Rapporto regionale sulla salute mentale
in Sardegna [ 2004-2008 ] Dicembre 2008
“NON C’È SALUTE SENZA SALUTE MENTALE.”
[ WHO, European Ministerial Conference on Mental Health, Helsinki, 12–15 gennaio 2005 ]
RINGRAZIAMENTI
La realizzazione di questo rapporto sulla salute mentale in Sardegna è stata possibile grazie alla collaborazione degli operatori dei servizi pubblici del territorio regionale e del Servizio dell’Integrazione Socio-Sanitaria dell’Assessorato dell’Igiene e
Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Autonoma della Sardegna.
Si ringraziano in particolare per il contributo personale alla realizzazione
del rapporto:
• Antonello Antonelli
Direzione Generale della Sanità, Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale
• Ignazia Casula
Direzione Generale Politiche Sociali, Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale
• Clara Cicalò
UCRD, ASL 8, Cagliari
• Peppe Dell’Acqua
Dipartimento di Salute Mentale, ASS1 Trieste
Cecilia Maria Marchisio
• Dipartimento di Scienze dell’Educazione e della Formazione,
Università degli studi di Torino
• Pier Paolo Pani
Direzione Generale Politiche Sociali, Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale
• Remo Siza
Direzione Generale Politiche Sociali, Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale
• Emanuela Trogu
UCRD, ASL 8, Cagliari
• Rosangela Vacca
UCRD, ASL 8, Cagliari
• Daniela Zedda
Fotografa
LE RAGIONI DI UNA SCELTA
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008, approvato dopo oltre
vent’anni dal Consiglio regionale della Sardegna ha dato avvio a un processo
di graduale rinnovamento delle procedure, delle strutture, delle reti e dei servizi
di salute mentale della Regione con la finalità di attivare un sistema omogeneo,
organico e coerente di risposte.
In questa prospettiva la Regione Sardegna ha avviato un rapporto di scambio
di esperienze e di collaborazione con il WHO Collaborating Center di Trieste,
centro collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per lo
sviluppo dei servizi di salute mentale di comunità per l’Europa. Il Piano si è così
ispirato ai valori, ai principi ed alle pratiche definiti nella Dichiarazione sulla
Salute Mentale per l’Europa e nel Piano d’Azione sottoscritti da tutti i Governi
europei nella conferenza promossa dall’OMS a Helsinki il 12-15 gennaio 2005.
La Dichiarazione sulla Salute Mentale per l’Europa e il Piano d’Azione
sono i documenti attraverso i quali tutti gli stati europei si impegnano a mettere
in atto azioni efficaci per promuovere la salute mentale delle popolazioni.
In particolare essi individuano le priorità per il prossimo decennio:
• promuovere la consapevolezza dell’importanza del benessere mentale
• lottare collettivamente contro lo stigma, la discriminazione e l’ineguaglianza
e responsabilizzare e sostenere le persone con problemi di salute mentale e le
loro famiglie, in modo che possano partecipare attivamente a questo processo
• progettare e realizzare sistemi destinati alla salute mentale completi, integrati
ed efficienti, che includano la promozione, la prevenzione, la cura, la riabilitazione, l’assistenza ed il recupero
• provvedere all’esigenza di disporre di operatori competenti ed efficienti
in tutte queste aree
• riconoscere l’esperienza e le competenze delle persone che vivono
l’esperienza del disturbo mentale e di coloro che prestano assistenza (operatori
e familiari) come base essenziale per la pianificazione e lo sviluppo dei servizi
per la salute mentale
Le indicazioni del Piano d’Azione sono riprese dal Piano regionale dei servizi
sanitari 2006-2008, il quale dà avvio a un processo di graduale rinnovamento
della rete dei servizi per la salute mentale.
Tale processo, che ha contraddistinto l’azione del Governo Soru, ha prodotto
nel corso degli anni significativi cambiamenti.
Come tutti i cambiamenti, gli interventi messi in campo hanno incontrato
non poche resistenze, ma anche l’entusiasmo di quegli operatori, quei familiari
e quegli utenti che da anni attendevano la riqualificazione dei servizi per la salute mentale in Sardegna. Si è discusso di modelli alternativi di intervento, identità
dei professionisti, definizione di disturbo mentale, confini tra sociale e sanitario,
utilizzo del vocabolario tecnico sulla salute mentale, sensibilità di fruitori e attori
dei servizi, etc. Ma, ciò che è più importante, si è operato in maniera determinata per mettere al centro di ogni intervento la persona che vive l’esperienza
del disturbo mentale e che - esattamente come accade per i portatori di altre
malattie - non deve perdere il diritto alla propria dignità.
Da questa semplice, persino banale, considerazione la Regione Sardegna
ha programmato la sua Riforma: partendo da un graduale rinnovamento
delle procedure, delle strutture, delle reti e dei servizi di salute mentale.
Abbiamo lavorato per assicurare una migliore qualità degli interventi, perseguendo obiettivi di efficacia ed equità, nel rispetto della dignità e dei diritti
della persona che vive il disagio, e che ha diritto ad avere l’assistenza più appropriata e personalizzata possibile.
Per questo abbiamo operato per aumentare l’offerta dei servizi (ambulatoriali,
ospedalieri, domiciliari), per decentrarne le attività e portarle più vicino al cittadino, per diversificare e personalizzare gli interventi, per ampliare le fasce orarie
di apertura dei servizi e assicurare un’assistenza 24 ore su 24, per progettare
insieme agli utenti e alle famiglie gli interventi di presa in carico, per rendere
più accoglienti e gradevoli gli ambienti della salute mentale in primo luogo
per gli utenti, ma anche per gli operatori che affrontano quotidianamente
la fatica di un lavoro particolarmente impegnativo.
Questo rapporto è la sintesi di quanto realizzato in questi anni in Sardegna:
dati e grafici che fanno capire il lavoro svolto dagli operatori dell’Assessorato,
delle Aziende Sanitarie, degli Enti Locali, del mondo dell’associazionismo
e del privato sociale, ma che certamente rendono conto solo in parte della fatica, della passione e della dedizione di quanti giorno per giorno si occupano
del disagio mentale. A loro il sincero ringraziamento per quanto fatto e per
quanto faranno per le persone che vivono l’esperienza della malattia mentale.
Nerina Dirindin
Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale
della Regione Autonoma della Sardegna
Cagliari, 30 dicembre 2008 INDICE / SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
1.
PARLIAMO DI SALUTE MENTALE
2.
GLI OBIETTIVI DEL PIANO REGIONALE PER LA SALUTE MENTALE
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
2.7
2.8
3.
I Dipartimenti di Salute Mentale e delle Dipendenze
I Centri di Salute Mentale
I ricoveri e i Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO)
Qualificare gli spazi
Le strutture residenziali
Le associazioni dei familiari e delle persone con disturbo mentale
La salute mentale negli istituti penitenziari
I percorsi riabilitativi per le persone in Ospedale Psichiatrico Giudiziario(OPG)
9
13
14
16
17
19
20
22
23
25
L’OFFERTA DEI SERVIZI PER LA SALUTE MENTALE
27
3.1
Le strutture esistenti
3.1 a I CSM
3.1 b Le strutture semiresidenziali e residenziali
3.1 c Gli SPDC
27
30
31
38
3.2
Il personale
40
3.3
Le attività
3.3 a L’attività del CSM
3.3 b L’attività delle strutture residenziali
3.3 c L’attività ospedaliera
43
43
45
45
4.
LE FONTI INFORMATIVE
55
5.
I PROVVEDIMENTI REGIONALI DI INDIRIZZO
E DI RIQUALIFICAZIONE DEI SERVIZI
59
Delibera della Giunta Regionale Nº 45/22 del 2004
Delibera della Giunta Regionale Nº 38/19 del 2005
Delibera della Giunta Regionale Nº 40/3 del 2005
Delibera della Giunta Regionale Nº 23/29 del 2006
Delibera della Giunta Regionale Nº 35/6 del 2007
Delibera della Giunta Regionale Nº 49/28 del 2007
Delibera della Giunta Regionale Nº 51/38 del 2007
Delibera della Giunta Regionale Nº 51/41 del 2007
Delibera della Giunta Regionale Nº 57/3 del 2008
63
67
71
77
83
107
111
115
133
•
•
•
•
•
•
•
•
•
6.
INFORMAZIONI UTILI
ASL 1
ASL 2
ASL 3
ASL 4
ASL 5
ASL 6
ASL 7
ASL 8
Sassari
Olbia
Nuoro
Lanusei
Oristano
Sanluri
Carbonia
Cagliari
Strutture residenziali private
7
LEGENDA
151
152
156
158
160
162
164
166
168
174
177
1.
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
CAPITOLO 1 / PARLIAMO DI SALUTE MENTALE
PARLIAMO DI SALUTE MENTALE
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come
“uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice
assenza di malattia o infermità”. La salute mentale è dunque parte integrante
della salute dell’individuo e specificamente uno stato di benessere nel quale
il singolo è consapevole delle proprie capacità, sa affrontare le normali difficoltà
della vita, lavorare in modo utile e produttivo ed è in grado di apportare
un contributo alla propria comunità. [ 1 ]
La condizione di benessere psichico può essere valutata al meglio come
capacità di stabilire relazioni appropriate e soddisfacenti e di adottare comportamenti adeguati nel far fronte ai diversi cambiamenti - familiari, ambientali,
relazionali, istituzionali - che si succedono nel corso della vita. Di fronte ai rischi
di riduzione, compromissione o perdita di queste capacità, i servizi di salute
mentale hanno il compito di prevenire, curare e riabilitare, coinvolgendo nella
loro azione diversi ambiti istituzionali, soggetti, attori e risorse della comunità.
La salute mentale e i disturbi mentali sono determinati da fattori multipli
e interagenti, di natura biologica, psicologica e sociale, esattamente come
nel caso della salute in generale.
L’OMS individua, oltre a quelli biologici, diversi fattori sociali di rischio
e protettivi per la salute mentale. Tra i primi troviamo: condizioni socioeconomiche disagiate, bassa scolarizzazione, stress lavorativo, isolamento, disoccupazione. Tra i fattori protettivi vi sono: relazioni interpersonali positive, supporto
e partecipazione sociale, servizi sociali e sanitari adeguati.
La popolazione della Sardegna percepisce come mediamente buona la propria
salute psichica: l’indice dello stato psicologico, utilizzato dall’Istat per misurare la salute psichica, è in Sardegna sostanzialmente in linea con la media
nazionale (Indagine Istat su Condizioni di salute, fattori di rischio e ricorso ai
servizi sanitari del 2005). La stessa rilevazione indica peraltro che la frequenza
di disturbi psichici in Sardegna è più elevata che nel resto del Paese: nel 2005
le persone che dichiarano di aver sofferto di disturbi psichici nelle quattro
settimane precedenti l’intervista sono 18,2 per 1000 residenti, contro una
media nazionale di 12,4. L’apparente contraddizione fra la percezione di una
discreta salute psichica e l’elevata presenza di disturbi psichici può essere
spiegata considerando che la percezione della salute psichica è influenzata da
fattori quali il funzionamento sociale, le relazioni interpersonali, il lavoro, etc.,
non necessariamente interessati dal disturbo mentale, potenzialmente legati al
sostegno sociale e ambientale, o recuperati grazie agli interventi messi in atto.
[ 1 ] Si stima che 450
milioni di persone nel
mondo siano colpite da affezioni neuropsichiatriche.
In linea di massima
le affezioni psichiatriche
sono divise equamente
tra i due sessi con l’eccezione dei disturbi ansiosodepressivi, più diffusi tra
le donne, e della tossicodipendenza, più diffusa tra
gli uomini (OMS). È stato
stimato che nell’Unione
Europea circa il 27% della
popolazione adulta (tra
i 18 e i 65 anni), soffre,
o ha sofferto nel corso dei
dodici mesi precedenti alla
rilevazione, di uno
o più disturbi mentali,
con una prevalenza di disturbi d’ansia, depressivi,
somatoformi e disturbi di
abuso/dipendenza da sostanze (compreso l’alcol).
In Europa il 4,5% della
popolazione generale
soffre di depressione e si
stima che entro il 2020
la depressione sarà la
seconda causa di disabilità
nel mondo industrializzato
dopo le cardiopatie
ischemiche (OMS).
La risposta ai bisogni delle persone con disturbo mentale impone l’offerta
di servizi e trattamenti di promozione della salute, di cura e di riabilitazione.
Promuovere la salute, in particolar modo la salute mentale, significa rispondere
ai bisogni fondamentali delle persone e migliorarne le condizioni di vita, specie
di coloro che sono a rischio di esclusione.
Mettere in atto una prevenzione efficace significa favorire il benessere
e lo sviluppo della comunità rispettando la cultura, l’etnia, la fede religiosa
di ciascuno; rendere possibile e facilitare l’accesso all’istruzione, alla formazione,
all’informazione e alla cultura; costruire percorsi di conoscenza, comunicazione
e scambio non solo tra le singole persone, ma tra i differenti gruppi sociali.
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
CAPITOLO 1 / PARLIAMO DI SALUTE MENTALE
1.
Curare, oltre che fornire i più efficaci trattamenti farmacologici, psicologici
e relazionali, significa tendere a evitare che le persone, esposte a una temporanea o permanente condizione di difficoltà, perdano diritti e competenze sociali,
dignità e potere nell’esercizio dei loro ruoli (affettivi, relazionali, familiari, sociali,
produttivi). Per scongiurare rischi di espulsione e di emarginazione occorre
impegnarsi per trasformare atteggiamenti e comportamenti basati sui pregiudizi
e sull’intolleranza, pur senza trascurare i problemi e i diritti dei familiari o di
coloro che possono essere - anche indirettamente - coinvolti o danneggiati.
Le pratiche, i programmi e le azioni devono tenere conto della storia
di ciascuno, personalizzando gli interventi e valorizzando l’unicità delle esperienze. Riabilitare significa mettere in campo tutte quelle risorse umane
e materiali che favoriscano il recupero o l’apprendimento di capacità,
di abilità e di competenze sociali. L’atto del riabilitare per essere efficace deve
riuscire a proporre percorsi differenziati, adeguati alle caratteristiche
della persona coinvolta dal processo. Attraverso l’accesso all’esercizio
della cittadinanza le persone devono poter migliorare le loro capacità
per conquistare, difendere e mantenere poteri e diritti, personali e sociali.
La letteratura e le esperienze più avanzate di presa in carico globale delle
persone con disturbo mentale concordano nell’affermare che oggi è possibile
superare il pregiudizio della inguaribilità del malato di mente, che escludeva
la guarigione come orizzonte possibile da perseguire.
La Regione Sardegna ha fatto proprie queste acquisizioni e si è posta l’obiettivo
di rendere possibile tutto ciò attraverso politiche adeguate, investimenti
di risorse e articolate strategie di intervento.
10
Centro Salute Mentale di Cagliari
11
2.
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
CAPITOLO 2 / GLI OBIETTIVI DEL PIANO REGIONALE PER LA SALUTE MENTALE
GLI OBIETTIVI DEL PIANO REGIONALE PER LA SALUTE MENTALE
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 ha preso atto dell’offerta
esistente e dei bisogni insoddisfatti delle persone che vivono l’esperienza
del disturbo mentale e delle loro famiglie, della disomogeneità nella diffusione
dei servizi, della frammentarietà delle risposte e ha inteso dare avvio a un
processo di graduale rinnovamento delle procedure, delle strutture, delle reti
e dei servizi di salute mentale della regione con la finalità di attivare un sistema
omogeneo, organico e coerente di risposte. Il Piano regionale si è ispirato,
in particolare, nella individuazione degli obiettivi prioritari ai valori, ai principi
ed alle pratiche definiti nella Dichiarazione sulla Salute Mentale per l’Europa
e nel Piano d’Azione sottoscritti da tutti i Governi europei nella conferenza
promossa dall’OMS a Helsinki il 12-15 gennaio 2005.
Per tradurre concretamente questi principi nella rete dei servizi per la salute
mentale, il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 ha individuato
i seguenti macro obiettivi:
• definire, attivare e organizzare
il Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze (DSMD)
• realizzare
l’apertura dei Centri di Salute Mentale (CSM) per almeno 12 ore al giorno,
7 giorni su 7
• monitorare le attività di ricovero
al fine di ridurre, fino ad evitare, ogni forma di contenzione fisica
• qualificare gli spazi
i luoghi e gli arredi dove le persone con disturbo mentale vivono e vengono
curate, al fine di migliorare le forme dell’accoglienza e le condizioni di lavoro
degli operatori
• definire
in accordo con le agenzie dell’emergenza e dell’ordine pubblico, protocolli per
la risposta adeguata all’emergenza e all’urgenza e in particolare per condividere
le procedure per l’attuazione dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO)
• verificare l’appropriatezza dell’utilizzo delle strutture residenziali
in rapporto alle mutate esigenze delle persone che necessitano di percorsi
riabilitativi ed evidenziare la presenza, nel territorio di competenza, della
cooperazione sociale
• migliorare
attraverso forme di partecipazione concordata il riconoscimento e il rafforzamento delle associazioni dei familiari e delle persone con disturbo mentale
• disporre risorse e progetti
per avviare percorsi di riabilitazione in alternativa all’internamento in Ospedale
Psichiatrico Giudiziario (OPG)
• sottoscrivere protocolli e convenzioni
per gli interventi di diagnosi, consulenza e presa in carico delle persone con
disturbo mentale detenute negli Istituti Penitenziari
obiettivi del
Piano regionale
Tali obiettivi sono discussi nei paragrafi successivi.
13
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
PARAGRAFO 2.1 / I DIPARTIMENTI DI SALUTE MENTALE E DELLE DIPENDENZE (DSMD)
I Dipartimenti di Salute Mentale e delle Dipendenze (DSMD)
2.1
2.
Il processo di rinnovamento dell’assistenza psichiatrica in Italia ed il progressivo
adeguamento ai reali bisogni delle persone con disturbo mentale, delle loro famiglie, dei loro contesti è stato avviato dalla Legge 431 del 1968 e, con maggiore
rigore, dalla Legge 833 del 1978. L’organizzazione generale dei servizi di salute
mentale in Italia, a partire da queste date, ha gradualmente abbandonato l’ospedale psichiatrico per orientarsi verso la comunità ed il territorio.
La legge di riforma ha tra l’altro regolamentato le forme del Trattamento Sanitario Volontario e Obbligatorio (TSO): non è più la pericolosità delle persone con
disturbo mentale e la relativa difesa dell’organizzazione sociale a determinare
l’intervento del servizio pubblico con il ricovero e l’internamento, ma il bisogno
di cura ed il diritto alla salute che lo Stato riconosce ad ogni individuo.
Il Progetto Obiettivo Nazionale (PON) 1998-2000 ha meglio indicato
le forme organizzative, gli obiettivi, le procedure, le strutture che devono
costituire i servizi di salute mentale. Il PON individua il Dipartimento di Salute
Mentale (DSM) come la struttura operativa che deve essere presente in ogni
azienda sanitaria, finalizzata alla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione
nel campo della psichiatria e all’organizzazione e promozione degli interventi
rivolti alla salute mentale. Individua nel DSM il modello organizzativo più idoneo
a garantire la continuità terapeutica e l’unitarietà degli interventi e lo definisce
come un insieme integrato di strutture e di servizi, con una direzione ed un
coordinamento unici.
In Sardegna, la questione della salute mentale comincia a porsi, nei termini
indicati dalla L. 833/78, soltanto alla fine del difficile percorso di chiusura degli
ospedali psichiatrici regionali di Cagliari e Sassari, avvenuta nel periodo 19961999, quando il lavoro dei servizi sul territorio non era giunto ad un livello
accettabile di maturazione.
