzare la placenta. L ’età avanzata della madre, le ripetute gravidanze, una storia di fumo e precedenti tagli cesari predispongono alla placenta previa. La paziente di solito presenta un episodio di sanguinamento rosso brillante senza manifestazioni dolorose. In alcune pazienti (20%) il sanguinamento è accompagnato da dolore uterino. Dovete raccogliere informazioni precise e circostanziate riguardo al sanguinamento; molte pazienti possono avere avuto un episodio iniziale che si è arrestato spontaneamente e averne ulteriori in fase di gravidanza più avanzata. Oltre al sanguinamento, ricercate i segni e sintomi di shock, valutate il tono uterino (di solito morbido e non dolente) e i toni cardiaci fetali. In questa fase non devono essere effettuati esami vaginali o rettali. L ’utilizzo dello speculum può innescare emorragia, se il problema è già presente (si veda il Capitolo 1 per ulteriori informazioni sulla valutazione). Monitorate il rischio di un’eventuale comparsa di coagulazione intravascolare disseminata (DIC, Disseminated Intravascular Coagulation). I decessi materni per placenta previa sono associati a perdita di sangue o a DIC. Se necessario, sostenete lo stato emodinamico della paziente attraverso la somministrazione di ossigeno e l’infusione di fluidi e sangue attraverso due accessi EV di grosso calibro. ● Mentre il distacco della placenta tende a presentarsi con dolori addominali e sanguinamento vaginale, la placenta previa tende a presentarsi con sanguinamento vaginale ma senza dolore. Dolore addominale in gravidanza Preeclampsia/HELLP La preeclampsia con la sindrome HELLP (H [Hemolysis], emolisi; EL [Elevated Liver enzymes], aumento degli enzimi epatici; LP [Low Platelet count], basso numero di piastrine) è una complicanza particolarmente temibile durante la gravidanza. La preeclampsia, che si verifica nel 6-8% delle gravidanze, è caratterizzata da ipertensione arteriosa e proteinuria. Il rischio di preeclampsia è più elevato tra le donne di età inferiore ai 20 anni, nelle primipare e nei parti gemellari, nel diabete gestazionale, con obesità e nelle donne gravide con familiarità per ipertensione gestazionale. L ’ipertensione gestazionale in genere si risolve entro 6 settimane dopo il parto. I sintomi principali della preeclampsia sono il dolore in ipocondrio destro o in epigastrio, nausea e vomito e disturbi visivi. Le pazienti devono essere monitorate per evidenziare eventuale iperriflessia o scosse tonico-cloniche. Possono insorgere convulsioni, nel qual caso è utile impiegare solfato di magnesio per la gestione dell’episodio acuto. La sindrome HELLP è considerata da alcuni autori come una forma grave e rara di preeclampsia, mentre altri suggeriscono che potrebbe essere identificata come una sindrome a sé stante. Le cause della sindrome HELLP non sono certe. La sindrome HELLP è spesso mal diagnosticata o diagnosticata con notevole ritardo, per cui la ricerca precoce dei segni e dei sintomi che la caratterizzano è di vitale importanza. La sindrome HELLP in genere si riscontra prima del parto, ma può presentarsi anche durante il periodo post partum (circa un terzo dei casi compare dopo il parto). La maggior parte delle pazienti lamenta malessere diffuso, dolore epigastrico, nausea, vomito e mal di testa. La chiave per l’identificazione è il riscontro di un basso numero di piastrine all’emocromo. Un elevato valore di D-dimero può aiutare a identificare la sindrome HELLP. Nel preospedaliero il trattamento è di supporto, con l’obiettivo di stabilizzare la pressione sanguigna, infondere liquidi ed eventualmente rimpiazzare i prodotti ematici e di monitoraggio per cogliere rapidamente i segni dello svilupparsi di una DIC. I farmaci utilizzati possono includere corticosteroidi (per favorire lo sviluppo del polmone fetale), solfato di magnesio, idralazina o labetalolo (per affrontare l’ipertensione). Il parto può essere indotto per salvaguardare la vita del feto e della madre. Gravidanza ectopica Nella gravidanza ectopica, l’impianto dell’ovulo fecondato avviene al di fuori dell’utero, rappresentando una condizione pericolosa per la vita della donna. Di solito il sito d’impianto in questa condizione è la tuba di Falloppio, ma l’ovulo può anche impiantarsi in altre aree della cavità addominale. Se l’impianto dell’ovulo fecondato avviene nella tuba di Falloppio, questa inizia ad allungarsi e ad aumentare di volume, provocando dolore e sanguinamento. Il sanguinamento può essere interno o vaginale. I fattori di rischio per la gravidanza ectopica includono cicatrici o infiammazione del bacino da precedenti interventi chirurgici, pregresse gravidanze extrauterine, malattia infiammatoria pelvica, legatura delle tube e utilizzo di un dispositivo intrauterino per il controllo delle nascite. In genere i sintomi si manifestano entro 5-10 settimane dall’impianto dell’ovulo, quando molte donne non sono ancora consapevoli della