pagina 2 Comunicazioni ai tiratori d’avancarica e soci C.N.D.A. Il presidente della C.N.D.A., Giovanni Gentile, con l’intento di dare una risposta univoca ai vari quesiti, invita tutti i tiratori che abbiano dei dubbi interpretativi e che richiedano chiarimenti sul regolamento di tiro C.N.D.A.-M.L.A.I.C., di segnalarli all’indirizzo mail della C.N.D.A.: [email protected] _______________________________________ Il Consiglio Direttivo della C.N.D.A per rinnovare lo spirito di gruppo, per la gioia di stare insieme e rinsaldare l’amicizia che ci lega, ha deliberato l’organizzazione della 1a Festa della C.N.D.A. La festa verrà organizzata col patrocinio e per conto della C.N.D.A. dalla Compagnia LARC, a Faenza, nella serata di sabato 13 ottobre in occasione del Trofeo delle Ceramiche. Nel corso della serata verranno assegnati i premi podio per i medagliati dei mondiali di Pforzheim e sarà organizzata una raccolta di fondi a favore delle popolazioni dell’Emilia colpite dal terremoto. Tutti i dettagli e i particolari della festa saranno pubblicati nelle sedi e nelle pagine istituzionali della C.N.D.A. Leonardo Nicoli, un 100 che…fa morale. Ufficio stampa C.N.D.A. Un “cento” nella specialità “Vetterli R” a poche settimane dalla finale di Lucca e dal mondiale di Pforzheim è un bel biglietto da visita. Da quando sono stati eliminati i pantaloni da tiro, ricordiamolo, grazie all’iniziativa portata avanti dalla C.N.D.A. in seno al M.L.A.I.C. I “cento” arrivano col contagocce, sia nelle gare nazionali sia nelle internazionali e per il poco più che trentenne tiratore di Copparo, tesserato per l’Avancarica Veneta, non è il primo e certamente non sarà l’ultimo. Da notare la “rosata” ben 8 colpi all’interno della “mouche”. BRAVO LEONARDO! Cattaneo, nuovo record! Ufficio stampa C.N.D.A. Nella dodicesima gara del 34° campionato italiano d’avancarica, disputata a Somma Lombardo, il portacolori della compagnia SLV, Graziano Cattaneo ha stabilito il nuovo record italiano nella specialità “Carcano” con punti 136. Il precedente record apparteneva a Bruno Lofrese con punti 135, realizzati a Codogno nel 2010. Per chi volesse inviare materiale da pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) può scrivere, telefonare oppure inviare una e-mail alla redazione: Avancarica Magazine c/o X.mas srl Viale della Lirica 61 48124 Ravenna cell. 328.8290263 fax 0544.271417 e-mail: [email protected] pagina 3 CEREA... chiusura col… cento! di F. Fabbri Si è chiuso con la gara di Cerea il campionato italiano d’avancarica, ora non resta che l’atto finale, a Lucca, per decretare il campione italiano 2012. Le griglie degli otto finalisti non erano ancora definite e questo ha fatto lievitare le prestazioni oltre le 250, in tanti hanno cercato e qualcuno ha colto l’ultima occasione utile per la qualificazione. Di buon livello le prestazioni con una segnalazione particolare per Stefano Melandri della compagnia LARC di Faenza che vince le specialità “Mariette” con p.ti 95 e “D.Malson R” con p.ti 80 e di conseguenza anche la classifica “Remington R” con p.ti 175. Ma la prestazione col “botto” è arrivata grazie a Leonardo Nicoli di Copparo con un rotondo 100 nella specialità “Vetterli R”, un bel biglietto da visita a poche settimane dalle finali e dal mondiale in Germania. Impeccabile come sempre l’organizzazione della compagnia Avancarica Veneta e del TSN Cerea, dalle pedane ai turni di gara, dai bersagli alla ristorazione tutto è filato nel migliore dei modi. pagina 4 TSN Ravenna, 150 anni e non dimostrarli. di F.Fabbri Festeggiare il centocinquantesimo compleanno non è cosa da tutti e festeggiarlo degnamente non è certo cosa facile, ed è per questo che il presidente Ivo Angelini, ha voluto organizzare un evento che rimanesse nella storia sportiva del Tiro a Segno di Ravenna. Così è nato il “Trofeo dei due mari”, (Adriatico e Tirreno), con la prima edizione del gemellaggio sportivo tra Ravenna e Castellammare di Stabia, un progetto che ha trovato l’immediato favore del vulcanico presidente stabiese Vincenzo Esposito. A dare un’impronta internazionale si è disputata anche la ventottesima edizione della gara del gemellaggio tra Faenza e Rijeka. Centocinquanta anni sono la storia d’Italia ma anche la storia del tiro a segno e il TSN Ravenna l’ha festeggiata con la disputa del “Trofeo del 150mo” d’avancarica. Oltre la parte sportiva sono stati organizzati degli eventi collaterali, come lo scoprimento di una targa a ricordo dell'evento, alla presenza delle autorità cittadine e del presidente nazionale dell’UITS, Enfried Obrist. Nella parte del vecchio poligono c’è stata la cerimonia d’inaugurazione delle manifestazioni con lo sparo di un colpo di cannone ad avancarica e una scarica di fucileria, sempre nella parte vecchia è stato organizzato uno spettacolo con un artista che si è esibito con le bolle di sapone in uno scenario suggestivo creato da un gruppo d’architetti di uno studio ravennate. La parte sportiva ha visto la vittoria nel Trofeo dei Due Mari di Castellammare di Stabia che, dopo un serrato testa a testa ha avuto la meglio su Faenza chiudendo a parità di punti ma con un numero maggiore di “mouches”, al terzo posto Ravenna. Il “Trofeo del 150mo” d’avancarica è stato vinto da Ravenna per un punto su Faenza, al terzo posto Rijeka. La specialità “Kuchenreuter” è stata vinta da Alberto Lega con p.ti 95, la specialità “Mariette” è stata vinta da Stefano Melandri con p.ti 94 e la specialità “Vetterli” è stata vinta da Angelo Ranieri con p.ti 92. Senza storia la gara tra Faenza e Rijeka, vinta dai manfredi opposti ad una formazione pagina 5 croata a ranghi ridotti, per i fiumani solo la vittoria nel tiro a volo, specialità “Fossa Olimpica”. Nel saluto a tutti i partecipanti i presidenti Ivo Angelini e Vincenzo Esposito si sono dato appuntamento all’anno prossimo per il “Trofeo dei Due Mari” e per chi avesse voglia e pazienza, perché no, anche al prossimo centocinquantesimo compleanno! pagina 6 AGNA: prima bagnata “Ajèssum d'anghès, mo as divartèssum" (rischiammo di annegare, ma ci divertimmo), così il poeta dialettale romagnolo, Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti) chiudeva un sonetto dedicato ad una gita domenicale di un gruppo di amici ravennati che, tornando da Marina (Marina di Ravenna) col calesse, sbronzi come le chiocce, finirono nel Canale Candiano e furono salvati a stento da sicuro annegamento. Questo potrebbe essere il motto ufficiale della prima gara Ranking disputata al campo di tiro “Le Tre Piume” di Agna. Sembrava che la natura volesse restituire con gli interessi l’acqua, a suo tempo sottratta ai campi con le opere di bonifica e far naufragare, nel vero senso della parola, la prima gara ufficiale organizzata da C.N.D.A. al di fuori di un poligono di tiro. Ma, la voglia di fare dei titolari e l’organizzazione di Valerio hanno permesso di allestire i campi di tiro, le tettoie, i bersagli, i tavoli, ecc... (naturalmente tutto realizzato sotto la pioggia) e dar modo di disputare le gare regolarmente ed il suo sforzo è stato ampiamente ripagato. 