La Sardegna, come quasi la metà delle regioni italiane, fa fatica ad uniformarsi
alla normativa nazionale ed il processo di cambiamento e di diffusione
dei servizi di salute mentale nel 2004 è tutt’altro che concluso.
Da rilevare la mancata costituzione dei DSM, il cui ruolo solo in parte era svolto
dai Servizi per la Tutela della Salute Mentale (STSM) costituiti in ogni ASL.
OBIETTIVI
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 indica fra gli obiettivi prioritari
“la concreta istituzione dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) nonché la
riduzione della disomogeneità di risposta nel territorio regionale”
[ 2 ] DGR Nº 30/38 del
2/8/2007 Principi e
criteri direttivi per l’atto
aziendale delle aziende
sanitarie locali - Approvazione definitiva e DGR
Nº 35/6 del 12/9/2007
Linee di indirizzo per
l’istituzione dei DSMD.
14
In considerazione della necessità di migliorare il livello di collaborazione
ed integrazione fra i servizi rivolti alle persone con disturbo mentale e quelli
rivolte a chi ha problemi di dipendenza patologica, la Regione Sardegna ha
recentemente fatto la scelta di includere in un unico Dipartimento i servizi
per la Salute Mentale e i servizi per le Dipendenze (DSMD). [ 2 ]
Il DSMD è così diventato la struttura operativa della ASL finalizzata alla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione nel campo della salute mentale e delle
dipendenze; fornisce le indicazioni, le risorse e gli strumenti utili a garantire
che i servizi per la salute mentale e per le dipendenze operanti nella ASL
costituiscano un complesso organizzativo unico e coerente, evitando qualsiasi
frammentarietà e carenza di azioni e assicurando lo stretto coordinamento tra
i servizi stessi. A ciascun DSMD sono state inoltre assegnate risorse aggiuntive
affinché sia potenziata l’attività, in particolare attraverso i budget di salute.
Costruire un budget di salute significa stilare un piano personalizzato che tenga
conto delle risorse individuali, sociali ed economiche di cui la persona può
disporre; tali risorse vengono integrate, dove necessario, al fine di sostenere
e rendere attuabile il progetto di vita e di recupero.
La promozione della personalizzazione degli interventi nel campo della salute
mentale ha richiesto interventi normativi rivolti alla modifica delle modalità
di utilizzo delle risorse disponibili ai sensi della legislazione vigente, al fine
di promuoverne un utilizzo coerente con i bisogni rilevati e con la partecipazione alla costruzione del progetto individuale dei diversi soggetti interessati
(cittadino, ASL, Comune, privato sociale, etc.).
Nel corso del 2007 sono stati attivati 195 progetti personalizzati e 332 progetti
in gruppo, finanziati con quota ASL della LR 20/97 (totale € 1.400.000). Sono
stati inoltre erogati 4.834 sussidi per disturbo mentale, sempre finanziati con
fondi della legge regionale 20/97.
Per quanto riguarda i sussidi, la LR 29/5/2007, Nº 2, art. 33, comma 3, prevede
una riqualificazione dell’utilizzo, sulla base di un piano di intervento definito in
accordo con il beneficiario e i suoi familiari, che persegue obiettivi di socializzazione e di integrazione sociale.
RISULTATI
A tutto il 2008, in Sardegna sono stati istituiti otto Dipartimenti di Salute
Mentale e delle Dipendenze (DSMD), uno ogni Azienda Sanitaria Locale.
15
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
PARAGRAFO 2.2 / I CENTRI DI SALUTE MENTALE (CSM)
I Centri di Salute Mentale (CSM)
2.2
2.
[ 3 ] Per utenti in carico
si intendono quelli che
hanno effettuato almeno
tre accessi al servizio nel
corso dell’anno.
La mancata definizione
degli utenti presi in carico
negli anni precedenti non
consente confronti credibili con il passato.
Il CSM è il servizio che coordina tutte le attività di prevenzione, diagnosi,
cura e riabilitazione: qui le persone con disturbo mentale ed i loro familiari
trovano ascolto e vengono presi in carico. Nel 2004, in Sardegna i Centri
di Salute Mentale sono presenti in numero adeguato, ma non riescono a coprire
le 12 ore al giorno per 6 giorni a settimana, svolgono prevalente funzione
ambulatoriale e sono scarsamente integrati con i servizi ospedalieri.
OBIETTIVI
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 indica fra gli obiettivi prioritari
“l’apertura dei CSM per almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7”.
La Regione individua aree pilota nelle quali sperimentare progetti di funzionamento del CSM sulle 24 ore.
Nel corso del 2007, tutti i CSM hanno cominciato ad ampliare l’orario
di apertura con l’obiettivo di raggiungere le 12 ore al giorno per 7 giorni
alla settimana. Il riordino delle forme organizzative, la ridefinizione di procedure
e strategie di intervento e l’incremento in atto di risorse umane e materiali
rendono sempre più ampio il numero di CSM attivi per fasce orarie più estese
e di CSM 24h/7giorni. Infatti a Cagliari (Cittadella Sanitaria di Villa Clara),
Quartu Sant’Elena e Isili sono già presenti CSM attivi 24h/7giorni.
Entro i primi mesi del 2009 è prevista l’apertura sulle 24 ore per il CSM
di Nuoro. Entro il 2009 lavoreranno sulle 24 ore i CSM di Alghero, Ozieri, Olbia,
Selargius e Muravera. Nel corso del 2007, i 25 CSM della Sardegna hanno preso
in carico 21.689 utenti. [ 3 ]
RISULTATI
In Sardegna sono stati istituiti o sono in corso di attivazione i seguenti CSM
sulle 24 ore:
ASL Sassari
Alghero
da attivare nel 2009
Ozieri
da attivare nel 2009
ASL Olbia
Olbia
da attivare nel 2009
ASL Nuoro
Nuoro
da attivare nel 2009
ASL Cagliari Cagliari Cittadella sanitaria di Villa Clara attivo
16
Quartu S.Elena
attivo
Isili
attivo
Muravera
da attivare nel 2009
Selargius
da attivare nel 2009
I ricoveri e i Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO)
2.3
Storicamente, anche in Sardegna è stato frequente il ricorso al Trattamento
Sanitario Obbligatorio, riconosciuto in letteratura come un indicatore negativo
dell’efficacia della presa in carico della persona con disturbo mentale.
OBIETTIVI
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 indica fra gli obiettivi prioritari
“monitorare le attività di ricovero, al fine di ridurre, fino ad evitarla,
ogni forma di contenzione fisica”
“pervenire, attraverso il potenziamento delle risorse umane e strutturali
ed i CSM così riorganizzati, alla progressiva riduzione dei TSO, dei ricoveri
ripetuti e della loro durata“
“definire, in accordo con le agenzie dell’emergenza e dell’ordine pubblico
protocolli per la risposta adeguata all’emergenza e all’urgenza
ed in particolare per condividere le procedure per l’attuazione dei Trattamenti Sanitari Obbligatori”
La diminuzione del TSO può essere assunta come uno degli indicatori del buon
funzionamento dei servizi di prossimità al cittadino: in Sardegna i TSO sono
passati da 403 nel 2001 (15,16% sui ricoveri totali) a 287 nel 2007 (11,68%
sui ricoveri totali). Sono state predisposte direttive per l’organizzazione degli
interventi di emergenza-urgenza in salute mentale (DGR Nº 51/41 del 2007)
con particolare riferimento alla necessità di:
• migliorare il livello di coordinamento ed integrazione
fra le istituzioni e le professionalità (sanitarie e sociali) che intervengono
nelle situazioni di crisi
• definire in accordo con le istituzioni dell’emergenza e dell’ordine pubblico
protocolli per la risposta adeguata all’emergenza e all’urgenza in psichiatria
• precisare le condizioni per l’attivazione dei provvedimenti
di Accertamento e Trattamento Sanitario Obbligatorio (ASO, TSO) in presenza
di disturbo mentale
• specificare e definire
le funzioni e i compiti dei diversi referenti istituzionali
• delineare un modello
operativo per la corretta e omogenea esecuzione delle procedure su tutto
il territorio regionale
direttive per gli interventi
di emergenza-urgenza
In ogni ASL si è promossa l’attivazione di tavoli di lavoro che vedono impegnati
tutti gli attori dell’emergenza: gli operatori del DSMD, le forze dell’ordine,
il 118, i vigili urbani, i pronto soccorso ospedalieri.
Protocolli e procedure condivise sono già stati sottoscritti in alcune ASL.
Le pratiche restrittive (porte dei servizi chiuse a chiave, uso della contenzione
fisica) sono in netta diminuzione in tutti gli SPDC.
17
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
PARAGRAFO 2.3 / I RICOVERI E I TRATTAMENTI SANITARI OBBLIGATORI (TSO)
2.
Nel 2006 il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) nella ASL 3
di Nuoro è stato ristrutturato secondo le indicazioni del nucleo tecnico regionale per la riqualificazione degli spazi (DGR Nº 38/19 del 2005) e tenendo conto
delle nuove necessità operative (arredi di qualità, ampi spazi per le relazioni
e le attività di socializzazione).
Alla fine del 2008 è stato inaugurato l’SPDC a Olbia e un settimo servizio è previsto a Cagliari (come sdoppiamento dell’esistente) entro i primi mesi del 2009.
L’attivazione di queste due strutture aumenterà la capacità e la qualità
dell’accoglienza nelle due aree più abitate e problematiche della regione:
Sassari e Olbia con circa 490.000 abitanti, Cagliari con più di 550.000.
RISULTATI
2 nuovi SPDC
a Olbia e a Cagliari
2 SPDC ristrutturati
(con attenzione alla qualità degli spazi e degli arredi di qualità)
a Nuoro [ attivo ] e a Oristano [ da attivare nel 2009 ]
riduzione dei TSO
da 403 nel 2001 (15,16% sui ricoveri totali) a 287 nel 2007 (11,68%).
riduzione dell’impiego di pratiche restrittive
18
Qualificare gli spazi
2.4
La Regione Sardegna si pone come obiettivo la “qualità dell’abitare”
nelle strutture che accolgono le persone con disturbi mentali.
Il “diritto al bello” è stato assunto come emblema della riconquista della dignità
delle persone accolte dai servizi e come segno di attenzione alle condizioni
di lavoro di operatori particolarmente impegnati nell’assistenza.
OBIETTIVI
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 indica fra gli obiettivi prioritari
“qualificare gli spazi, i luoghi e gli arredi dove le persone con disturbo
mentale vivono e vengono curate, al fine di migliorare le forme dell’accoglienza e le condizioni di lavoro degli operatori”
Il programma di interventi predisposto ha coniugato le necessità di funzionalità
e praticità con l’attenzione alla qualità estetica degli interventi.
Il percorso di riqualificazione dei luoghi è destinato a toccare l’intero territorio
regionale: oltre alle realizzazioni già completate dei CSM di Cagliari (Villa Clara)
e di Quartu Sant’Elena, degli SPDC di Nuoro e di Olbia, sono in corso di realizzazione i CSM di Assemini, Selargius, Nuoro e il secondo SPDC di Cagliari.
Inoltre nel 2009 è prevista la riqualificazione dei CSM di Alghero, Ozieri,
Muravera e Carbonia nonché del nuovo SPDC di Oristano. In tale prospettiva,
il luogo non è solo uno spazio in cui le attività vengono collocate, ma entra
a fare parte attivamente del processo di presa in carico, favorendo il recupero
della dignità e della promozione di sé e della propria immagine.
RISULTATI
CSM riqualificati
realizzati
• Cagliari (Villa Clara)
• Quartu S.E.
in corso di realizzazione
• Alghero
• Ozieri
• Muravera
• Nuoro
• Carbonia
• Assemini
• Selargius
SPDC riqualificati
realizzati
• Nuoro
• Olbia
in corso di realizzazione
• Cagliari (2° Servizio)
• Oristano
19
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
PARAGRAFO 2.5 / LE STRUTTURE RESIDENZIALI
2.
Le strutture residenziali
2.5
Le strutture residenziali si qualificano come luoghi di “abitare assistito”
e prevedono progetti personalizzati per i singoli ospiti, con il coinvolgimento dei
familiari, della rete sociale, delle associazioni e della comunità più in generale.
Previste dal Progetto Obiettivo Nazionale nell’ordine di 2 posti residenziali ogni
10.000 abitanti sono state utilizzate nell’immediatezza della chiusura degli
ospedali psichiatrici sia come alternativa all’istituzione che come punto
di partenza di programmi di riabilitazione e di integrazione sociale.
Sono ampiamente diffuse in tutto il territorio nazionale e vengono utilizzate
per persone con disturbi rilevanti e importanti disabilità, che non possono
contare né sulla rete familiare, perché assente o inadatta, né sulla rete sociale.
Spesso si tratta di persone che necessitano di programmi terapeutico-riabilitativi
individualizzati e continuativi per tempi differenziati. L’accesso alla struttura
residenziale non fa perdere alla persona con disagio e/o disturbo psichico la sua
appartenenza territoriale, né il diritto alla cura presso il Centro di Salute Mentale
di riferimento e la sua presa in carico in caso di dimissione.
Per rispondere in modo adeguato ai bisogni delle persone con disturbo mentale
e delle loro famiglie le strutture residenziali devono far parte della rete dei
Servizi e, con questi, essere in costante comunicazione.
Nei programmi abilitativi, di inclusione sociale e di inserimento lavorativo hanno
acquisito una funzione strategica le forme della cooperazione sociale,
sia per la gestione dei programmi residenziali che di formazione ed inserimento
in attività lavorative produttive.
OBIETTIVI
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 indica fra gli obiettivi prioritari
“verificare l’appropriatezza dell’utilizzo delle strutture residenziali in rapporto
alle mutate esigenze delle persone che necessitano di percorsi riabilitativi”
Le linee d’indirizzo per l’organizzazione dei Dipartimenti di Salute Mentale
e delle Dipendenze (DSMD) prevedono che la residenzialità, o meglio “l’abitare”, divenga totalmente funzionale ai bisogni specifici della persona
ed al suo progetto individuale, sia per quanto attiene agli aspetti sanitari dovuti
al disturbo mentale che per quelli che riguardano gli ambiti educativi, relazionali, riabilitativi e di inclusione sociale, che devono tendere a garantire
il massimo livello possibile di autonomia e qualità della vita.
In questa logica è stata individuata in ogni DSMD una “Area Residenzialità
e Inclusione Sociale” (ARIS), rispondente all’esigenza di assicurare una programmazione organica e unitaria a un insieme di interventi, propri dell’ambito
riabilitativo e del reinserimento sociale, quali quelli relativi alla residenzialità,
all’acquisizione di abilità e competenze, all’inserimento lavorativo e sociale,
fino ad allora erogati in modo non sufficientemente coordinato ed integrato.
20
In continuità con le linee di indirizzo, le ASL e i DSMD riorganizzano la rete delle
strutture residenziali, adeguandole alle indicazioni del piano per la riqualificazione delle strutture sociosanitarie (DGR N° 57/3 del 23/10/2008), in particolare, attenendosi alle disposizioni concernenti l’adeguamento dei requisiti
minimi strutturali ed organizzativi richiesti per l’autorizzazione all’esercizio delle
attività socio-sanitarie residenziali: numero di ospiti inseriti, personale previsto,
modalità di accesso, durata del programma, articolazione degli interventi.
Sono previste almeno 3 tipologie di strutture residenziali:
• comunità ad alta intensità terapeutica
con sostegno continuativo (24 ore al giorno)
• gruppi famiglia
con spiccata intenzione abilitativa e di socializzazione, con sostegno per tempi
compresi tra le 10 e le 14 ore al giorno
• gruppi di convivenza
destinati a sostenere l’abitare anche per lunghi periodi e la vita sociale,
con la presenza di operatori per alcune ore al giorno
tipologie
strutture
residenziali
Tutte queste forme di “abitare assistito” sono programmate, sviluppate
e sostenute nell’ambito dell’integrazione socio-sanitaria, con la regia del CSM.
Le strutture non dovranno ospitare più di 6-8 persone e per ciascun ospite deve
essere predisposto dal DSMD un progetto terapeutico riabilitativo personalizzato, condiviso con l’utente, finalizzato alla promozione della vita indipendente
e finanziato attraverso il budget di salute. La realizzazione di tali interventi
è prevista dalla DGR N° 57/3 del 23/10/2008.
21
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
PARAGRAFO 2.6 / LE ASSOCIAZIONI DEI FAMILIARI E DELLE PERSONE
CON DISTURBO MENTALE
2.
Le associazioni dei familiari e delle persone con disturbo mentale
2.6
In tutti i paesi sviluppati i familiari di persone con disturbo mentale si uniscono
per fornirsi reciproco sostegno e per tutelare i diritti delle persone che vivono
l’esperienza del disturbo mentale, fornendo anche assistenza
tecnico-legislativa nel dialogo con le istituzioni.
Il compito prevalente delle associazioni è difendere e promuovere i diritti
delle persone che soffrono di disturbi mentali e delle loro famiglie.
Il loro ruolo consiste nel reperire e meglio qualificare le risorse utili al lavoro
terapeutico e riabilitativo, esercitando un confronto più consapevole e mirato
nei riguardi delle pubbliche amministrazioni. Possono inoltre collaborare con i
Servizi nella gestione di particolari strutture, attività e programmi terapeuticoriabilitativi (residenze, alloggi, attività del tempo libero, linea telefonica per
l’informazione); promuovono la conoscenza reciproca; organizzano attività
di autoaiuto e cicli di incontri formativi. Molto importante è il loro intervento
nel promuovere l’immagine delle persone con disturbi mentali, nella lotta allo
stigma, alla discriminazione e all’emarginazione.
In Sardegna l’associazionismo dei familiari e delle persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale si è sviluppato e radicato nel territorio, pur tra le
difficoltà del settore.
OBIETTIVI
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 indica fra gli obiettivi prioritari
“migliorare attraverso forme di partecipazione concordata il riconoscimento
ed il rafforzamento delle associazioni dei familiari e delle persone con
disturbo mentale”
Uno dei primi atti della Regione nel campo della programmazione dei servizi
per la salute mentale è stata la costituzione di una Commissione regionale
per la salute mentale, nella quale la presenza delle associazioni dei familiari
è istituzionalmente garantita.
Al fine di valorizzare il protagonismo degli utenti, delle famiglie, e dei diversi
soggetti interessati delle comunità locali, le linee di indirizzo per l’organizzazione del DSMD (DGR 35/6 del 12/9/2007) prescrivono l’attivazione in ogni
DSMD di una Conferenza di Partecipazione.
La Conferenza è costituita dal direttore del dipartimento, dai responsabili
delle strutture complesse e semplici a valenza dipartimentale, da rappresentanti di associazioni non profit dell’utenza e dei familiari individuate fra quelle
più rappresentative, da rappresentanti di associazioni del volontariato e della
cooperazione sociale attive nel territorio nello specifico della salute mentale
e delle dipendenze. Essa ha funzione consultiva, formula proposte e suggerimenti al fine di assicurare una maggiore qualità nell’offerta dei servizi.
In conseguenza, ogni DSMD deve sviluppare appositi programmi per il riconoscimento ed il rafforzamento delle associazioni dei familiari e delle persone con
disturbo mentale.
22
Nel corso del 2008 si sono tenute in tutte le Aziende sanitarie conferenze
di programmazione per definire risorse, programmi e obiettivi.
Le associazioni dei familiari, presenti a tutti gli incontri, hanno svolto
un compito significativo rappresentando le criticità, l’adesione al processo
di cambiamento in corso, proponendo e confrontandosi con gli operatori
su soluzioni innovative e forme nuove di partecipazione.
