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Relazione del
Presidente della C.N.D.A.
Giovanni Gentile
Consociazione Nazionale
degli Archibugieri
Assemblea Generale
Parma 17 Marzo 2013
Cari Amici Presidenti,
La consuetudine vuole che annualmente la
nostra Consociazione si riunisca in quel di Parma
per l'annuale Assemblea Generale come previsto
dallo Statuto.
E' passata la "paura" del 21 dicembre, che
alcuni avevano ipotizzato essere l'ultimo giorno
dell'universo, secondo una profezia degli antichi
Maya (anche se i veri studiosi ed esperti di calendario Maya avevano detto che si trattava, in
realtà, della fine di un'epoca e dell'avvio di una
nuova).
Pensate, la nostra C.N.D.A. è sopravvissuta
persino alla profezia Maya!
Ha inizio così un nuovo anno e, come sempre
accade quando ci troviamo di fronte ad una
incognita, tutti riponiamo fiducia che ci rechi cose
più belle, per farci dimenticare tutte quelle brutte
occorse in passato.
Fa parte dell'animo umano - e guai se non
lo fosse - pensare, anzi sperare che il futuro ci
riservi solo le cose migliori e che queste siano
sempre buone nuove.
Noi archibugieri, tradizionalisti per natura,
abbiamo connaturato nel nostro modo di essere,
lo sguardo oltre l'orizzonte ma un occhio sempre
al passato, l'attesa del nuovo che verrà, la fiducia
che le situazioni future saranno certamente
migliori e la nostra piacevole attività si svolga
inmaniera tranquilla ed appagante.
Per chi volesse inviare
materiale da pubblicare
(articoli, foto, disegni, ecc...)
inviare un fax oppure una
e-mail alla redazione:
Un segnale di cambiamento in positivo mi
è giunto dal Presidente Obrist in quanto, per il
prossimo quadriennio il referente per l'avancarica
sarà, in collaborazione con Tito Suss, il neo eletto
Consigliere Ivo Angelini.
Già Presidente del TSN di Ravenna e socio
agonista della C.N.D.A. iscritto alla Compagnia
Avancarica Ravennate - a lui vanno i miei complimenti per il raggiunto traguardo ed un augurio per
il lavoro difficile, ma non impossibile, cui sarà
chiamato nel tentare di ricucire i rapporti seriamente deteriorati dal suo predecessore.
Come ho sempre dichiarato, la C.N.D.A. è
sempre pronta a sedersi ad un tavolo e colloquiare
al fine di portare serenità nell'ambiente del tiro ed
ad ottenere quei risultati che siano di comune
soddisfazione, affrontati su basi di pari dignità.
Del resto questa è stata la “mission” che
mi affidaste quattro anni or sono, “mission” da me
condivisa e difesa.
Chi vuole interloquire con noi deve capire
i principi fondamentali sui quali si deve svolgere
una qualsivoglia trattativa: “La libertà di un essere
inizia quando finisce la libertà altrui e la libertà
non è l'imposizione del proprio concetto di
libertà”.
La C.N.D.A. vuole e deve rimanere una
società libera da ogni imposizione e quindi libera
di scegliere le regole della sua attività in campo
nazionale ed internazionale secondo i dettami del
M.L.A.I.C.
Avancarica Magazine
c/o X.mas srl Viale della Lirica 61 - 48124 Ravenna
fax 0544.271417
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pagina 3
Questi sono i concetti fondamentali che ci
hanno tenuto in vita in questi ultimi 8 anni
resistendo a numerosi attacchi atti ad assoggettare
il nostro mondo, in cambio di evanescenti promesse.
Siamo in Marzo, ed è in questo mese che,
nell’antica Roma, veniva fissato l’inizio del nuovo
anno, era il mese di ripresa delle attività agricole.
I nuovi Consoli con indosso la toga bordata
di rosso andavano in processione al Campidoglio
ricevendo la pubblica acclamazione.
Anche per la C.N.D.A. questo è un mese di
rinnovamento, in quanto, voi cari Presidenti,
sarete chiamati a breve ad eleggere i nuovi
“Consoli“ della nostra Consociazione.
Cosa mi aspetto, in qualità di socio, da
questi nuovi “Consoli”?
Sicuramente amore per la C.N.D.A. e
spirito di sacrificio.
Mi aspetto che credano nei principi che
animano la nostra consociazione, lavorare per
essa a titolo completamente gratuito, senza speranza di ricevere gratificazione di alcun tipo e
come unico premio l’attesa di critiche per quanto
fatto per essa.
Questi sono i principi secondi i quali il
Consiglio Direttivo uscente ha operato negli ultimi
4 anni.
GRAZIE Luigi, GRAZIE Alberto, GRAZIE
Giancarlo, GRAZIE Valerio A., GRAZIE Valerio B.
Un grazie va anche a chi ha collaborato
fattivamente con il Consiglio Direttivo portando
avanti quotidianamente questa “macchina” denominata C.N.D.A.
qualcuno non abbia a pensare il contrario - abbiano
diritto almeno ad un grosso applauso da parte di
tutti, come ringraziamento del tempo dedicato.
Credetemi, non è facile “governare” questa
associazione e se qualche volta si è sbagliato, ciò
è stato fatto in buona fede e da Presidente me ne
assumo tutte le responsabilità.
Un doveroso ringraziamento da parte mia
va anche per coloro i quali hanno conquistato podi
nelle competizioni internazionali dando la felicità
ai presenti di ascoltare quell’inno nazionale che,
raramente, per quanto accade politicamente nel
nostro paese, ci rende fieri di essere italiani.
Un ringraziamento ai Campioni Italiani
delle varie specialità ed a tutti coloro che hanno
preso parte in questi anni ai vari campionati e
gare organizzate dalla C.N.D.A.
Un grazie particolare agli sponsor che
hanno sostenuto, nonostante il periodo economico
mondiale non sia dei migliori, la nostra attività.
Quale l'augurio del Presidente Nazionale
uscente? Che viva la nostra Consociazione. Che
sia governata con senso di appartenenza e spirito
di servizio.
Che si animi di nuovi, tanti nuovi soci. Che
si rafforzino i legami di solidarietà fra di noi. Che
si sviluppino attività interessanti.
Che tanti giovani vengano a noi, desiderosi
come siamo di farli partecipi del vasto patrimonio
culturale e di esperienza che abbiamo maturato
nei lunghi anni di dedizione alla nostra attività.
Per concludere un grosso "in bocca al
lupo" personale al nuovo Consiglio Direttivo
subentrante.
Non voglio dimenticare: Giorgio De Paoli,
Alessandro Cesari, Francesco Fabbri, Antonio
Ferrerio, i Range Officers e tutti i componenti delle
varie commissioni.
Io credo che questi Consiglieri oltre a tutti
coloro che hanno prestato opera per C.N.D.A. a
titolo puramente gratuito – lo sottolineo poiché
Grazie.
Giovanni Gentile
(il verbale dell’assemblea di Parma è pubblicato
alle pagine 12-13-14 di questo numero)
Per tutte le altre
news, classifiche
e varie
collegati al sito
www.cnda.it
pagina 4
A spasso tra FIASCHE
da POLVERE
di Massimo Capone
Per il collezionista una fiera di militaria costituisce spesso un’occasione preziosissima
per raggiungere un pezzo ricercato da tanto tempo, ma anche per conoscere brani di storia
che altrimenti sarebbero rimasti solo descritti in qualche libro poco conosciuto o poco
raggiungibile! Se si ha la fortuna di possedere anche questa fonte “libraria” (magari giacente
nell’ultimo scaffale lassù in alto della nostra libreria)
allora il collezionista tocca il cielo con un dito!
A questo punto avrete già capito che io
preferisco la carta stampata alla rete internet, pur
riconoscendo l’estrema importanza di quest’ultima.
Fino ad alcuni anni fa collezionavo fiasche da polvere
e quando mi imbattevo in qualche esemplare un
po’ fuori della norma, ne restavo particolarmente
incuriosito e con la voglia di saperne di più.
La fiasca oggetto di queste note è, a prima
vista, abbastanza comune: di medie dimensioni
(lunghezza complessiva di circa 20 cm.) con il corpo,
dall’usuale forma a pera, di colore marrone scuro e
la valvola, con tubetto dosatore, in ottone. Valvola
del tipo a molla interna (sistema definito spesso
dagli inglesi “patent top - secret spring”, come è
anche citato dalla Dixon in un suo catalogo del
1883), e reca inciso: AM. FLASK & CAP CO.
Sfilo dunque dallo scaffale il libro “THE
POWDER FLASK BOOK” di Riling, da considerare uno
dei più approfonditi testi sull’argomento. Dopo una
rapida ricerca, ecco venir fuori che l’American Flask
& Cap Company era una grande fabbrica di fiasche
per polvere e pallini da caccia, di capsule, accessori
per armi.., ecc..., attiva in New York City, 52
Beekman Street, dal 1857 al 1870 circa.
Procedo con l’esame del corpo della fiasca (che il venditore mi aveva detto esser
fatto di corno o tartaruga!) e riesco a leggere delle lettere piccole e poco impresse, quasi
evanescenti, che formano tra l’altro la parola... GOODYEAR... Oddìo! Vuoi vedere che sono
incappato in un gadget che l’omonima fabbrica di pneumatici potrebbe aver distribuito,
magari qualche decina d’anni fa, per una sua campagna pubblicitaria?!
Però, continuo nel mio ragionamento, perchè utilizzare dei cappellotti dosatori
originali e non più prodotti dal 1870? D’altra parte, il materiale sembra effettivamente molto
leggero ed anomalo alla vista ed al tatto: mentre mia moglie, dalla cucina, ironicamente
inneggia alla “fregatura” per l’acquisto di un volgare pezzo di ..plastica.., svito la valvola e
scruto nell’interno.