196 prestazioni alle quali si sommano le gare di tiro a volo, hanno decretato il successo di questa prima gara all’aperto. Al diluvio del venerdì e della domenica si è alternato un sabato soleggiato ma con un vento talmente teso e a folate da mettere in difficoltà i tiratori per mantenere l’assetto di mira e coloro che sparavano a pietra focaia e miccia per il vento che ne pagina 7 ...prima “fortunata”. spazzolava i bacinetti. Naturalmente non tutto è filato liscio. A differenza di una gara che si disputa all’interno di un poligono s’incontrano alcuni problemi logistici, a dispetto degli spazi enormi per le gare, gli spazi per l’organizzazione sono ridotti ed è qui che è emersa la voglia di fare e lo spirito di gruppo che contrassegna la C.N.D.A. Oltre alla parte sportiva che ha messo comunque in evidenza delle ottime prestazioni, a dispetto delle condizioni ambientali, ed è per questo che sono state organizzate le gare ranking. Il contorno è stato sicuramente all’altezza del resto: dalla ristorazione al “servizio navetta” che si rendeva indispensabile per raggiungere il campo per le armi lunghe. mente! Un battesimo del fuoco superato brillanteFrancesco Fabbri pagina 8 Branko Nikolic, un ricordo sempre vivo di F. Fabbri Ci sono tanti modi per ricordare un caro amico scomparso e trattandosi di un tiratore e pioniere dell’avancarica in Croazia non poteva esserci modo migliore che una gara e così si è giunti al quarto “Memorial Branko Nikolic”, organizzato il 20 maggio al poligono “Vladimir Gortan” di Rijeka dal Club Frankopan. All’invito del presidente del club Frankopan, Ivica Suman, hanno risposto sei tiratori d’avancarica italiani, i ravennati Ivo Angelini e Battista Ravaglia, Walter Olante di Milano e i faentini Daniele Mecati, Gualtiero e Francesco Fabbri. A fare gli onori di casa il presidente regionale del tiro a segno istriano Josip Rupcic e il presidente delle quattordici società di tiro di Rijeka, Rajko Kacic. Ottimi i risultati ottenuti dalla rappresentativa italiana, un oro a squadre (D.Malson) e quattro vittorie individuali, due di Ivo Angelini (Kuchenreuter e D.Malson) e due di Walter Olante (Lamarmora e Withworth) tre secondi posti, due di Daniele Mecati (Mariette e D.Malson) e Francesco Fabbri (Lamarmora) e due terzi posti con Francesco Fabbri (Vetterli) e Gualtiero Fabbri (D.Malson). pagina 9 Berselli quando la tecnica anticipa la storia. di Gualtiero Fabbri Grazie ad un amico ho potuto visionare e fotografare alcune insolite armi presenti nella sua collezione e, pensando di fare cosa gradita, le metto a disposizione degli amici della C.N.D.A. Le foto non sono tante e nemmeno molto belle, ma navigando in internet, immagini di queste armi ve ne sono pochine (e pochine è un magnificativo). L'articoletto che accompagna le foto è stato scritto insieme al soprannominato amico, notevolissimo esperto di armi da fuoco rinascimentali, ma veramente restio a qualsiasi tipo di esposizione pubblica. La curiosità è nata dalla sua acquisizione, avvenuta nel corso di diversi anni, di 3 antichi fucili, 2 dei quali italiani, che furono costruiti in un lasso di oltre 100 anni, esattamente dall’ultimo quarto del XVII secolo al primo del XIX. FOTO 1 Il fatto che questi fucili funzionino con lo stesso principio, che conferisce loro una particolare e rara, a quei tempi, peculiarità, cioè la possibilità di sparare a ripetizione, ci ha indotto a fare una ricerca su questo sistema ed annotare alcune cose. Il termine ripetizione fa pensare alla maggioranza di noi al fucile Winchester, od al precedente fucile Henry: “Quel maledetto fucile che si carica la domenica e spara per tutta la settimana”, al massimo al coevo Spencer, poco conosciuto ma molto diffuso nella Civil War americana. È quindi quantomeno sorprendente che già alla fine del seicento potessero esistere armi con tali caratteristiche. E’ intuitivo il vantaggio di avere la possibilità di poter usufruire di più colpi in rapida sequenza, questo fu sempre un grande desiderio da parte di chi usava il fucile o la pistola, cacciatore o militare che fosse. Gli armaioli si sono quindi da sempre prodigati per risolvere in maniera valida il problema. Come noto, fino al secondo quarto del XIX secolo (periodo in cui si cominciò a usare, per innescare la carica, il sistema a percussione della capsula che utilizzava composti di fulminato) ogni arma da fuoco aveva una miccia o di un meccanismo utilizzante una pietra, di pirite o di selce a seconda del sistema, che producesse la fiamma necessaria allo sparo. Il sistema a capsula, rapido e semplicissimo, si rivelò in breve tempo inarrivabile da parte dei precedenti. FOTO 1 (B) continua nelle pagine successive pagina 10 Negli anni furono compiuti numerosi tentativi di fabbricare armi a retrocarica utilizzando tutti i vecchi sistemi di accensione, ma si può ritenere che queste abbiano dato garanzie solo con l’introduzione, a metà dell’ottocento, della cartuccia metallica intesa nel senso moderno del termine. Dobbiamo quindi considerare che, fino a quel momento le armi funzionassero prevalentemente ad avancarica, quindi erano relativamente lente a ripetere lo sparo. Una volta caricate, restava comunque il problema della disponibilità di più colpi in rapida successione. Tra le varie soluzioni per avere più colpi a disposizione, vi era quella di dotarsi di più armi cariche, questo era il sistema adottato dai potenti durante le loro partite di caccia: Uno stuolo di servitori aveva gruppi di fucili identici (se ne conoscono anche 12 uguali per ogni serie) e mantenevano cariche le armi, sostituendole con quelle scaricate dai cacciatori cui erano assegnati. FOTO 1 (C) Un sistema per ottenere più colpi dalla stessa arma era fornirla di più canne, 2, 3, 4, questo però andava a discapito della maneggevolezza, perché al notevole peso dato dalle canne aggiunte si andava a sommare anche quello dei corrispondenti acciarini in più necessari al funzionamento. Ancora un altro sistema era sovrapporre diverse cariche nella stessa canna e disporre un acciarino sulla medesima in corrispondenza di ogni carica. Già dagli inizi fu anche concepito il sistema a revolver, dotando l’arma di numerose camere in cui si ponevano le cariche e presentandole per lo sparo, una alla volta, di fronte all’unica canna, questo sistema, che risale al XVI secolo, fu pienamente realizzato solamente nel XIX secolo. Nella pratica, solitamente ci si accontentò di 2 canne, al massimo 3 (nell’Europa del nord) e questa soluzione resta ancor valida nei giorni nostri oggi per molte armi da caccia. FOTO 1 (D) Ma torniamo alla ripetizione, dai diari di Samuel Pepys: (politico inglese ed uno dei responsabili della potente flotta britannica.) July 1662 third: Dined with the officiers of the Ordnance; where Sir W. Compton, Mr. O’Neal and other great persons were. After dinner, was brought to Sir W. Compton a gun to discarge seven times, the best of all devices I ever saw, and very serviceable, and not a bauble; for it much approved of, and many made thereof” “3 Luglio 