La salute mentale negli Istituti penitenziari
2.7
Il 22 giugno 1999 il DLgs N° 230 di Riordino della medicina penitenziaria
ha stabilito che i detenuti, al pari dei cittadini in stato di libertà, hanno diritto
all’erogazione di interventi di “prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione
previsti nei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nei Piani
Sanitari”. In un decreto ministeriale successivo, del 21 aprile 2000, sottoscritto
congiuntamente dal Ministero della Salute e dal Ministero di Giustizia, è stato
approvato il Progetto Obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario
nel quale il Dipartimento di Salute Mentale viene individuato come struttura
adeguata ad assicurare la tutela e la promozione della salute mentale dei
detenuti, affinché possano usufruire di tutte le possibilità di cura e riabilitazione
garantite dai servizi sul territorio.
Nel 2004 in Sardegna i Servizi territoriali sono piuttosto carenti per quanto
riguarda la tutela delle persone con disturbo mentale detenute.
Solo due Aziende sanitarie, la ASL 7 e la ASL 4, avevano stipulato una convenzione con l’istituto di pena ricadente nel loro territorio; nessuna ASL aveva
messo a punto un programma di interventi psichiatrici negli istituti penitenziari
che si trovano nell’area territoriale di competenza, come invece vorrebbe
la L. 230/99 e conseguente Progetto Obiettivo Nazionale.
La gestione del problema nelle carceri era disomogenea e creava aree
di intervento inutilmente separate dall’insieme dei Servizi sanitari regionali.
I cittadini detenuti rischiavano così di vedere disatteso il loro diritto alla cura
e intraprendere pesanti carriere istituzionali (OPG).
OBIETTIVI
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 indica fra gli obiettivi prioritari
”l’attuazione della convenzione siglata con l’Amministrazione penitenziaria
al fine di garantire la presa in carico da parte dei servizi di salute mentale
delle persone con disturbo mentale detenute negli istituti penitenziari
dell’Isola“
A partire dal 2005 ha preso avvio un intenso lavoro di collaborazione
fra il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari, il Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria della Sardegna e l’Assessorato Regionale dell’Igiene e Sanità
e dell’Assistenza Sociale, che ha portato alla sottoscrizione di una convenzione
per l’organizzazione del servizio di tutela della salute mentale in ambito penitenziario in continuità con il lavoro territoriale dei singoli DSMD.
23
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
PARAGRAFO 2.7 / LA SALUTE MENTALE NEGLI ISTITUTI PENITENZIARI
2.
In tal modo il cittadino detenuto viene preso in carico dal Servizio di salute
mentale competente per territorio. Ogni DSMD ha stipulato convenzioni
con la Casa Circondariale che insiste nel suo territorio, le quali prevedono
la presenza in carcere di operatori del CSM, che rispondano alle esigenze
di cura delle persone detenute, con interventi nei momenti di crisi e con una
presa in carico duratura. Gli operatori dei servizi prevedono, quando possibile,
l’attuazione di misure alternative alla detenzione e l’utilizzo delle strutture
(SPDC, CSM, domiciliarità, abitare assistito, residenze) e dei programmi di socializzazione e inserimento lavorativo fuori dal carcere nei servizi di salute mentale.
In Sardegna il numero di persone seguite in carcere per problemi di salute
mentale nel 2007 è stato di 244, così ripartite:
48 nella ASL 1
77 nella ASL 3
27 nella ASL 4
5 nella ASL 6
15 nella ASL 7
72 nella ASL 8
Considerando che il numero medio di detenuti in Sardegna nell’anno è stato
di 1.314, la percentuale stimata delle persone seguite per problemi di salute
mentale risulta essere del 18%, superiore a quella nazionale, ad indicare
la buona capacità di accoglienza raggiunta dai servizi della Sardegna.
La presenza in carcere degli operatori dei servizi di salute mentale ha prodotto
una conoscenza reciproca tra magistratura e operatori stessi rendendo possibili
collaborazioni significative su singoli progetti di trattamento. Ciò ha consentito,
fra l’altro, di ridurre drasticamente l’invio per osservazione in Ospedale Psichiatrico Giudiziario di cittadini sardi detenuti.
RISULTATI
244 persone con disturbi mentali seguite in carcere nel 2007
[ il 18% del totale dei detenuti ]
24
I percorsi riabilitativi per le persone in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG)
2.8
Da un’indagine condotta presso la Casa Circondariale di Cagliari, nel 2001,
risultava che più della metà dei detenuti era affetto da una condizione
di disagio o disturbo mentale clinicamente significativo.
Questo dato è molto simile a quanto emerge da altre indagini ed è estensibile
a tutta la popolazione carceraria dell’Isola, la quale per altro è molto più elevata
che in altre regioni italiane. L’assenza di una risposta a tali problematiche
determinava il frequente ricorso agli Ospedali psichiatrici giudiziari, anche
per trattamenti di osservazione; nel corso del 2004 la Sardegna era la regione
con il più alto numero di propri cittadini internati in OPG (4/100.000 abitanti
a fronte di una media nazionale di 2/100.000).
OBIETTIVI
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-08 indica fra gli obiettivi prioritari
“disporre risorse e progetti per avviare percorsi di riabilitazione in alternativa
all’internamento in Ospedale Psichiatrico Giudiziario”
Grazie alla convenzione con l’Amministrazione Penitenziaria regionale ha preso
avvio il lavoro di operatori del DSMD in carcere volto a seguire le persone
detenute ed evitare gli invii agli OPG.
Le ASL hanno predisposto nel corso del 2007 programmi personalizzati per
il rientro dei cittadini sardi internati negli OPG. Hanno provveduto prima di tutto
ad individuare i cittadini internati del proprio territorio, a conoscerli attraverso
visite negli OPG, a formulare nei loro riguardi programmi terapeutico-riabilitativi
personalizzati. Le ASL hanno potuto disporre di risorse aggiuntive a sostegno
di programmi intensivi riabilitativi che includano inserimento lavorativo,
sostegno all’abitare, sostegno alla famiglia. I DSMD devono porre particolare
attenzione a promuovere la formazione degli operatori in questo campo
e sperimentare programmi in grado di fornire progetti individuali a sostegno
delle misure di sicurezza che non prevedano più, necessariamente, l’invio
all’OPG, come per altro confermato dalle recenti sentenze della Corte Costituzionale. Sono stati predisposti e finanziati diversi programmi di rientro dagli
OPG e grazie a ciò, ed alla più intensa collaborazione con la magistratura,
le persone internate sono passate da 74 (dato 2004) a 45 (dato del
31/12/2007).
RISULTATI
Riduzione del 39% del numero di sardi internati in OPG dal 2004 al 2007
Forte contrazione dei nuovi invii in OPG a partire dal 2006
25
3.
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
CAPITOLO 3 / L’OFFERTA DI SERVIZI PER LA SALUTE MENTALE
L’OFFERTA DI SERVIZI PER LA SALUTE MENTALE
Nei paragrafi che seguono vengono presentate le informazioni sulle strutture
organizzative e i servizi per la salute mentale operanti in Sardegna.
Si è cercato, per quanto possibile, di rappresentare l’evoluzione del sistema di
cura e di intervento utilizzando dati provenienti da diverse fonti di informazione
descritte in maggior dettaglio nel capitolo 4.
Le strutture esistenti
3.1
A dicembre 2007, in Sardegna sono attivi 25 Centri di Salute Mentale (CSM),
5 Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) per un totale di 97 posti letto,
16 Centri Diurni (CD).
Il personale complessivamente operante nelle strutture dei servizi per la salute
mentale per gli adulti delle ASL nel 2007 è pari a 873 unità.
Le strutture residenziali sono 36, di cui 22 pubbliche (con una disponibilità
di 250 posti letto) e 14 private (con una disponibilità di 236 posti letto).
Per favorire il confronto rispetto alla situazione precedente, le tabelle seguenti
descrivono la situazione al 31/12/2006, quando l’assetto organizzativo delle
ASL prevedeva servizi per la salute mentale (Servizio per la Tutela della Salute
Mentale, STSM) separati da quelli per le dipendenze (Servizio per le Tossicodipendenze, SerT), tranne che nella ASL di Lanusei.
[A]
ASL
[A]e[B]
Strutture dei STSM al 31/12/2006
CSM
SPDC
SS
SC
Nº
strutture
RESIDENZIALI
posti letto
strutture
SEMI
RESIDENZIALI
pubbliche
private
Nº
Nº
posti letto
posti letto
Nº
1 Sassari
2
2
1
32
6
99
2
43
1
2 Olbia
1
1
–
–
2
22
–
–
1
3 Nuoro
1
3
1
10
4
37
1
6
1
4 Lanusei
–
1
–
–
1
10
–
–
1
5 Oristano
–
3
1
12
1
10
3
34
–
6 Sanluri
1
1
–
–
2
14
1
15
1
7 Carbonia
–
2
1
16
2
14
2
36
1
8 Cagliari
4
2
1
27
4
44
5
102
1
TOTALE
9
15
5
97
22
250
14
236
7
Note:
SC: Struttura Complessa; SS: Struttura Semplice Dipartimentale
27
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.1 / LE STRUTTURE ESISTENTI
[B]
3.
28
Strutture dei SerT al 31/12/2006
ASL
SerT
strutture
RESIDENZIALI
strutture
SEMI RESIDENZIALI
Nº
Nº
SC
SS
1 Sassari
1
2
6
235
2
33
2 Olbia
1
–
1
16
–
–
3 Nuoro
1
–
–
–
–
–
4 Lanusei
–
1
–
–
–
–
5 Oristano
1
–
1
30
–
–
6 Sanluri
1
–
3
40
–
–
7 Carbonia
1
2
4
72
–
–
8 Cagliari
1
3
5
161
1
8
TOTALE
7
8
20
554
3
41
Note:
SC: Struttura Complessa;
SS: Struttura Semplice Dipartimentale
ricettività
ricettività
Ricettività numero persone contemporaneamente ospitabili
Note: le strutture semiresidenziali e residenziali sono tutte gestite dal privato sociale
Il quadro regionale risultante dalla riorganizzazione prevista dagli atti aziendali
delle ASL con l’attivazione dei DSMD (attualmente in fase di realizzazione
e di cui si prevede il completamento entro il 2010) è descritto nella tabella
seguente. La rappresentazione si limita alle strutture complesse e alle semplici
dipartimentali, indicate negli atti aziendali delle ASL.
Non sono state incluse le strutture semplici, né le strutture residenziali per la
salute mentale, per le quali con DGR Nº 57/3 del 23/10/2008, sono stati definiti
il fabbisogno e l’organizzazione.
Per le strutture residenziali socio-riabilitative dell’area delle dipendenze patologiche, rideterminate sia nel numero che nell’organizzazione (DGR Nº 44/9
del 20/9/2005 e DGR Nº 12/3 del 27/3/2007) si rimanda alla monografia
Rapporto regionale sullo stato delle dipendenze in Sardegna (Regione Autonoma della Sardegna, giugno 2008), disponibile anche nel sito della Regione.
Strutture dei DSMD, previste dalla programmazione regionale del 2008
(limitatamente alle strutture complesse e semplici dipartimentali)
ASL
CSM
SC
SSD
SERD
SPDC
ARIS
SC
SC
SSD
1 Sassari
4
–
1
1
1
2 Olbia
1
–
1
1
1
3 Nuoro
1
3
1
1
1
4 Lanusei
1
–
1
–
1
5 Oristano
1
–
1
1
1
6 Sanluri
1
–
1
–
–
7 Carbonia
1
–
1
1
1*
8 Cagliari
6
–
2
2
1
TOTALE
16
3
9
7
7
*Centro di ricerca e di assistenza formativa nell’area riabilitativa della salute mentale
Note: SC: Struttura Complessa; SSD: Struttura Semplice Dipartimentale; ARIS: Area Residenzialità e
Inclusione Sociale
Risulta evidente l’aumento, all’interno del Dipartimento di Salute Mentale
e delle Dipendenze, delle strutture complesse (da 27 a 32) e delle strutture
semplici dipartimentali (da zero a 10): il dato indica un forte potenziamento
dei centri di responsabilità, in particolare extra-ospedalieri.
29
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.1 / LE STRUTTURE ESISTENTI
I CSM
3.1 a
La Sardegna dispone di 2,25 CSM ogni 150.000 abitanti, valore di gran lunga
superiore alle indicazioni del Progetto Obiettivo Nazionale 1994-1996 che
prevedeva un CSM ogni 150.000 abitanti.
La ASL di Nuoro presenta il rapporto più elevato, mentre i valori più bassi
si osservano nelle ASL di Sassari e Cagliari.
CSM per 150.000 abitanti
[ anno 2007 ]
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La Regione Sardegna, in considerazione delle specificità del territorio,
già nel Piano per l’assistenza psichiatrica 1996-1998 aveva previsto un CSM
per ogni distretto.
Questa indicazione è stata recepita anche nel Piano regionale dei servizi sanitari
2006-2008, in attuazione del quale la DGR Nº 35/6 del 12/9/2007, “Progetto
strategico salute mentale: linee d’indirizzo per l’organizzazione dei Dipartimenti
di salute mentale e delle dipendenze”, ha previsto l’attivazione di un CSM ogni
80.000 abitanti.
30
Le Strutture semiresidenziali e residenziali
3.1 b
Le strutture a carattere semiresidenziale e residenziale per la salute mentale
sono storicamente rappresentate dai Centri Diurni (CD) e da strutture residenziali di diversa tipologia ed intensità assistenziale. Queste ultime includono:
• Case Famiglia comunità di accoglimento, per 5-10 ospiti che presentino patologie di competenza psichiatrica e necessitino di programmi terapeutico-riabilitativi personalizzati
le strutture residenziali
• Comunità Protette centri residenziali extraospedalieri che prevedono posti letto
e “protezione” 24 ore su 24. In base al grado di protezione esistono vari tipi di
comunità. Di solito ospitano pazienti provenienti dall’ex Ospedale Psichiatrico
(OP) carenti di solide relazioni familiari
• Comunità Terapeutiche (CT) strutture residenziali per utenti con notevole
capacità di recupero; è prevista una permanenza relativamente breve e la
partecipazione ad attività terapeutico-riabilitative
• Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) strutture residenziali extraospedaliere, con
un livello medio di assistenza sanitaria (medica, infermieristica e riabilitativa),
integrato da un alto livello assistenziale e alberghiero rivolto ad anziani non
autosufficienti, a persone con disabilità psichica e sensoriale e a persone con
disturbi mentali.
Di seguito si riportano alcune brevi considerazioni riguardo la dotazione delle
diverse strutture.
31
I Centri diurni
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.1 / LE STRUTTURE ESISTENTI
I Centri Diurni (CD) sociosanitari per la salute mentale presenti in Sardegna sono
16, tutti a carattere pubblico e afferenti alle ASL.
Il CD coordina e promuove programmi ed attività finalizzate a processi educativi,
formativi, di apprendimento sociale, scolastico, culturale, di animazione,
di espressione corporea e di sviluppo delle capacità cognitive. Mette a punto
strategie per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo. Il numero maggiore
di CD è dislocato nella ASL di Cagliari (sette), tre sono nel territorio della ASL di
Carbonia, due in quello della ASL di Sassari. Le restanti ASL ne hanno uno, ad
eccezione della ASL di Oristano che non ha CD nel proprio territorio.
Centri Diurni per 150.000 abitanti
[ anno 2007 ]
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%
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Le strutture residenziali
Le strutture residenziali presenti in Sardegna sono 36, di cui 22 pubbliche
e 14 private. La dotazione di posti letto è pari a 3 ogni 10.000 abitanti,
superiore al parametro previsto dal Progetto Obiettivo Nazionale “Tutela della
salute mentale 1998-2000” (2 posti letto per 10.000 abitanti).
Anche nel caso delle strutture residenziali emerge una forte disomogeneità, con
un tasso più elevato della media regionale nelle ASL di Sassari e di Carbonia.
Posti letto delle strutture residenziali, pubbliche e private,
per 10.000 abitanti [ anno 2007 ]
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33
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.1 / LE STRUTTURE ESISTENTI
3.
La tabella seguente riporta le strutture residenziali per collocazione geografica,
tipologia e numero di posti letto.
Strutture residenziali autorizzate all’assistenza alle persone con disturbo
mentale [ anno 2007 ]
ASL
località
tipologia
Sassari
Comunità Protetta [ 3 strutture ]
Sassari
Casa Famiglia
Alghero
Comunità Protetta
20
Bonorva
RSA Psichiatrica
18
Olbia
Casa Famiglia
11
Tempio
Casa Famiglia
11
Nuoro
Casa Famiglia
9
Ottana
Casa Famiglia
7
Orani
Casa Famiglia
8
Macomer
Comunità Protetta
13
Lanusei
Lanusei
Casa Famiglia
10
Oristano
Ales
Casa Famiglia
10
Sanluri
Serramanna
Casa Famiglia
6
Guspini
Casa Famiglia
8
Carbonia
Casa Famiglia
6
Fluminimaggiore
Casa Famiglia
8
Assemini
Casa Famiglia
6
Decimomannu
Casa Famiglia
6
La Maddalena
Comunità Terapeutica
16
Quartu
Comunità Terapeutica
16
Sassari
Olbia
Nuoro
Carbonia
Cagliari
TOTALE
34
Strutture Residenziali PUBBLICHE
ricettività
54
7
250
ASL
Strutture Residenziali PRIVATE
località
tipologia
Ploaghe
Comunità Protetta
23
Ploaghe
RSA Psichiatrica
20
Dorgali
Comunità Terapeutica
Santa Giusta
Casa Famiglia [ 2 strutture ]
20
Ghilarza
Comunità Protetta
14
Sanluri
Guspini
Comunità Protetta
15
Carbonia
Cortoghiana
Comunità Terapeutica
18
Domusnovas
Comunità Terapeutica
18
Uta
Comunità Terapeutica
40
Assemini
Casa Famiglia
Serdiana
Comunità Protetta
18
Decimomannu
Comunità Protetta
20
Cagliari
Comunità Protetta
16
Sassari
ricettività
Olbia
Nuoro
6
Lanusei
Oristano
Cagliari
TOTALE
8
236
Si osserva una maggiore presenza percentuale di posti letto pubblici nelle ASL
1, 2, 3 e 4, mentre nelle restanti ASL prevalgono i posti letto in strutture private.
35
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.1 / LE STRUTTURE ESISTENTI
Posti letto in strutture residenziali (% p.l. pubblici e privati)
[ anno 2007 ]
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pubblici
privati
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6HA*DG>HI6CD
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pubblici
La programmazione regionale prevede una riorganizzazione della rete delle
strutture residenziali, sulla base delle indicazioni del Piano regionale dei servizi
sanitari 2006-2008. Questo soprattutto in relazione al peso che va progressivamente acquistando la visione longitudinale e prospettica dei percorsi individuali
di trattamento, dove l’aspetto della residenzialità, o meglio dell’abitare,
deve essere totalmente funzionale al programma individuale, sia per quanto
attiene agli aspetti sanitari che per quanto attiene agli ambiti educativi, relazionali, riabilitativi e di inclusione sociale, che devono tendere a garantire
il massimo livello possibile di autonomia e qualità della vita.