La superficie interna, illuminata dalla mia fedele lampadina (fatta in realtà per
esaminare le poco emozionanti gole dei pazienti!) si rivela di colore biancastro con degli
ispessimenti tipo “toppe” circondati da materiale granulare di apposizione. E’ l’ora della verità:
prendo un ago da cucire, lo arrovento sul fornello e lo porto a contatto con questa superficie
interna: esce un filo di fumo, tenue ma puzzolentissimo di gomma bruciata, proprio come
quando brucia uno pneumatico d’automobile!!
pagina 5
Con uno stato d’animo a metà tra delusione e curiosità, ritorno a sfogliare il libro,
cercando al capitolo “materials”.
E finalmente il mistero è svelato!
Nell’ambito della sua produzione, l’American Flask & Cap Company aveva anche una
linea di fiasche con il corpo
costruito in... ”caoutchouc”
chiamato anche, all’epoca,
“hard rubber” o “gutta
percha”: questo materiale
era prodotto da Charles
Goodyear (vissuto dal
1800 al 1860) su proprio
brevetto del 1851 e poi
successivamente e su una
licenza, dalla American
Hard Rubber Company
(che lo impiegava, come
risulta da una sua pubblicità del 1859, anche per
impugnature di armi e di
strumenti chirurgici).
Alle pagine 402 e
403 del solito libro, sono
illustrate delle fiasche di
questo tipo: 4 piccole e 2
grandi, ed una di queste 2
è proprio come la mia!
L’Autore riporta l’iscrizione su una di queste fiasche, che anche lui riferisce molto...
evanescente: BEACON DAM Co GOODYEARS PATENTED 1851.
Sulla mia la scritta è: BEACON DAM Co GOODYEAR e questi caratteri stampati sono
impressi lievissimamente e veramente pochissimo leggibili, ed indicano la fabbrica che costruiva
direttamente e poi forniva
queste parti di fiasche alla
American Flask & Cap
Company.
Risulta ragionevole
supporre, se si considera
l’arco di tempo nel quale è
esistita quest’ultima, che la
mia fiasca sia stata costruita
attorno al 1860 - 1865.
Le fiasche prodotte
con questo materiale sono
da considerare piuttosto
rare, soprattutto per il
ristretto periodo di produzione e la loro intrinseca
maggiore fragilità.
Sono molto poche
quelle pervenuteci in
buone condizioni!
(la mia conserva anche il suo cordoncino originale con i fiocchi alle estremità).
Arrivederci alla prossima fiera!
pagina 6
SPIGOLATURE
da antichi
manuali militari
di Massimo Capone
Uno degli aspetti positivi della nostra
passione per l’avancarica è che quasi continuamente
possiamo essere stimolati a studiare o, comunque,
indagare sulla storia e la tecnica d’uso di queste
armi. Per esempio, i problemi che attualmente
incontriamo sulle linee di tiro (od a caccia), come
venivano affrontati e risolti dai nostri bisnonni?
______________________________
Ed a proposito di pulizie:…….La canna
debb’essere lavata quando è divenuta fecciosa per
molti spari; non è tanto necessario di lavarla
pulitamente, quanto di bene asciugarla, cambiando
molti cenci, anziché introdurli a forza.
Andiamo allora a leggere dunque alcuni
loro manuali per l’uso, la conservazione e la
riparazione delle armi ad avancarica, soprattutto
militari, del 19° secolo.
Quindi rovesciando la canna si lascia
sgocciolare per 3, o 4 minuti; e si preparano intanto
i cenci per asciugarla; questi si fanno passare senza
sforzo, e si cambiano finchè escano asciutti.....Se
avvi il sole od il fuoco da vicino, si dispone la
canna, dopo averla rivolta in su, in modo che si
scaldi, quindi si ugne nell’interno colla pomata; in
mancanza di calore si ugne poco dopo di averla
asciugata.
______________________________
Canna ormai sporchissima dopo molti tiri,
con fecce indurite ed abbondanti, tali da non
permettere più di caricare senza deformare la palla
o farla bloccare a mezza canna? (naturalmente
immaginatevi di essere non in un poligono, ma
in prossimità di una battaglia, e nella assoluta
necessità di continuare ad usare senza soste il
vostro fucile, soprattutto se rigato!?).
Soluzione: dopo aver faticosamente caricato
l’ultimo colpo, assestate con la bacchetta qualche
colpo forte sul proiettile in modo da dilatarlo
al massimo e sigillare così la camera caricata, poi
versate in canna dell’acqua (oppure orinateci
dentro…!), lasciate dentro il liquido per alcuni
secondi, fatelo poi fuoriuscire e sgocciolare fuori,
ed infine sparate questo colpo che…non porta esatto,
ma pulisce l’arma.
(da “CARABINE DA BERSAGLIERI – costruzione,
uso – Teorie sulle medesime” Savona - 1855)
______________________________
Il fastidiosissimo e temuto evento, durante
la pulizia di una canna, di incastrarci dentro la
bacchetta per averci messo all’estremità stracci
troppo abbondanti non succede solo a noi, ma
accadeva spesso anche ai ….Bersaglieri.
La bacchetta si rompeva o non si poteva
più estrarre, e per ultima conseguenza: lamenti
sulla fragilità delle bacchette, e l’introduzione nella
canna del cavastraccio che rovina le righe. (dallo
manuale suddetto).
Perciò s’incomincia a lavare con cenci
aderenti, ma non forzati, per isciogliere la feccia.
Il solito manuale prosegue raccomandandosi
che… l’interno della canna sia sempre unto, poco
importando che quell’unto sia scuro, o che sporchi
il cencio che vi s’introduce alle rassegne ... purchè
sia unto.
Ma come era composta questa pomata
…d’ordinanza? 2 parti d’olio ed una di sego, o
grasso di montone, fusi assieme e passati allo
setaccio. (In mancanza della pomata si supplisce
con olio fino depurato, esponendolo con lamine, od
altri pezzi di piombo, per 2 o 3 giorni al sole s’è
d’estate, al fuoco s’è d’inverno).
______________________________
Esaminando i fucili antichi originali, a
luminello, riscontriamo molto spesso la presenza di
sottili fessurazioni della calciatura nella zona vicino
alla culatta.
Ebbene, questo danno non è dovuto solo
all’impietosa incuria del tempo, ma accadeva non
raramente anche all’epoca d’uso, e non veniva
considerato un difetto tanto grave da sottoporre
l’arma ad elaborate riparazioni, o sostituzioni della
calciatura.
…Un piccolo intaglio ovunque, una fenditura
in siti deboli ma innocui (come presso le fascie, od
a fianco del vitone) non impediscono all’arma di
sparare molto e con precisione.
pagina 7
Un Ufficiale incaricato di ritirare armi usate
non deve rigettare le carabine che presentano quei
piccoli difetti nella cassa (…)
In campagna poi (…) una cassa sarà ben
riparata dall’Armajuolo non solo ricongiungendo
l’asta sotto la fascia, ma eziandio incastrando due
ferri ai lati dell’impugnatura se questa si rompesse
(Può avvenire che quella carabina così riparata,
colpisca il nemico meglio delle altre).(dal manuale
suddetto).
______________________________
Ma una delle tragedie più gravi che possa
accadere ad un tiratore è ……un proiettile incastrato nella canna.
Io preferisco non ricorrere al cavapalle. ma
spingere, se possibile, magari a martellate, la palla
in fondo alla canna se già c’è la polvere, altrimenti
versare anche un poco di polvere attraverso il focone
o nella camera del luminello, e sparare.
Ma ad angosciare il tiratore, in queste
manovre, si aggiunge il solito dilemma: può lasciare
spazio tra polvere e palla senza pericolo di
…abbottare la canna?!?!.
Ecco cosa dicevano i nostri avi.
Qualora tra polvere e palla incastrata ad
una certa distanza (anche vicino alla bocca) non
siano interposte borre di qualsivoglia natura, e si
sia in condizione, cioè, che la polvere possa liberamente distribuirsi in tutto il tratto di canna posteriormente alla palla incastrata, sparando non si
avranno problemi; qualora, invece, fosse presente
un qualunque borraggio tra polvere e palla, allora,
sparando, la canna si gonfierebbe dietro la palla.
Lo stesso danno accadrebbe se si introducesse un qualunque ostacolo nella canna (es. un
poco di fango nella bocca della canna), avendo già
regolarmente caricato con polvere e palla nella
camera: la canna si gonfierebbe o creperebbe vicino
all’ostacolo introdotto.
Ricordatevi che in alcuni fucili, come la
Federale Mod. 51, era di norma far rimanere un
piccolo spazio tra palla e polvere come ricettacolo
delle fecce che via via si producevano!
A tale scopo la bacchetta della Federale
aveva una boccola di fine corsa, vicino all’impugnatura, che, nel caricamento, faceva bloccare la
base del proiettile a mezzo centimetro sopra la
camera della polvere.
Quale era il peso dello scatto nella Carabina
da Bersagliere (Mod. 1848, e simili)? Tra 1 kg e ½
e 2 kg e ½ (misurato appendendo i pesi al
grilletto, con arma in verticale).
Nel corso dell’istruzione al tiro delle reclute, in
protocolli militari sia francesi che piemontesi
dell’800, si seguiva una serie di lezioni progressive:
sparare
col cuoio sul luminello
con la sola capsula
con la capsula nella candela
con polvere senza palla
finalmente colla palla alle varie distanze
(tratto da “ALCUNE NORME SULL’USO DEL FUCILE
DA FANTERIA” Torino – 1848)
Quello dello sparare …”nella candela” era
un semplice espediente per una primitiva istruzione
a prendere la mira.