1662: Pranzato con gli ufficiali dell’Ordnance; dove c’erano Sir W. Compton, Mr. O’Neal e altri grandi personaggi. Dopo pranzo, fu portato a Sir Compton un fucile da scaricare 7 volte, il migliore di tutti i congegni che abbia mai visto, molto pratico e non una bubbola; per esso c’è molta approvazione e (ne sono stati) costruiti molti". Ho preferito tradurre bubbola, ma “bauble” può voler significare giocattolo, bigiotteria, sonagliera per il cavallo, bastone da giullare ecc... qualcosa di scherzoso, di non serio (di non affidabile insomma). Dal diario è quindi chiaro che già nel 1662 esistevano diversi fucili a ripetizione, non moltissimi nonostante il “many” di Pepys, perché si tratta di congegni notevolmente costosi, “non più di 300” ha calcolato qualcuno. FOTO 2 (A) pagina 11 Possiamo pertanto prendere per vero che l’arma fosse affidabile e che Pepys ne avesse viste altre rivelatesi “una bubbola “. L'origine di questi fucili, ma anche pistole, a ripetizione risaliva a circa 20 prima. Nel 1645 l’armaiolo tedesco Peter Kalthoff costruì un fucile a ripetizione, con accensione a ruota ed una disponibilità teorica di 30 colpi, su cui incise orgogliosamente “das erste” (il primo). Ora l’arma, alquanto arcaica e complicata, è visibile presso il Museo dell’Arsenale di Copenhagen. Esistono altri fucili sempre fatti da membri della famiglia Kaltoff, i quali erano attivi costruttori sia in Olanda sia in Danimarca. Queste armi erano dotate di accensione a pietra focaia e avevano un nuovo principio di funzionamento basato su una rotazione eseguita tramite il ponticello a leva di un cilindro con asse verticale che era posto nella culatta della canna in modo da poter distribuire polvere e palla e armare il cane nella giusta sequenza. FOTO 2 (B) Nel resto di Europa, nella seconda metà del Seicento, diversi altri armaioli costruirono fucili e pistole a ripetizione, i più noti sono John Cookson a Londra, Michele Lorenzoni a Firenze, Francesco e Giacomo Berselli, prima a Bologna e poi a Roma. Il sistema di funzionamento di queste armi consiste nella rotazione per circa 120 gradi (prima avanti e poi indietro) di un blocco cilindrico con asse orizzontale e normale alla canna azionato da una leva posta sul lato sinistro del calcio. I fucili di questo tipo possono sparare venticinque colpi e più in rapida successione, essendo il numero dei colpi in funzione della capacità del serbatoio. Le pistole di colpi ne avevano a disposizione meno della metà. Non è ben chiaro chi sia stato il primo costruttore, gli oplologi più diplomatici lo definiscono in maniera salomonica “sistema Lorenzoni-BerselliCookson” ed è il sistema cui appartengono i 3 fucili di cui parleremo, queste armi hanno una disponibilità teorica di colpi che arriva al numero massimo di 26 nel caso del “Berselli”. Difficile dire, però, quale fosse il reale volume di fuoco a disposizione, in quanto occorrerebbe caricarli per conoscere la quantità di polvere immagazzinabile nel serbatoio e dividerla poi per la dose contenuta nel dispensatore. Il primo dei 3 fucili, in calibro 14, è firmato sulla piastra “Berselli-Bologna” e, confrontato con altri esemplari esposti in diversi musei va quasi certamente attribuito a Giacomo, quest’arma risale alla seconda metà del XVII secolo. (foto n.1) FOTO 2 (C) Berselli quando la tecnica anticipa la storia. Non è la sede per dilungarci su chi era e cosa faceva Mr. Pepys, ma era certo uno con le carte in regola per poter esprimere un giudizio autorevole sull’arma descritta. continua nelle pagine successive pagina 12 Aprendo uno sportellino situato sul fondo del calcio si trovano 2 tubi che attraversano l’interno della cassa e raggiungono il blocco cilindrico. Uno di questi porta, di fianco, incisa una lettera “P” e va riempito di polvere, l’altro ha la lettera “B” e va caricato con proiettili sferici (Balle) del giusto diametro. Sotto lo scodellino c’è un terzo sportello di dimensioni molto ridotte, all’interno del quale va messa una piccola quantità di polvere più fine, quanta basta per alimentare lo scodellino d’innesco. Tenendo l’arma con la canna orientata verso terra, si fa ora ruotare completamente la leva prima in senso antiorario e poi al contrario. Quest’operazione, grazie ad appositi vani praticati all’interno del blocco cilindrico, alimenta la camera di scoppio con una palla e con la giusta quantità di polvere da lancio. FOTO 2 (D) Sempre per via di questa manovra è riempito lo scodellino della giusta quantità di polvere fine, armato il cane ed abbassata la martellina, il tutto per mezzo di apposite camme poste all’esterno del cilindro. L’arma è pronta per lo sparo, dopodiché, ripetendo la semplice manovra si possono sparare una decina di colpi prima di dover rifornire i 3 serbatoi. Questo esemplare è munito di bacchetta, anche se serve solo per la pulizia della canna. Il secondo fucile, un calibro 16, è firmato sullo scodellino “Diamante a Sezze”. (foto n.2) Essendo Sezze non lontana da Roma e perché il funzionamento è identico al precedente, ma di esecuzione leggermente posteriore, si suppone che Diamante fosse un allievo dei Berselli, l’arma, come costruzione, è databile agli inizi del ’700. L'arma non risulta munita di bacchetta per la pulizia, siccome il legno termina poco dopo l’acciarino, il costruttore non l’aveva prevista. Quest’arma porta un miglioramento importante per la sicurezza, il meccanismo, infatti, è munito di una valvola aggiuntiva tra il cilindro e il serbatoio della polvere, ed è mossa anch’essa da una camma e va a creare un altro ostacolo tra la polvere e la camera di scoppio. Viene da supporre che l’utilizzo del sistema e magari qualche incidente sopravvenuto, abbiano consigliato questa modifica. Nonostante alcune precauzioni, quali una leggera conicità del cilindro che migliorava la tenuta tra lo stesso e la sua sede e la presenza all’interno del cilindro di apposite sedi da riempire di grasso, era fondamentale un’accurata e periodica manutenzione per evitare che la camera di scoppio entrasse in contatto col serbatoio della polvere di lancio durante lo sparo, onde scongiurare l’inevitabile scoppio del serbatoio che, trovandosi nel calcio, avrebbe avuto disastrose conseguenze per il viso del tiratore. L’inconveniente di accensioni simultanee della polvere che era contenuta nel serbatoio avvenne certamente perché, una delle successive varianti, fu il trasferimento del serbatoio della polvere dal calcio a sotto la canna, allontanandolo, in questo modo dal viso del tiratore. FOTO 3 (A) pagina 13 Questa cosa comportò un nuovo tipo di funzionamento, il quale era basato sulla parziale rotazione del gruppo canna-serbatoi e con l’abolizione del cilindro. Questi 3 sistemi: - munizioni nel calcio - munizioni parte nel calcio-parte sotto la canna - tutte le munizioni sotto la canna sono definiti rispettivamente: - TUTTO INDIETRO - MISTO - TUTTO AVANTI. Oltre cento anni dopo e specialmente in Inghilterra, ma non solo, diversi armaioli, alcuni anche di chiara fama, ripresero a costruire fucili a ripetizione, a pietra