loro gravidanza. Considerate una gravidanza ectopica in ogni donna in età fertile che presenta un sanguinamento vaginale, con o senza dolore addominale. Specialmente dopo una rottura ectopica il sanguinamento può essere grave, ponendo la paziente in serio pericolo di vita. Il trattamento iniziale ha come obiettivo di garantire la pervietà delle vie aeree, la respirazione e il reperimento di un accesso EV. In Pronto Soccorso è necessario eseguire un test di gravidanza sull’urina o sul siero, per stabilire se la paziente è in stato di gravidanza. Se la gravidanza è confermata, è utile determinarne lo stadio attraverso il dosaggio del beta-hCG Cause di disturbo o dolore addominale 273 (human Chorionic Gonadotropin, gonadotropina corionica umana). Questi livelli tendono ad aumentare con il progredire della gravidanza. In seguito, è necessaria l’esecuzione di un’ecografia transvaginale per determinare se la gravidanza è uterina o extrauterina. Nel secondo caso è necessario l’intervento chirurgico. Iperemesi L ’iperemesi si verifica all’inizio della gravidanza, di solito nel primo trimestre, e può portare a disidratazione e squilibrio idroelettrolitico. È caratterizzata da perdita di peso, sofferenza metabolica e chetosi. Una volta escluse altre cause di vomito, la gestione comprende idroterapia, elettroliti e antiemetici. Patologia renale I pazienti con malattia renale presentano spesso nausea e vomito. Come per tutti i pazienti, la valutazione iniziale ha come obiettivo di individuare i sintomi pericolosi per la vita. I segnali d’allarme sono l’alterazione dello stato di coscienza, la presenza di segni di scompenso cardiaco congestizio, le aritmie cardiache e gli squilibri elettrolitici. I molti luoghi comuni relativi ai pazienti con patologie renali sono illustrati nel Box 7-6. L ’insufficienza renale in genere è classificata come acuta o cronica. Nell’insufficienza renale acuta, i reni smettono improvvisamente di funzionare e i prodotti di scarto cominciano velocemente ad accumularsi. Se questo squilibrio non è corretto, il quadro evolve in un’insufficienza renale cronica. Insufficienza renale acuta L ’insufficienza renale acuta può essere distinta in tre fasi, oligurica, diuretica e di recupero, riassunte nella Tabella 7-13. La fase oligurica può essere dovuta a deficit prerenale, deficit intrinseco o renale e deficit postrenale. Nell’insufficienza prerenale, il rene soffre di una perfusione inadeguata, trattenendo fluidi; ciò ritarda la velocità di filtrazione glomerulare e favorisce il riassorbimento di sodio e acqua. Questo processo in genere è reversibile, se trattato entro 24 ore dall’esordio. Se siete chiamati ad assistere un paziente in insufficienza renale acuta, dovete sapere come identificare le complicanze più temute dell’insufficienza renale acuta: edema polmonare e iperkaliemia. Il trattamento aggressivo della causa d’insufficienza renale acuta (emorragia, sepsi, scompenso cardiaco congestizio o shock di qualsiasi tipo) è il miglior modo per arrestare l’insufficienza renale acuta prerenale in ambito preospedaliero. Se non gestita correttamente, l’insufficienza prerenale progredirà in insufficienza renale cronica, con conseguente danno irreversibile al tessuto renale. Il deficit renale intrinseco con insufficienza renale acuta è comunemente causato da malattia autoimmune, ipertensione arteriosa non controllata e diabete mellito. I metalli pesanti, i veleni e i farmaci nefrotossici possono essere responsabili di un’insufficienza renale acuta intrinseca. I pazienti con ustioni, emergenze da calore o lesioni da schiacciamento possono andare incontro a una rabdomiolisi, condizione in cui la mioglobina liberata dai muscoli danneggiati ostruisce la parte tubolare dei nefroni, causando danni permanenti se non trattata tempestivamente. La mioglobina nelle urine ne rende il colore simile a quello del tè, fornendo un indizio precoce del danno iniziale. 274 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Box 7-6 Miti e leggende ● ● Somministrazione di liquidi: i liquidi non dovrebbero essere rifiutati a un paziente con insufficienza renale che ha bisogno di reintegrazione volemica. Invece, se possibile, consultate un medico prima di iniziare una rianimazione aggressiva con liquidi. I pazienti ipotesi o ipovolemici dovrebbero ricevere un bolo di fluidi, quando indicato. Fate attenzione a limitare le infusioni in pazienti che non hanno bisogno di liquidi. Nei pazienti con insufficienza renale in genere è difficile ottenere un accesso EV. Se l’accesso EV è indicato, l’infusione non dovrebbe essere ritardata solo perché un paziente ha un’insufficienza renale. Somministrazione di diuretici: in alcuni stadi di malattia, i pazienti con insufficienza renale continuano ad avere un certo grado di funzione renale residua. Questi pazienti possono presentare fino al 20% della normale funzione renale, per cui un paziente che presenta