Dopo aver messo sul luminello una capsula
(naturalmente militare, a 4 ali) e lasciando il fucile
per il resto scarico, si mirava alla fiammella di una
candela posta distante dalla bocca della canna
quanto la lunghezza della bacchetta: se la mira era
ben diretta, esplodendo la capsula la colonna d’aria
era sufficiente a spegnere la candela.
(Si può fare questo simpatico giuochino
anche tra le mura di casa, magari prima di una
cerimonia con spari a salve, per liberare bene
la canna dall’olio! Ma attenti alle orecchie: una
semplice capsula a 4 ali fa un discreto …botto!).
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GIFFONI
quarta gara di campionato C.N.D.A.
Si è conclusa, con un notevole
successo di pubblico e di partecipanti,
la IV Gara del 35° campionato Italiano
di Tiro ad Avancarica, organizzato dalla
C.N.D.A. presso il poligono della S.S.D.
Shooting Range a Giffoni Valle Piana in
provincia di Salerno.
La competizione, che ha visto
partecipare il “gotha” dell’avancarica
italiana, si è svolta nell’arco di 2 giorni,
ovvero sabato 9 e domenica 10 marzo
2013.
Nelle varie categorie, risaltano
le prestazioni di Domenico Bartolomeo
De Iuri, che si è aggiudicato lo spareggio
per il primo posto contro Giorgio De
Paoli, nella categoria Vetterli/R, il primo
posto di Luigi Piscopo, nella categoria
Pennsylvania, davanti a Luigi Mazza e
Liberato D’Alessandro e la vittoria
di Vincenzo Vigliotti nella categoria
Lamarmora/R.
Avvincente il testa a testa che
ha visto duellare in diverse categorie
Giancarlo Moro e Luigi Catani, con il
primo che si è aggiudicato le categorie
Cominazzo, Kuchenreuter, Mariette,
Donald Malson/R e Remington/R ed il
secondo che ha invece avuto la meglio
nelle categorie: Colt, S&W, Donald
Malson/O e Remington/O.
I tiratori salernitani della
Shooting Range non hanno assolutamente sfigurato. Antonio Bambacaro, si
è classificato sesto nella categoria
Lamarmora con 81 punti, a sole sei
lunghezze dal vincitore, ed ottavo nella
categoria Vetterli con 86 punti.
pagina 9
Nella stessa categoria Vetterli, più che
onorevole il nono posto ottenuto da Rosario
Cataldo, il quale con 84 punti ha
preceduto in graduatoria le nuove leve
dell’avancarica locale, con Gerardo Delle
Donne, classificatosi al decimo posto e con
Mario Falivene piazzatosi al dodicesimo
posto.
Ancora nella categoria Lamarmora,
un soddisfacente ottavo posto conquistato
da Giovanni Russo con 76 punti.
La “2 giorni” di Giffoni, ha offerto ai
presenti uno spettacolo certamente non
comune nei poligoni del sud Italia.
L’organizzazione dell’evento, a cura
della S.S.D. Shooting Range e della IBS, ha
ricevuto numerosi complimenti da tiratori
ed ospiti, giunti da ogni parte d’Italia, che si
sono ritrovati in un ambiente cordiale ed
amichevole, ma al tempo stesso professionale con una struttura dotata di campi all’avanguardia e di un imponente punto ristoro.
La buona riuscita dell’evento lascia
quindi immaginare la futura organizzazione
di eventi, ancor più importanti, di caratura
europea e mondiale.
A meno di 6 mesi dall’inaugurazione
il poligono, fortemente voluto dall’Ingener
Giovanni Ciccarone, è ormai una preziosa
realtà nel panorama sportivo locale e quindi,
sicuramente un bene da tutelare.
La struttura è in grado di attrarre un
importante numero di visitatori in provincia,
ne sono certamente testimoni le attività
ricettive, che in occasione di quest’evento
hanno ospitato i numerosi presenti.
La Shooting Range ringrazia per il
successo, lo staff che ha contribuito alla
perfetta riuscita dell’evento, oltre alla
C.N.D.A. nella figura del Presidente Giovanni
Gentile e chiaramente tutti i partecipanti.
aggiornate al 16 aprile 2013
Calendario e classifiche del 35° Campionato di tiro ad avancarica
pagina 10
pagina 11
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pagina 12
Verbale dell’assemblea generale
ordinaria e straordinaria della C.N.D.A.
Parma 17 marzo 2013
Domenica 17 Marzo 2013, presso l’hotel
Farnese in Parma, debitamente convocata a
mezzo e-mail, si è riunita l’Assemblea Generale
della CNDA.
Prima dell’apertura della seduta viene costituita
una commissione di verifica poteri - Ferrerio
Alberto, Bartolomeo de Juri Domenico, Capone
Massimo - la quale procede alla verifica delle
deleghe dei Presidenti di Associazioni aderenti
che non hanno potuto intervenire di persona.
La delega rilasciata dalla OWSS a
Francesco Fabbri non viene accolta ai sensi dell’
art. 14 comma 6 dello Statuto in quanto emessa
prima dell’iscrizione dello stesso nell’elenco soci
alla OWSS, come risultante dell’elenco inviato
dalla stessa al Segretario.
Parimenti non viene accolta la delega rilasciata dalla SLV a Calogero Sammarco in quanto
lo stesso dall’elenco nelle mani del Segretario
non risulta iscritto alla Società delegante.
Alle ore 10,08 sono presenti, direttamente
o per delega regolare, 26 Associazioni aderenti
che passano dopo l’esame del punto 3
(ammissione definitiva della Società La Ducale
Avancarica) a 27. La seduta è valida e aperta.
- Punto 1 OdG: Relazione del Presidente. Prima di
esporre la sua relazione, il Presidente chiede di
dare una destinazione ai fondi raccolti in occasione
della Festa dell’Avancarica del 13 Ottobre 2012
a Faenza. L’Assemblea unanime delibera di
assegnarli, per il tramite della Protezione Civile,
ai danneggiati dal terremoto in Emilia. Quindi il
Presidente espone la relazione sul decorso anno
2012: si rimanda al testo della stessa, che viene
allegato e fa parte integrante del presente verbale.
(la trovate pubblicata alle pagine
2 e 3 di questo numero)
- Punto 2 OdG: Rendiconto consuntivo 2012. Il
Tesoriere riferisce che il Rendiconto è stato controllato dai Revisori Dall’Avo e Gasbarri, essendo
assente Rosso per impegni di lavoro presi in
precedenza. I Revisori danno parere favorevole
all’approvazione del Rendiconto. Quindi il
Tesoriere illustra il Rendiconto ed espone la sua
relazione sullo stesso: si rimanda alla documentazione prodotta dal Tesoriere, che viene allegata
al presente Verbale di cui fa parte integrante.
- Punto 3 OdG: Ammissione definitiva della
Associazione La Ducale Avancarica. Il Segretario
comunica che l’Associazione richiedente ha compiuto il prescritto anno di prova dando dimostrazione di attività archibugeristica sia con partecipazioni a gare CNDA sia organizzando Trofei e Gare
di Campionato e propone la sua ammissione definitiva. APN e TAS, rappresentate per delega dal
Consigliere uscente Valerio Andriotto, danno voto
contrario. Il resto dell’Assemblea dà invece parere
favorevole, quindi la LDA è ammessa alla CNDA
in via definitiva.
- Punto 4 OdG: Tassa Iscrizione gare e relativa
quota CNDA. Si apre una breve discussione se
mantenere il tutto allo stato attuale oppure ritornare alla precedente somma di €.11 - Gian Carlo
Moro propone €.13 per la prima iscrizione e €.10
o 11 per le successive. Cesari (AL) propone di
ritornare a €.11 - Strocchi (AR) propone passare a
Campionati Regionali. Il Presidente propone di
mantenere €.13 onde evitare ulteriori contrasti con
l’Unione. Al termine della discussione l’ Assemblea
unanime delibera di mantenere la tassa attuale a
€.13 fino al termine del Campionato 2013 e dare
mandato al Consiglio Direttivo subentrante per
trattare con l’Unione la modifica delle tasse di gara
a partire dal prossimo Campionato 2013-2014.
- Punto 5 OdG. Quota associativa CNDA 2013.
Alberto Ferrerio (3L), facendo rimarcare che lo
Statuto prevede un minimo di 10 Soci per l’ammissione di associazioni aderenti, propone che chi
non raggiunge tale numero paghi comunque per
10 Soci. In alternativa, non abbia diritto di voto
fino al raggiungimento di tale numero. Dopo breve
discussione si decide di rimandare al prossimo
Consiglio Direttivo la soluzione del problema e di
mantenere invariata la quota associativa CNDA.
Si passa quindi alla seduta straordinaria per
deliberare su 2 modifiche statutarie.
- Punto 6 OdG: risoluzione del conflitto fra l’art.