focaia, del tipo tutto indietro. FOTO 3 (B) Il terzo fucile illustrato è uno di questi. (foto n.3) L’arma, sulla piastra e sulla canna, porta la firma “W. ParkerLondon” (William Parker, 223 High Holborn London, fu operante dal 1790 al 1840) ed è in calibro 12,5. Come abbiamo già scritto, il sistema è del tipo “tutto indietro”, senza valvola addizionale, anche questo avendo il calciolo corto è quindi sprovvisto di bacchetta. Il fucile è costruito secondo lo stile e le migliorie del primissimo ottocento, che comprendono anche lo scodellino antipioggia e porta 2 piccoli sportelli, 1 di forma circolare sulla codetta, 1 per le palle ed 1, di forma rettangolare, sul lato sinistro del calcio subito dietro l’acciarino, per la polvere. Il "polverino" d’innesco si carica, come i precedenti, cioè dallo sportellino sotto lo scodellino. In definitiva anche se l’inserimento della polvere avveniva per un diverso punto, essa rimaneva sempre depositata nel calcio, ossia vicino al volto del tiratore. Che fosse una reale possibilità, estremamente indesiderata, l’accensione simultanea della polvere conservata nel serbatoio, lo dimostrano diverse armi di quest’ultimo periodo, giunte fino a noi col calcio esploso e si può ben immaginare cosa possa essere avvenuto alla faccia o alla mano dello sfortunato tiratore. E’ anche vero però, che vi è una certa quantità di esemplari custoditi in vari musei, preservatisi (relativamente) in buono stato, che dimostrano l'affidabilità di queste armi a patto che fossero sottoposte a una corretta ed adatta pulizia e manutenzione. Infine l’avvento del fulminato e poi della cartuccia, completa d’innesco, determinò la fine di questi sistemi. FOTO 3 (C) Berselli quando la tecnica anticipa la storia. Un’ultima variante fu poi il trasferimento sotto la canna anche del serbatoio delle palle. continua nelle pagina successiva pagina 14 Per chi volesse inoltrarsi in altre ricerche pubblichiamo un elenco di ARMAIOLI che hanno costruito armi basandosi su uno o più dei 3 principi menzionati. - Acquafresca (Cecchi Matteo) 1651+1738 Acquafresca (Cecchi Sebastiano) 1620+1690 (1619+1692) Arena, Baduin L. fine 17° sec. Barber Peter, 18° sec. Barne Harman, 1650 Berselli Francesco, Bologna- Roma 17° sec. Berselli Giacomo, Bologna- Roma 17° sec. Bondioli, Callin Gio Pietro, Genova 1685 Chalembron, Pondichery 1781-1785 Charomel Cookson John, London 1686-90 Cookson John Boston, figlio 1701-1762 Costantini Antonio Bologna 1700 Cotel Bartolomeo 1680-90 Del Po Desjardin Diamante, Sezze 17°sec. Flock Jan Utrecht 1680 Frolich H.C. 1750 Fombueno Madrid 1853 Griffin Halbrecht Heinrich, Gottorp 1645 Henry Francois Antoine 1837 Hill Hurd Kaltoff, 1665 Kaltoff Mattia Kaltoff Peter +1672 1645 (Das Erste) Klett Sigmund 1652 Le Marre Lefert T., Valenza Po 1668 Lorenzoni Michele, Firenze 1685 Martin Claude Lucknow, Arsenal 1779 Martindall William, 17° sec. Mortimer H.W., 18° sec. Munier Abraham ,Ginevra 1660-70 Nock Nuterisch C., Wien 1730 Paris Derby ,1780, Parker William, London 1793-1841 Perraux Verrue Polin, Prixner Pratt John, 1770 Ritter Saw Smyth Robert , 17° sec. Stockel Wetschzi, Augustae 1710-30 Wilson. FOTO 3 (D) BIBLIOGRAFIA: - “Oplologia Italiana”, R. Held - “Guns and Rifles of the word”. H.L. Blackmore - “I primi fucili a ripetizione”. G. Lupi - “Armes à feu anciennes”. Durdik- Miroslav-Miroslav - "Der neue Stockel". Eugene Heer - “Armi antiche” M.Morin” Per tutte le altre news classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it Berselli quando la tecnica anticipa la storia. Un costruttore, un certo Fombueno, realizzò, ancora nel 1853, una versione a percussione di queste armi a ripetizione, si pensa che questa sia stata l'ultima arma prodotta con questo sistema. pagina 15 ORGANI DI MIRA Precisazioni sugli organi di mira delle armi ad avancarica secondo la normativa del regolamento MLAIC/CNDA a cura di Massimo Capone (membro della Commissione Omologazione Armi - CNDA) CARABINA FEDERALE SVIZZERA MO 1851 (N.B. Possibili variazioni tra esemplari “fabbricati secondo capitolato”, “fabbrica Shoffhousen”, od “altri di vari fabbricanti”) Mirino a lama (in alcuni testi italiani il suo profilo è definito “a grano d’orzo”) altezza dalla basetta mm 2,1 spessore alla base mm 1,4 -1,7 all’apice mm 1 la basetta (montata a coda di rondine) è di mm 15 x 6 x 3-3,5. Alzo a quadrante (montato a coda di rondine sulla canna). Tacca profonda mm 1,5 e larga alla sommità da mm 1,2 fino a 2 (ed oltre) due tipi di profilo a)- a V con fondo acuto o lievemente arrotondato, ed angoli laterali superiori lievemente arrotondati; b)- ad U con spigoli laterali superiori non arrotondati. ENFIELD: P53, P56, P58, P60, P61 Mirino a lama a profilo laterale triangolare (per mod. 1853) o semilunare (per mod. successivi) e con sezione trasversale triangolare (mm 3,75 x 3,1 h) posto sopra una basetta parallelepipeda (mm 6,7 x 9,7 x 3 h) il tutto saldato alla canna. In alcuni modelli, soprattutto se muniti di attacco laterale per baionetta tipo yatagan, il mirino ha profilo laterale semicircolare ed è su basetta a coda di rondine o saldato sulla canna (a - b). Alzo composito a ritto e cursore e quadrante su gradini, pure saldato alla canna, tre tacche di mira a V rispettivamente: sul cursore, e due all’estremità del ritto. Tacca per 100 yards a V (larga alla sommità mm 4,5 profonda mm 2,3) con angoli superiori piatti od arrotondati. CARABINE FRANCESI M 1846/53/59 Mirino a grano d’orzo (h mm 3) su basetta parallelepipeda (mm 11,4 x 7, spessa mm 2) saldata alla canna. Alzo a ritto e cursore con tre tacche: all’estremità del ritto, sul cursore e sulla cerniera. La tacca sulla cerniera (per i 100 metri) è semicircolare (diametro mm 6) con segna centro mm 1x1. (prosegue nelle pagine successive) pagina 16 LORENZ: Mod. 1854 Mirino a lama stretta con sezione trasversale leggermente triangolare (h mm 4 spessore alla base mm 1,9 all’inizio dell’arrotondamento mm 1,4) montato su zoccolo ovale disassato rispetto all’asse della canna e saldato alto mm 3: Alzo - M 1854/1: ritto fisso montato a coda di rondine, sezione rettangolare di mm 18 x 13. Tacca a V (apertura mm 4, profondità mm2,5 ) - M 1854/2 : a doppio ritto ad L incernierato alla base: ramo più lungo con finestre rettangolari e tre tacche a V, ramo più corto con tacca a V per 200 passi. LORENZ: JAEGERSTUTZEN M 1854 e DORNSTUTZEN Mirino come il M 1854 da fanteria. Alzo di tipo danese a mezzaluna scorrevole in uno zoccolo incastrato a coda di rondine nella canna: esistono due tipi di diversa dimensione, altezza minima mm 10 compreso l’incastro, tacca a V di mm 1. SPRINGFIELD Mod. 1861-63 (a) e REMINGTON Mod. 1863 “ZOUAVE” (b) Mirino a lama (h mm 3) su basetta parallelepipeda ( h mm 4 ) saldata alla canna. Il mirino dello Zouave ha diverso profilo laterale ma uguale sezione. Alzo: a fogliette con tacche semicircolari (diametro mm 4) provviste di segnacentro. REVOLVER COLT Army 1860 Mirino a lama saldato alla canna: altezza mm 3 - larghezza alla base mm 3. Tacca a V sul labbro del cane: ampiezza mm 1,4 - profondità