36
privati
A livello regionale sono state elaborate le indicazioni per una complessiva
riorganizzazione e riqualificazione della rete delle strutture residenziali
in particolare con riguardo a:
• adeguamento alle previsioni del Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008
che prevede la riorganizzazione dell’assistenza residenziale sulla base dell’intensità assistenziale richiesta, con l’attivazione di tre tipologie di strutture:
• comunità ad alta intensità terapeutica
con sostegno continuativo nelle 24 ore, con non più di 8 posti letto
• gruppi residenziali di integrazione sociale
(gruppi famiglia, con spiccata intenzione abilitativa e di socializzazione),
con sostegno per tempi compresi tra le 10 e le 14 ore, con al massimo
6/8 posti letto
• gruppi di convivenza
volti a sostenere l’abitare e la vita sociale anche per lunghi periodi,
con la presenza di operatori per alcune ore al giorno
• determinazione del fabbisogno di posti letto in ambito regionale
• qualità dell’offerta assistenziale
per il superamento delle carenze in termini di programmi di socializzazione
e riabilitazione, qualità degli ambienti, livelli di autonomia e qualità
della vita assicurati.
indicazioni
per la riorganizzazione
37
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.1 / LE STRUTTURE ESISTENTI
Gli SPDC
3.1 c
La capacità ricettiva presso i servizi ospedalieri, SPDC, è in Sardegna
storicamente inferiore alla media nazionale: nel 2001 era pari a 0,57 posti letto
per 10.000 abitanti, contro una media nazionale di 0,67.
Posti letto in SPDC per 10.000 abitanti
[ anno 2001 ]
Elaborazione dati Ministero della Salute
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38
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Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 prevede un aumento della
dotazione di posti letto per la psichiatria fino a 130 (attualmente sono 97). In
ogni caso ciascun SPDC non può superare il numero massimo di 15 posti letto
(Legge 13 maggio 1978, Nº 180 “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari
e obbligatori”; Legge 23 dicembre 1978, Nº 833 “Istituzione del servizio sanitario nazionale”; DGR 35/6 del 12/9/2007 “Progetto strategico salute mentale:
linee di indirizzo per l’organizzazione dei DSMD)”.
La distribuzione dei posti letto ospedalieri, che fa riferimento all’anno 2007,
è piuttosto squilibrata. Tenuto conto dei bacini di riferimento di ciascun SPDC
(la ASL 2 fa riferimento alla ASL 1, la ASL 4 fa riferimento alla ASL 3 e la ASL 6
fa riferimento alla ASL 7), i dati indicano una carenza nel territori delle ASL di
Nuoro - Lanusei e nell’ASL di Cagliari.
Nel mese di dicembre 2008 è stato attivato l’SPDC di Olbia.
Posti letto in SPDC per 10.000 abitanti
[ anno 2007 ]
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39
Il personale
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.2 / IL PERSONALE
3.2
La principale risorsa del Servizio Sanitario Regionale è il personale.
Questo è particolarmente vero per i servizi di salute mentale, caratterizzati
da basso tasso di tecnologia ed elevato impatto delle relazioni interpersonali
sull’adesione al trattamento e sul processo di cura. La corretta effettuazione
degli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione per la tutela della salute
mentale richiede il coordinamento e l’integrazione degli apporti di diverse figure
professionali (medici, psicologi, assistenti sociali, educatori, infermieri, etc.),
adeguatamente rappresentati nei diversi ambiti territoriali e formati.
Il Progetto Obiettivo Nazionale Salute Mentale 1998-2000 fornisce come standard di riferimento per la valutazione dell’adeguatezza numerica del personale
la presenza di almeno un operatore ogni 1.500 abitanti. Questo standard
è stato confermato anche dalle Linee di indirizzo nazionali per la salute mentale
del Ministero della Salute, pubblicate nel 2008. In Sardegna, nel 2001
il tasso di operatori rispetto alla popolazione era pari a 0,70 per 1.500 abitanti,
a fronte di una media nazionale di 0,80. Attualmente (2007) il tasso è pari
a 0,79 per 1.500 abitanti. In valori assoluti, nel 2007, le risorse umane delle ASL
attive nel settore della salute mentale sono pari a 873 operatori, con un incremento del 12,5% rispetto allo stesso dato del 2001 (776 operatori).
3.
Personale dedicato alla salute mentale (esclusi gli operatori dei SerD)
[ anno 2007 ]
ASL
Medici
Psicologi
Ass. Sociali
Educatori Infermieri
Altri*
TOTALE
1 Sassari
34
5
10
21
95
69
234
2 Olbia
10
0
2
0
10
3
25
3 Nuoro
23
9
5
18
65
24
144
4 Lanusei
8
3
2
0
8
3
24
5 Oristano
18
2
5
4
31
8
68
6 Sanluri
12
3
2
0
14
2
33
7 Carbonia
11
3
1
4
26
12
57
8 Cagliari
61
18
18
12
120
59
288
TOTALE
177
43
45
59
369
180
873
* OSS e OTA personale ausiliario in genere
e personale amministrativo.
40
I profili professionali maggiormente rappresentati sono quello degli infermieri
professionali (369 operatori, pari al 42,4% di tutti gli operatori) e quello dei
medici psichiatri (177 operatori, pari al 20,4% del personale).
Gli psicologi rappresentano il 4,9%, gli assistenti sociali il 5,2%, gli educatori
rappresentano il 6,9% del personale.
Personale della salute mentale in Sardegna: composizione %
[ anno 2007 ]
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Dal confronto tra le ASL emerge una consistente eterogeneità.
È bene peraltro ricordare che i dati riguardano esclusivamente i servizi pubblici,
cosicché parte delle differenze osservate possono essere spiegate dalle rilevanti
differenze esistenti tra le diverse ASL nella presenza di strutture residenziali
private, col corrispondente personale.
Inoltre deve essere ricordato che in Sardegna, come in molte altre regioni,
l’acquisizione delle professionalità necessarie per il funzionamento dei servizi
sanitari ha risentito dei vincoli imposti dalla normativa nazionale.
41
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42
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RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.3 / LE ATTIVITÀ
Personale della salute mentale per 1.500 abitanti in Sardegna
[ anno 2007 ]
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Le attività
3.3
La rilevazione delle attività dei servizi è condizionata dall’insufficiente sviluppo
del sistema di rilevazione nazionale e regionale per la salute mentale.
Rispetto a questa necessità, sentita fortemente a livello nazionale, sono stati
compiuti passi importanti, sia dal punto di vista normativo che tecnico-operativo:
• il Progetto Obiettivo Nazionale per la Salute Mentale 1998-2000,
approvato con il DPR del 10/11/1999, ha previsto un sistema informativo dipartimentale per la salute mentale in grado di fornire dati sulle prestazioni effettuate,
adottando una classificazione e un glossario standardizzati;
• la Conferenza Stato-Regioni nella seduta dell’11/10/2001 ha approvato
un Modello per la rilevazione di strutture, personale, attività e prestazioni
dei Dipartimenti di Salute Mentale, che individua le caratteristiche principali
del Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM), sia da un punto di vista
funzionale che tecnico;
• il Ministero della Salute ha definito nel corso degli ultimi anni il disegno
del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) che prevede tra i principali
obiettivi il Monitoraggio e Tutela della salute mentale;
• la Regione Sardegna ha predisposto la definizione di un set di indicatori relativi
alle attività dei servizi per la salute mentale e lo sviluppo degli strumenti informativi necessari per la corretta produzione e gestione dei sistemi informativi,
all’interno del Progetto per l’informatizzazione del sistema sanitario regionale
(DGR Nº 32/4 del 13/7/2005; DGR Nº 34/28 del 2/8/2006).
i passi compiuti
Il complesso delle azioni messe in campo, coerente con le necessità di una
programmazione regionale e locale basata sulla valutazione obiettiva dei
problemi e dei risultati degli interventi, costituisce la premessa culturale
e tecnologica per lo sviluppo di un sistema epidemiologico capace di monitorare
adeguatamente l’area della salute mentale. A tutt’ora la produzione di dati utilizzabili è sbilanciata sul versante ospedaliero, dove è presente da anni un sistema
di rilevazione, basato sulle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO).
Gli interventi di carattere territoriale, che pure nel campo della salute mentale
costituiscono il grosso dell’attività, non sono sufficientemente articolati in indicatori e flussi informativi utilizzabili.
L’attività del CSM
3.3 a
Nel corso del 2007, i CSM hanno preso in carico complessivamente 21.689
persone. I tassi relativi al numero di persone trattate su 10.000 residenti
appaiono piuttosto eterogenei, con valori più elevati per la ASL 7
(208,8 utenti/10.000 abitanti) e ASL 8 (176,6) e valori decisamente più bassi per
le ASL 1 (68,4), ASL 3 (71,6) e ASL 6 ( 77,1).
Tale forte eterogeneità può essere ricondotta a una pluralità di fattori: presenza
di condizioni individuali/ambientali di rischio o protettive che incidono sulla
disponibilità a richiedere l’intervento dei servizi sanitari, diversa disponibilità
di strutture e servizi, accessibilità e offerta di trattamenti, altri fattori di natura
socio-economica, diversa prevalenza dei principali disturbi mentali.
43
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.3 / LE ATTIVITÀ
Utenti in carico ai CSM
[ anno 2007 ]
3.
ASL
numero UTENTI
1 Sassari
2.281
2 Olbia
1.678
3 Nuoro
1.160
4 Lanusei
925
5 Oristano
2.300
6 Sanluri
800
7 Carbonia
2.737
8 Cagliari
9.808
SARDEGNA
21.689
Utenti in carico ai CSM per 10.000 abitanti
[ anno 2007 ]
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44
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6HA-86<A>6G>
6HA,86G7DC>6
6HA+H6CAJG>
6HA*DG>HI6CD
6HA)A6CJH:>
6HA(CJDGD
6HA'DA7>6
%
6HA&H6HH6G>
'*
L’attività delle strutture residenziali
3.3 b
In attesa della riorganizzazione della rete delle strutture residenziali per la salute
mentale, secondo le disposizioni del Piano regionale dei servizi sanitari
2006-2008, le strutture accreditate, fino a ottobre 2008, hanno operato
sulla base delle indicazioni, dei requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici
del Piano regionale per l’assistenza psichiatrica 1996-1998.
Come osservato precedentemente, i posti letto disponibili in strutture residenziali sono 486 di cui 250 in strutture pubbliche (ASL) e 236 in strutture private.
L’utilizzo di tali strutture è considerevole e il tasso di occupazione intorno
al 90%. Complessivamente l’invio in strutture extraregionali appare limitato
(40 persone pari all’8% del totale dei pazienti ospitati in struttura residenziale).
Utenti in strutture residenziali regionali pubbliche e private e in strutture
extraregionali al 31/12/07
ASL
IN REGIONE
Pubbliche
FUORI REGIONE
Private
1 Sassari
82
51
2
2 Olbia
21
–
0
3 Nuoro
30
9
7
4 Lanusei
8
–
5
5 Oristano
9
29
5
6 Sanluri
14
30
5
7 Carbonia
14
33
1
8 Cagliari
35
78
15
TOTALE
213
230
40
L’attività ospedaliera
3.3 c
Le informazioni di livello nazionale, e per aree geografiche, riportate di seguito
sono basate sull’ultima indagine Istat disponibile relativa alla Ospedalizzazione
dei pazienti affetti da disturbi psichici, condotta attraverso l’elaborazione delle
SDO e relative all’anno 2004. Sono descritti i ricoveri avvenuti per la presenza di
disturbi psichiatrici, indipendentemente dal fatto che questi siano stati effettuati
negli SPDC o in altri reparti ospedalieri, pubblici o privati.
Le informazioni di carattere regionale, elaborate dall’Osservatorio Epidemiologico
Regionale, sono basate sui dati SDO riferiti agli anni 2001-2007.
45
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.3 / LE ATTIVITÀ
Nel 2004, il tasso di ricovero per disturbi psichici (numero di dimissioni
per 100.000 residenti) era, in Sardegna, più elevato del resto del Paese,
in particolare nelle età più anziane (sopra i 75 anni) e in quelle più giovani
(sotto i 18 anni).
Ricoveri ospedalieri per disturbi psichici per 100.000 residenti
[ anno 2004 ]
Elaborazione dati Istat
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Con riferimento alla tipologia dei disturbi psichici, la Sardegna presentava,
sempre nel 2004, un tasso di ricoveri più elevato rispetto a quello nazionale
per disturbi dell’umore, disturbi senili, organici e disturbi mentali indotti da
sostanze. Si osservano invece tassi inferiori per diagnosi di schizofrenia o altre
psicosi e disturbi d’ansia e di personalità. Con riferimento al tipo di reparto in
cui è avvenuto il ricovero, nel 2004 poco più di un terzo avviene in psichiatria
(36%), e una quota rilevante interessa i reparti di medicina (27%), neurologia
(20%) e geriatria (8%).
A fronte di un maggior tasso di ricovero si osserva, in Sardegna, una minore
durata media della degenza (rispetto alla media nazionale). Il divario tende ad
aumentare nel corso degli anni.
Degenza media (giorni) di ricovero ospedaliero
[ anni 1999 - 2005 ]
Elaborazione dati SDO - Ministero della Salute
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47
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.3 / LE ATTIVITÀ
I dati relativi alle SDO degli anni 2001-2007 mostrano una riduzione rilevante
del numero totale dei ricoveri effettuati per le principali patologie psichiatriche
nel complesso delle strutture ospedaliere delle ASL della Sardegna (pubbliche
e private accreditate): da 5.161 nell’anno 2001 a 4.428 nell’anno 2007.
Si può osservare che il maggior numero di ricoveri è dovuto ai disturbi
dell’umore (psicosi affettive) con oltre 1.500 ricoveri all’anno. Appaiono in
costante calo i ricoveri per disturbi nevrotici, dai circa 1.600 del 2001 ai circa
800 del 2007. La schizofrenia risulta essere causa di circa 800 ricoveri annui,
con un calo nel 2007 (662 ricoveri).
I ricoveri riconducibili ad altre patologie (psicosi non organiche e stati paranoidei, l’abuso/dipendenza da sostanze, dipendenza da alcol e disturbi di personalità) mostrano un andamento pressoché costante nel tempo. [ 4 ]
[ 4 ] I dati si riferiscono al complesso
delle strutture
ospedaliere della
Sardegna (pubbliche
e private accreditate), negli anni
2001-2007 (i dati
relativi al 2007 non
sono stati ancora
sottoposti a procedura di consolidamento e potrebbero
essere suscettibili di
lievi modifiche). Le
diagnosi riportate
seguono la classificazione internazionale
ICD dell’OMS.
Ricoveri per diagnosi psichiatrica in Sardegna
[ anni 2001 - 2007 ]
3.
Elaborazione dati SDO forniti dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale - Codifica ICD 9
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48
'%%'
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Nel 2007 i ricoveri negli SPDC della Sardegna sono stati 2.457, con una
progressiva riduzione del numero complessivo dal 2003 al 2007.
Il dato è coerente con il progressivo maggiore investimento nella attivazione
dei servizi territoriali.
Pur non trascurando la molteplicità di fattori che incidono sulla dinamica
dei ricoveri (oscillazioni temporali casuali, fattori culturali, sanitari, etc.),
si ritiene che il potenziamento dell’assistenza territoriale abbia giocato un ruolo
significativo; in ogni caso, la riduzione dei ricoveri è considerata nella letteratura
un possibile indicatore del miglioramento dell’assistenza extra-ospedaliera.
Ricoveri in SPDC in Sardegna
[ anni 2001 - 2007 ]
Elaborazione dati SDO forniti dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale
(%%%
'.*%
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49
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.3 / LE ATTIVITÀ
Anche i Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) , si sono ridotti, nel medesimo
arco temporale, sia in numero assoluto, da 403 a 287, sia in percentuale
rispetto ai ricoveri totali in SPDC (dal 15,16% all’11,68%).
Anche la riduzione dei TSO è un possibile segnale del miglioramento
della qualità degli interventi extra-ospedalieri.
TSO in percentuale sul totale dei ricoveri in SPDC in Sardegna
[ anni 2001 - 2007 ]
Elaborazione dati SDO forniti dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale
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TSO Ricovero disposto dal sindaco, in qualità
di autorità sanitaria locale, su richiesta
del medico, motivata dalla presenza
di una necessità urgente di trattamento
cui la persona non aderisce, in assenza
delle condizioni per un intervento territoriale
50
La situazione dei ricoveri in SPDC nelle diverse ASL della Regione appare eterogenea. Di seguito è riportato il tasso di ricoveri per 100.000 abitanti, distinto in
ricoveri volontari e obbligatori, nel 2007.
La ASL di Carbonia registra il più elevato ricorso all’SPDC, mentre la ASL di Lanusei registra il valore più basso. Il tasso di TSO per 100.000 abitanti più elevato
viene fatto registrare dalla ASL di Olbia, il più basso nella ASL di Cagliari.
Ricoveri in SPDC per 100.000 abitanti (volontari e TSO)
per ASL di residenza [ anno 2007 ]
Elaborazione dati SDO forniti dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale
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51
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
PARAGRAFO 3.3 / LE ATTIVITÀ
Per quanto riguarda la tipologia di disturbi alla base del ricovero in SPDC,
nella grande maggioranza dei casi si tratta di psicosi affettive per le quali
nel corso del 2007 si è registrato un incremento di ricoveri e di psicosi
schizofreniche per le quali al contrario si è registrato un lieve calo.
Risultano in calo anche i ricoveri con diagnosi di disturbo nevrotico.
Ricoveri psichiatrici in SPDC in Sardegna, per diagnosi
[ anni 2001/2007 ]
Elaborazione dati SDO forniti dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale - Codifica ICD 9
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Laboratorio teatrale
4.
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
CAPITOLO 4 / LE FONTI INFORMATIVE
LE FONTI INFORMATIVE
In questo rapporto vengono presentati i dati disponibili per gli anni 2004-2007
provenienti da diverse fonti. I dati relativi all’ospedalizzazione per patologie
mentali sono stati elaborati utilizzando le schede di dimissione ospedaliera (SDO).
La scheda SDO, istituita con decreto del Ministero della Sanità il 28 dicembre
1991, è lo strumento di raccolta delle informazioni relative ad ogni paziente
dimesso dagli istituti di ricovero pubblici e privati in tutto il territorio nazionale.
Le schede di dimissione vengono compilate dai medici che hanno avuto in cura
il paziente ricoverato e le informazioni raccolte e codificate sono trasmesse alle
Regioni e da queste al Ministero della Salute. La codifica delle informazioni di
natura clinica (diagnosi, interventi chirurgici e procedure diagnostico-terapeutiche), viene fatta utilizzando il sistema di classificazione internazionale delle
malattie ICD-9-CM.
I dati SDO utilizzati nel documento provengono dall’Osservatorio Epidemiologico
Regionale - Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale Regione
Sardegna e in particolare, per quanto riguarda il confronto con i dati nazionali,
dalla banca dati SDO del Ministero della Salute e dall’indagine Istat “L’ospedalizzazione di pazienti affetti da disturbi psichici” (2004).
I dati sulle condizioni di salute della popolazione sono tratti dall’indagine Istat
“Condizioni di salute, fattori di rischio e ricorso ai servizi sanitari” (2005). Questa
indagine, effettuata a cadenza quinquennale, rileva informazioni riguardanti lo
stato di salute dei cittadini, il ricorso ai principali servizi sanitari, i fattori di rischio
per la salute e i comportamenti legati alla prevenzione.
Lo studio ha interessato un campione costituito da circa 60.000 famiglie
intervistate presso la propria abitazione per quattro volte, con cadenza trimestrale, anche per tener conto di possibili variazioni stagionali, da rilevatori
comunali formati dall’Istat.