6 comma 6 dello Statuto e l’art.805 comma 8 del
Regolamento di tiro. Il Segretario espone il caso:
mentre l’art.805 comma 8 del Regolamento di Tiro
stabilisce che il tiratore potrà cambiare Società alla
fine dell’anno agonistico, l’art.6 comma 6 dello
statuto recita che l’iscrizione impegna i soci per
pagina 13
l’anno solare in corso. Propone che quest’ultima
frase, introdotta solo nella versione 2011, venga
cancellata o sostituita con la dizione “anno
agonistico”.
pronunciano Francesco Fabbri (LARC) e Giovanni
Gentile (LARC). Chiede se ci sono interventi e,
non avendo inteso l’intenzione di alcuno dà il via
alla votazione
Si apre la discussione sull’argomento e
alla fine si mette ai voti la seguente proposta del
Presidente: “Fermo restando quanto espresso
dagli artt. 4-6 e 11 dello Statuto, l’Assemblea
dispone di modificare il Regolamento di Tiro
riguardo il cambio societario di qualsiasi Socio,
che può avvenire in qualsiasi momento dell’anno
solare senza che nessuno possa opporre obbiezioni, salvo l’obbligo della Società che riceve il
nuovo socio di versare la relativa quota societaria
per l’anno solare in corso. I risultati individuali
restano al tiratore, la Società cedente conserva i
punti per le Squadre, a podio vanno i tiratori
rimanenti della Squadra lasciata.
Terminate le operazioni di voto e prima
che si dia inizio allo spoglio delle schede, il candidato Fabbri chiede la parola. Critica gli ultimi 2
anni della presidenza Gentile, deplora il mancato
accoglimento della sua delega OWSS, accusa
Gentile di non cedere il posto da presidente se
non obbligato, di incapacità di gestire la crisi
dei rapporti fra il Segretario ed il Responsabile
Sportivo, di eccessiva personalizzazione della
gestione della CNDA che ha portato un calo di
presenze, di eccessiva promozione delle gare di
Ranking a scapito delle solite attività e chiede di
invalidare l’Assemblea per la mancata accettazione
della sua delega.
Posta ai voti, l’Assemblea approva
con 25 voti favorevoli
e 2 astenuti (APN e TAS).
Accusa il Presidente uscente di non aver
dato lustro alla CNDA, salendo sul podio per
la premiazione a Pforzeim in pantaloncini corti,
stivaletti e con la maglia bagnata di sudore,
di aver quindi usato 2 pesi e 2 misure rispetto
a quanto applicato in base alle Linee guida ad un
Socio della GTA. Di non aver preso in considerazione la sua proposta di partecipazione alla Fiera
di Forlì ed alla pubblicazione di un calendario degli
Archibugieri. Afferma che la sua decisione di presentare la candidatura alla presidenza è motivata
solo dalla possibilità di parlare all’Assemblea
anche se una sua candidatura gli era stata sollecitata dalla UITS.
- Punto 6 bis OdG: modifica artt.22 e 24 dello
Statuto (modalità di elezione del Consiglio
Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti.
Il Segretario illustra la proposta: mentre per
tutti gli organismi a nomina assembleare vanno
apposti sulla scheda di voto tanti nomi quante le
persone da eleggere, per l’elezione del Consiglio
Direttivo c’è posto solo per 3 su 5 da eleggere e
per il Collegio dei Revisori per 2 su 3. Si propone
di modificare la modalità elettiva passando da 3
a 5 nomi per il Consiglio e da 2 a 3 per i Revisori.
Si apre una vivace discussione sull’argomento,
in quanto alcuni sostengono anzitutto che una
delibera del genere non abbia immeditata esecutività mentre altri sostengono il contrario per la
sovranità dell’Assemblea.
Si delibera allora di scindere la votazione
in 2 parti: una relativa all’immediata operatività
della modifica e l’altra sull’approvazione della
stessa. Posta ai voti, la delibera sull’immediata
operatività raccoglie 10 voti favorevoli, 16 voti
contrari ed 1 astenuto. L’immediata operatività
della modifica è respinta. Si passa quindi a votare
la sostanza della modifica, che raccoglie 13 voti a
favore, 8 contrari, 6 astenuti. La proposta è respinta
per non aver raggiunto la metà + 1 dei voti.
Terminata la fase straordinaria si passa
alle elezioni delle cariche sociali
per il quadriennio 2013-2017.
- Punto 7 OdG: elezione del Presidente. Il
Segretario chiede chi si candida alla carica: si
Gentile replica anzitutto facendo notare
che è stato concesso di prendere la parola anche
a chi non ne aveva diritto. Accusato di non cedere
il posto se non obbligato, afferma di aver più
volte espresso il desiderio di lasciare, ma non
avendo trovato figure che lo potessero sostituire
ha accettato la ricandidatura.
Quanto alle gare di Ranking, ha proposto
ed ottenuto dal Consiglio l’eliminazione della loro
obbligatorietà assieme a quelle di Campionato
per l’ammissione agli eventi Internazionali.
Quanto ai comportamenti poco piacevoli
di un socio GTA, ha in seguito sistemato la cosa
rammentando che quando si è nella Nazionale un
comportamento poco ortodosso squalifica tutta
la Squadra; in relazione alla sua tenuta fa presente che aveva da poco tempo finito di prender
parte ad una competizione di tiro a volo e che gli
sarebbe stato impossibile trovare il tempo di
cambiarsi, cosa fatta sempre in altre circostanze.
(prosegue nella pagina successiva)
Per tutte le altre news,
classifiche e varie,
collegati al sito
www.cnda.it
pagina 14
Fa presente inoltre che, in relazione alla
Fiera di Forlì, il suo parere sfavorevole era dettato
dalla precedente esperienza avuta con la “Fiera
Internazionale di Brescia” dove il ritorno è stato
nullo, ma il dispendio di energie elevato.
Quanto ai rapporti con l’UITS, Gentile
ricordava che l’Assemblea gli aveva dato mandato
di trattare non tralasciando altre strade, cioè
quelle dei Campi privati, ed è ciò che è stato fatto.
Gli scrutatori Capone, Bozzola, Alidori,
scelti dall’Assemblea all’inizio della seduta,
procedono allo spoglio delle schede
di voto che dà il seguente risultato:
F. Fabbri voti 7 - G. Gentile voti 20.
Giovanni Gentile è presidente
della CNDA per il quadriennio 2013-2017
- Punto 8 OdG: elezione del Consiglio Direttivo.
Si candidano: Andriotto, Catani, Cesari, Beria,
Sifletto, A. Ferrerio e Biagini. Gli scrutatori procedono alla raccolta ed allo spoglio delle schede di
voto che danno il seguente risultato: Cesari voti 16
- Andriotto voti 16 - Catani voti 16 - Beria voti 13
- Sifletto voti 11 - Ferrerio voti 5 - Biagini voti 4.
Per il quadriennio 2013-2017 sono
Consiglieri: Alessandro Cesari
Valerio Andriotto - Luigi Catani
Alberto Beria - Piergiorgio Sifletto.
Primo dei non eletti è Antonio Ferrerio.
- Punto 9 OdG: elezione Collegio dei Revisori dei
Conti. Sono candidati Franco dall’Avo - Ferruccio
Vaschetti - Pasquale Cortazzi. La votazione avviene
con la stessa procedura e lo spoglio delle schede
dà il seguente risultato: Dall’Avo voti 20 - Vaschetti
voti 17 - Cortazzi voti 13.
Per il quadriennio 2013-2017
il collegio dei revisori è composto da
Franco dall’Avo - Ferruccio Vaschetti
Pasquale Cortazzi:
- Punto 10 OdG: elezione del Collegio dei
Probiviri. La votazione avviene con la stessa
procedura e lo spoglio delle schede dà il seguente
risultato: Gianluca Broia voti 26 - Silvio Cuman
voti 23 - A. Ferrerio voti 20 - Sammarco voti 11.
Per il quadriennio 2013-2017
il Collegio dei Probiviri
è composto da Gianluca Broia
Silvio Cuman - Alberto Ferrerio.
- Punto 11 OdG: elezione della Commissione
Disciplinare di 1A istanza. Riportano voti come
Titolari: Lavarone 27 – Alidori 17 – De Iuri 21 –
Biagini 10 - Cortazzi 4. Come Supplenti: Cortazzi
14 – Biagini 13.
Per il quadriennio 2013-2017
la Commissione disciplinare di 1A istanza
è composta da: Beniamino Lavarone
Bartolomeo De Iuri Massimo
Giorgio Alidori come Titolari
Supplenti: Pasquale Cortazzi e Teresio
Biagini.
- Punto 12 OdG: Elezione Commissione omologazione armi. Riportano voti: Capone 27 Marchetti 27 - G. Fabbri 27 - Sammarco 26.
Per il quadriennio 2013-2017
la Commissione Omologazione armi
è composta da: Massimo Capone
Giuseppe Marchetti - Gualtiero Fabbri.
- Punto 13 OdG: elezione Commissione d’arbitraggio - Titolari. Riportano voti: Rusticali 27 Ferrerio Antonio 27 Bartolomeo de Juri Massimo
27. Supplenti: Biagini 27 - Viola 27 - G. Fabbri 27
- Bertoli 27 - Lucchini 27 - Vecchi 27.
Per il quadriennio 2013-2017 la
Commissione d’arbitraggio è composta da
Giovanni Rusticali - Antonio Ferrerio
Bartolomeo de Iuri Massimo Titolari.
Supplenti: Teresio Biagini - Mario Viola
Gualtiero Fabbri - Valter Bertoli
Gaetano Lucchini - Roberto Vecchi.
- Punto 14 OdG: Varie ed eventuali. Nessuno
chiede la parola.
- Avendo esaurito l’Ordine del Giorno e nessuno
avendo chiesto la parola, la seduta è chiusa alle
ore 16,20.
Parma, 17 Marzo 2013
CNDA, Il Segretario
Alberto Ferrerio
Il 30 marzo u.s., un caro amico ci ha lasciato,
il socio dell’ARTA e veterano dell’Avancarica
Antonio Sardella
non abbiamo parole per esprimere come ci manca
e mancherà la sua presenza fra noi, ad parenti e amici,
a quanti l’hanno conosciuto e stimato.