mm 1. COLT Pocket 1849 e Navy 1851 Mirino conico in ottone o argentone, avvitato alla canna, diametro mm 2,4 - altezza mm 2,5. E’ conosciuta una variante di fabbrica con mirino a lama a profilo laterale semicircolare (spessore mm 2) di pari altezza montato su basetta circolare avvitata alla canna. Tacca fresata sul labbro del cane a V ampiezza mm 1,4 - profondità mm 2. pagina 17 REMINGTON 1858 Army e Navy e N.M. Mirino: di vari tipi secondo i modelli: a) - a cono in ottone o argentone montato a coda di rondine, di mm 6,5 d’altezza. b) - avvitato alla canna, rotondo alla base e terminante superiormente a lama, con profilo superiore semicircolare, altezza mm 6.5, spessore della lama max mm 2. c) - saldato sulla canna, con profilo a semiluna. Tacca: a V fresata nella parte superiore del castello. STARR D.A. e S.A. Mirino a lama (montato su basetta a coda di rondine) altezza totale mm 6, con profilo laterale semicircolare al sommo - spessore mm 3 alla base, per poi progressivamente affilarsi verso l’alto. Tacca a V sul labbro del cane, larga mm 1. ROGERS & SPENCER Mirino: conico in ottone a doppia inclinazione avvitato alla canna di diametro alla base mm 3,7 altezza mm 3,5. Tacca: a V fresata nella parte superiore del castello. Per maggiore chiarezza ho riportato dei disegni originali d’epoca tratti dall’Ordnance Manual (stampato a Washington nel 1863) per il fucile rigato d’ordinanza rifle musket model of 1863 e da una pubblicazione del War Office britannico, del 1867, per i fucili rigati d’ordinanza pattern 1853 e pattern 1860. (prosegue nelle pagine successive) pagina 18 RIFLE MUSKET PATTERN 1853 - PATTERN 1860 Per chi volesse inviare materiale da pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) può scrivere, telefonare oppure inviare una e-mail alla redazione: Avancarica Magazine c/o X.mas srl - Viale della Lirica 61 - 48124 Ravenna cell. 328.8290263 fax 0544.271417 e-mail: [email protected] pagina 19 DITE LA V STRA a c i r a c n a v a ’ l l a e c o la v Io CREDO che tu miri e spari sopratutto a te LO ZEN, E L'ARTE D’AVERE UN SOLO COLPO PER FAR CENTRO stesso, perché se non ti conosci, non farai mai di Mario Bianchedi Tiro ad avancarica, chi è costui? Scopro sta cosa a me ignota, grazie ad un amico romagnolo. Navigo su internet e ne scopro di tutti i colori, da Garibaldi ai massacri dei bisonti. Scopro il fascino della Storia scritta e a me sconosciuta, la polvere da sparo, gli archibugi del’500, Santa Romana Chiesa che allora vietava queste armi, micce, pietre focaie e inneschi a percussione... Scopro un nuovo mondo, dove non conta avere soldi per sparare con un fucile che più preciso di così non si può, ma la calma di caricarne uno pesando la polvere, poi ungendo una pezzuola ed appoggiarvi sopra una palla di piombo poi spingerla giù, con una manualità che ti fa pensare di avere ancora un paio di mani collegate al cervello. Oggi, dopo un iter burocratico da pazzia durato 4 mesi, finalmente ho il permesso per farlo, per provarci. Da buon disabile in "via d’estinzione" mi aggrappo con le unghie e con i denti ad un qualcosa che puoi ancora fare, che ti è permesso. Appunto. 5 secoli di storia che mi appartengono, se li conosco. Un qualcosa che hanno usato per uccidere, perché l'assurda stupidità umana non ha limiti. Non entrerà mai nel mio mirino la sagoma di un animale, tanto meno quella di un uomo, anche se, a volte, sarebbe giusto, al limite dell'umana sopportazione... Ma la violenza produce solo violenza, sono troppo vecchio per risolvere i problemi del mondo, e ancora troppo giovane per crederci... "La forca è l'arma dell'oppressore, la carabina quella dei popoli liberi", scriveva Garibaldi, ed io qui mi perdo, a cercare (da troppo tempo) dove sia e dove trovare un parziale equilibrio a dare un significato. centro... Uccidere il cinghiale che è in te? O reprimere la tua violenza innata, sublimandola tirando ad un bersaglio per scoprire che sei "bravo"? Oggi ho caricato il mio fucile ad avancarica con 2 grammi di polvere nera, la palla di piombo è scesa giù lentamente come da sacri testi, la storia si confondeva col reale, eravamo io, un coperchio di plastica di 8 cm. di diametro a 25 metri, il silenzio attorno come testimone. Finalmente. "Hai un solo colpo per prenderci... "Il vento mi dice di mirare un po’ più a destra, il dito indice quasi suda sul grilletto, il rosso del bersaglio è una sfida a me stesso, il fucile non sta fermo. "Hai un solo colpo per prenderci", mi ripeto. Respiro troppo. “vado in apnea, mi dico fermati". So che lo Steaker ha fatto il suo mestiere, quando sfiorerò il grilletto il mondo finirà lì... Sono 4 mesi che studio ora tocca a te. Il silenzio è sempre più profondo, complice di un boato cui seguirà una nuvola di fumo che si disperde come un miraggio, credevo avesse più rinculo, ho tirato quando mi sentivo pronto, il bersaglio non si è mosso, attendo i 10 secondi canonici stringendo fra le mani un calcio di legno di Faggio, tocco la canna appena tiepida come chi ha scoperto un nuovo amore senza avere il tempo di riconoscerlo, l'odore acre nuovo per me che non conosco... Vado al bersaglio rosso... Un buco quasi in mezzo mi parla di qualcosa che non conoscevo... Lui, il bersaglio, non si è mosso, seppur centrato. Io mi sono mosso, anzi, pardon, commosso. Forse sta qui, il significato... Fabbri Risponde Francesco con gioia la tua Caro Mario, ho letto o di aver ogli l’org con e a gioi la con lettera, nte, a farti contribuito, seppur marginalme a. iplin disc conoscere questa splendida in tanti o urat mat ho che a enz L’esperi segno a tiro il con rare anni passati a collabo che saresti ezza cert la a dav mi ico limp para vi intrapreso, riuscito nell’impresa che ave un tiratore che ciò impresa, come lo è tutto . izza real disabile arti, Come già ebbi modo di comunic che C.N.D.A. glio orgo con e rdar rico lio vog di classifica riconosce già da anni la parità iò, arriperc , non e bili tra tutti i tiratori, disa . ana ped in to pres vederci So che la storia è intrisa di violenza, oggi come allora sarà un'arma nuova a decidere se un bambino dovrà morire o no, vittima innocente di un barile di petrolio in più o in meno, un tronco di Mogano in più o in meno, un litro di acqua in più o in meno, una libertà da conquistare, un privilegio da subire. Non ho mai sparato con licenza di farlo. La mia palla di piombo di 30 grammi può uccidere chicchessia a 300 metri di distanza. Basta che SAI con quanta polvere nera deve essere spinta. Basta che sai cosa e chi vuoi essere, ma questo dovresti saperlo, indipendentemente da COSA usi e perché LO FAI. Per tutte le altre news, classifiche e varie, collegati al sito www.cnda.it pagina 20 Campagna d’Austria da ricordare Ufficio Stampa C.N.D.A. 2 medaglie d’oro, un argento e 2 bronzi per i tiratori italiani di avancarica al 6° MLAIC GRAND PRIX OF AUSTRIA che si è disputatosi nei giorni 18-19-20 maggio a Eisenstadt/Tattendorf. Sull’onda delle belle prestazioni ottenute nel Trofeo Internazionale “Alpen Donau Adria” disputato a Faenza il 7,8 e 9 maggio, nel