GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE E LE POSSIBILI RISPOSTE
1. Impossibilità di non comunicare
-
Rifiuto della comunicazione: es. A può far capire a B che non ha
voglia di comunicare
-
Accettazione della comunicazione: es. A intraprende una
conversazione con B
-
Squalificazione della comunicazione: A può comunicare in modo
da invalidare le proprie comunicazioni o quelle dell’altro
(contraddirsi, cambiare argomento, dire frasi incoerenti o
incomplete
-
Il sintomo come comunicazione: A può ricorrere a un sintomo per
difendersi (avere sonno, essere sordo, non conoscere la lingua …)
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE E LE POSSIBILI RISPOSTE
2. Livello di contenuto e di relazione
-
Conferma: A può accettare la definizione che B ha dato di sé (“ecco
come mi vedo”)
-
Rifiuto: A rifiuta la definizione che B ha dato di sé (es. hai torto!), ma
ciò presuppone comunque il riconoscimento di quanto si rifiuta e a
volte può essere costruttivo
-
Disconferma: A nega la realtà di B come emittente di tale
definizione (es. tu non esisti!!!)
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE E LE POSSIBILI RISPOSTE
3. La punteggiatura della sequenza di eventi
Le discrepanze relative alla punteggiatura si presentano in tutti quei
casi in cui almeno uno dei comunicanti non ha lo stesso grado di
informazioni dell’altro senza tuttavia saperlo.
N.B. Alla base dei conflitti vi è la convinzione, saldamente radicata e di solito indiscussa,
che esista soltanto una verità e che ogni opinione diversa dalla nostra dipenda
necessariamente dalla irrazionalità dell’altro o dalla sua mancata volontà.
Ciò che osserviamo è che emergono dei circoli viziosi che non si
possono infrangere a meno che la comunicazione stessa non
diventi l’oggetto della comunicazione (METACOMUNICAZIONE)
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE E LE POSSIBILI RISPOSTE
3. La punteggiatura della sequenza di eventi
PROFEZIA CHE SI AUTODETERMINA (self-fullfilling prophecy)
Il “dare la cosa per scontata” si può considerare l’equivalente della
profezia che si auto-determina. E’ il comportamento che provoca
negli altri una reazione alla quale quel dato comportamento
sarebbe la risposta adeguata (es. “io non piaccio a nessuno” mi fa
comportare in modo sospettoso, difensivo. aggressivo…),
L’individuo crede di reagire a determinati atteggiamenti altrui e non si
accorge che li provoca.
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE E LE POSSIBILI RISPOSTE
4. Messaggi digitali e analogici
Il messaggio analogico manca di molti elementi rispetto a quello
digitale. Sono presenti in esso aspetti contraddittori e spesso
incompatibili. I messaggi analogici sono invocazioni di relazione,
proposte che riguardano regole future della relazione.
I problemi appartengono sia all’emittente che al ricevente. Da cio
nascono controversie interpersonali. (es. il significato di un regalo)
l’intermediario tra la comunicazione analogica e quella digitale è la
dimensione simbolica/rituale
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE E LE POSSIBILI RISPOSTE
5. Simmetria e complementarietà
1. Complementarietà rigida:
un problema tipico è quando A chiede a B di
confermare la definzione che dà di se stesso e che è in contrasto con il modo con cui B
vede A. Questo pone B in un dilemma assai singolare: deve cambiare la propria
definzione del sé in una che faccia da complemento ad A.
2. Escalation simmetrica:
in una relazione simmetrica è sempre presente il
pericolo della competitività. In una relazione sana i partner sono in grado di accettarsi a
vicenda “come sono”, il che li porta alla fiducia e al rispetto reciproci, ciò equivale a una
conferma dei rispettivi sé
Il paradosso e il doppio legame
Si può definire il paradosso come una contraddizione che deriva dalla
deduzione corretta da premesse coerenti.
Esistono paradossi logico-matematici (antinomie), definizioni paradossali (antinomie
semantiche) e paradossi pragmatici (ingiunzioni paradossali e predizioni paradossali), che,
nell'ambito della struttura della teoria della comunicazione umana, corrispondono chiaramente
ai tre settori principali di questa teoria: il primo tipo di paradosso alla sintassi logica, il secondo
alla semantica e il terzo alla pragmatica.