edema polmonare può rispondere a una grande dose di un diuretico dell’ansa come la furosemide. I pazienti stessi saranno in grado di dirvi se conservano ancora la formazione di urine. I pazienti con insufficienza renale spesso richiedono forti dosi di diuretici; pertanto, consultatevi con un medico, se necessario, prima di iniziare la terapia. È importante notare come, oltre alla diminuzione del volume del liquido attraverso l’aumento dell’escrezione renale, la furosemide provoca vasodilatazione, che ha un effetto secondario terapeutico sul sovraccarico di liquidi. ● ● Somministrazione di morfina: il dolore non è trattato nel 75% dei pazienti con insufficienza renale, perché la somministrazione di farmaci antidolorifici nei pazienti con insufficienza renale è molto controversa. La codeina, la meperidina (Demerol), il propossifene (Darvon) e la morfina sono farmaci antidolorifici escreti per via renale. I metaboliti si accumulano nei pazienti con malattia renale cronica e possono causare neurotossicità. Secondo la World Health Organization (WHO), il farmaco migliore per il trattamento del dolore nel paziente con insufficienza renale è il fentanil, che si è dimostrato sicuro ed efficace nei pazienti con malattia renale cronica. Può essere usato con cautela anche l’idromorfone (Dilaudid). La WHO invece raccomanda di non utilizzare codeina, meperidina, propossifene e morfina. Alcuni autori esprimono parere favorevole all’utilizzo della morfina in condizioni di emergenza (ossia edema polmonare, infarto miocardico acuto). In caso di dubbio, consultatevi sempre con il vostro medico specialista. La succinilcolina dovrebbe essere evitata nei pazienti con malattia renale. Ricordate che tutti i pazienti sottoposti a dialisi richiedono particolare attenzione per quanto riguarda QUALSIASI farmaco, a causa delle alterate farmacocinetica e farmacodinamica che aumentano il rischio di reazioni avverse. Sono pazienti ad alto rischio per problemi farmaco-correlati. Tabella 7-13 Fasi di sviluppo dell’insufficienza renale acuta Fase Descrizione e caratteristiche Trattamento Oligurica Di solito dura 10-20 giorni con la produzione di urina che cala di 50-400 mL/die Proteinuria Iponatriemia Iperkaliemia Acidosi metabolica Diuretica La produzione di urine supera i 500 mL in 24 ore Provoca la perdita di sodio e potassio nelle urine Può indurre ipovolemia, poiché il paziente può perdere fino a 3000 mL nelle 24 ore attraverso la diuresi Di recupero Può durare settimane o mesi Monitorate l’aspetto dell’ECG (picco d’onda T e QRS allargato) per iperkaliemia Verificare la potassemia Siate pronti a somministrare bicarbonato di sodio e di calcio fino al momento in cui può essere avviata la dialisi Monitorare i segni di comparsa di uno scompenso cardiaco congestizio Monitorare la presenza di disturbi elettrolitici e di segni di ipovolemia Siate pronti a somministrare liquidi ed elettroliti per sostituire il 75% della perdita di volume del giorno precedente Siate pronti a trattare emorragie gastrointestinali e insufficienza respiratoria Evitare il sovraccarico di liquidi Monitorare attentamente gli elettroliti e l’equilibrio dei liquidi (ECG, elettrocardiogramma.) Nel deficit postrenale il normale deflusso di urina è impedito, causando un ristagno e un riflusso di urina negli ureteri e nei reni e un quadro d’idronefrosi. Questo processo altera la funzionalità renale e può portare alla necrosi cellulare. Se il deflusso non è risolto, il quadro può sfociare in un’insufficienza renale cronica. I test di laboratorio che indicano lo stato della funzione renale sono il dosaggio dell’urea (BUN, Blood Urea Nitrogen) e la creatinina serica. Se i valori di questi esami sono entrambi elevati, il paziente deve essere valutato alla ricerca di un’insufficienza renale. Il rapporto normale BUN/creatinina è inferiore a 20:1. Un rapporto superiore a 20:1 suggerisce una causa prerenale del problema, mentre un rapporto inferiore a 20:1 indica una causa intrinseca di insufficienza renale acuta. Insufficienza renale cronica Si definisce insufficienza renale cronica la perdita permanente della funzione renale. La soglia per questa turba metabolica è raggiunta quando si verifica il danneggiamento o la distruzione dell’80% del milione di nefroni presenti. A questo punto la dialisi o il trapianto renale è necessario per la sopravvivenza. Nella cura del paziente con insufficienza renale cronica, dovete sapere come la malattia in genere viene trattata ed essere consapevoli delle complicanze che la malattia e il trattamento stesso possono portare, soprattutto la dialisi. Lo squilibrio dei fluidi può condurre a iper- o ipotensione e a edema polmonare. Il sovraccarico vascolare causato da ritenzione di liquidi e di sodio può essere responsabile della comparsa di ipertensione o dello scompenso cardiaco congestizio. Siate prudenti nella gestione delle infusioni e, nei pazienti con