Con profondo dolore, ma ancor più profonda gratitudine
per questi anni belli e sereni vissuti in sua compagnia.
A nome dell’Avancarica, le più sentite condoglianze.
CNDA, Il Presidente
Giovanni Gentile
pagina 15
VOLCANIC o VENDITTI a chi
attribuire la prima invenzione?
(La loro storia attraverso i documenti)
di Paola Andrean Serafini
Tutto ebbe inizio con l’invenzione di una 1cartuccia autopropulsa che ispirò l’idea di un’arma a
ripetizione da parte dell’americano Walter Hunt .
Nato il 29 luglio 1796, a Martinsburg, New York, Hunt fu inventore versatile. Nel 1847 fece
domanda negli Stati Uniti, per il brevetto di una palla cava conica contenente un propellente auto
innescante che chiamò “Rocket ball”. Gli U.S.A. gli concessero la patente n. 5701 il 10 agosto 1848
per: ”The construction of a ball for firearms, with a cavity to contain the charge of powder for
propellig said ball, in which cavity the powder is secured by means of a cap enclosing the back end
of same” e il 21 agosto dell’anno seguente, per l’arma chiamata “Volitional repeater” che utilizzava le
rocket-balls.
Fig.1-Patent n.5701 per la Rocket-ball di Walter Hunt
Fig.2- Patent n. 10,535 per la Volitional Repeating pistol
Per avere maggiori capitali per la costruzione dell’arma si associò a G.A. Arrowsmith di New York
City. Ma quest’arma era troppo complessa per avere successo, fu così che lavorando sul brevetto di
Hunt, Lewis Jennings, un ottimo armaiolo dipendente di George A.Arrowsmith, il 25/2/1849 ottenne
una patente per una versione più pratica e più perfezionata di quest’arma. Credendo agli sforzi di
Hunt e Jennings, Arrowsmith affidò la produzione alla ditta “Robbins & Lawrence of Windsor” nel
Vermont, con l’aiuto finanziario del newyorchese Courtland Palmer. Anche se nel 1851 Palmer ebbe
la patente da Horace Smith per la “ Volition repeater”, ne furono costruite poche, ora molto ricercate
dai collezionisti!
Nuovo impulso alla costruzione della “Volcanic” venne da Horace Smith, che fiducioso del sistema
Hunt-Jennings assieme all’amico Daniel B.Wesson nel 1854 brevettarono una versione perfezionata
dell’arma di Hunt-Jennings con cartucce “Rocket-Ball”, patentata il 14 febbraio e ancora il 10 ottobre
dello stesso anno.
Smith & Wesson entrati in società con Palmer formarono assieme la “Volcanic Repeating Arms
Company” in Norwich (Connecticut) che nel 1857 fu venduta ad Oliver F. Winchester diventando “New
2
Haven Arms Company” per continuare a fabbricare le Volcanic . (Fig. 3)
Anche in Italia Pietro Antonio Venditti, costruì armi a ripetizione con un serbatoio tubolare posto
sotto la canna. Costui, nato il 10 febbraio 1828 a
Cerreto Sannita, era figlio di un fabbricante di forbici
per la tosatura. Visse sempre in Campania, spostandosi a Sala di Caserta e poi ad Atripalda (Avellino) dove
in uno scatto d’ira uccise un operaio nella ditta dove
lavorava come sovrintendente alla costruzione di panni
monacali.
______________________
1
E. James, Volcanic firearms-and their successor, 1974
H.L. Peterson, Breech-Loading and Repeating Firearms 1810-1870,
in “Pollard’s History of Firearms, by Claude Blair 1983, England, pg. 256
2
Fig. 3 La Volcanic
(prosegue nelle pagine successive)
pagina 16
Condannato ai lavori forzati nel 1856, fu scarcerato nel 1860 ed in seguito fu assunto in un
arsenale militare. Aprì poi una bottega di armaiolo a Torre Annunziata dove cominciò a costruire armi
da fuoco ad avancarica e retrocarica.
Nel 1871 ci fu l’esposizione Internazionale Marittima a Napoli dove apparve (assieme ad altre
sue armi) anche una pistola a retrocarica da lui costruita, ma non a ripetizione.
Il 2 febbraio 1872 ottenne un brevetto, valido per tre anni a partire dal 31 dicembre 1871, così
registrato: “Nuovo sistema Venditti di armi da fuoco a retrocarica con otturatore
fisso e canne mobili, applicabili ai fucili ed alle pistole ad una o due canne”. Venivano
probabilmente usati proiettili auto-propulsi o cartucce di carta con innesco incorporato, come si può
dedurre dalla nota “Con quest’arma le cartucce partano unitamente alla palla, e quindi le
camere di carica restando libere, non vi è alcuna perdita di tempo per l’estrazione delle
cartucce dopo lo sparo”.
3
I documenti, consultati da F. Denaro fanno risalire l’invenzione del sistema Venditti al 27
febbraio 1875, data della registrazione del brevetto a nome “Pietro Venditti” che recita così:
“ATTESTATO di privativa industriale (27 febbraio 1875- vol.15 N. 345) per anni tre, a
datare dal 31 marzo 1875, rilasciato al signor Venditti Pietro di Cerreto Sannita, a Napoli
per un trovato che ha per titolo: Nuovo sistema della pistola Venditti, ripetizione a ventisei
colpi con l’otturatore mobile ad ago, applicabile anche ai fucili collo stesso meccanismo”
4
prolungato per altri tre anni dal 31 marzo 1878 e decaduto dal 30 giugno del 1880 .
Vi è un terzo brevetto ottenuto dal Venditti è il n. 105: “Attestato completivo (15/3/1877
vol. 18 n° 195) della privativa industriale rilasciata il 27/ 2/1875 , vol 15 n° 345 al signor
Venditti Pietro a Napoli .” che riguarda solo delle modifiche, ovvero l’impiego di una cartuccia a
bossolo metallico, l’aggiunta degli estrattori e un miglioramento al grilletto che non permetteva di
sparare se la cartuccia non era bene in canna, (una forma di sicura).
La prima pistola costruita dal Venditti, secondo l’arcidiacono Nicola Rotondi (autore di un
manoscritto sulla storia del paese natale di Venditti) era a 10 colpi, (poi costruita a 26 colpi) senza
estrattori, sparava palle autopropulse.
Tre sono i marchi che appaiono su queste armi “Sistema Venditti” prima della registrazione
del brevetto, “Venditti brevettato” dopo il brevetto del 1875, e “Venditti & C. Lancusi” su quelle
costruite dopo che era stata fondata la ditta.
Il sistema di funzionamento era uguale a quello della Volcanic, e si credeva che la Venditti
fosse stata presentata alla “International Firearms Exhibition” di Londra nel 1851, quindi, secondo
5
Marcello Terenzi, copiata dagli americani che trovarono perfezionato il sistema di Hunt.
Se ci basiamo sui documenti, le date ovviamente parlano chiaro, ma qualcuno pensa che il
Venditti non abbia registrato il suo brevetto appena inventato e che quindi sia giusto pensare che
fosse sua l’idea di un’arma a ripetizione con serbatoio sotto la canna e che sia stata copiata dagli
americani.
Di parere contrario è Francesco Denaro che crede più facile la possibilità che un americano di
passaggio a Napoli, (che allora aveva frequenti scambi commerciali con l’America essendo un porto
importante), avesse bisogno di una riparazione o di munizioni adatte ad un’arma di quel tipo e si
6
fosse rivolto al Venditti che così ebbe la possibilità di studiarla e copiarla. Della stessa idea anche
Emanuele Marcianò il quale sostiene che i proiettili
usati per la pistola Venditti altro non erano che le
7
palle autopropulse già in uso per la Volcanic e già superate in America, perché inefficienti.
Logica vuole che più che di ingegno italiano, sia da credere ad un “tarocco” italiano!
Fig. 4 La Smith & Wesson
______________________
3
F. Denaro, “ Un sensazionale ritrovamento” in Diana armi (n.4/1971 pgg. 69-75)
C. De Vita “Armi Antiche, Brevetti 1855-1890, brevetto n. 07630 attestati 15/345 (anno 1875, n.77, p.100. tav.18)
4
pagina 17
Arma a ripetizione progettata da Horace Smith e Daniel B. Wesson per la Volcanic Arms Co.
(Fig. 4) con un caricatore tubolare sotto la canna per una decina di proiettili autopropulsi, che contenevano cioè polvere e innesco. Il ponticello era la leva che spostava i proiettili nella camera di scoppio, con lo stesso sistema usato poi anche dalle pistole Venditti. Il serbatoio e la canna erano ricavati da un unico blocco di metallo, come per le Venditti, e il castello e le piastre laterali per l’accesso al meccanismo sono in ottone, mentre le Venditti le avevano in acciaio.
I disegni di questo tipo di arma furono depositati ed ottennero la Patent il 14 febbraio 1854,
mentre per le cartucce “rocket-ball” Walter Hunt aveva già ottenuto la Patent il 10 agosto 1848. (Fig.1)
L’otto agosto 1854 anche Smith e Wesson ottennero un brevetto per costruire le cartucce
“Volcanic” che per la loro scarsa efficacia limitarono il loro uso per le pistole (tiro ravvicinato) e non
8
per le armi lunghe. Infatti come riporta Marcianò ”…a circa otto passi, un cappotto invernale
costituiva un’efficace armatura contro le palle-razzi.” loro costruzione ebbe poco seguito, per la gioia
dei collezionisti!