•I paradossi logico-matematici si presentano nei sistemi logici e
matematici e si fondano quindi su termini come numero o classe formale
(classe di tutte le classi che non sono membri di se stessi)
• Le definizioni paradossali differiscono dalle antinomie soltanto in un
unico aspetto importante: non si presentano nei sistemi logici e
matematici ma derivano piuttosto da certe incoerenze nascoste nella
struttura di livello del pensiero e del linguaggio. (es. io sto mentendo)
•I paradossi pragmatici, infine, sono quei paradossi che si presentano
nelle interazioni in corso e che quindi determinano il comportamento.
Bateson, Jackson, Haley e Weakland hanno descritto per primi gli effetti
del paradosso nella interazione umana.
Il paradosso e il doppio legame
Studiando il fenomeno della comunicazione schizofrenica, questo
gruppo di ricerca ha compiuto il passo concettuale
DALLA
"schizofrenia come misteriosa malattia della mente individuale"
ALLA
"schizofrenia come modello specifico di comunicazione" ed è
arrivato a ipotizzare che lo schizofrenico "deve vivere in un universo in
cui le sequenze di eventi sono tali che le sue abitudini di comunicazione
non convenzionali in qualche modo saranno appropriate".
Questa ipotesi li ha portati a postulare e a identificare certe caratteristiche essenziali di tale
interazione, per cui hanno coniato il termine doppio legame.
È possibile descrivere gli elementi di un doppio legame come segue:
•
due o più persone sono coinvolte in una relazione intensa che ha un
alto valore di sopravvivenza fisica e/o psicologica per una di esse,
per alcune, o per tutte;
•
in un simile contesto viene dato un messaggio che è strutturato in
modo tale che (a) asserisce qualcosa, (b) asserisce qualcosa sulla
propria asserzione e (c) queste due asserzioni si escludono a
vicenda;
•
infine, si impedisce al ricettore del messaggio di uscir fuori dallo
schema stabilito da questo messaggio, o metacomunicando su esso
(commentandolo) o chiudendosi in se stesso.
Le condizioni necessarie per il doppio legame sono:
1. Due o più persone
2. Esperienza ripetuta
3. Una ingiunzione negativa primaria: "Non fare così o io ti punirò" oppure "Se non fai così
io ti punirò“
4. Una seconda ingiunzione secondaria in conflitto con la prima a un livello più astratto e
rinforzata, come la prima, da punizioni e da segnali che minacciano la sopravvivenza:
"Non considerare questo come una punizione" - "non dubitare del mio amore" etc...
5. Un'ingiunzione terziaria negativa che proibisce alla vittima di abbandonare il campo:
"Non lasciarmi, altrimenti sei dannato“
6. Infine, la serie completa di questi ingredienti non è più necessaria quando la vittima ha
imparato a percepire il suo universo in termini di doppio legame. Può essere allora
sufficiente una parte qualsiasi di una successione di doppio legame a scatenare
panico o rabbia.
•
Secondo Haley un sintomo è caratterizzato da una comunicazione
paradossale: "Il paziente fa qualcosa in modo eccessivo, o evita di fare
qualcosa, e segnala che non dipende dalla sua volontà perché non può fare
altrimenti"
•
In questa affermazione troviamo una incongruenza tra il livello di contenuto
(faccio o non faccio qualcosa) e il livello della metacomunicazione (ma
bada, non sono io a farlo!).
•
Per esempio una moglie che soffre d’ansia, attraverso il suo
comportamento definisce la relazione col marito in questi termini: "Prenditi
cura di me!“
•
•
•
Impone cioè una ingiunzione paradossale:
1. Dimmi cosa devo fare
2. Ubbidisci al mio ordine
•
Malgrado la moglie sembri porsi in una posizione passiva è lei che ha
impostato la relazione tramite l’ingiunzione paradossale anche se nega di
aver il controllo.
•
Si può quindi giungere a formulare l’ipotesi che "la psicopatologia è un
metodo per ottenere il controllo di una relazione"
•
Attraverso una serie di comunicazioni implicite ed esplicite, verbali e non
verbali le parti giungono a una collusione in buona parte inconscia.
•
Questo accordo segreto fra le parti si perpetua perché garantisce un certo
equilibrio del sistema: attraverso il sintomo entrambi posso giungere a una
formazione di compromesso.