ipertensione, considerate l’utilizzo di diuretici non risparmiatori di potassio, ACE-inibitori o vasodilatatori periferici. I pazienti con scompenso cardiaco congestizio possono andare incontro a edema polmonare con crepitii, dispnea, distensione venosa giugulare, ingrossamento epatico ed edema delle estremità. In questi casi il trattamento di scelta prevede la somministrazione di nitrati e la ventilazione a pressione positiva attraverso un dispositivo con pressione positiva continua delle vie aeree (CPAP, Continuous Positive Airway Pressure) o pressione positiva delle vie aeree a due livelli (BiPAP Bilevel Positive Airway Pressure) (si veda il Capitolo 3). Supportate la ventilazione, mettete il paziente in una posizione comoda, monitorate i parametri vitali e valutate la presenza di danni cardiaci attraverso un ECG a 12 derivazioni. In caso di paziente ipoteso, somministrate piccoli boli di liquido di 200-300 mL. La soluzione di Ringer lattato non deve mai essere usata, perché contiene potassio. Il paziente con disturbi renali può anche avere una sindrome coronarica acuta. È importante ricordare che molti pazienti con patologie renali hanno anche il diabete, per cui ogni sintomo di patologia coronarica può essere mascherato o assente. Per questi pazienti eseguite sempre un ECG a 12 derivazioni e monitorate i parametri vitali. Nel caso sospettiate un infarto miocardico acuto o se il paziente mostra battiti prematuri ventricolari, somministrate ossigeno. Liquidi e farmaci antianginosi potrebbero essere indicati. Inoltre, può essere necessaria la somministrazione di farmaci antiaritmici. Consultate il medico durante la somministrazione di farmaci a pazienti con patologie renali, a causa della complessità dell’assetto idroelettrolitico e del potenziale coinvolgimento multisistemico. Non trascurate la possibilità di un’eventuale iperkaliemia, che rappresenta una minaccia per la vita. Essa può instaurarsi rapidamente nel paziente con insufficienza renale e l’astenia può essere l’unico segno o sintomo presente. I pazienti possono infatti rimanere asintomatici fino a pochi istanti prima del verificarsi di un’aritmia mortale. Il monitoraggio cardiaco e l’esecuzione di esami di laboratorio in tempi rapidi vi aiuteranno a identificare tale complicanza in tempo e a trattarla. Nel caso sospettiate un’iperkaliemia, la terapia dovrebbe comprendere calcio, insulina, salbutamolo, furosemide e polistirene sulfonato. Il gluconato di calcio deve essere somministrato per proteggere il miocardio, l’insulina e il salbutamolo favoriscono l’ingresso del potassio nelle cellule, la furosemide aumenta l’escrezione renale di potassio e il polistirene sulfonato rimuove il potassio da parte dell’intestino. Se è presente acidosi, si dovrebbe somministrare anche bicarbonato di sodio. Ulteriori informazioni sull’iperkaliemia possono essere trovate nel Capitolo 6. L ’acidosi derivante da squilibrio elettrolitico, ipoperfusione o complicanze del diabete può essere identificata se il paziente presenta un alterato stato mentale, un respiro di Kussmaul o valori emogasanalitici anormali. La gestione del Cause di disturbo o dolore addominale 275 quadro di acidosi può includere la ventilazione di supporto, la somministrazione di liquidi e forse anche di bicarbonato di sodio, per affrontare lo squilibrio elettrolitico. La somministrazione di farmaci anticoagulanti durante la dialisi può causare emorragie. Queste emorragie sono complicate dall’anemia causata dalla diminuzione della secrezione di eritropoietina, la quale riduce la produzione di eritrociti. Dovreste mantenere un alto indice di sospetto di emorragia nel caso il paziente presenti dispnea e dolore toracico. La perdita di sangue può essere evidente, come di solito si riscontra in un trauma a un accesso vascolare, oppure non così evidente, come in caso di perdita di sangue occulto attraverso un sanguinamento gastrointestinale. In queste situazioni le priorità nel preospedaliero riguardano il controllo dell’emorragia, l’assicurare un’adeguata ossigenazione e il supporto di liquidi. Nel caso in cui il paziente presenti un’insorgenza improvvisa di dispnea, difficoltà respiratoria, dolore toracico, cianosi e ipotensione, è possibile ipotizzare un quadro clinico di embolia polmonare. Se il sospetto di embolia si evidenzia durante una seduta dialitica, posizionate il paziente sul lato sinistro e somministrate ossigeno ad alto flusso. Inoltre, dovreste mantenere l’accesso EV ed essere pronti a sostenere la pressione arteriosa. Considerate la possibilità di mettere il paziente in posizione di Trendelenburg modificata. Questa posizione è utilizzata per intrappolare l’aria nel ventricolo destro. La sindrome da squilibrio è un possibile disturbo riferito da alcuni pazienti durante o immediatamente dopo le sedute di emodialisi. I ricercatori ritengono che la sindrome sia causata da un edema cerebrale che si sviluppa quando il livello di BUN si abbassa troppo rapidamente. Nei casi lievi, il paziente può lamentare mal di testa, agitazione, nausea, contrazioni muscolari e stanchezza. Nei casi più gravi, i segni e i sintomi includono ipertensione, alterato stato mentale, convulsioni e coma. L ’evento può essere fatale. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, l’episodio è autolimitante e si risolve nell’arco di poche ore. Se il paziente ha un attacco epilettico, considerate la somministrazione di farmaci anticonvulsivanti. Nella sindrome da disequilibrio, la prevenzione è la priorità e si ottiene rallentando la velocità con cui il BUN è rimosso dal corpo durante l’emodialisi. Altre considerazioni sulla valutazione sono riportate nel Box 7-7. Calcolosi renale I calcoli renali si formano come conseguenza di alterazioni metaboliche, in primo luogo l’accumulo di calcio. Sono maggiormente a rischio di calcolosi renale gli uomini, le persone con una familiarità per le calcolosi renali, quelle che fanno abuso di lassativi, i pazienti con iperparatiroidismo primario, malattia di Crohn, acidosi tubulare renale e ricorrenti infezioni del tratto urinario. Sebbene la completa ostruzione delle vie escretrici da calcoli renali sia un’evenienza assai rara, essa è possibile e può far precipitare un’insufficienza renale. Le dimensioni e la posizione del calcolo determinano la sua capacità di passare attraverso l’uretere. I pazienti in genere lamentano un dolore costante al fianco che s’irradia all’inguine, il dolore è descritto crampiforme, con fasi di esacerbazione e di remissione, di tipo colico in conseguenza dell’iperperistalsi della muscolatura liscia dell’uretere. Possono essere presenti nausea, vomito ed ematuria. La contemporanea presenza di febbre indica un’infezione, ma è un reperto raro. 276 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo Box 7-7 Considerazioni sulla valutazione dei pazienti con insufficienza renale cronica I pazienti con insufficienza renale cronica sono tra quelli di più difficile gestione. Essi presentano spesso una moltitudine di problemi, molti dei quali ingenerati dal quadro d’insufficienza renale cronica e malattia renale all’ultimo stadio. Sono pazienti che presentano comorbidità e un’importante anamnesi patologica. Alcuni dei problemi più frequenti nel paziente con insufficienza renale sono: ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● Edema polmonare − scompenso cardiaco congestizio ed edema polmonare. Ipertensione. Ipotensione − complicanza da perdita di liquidi o sepsi. L ’ipotensione di solito scende durante la seduta di dialisi. Uremia − può portare a versamento pericardico e in rari casi a tamponamento cardiaco. AUSCULTATE ATTENTAMENTE I TONI CARDIACI! Squilibri elettrolitici − iperkaliemia (di solito asintomatici; considerate l’iperkaliemia in OGNI paziente che presenta insufficienza renale cronica o malattia renale all’ultimo stadio), iponatriemia (stato mentale alterato e convulsioni), ipocalcemia (tetania, parestesie), ipermagnesemia (debolezza, perdita di riflessi, aritmie). Acidosi − può presentarsi con dispnea a causa del lavoro respiratorio da iperpnea compensativa. Dolore toracico − può essere pleurico o causato da versamento pericardico (comune in pazienti allo stadio terminale della malattia renale), infarto miocardico. Cambiamenti nell’ECG − picco delle onde T, allargamento del QRS, onde P a bassa tensione o assenti, appiattimento dell’onda T, depressione del tratto ST, onda U prominente. Infezioni − cateteri endovenosi infettati, fistole, ulcere diabetiche ecc. Problemi di sanguinamento gastrointestinale − appendicite, pancreatite, diverticolite. Dolore delle estremità − ischemia distale degli arti da fistole arterovenose. Tendenza al sanguinamento − dovuto all’uso di eparina durante la dialisi. ● Disturbi neurologici − vertigini, cefalea e, in casi gravi, alterazioni dello stato mentale (la sindrome da squilibrio dialitico è una complicanza neurologica comune). La valutazione del paziente con insufficienza renale è simile a quella di qualsiasi altro paziente, ma particolare attenzione dovrebbe essere rivolta a determinate funzioni vitali. Il vostro indice di sospetto dovrebbe aumentare per problemi quali aritmie cardiache, emorragie interne, ipoglicemia, alterazione dello stato mentale e convulsioni. Quando valutate un paziente in trattamento dialitico, le informazioni fondamentali per il vostro trattamento includono: Calendario della dialisi: Centro di riferimento e numero di sedute (in genere 3 giorni alla settimana) o effettuazione di dialisi a domicilio (in genere 6 giorni a settimana di dialisi peritoneale) ● Ultima seduta e prossima seduta di dialisi programmata ● Lunghezza dell’ultima seduta dialitica (quando hanno avuto inizio le dialisi e per quanto tempo durano di solito le sedute?) Peso a secco (peso stimato del paziente con normale equilibrio di liquidi) Il