Fig. 5 La Venditti 1° tipo
Arma a ripetizione, costruita prima del 1875, (Fig. 5) con tre serbatoi, per contenere 26 colpi. I
proiettili sono collocati nei due tubi laterali alla canna, ciascuno con otto palle, nove sono nel serbatoio
principale e una nella camera di scoppio. Il serbatoio principale e la canna, sono ricavati da una
unica barra di acciaio. Non esiste una chiusura reale dell’otturatore e la fuga di gas che si ha
conseguentemente, fa perdere pressione, rendendo così meno efficace il colpo. Il percussore ad ago
è indipendente all’interno dell’otturatore.
Il suo funzionamento: azionando la
leva ponticello ad anello
si alza un elevatore a
livello della camera,
l’otturatore retrocede
ed arma il cane.
Riposizionando il
ponticello, l’otturatore
mette il colpo in canna,
mentre scende l’elevatore
per raccogliere un’altra
carica.
I due serbatoi ai
lati della canna sono
contenitori di riserva, di
cartucce che venivano
Fig. 6 La Venditti 2° tipo
spostate nel serbatoio
centrale, ruotando il blocco di volata.
______________________
5
6
7
8
M. Terenzi, “The Italian Venditti Pistol, in American Society of Arms Collectors, Bulletin n. 22, 1970
F. Denaro, “La biografia di Venditti” in Diana Armi (n. 5/1972, pg. 26-35)
E. Marcianò, “La verità sull’invenzione di Pietro Venditti” in Oplologia Italiana”, 1983, Firenze,
E. Marcianò, “La verità sull’invenzione di Pietro Venditti” in Oplologia Italiana”, 1983, Firenze, pg 225.
(prosegue nella pagina successiva)
pagina 18
La scritta sulla canna “SISTEMA VENDITTI” la definisce prima serie, cioè costruita prima del
27/2/1875, e il punzone TA si presume sia del banco di prova di Torre Annunziata.
Mancando qualsiasi sistema di estrazione dei bossoli, si presume l’uso di palle autopropulse
simili a quelle americane della Volcanic, ovvero proiettili ogivali con base cava riempita con polvere
e innesco. (Fig. 6)
Quest’arma brevettata dal Venditti il 15/3/1877 è solo un miglioramento rispetto alla prima
serie, poiché usa cartucce con bossolo in rame o ottone, a percussione centrale (o ad ago). Nei
brevetti depositati non si fa menzione del tipo di proiettili usati. Vennero perciò aggiunti due
estrattori ai lati dell’otturatore ed eliminati i due serbatoi porta-munizioni laterali. Poteva sparare 10
colpi a ripetizione, contenuti in un serbatoio sotto la canna, dotato di una molla a spirale per far
avanzare i colpi che venivano spinti in canna dall’elevatore azionato dalla leva-ponticello la quale
imprimeva contemporaneamente la spinta dell’otturatore. Lo sparo avveniva con l’abbattimento del
cane sulla testa del percussore che fuoriusciva dal retro dell’otturatore.
Queste armi non ebbero gran seguito, rimanendo piuttosto una notevole curiosità collezionistica.
Le armi fotografate, presenti in questo articolo, sono di una collezione privata.
“Il Morione”
“IL MORIONe“ è una nuova associazione culturale che si
occupa di storia e oplologia, e nonostante il nome evochi armi
(difensive) antiche, in realtà è aperta ad ogni epoca storico oplologica. Lo scopo dei soci fondatori, (tra cui C. Calamandrei,
R. elgood, T. Moro) è quello di riunire studiosi, collezionisti,
sportivi e appassionati di ogni categoria di armi, dalle antiche
alle moderne, per scambiare opinioni, conoscenze, consigli, perciò organizza gite culturali a sfondo oplologico, conferenze,
incontri di studio, gare con armi ad avancarica ed ex-ordinanza.
Pubblica un Notiziario che raccoglie scritti di vari autori
sempre riguardanti l’oplologia oltre alle “NeWS” relative alla
vita sociale.
Per ulteriori informazioni si può consultare il sito
www.ilmorione.it o mandare e-mail a [email protected],
oppure telefonare al 348 5013366
L’Associazione Culturale Storico-Oplologica “IL MORIONE”, in collaborazione con il
Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza, propone la giornata di studio:
“IL ’91: UN FUCILE
TRA LEGGENDA E REALTÀ”
Il fucile modello 1891, conosciuto anche - impropriamente - come Mannlicher
Carcano, sicuramente rappresenta, per i cultori di oplologia e di storia militare, uno
degli oggetti-simbolo di 60 anni della storia italiana, o almeno di tutta la prima metà
del XX secolo. Il convegno si articolerà, nell’arco della mattinata destinata all’evento,
nei seguenti interventi:
Alessandro Bison, Introduzione e inquadramento storico.
Ruggero Pettinelli, Un ’91 italo-svizzero
Gen. Aldebrando Micheli, La Fabbrica d’armi di Terni
Roberto Perin, Cenni sul munizionamento del ‘91
Al termine di ogni relazione alcuni minuti saranno dedicati alle domande, alle
osservazioni o ai contributi che il pubblico vorrà formulare o fornire.
DOMeNICA 9 GIuGNO 2013 – ORe 9.00 – 12.30.
Vicenza, Museo del Risorgimento e della Resistenza, Viale X giugno. (z. Monte Berico).
Per info tel. 347 0492148 o consultare il sito www.ilmorione.it
pagina 19
TSN – FAENZA
U.N.V.S. – FAENZA
LARC – FAENZA
Organizzano il
6° Campionato Italiano UNVS di Tiro a Segno Avancarica
Faenza 24 - 25 – 26 maggio 2013
- 1° Memorial “Renato Cavina” al migliore risultato tecnico La gara, col patrocinio di C.N.D.A.(Consociazione Nazionale degli Archibugieri)
si disputerà presso il poligono di tiro di Faenza
in concomitanza con la gara EX ORDINANZA- WESTERN- AVANCARICA
NB: i concorrenti in classifica unica senza distinzione di sesso e di età.
Per il campionato italiano U.N.V.S. sono previste 3 specialità di tiro
senza distinzione tra armi originali o repliche e caratteristiche tecniche, così chiamate:
“Fucile ad avancarica” sulla distanza di m. 50.
“Pistola ad avancarica” e “Revolver ad avancarica” sulla distanza di m. 25.
Prima dell’inizio delle gare è previsto il controllo delle armi e del tesseramento U.N.V.S.
La gara si disputerà con 13 colpi in 30 minuti, su bersaglio standard, con lo scarto dei 3 colpi peggiori.
(regolamento nazionale e internazionale CNDA/MLAIC). La quota d’iscrizione è fissata in € 10 (dieci).
Saranno premiati i primi 3 classificati di ogni specialità con medaglia.
CAMPIONE ITALIANO UNVS 2013 di avancarica,
il primo classificato di ogni specialità che riceverà lo scudetto ufficiale UNVS
SQUADRA CAMPIONE D’ITALIA UNVS 2013 di avancarica la sezione U.N.V.S. che
avrà ottenuto il miglior punteggio sommando il miglior risultato individuale di ogni specialità,
di 3 tiratori diversi, saranno premiate con una targa le prime 3 squadre classificate.
Ristoro presso il poligono, €.12 (dodici) da prenotare all’iscrizione. Giudice di Gara del Tsn – Faenza
Le iscrizioni al Campionato Italiano U.N.V.S. di tiro ad avancarica potranno essere fatte
via e-mail, fax o telefono e si chiuderanno il giorno Martedì 21 maggio 2013.
Turni - Venerdi 24: 14,30 - 15,15 - 16 - 16,45. Sabato 25 e Domenica 26: ore 9 - 9,45 - 10,30 - 11,15
- 12 (pausa pranzo) 14,30 - 15,15 - 16 - 16.45. Premiazioni dalle ore 17,30.
NB: la gara si disputerà in concomitanza con la gara ex ordinanza e western
(per il programma visitare il sito web: tsnfaenza.altervista.org)
TSN FAENZA, VIA SAN MARTINO 47 - FAENZA - RA - e-mail: [email protected]
tel. 0546.30323 fax.0546.060703
Per informazioni: Francesco Fabbri - referente LARC - cell. 328.8290263
Il Presidente del TSN Faenza - Nerio Bosi
Il Presidente UNVS Faenza - Giovanni Massari
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pagina 20
V I G E V A N O , n o n s o l o f u m o ...
5A GARA DI CAMPIONATO.
Il secondo giorno di
primavera il poligono di
Vigevano ci accoglie con
la consueta simpatia ma
il tempo non è proprio
primaverile, fresco,
piovoso da sabato
pomeriggio a tutta
la domenica.
Comunque, nonostante
il tempo, oltre 330
prestazioni sono un
risultato di tutto rispetto,
gestito professionalmente
da tutto lo staff e che ha
reso particolarmente
felice il Presidente.
Abbiamo rivisto con
piacere alcuni tiratori che
sono mancati da tempo
e speriamo non sia solo
un caso.
L’organizzazione ha
inoltre inserito 2
specialità “promozionali”
La Kuchen a 50 metri ed
il BRA (Bench Rest
Avancarica) che hanno
riscosso discreto successo
tra i tiratori.
Ma non solo fumo,
infatti in cucina non
poteva mancare l’arrosto,
dopo un tradizionale
piatto di risotto.
Complimenti al cuoco!
Per finire una ricca lotteria
con agnello pasquale,
salumi, riso e,
naturalmente vino.
Arrivederci Vigevano,
magari con il sole però.
A. Beria
pagina 21
WERNDL Mod. 1873
Una bella
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b
riela
di Massimo Capone
Il nome inciso sulla canna è quello dell’armaiolo
austriaco MARCUS (o MARKUS) OGRIS.