DOPPIO LEGAME
• Una persona in una situazione di doppio legame è quindi probabile che si trovi
punita (o almeno che le si faccia provare un senso di colpa) per avere avuto
percezioni corrette, e che venga definita "cattiva" o "folle" per aver magari
insinuato che esiste una discrepanza tra ciò che vede e ciò che "dovrebbe"
vedere.
• Per la natura della comunicazione umana il doppio legame non può essere un
fenomeno unidirezionale. Se un doppio legame produce un comportamento
paradossale, allora sarà proprio questo comportamento a "legare doppio" il
"doppio legatore" e questa reciprocità esiste anche quando tutto il potere sembra
essere nelle mani di una parte mentre l'altra è del tutto indifesa perché alla fine,
come spiega Sartre, "il torturatore è degradato quanto la vittima".
Connessione esistente tra il doppio legame e la schizofrenia
possiamo dunque aggiungere altri due criteri:
1. quando si ha un doppio legame di lunga durata, forse cronico, esso si
trasformerà in qualcosa che ci si aspetta, qualcosa di autonomo e
abituale, che riguarda la natura delle relazioni umane e del mondo in
genere, una attesa che non ha bisogno di essere ulteriormente rafforzata;
2. il comportamento paradossale imposto dal doppio legame a sua volta ha
natura di doppio legame, e questo porta a un modello di comunicazione
autoperpetuantesi.
Connessione esistente tra il doppio legame e la schizofrenia
Il doppio legame, quindi, non è semplicemente un'ingiunzione contraddittoria,
che offre almeno la possibilità di compiere una scelta logica tra due
alternative,
MA
un vero e proprio paradosso, che fa fallire la scelta stessa (illusione di
alternative) e mette in moto una serie oscillante e autoperpetuantesi (un
vero e proprio modello paradossale).
Le comunicazioni paradossali legano quasi sempre tutti coloro che vi sono
coinvolti: dall'interno, quindi, non si può provocare nessun cambiamento
(gioco senza fine) e può verificarsi un cambiamento soltanto uscendo
fuori dal modello. La possibilità di interrompere un gioco senza fine (e
quindi una comunicazione paradossale) attraverso un intervento esterno
costituisce il paradigma dell'intervento psicoterapeutico.
DOPPIO LEGAME
In altre parole, il terapeuta in quanto outsider è in grado di provocare quello
che il sistema stesso non è in grado di produrre: un cambiamento delle
proprie regole.
L'intervento psicoterapeutico dovrebbe quindi consistere sostanzialmente nel
formare un sistema nuovo e allargato in cui non solo è possibile guardare il
vecchio sistema dall'esterno ma è anche possibile che il terapeuta usi il
potere del paradosso per ottenere un miglioramento (utilizzando interventi di
doppio legame come ad esempio la prescrizione del sintomo).
DOPPIO LEGAME
Sul piano strutturale, un doppio legame terapeutico è l'immagine allo
specchio di quello patogeno:
1. presuppone una relazione intensa (nella fattispecie, la situazione
psicoterapeutica) da cui il paziente si aspetta una ragione per
sopravvivere;
2. in questo contesto, viene data un'ingiunzione che è strutturata in modo
tale da (a) rinforzare il comportamento che il paziente si aspetta che sia
cambiato, (b) implicare che questo rinforzo sia un veicolo del
cambiamento, e perciò (c) creare il paradosso perché al paziente si dice
di restare com'è;
3. la situazione terapeutica impedisce al paziente di chiudersi in se stesso o
altrimenti di dissolvere il paradosso commentandolo.
DOPPIO LEGAME
Perciò anche se l'ingiunzione è assurda da un punto di vista logico, è una
realtà pragmatica: il paziente non può non reagire ad essa , ma non può
neppure reagire ad essa nel suo modo consueto, sintomatico.
Il paziente viene messo in una situazione insostenibile, riguardo alla sua
patologia. Se egli accondiscende non può più "non farci niente"; egli può farci
qualcosa, e questo rende impossibile la situazione di non poterci fare niente
(il che è lo scopo della terapia).
Se si oppone all'ingiunzione, può farlo soltanto non comportandosi
sintomaticamente (che è lo scopo della terapia). Per concludere, quindi,
mentre in un doppio legame patogeno il paziente è "dannato se può farci
qualcosa ed è dannato se non può farci niente", in un doppio legame
terapeutico è "cambiato se può farci qualcosa ed è cambiato se non può farci
niente".
Scarica

Teoria Sistemico-Relazionale (2)