paziente produce ancora urine? Peso attuale − per determinare se il paziente ha un sovraccarico di liquidi (1 L equivale a 1 kg). Dove sono gli accessi vascolari e c’è un qualsiasi segno d’infezione? Se il paziente perde un appuntamento di dialisi ha dispnea, dolore toracico o ipertensione? Edemi periferici, reflusso epatogiugulare, distensione delle vene giugulari (non sempre scompenso cardiaco congestizio), brusii, soffi e sfregamenti. ● All’esame obiettivo prestate particolare attenzione ai toni cardiaci, ai rumori polmonari e ai segni di edema. ● A causa delle numerose complicazioni che sorgono nel trattamento del pazienti con insufficienza renale, la consulenza specialistica online è molto incoraggiata. Quando chiedete consiglio a un qualsiasi specialista, è imperativo informarlo che state trattando un paziente con insufficienza renale in terapia dialitica. (ECG, elettrocardiogramma.) Nel preospedaliero il trattamento è di supporto. Trasportate il paziente in posizione comoda, reperite un accesso EV e somministrate farmaci antidolorifici e antiemetici. In ospedale, è utile eseguire la ricerca di sangue nelle urine, oltre alla BUN e alla creatinina. A completamento dell’iter diagnostico verranno eseguiti gli studi ecografici o una TC. polifagia e acidosi metabolica. Questa complicanza è più frequente nei pazienti con diabete di tipo 1, ma è riscontrabile anche in quelli con diabete di tipo 2, soprattutto in presenza d’infezioni. Maggiori informazioni su altre cause endocrine di nausea e vomito legate a disturbi addominali sono disponibili nel Capitolo 6. ■■ Cause endocrine di dolore addominale ■■ Cause infettive di dolore addominale Chetoacidosi diabetica Sepsi La chetoacidosi diabetica è una complicanza del diabete pericolosa per la vita. Essa è caratterizzata da nausea, vomito, dolore addominale, oltre a poliuria, polidipsia, iperglicemia, Nella presentazione tipica di un quadro di sepsi, spesso il dolore addominale è assente, mentre sono osservabili nausea e vomito. La sepsi è trattata anche nel Capitolo 4 relativo allo shock. Considerazioni conclusive Considerazioni particolari ■■ Trasporto dei pazienti Scegliere un’appropriata strategia di trasporto in un paziente con un problema addominale può essere complicato. In primo luogo è necessario capire se il paziente è in condizioni critiche e stabilire quale mezzo di trasporto il paziente può tollerare. Il trasporto aereo con variazioni di altitudine può causare un peggioramento dei dolori addominali come conseguenza della variazione di pressione. Il sistema digestivo contiene una grande quantità d’aria. In circostanze normali, la pressione nel sistema gastrointestinale è uguale alla pressione dell’ambiente esterno. A un’altezza di 7500 metri o superiore, tuttavia, questi gas possono espandersi al diminuire della pressione barometrica. Il gas in espansione, a sua volta, aumenta la pressione sul diaframma, diminuendo così la capacità dei polmoni di espandersi. In un paziente che ha avuto recenti interventi di chirurgia addominale, il trasporto aereo a una quota elevata può essere effettuato solo dopo aver applicato un sondino nasogastrico e una sonda rettale al fine di ottenere una diminuzione della pressione addominale. Svuotate i sacchetti per stomia e verificate attentamente che il nuovo sacchetto non si rompa a causa di un accumulo eccessivo di gas. Si veda il Capitolo 1 per informazioni dettagliate sulla sicurezza del paziente durante le fasi di trasporto. ■■ Pazienti anziani La cura dei pazienti anziani rappresenta una sfida importante nelle fasi di soccorso preospedaliero. A causa della diminuita riserva cardiaca e polmonare, dell’alterata motilità gastrica e dell’alimentazione inadeguata, questi pazienti spesso oppongono minore resistenza e offrono maggiore vulnerabilità a malattie quali aneurisma dell’aorta addominale, colite ischemica, pancreatite, colecistite e ostruzione dell’intestino crasso. Molte patologie addominali che diventano più frequenti con l’avanzare dell’età si presentano con quadri sintomatologici spesso ambigui e sfumati. In effetti, nei pazienti con più di 50 anni la diagnosi di dolore addominale ha un tasso di accuratezza inferiore al 50% rispetto alle altre fasce di età. Il tasso scende a meno del 30% nei pazienti con età superiore a 80 anni. Altri fattori confondenti la diagnosi sono rappresentati dall’alto numero di farmaci assunti, che possono mascherare alcuni segni di malattie importanti, e dalla difficoltà di raccogliere un’anamnesi affidabile e completa a causa di deficit di memoria, demenza, disturbi dell’udito o ansia. ■■ Pazienti obesi L ’obesità patologica è definita da un indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index) uguale o maggiore a 40 o, in alternativa, da un sovrappeso di oltre 45 kg. Questa condizione è divenuta statisticamente preoccupante negli Stati Uniti. Spesso vengono eseguiti interventi chirurgici