Nuove tendenze nella
mobilità urbana: la condivisione
Per una riappropriazione degli spazi urbani e un
migliore sistema di mobilità.
Nuova Mobilità
http://nuovamobilita.wordpress.com
Lo share transport

SHARE / TRANSPORT:
Pratiche che coinvolgono l'utilizzo condiviso di
mezzi di trasporto e più generalmente degli
spazi nei quali prende corpo il bisogno di
mobilità che si pongono in quella inesplorata
terra di mezzo tra il trasporto pubblico e la
mobilità privata su gomma
Lo share transport

Si tratta di modalità di trasporto che
valorizzano la fruizione condivisa di un
servizio contrapposta alla pura e semplice
proprietà privata (dell'auto, della bici, dello
spazio)
30 secondi sulla condivisione.
TRASPORTO PUBBLICO


esternalità
basse o
bassissime
Grande
capacità di
trasporto
Rigidità di orari e
percorsi


Ultimo chilometro
Quanta minimi di
utenza

L'AUTOMOBILE
esternalità altissime



flessibilità
spostamenti
porta a porta
uso inefficiente della
rete stradale:
bassissima capacità
di trasporto

Sicurezza stradale,
scarso rispetto del
codice della strada

Non per tutti

Share / Transport (co-mobilità?)
Se ben implementato (integrazione di tariffe e
orari con i tradizionali servizi di TPL sfruttando
fino in fondo le possibilità offerte dalle ICT per
garantire un trasporto on-demand) può
contribuire a garantire una flessibilità di servizi
concorrenziale a quella dell'auto privata,
senza però le esternalità negative che questa
comporta.
Bike sharing
Con il bike sharing si può coprire la distanza
che separa la fermata del trasporto pubblico
dalla destinazione finale
Taxi collettivi
un servizio di taxi condiviso on-demand può
fornire lo stesso servizio venendo attivato
dalla richiesta di fermata sull'autobus
Co-mobilità nei piccoli centri
Le diverse tipologie di co-mobilità possono
avere un ruolo ancor più di primo piano nelle
città medio piccole dove il tradizionale
trasporto pubblico non può per forza di cose
fornire un servizio adeguato in termini di
frequenza delle corse e di copertura oraria.
L'ultimo chiodo.
Il car-sharing può garantire un mezzo per tutti
quegli spostamenti non effettuabili tramite
altre modalità di trasporto; spesso la
disponibilità di un servizio di car-sharing in
una zona ben servita dal tpl funge da
catalizzatore per drastici mutamenti negli stili
di vita. Per questo qualcuno definisce il car
sharing ”l'ultimo chiodo nella bara della
vecchia mobilità”.
Hardware e software
Fino qui ho elencato brevemente alcune delle
possibilità offerte attualmente dalla tecnologia
per implementare servizi veramente
competitivi con l'auto privata.
Ma come sempre avviene in questo campo
quello che manca non è tanto la tecnologia,
l'hardware, ma la mentalità, cioè il software
che la utilizza.
Il software mancante
La prima carenza di software si riflette già su
una componente hardware fondamentale per
la buona riuscita di questa filosofia di
trasporto: riguarda la allocazione di spazio a
favore delle modalità di trasporto, sia
condivise che pubbliche nel senso
tradizionale del termine.
L'allocazione degli spazi
Da questo punto di vista la condivisione degli
spazi tra le diverse utenze della strada può
essere raggiunta attraverso due sistemi per
certi aspetti antitetici:


Segregazione (piste ciclabili, corsie
preferenziali, marciapiedi)
Creazione di ambienti che inducano un
maggior rispetto delle utenze deboli (zone 30,
shared space)
Shared space:
Una concezione dello spazio pubblico come
spazio che deve assolvere la duplice funzione
di luogo di socialità e attività economiche e di
trasporto.
La funzione di trasporto non deve andare a
detrimento della funzione di socialità.
Shared Space
Per questo si creano degli ambienti dove la
segnaletica stradale viene completamente
abolita, inducendo le utenze della strada a
una negoziazione dei diritti di precedenza.
A garanzia della sicurezza degli utenti più deboli
viene introdotto il principio di responsabilità
del più grosso nei confronti del più piccolo: se
un'auto investe una bici la colpa è sempe
dell'automobilista; se un ciclista investe un
pedone la colpa è sempre del ciclista.
Carenza di software
Purtroppo, al contrario di quello che succede
quando si presentano progetti che
coinvolgono l'introduzione di nuove
affascinanti tecnologie dell'informazione, le
proposte che mirano alla riallocazione degli
spazi in favore di modalità di trasporto
condivise non incontrano l'entusiasmo che
meriterebbero.
Carenza di software: lo spazio
Così si avviano servizi di bike sharing senza la
presenza di un'adeguata rete di percorsi
ciclabili, oppure si introducono delle notevoli
migliorie tecniche alla rete di trasporto
pubblico locale ma senza curare l'accessibilità
alle fermate in termini sia di facilitazione dei
percorsi che di infrastrutture volte a facilitarne
l'integrazione con altre forme di trasporto. E la
lista potrebbe continuare.
Carenza di software: la velocità
Oppure non si introducono limiti di velocità compatibili
con la vita che si svolge o dovrebbe svolgersi negli
spazi pubblici, conditio sine qua non per l'attuazione
di sistemi di mobilità basati sulla condivisione; è
sintomatico che con le tecnologie ormai disponibili
da più di un decennio nessuno, di fronte alle
quotidiane stragi della strada pensi all'introduzione
di limitatori di velocità intelligenti; è altrettanto
sintomatica la visibilità che ha sui media il problema
”alcool al volante” presentato come se il problema
fosse solo relativo al primo termine di questo
binomio.
Carenza di software
Siamo evidentemente di fronte a un problema
politico che non verrà mai risolto senza:


una adeguata leadership che fondi la sua
autorevolezza sulla competenza e
sull'esempio.
Un cambiamento culturale diffuso che
valorizzi la fruizione di servizi contrapposta
alla pura e semplice proprietà privata.
Cambiare la mentalità
In attesa che il mondo politico sia in grado di
esprimere una volontà adeguata alle sfide che
la mobilità ci pone credo che sia dovere di
chiunque sia interessato a questi problemi
lavorare per favorire il cambiamento di
mentalità. Le due diapositive che seguono
non sono che due esempi.
Sharing is cool.
In italiano potremmo tradurre ”condividere è
figo” ma non so se è uno slogan altrettanto
cool. Però potremmo cercare delle alternative:
Perchè comperare una mucca
Se tutto quello che vi serve è
Un bicchiere di latte?
Anche rallentare è cool
Un altro esempio più terroristico ma secondo
me molto efficace:
Scarica

Scarica atto convegno - Provincia di Bergamo