La costituzione del campione di famiglie è avvenuta attraverso un processo
di stratificazione a più stadi che ha tenuto conto di variabili geografiche,
socio-economiche e demografiche. Sui dati ottenuti sono state effettuate procedure di standardizzazione (necessarie per controllare differenze nella struttura
per età delle regioni che possono influire sulle tematiche di salute considerate),
e di deflazione (per correggere possibili distorsioni dovute all’utilizzo delle scale
di valutazione da parte dei soggetti).
L’indice di stato psicologico è stato ottenuto attraverso la somministrazione del
questionario SF 12 (tratto dalla versione più estesa SF 36), uno strumento largamente utilizzato a livello internazionale per la valutazione dello stato di salute
percepita e della qualità della vita. La scala consta di quattro ambiti relativi alla
salute fisica (attività fisica, ruolo e salute fisica, dolore fisico, salute generale) e
quattro relativi alla salute psichica (ruolo e stato emotivo, salute mentale, vitalità,
attività sociali). La sintesi dei punteggi consente di costruire due indici dello stato
di salute, uno riguardante lo stato fisico e uno riguardante lo stato psicologico.
Punteggi più alti corrispondono a una migliore percezione della propria salute. I
punteggi medi riportati sono da confrontare in termini relativi e anche differenze
di 0,5 punti sono da segnalarsi come significative. Punteggi molto bassi indicano
frequente disagio psicologico, importante disabilità sociale e personale dovuta a
problemi emotivi, giudizio sulla salute psicologica scadente.
55
I dati relativi al tasso di posti letto in SPDC a livello nazionale e alcuni confronti
sul tasso di personale adibito alla salute mentale provengono dalla Rilevazione
2001 del personale e strutture dei Dipartimenti di Salute Mentale effettuata
dal Ministero della Salute (Direzione Generale della Prevenzione) attraverso la
compilazione da parte delle ASL e dei rispettivi Dipartimenti di Salute Mentale
di un apposito questionario somministrato nel periodo che va dal novembre
2001 al luglio 2002.
I dati relativi alle persone seguite in carcere per problemi di salute mentale
nel 2007 in Sardegna sono stati forniti dai Dipartimenti di Salute Mentale
e delle Dipendenze (DSMD). Alcune informazioni sulla salute mentale in carcere
sono basate sui dati del Centro Elaborazioni Dati - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia e sono relativi alle caratteristiche della popolazione carceraria nel periodo 2004-2005.
I dati relativi alle strutture, all’attività territoriale e al personale adibito alla salute
mentale in Sardegna sono stati forniti dai DSMD.
I dati riguardanti il settore della dipendenza da sostanze non sono stati inclusi.
Per informazioni specifiche in questo ambito si rimanda al Rapporto regionale
sullo stato delle dipendenze in Sardegna, diffuso nel giugno 2008 e reperibile
anche sul sito www.sardegnasalute.it
56
Laboratorio di lettura
57
5.
58
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
CAPITOLO 5 / I PROVVEDIMENTI REGIONALI DI INDIRIZZO E
DI RIQUALIFICAZIONE DEI SERVIZI
I PROVVEDIMENTI REGIONALI DI INDIRIZZO E DI RIQUALIFICAZIONE DEI SERVIZI
• Delibera della Giunta Regionale Nº 45/22 del 2004
Costituzione della commissione regionale per la salute mentale
È costituita la commissione regionale per la salute mentale composta
dai direttori dei DSM e dai rappresentanti dei comuni, delle associazioni dei
familiari e degli utenti e delle cooperative sociali. La commissione ha compiti
di consulenza generale e di supporto all’Assessorato nella programmazione e
nella valutazione delle attività relative alla salute mentale.
• Delibera della Giunta Regionale Nº 38/19 del 2005
Progetto strategico di salute mentale - Linee di indirizzo per la riqualificazione delle strutture
È costituito il nucleo tecnico regionale composto da esperti qualificati in materia
di riqualificazione degli spazi dedicati alla salute mentale con il compito di
proporre interventi, azioni e dettagliati studi per migliorare la qualità esteticofunzionale degli ambienti deputati all’erogazione dei servizi di salute mentale. Il
piano di riqualificazione degli spazi per la salute mentale dovrà porre particolare
attenzione alla realizzazione di un’immagine decorosa e gradevole dei servizi
medesimi, indicando gli elementi comunicativi che devono possedere gli arredi
destinati a spazi collettivi e gli strumenti per la fruibilità da parte di persone con
disabilità ed anziani.
• Delibera della Giunta Regionale Nº 40/3 del 2005
Schema di Convenzione tra Regione Sardegna, Assessorato dell’Igiene
e Sanità e dell’Assistenza Sociale e il Provveditorato Regionale
dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna per l’organizzazione
del servizio relativo alla tutela della salute mentale in ambito penitenziario
Si approva lo schema di convenzione tra l’Assessorato dell’Igiene e Sanità
e dell’Assistenza sociale e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione
Penitenziaria della Sardegna per l’organizzazione del servizio relativo alla tutela
della salute mentale in ambito penitenziario. La convenzione permette
che i servizi di salute mentale promuovano interventi più efficaci e una presa
in carico globale della persona detenuta negli istituti penitenziari attraverso
visite specialistiche psichiatriche, prescrizione di terapia farmacologica, colloqui
di sostegno psicologico, promozione di programmi riabilitativi intra ed extra
carcerari, attivazione dei contatti con la famiglia e con il contesto di provenienza anche al fine di sostenere ogni azione utile a limitare il ricorso all’OPG.
• Delibera della Giunta Regionale Nº 23/29 del 2006
Presentazione di progetti d’intervento di cui alla LR 20/97 (art.3)
“Nuove norme inerenti provvidenze a favore di persone affette da patologie
psichiatriche” e all’art.9, comma 10 della LR 24 febbraio 2006 Nº 1.
Si stanziano € 7.000.000 per il finanziamento di progetti terapeutici riabilitativi
personalizzati a favore di persone con disturbo mentale. Il 20% dello stanziamento pari a € 1.400.000,00 è ripartito tra le ASL, sulla base della popolazione
residente, con destinazione vincolata ai Servizi di tutela della salute mentale,
per la realizzazione di progetti rivolti a utenti dei CSM che vivono situazioni
connotate da una o più delle seguenti condizioni: assenza di rete sociale,
isolamento, frequente abbandono del piano terapeutico, reiterati fallimenti
dei programmi precedenti, ripetuti ricoveri, rischio imminente di grave deriva
59
sociale e/o di reato. Il restante 80%, pari a € 5.600.000,00, è ripartito tra i
Comuni per progetti presentati in forma singola o associata nell’ambito dello
stesso Distretto sanitario e predisposti in forma congiunta con il servizio della
salute mentale della ASL competente per territorio.
• Delibera della Giunta Regionale Nº 35/6 del 2007
Progetto strategico salute mentale: linee d’indirizzo per l’organizzazione
dei Dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze
Il provedimento procede alla riqualificazione dei servizi di salute mentale
e delle dipendenze, definendo l’articolazione interna, l’organizzazione,
gli obiettivi, le funzioni del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze
(DSMD). Le indicazioni fornite con le linee di indirizzo per l’organizzazione
dei DSMD, si aggiungono e integrano quelle contenute nella DGR Nº30/38
del 2/8/2007 “Principi e criteri direttivi per l’atto aziendale delle aziende sanitarie locali - Approvazione definitiva”. Esse integrano, inoltre, le indicazioni
specificamente fornite per l’organizzazione ed il funzionamento dei Servizi
per le Dipendenze con la DGR. Nº12/3 del 27/3/2007 “Programma regionale
d’interventi nel settore delle dipendenze in attuazione del Piano regionale dei
servizi sanitari”. Il DSMD viene definito come la struttura operativa della ASL
finalizzata alla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione nel campo della salute
mentale e delle dipendenze e fornisce le indicazioni utili a garantire che i servizi
per la salute mentale e per le dipendenze operanti nella ASL costituiscano un
complesso organizzativo unico e coerente, evitando qualsiasi frammentarietà
e carenza di azioni e assicurando lo stretto coordinamento tra i servizi stessi.
• Delibera della Giunta Regionale Nº 49/28 del 2007
Progetto strategico salute mentale: interventi straordinari per la riqualificazione dell’offerta dei servizi
È ripartita la somma di € 4.850.000 a favore dei DSMD, per interventi straordinari di riqualificazione dell’offerta di servizi, all’interno dei progetti strategici
aziendali, per il perseguimento degli obiettivi del Piano regionale dei servizi
sanitari 2006-2008 sulla salute mentale quali: ampliamento dell’orario di
apertura dei CSM, promozione della presa in carico delle persone nei luoghi
di vita, riqualificazione delle strutture, percorsi di inserimento lavorativo e di
integrazione sociale.
• Delibera della Giunta Regionale Nº 51/38 del 2007
Finanziamento di progetti terapeutici riabilitativi personalizzati a favore
di persone con disturbo mentale
Anche per l’anno 2007 sono confermati gli stanziamenti previsti dalla DGR
23/29 del 30/5/2006 “Presentazione di progetti d’intervento di cui alla LR 20/97
(art. 3)”, “Nuove norme inerenti provvidenze a favore di persone affette da
patologie psichiatriche”, per la predisposizione di progetti riabilitativi personalizzati a favore di persone con disturbo mentale, destinando alle ASL la somma
di € 1.400.000 per progetti finalizzati al sostegno all’abitare, alla formazione e
all’inserimento lavorativo, alla socialità/affettività.
60
• Delibera della Giunta Regionale Nº 51/41 del 2007
Direttive per l’organizzazione degli interventi di emergenza-urgenza
in salute mentale
Le direttive per l’organizzazione degli interventi di emergenza-urgenza in salute
mentale precisano in particolare la necessità di:
• migliorare il livello di coordinamento ed integrazione fra le istituzioni
e professionalità (sanitarie e sociali) che intervengono nelle situazioni di crisi
• definire, in accordo con le istituzioni dell’emergenza e dell’ordine pubblico,
protocolli per la risposta adeguata all’emergenza e all’urgenza in psichiatria
• precisare le condizioni per l’attivazione dei provvedimenti di Accertamento
e Trattamento Sanitario Obbligatorio (ASO, TSO) alla persona in presenza
di disturbo mentale
• specificare e definire le funzioni e i compiti dei diversi referenti istituzionali
• delineare un modello operativo per la corretta e omogenea esecuzione
delle procedure su tutto il territorio regionale
• Delibera della Giunta Regionale Nº 57/3 del 2008
Attività sociosanitarie a carattere residenziale per le persone con disturbo
mentale. Adeguamento requisiti minimi, parametri di fabbisogno e sistema
di remunerazione
Il provvedimento fornisce indicazioni per la riorganizzazione e riqualificazione
della rete delle strutture residenziali, indicando:
• fabbisogno regionale di strutture residenziali a carattere socio-sanitario
per la salute mentale
• requisiti strutturali ed organizzativi richiesti per l’esercizio delle attività
socio-sanitarie residenziali
• modalità per la predisposizione del progetto terapeutico personalizzato
• sistema tariffario
• tempi e modalità di adeguamento
61
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
DELIBERE / TESTI INTEGRALI
DELIBERAZIONE Nº 45/22 DEL 4/11/2004
Oggetto: Costituzione della commissione regionale per la salute mentale.
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale riferisce che nell’ambito
dei servizi e degli interventi per la salute mentale si è verificato nella maggioranza delle regioni un cambiamento profondo e radicale, riferibile sia agli assetti
organizzativi dei servizi sempre più orientati verso pratiche a centralità territoriali
e il superamento di situazioni istituzionalizzanti, sia alle forme di collaborazione
stabilite con i servizi sociali e con le associazioni dei familiari e degli utenti
riconoscendone il ruolo attivo ed il valore fondamentale come risorsa di cura.
Gli obiettivi di salute, le priorità, le linee di indirizzo formulate nel Progetto
Obiettivo Nazionale “Tutela della Salute Mentale 1998-2000” hanno costituito
in questi anni un importante riferimento per operatori e servizi, per le attività
di prevenzione e riabilitazione dei disturbi mentali gravi promosse dalle regioni.
II Progetto Obiettivo ha delineato organicamente una nuova prospettiva di
cura, richiamando l’esigenza di mettere a punto trattamenti personalizzati, che
tengano conto della medicina basata su prove d’efficacia, dei carichi familiari,
di promuovere iniziative d’informazione, rivolte alla popolazione generale,
sui disturbi mentali gravi, con lo scopo di diminuire i pregiudizi e diffondere
atteggiamenti di maggior solidarietà; ha sollecitato i servizi a porsi in un atteggiamento attivo nei confronti della patologia e dei malati, in collaborazione
con le associazioni del volontariato.
L’Assessore riferisce che nella nostra regione il Progetto Obiettivo Nazionale
non è stato formalmente recepito.
Il documento programmatico di maggiore rilevanza è costituito dal Piano
regionale per l’assistenza psichiatrica per il triennio 1996-1998.
Nella prospettiva delineata dal piano regionale, si è avviata una svolta
nella realizzazione e nell’adeguamento delle strutture nel campo della salute
mentale, si è provveduto alla costituzione nelle Aziende USL dei Servizi di tutela
della salute mentale, con autonomia gestionale pari agli altri servizi sanitari,
alla definitiva chiusura degli Ospedali psichiatrici di Cagliari e Sassari, all’attivazione di nuovi Centri di Salute Mentale, di strutture residenziali e semiresidenziali, all’avvio di numerose attività formative e di riqualificazione del personale.
Attraverso I’utilizzo di risorse relative agli obiettivi prioritari del piano sanitario
nazionale sono stati finanziati tre progetti che riguardano il Sistema informativo
sulla salute mentale, la formazione degli operatori, I’inserimento lavorativo
dei sofferenti mentali gravi. Dopo la chiusura degli Ospedali psichiatrici di
Cagliari e Sassari, l’approvazione la prima attuazione del Piano regionale,
è iniziata una lunga fase di “sostanziale stagnazione”, di inadempienze rispetto
a sopraggiunte disposizioni nazionali, a ritardi nell’attuazione dei citati progetti:
non si è provveduto alla modifica della normativa regionale in vigore, al fine
di istituire i Dipartimenti di Salute Mentale, come previsto dal Progetto obiettivo
nazionale e dal Piano regionale. La legge regionale N° 5/95, art. 11, stabilisce,
infatti, che le funzioni sanitarie dell’Azienda Usl siano svolte attraverso
due unici Dipartimenti, il Dipartimento della prevenzione ed il Dipartimento
di diagnosi e cura e riabilitazione; alcune Asl (Olbia, Lanusei, Sanluri) sono privi
di Servizi psichiatrici di diagnosi e cura e pertanto i pazienti che necessitino di
trattamenti medici in ambiente ospedaliero devono essere condotti in presidi
spesso distanti, e ciò ha ulteriori effetti negativi sulla successiva presa in carico
63
da parte dei servizi territoriali; il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cagliari
deve far fronte, con una dotazione di 27 posti letto, alle emergenze psichiatriche di una popolazione di circa 630.000 abitanti. Il Progetto obiettivo nazionale
prevede 1 posto letto ogni 10.000 abitanti; il piano per I’assistenza psichiatrica
ha previsto I‘istituzione nella Asl 8 di tre Servizi e di un ulteriore Servizio nella Asl
di Sanluri; è elevata la frequenza dei Trattamenti sanitari obbligatori rispetto ai
ricoveri volontari e il ricorso a misure di contenimento fisico; secondo la rilevazione su “Personale e strutture dei Dipartimenti di salute mentale”, compiuta
nel 2001 dal Ministero della salute i Centri di salute mentale hanno orari medi
di apertura giornaliera pari a 7,7 molto inferiore allo standard di 12 ore giornaliere individuato dal Progetto obiettivo e alla media delle regioni
(10, 5); sono stati istituiti appena 6 Centri diurni, con uno dei tassi più bassi
tra le regioni italiane: secondo la stessa rilevazione del Ministero della salute,
il tasso regionale è pari a 0,54 ogni 150.000 abitanti superiore solo a quello
rilevato in Molise e nella provincia di Bolzano e nettamente inferiore al valore
medio nazionale (pari a 1,59). L ‘orario medio di apertura è pari a 6,1 ore giornaliere contro una media nazionale del 6,9; la Sardegna dispone di un numero
rilevante di strutture residenziali a gestione diretta alcune delle quali ad alto
livello qualitativo, un numero molto elevato presentano dotazioni di personale
insufficiente in termini numerici e nell’articolazione delle figure professionali;
L’apporto dato dal privato sociale è spesso non sufficientemente qualificato,
mancano valutazioni sistematiche in ordine all’efficacia dei programmi terapeutici perseguiti; non è presente una differenziazione delle comunità rispetto alla
intensità delle cure - alta, media, ridotta - fornite per far fronte a differenziate
esigenze assistenziali dell’utenza; è necessario ridurre gli inserimenti di pazienti
sardi in strutture residenziali della penisola (65 inserimenti al 31/12/2001);
il sistema delle autorizzazioni delle comunità psichiatriche, delle verifiche e dei
controlli sull’attività delle stesse, richiede un ampia rivisitazione e un più organico utilizzo di competenze tecniche; appare molto debole il coordinamento tra
gli interventi promossi dalle Asl e le attività degli enti locali indirizzati ai sofferenti mentali, principalmente in base alla legge regionale N° 15/92 e successive
modificazioni e complessivamente, non risulta valorizzato il ruolo del comune
nella definizione di politiche innovative; sono pressoché assenti attività organiche di prevenzione, di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, con il coinvolgimento della scuola, delle associazioni. Il dato medio regionale, tra I’altro, non
evidenzia i gravi squilibri presenti nel territorio regionale, la presenza di Asl con
operatività soddisfacenti ed estese aree territoriali prive di qualsiasi servizio.
L’Assessore ritiene che per assicurare uno sviluppo adeguato del settore
sia necessario formulare nuove linee di indirizzo e di programmazione avvalendosi organicamente dei soggetti operanti nel suo ambito, prevedendo il coinvolgimento delle famiglie e delle associazioni dei volontariato e di mutuo aiuto,
dei comuni. Propone, a tal fine, la costituzione di una Commissione regionale
per la salute mentale che avrà compiti di consulenza generale e sarà di
supporto all’Assessorato nella programmazione e nella valutazione delle attività
relative alla salute mentale.
La commissione è presieduta dall’Assessore dell’Igiene e Sanità e Assistenza
sociale o da un suo delegato e sarà composta:
64
• dai responsabili degli otto Servizi della tutela della Salute Mentale
delle Aziende USL;
• da due rappresentanti dei comuni, designati dalla delegazione regionale
dell’Associazione nazionale dei comuni d’Italia;
• da due rappresentanti delle associazioni dei familiari e degli utenti
maggiormente rappresentative;
• da un rappresentante di associazioni o cooperative di privato sociale operanti
nel campodella salute mentale.
La Giunta regionale, sentite le proposte formulate dall’Assessore dell’Igiene,
Sanità e Assistenza sociale, constatato che il Direttore Generale ha espresso
parere favorevole di legittimità sulle proposte in esame, le approva e
DELIBERA
in conformità.
Letto, confermato e sottoscritto
Il Direttore Generale
F. to Duranti
p. Il Presidente
F. to Pigliaru
65
DELIBERAZIONE Nº 38/19 DEL 2/8/2005
Oggetto: Progetto strategico di salute mentale - Linee di indirizzo
per la riqualificazione delle strutture.
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale riferisce che ha preso
avvio il graduale rinnovamento dell’offerta dei servizi relativi alla salute mentale.