quale hanno vinto 3 medaglie d’oro, 3 d’argento e 2 di bronzo, i tiratori azzurri della C.N.D.A. sono scesi in pedana nel 6° GP d’Austria di tiro al piattello ad avancarica particolarmente preparati e motivati, al cospetto di 129 partecipanti in rappresentanza di 9 nazioni: Austria, Repubblica Ceca, Germania, Gran Bretagna, Ungheria, Italia, Slovacchia, Svezia e Svizzera. Nella gara col fucile a pietra focaia (Manton), il pratense Eugenio Ciuffi con 32 piattelli ha conquistato la medaglia d’oro individuale e quella d’oro a squadre insieme ad Enrico Siclari e Giancarlo Moro. Nella gara col fucile a luminello (Lorenzoni) i nostri portacolori si aggiudicano un argento individuale con Giancarlo Moro (44 piattelli), alle spalle del tiratore tedesco Waidner Frank (46 piattelli) e un bronzo con Enrico Siclari (43 piattelli). Per gli azzurri anche il bronzo a squadre con Moro, Siclari e Ciuffi. pagina 21 5° Campionato Italiano UNVS di tiro ad avancarica La sezione UNVS di Ravenna protagonista, 2 vittorie individuali e la vittoria a squadre, una vittoria per Faenza. di Francesco Fabbri Si è disputato presso il poligono di Faenza, nelle giornate di sabato 21 e domenica 22 aprile, il 5° Campionato Italiano U.N.V.S. d’avancarica. La gara, col patrocinio della C.N.D.A. (Consociazione Nazionale Degli Archibugieri) è stata organizzata dal TSN Faenza in collaborazione con la compagnia d’avancarica L’Archibugio e la sezione faentina dell’U.N.V.S. Particolarmente qualificata la partecipazione e i punteggi realizzati sono stati all’altezza delle attese, come sempre impeccabile l’organizzazione del TSN Faenza. Al termine delle 2 giornate di gara c’è stata la sorpresa della vittoria della squadra di Ravenna che, come la squadra di Torino, terza classificata, partecipava al campionato italiano per la prima volta, al secondo posto la squadra dei padroni di casa di Faenza. Nelle classifiche individuali troviamo 2 tiratori ravennati ai primi 2 posti, Dario Cortini è campione d’Italia nella specialità “pistola avancarica” ed Ivo Angelini è campione d’Italia nella specialità “revolver avancarica”, nella terza specialità, “fucile avancarica” vince il tricolore Francesco Fabbri di Faenza. Alle premiazioni hanno partecipato l’assessore allo sport del comune di Faenza, dott. Maria Chiara Campodoni e il presidente della sezione U.N.V.S. di Faenza, dott. Giovanni Massari. pagina 22 VERGATO Ufficio Stampa C.N.D.A. a Vergato. E’ sempre piacevole una gita sino se non presentano le gne bolo a inci prov ’alta Le colline dell iniche poco distanti. enn app te cres asperità e l’imponenza delle altre Sasso Marconi, provenendo Lasciata l’autostrada del Sole a ettana circondati da un Porr ale da nord, si risale lungo la stat e hi i tornanti, ma i tanti divieti paesaggio dolce e rilassante, poc eità velocistiche ed è così che vell te limiti scoraggiano le più ardi ario. si apprezza pienamente lo scen , in seguito al “decreto Nel 1861, dopo l’unità d’Italia fu suddivisa in 3 circondari, 1 Rattazzi”, la provincia di Bologna ato. Verg di di questi era il circondario quando fu abolito, come Rimasto in essere sino al 1927 che lo componevano uni com i i tutt tutti i circondari italiani e gna. ritornarono in provincia di Bolo diale Vergato si trovò al Durante la seconda guerra mon o quasi interamente distrutto. centro della “linea Gotica” restand a la “Medaglia d’oro Al Comune di Vergato fu conferit uato sulla linea «Sit : ione ivaz mot la con al valore civile” il comune si e, dial mon o flitt Gotica, durante l'ultimo con endo ogni sub , enti schieram trovò al centro degli opposti numero di gran un ed sche tede pe trup e sorta di violenza dall numerose ono ocar prov che bombardamenti da parte alleata, si totalità dell'abitato. La qua vittime e la distruzione della o esempio di generosità nel popolazione tutta offrì splendid de spirito di solidarietà e soccorso dei superstiti e gran » lati. sfol accoglienza per gli visitare è il palazzo A Vergato molto interessante da o Palazzo dei dett mi, stem con o del comune, decorat Capitani della dei e sed o Capitani, perché fu appunt lo, è stato seco e il XV Montagna. Edificato fra il XIV originale tto spe all'a o rtat ripo e to accuratamente restaura nel dopoguerra. a campionato italiano d’avancaric disputata la decima tappa del Attilio Fanini, te iden pres del ato E’ in questo scenario che si è Verg TSN il 27-28-29 aprile scorso, dal te Valerio CNDA-UITS, la gara, organizzata nia d’avancarica, “Bombardieri del Polesene” del presiden pag com la in collaborazione con Andriotto. pagina 23 Ultime possibilità per conquistare l’accesso alla finale del campionato italiano d’avancarica CNDA-UITS e per un posto ai mondiali di Pforzheim. i per i tiratori d’avancarica per Era una delle ultime occasion iva azzurra al Campionato ntat rese rapp conquistare un posto nella sto. ago nia) in Mondiale di Pforzheim (Germa stata in linea con le attese più E’ per questo che l’affluenza è nte pi che corrono, non sono certame rosee, 261 prestazioni con i tem poche! dei requisiti minimi per aspirare A concorrere per l’acquisizione “Ranking” organizzate dalla gare le ano a un posto in nazionale rest C.N.D.A. o ricordare alcune cose che Della gara di Vergato, vorremm ialità e l’ospitalità di enza: la cord meritano di essere poste in evid l’organizzazione della compagnia Attilio Fanini e del suo staff e B.D.P. segnalare una piacevole Mentre sul piano sportivo è da rice torinese Angelica tirat della novità, l’ingresso tra i “grandi” di attività, con un bel i mes hi poc soli o dop Simone, classe 1987, ere nella specialità batt di 94/100, si è presa la libertà due “mostri sacri” ri, 100 met “Withworth”, fucile a terra a e Adriana Tivelli. ucci Cas iana Giul , late dell’avancarica, le pluritito lo staff del presidente Impeccabile, come sempre, re agli addetti alla icola part e zion Attilio Fanini, con una men ica ristorazione: Giorgio e Mar Masina, Vittorio Zamasi Renata la Busatta, Ornella Bernadini, Car i, uot ciap Cac do Antonelli, Die Elisa Venturi Bartolini, Enrico ia Pani, Saverio Suppini e Luig Marcoli. pagina 24 r e t t u C d a W e im r Le p di Gualtiero Fabbri Come più volte rimarcato da Massimo Capone della nostra Commissione Omologazione Armi, la pallottola wad-cutter non è utilizzabile nelle gare della C.N.D.A. perché non è storicamente risalente a prima del 1890. (Pagina 38, 702-2, reg. C.N.D.A.) Avendo trovato una fotografia in cui appaiono tre vecchie e rare cartucce con questo tipo di pallottola, pure se è al di fuori dell’interesse specifico sulle armi precedenti il 1889, la giro all’Avancarica Magazine per condividerla con i soci. (foto a fondo pagina) Nel 1898, il British Service sviluppò per il revolver Webley .455 Mark III un tipo di cartuccia denominata in gergo “manstopper”. Il nome dice molto riguardo all’utilizzo per cui era stata progettata. Era dotata di un proiettile cilindrico di 220 grani dalle estremità appiattite ed aveva inoltre una cavità nella parteanteriore che forniva un’ulteriore potenza di arresto. Il proiettile, dopo