per facilitare la perdita di peso nei pazienti con obesità patologica. Gli interventi 277 chirurgici hanno come obiettivo la riduzione delle dimensioni dello stomaco e della circonferenza dell’intestino. Il bendaggio gastrico, per esempio, riduce la quantità di cibo che il paziente può ingerire limitando la dimensione dello stomaco. Queste bande sono talvolta modulabili, consentendo al chirurgo di aumentare o diminuire le dimensioni come indicato. La seconda opzione è il bypass gastrico chirurgico, in cui il cibo è deviato dallo stomaco alla parte superiore dell’intestino tenue, dove viene creata una sacca delle dimensioni di un uovo. A differenza del bendaggio gastrico, questo intervento non è reversibile. I problemi di carattere clinico che potrebbero interessare i pazienti bariatrici dovrebbero essere affrontati con gli stessi nel momento in cui si mettono in atto le procedure. Come per tutti gli interventi chirurgici, per entrambe le procedure è presente il rischio di complicazioni, quali infezioni, sanguinamento, dolore addominale, ernia addominale, trombosi venosa profonda degli arti inferiori secondaria a inattività motoria. Le potenziali complicanze specifiche nel postoperatorio della chirurgia bariatrica comprendono nausea, vomito, diarrea, squilibrio elettrolitico e malnutrizione, specialmente se il paziente non assume la terapia vitaminica integrativa. Queste complicanze sono sempre presenti e non legate solamente all’atto chirurgico. ■■ Pazienti gravide Quando si valuta una donna in età fertile per un dolore addominale, dovreste presumere che sia in gravidanza fino a prova contraria. Molte complicazioni della gravidanza possono essere scambiate per disturbi addominali e questi possono essere aggravati dalla gravidanza. Ricordate che i farmaci somministrati per i sintomi addominali possono essere nocivi per il feto. Nella gestione della donna in gravidanza, la sopravvivenza di entrambi i pazienti dipende dal mantenimento di una perfusione adeguata della madre. Con l’aumento delle dimensioni del feto cresce la pressione esercitata sugli organi interni, sul diaframma e sulla vena cava. Durante la gravidanza, a causa dell’aumentata gittata cardiaca e dell’espansione del volume intravascolare, i segni d’ipoperfusione possono essere tardivi e sfumati. Durante la seconda metà della gravidanza dovrete posizionare la gravida in modo attento e sul fianco sinistro, per evitare di innescare ipotensione da compressione della vena cava. È necessario trasportare la gravida a rischio in un ospedale dove sia presente un reparto di Ostetricia. Considerazioni conclusive La valutazione del paziente con disturbi addominali inizia con l’osservazione iniziale ed è rivolta a comprendere se il paziente è critico o non critico (si veda il Capitolo 1). Lasciate che questa prima impressione vi conduca a decidere se intervenire immediatamente, oppure vi porti a eseguire una valutazione più dettagliata. Cercate in prima battuta le condizioni critiche o pericolose per la vita del paziente, e poi prendete in considerazione quelle meno minacciose. La regola generale è di ricercare la diagnosi più probabile e comune, per poi 278 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo indirizzarsi verso le patologie più rare. Per confermare o escludere le variabili che compongono la vostra diagnosi differenziale, utilizzate strumenti metodologici validati come gli acronimi SAMPLE e OPQRST, l’esame obiettivo e i valori di laboratorio. Nel caso d’instabilità clinica, la precedenza va sempre al supporto delle vie aeree, della respirazione e della circolazione. Una volta che il paziente è stato stabilizzato, tornate alla vostra valutazione. Poiché le cause di disturbo addominale sono così numerose, è sbagliato avere la presunzione di giungere a una diagnosi definitiva in fase di gestione preospedaliera. La strategia preospedaliera migliore per molti pazienti con disturbi addominali è la valutazione dei segni e dei sintomi, garantendo una terapia di supporto e fornendo un veloce trasporto in ospedale. Soluzione dello scenario 1 Il dolore addominale di questa paziente può dipendere da numerose cause. La signora è ancora in età fertile, quindi è possibile che abbia un problema ginecologico come la gravidanza ectopica. Data la sua età, potrebbe trattarsi di una colecistite. Se fosse una forte bevitrice di alcol, potrebbe avere una pancreatite. È anche possibile che sia in corso una crisi di anemia falciforme o che il dolore sia legato a un’ulcera. 2 Per orientarsi verso una diagnosi differenziale, dovete completare l’anamnesi patologica remota e raccogliere con metodo le informazioni relative ai sintomi attuali. Eseguite un esame obiettivo dell’addome, valutate la saturazione di ossigeno e ottenete un ECG a 12 derivazioni. Inoltre, palpatele l’addome per apprezzare la presenza di segni di difesa, masse palpabili o dolore. 