Egli, o la Ditta da lui fondata, risulta
attivo a Ferlach (famosissimo centro industriale armiero
della Slovenia, vicino a Klagenfurt), fin dai primi anni
’70 dell’800 fino addirittura agli anni ‘20 del primo
dopoguerra nel novecento.
Il nome OGRIS è riportato su fucili a retrocarica,
da tiro e da caccia: monocanna, combinati, doppiette,
drilling, anche di pregio.
L’armaiolo austriaco ha utilizzato chiaramente la meccanica di un fucile militare WERNDL Mod.
1873. Questo modello nacque come evoluzione del
precedente Mod. 1867.
Le principali modifiche apportate nel nuovo
Mod. 1873 interessavano la scatola di culatta, dove scompare la lunga coda del precedente modello, (sulla codetta,
ora assai più corta, si inseriscono le viti per l’attacco alla
cassa, al guardamano ed alla batteria).
Il sistema d’otturazione (che ha un diverso
sistema di bloccaggio, in apertura e chiusura, dell’albero
di rotazione.
Un corpo del cilindro otturatore più lungo), ed,
elemento senz’altro più appariscente e...”caratterizzante”,
la batteria, con il cane non più tutto esterno, ma con
gran parte del suo corpo nascosto all’interno, tra la piastra
e la cassa, sporgendone solo la testa ed il collo.
Quest’ultimo elemento dava al fucile,
tutto sommato, un aspetto abbastanza moderno per
l’epoca.
Sostanzialmente, però, l’arma, sia pure
migliorata, risultava comunque già obsoleta e poco
competitiva in un panorama armiero militare e civile
contemporaneo in rapidissima evoluzione e con
prodotti ben più avanzati: senza arrivare ai fucili a
ripetizione, già abbondantemente presenti.
(prosegue nelle pagine successive)
pagina 22
Per rimanere nel campo dei monocolpo,
c’era già la temibilissima concorrenza dei sistemi ad
otturatore ribaltabile (Springfield-Allin, ecc...), oppure
a blocco cadente (Sharps ed altri) e, soprattutto, il
semplicissimo rolling-block e così via.
Già alla fine degli anni ’70 del 1800
l’Austria cominciò a sperimentare e produrre, per corpi
militari, altri modelli, orientandosi ormai unicamente
su fucili muniti di serbatoio a più colpi.
Dopo il Fruwirth, antesignano di fucile
ad otturatore girevole-scorrevole dotato di serbatoio
a più colpi e con cui già nel 1871 si era cominciato ad
armare la Gendarmeria, si passò al Kropatschek ed,
infine, al famosissimo Mannlicher, capostipite di una
serie pressocchè infinita di varianti e miglioramenti.
Ma tornando ai Werndl, la loro vita,
come tantissime altre armi militari in dismissione,
proseguì, oltre che con utilizzo da parte di corpi armati
e paramilitari di seconda linea, anche con rielaborazioni
da parte di valenti artigiani per crearne fucili da caccia
e da tiro dalle prestazioni a volte più che brillanti,
come riferisce l’attuale proprietario per l’oggetto del
nostro articolo.
A proposito di successivi utilizzi, i fucili
Werndl, sia Mod. 1867 che Mod.1873, sono comparsi
anche in un bel film ambientato nel meridione d’Italia
all’epoca della lotta al brigantaggio.
Il titolo è “Il brigante di Tacca di Lupo”,
di Pietro Germi, del 1952.
Naturalmente come c’era da aspettarsi
la collocazione di queste armi in mano ai bersaglieri
sabaudi (comandati da Amedeo Nazzari) è del tutto
…fuori luogo ed anche fuori epoca.
Esse fanno egualmente un certo effetto.
Chissà da quale deposito erano usciti, e
che fine poi fecero alla fine del film?!?
Ma torniamo al nostro Werndl da …tiro.
E’ sicuramente rielaborazione di
un fucile Mod. 1873, militare.
Lo deduco anche dal numero di
matricola impresso sul lato sinistro del coperchio
dell’otturatore, nella stessa identica posizione
dei militari (e d’altra parte non credo proprio che
la ditta OGRIS ne avrebbe potuto costruire ex
novo così tanti!).
Molto interessante e ben fatta è la
diottra regolabile e basculante, per la quale è
stata creata una base scanalata, sulla quale si
appoggia quando è abbassata e che sembra
pagina 23
quasi un prolungamento della coda di culatta.
Il nostro esemplare, come molti altri
“sheiben gewehre” (fucili da tiro a segno), ha avuto sostituita
la canna militare con una camerata per una cartuccia abbastanza in voga negli anni ’70 dell’800.
La cartuccia 8x42 R è una delle numerose creazioni di quel periodo, cioè dell’ultimo quarto di quel secolo.
Nate spesso come riadattamenti di cartucce
militari, ed utilizzate in fucili monocolpo da caccia e da tiro,
difficilmente sopravvissero dopo la Prima Guerra Mondiale.
Attualmente, per il piacere di riutilizzare ed
apprezzare un bel prodotto dell’arte armiera dell’800, viene
messa alla prova la pazienza, la tenacia e l’abilità dei moderni,
ma nostalgici, ricaricatori di antiche cartucce metalliche.
Il Barnes (Cartridges of the World) fa risalire la
nascita di questa cartuccia al 1888, come versione accorciata
dell’ 8x51 Mauser, e, riguardo al suo eventuale utilizzo per la
caccia, della stessa classe del 32-40 WCF.
Ricordiamo che l’Austria introdusse, per uso
militare, per la prima volta una cartuccia a polvere infume nel
1890.
Riguardo al regolamento CNDA, poiché il fucile
è stato creato utilizzando in parte preponderante un modello
militare del 1873 (con cambio della canna ed altre variazioni
per renderlo adatto al tiro a segno) e poiché la munizione è
nata in un periodo in cui era ancora utilizzata la polvere nera
per questo tipo di armi, ritengo ammissibile il suo utilizzo nelle
nostre gare a cartuccia metallica.
Per tutte le altre
news, classifiche
e varie
collegati al sito
www.cnda.it
pagina 24
Benevento 23 e 24 marzo
9a prova del Campionato Nazionale di Avancarica CNDA-UITS
Organizzata dalla compagnia d'avancarica ADS (Archibugieri del Sannio) ed in collaborazione con la
sezione del TSN di Benevento si è disputata il 23 e 24 marzo la IX prova del Campionato Nazionale di
avancarica CNDA-UITS.
E' questa la terza volta che i tiratori di avancarica si cimentano presso il poligono di contrada
S. Clementina ed ormai quella di Benevento deve essere considerata a tutti gli effetti una classica del nostro
campionato.
Impeccabile l'organizzazione da parte della compagnia sannita, con l'infaticabile Presidente
G. Limongelli e dei suoi collaboratori e di tutta la sezione TSN di Benevento, con l'apporto costante del suo
Presidente V. Cavalluzzo e del suo staff.
Grazie ad essi l'evento si è svolto nel massimo rigore tecnico ed organizzativo, ma senza mai
perdere di vista il divertimento, lo spirito goliardico ed il piacere di stare insieme, che nel mondo della
avancarica si coniugano sempre alla prestazione tecnica ed agonistica.
Per questi motivi vada a tutti loro il ringraziamento dei tiratori CNDA, nella speranza che i futuri
appuntamenti vedano un numero di partecipanti crescente rispetto alle circa 100 prestazioni, limitate in
questa occasione anche dall'impossibilità di gareggiare di alcuni tiratori che non erano tesserati della
Unione.
D. Bartolomeo De Iuri - GAP Napoli
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pagina 26
M-Four Pro Series,
sviluppato dai tiratori
per i tiratori.
E' nato un nuovo modello di m-four, il “Pro Series”.
Lo sviluppo di questa carabina nasce dalla collaborazione diretta di Chiappa
Firearms con alcuni tiratori IPSC e LSSA.
Ma in cosa differisce dal precedente modello? Praticamente in tutto. Iniziamo
parlando dal materiale con cui sono composti upper e lower: sono realizzati in
un nuovo polimero studiato dalla Chiappa Firearms chiamato "generation II" che
rende allo stesso tempo la struttura più rigida e più resistente consentendo
rosate migliori anche in situazioni di stress torsionale, come ad esempio in una
serie di double tap ad alta cadenza da una finestra o da sdraiati.
Proseguendo nella meccanica anche l'otturatore è stato riprogettato per
sopportare carichi di lavoro estremi e di conseguenza è stato realizzato in acciaio
e successivamente nitrurato, in modo da aumentarne scorrevolezza e velocità.
Modificando l'otturatore è stata cambiata anche la canna che, da un profilo
milspec, è passata ad una Heavy barrel. Questo profilo permette una rosata più
chiusa anche sotto sforzo e permette un bilanciamento migliore della carabina.
pagina 27
Dato che la canna lo consentiva è stato fatto un filetto da 1/2"x28 con uno
spegnifiamma dedicato, sostituibile dal tiratore con un compensatore standard
Ar15.
Altra particolarità è data dall’astina, derivata direttamente dal mondo delle
competizioni; si tratta infatti di un'astina disponibile in 8 o 12" full rail, che
consente di installare accessori in qualsiasi suo punto, incluse le mire a 45°
tanto utilizzate nell'IPSC.
Per chiudere siamo arrivati al calcio, che è di tipo collassabile e regolabile in 6
posizioni ed eventualmente sostituibile con calci con diametro milspec.
pagina 28
COMPRO...
VENDO...
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gare CNDA (acciarino, impugnatura)
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SONS“ Birmingham, finemente inciso a motivi floreali, in condizioni
eccezionali di ferri e legni, canna a
specchio cal. 45, stecher regolabile
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Vendo volumi: “Winchester, una
leggenda americana” e “Colt, una
leggenda americana”, ed. Gremese.