La salute mentale è fondamentale nel sostenere qualità di vita e capacità
produttive dei singoli, delle famiglie, delle comunità: la condizione di benessere
mentale aiuta le persone a dare significato alla propria vita, ad utilizzare le
proprie capacità e a essere cittadini attivi. L’obiettivo prioritario delle politiche
di salute mentale è quello di migliorare la condizione di benessere delle
persone, sostenendo le loro stesse risorse, rinforzando la loro capacità di far
fronte alle difficoltà ed aumentando la presenza di fattori protettivi esterni.
Per rendere i servizi di salute mentale in grado di far fronte a tale compito
si è avviato un processo che ha come obiettivo la riorganizzazione dei servizi
stessi sulla base dei valori, dei principi, e delle pratiche definiti nella “Dichiarazione sulla Salute mentale per l’Europa” e nel “Piano d’Azione” sottoscritti da
tutti i Governi europei nella conferenza promossa dall’OMS a Helsinki il 12-15
gennaio 2005. A tal fine, l’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza
sociale ha attivato la cooperazione con il Centro Collaboratore di Trieste,
individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità quale centro leader
per lo sviluppo dei Servizi di salute mentale territoriali in Europa.
Per accompagnare e sostenere gli operatori nel percorso di rinnovamento
è stato inoltre predisposto un ampio progetto di formazione rivolto a tutto
il personale impegnato nell’ambito della salute mentale, finalizzato a sviluppare
conoscenze e abilità tali da consentire loro di agire in modo armonico rispetto
alle necessità di presa in carico delle persone con disturbo mentale.
Una ulteriore leva per favorire e rinforzare il processo di trasformazione consiste
nel migliorare le forme dell’accoglienza e le condizioni di lavoro degli operatori.
A tale proposito appare necessario ed urgente qualificare gli spazi, i luoghi
e gli arredi dove le persone con disturbo mentale vivono e vengono curate.
Superare la grave trascuratezza ed il degrado di molti spazi e strutture dedicati
alla salute mentale è un passaggio fondamentale per l’umanizzazione
dei servizi, ovvero per l’adozione di un approccio volto al “prendersi cura”
della persona nella sua globalità, nelle sue molteplici dimensioni biologica,
fisica, psicologica e sociale. In particolare, la qualificazione degli spazi
e la loro trasformazione in luoghi gradevoli, progettati e ricchi di contenuti
simbolici contribuisce a togliere il marchio della miseria e dell’emarginazione
a ciò che attiene le persone con disturbo mentale, favorendo anche negli
operatori la consapevolezza di svolgere un compito strategico per il benessere
dell’intera collettività.
A tal fine l’Assessore propone di istituire un nucleo tecnico con il compito di
proporre interventi, azioni e dettagliati studi per migliorare la qualità esteticofunzionale degli ambienti deputati all’erogazione dei servizi di salute mentale;
sulla base delle valutazioni compiute si stilerà un piano di riqualificazione
regionale. Il piano di riqualificazione degli spazi per la salute mentale porrà
67
particolare attenzione alla realizzazione di un’immagine decorosa e gradevole
dei servizi medesimi, indicando gli elementi comunicativi che devono possedere
gli arredi destinati a spazi collettivi e gli strumenti per la fruibilità da parte di
persone con disabilità ed anziani; la riqualificazione terrà particolare conto dei
principi della sostenibilità ambientale.
Tutto ciò premesso, la Giunta regionale, condividendo quanto rappresentato e
proposto dall’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale e constatato che il Direttore Generale ha espresso parere favorevole di legittimità sulla
proposta in esame.
DELIBERA
• di costituire, per i motivi indicati in premessa, il nucleo tecnico regionale per
la riqualificazione degli spazi per la salute mentale. Tale nucleo sarà costituito
con decreto dell’Assessore dell’Igiene e sanità e dell’Assistenza sociale e sarà
composto da esperti qualificati in materia.
Non è previsto alcun compenso per la partecipazione al nucleo tecnico, fatti
salvi eventuali rimborsi per spese di viaggio;
• di dare atto che il piano di riqualificazione regionale degli spazi per la salute
mentale verrà finanziato con le risorse del Programma operativo regionale (Por)
Sardegna Misura 5.2 “Qualità della vita nelle città: miglioramento dell’offerta di
servizi sociali, assistenziali e sanitari”.
Il Direttore Generale
Fulvio Dettori
68
Il Presidente
Renato Soru
Corso di scrittura
69
70
DELIBERAZIONE N° 40/3 DEL 26/8/2005
Oggetto: Schema di Convenzione tra Regione Sardegna, Assessorato
dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale e il Provveditorato Regionale
dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna per l’organizzazione
del servizio relativo alla tutela della salute mentale in ambito penitenziario.
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale riferisce che il decreto
ministeriale 21 aprile 2000 “Approvazione del Progetto obiettivo per la tutela
della salute in ambito penitenziario” prevede che l’attività di tutela e promozione della salute mentale negli istituti penitenziari sia coordinata dal Dipartimento della salute mentale del territorio di appartenenza, individuando una
apposita articolazione organizzativa al fine di assicurare la continuità terapeutica
alle persone detenute con disturbo mentale già seguite dai servizi di salute
mentale e la presa in carico di nuovi casi emersi nel corso della carcerazione.
Da un’indagine condotta dall’Amministrazione penitenziaria emerge che quasi
il 40% della popolazione reclusa negli istituti della regione presenta un disturbo
mentale. L’assenza di un’adeguata risposta a tali problematiche determina
il frequente ricorso agli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, anche per trattamenti
di osservazione; la Sardegna è la regione che più di ogni altra utilizza gli OPG:
la presenza media di cittadini sardi è doppia rispetto a quella di tutte le altre
regioni italiane.
In Sardegna solo due Aziende USL, l’ASL 7 e l’ASL 4, hanno stipulato una
convenzione con l’istituto di pena ricadente nel loro territorio.
L’Assessore ritiene urgente che i Servizi di salute mentale promuovano interventi
più efficaci e una presa in carico globale della persona detenuta negli istituti
penitenziari attraverso visite specialistiche psichiatriche, prescrizione di terapia
farmacologica, colloqui di sostegno psicologico, promozione di programmi
riabilitativi intra ed extra carcerari, attivazione dei contatti con la famiglia
e con il contesto di provenienza anche al fine di sostenere ogni azione utile
a limitare il ricorso all’Ospedale psichiatrico giudiziario.
Affinché tale presa in carico possa essere messa in atto appare necessario
riorganizzare il servizio relativo alla tutela della salute mentale delle persone
detenute, disciplinando e rendendo omogeneo su tutto il territorio regionale
il rapporto fra Servizi di Tutela della salute mentale e Istituti penitenziari.
L’Assessore propone a tal fine l’approvazione dello schema di convenzione
allegato alla presente deliberazione, e di cui è parte integrante, che è stato
elaborato sulla base degli approfondimenti effettuati da un gruppo tecnico
composto da personale dell’Assessorato, dell’Amministrazione penitenziaria
e del Tribunale di sorveglianza.
L’Assessore propone di destinare per l’anno 2005 l’importo di € 150.000 al fine
di sostenere l’avvio dell’organizzazione dei servizi di tutela della salute mentale
prevista dalla presente convenzione. Tali fondi verranno ripartiti fra le Asl con
successivo provvedimento amministrativo, tenendo conto della presenza in
ciascun ambito territoriale di Istituti penitenziari e della relativa popolazione
71
carceraria. La Giunta regionale, condividendo la proposta dell’Assessore
dell’Igiene, Sanità e dell’Assistenza Sociale e constatato che il Direttore generale
ha espresso parere favorevole di legittimità sulla proposta in esame
DELIBERA
• di approvare lo schema di convenzione tra l’Assessorato dell’Igiene e Sanità
e dell’Assistenza sociale e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna per l’organizzazione del servizio relativo alla tutela della
salute mentale in ambito penitenziario, che si allega alla presente deliberazione
e di cui è parte integrante;
• di destinare per l’anno 2005, al fine di sostenere l’avvio dell’organizzazione
dei servizi di tutela della salute mentale prevista dalla presente convenzione,
l’importo di € 150.000 che graverà
sull’UPB S 12.009 Capitolo 12028-00 del Bilancio Regionale 2005.
• di ripartire tale importo fra le ASL con successivo provvedimento amministrativo, tenendo conto della presenza in ciascun ambito territoriale di Istituti
penitenziari e della relativa popolazione carceraria;
• di dare mandato all’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale
di porre in essere ogni provvedimento attuativo del presente atto, compresa
la sottoscrizione della convenzione.
Il Direttore Generale
Fulvio Dettori
Il Presidente
Renato Soru
Allegato alla deliberazione Nº 40/3 del 26/8/2005
Convenzione tra la Regione Sardegna, Assessorato dell’Igiene e Sanità e
dell’Assistenza Sociale e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione
Penitenziaria della Sardegna per l’organizzazione del servizio relativo alla
tutela della salute mentale in ambito penitenziario.
Si conviene e si stipula la seguente convenzione:
Art. 1 - Oggetto
L’Azienda USL nell’ambito dei compiti di tutela della salute che le sono propri
assicura, attraverso il Servizio di tutela della salute mentale (Centro di salute
mentale), tutte le prestazioni specialistiche in favore delle persone detenute
ed internate nell’istituto penitenziario, nell’osservanza dei Livelli essenziali
di assistenza disciplinati dallo Stato e dalla Regione, con lo scopo di:
1. promuovere la tutela della salute mentale negli istituti stessi per tutte le persone
detenute indipendentemente dalla posizione giuridica e senza distinzione
di nazionalità così come previsto dall’art.1 del D.L. 230 del 1999;
organizzare una continuità terapeutica per tutte le persone detenute con
72
2. disturbo mentale già seguite dai servizi di salute mentale e farsi carico di nuovi
casi psichiatrici emersi nel corso della carcerazione;
promuovere il coinvolgimento di tutte le professionalità a vario titolo presenti
3. all’interno dell’Istituto (personale di Polizia Penitenziaria, assistenti sociali, educatori, infermieri, psicologi, medici) in un progetto di intervento sull’intero sistema
dell’Istituto diretto a promuovere il benessere psichico;
promuovere ogni azione utile a limitare il ricorso all’Ospedale Psichiatrico
4. Giudiziario. Nel rispetto del principio della leale collaborazione fra istituzioni
l’Azienda Usl osserva la normativa vigente in materia e le disposizioni attuative
della stessa.
Art. 2 - Compiti del Servizio di tutela della salute mentale
(Centro di salute mentale)
Gli operatori autorizzati a svolgere attività di salute mentale all’interno dell’Istituto svolgono i compiti di presa in carico del paziente attraverso visite specialistiche psichiatriche, prescrizione di terapia farmacologica, interventi psicologici,
colloqui di sostegno, visite di altre figure professionali, attivazione di programmi
riabilitativi intra ed extra carcerari, integrazione con altri servizi sanitari e sociali.
Favoriscono inoltre i contatti con la famiglia e con il contesto di provenienza.
Essi partecipano, altresì, alla realizzazione di attività di prevenzione del comportamento suicidario, ad attività di rilevazione epidemiologica ed alla predisposizione di programmi utili in caso di concessione di eventuali misure alternative
alla detenzione.
Il Servizio tutela della salute mentale (Centro di salute mentale) articola il proprio
intervento coordinandosi con le altre aree dell’assistenza sanitaria nella struttura
penitenziaria (tossicodipendenze e HIV).
Art. 3 - Accesso
L’Azienda Usl fornisce alla Direzione dell’Istituto un elenco degli operatori
addetti agli interventi di cui all’art. 2. La Direzione dell’Istituto autorizza l’accesso
degli operatori di cui all’elenco e per gravi e comprovati motivi di sicurezza può
non rilasciare o revocare l’autorizzazione con comunicazione motivata alla Asl.
L’elenco aggiornato degli operatori del Servizio di tutela della salute mentale
viene comunicato all’atto dell’avvio della convenzione. Eventuali sostituzioni
e/o integrazioni di operatori verranno segnalate tempestivamente.
Art. 4 - Modalità operative
Il Medico dell’Amministrazione Penitenziaria, dopo la visita generale di primo
ingresso prevista dall’art.11 comma 5 L. 26 luglio 1975 N° 354, o dopo la visita
giornaliera agli ammalati o di coloro che ne abbiano fatto richiesta prevista
dai commi 6 e 7 dello stesso articolo e, comunque, in qualsiasi caso di sospetto
di disturbo psichiatrico, segnala il caso al Servizio di salute mentale per la presa
in carico, ed assume gli altri provvedimenti nel rispetto delle norme concernenti
l’assistenza psichica, la sanità mentale, e le norme della presente convenzione.
Gli operatori si impegnano ad eseguire di norma le visite e le prestazioni presso
l’ambulatorio dell’Istituto o altro luogo da concordare con la Direzione, salvo
i casi in cui si rendano necessarie, per ragioni cliniche, l’effettuazione della visita
e delle altre prestazioni direttamente nell’ambiente di vita della persona dete-
73
nuta o in altro ambiente idoneo e semprechè ciò sia tecnicamente eseguibile.
Art. 5 - Organizzazione
Il Servizio tutela della salute mentale (Centro di salute mentale) impegna
un’équipe multiprofessionale, che dedicherà a tale servizio una quota oraria
definita dalle parti sulla base delle esigenze della popolazione detenuta negli
istituti penitenziari. In fase di prima applicazione della presente convenzione,
il Servizio si impegna a garantire una disponibilità minima in grado di assicurare
una presenza almeno settimanale.
Di regola ogni intervento all’interno del carcere sarà effettuato da non più
di due operatori del servizio per volta.
Il Servizio tutela della salute mentale (Centro di salute mentale) provvederà
alle necessità di cura e di assistenza di tutti i detenuti ristretti nell’Istituto
che ricade nel suo territorio di riferimento. Nei confronti dei detenuti provenienti da altro istituto penitenziario o che, prima della carcerazione risiedevano
in territori diversi da quello in cui è situato l’Istituto di appartenenza, il Centro
di salute mentale competente assicura la piena continuità terapeutica
ed assistenziale attraverso un costante raccordo con le strutture sanitarie che
avevano precedentemente in carico il paziente ovvero che lo riceveranno
all’atto della dimissione dall’Istituto penitenziario. Il Servizio assicura le urgenze
e predispone le reperibilità. La disponibilità e l’accessibilità dei servizi in carcere
si articola con le stesse modalità attivate nel Servizio tutela della salute mentale
(Centro di salute mentale) nei limiti di quanto disposto dall’art.3 della presente
convenzione. Le prestazioni di psichiatria forense sono ricomprese tra
le attività del Servizio tutela della Salute Mentale, il quale ne regola con
apposita successiva convenzione i rapporti con l’Autorità Giudiziaria. Eventuali
compensi verranno corrisposti al Servizio tutela della Salute Mentale.
•
•
•
•
•
Art. 6 - Compiti dell’Istituto Penitenziario
La Direzione dell’Istituto Penitenziario:
assicura l’accesso degli operatori della Salute Mentale e ne favorisce la relazione
terapeutica con la persona detenuta;
si impegna a dar corso alle indicazioni terapeutiche suggerite dagli operatori dei
Servizi tutela della salute mentale (Centro di salute mentale);
si impegna a concordare con gli operatori del Servizio tutela della salute
mentale (Centro di salute mentale), per ogni singolo caso, i tempi e i modi della
presa in carico e si impegna ad attivare la collaborazione del personale sanitario
e di Polizia Penitenziaria;
si impegna a tenere informati, nei limiti delle disposizioni di legge, gli operatori
della Salute Mentale di eventuali trasferimenti, sempre che non ostino motivi
di sicurezza, o dimissioni riguardanti la persona detenuta in carico e di altri
interventi giuridici e sociosanitari in atto.
qualora la persona detenuta rifiuti il rapporto con gli operatori del Servizio
della tutela della salute mentale, si impegna a facilitare tutte quelle azioni che
consentano agli operatori stessi di stabilire o ristabilire un rapporto terapeutico,
anche mediante il Trattamento Sanitario Obbligatorio ove ricorrano i presupposti di legge, garantendo adeguati livelli di sicurezza.
La Direzione dell’istituto ha facoltà, in caso d’assoluta urgenza, di sospendere
74
l’autorizzazione all’ingresso degli operatori dell’Azienda sanitaria: le motivazioni
della sospensione dovranno essere rappresentate al responsabile del Servizio
di tutela della salute mentale. I medici incaricati in organico all’Amministrazione
penitenziaria e gli altri sanitari comunque operanti all’interno dell’istituto
penitenziario collaborano con il Servizio di Salute Mentale.
Art. 7 - Disposizioni finali
L’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale e il Provveditorato
regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Sardegna promuovono
con spirito di leale collaborazione iniziative di formazione, aggiornamento
e sensibilizzazione nei confronti di tutti gli operatori coinvolti nell’attuazione
della presente convenzione. La presente convenzione decorre, a tutti gli effetti,
dal trentesimo giorno successivo alla data della sottoscrizione e ad essa sarà
data attuazione con la necessaria gradualità rapportata alle esigenze delle
parti e ai bisogni prioritari degli assistiti. Al fine di garantire la corretta attuazione di quanto previsto nella presente convenzione e di suggerire eventuali
adeguamenti, le parti concordano di istituire un tavolo tecnico paritetico
composto da un magistrato designato dalla Corte d’Appello e da un rappresentante del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria
e due componenti designati dall’Assessorato individuati tra i dipendenti
dell’Amministrazione regionale o delle Aziende sanitarie.
L’Assessore Regionale dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale
Il Provveditore Regionale dell’Amministrazione penitenziaria
75
DELIBERAZIONE Nº 23/29 DEL 30/5/2006
Oggetto: Presentazione di progetti d’intervento di cui alla LR 20/97 (art. 3)
“Nuove norme inerenti provvidenze a favore di persone affette da patologie
psichiatriche” e all’art. 9, comma 10 della LR 24 febbraio 2006 Nº1.
€ 7.000.000 UPBS 12068 capitolo 12252 FR.
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale riferisce che l’art. 3
della LR 30 maggio 1997, Nº 20 prevede che gli enti locali interessati all’organizzazione di attività indirizzate alle persone affette da patologie psichiatriche
predispongano progetti d’intervento, in collaborazione con i Servizi di Tutela
della Salute Mentale competenti per territorio.
Tali disposizioni sono state integrate dall’art. 9 comma 10 della legge regionale
Nº 1 del 24 febbraio 2006 che dispone che il 20% delle risorse destinate agli
interventi citati siano attribuite direttamente alle Aziende USL interessate, per la
predisposizione e la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi personalizzati
a favore di persone con disturbo mentale.
Le citate disposizioni, sulla base del D.P.C.M. 14 febbraio 2001, configurano
due tipologie d’intervento:
A. prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, di competenza delle Aziende Usl, finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione, all’individuazione, rimozione
e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie, contribuendo alla
partecipazione alla vita sociale e alla espressione personale. Si tratta di interventi
riabilitativi ad alta intensità terapeutica, di durata breve e definita;
B. prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, di competenza dei Comuni, con l’obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno, di favorire l’inserimento sociale
di soggetti affetti da disabilità psichica. Tale tipologia comprende interventi
di minore intensità terapeutica, ma che richiedonouna presa in carico della
persona con disturbi mentali nella fase post-acuta, e l’inserimento in programmi
assistenziali personalizzati di medio o lungo periodo.