neppure 2 anni fu rimosso dal servizio. La Convenzione dell'Aia del 1899 vietò per uso militare, l’utilizzo di proiettili con punte cave di qualsiasi tipo. La prima cartuccia nella foto è una delle cartucce Mark III realizzate dalla ditta “Eley Brothers” per il governo britannico, la lettera “C” indica che la cartuccia è caricata con cordite, uno dei primi tipi di polvere senza fumo, il bossolo è lungo circa 2 cm (1,930) La seconda cartuccia non è un modello militare, ma è dotata anche lei di una pallottola “manstopper”, probabilmente era destinata al mercato commerciale o forse per uso di polizia. E’ dotata di un bossolo più lungo, 2,2 cm, questo era il bossolo della cartuccia in dotazione al .455 Mark I, in origine caricata a polvere nera. L'ultima cartuccia, anche questa commerciale e sempre in calibro .455 fabbricata dalla Kynoch, era destinata al tiro a segno. E’ caricata con un proiettile dalla punta ottusa e leggermente arrotondata. Questi proiettili si rivelarono molto stabili alle basse velocità ed inoltre tagliavano la carta del bersaglio in modo netto favorendo così la valutazione dei punti. Riferimento: “THE CARTRIDGE COLLECTOR'S” pagina 26 Enfield Rifle, o Pattern 1853, secondo Pedersoli Un classico della storia armiera anglosassone, rimasto famoso anche per le riproduzioni presenti da molti anni sul mercato delle armi ad avancarica. Ai tiratori agonisti e ai rievocatori di tutto il mondo la Davide Pedersoli offre oggi una replica perfettamente rivisitata nelle forme, nelle dimensioni e in ogni particolare come, per esempio, i fornimenti e le punzonature identificative. (a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli) L'Enfield Rifle fu la prima arma inglese che segnò una vera rivoluzione nel settore dell'armamento individuale. Per la prima volta compaiono le fascette di tenuta della canna al calcio e la canna rigata per ospitare un proiettile il cui calibro, di quella piccola dimensione per l'epoca, non era mai apparso in un fucile da fanteria. Si può affermare che, limitatamente a pochi reggimenti come la Rifle Brigade e il 68° Durham Light Infantry, i primi Pattern 1853 furono impiegati in Crimea affiancando i precedenti modelli 1839 e 1842, ancora di grosso calibro (19 mm) e a canna liscia. Era in uso in Crimea anche il modello 1851 (Minié Rifle) frutto dei primi esperimenti sulle canne rigate. Di calibro 17,83 mm (.702), fu prodotto a partire dall'inizio del 1852 e le prime consegne avvennero l'anno dopo. Il P1851 non resse il confronto con il P1853 grazie alla maggiore duttilità d'impiego e alla precisione balistica di quest'ultimo. La serie di studi effettuati in quegli anni permisero di individuare il vantaggio balistico di una riduzione di calibro, suffragato anche dalle notizie delle prestazioni ottenute dalla coeva carabina federale Svizzera Modello 1851. Fu così che, grazie anche agli studi di Charles Lancaster, nacque il modello 1853, o Enfield Rifle per via dell'arsenale che lo presentò; l'avversione verso la riduzione di calibro, anche nelle canne rigate, del Marchese di Anglesey (Master-General del Dipartimento Artiglieria) e del Duca di Wellington, morto nel 1852, furono così definitivamente superate. Pur essendo un'arma ritenuta eccezionale, si cercò sempre di migliorarla o di sfruttare le migliori soluzioni già adottate. Per questo, furono prodotte quattro versioni del P1853 che si differenziano per la forma e per il sistema di fissaggio delle fascette di tenuta della canna o per il profilo della bacchetta e del proprio calcatoio. Quella scelta dalla Davide Pedersoli è la terza versione, o terzo modello, prodotto a Birmingham, con le fascette serrate da viti non incassate e con il calcatoio avente anche funzioni di Particolare portastraccio. delle scritte presenti Oltre che a Birmingham (in maggiore quantità), sulla cartella tale versione, considerata la più diffusa fra tutti i dell'acciarino. P1853, venne prodotta tra il 1858 e il 1863 anche da altre aziende come la Royal Small Arms Factory di Enfield o la London Armoury Company di Bermondsey. L'arco temporale della produzione pone questo modello fra quelli più estesamente esportati, specialmente oltre oceano per armare i combattenti, di entrambi i fronti, della guerra civile americana. Negli ultimi due o tre decenni, sono stati molti gli appassionati del tiro con armi ad avancarica o i rievocatori storici di tutto il mondo che hanno utilizzato le riproduzioni del fucile Enfield P1853 presenti sul mercato. Oggi, però, è finalmente possibile scegliere una riproduzione curata in ogni minimo dettaglio. La Davide Pedersoli, infatti, seguendo un'attenta ricerca storica presso musei, o con l'aiuto di collezionisti, o di storici di fama internazionale, ha realizzato un allestimento del fucile da fanteria Enfield P1853 caratterizzato da una perfetta fedeltà oplologica. La fabbricazione delle canne di nuova impostazione nel profilo esterno e quindi nel peso, pagina 27 la scelta del noce americano per una calciatura che avesse consistenza e profilo come negli esemplari originali, le corrette forme e dimensioni del cane e delle rosette delle viti di tenuta della cartella sono stati alcuni dei passi per ottenere un prodotto che ha già riscosso un grande favore di pubblico. Ma anche i dettagli hanno contribuito a creare una replica perfetta. Sulla cartella dell'acciarino sono presenti la scritta TOWER, l'anno 1861 riferito alla produzione e la corona reale, senza le cifre reali sotto di essa per indicare il prodotto commerciale destinato all'esportazione e non quello regolamentare d'ordinanza. Sulla canna sono punzonati i marchi di prova di Birmingham, rilevati da un esemplare originale: le lettere DP (anziché BP) sotto una corona (indicava la prova provvisoria), Il corretto profilo delle rosette delle viti di tenuta il numero 25 (riferito al calibro 0.577"), due scettri della cartella. Visibili sulla canna i punzoni riferiti incrociati con inseriti la corona e la lettera V (marchio alla produzione commerciale di Birmingham. di controllo), ancora il numero 25 e ancora due scettri incrociati con la corona e le lettere BPC (prova definitiva). Sul fianco destro del calcio è apposto il cartiglio circolare riferito alla BSAT (Birmingham Small Arms Trade). I più entusiasti della replica Enfield di Pedersoli sono i reenactor statunitensi che ora potranno disporre di un'arma olpologicamente corretta, aspetto che Le fascette posteriore e intermedia, come nel primo e nelle rievocazioni delle terzo modello P1853, sono fissate tramite vite esterna. molte battaglie della guerra civile americana assume notevole importanza. L'arma, infatti, come gli altri modelli relativi a quel periodo storico prodotti dalla Pedersoli, è stata approvata dalla NSSA (North South Skirmish Association) statunitense. L'NSSA (www.n-ssa.net) è una associazione che promuove il tiro, sia agonistico sia storico, nonché le rievocazioni, con tutte le armi in uso durante la guerra civile; tali armi possono essere utilizzate solo se esemplari originali o riproduzioni approvate