3 La paziente ha segni di shock insorgente. Dovreste somministrare ossigeno. Preparatevi a un’eventuale aspirazione delle vie aeree in caso di vomito, garantite un accesso EV e somministratele liquidi. Considerate l’impiego di farmaci per il trattamento di nausea dolore. Trasportate la donna all’ospedale più vicino adeguato per proseguire le indagini diagnostiche e per l’intervento terapeutico definitivo. Riepilogo ● ● ● Le cause di dolore addominale sono innumerevoli e può sembrare un compito improbo il tentare di fare una diagnosi precisa. Il principale obiettivo è l’identificazione rapida delle condizioni pericolose per la vita, progredendo poi verso una diagnosi differenziale quando le condizioni del paziente lo consentiranno. Le chiavi per giungere a una diagnosi accurata del disturbo addominale sono i sintomi descritti dal paziente, l’anamnesi, l’esame obiettivo e la raccolta dei valori di laboratorio. ● ● ● L ’addome contiene molti apparati, ognuno dei quali − da solo o in combinazione − può essere responsabile del disturbo addominale. Il dolore addominale può essere associato ad altri sintomi cardine, quali nausea, vomito, stitichezza, diarrea, emorragia gastrointestinale, ittero e sanguinamento vaginale. Il tener conto di questi sintomi cardine può indirizzarvi verso una diagnosi differenziale. Ricordate comunque che, in un paziente con dolore addominale, la ricerca di una diagnosi non deve prevalere sulla necessità di compiere gli interventi necessari. Bibliografia Aehlert B: Paramedic practice today: above and beyond, St Louis, 2009, Mosby. Azer A: Esophageal varicies. http://emedicine.medscape.com/article/ 175248-overview. Accessed January 29, 2010. 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Una paziente di 22 anni che è stata male mentre si trovava in un ristorante lamenta dolori addominali e diarrea. La sua pelle è arrossata e lamenta una sensazione di “svenimento”. I suoi parametri vitali sono: PA 98/50 mmHg, FC 124 bpm, FR 24 atti/min. Quale riscontro del SAMPLER è più probabile che vi aiuti a giungere a una diagnosi differenziale in questa paziente? a.Anamnesi medica positiva per endometriosi b.Terapia domiciliare con carbamazepina e levetiracetam c.Il dolore è cominciato dopo aver mangiato d. Ha avuto un ciclo mestruale normale 3 settimane fa 2.Il vostro paziente lamenta un dolore crampiforme in sede periombelicale. I sintomi sono suggestivi di una patologia a carico di: a.Appendice b. Colecisti c. Fegato d.Ovaie 6. Una donna di 45 anni lamenta dolore al quadrante superiore destro dell’addome. Per confermare un sospetto di colecistite, dovreste: a.Palpare il quadrante superiore destro, facendo respirare profondamente la paziente alla ricerca di dolore evocato b.Auscultare attentamente i rumori addominali c. Eseguire un’accurata percussione addominale d. Sottoporre la paziente al test dello psoas 3. Un uomo di 43 anni con dolore addominale diffuso e vomito ha una colorazione giallastra delle sclere. Questo indica che nel suo sangue è presente un eccesso di: a.Amilasi b. Bilirubina c. Fibrinogeno d.Proteine 4. Un uomo di 42 anni lamenta un intenso dolore in regione epigastrica, irradiato alla schiena, che descrive come un “rosicchiare”. I suoi parametri vitali sono TC 39 C°, PA 94/68 mmHg, FC 128 bpm, FR 24 atti/min. In questa condizione, la vostra priorità potrebbe essere quella di somministrare: a. Metoclopramide, 5 mg EV b. Morfina, 2 mg EV c. Normale soluzione fisiologica, 250 mL in bolo d.Tiamina, 100 mg EV 7. Un ragazza di 18 anni del peso di 35 kg presenta vomito protratto, in cui è presente una quantità cospicua di sangue rosso vivo. La diagnosi più probabile è: a. Malattia di Crohn b. Varici esofagee c. Sindrome di Mallory-Weiss d. Ulcera peptica 8. Una donna di 88 anni lamenta nausea, vomito e costipazione. Il suo addome appare disteso e soffice alla palpazione. L ’auscultazione dei polmoni è negativa e i suoi parametri vitali sono: PA 104/76 mmHg, FC 120 bpm, FR 20 atti/min. Un’azione appropriata potrebbe essere di: a. Somministrare bicarbonato di sodio, 1 mEq/kg EV b. Chiederle di prendere contatto con il suo medico curante c.Infondere soluzione salina a 250 mL/ora d.Praticare un clistere per alleviare la costipazione 280 Capitolo 7 • Sensazione di malessere addominale: disturbi gastrointestinali e dell’apparato genitourinario e riproduttivo 9. Un uomo di 45 anni lamenta un forte dolore epigastrico irradiato al dorso. Ha vomitato più volte e la sua anamnesi è indicativa di abuso di alcol e ipertensione. Sospettate una malattia infiammatoria di un organo gastrico. Quale esame fisico impieghereste? a. Sangue nelle feci b. Segno dello psoas c. Segno di Grey Turner d. Evocazione del dolore quando la gamba è estesa 10. Nella valutazione della consueta terapia farmacologica assunta da un paziente, quale farmaco vi suggerisce la presenza di una precedente ulcera? a.Atropina b. Difenidramina c. Famotidina d. Carbamazepina