Le due tipologie d’intervento devono risultare profondamente integrate
prevedendo nella formulazione dei progetti gli specifici contributi che il Comune
e l’Azienda Usl devono assicurare alla realizzazione degli obiettivi terapeutici
e riabilitativi individuati. Nel caso di pazienti che presentano un’evoluzione
della patologia di lungo termine deve essere assicurata la massima continuità
tra il progetto avviato dall’Azienda Usl e il successivo progetto dei Comuni,
singoli o associati, volto al consolidamento dell’inclusione nel contesto sociale
di appartenenza delle persone con disturbo mentale. Allo stesso tempo,
i progetti di competenza del Comune singolo o associato devono essere predisposti con modalità flessibili, offrendo l’opportunità ai Centri di salute mentale
di inserire utenti anche in progetti avviati, modificare le modalità d’inserimento
del singolo utente in relazione all’emergere di nuove condizioni cliniche.
La programmazione dei suddetti interventi è definita nell’ambito del processo
di elaborazione del Plus. Per il corrente anno, transitoriamente, i singoli progetti
sono predisposti dalle Aziende Usl o dai Comuni singoli o associati individuando
77
modalità di coordinamento e di integrazione e indicando specificatamente i
contributi che ciascun ente intende assicurare alla realizzazione degli stessi.
Gli interventi di cui al punto A, le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, sono
promossi, in attesa della costituzione dei Dipartimenti di Salute mentale, dai
Servizi di Tutela della Salute Mentale, i quali dovranno predisporre progetti
individuali o per piccoli gruppi con esigenze terapeutiche comuni.
Il progetto terapeutico riabilitativo personalizzato mira prioritariamente alla
prevenzione di nuove forme di istituzionalizzazione e potenzia nel contempo
pratiche innovative mediante una chiara identificazione delle azioni, delle risorse
da impiegare, degli obiettivi da raggiungere, in un ottica di forte personalizzazione degli interventi. In particolare, il progetto dovrà contenere una puntuale
analisi della situazione dell’utente, effettuare una ricognizione delle risorse
impegnate derivanti dalle citate leggi regionali nonché delle risorse proprie
della famiglia e delle rete informale, definire gli obiettivi, le azioni e i tempi per
conseguirli, individuare i soggetti coinvolti, stabilire le modalità di collaborazione e coordinamento nonché i tempi di verifica ed infine vincolare i soggetti
coinvolti nell’attuazione del progetto.
I progetti dovranno essere rivolti a utenti dei Centri di Salute Mentale che
vivono situazioni connotate da una o più delle seguenti condizioni:
•
•
•
•
•
•
assenza di rete sociale;
isolamento;
frequente abbandono del piano terapeutico;
reiterati fallimenti dei programmi precedenti;
ripetuti ricoveri;
rischio imminente di grave deriva sociale e/o di reato.
I progetti (ad alta intensità terapeutica, di durata breve e definita) sono volti a:
• attivare percorsi di emancipazione ed inclusione sociale, con particolare
riferimento allo sviluppo di autonomie personali, abilità e competenze sociali
mediante attività di abilitazione, formazione, aggregazione e socializzazione;
• incentivare e sostenere l’abitare anche attivando e supportando gruppi
di convivenza attraverso l’utilizzo delle risorse presenti nel territorio;
• offrire supporti flessibili alla domiciliarietà per favorire la permanenza
della persona nel contesto naturale di vita;
• promuovere inserimenti lavorativi anche mediante borse di formazione lavoro
e di tirocini lavorativi con contributo economico incentivante;
• favorire e supportare le attività formative anche mediante l’attivazione di tirocini
lavorativi con contributo economico incentivante;
• incentivare e sostenere gli affidi familiari;
• favorire l’attivazione di percorsi di auto mutuo aiuto;
• promuovere e supportare la partecipazione ad attività espressive, culturali
e artigianali.
78
Il progetto deve essere predisposto dall’equipe del Centro di Salute Mentale,
in coerenza con le linee di indirizzo del Servizio di Tutela della Salute Mentale,
e approvato dal Responsabile del Servizio stesso, prevedendo specificatamente
le modalità di collaborazione e coordinamento con il Comune di residenza
dell’utente.
Gli interventi di cui al punto B, prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, sono affidati ai Comuni che dovranno predisporre progetti rivolti a soggetti con disabilità
stabilizzata, onde contrastare la cronicità e la marginalità e favorire l’emancipazione, assicurando la massima continuità con i progetti avviati dall’Azienda Usl.
I progetti, a minore intensità terapeutica rispetto ai progetti avviati
dalle Aziende Usl, ma che richiedono una presa in carico della persona
con disturbi mentali nella fase post-acuta, e l’inserimento in attività assistenziali
personalizzate di medio o lungo periodo, devono essere finalizzati al reinserimento o al mantenimento nel contesto sociale di appartenenza delle persone
con disturbo mentale, attraverso:
• l’attivazione di percorsi di emancipazione e inclusione sociale mediante attività
socializzanti, sostegno educativo o inserimento lavorativo;
• il sostegno all’abitare anche attivando e supportando gruppi di convivenza
attraverso l’utilizzo delle risorse abitative presenti nel territorio;
• l’offerta di supporti assistenziali flessibili alla domiciliarietà;
• l’incentivazione degli inserimenti lavorativi mediante borse lavoro;
• l’incentivazione e il supporto alle attività formative anche mediante l’attivazione
di tirocini lavorativi con contributo economico incentivante;
• l’incentivazione e il sostegno degli affidi familiari;
• reinserimento nel contesto sociale dei soggetti attualmente inseriti in strutture
socio- assistenziali.
L’Assessore propone di destinare la somma complessiva di € 7.000.000,
con un incremento di circa il 7% rispetto all’annualità precedente,
al finanziamento dei progetti citati:
• il 20% dello stanziamento è ripartito tra le Aziende USL., sulla base della
popolazione residente, con destinazione vincolata, in attesa della costituzione
dei Dipartimenti di Salute Mentale, ai Servizi di Tutela della Salute Mentale per
la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi. Al fine di assicurare il monitoraggio delle azioni avviate, i Servizi di Tutela della Salute Mentale trasmettono semestralmente una relazione sull’andamento dei progetti, sui risultati
intermedi e finali raggiunti. Con le stesse modalità, i Comuni, congiuntamente
ai Servizi di Tutela della Salute Mentale, comunicano al Servizio competente
dell’Assessorato i risultati osservati nelle persone con disturbo mentale inseriti
in progetti di competenza dell’ente locale;
• Il restante 80% è ripartito tra i Comuni sulla base dei progetti valutati ammissibili dal citato Servizio dell’Assessorato. I progetti dovranno essere presentati
in forma singola o associata da Comuni compresi nell’ambito dello stesso
Distretto sanitario e predisposti in forma congiunta con il Servizio di Tutela
della Salute Mentale competente per territorio, il quale assicura la continuità
79
della presa in carico. Tali progetti dovranno pervenire a questo Assessorato
entro il 31 luglio 2006.
La Giunta regionale, condividendo la proposta dell’Assessore dell’Igiene e Sanità
e dell’Assistenza Sociale e constatato che il Direttore Generale ha espresso
parere favorevole di legittimità sulla proposta in esame
DELIBERA
• di destinare la somma complessiva di € 7.000.000 al finanziamento dei progetti
di intervento di cui alla LR 20/97 (art. 3) e all’art. 9, comma 10 della LR 24
febbraio 2006 Nº 1, così distinta:
• il 20% dello stanziamento è ripartito tra le Aziende Usl, sulla base
della popolazione residente, con destinazione vincolata ai Servizi di tutela
della salute mentale, per la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi.
I progetti predisposti dalle Aziende Usl dovranno essere rivolti a utenti dei
Centri di salute mentale che vivono situazioni connotate da una o più delle
seguenti condizioni: assenza di rete sociale, isolamento, frequente abbandono del pianoterapeutico, reiterati fallimenti dei programmi precedenti,
ripetuti ricoveri,rischio imminente di grave deriva sociale e/o di reato;
• il restante 80% è ripartito tra i Comuni sulla base dei progetti ritenuti
ammissibili dal Servizio competente dell’Assessorato. I progetti dovranno
essere presentati in forma singola o associata da Comuni compresi nell’ambito dello stesso Distretto sanitario e predisposti in forma congiunta con
il Servizio di Tutela della Salute Mentale dell’Azienda Usl competente per
territorio. Tali progetti dovranno pervenire a questo Assessorato entro il 31
luglio 2006;
Al fine di assicurare il monitoraggio delle azioni avviate, i Servizi di Tutela
della Salute Mentale delle Aziende Usl, trasmettono semestralmente una
relazione sull’andamento dei progetti, sui risultati intermedi e finali raggiunti.
Con le stesse modalità, i Comuni, congiuntamente ai Servizi di Tutela della
Salute Mentale, comunicano al Servizio competente dell’Assessorato i risultati
osservati nelle persone con disturbo mentale inseriti in progetti di competenza
dell’ente locale.
Il Direttore Generale
Fulvio Dettori
80
Il Presidente
Renato Soru
Manipolazione dell’argilla
82
DELIBERAZIONE Nº 35/6 DEL 12/9/2007
Oggetto: Progetto strategico salute mentale: linee d’indirizzo per l’organizzazione dei Dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze.
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale riferisce che nell’ambito
del progetto strategico salute mentale, avviato in coerenza con le disposizioni
della LR 28 luglio 2006, Nº 10 “Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna”. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, Nº 5 e
del Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008, sono stati adottati numerosi
provvedimenti volti a promuovere il processo di riqualificazione degli interventi,
la complessiva riorganizzazione dei servizi, il potenziamento della rete assistenziale e la partecipazione e condivisione sociale delle tematiche e degli interventi.
Le misure adottate hanno riguardato una ampia gamma di azioni con
riguardo a:
• la formazione, con l’attuazione di un progetto formativo rivolto a tutto il personale impegnato nell’ambito della salute mentale e finalizzato a potenziare
le abilità di presa in carico armonica e complessiva dei bisogni delle persone con
disturbo mentale (progetto “Lavorare per progetti: formazione degli operatori
dei servizi psichiatrici della Sardegna”; finanziamento del Ministero della Salute
a carico del FSN ai sensi dell’art 1 comma 34/34 bis legge 23/12/1996, Nº 662);
• la qualificazione degli spazi e dei luoghi della salute mentale, con l’intento di
superare la trascuratezza ed il degrado di spazi e strutture (Delib.G.R. Nº 38/19
del 2/8/2005, “Progetto strategico di salute mentale - Linee di indirizzo per la
riqualificazione delle strutture”);
• l’intervento a favore delle persone con disturbo mentale coinvolte nel circuito
giudiziario/penitenziario finalizzato anche alla riduzione degli invii in Ospedale
Psichiatrico Giudiziario (OPG) ed alla dimissione dallo stesso (Delib.G.R. Nº 40/3
del 26/8/2005, “Schema di Convenzione tra Regione Sardegna, Assessorato
dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale e il Provveditorato Regionale
dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna per l’organizzazione del
servizio relativo alla tutela della salute mentale in ambito penitenziario”;
Delib.G.R. Nº 27/5 del 21/6/2006, “Schema di convenzione tra Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato dell’Igiene, Sanità e dell’Assistenza Sociale
e Ministero della Giustizia, Centro Giustizia Minorile della Sardegna, per l’organizzazione del servizio per la tutela della salute mentale dei minori e giovani
adulti sottoposti a misure penali”);
• l’abilitazione e l’inclusione sociale, con l’adozione di misure rivolte a promuovere la diversificazione e l’integrazione degli interventi sociali e sanitari all’interno di progetti personalizzati idonei a garantire il pieno diritto di cittadinanza
delle persone che hanno fatto, o fanno, l’esperienza del disturbo mentale
(Delib.G.R. Nº 23/29 del 30/5/2006 “Presentazione di progetti d’intervento di
cui alla LR 20/97 “Nuove norme inerenti provvidenze a favore di persone affette
da patologie psichiatriche” e all’art. 9, comma 10 della LR 24 febbraio 2006
Nº 1; Delib.G.R. Nº 42/11 del 4/10/2006 “Linee di indirizzo per l’attuazione del
programma sperimentale Ritornare a casa”; art. 33, comma 3, LR 29 maggio
2007, Nº 2 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
della Regione (legge finanziaria 2007)”;
83
• l’offerta complessiva dei servizi di salute mentale delle ASL, con lo stanziamento
di risorse da utilizzarsi all’interno di progetti strategici aziendali per il perseguimento degli obiettivi del Piano regionale dei Servizi Sanitari 2006-2008 sulla
salute mentale (Delib.G.R. Nº 32/11 del 29/8/2007, “Progetto strategico salute
mentale: interventi per il potenziamento dell’offerta di servizi”).
Tali azioni hanno già prodotto risultati tangibili in termini di: riduzione del 17%
nell’anno 2006, rispetto all’anno precedente, dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (dati SDO); riduzione della presenza di residenti sardi negli OPG (dai 74 del
2002 ai 55 del 2006) in controtendenza rispetto ai notevoli incrementi osservati a livello nazionale; drastico contenimento di nuovi invii in OPG (nessun
invio nel corso del 2007); aumento dei programmi personalizzati di inclusione
sociale; incremento delle ore di apertura dei servizi esistenti e riqualificazione
e attivazione di nuove strutture per la salute mentale (Servizio Psichiatrico di
Diagnosi e Cura nella ASL Nº 3 di Nuoro, Centro di Salute Mentale sulle 24 ore
nella ASL 8 di Cagliari).
L’Assessore ricorda che, parallelamente, sono stati adottati analoghi provvedimenti nel campo delle dipendenze patologiche, per la riqualificazione degli
interventi e della rete dei servizi e per la promozione dell’inclusione sociale
(Delib.G.R. Nº 44/9 del 20/9/2005, “Determinazione dei requisiti minimi standard per l’autorizzazione al funzionamento e per l’accreditamento dei servizi
privati di assistenza alle persone dipendenti da sostanze d’abuso”; Delib.G.R.
Nº 42/10 del 4/10/2006 e Delib.G.R. Nº 25/51 del 3/7/2007, “programma sperimentale di inclusione sociale”; Delib.G.R. Nº 12/3 del 27/3/2007, “Programma
regionale d’interventi nel settore delle dipendenze in attuazione del Piano
regionale dei servizi sanitari”).
Sulla base del progressivo riconoscimento delle analogie esistenti fra i due
ambiti di intervento (salute mentale e dipendenze patologiche) e della
frequenza con la quale le due condizioni convivono nella persona, nella
famiglia e nella comunità sociale, la Regione Sardegna ha inoltre fatto la scelta
innovativa di prevedere, all’interno del processo di riorganizzazione delle ASL
di cui alla LR 28 luglio 2006, Nº 10 ed al Piano regionale dei servizi sanitari
2006-2008, che le attività relative alla salute mentale e alle dipendenze siano
organizzate in un unico dipartimento denominato “Dipartimento aziendale
della salute mentale e delle dipendenze” (Delib.G.R. Nº 30/38 del 2/8/2007,
“Principi e criteri direttivi per l’atto aziendale delle aziende sanitarie locali
- Approvazione definitiva”).
L’Assessore riferisce che con la presente deliberazione intende proseguire
nel processo di riqualificazione dei servizi di salute mentale e delle dipendenze,
definendo l’articolazione interna, l’organizzazione, gli obiettivi, le funzioni
del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze (DSMD).
Le indicazioni fornite con le linee di indirizzo allegate alla presente deliberazione
per l’organizzazione dei DSMD, si aggiungono e integrano quelle contenute
nella Delib.G.R. Nº 30/38 del 2/8/2007 “Principi e criteri direttivi per l’atto aziendale delle aziende sanitarie locali - Approvazione definitiva”.
84
Esse integrano, inoltre, le indicazioni specificamente fornite per l’organizzazione
ed il funzionamento dei Servizi per le Dipendenze con la Delib.G.R.
Nº 12/3 del 27/3/2007 “Programma regionale d’interventi nel settore delle
dipendenze in attuazione del Piano regionale dei servizi sanitari”.
Il presente provvedimento definisce il Dipartimento di Salute Mentale e delle
Dipendenze (DSMD) come la struttura operativa dell’ASL finalizzata alla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione nel campo della salute mentale e delle
dipendenze e fornisce le indicazioni utili a garantire che i servizi per la salute
mentale e per le dipendenze operanti nell’ASL costituiscano un complesso
organizzativo unico e coerente, evitando qualsiasi frammentarietà e carenza di
azioni e assicurando lo stretto coordinamento tra i servizi stessi.
Il Centro di Salute Mentale (CSM) e il Servizio per le Dipendenze (SerD) vengono
identificati, rispettivamente per la salute mentale e le dipendenze, come
strutture territoriali di riferimento per l’accoglienza della persona, per la predisposizione del programma terapeutico individuale e per il coordinamento degli
interventi. Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) è il servizio ospedaliero che eroga trattamenti sanitari, volontari ed obbligatori, nei casi in cui non
sia possibile mettere in atto adeguate misure sanitarie e sociali extraospedaliere
e si definisce come spazio per il ricovero in una fase transitoria della persona.
Tra gli strumenti utilizzati dal DSMD per i processi di riabilitazione ed inclusione
sociale viene attribuito valore strategico al “budget individuale di salute”,
finalizzato alla promozione della salute, alla prevenzione di qualunque forma
di istituzionalizzazione, alla emancipazione della persona ed all’accesso e
mantenimento dei suoi diritti. Il budget di salute integra le risorse del soggetto,
della famiglia, del Comune, della ASL e della comunità locale, nonché quelle
derivanti da normative nazionali e regionali per il sostegno alla autonomia
e all’inclusione sociale. Con il budget di salute per ogni utente viene predisposto, da parte di una equipe multidisciplinare, un programma individuale che
definisce gli obiettivi e i percorsi riabilitativi che si intendono privilegiare
e favorisce, nell’ambito dell’integrazione socio sanitaria, il supporto alla quotidianità, alle attività di aggregazione e socializzazione, al lavoro, al mantenimento di standard minimi di qualità della vita.
La Giunta regionale, sentita la proposta dell’Assessore dell’Igiene, Sanità
e dell’Assistenza Sociale e visto il parere di legittimità del Direttore Generale
delle Politiche Sociali
DELIBERA
• di approvare le linee di indirizzo sull’organizzazione dei Dipartimenti di Salute
Mentale e delle Dipendenze che, allegate alla presente deliberazione, ne
costituiscono parte integrante e sostanziale.
Il Direttore Generale
Fulvio Dettori
Il Presidente
Renato Soru
85
Allegato alla Delib.G.R. Nº 35/6 del 12/9/2007
Linee di indirizzo per l’organizzazione dei dipartimenti di salute mentale
e delle dipendenze
INDICE
1. Premessa
2. Dipartimento di salute mentale e delle dipendenze (DSMD)
2.1. Indirizzi di carattere generale
2.2. Compiti del DSMD
3. Articolazioni strutturali ed organizzative del DSMD
3.1. Organizzazione del DSMD
3.2. Funzioni direttive del DSMD
3.3. Organismi di coordinamento e partecipazione del DSMD
4. Centro di Salute Mentale (CSM)
4.1. Strutture, organizzazione, funzioni del CSM
5. Servizio per le Dipendenze (SerD)
5.1. Struttura, organizzazione, funzioni del SerD
6. Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC)
6.1. Struttura, organizzazione, funzioni dell’SPDC
7. Area Residenzialità e Inclusione Sociale (ARIS)
7.1. Organizzazione e funzioni dell’ARIS
7.2. Strutture residenziali e semi-residenziali per la salute mentale
7.3. Strutture residenziali e semi-residenziali per le dipendenze
7.4. Il budget individuale di salute
8. Rapporti con le Aziende Ospedaliero-Universitarie
9. Integrazione dei servizi per la tutela della salute mentale e per le dipendenze
10. Unità di Coordinamento Regionale per le Dipendenze (UCRD)
1. Premessa
Le presenti linee d’indirizzo offrono indicazioni organiche sull’organizzazione
ed il funzionamento del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze
(DSMD), individuato come dipartimento strutturale dall’atto di indirizzo per
l’atto aziendale “Principi e criteri direttivi per l’atto aziendale delle aziende
sanitarie locali” di cui alla DGR 30/38 del 2/8/2007, ai sensi dell’art. 9 comma
3 della LR Nº 10 del 28 luglio 2006.