Gian Luca 329.1116980
Bacchette acciaio per armi
avancarica, originali:
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cacciatore “Jagergewehr mod.
1856” (lunghezza cm 91). € 120
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svizzera rigata (Gewehr mod. 1863
o 1867) fornita di bellissimo puntale
portastracci, in ottone, svitabile,
marcato RC, lungo 8 cm. La lunghezza totale, compreso il porta
stracci, è di cm 95. € 100
- per fucile rigato tipo Enfield,
lunga cm 102,5. € 80
Massimo Capone 338.8510997
AVVISO AGLI INSERzIONISTI
LA REDAzIONE PER CERCARE DI
RIORDINARE QUESTE PAGINE, DAL
PROSSIMO NUMERO CANCELLA TUTTE LE
INSERzIONI
PREGANDO I LETTORI DI INVIARLE
AGGIORNATE ENTRO IL MESE DI
MAGGIO 2013, IN TEMPO
PER LA PROSSIMA EDIzIONE
DI AVANCARICA MAGAzINE.
“VECCHIE”
pagina 30
Erano destinate
agli artiglieri
Due carabine storicamente famose ed estremamente pratiche e maneggevoli.
Costituiscono una scelta nell’impiego venatorio e nelle rievocazioni. Senza disdegnare il
tiro di precisione.
(a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli)
La “Silver Line Guns” nella quale la Davide Pedersoli ha recentemente presentato i modelli di fucili e
moschetti impiegati durante la guerra fra gli stati americani, comprende anche quelle armi che hanno accompagnato i reparti di artiglieria da campagna. Tali modelli, apparentemente meno noti, erano molto importanti
per i reparti di artiglieria che, operando anche in assistenza alla cavalleria o alla fanteria, dovevano disporre di
un’arma con caratteristiche di praticità di impiego, peso limitato e, quindi, maneggevolezza.
I modelli offerti dalla Pedersoli presentano evidenti legami alla scuola anglosassone: uno per antonomasia
vista la sua origine inglese, l’altro solo per lo stile, palesemente ereditato dalla cultura dell’azienda costruttrice
che dell’Inghilterra vantava soltanto i natali dei suoi fondatori. Ci stiamo riferendo ai modelli Enfield Musketoon
P1861 Short Rifle e Cook & Brother Artillery Carbine.
Il Musketoon P1861 Short Rifle fu l’ultimo modello di Casa Enfield destinato ai reparti di artiglieria ma
sembra che nella sua configurazione ad avancarica non fosse stato mai distribuito alle truppe. Quelli giacenti in
arsenale, infatti, vennero trasformati nel sistema Snider a retrocarica.
Ne usufruirono invece i reparti speciali, i corpi di polizia, le guardie carcerarie o corpi di volontari allora
esistenti in Gran Bretagna; in alcuni casi venivano effettuate piccole modifiche riguardanti il calibro o la
lunghezza della canna.
Numerosi esemplari furono destinati all’uso civile o all’esportazione, e una delle nazioni che in quel periodo
richiedeva un costante approvvigionamento di armamenti era l’America. Il modello P1861 Short Rifle venne
utilizzato da entrambi gli schieramenti contrapposti durante la guerra di secessione. Fra i reparti della
Confederazione fu distribuito anche
alla Cavalleria.
Enfield Musketoon P1861 Short Rifle
L’arma prodotta dalla
Pedersoli è in calibro .577 con canna lunga 610
mm (24”) e solcata da cinque righe che sviluppano un passo di 1219 mm (1:48”); la
lunghezza totale è 1029 mm (401/2”).
La canna è tenuta al calcio da due fascette in acciaio ed è presente sempre l’alzo con ritto
e cursore montati su zoccolo a gradini. A parte le fascette in acciaio, gli altri fornimenti sono
realizzati in ottone. Il calcatoio della bacchetta di caricamento è sagomato con il caratteristico portastraccio.
Davanti l’arco frontale del paragrilletto è presente un piccolo gancio ad anello.
Sulla cartella dell'acciarino sono presenti la scritta TOWER, l’anno 1861 e la corona reale, senza le cifre
reali sotto di essa per indicare il prodotto commerciale destinato all’esportazione. Sulla canna sono punzonati i
marchi di prova di Birmingham: le lettere DP (anziché BP) sotto una corona (indicava la prova provvisoria),
il numero 25 (riferito al calibro 0.577”), due scettri incrociati con inseriti la corona e la lettera V (marchio di
controllo), ancora il numero 25 e ancora due scettri incrociati con la corona e le lettere BPC (prova definitiva).
Sul fianco destro del calcio è apposto il cartiglio circolare della BSAT (Birmingham Small Arms Trade).
La Cook & Brother può essere considerata la più importante fabbrica di armi della Confederazione degli
Stati del Sud e probabilmente la prima a produrre armi per il Governo di Richmond.
Era il 1855 quando Ferdinand W.C. e Francis Cook, emigrati in giovane età dall’Inghilterra, fondarono
la loro azienda meccanica a New Orleans, in Lousiana. All’inizio del 1861, con la secessione della Louisiana in
gennaio e l’attacco a Fort Sumter in aprile, i fratelli Cook avviarono la fabbricazione di armi sottolineando come
i buoni fucili potevano essere costruiti tanto in Inghilterra quanto in America. Il bombardamento della città da
parte della marina unionista costrinse i fratelli Cook a trasferire la loro attività, anche se non con tutti i
macchinari e con notevoli peripezie. Prima risalendo il Mississippi fino a Vicksburg, poi via terra fino a Selma, in
Alabama, e dopo l’estate 1862 ad Athens, in Georgia, cittadina lontana dal fronte bellico e servita da ottimi
collegamenti ferroviari. La produzione di New Orleans, visto il poco tempo a disposizione, si limitò a circa
mille pezzi tra fucili per la fanteria e carabine per l’artiglieria, mentre altri settemila, comprese anche alcune
carabine per la cavalleria, furono prodotti ad Athens. Tutte le armi Cook & Brother sono oggi le più ricercate fra
quelle destinate alle truppe Confederate durante la guerra civile americana.
La riproduzione allestita dalla Davide Pedersoli è stata curata in ogni minimo dettaglio per offrire un
Cook & Brother Artillery Carbine
prodotto che prima d’ora, in questa configurazione, non era stato
mai presente sul mercato. Innanzi tutto le punzonature e i marchi:
sulla cartella compaiono le scritte COOK & BROTHER con, più staccato, ATHENS, GA
e, in seconda riga, l’anno 1863 (il 1863 e il 1864 si riferiscono alla produzione di
pagina 31
Athens); dietro al cane è punzonata la bandiera confederata,
con il disegno conforme di quegli
anni. Sulla canna la scritta
PROVED e ancora COOK &
BROTHER / ATHENS, GA e l’anno 1863. Sul calcio, opposto
alla cartella, il cartiglio con le
iniziali F.W.C. (uno dei titolari
fungeva anche da ispettore di
controllo). Il profilo e la conformazione della calciatura sono
stati analizzati storicamente: le
fascette di tenuta canna e la
maglietta porta cinghia posteriore, fissata sul prolungamento
del paragrilletto, si presentano
Il cartiglio della BSAT
Particolare dell’acciarino e delle scritte
nella corretta posizione.
(Birmingham Small Arms Trade)
La carabina Cook & sulla canna della Cook & Brother
impresso sul calcio dell’Enfield.
Brother è lunga 1029 mm
(401/2”), la canna, in calibro .58, misura 610 mm (24”) ed è solcata da
cinque righe che sviluppano un passo di 1220 mm (1:48”). Tutti i fornimenti sono realizzati in ottone, la canna
è brunita nel colore marrone e l’acciarino nel colore tartaruga.
Il paragrilletto della Cook & Brother, con il suo
prolungamento posterore e la maglietta portacinghia, è perfettamente fedele all’originale
L’acciarino dell’Enfield Musketoon P1861 Short Rifle.
Scheda Tecnica
Fabbrica
Tipo
Canna
Lunghezza totale
Congegni di mira
Note
Calibro
Congegni di mira
Materiali
Finitura
Peso
Prezzo
Calibro
Congegni di mira
Materiali
Finitura
Peso
Prezzo
Davide Pedersoli & C., via Artigiani 57, 25063 Gardone Val Trompia
fucile ad avancarica con sistema di accensione a percussione
lunga 610 mm (24”), solcata da cinque principi con passo di 1.220 mm (48”)
1.029 mm (401/2”)
mezza monta del cane
proiettile consigliato (Minié): USA 523-577; pallottiere: USA 309-577
enfield Musketoon P1861 Short Rifle
.577
mirino fisso saldato sulla canna e alzo con ritto e cursore montato su
zoccolo a gradini
canna, acciarino, fascette, bacchetta di caricamento e porta cinghia in
acciaio; calciolo, guardamano, puntale e rosette viti cartella in ottone;
calcio in legno di noce
canna e fascette brunite colore nero; acciarino colore tartaruga; calcio
lucidato a olio; bacchetta di caricamento lucidata
3,300 kg (7.27 lbs)
€ 832,00
Cook & Brother Artillery Carbine
.58
mirino e tacca di mira saldati sulla canna
canna, acciarino e bacchetta di caricamento in acciaio; fornimenti in ottone;
calcio in legno di noce
canna brunita colore marrone; acciarino colore tartaruga; calcio lucidato a
olio; bacchetta di caricamento lucidata
3,200 kg (7.05 lbs)
€ 790,00
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N°1 - 2013