da una commissione dello stesso sodalizio. La richiesta di approvazione viene inoltrata dall'azienda produttrice dell'arma, direttamente o tramite un importatore. Inutile dire, infine, che nel settore del tiro agonistico la garanzia della precisione balistica sarà assicurata dalla rinomata qualità delle canne firmate Pedersoli. Particolare del cartiglio impresso sul calcio. Scheda Tecnica Fabbrica Modello Tipo Calibro Canna Congegni di mira Lunghezza totale Materiali Finitura Prezzo Note Davide Pedersoli & C., via Artigiani 57, 25063 Gardone Val Trompia Enfield 3 Band P1853 Rifle Musket fucile ad avancarica con sistema di accensione a percussione .577 lunga 991 mm (39”), solcata da tre principi con passo di 1.981 mm (78”) mirino fisso saldato sulla canna e alzo con ritto e cursore montato su zoccolo a gradini 1.397 mm (55”) canna, acciarino, fascette, bacchetta di caricamento e porta cinghia in acciaio; calciolo, guardamano, puntale e rosette viti cartella in ottone; calcio in legno di noce canna e fascette brunite colore nero; acciarino colore tartaruga; calcio lucidato a olio; bacchetta di caricamento lucidata € 879,00 proiettile consigliato (Minié): USA 523-577; pallottiere: USA 309-577 pagina 28 COMPRO... VENDO... Fucile hAwKEN cal.45 mille righe, Fabb. 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Regalo il fodero. €. 300 Valerio 349.1469267 Carabina Fed. mod. 1851 marcata in culatta Petzold-Soleure cal. 10,7 con 6 righe perfette, dotata fin dall’epoca di diottra, pomolo d’appoggio, mirino a 1/2 tunnel, calciolo senza speroni per tiro a terra, baionetta, cinghia, borsone-giberna a bandoliera con stemma svizzero+fondipalle Cattaneo per palla a compr. .423 molto precisa, condizioni molto buone. €. 2.500 Aldo 339.4517816 Tryon Match con diottra cal. 45 replica Pedersoli con 100 palle e fondi palle €. 900, come nuovo sparati solo 100 colpi. [email protected]. Angelini 335.6627879 Sharps New Model 1863, carabina convertita dal governo U.S.A. nel 1867 da percussione a cartuccia metallica cal.50-70. Arma rara e in ottime condizioni. €. 4.000 Orazio 06.99674394 Carabina Marlin mod. COWBOYS competition 1894, cal. 45 i.c. completa di fodero in cuoio messicano lavorato+dies, 500 bossoli. €. 600 Duranti 339.8190592 Doppietta Inglese cani esterni, canne giustapp. Marcato oro hollis & Son London 1880 ca. €. 800 Duranti 339.8190592 Fucile JAGER TARGET avancarica a percussione replica Pedersoli cal. 54 con diottra in buone condizioni cedo a € 600. Massimo 347 9054841 PISTOLE e REVOLVER Pistola a luminello originale, metà 800 bella e precisa cal. 395, calcio in noce, compl. di cassetta e accessori. Prezzo da concordare Fabio Bignotti 328.7527613 Pistola DA SALA origine belga, cal. 22 short, chiusura tipo rolling block, in eccellenti condizioni. Revolver avancarica originale Pistola REMINGTON 1858 New Model cal. 44 in eccellenti condizioni, ottimizzato per il tiro, precisissimo. Pistola a luminello boema, epoca 1850 circa, finemente incisa, firmata STOHR IN CARLSBAD, da duello, stecher, in condizioni eccezionali ferri e legni, canna a specchio cal. 11, precisissima. Bruno Lofrese 347.713568 Pistola avancarica modello NAVY, come nuova, sparato pochissimo con cassetta in legno ed accessori. Angelo tel. 339.2771512 Pistola hAMMERLI mod. 280 cal. 22 e convers. in cal. 32 usata pochissimo in valigetta originale con tutti gli accessori e con 2 impugnature. € 3.500 Pistola BERARDELLI modello P ONE cal. 9x21 accuratizzata + vari ricambi. € 500 Gasbarri 339.2266136 Pistola replica avancarica Pedersoli REMINGTON PATTERN cal. 44. mod. 1863-1875 catalog. sportiva, perchè poco usata x inutilizzo. Gianni 338.353447 REVOLVER ad avancarica “Roger Spencer” cal. 44 Pedersoli. € 450 Massimo 347.9054841 Le Page (Armi Sport) cal.45 dotata di stecher, come nuova. €. 180 334 6404373 Emanuele Pistola monocolpo avanc. Pedersoli Mortimer Match come nuova con scatola originale, DVD ancora imballato+fondipalle nuovo. € 400 non tr. Monti 338.3797464 Pistola semiautomatica 9x21 modello TECNEMA con 2 caricatori, canna conica e scatola originale. Sparati 600 colpi. 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La lunghezza totale, compreso il porta stracci, è di cm 95. € 100 - per fucile rigato tipo Enfield, lunga cm 102,5. € 80 Massimo Capone 338.8510997 AVVISO AGLI INSERZIONISTI LA REDAZIONE PER CERCARE DI RIORDINARE qUESTE PAGINE, DAL PROSSIMO NUMERO CANCELLA TUTTE LE INSERZIONI “VECCHIE” PREGANDO I LETTORI DI INVIARLE AGGIORNATE ENTRO IL MESE DI LUGLIO, IN TEMPO PER LA PROSSIMA EDIZIONE DI AVANCARICA MAGAZINE. pagina 30 Chiappa Firearms dedica un nuovo modello alla caccia tradizionale: il 1892 ALASKAN Chiappa Firearms ha aggiunto un nuovo modello alla lista delle armi dedicate alla caccia tradizionale, il 1892 Alaskan. Il nome è evocativo del mondo per cui questo nuovo fucile è nato: con un calibro di tutto rispetto, il .44 Remington Magnum, un notevole numero di colpi per un fucile a leva (10 più uno in bascula) e finiture da grandi prestazioni, il 1892 Alaskan è stato studiato per la caccia in condizioni ambientali difficili. Descriviamo i particolari di questa bella versione moderna del più intramontabile Winchester. Anzitutto il fucile è Take Down, e può essere smontato e rimontato in modo estremamente semplice e rapido, questo ne permette un trasporto agevole anche durante i trasferimenti nelle battute di caccia. Il calibro è un .44RM, ed il costruttore raccomanda l’utilizzo di munizione Hornady Lever Evolution per ottenere il massimo delle prestazioni. La canna ottagonale da 20” è cromata, come la bascula e tutte le parti metalliche a vista. La speciale finitura satinata opaca non solo è elegante, ma anche molto resistente alla corrosione e agli agenti atmosferici. Calcio e asta di colore nero sono rivestiti con una finissima pellicola di gomma, che insieme al calciolo morbido consentono una presa ed un comfort eccellenti. La leva larga e comoda è nello stile “Bounty Hunter”, che permette un facile utilizzo dell’arma anche con i guanti indossati; il tubo caricatore ha la stessa lunghezza della canna. Le mire sono studiate per alte prestazioni. L’Alaskan viene fornito di serie con mirino in fibra ottica e tacca di mira Skinner. La tacca di mira Skinner è prodotta dalla Chiappa Firearms su licenza della Skinner SightsTM, una piccola fabbrica a St. Ignatius in Montana, famosa negli Stati Uniti per la precisione meccanica, il design elegante e pulito e la grande funzionalità. La canna è comunque forata per montare una base weaver e permette quindi l’installazione di qualsiasi ottica. La precisione di tiro e un’azione fluida sono garantiti dalla lunga esperienza di Chiappa Firearms, tra le poche aziende che producono tutti i componenti in-house, in una fabbrica all’avanguardia tecnologica. Grazie alla produzione diretta e industrializzata, il rapporto qualità-prezzo è decisamente allettante, cosa che ha contribuito al grande successo che l’Alaskan ha già riscosso nel mercato americano, dove è disponibile dall’inizio del 2012. pagina 31