Esse, in coerenza con gli obiettivi e le priorità del Progetto Obiettivo “Tutela
della Salute Mentale” 1998-2000, della LR 28 luglio 2006, Nº 10 “Tutela della
salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge
regionale 26 gennaio 1995, Nº 5” e del Piano regionale dei servizi sanitari
2006-2008, rispondono alla necessità di promuovere la partecipazione e
condivisione sociale delle tematiche della salute mentale e la complessiva
riorganizzazione dei servizi attraverso azioni finalizzate a garantire l’accoglienza
“a bassa soglia” della domanda, la continuità terapeutica nel rispetto dei diritti
della persona, il riconoscimento e il rafforzamento delle associazioni dei familiari
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e delle persone con disturbo mentale, l’adeguatezza e la qualità degli ambienti
che le accolgono, la presa in carico delle persone con disagio o disturbo
mentale detenute negli Istituti di pena e l’attivazione di percorsi alternativi
all’internamento in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG), l’appropriatezza
dell’utilizzo delle strutture residenziali in rapporto alle esigenze delle persone.
Le presenti linee guida si inseriscono all’interno di un insieme di interventi
avviati in coerenza con le indicazioni del Piano regionale dei servizi sanitari
2006-2008 relativamente alla formulazione del Progetto strategico salute
mentale e riguardanti:
• la formazione, con l’attuazione di un progetto formativo rivolto a tutto il personale impegnato nell’ambito della salute mentale e finalizzato a potenziare le
abilità di presa in carico armonica e complessiva dei bisogni delle persone con
disturbo mentale (progetto “Lavorare per progetti: formazione degli operatori
dei servizi psichiatrici della Sardegna”; finanziamento del Ministero della Salute
a carico del FSN ai sensi dell’art 1 comma 34/34 bis legge 23/12/1996, Nº 662);
• la qualificazione degli spazi e dei luoghi della salute mentale, con l’intento
di superare la trascuratezza ed il degrado di spazi e strutture (DGR Nº 38/19
del 2/8/2005, “Progetto strategico di salute mentale - Linee di indirizzo per la
riqualificazione delle strutture”);
• la promozione di interventi finalizzati alla presa in carico delle persone
con disturbo mentale coinvolte nel circuito giudiziario/penitenziario,
la riduzione degli invii in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG) e la dimissione
dallo stesso (DGR Nº 40/3 del 26/8/2005, “Schema di Convenzione tra Regione
Sardegna, Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale
e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna
per l’organizzazione del servizio relativo alla tutela della salute mentale
in ambito penitenziario”; DGR Nº 27/5 del 21/6/2006, “Schema di convenzione tra Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato dell’Igiene, Sanità e
dell’Assistenza sociale e Ministero della Giustizia, Centro Giustizia Minorile della
Sardegna, per l’organizzazione del servizio per la tutela della salute mentale dei
minori e giovani adulti sottoposti a misure penali”);
• l’abilitazione e l’inclusione sociale, con l’adozione di misure rivolte a promuovere la diversificazione e l’integrazione degli interventi sociali e sanitari
all’interno di progetti personalizzati idonei a garantire il pieno diritto di cittadinanza delle persone con l’esperienza del disturbo mentale (DGR Nº 23/29 del
30/5/2006 Presentazione di progetti d’intervento di cui alla LR 20/97 “Nuove
norme inerenti provvidenze a favore di persone affette da patologie psichiatriche” e all’art. 9, comma 10 della LR 24 febbraio 2006 Nº 1; DGR Nº 42/11
del 4/10/2006 “Linee di indirizzo per l’attuazione del programma sperimentale
Ritornare a casa”; art. 33, comma 3, LR 29 maggio 2007, Nº 2 “Disposizioni
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione
(legge finanziaria 2007)”;
• l’offerta complessiva dei servizi di salute mentale delle ASL, con lo stanziamento di risorse da utilizzarsi all’interno di progetti strategici aziendali per il
perseguimento degli obiettivi del Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008
sulla salute mentale (DGR Nº 32/11 del 29/8/2007, “Progetto strategico salute
mentale: interventi per il potenziamento dell’offerta di servizi”.
87
Contemporaneamente all’adozione di provvedimenti ed azioni nel campo della
salute mentale, sono stati adottati altri provvedimenti nel campo delle dipendenze patologiche, basati su analoghe valutazioni della necessità di riqualificazione degli interventi, della rete dei servizi e di inclusione sociale (DGR Nº 44/9
del 20/9/2005, “Determinazione dei requisiti minimi standard per l’autorizzazione al funzionamento e per l’accreditamento dei servizi privati di assistenza
alle persone dipendenti da sostanze d’abuso”; DGR Nº 42/10 del 4/10/2006
e DGR Nº 25/51 del 3/7/2007, “programma sperimentale di inclusione sociale”;
DGR Nº 12/3 del 27/3/2007, “Programma regionale d’interventi nel settore
delle dipendenze in attuazione del Piano regionale dei servizi sanitari”).
La Regione Sardegna ha adottato la scelta innovativa di prevedere, nell’ambito
del processo di riorganizzazione delle ASL di cui alla LR 28 luglio 2006,
Nº 10, che le attività relative alla salute mentale e alla prevenzione e cura
delle dipendenze siano organizzate in un unico dipartimento denominato
“Dipartimento aziendale della salute mentale e delle dipendenze”
(DGR Nº 30/38 del 2/8/2007, “Principi e criteri direttivi per l’atto aziendale
delle aziende sanitarie locali - Approvazione definitiva”) sulla base del progressivo riconoscimento delle analogie esistenti fra i due ambiti in relazione:
• alle problematiche coinvolte, all’impatto sul tessuto sociale, agli strumenti
e interventi utili a fornire le risposte negli ambiti della prevenzione, cura,
riabilitazione ed inclusione sociale;
• alla frequenza con la quale le due condizioni convivono nella persona, famiglia
e comunità sociale.
Il dipartimento unico tende a promuovere un progressivo aumento del livello
di integrazione fra i due ambiti di intervento.
Pur tuttavia si ritiene che il processo di integrazione fra le due aree debba essere
rispettoso delle competenze e specializzazioni acquisite nei due ambiti, in modo
da garantire sia l’integrazione che la diversificazione degli interventi.
La riorganizzazione dei servizi per la salute mentale e per le dipendenze
è funzionale alla adozione di strategie - fondate sulla centralità della persona, lo
sviluppo di comunità, la prevenzione e la promozione della salute,
l’integrazione socio-sanitaria, la “proattività” dei servizi - volte a rendere effettive le possibilità di accoglienza, i diritti di cittadinanza, la congruenza dell’intervento terapeutico nella gestione della crisi e le modalità di sostegno
di lungo periodo delle persone con disturbo mentale o dipendenza patologica;
strategie nelle quali il lavoro clinico si riarticola nell’incontro con la persona,
con la sua storia, con l’insieme delle sue relazioni. I temi dell’accessibilità,
della valutazione del bisogno, della pianificazione e della gestione del
programma terapeutico-riabilitativo individuale in rapporto alle risorse e al
coinvolgimento della rete delle relazioni della persona con disturbo mentale
o dipendenza patologica e del suo contesto sono al centro della nuova strategia di intervento in capo al DSMD.
88
2. Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze (DSMD)
Il Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze (DSMD), dipartimento
strutturale, è la struttura operativa dell’Azienda Sanitaria Locale preposta
alla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione nel campo della salute mentale
e delle dipendenze e all’organizzazione degli interventi per la tutela e la promozione della salute mentale dei cittadini. Il DSMD sostiene il processo
di rinnovamento dell’organizzazione e delle strategie di intervento e consolida
l’organizzazione dei servizi in una visione territoriale dell’assistenza.
L’attivazione del DSMD e la sua definizione in termini di risorse strutturali,
risorse umane, organizzazione, procedure e obiettivi rappresenta obiettivo
prioritario delle ASL. A tal fine le ASL:
• individuano, sulla base dei “Principi e criteri direttivi per l’atto aziendale delle
Aziende Sanitarie Locali” (DGR 23/10 del 13/6/2007) compiti e responsabilità,
prefigurando uno schema organizzativo che si avvalga di strutture semplici,
complesse e funzioni, anche relativamente ai Servizi per le Dipendenze;
• verificano, per la costituzione di centri di costo e il controllo di gestione, la
spesa reale sostenuta in ogni DSMD (consuntivo 2006) per il personale, le strutture, l’acquisto di servizi, contratti e convenzioni con la cooperazione sociale,
ricoveri in strutture private regionali ed extraregionali e quanto altro attribuibile
alle spese, suddivise per l’area della “salute mentale” e delle “dipendenze”;
• verificano le risorse umane attualmente dedicate alla salute mentale e alle
dipendenze patologiche e ne valutano l’adeguatezza in rapporto alla popolazione ed ai progetti di innovazione che si intende avviare;
• deliberano il regolamento del DSMD, avendo cura di garantire la partecipazione
alla stesura di tutte le componenti professionali ed associative.
2.1 Indirizzi di carattere generale
Le ASL garantiscono il funzionamento dei DSMD in coerenza con le indicazioni
del Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 e dei seguenti indirizzi generali:
• garantire l’effettiva presa in carico globale, anche attraverso l’individuazione di
responsabili dei singoli casi, evitando la frammentazione dei percorsi assistenziali e la dispersione delle informazioni, e assicurando un punto di riferimento
certo alle persone con disturbo mentale o con dipendenza patologica;
• prevedere che i servizi per la salute mentale e i servizi per le dipendenze
operanti nell’ASL costituiscano un complesso organizzativo unico, coerente e
radicato nel territorio capace di incontrare i bisogni piuttosto che organizzarsi
sull’attesa della domanda, assicurando lo stretto coordinamento tra i servizi
stessi e lo stretto raccordo con gli altri servizi dell’ASL;
• prevenire pratiche di abbandono e percorsi stigmatizzanti lesivi dei diritti della
persona, compreso il ricorso a mezzi di contenzione;
• operare per rimuovere qualsiasi forma di discriminazione, stigmatizzazione,
esclusione nei confronti delle persone portatrici di disagio e disturbo mentale
o di problematiche connesse all’abuso e dipendenza da sostanze o comportamentali e promuovere attivamente i diritti di cittadinanza;
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• - valorizzare il protagonismo degli utenti, delle famiglie, e dei diversi soggetti
interessati delle comunità locali.
I programmi annuali delle ASL, elaborati in coerenza con i suddetti indirizzi
generali, prevedono strategie e modalità per una progressiva riqualificazione
dell’offerta assistenziale dei DSMD ed in particolare:
• garantiscono che i servizi di salute mentale e delle dipendenze territoriali
siano disposti all’ascolto, curando l’accoglienza “a bassa soglia”, evitando liste
diattesa e qualsiasi rinvio della domanda;
• si raccordano con la comunità e le sue istituzioni, con il sistema integrato
dei servizi alla persona nell’ambito della predisposizione del Plus e della sua
attuazione, sia per quanto attiene le problematiche relative agli utenti con patologia psichiatrica, sia relativamente alle persone con problemi di dipendenza;
• prevedono un allargamento della partecipazione del privato sociale sia nella
gestione di percorsi residenziali che di formazione e inserimento lavorativo
per le persone che vivono o hanno vissuto l’esperienza del disturbo mentale
o della dipendenza, promuovendo la qualificazione e la capacità imprenditoriale
di tutto il sistema dell’impresa sociale;
• promuovono l’adeguatezza e la qualità di ambienti ed arredi di tutte le strutture
che accolgono a diverso titolo persone con disturbo mentale e con problemi
di dipendenza in linea con le indicazioni della Giunta regionale in materia
di qualificazione degli ambienti.
In fase di prima applicazione, le ASL si attivano per perseguire i seguenti
obiettivi:
• l’apertura del CSM per almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7 compatibilmente
con la disponibilità di risorse. In prima applicazione i territori delle ASL 1, 3 e 8
sono individuati come aree pilota nelle quali sperimentare progetti di funzionamento del CSM sulle 24 ore;
• l’attuazione di protocolli e procedure condivise tra gli operatori del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze e i diversi attori (118, enti locali,
pronto soccorso, forze dell’ordine, ecc), che garantiscano la risposta
all’emergenza, all’urgenza e alla crisi nel rispetto della dignità e della libertà
della persona;
• la predisposizione di programmi terapeutico-riabilitativi intensivi finalizzati al
rientro delle persone attualmente internate negli OPG anche attraverso l’utilizzo
delle risorse della LR 30 maggio 1997 Nº 20 e successive modifiche
e delle risorse del programma regionale “Ritornare a casa” (DGR, Nº 42/11
del 4/10/2006);
• la formulazione di indirizzi e criteri per la predisposizione dei budget di salute
e l’individuazione delle modalità di gestione e di realizzazione degli stessi;
• la verifica dell’appropriatezza dell’utilizzo delle strutture residenziali in rapporto
alle esigenze delle persone che necessitano di percorsi riabilitativi;
• il monitoraggio delle attività di ricovero al fine di ridurre, fino ad evitarla, ogni
forma di contenzione fisica;
• l’avvio di un piano di monitoraggio continuo del suicidio nel proprio territorio
e di interventi di sensibilizzazione e prevenzione.
90
2.2 Compiti del DSMD
Il DSMD nel rispetto degli indirizzi generali di cui sopra ha il compito di:
• indirizzare, coordinare e verificare i programmi di prevenzione e gli interventi
clinico-diagnostici e terapeutico-riabilitativi, garantendo la continuità assistenziale
e la qualità dell’assistenza;
• gestire le risorse assegnate dal Direttore Generale e controllare le modalità
di gestione, da parte delle strutture nelle quali si articola, delle risorse umane
e finanziarie loro assegnate nell’ambito del budget attribuito; curare gli adempimenti amministrativo - contabili;
• partecipare alla definizione del Programma sanitario annuale e triennale
e del Piano locale unitario dei servizi (Plus);
• realizzare attività di informazione, comunicazione sociale ed educazione sanitaria;
• realizzare attività di ricerca, innovazione e promozione di buone pratiche,
eticamente rispettose dei diritti delle persone;
• garantire l’aggiornamento e la formazione del personale perseguendo
l’efficacia e l’appropriatezza degli interventi; sostenere momenti formativi
e di scambio, in collaborazione con il servizio aziendale della formazione;
• organizzare il sistema informativo dipartimentale, coordinando la raccolta
e la elaborazione dei dati di rilievo epidemiologico, amministrativo e contabile
a fini istituzionali garantendo la gestione dei flussi epidemiologici nell’ambito
del Sistema Informativo Sanitario Regionale;
• controllare la corrispondenza tra l’attività prestata e quella prevista
dai contratti per i servizi esternalizzati;
• coordinare l’attività dei Servizi per le Dipendenze secondo le indicazioni
del “Programma Regionale di interventi nel settore delle Dipendenze”
(DGR Nº 12/3 del 27/3/2007), garantendo la piena integrazione con gli interventi
e strutture per la salute mentale;
• assicurare il coordinamento interno tra le strutture afferenti al DSMD; il loro
raccordo ed integrazione con le altre strutture aziendali negli ambiti della formazione, prevenzione, riabilitazione, con particolare riguardo ai servizi distrettuali,
in tema di accoglienza e valutazione (Punto Unico di Accesso e Unità di Valutazione Territoriale dei distretti) e di articolazione degli interventi (consultori,
neuropsichiatria infantile, medicina generale, riabilitazione, medicina scolastica,
assistenza domiciliare).
91
3. Articolazioni strutturali ed organizzative del DSMD
Il DSMD è costituito dalle seguenti unità organizzative:
il Centro di Salute Mentale (CSM),
il Servizio per le Dipendenze (SerD),
il Servizio Psichiatrico ospedaliero di Diagnosi e Cura (SPDC), ove presente,
l’Area Residenzialità e Inclusione Sociale (ARIS), ove prevista.
Sulla base di valutazioni demografiche, epidemiologiche ed organizzative,
ciascuna di queste unità può essere individuata come struttura complessa o
struttura semplice a valenza dipartimentale.
L’ARIS è prevista come unità organizzativa costitutiva del DSMD nelle ASL le
cui dimensioni e problematiche ne giustificano la presenza. Nelle ASL di minori
dimensioni, l’ARIS può afferire direttamente alla direzione del dipartimento o
essere costituita come unità semplice o posizione funzionale all’interno delle
unità organizzative CSM e SerD.
Il numero di massima di strutture complesse per singola ASL è indicato
nelle linee guida per l’atto aziendale (DGR 30/38 del 2/8/2007). Eventuali
scostamenti devono essere adeguatamente motivati sulla base di valutazioni
di carattere demografico, epidemiologico ed organizzativo; in ogni caso
l’eventuale previsione di ulteriori unità operative complesse deve riguardare
prioritariamente i CSM che erogano i servizi nell’arco delle 24 ore.
3.1 Organizzazione del DSMD
L’assetto organizzativo, le procedure e i programmi del DSMD devono basarsi
sulle indicazioni della LR Nº 10 del 28/7/06, del Piano regionale dei servizi
sanitari 2006-2008, delle linee di indirizzo per l’atto aziendale di cui alla DGR
30/38 del 2/8/2007 e delle presenti linee guida. Lo sviluppo dell’assetto organizzativo è definito in rapporto alla sostenibilità dei processi innovativi che le
ASL intendono perseguire.
La dotazione organica del DSMD, dimensionata in relazione al numero di
abitanti del territorio aziendale e considerando i parametri del Progetto Obiettivo “Tutela della Salute Mentale” 1998-2000 per l’area della salute mentale e i
parametri del DM Nº 444 del 30/11/1990 per l’area delle dipendenze “Determinazione dell’organico e delle caratteristiche organizzative e funzionali dei
servizi per le tossicodipendenze da istituire presso le unità sanitarie locali”, viene
rinviata a successivi atti, in coerenza con le previsioni delle linee di indirizzo per
l’atto aziendale di cui alla DGR Nº 30/38 del 2/8/2007.
3.2 Funzioni direttive del DSMD
Il direttore del DSMD, in coerenza con le indicazioni della LR 28 luglio 2006,
Nº 10, svolge compiti di programmazione, indirizzo e verifica, assicura il coordinamento organizzativo e gestionale, perseguendo il raggiungimento degli
obiettivi assegnati e di quelli propri del DSMD e garantendo una adeguata
92
autonomia nelle strutture, nel personale e nella pratica operativa dei servizi
per la salute mentale e di quelli per le dipendenze. Per le modalità di individuazione e nomina del direttore del dipartimento si rimanda alla LR 28 luglio 2006,
Nº 10 e alla DGR Nº 30/38 del 2/8/2007.
Il direttore del DSMD oltre a quanto definito dalla LR 28 luglio 2006,
Nº 10, dalla DGR Nº 30/38 del 2/8/2007 e dalle presenti linee di indirizzo,
provvede a ripartire armonicamente le risorse assegnate tra l’area delle dipendenze e quella della salute mentale e nello specifico delle strutture e unità
funzionali individuate, in accordo con il piano di attività annuale approvato
dalla Direzione Generale.
3.3 Organismi di coordinamento e partecipazione del DSMD
Nell’ambito del DSMD si strutturano modalità di gestione partecipata e di
condivisione delle decisioni:
• il Comitato di Dipartimento (LR Nº 10 del 28/7/06, art. 9, comma f). Il Comitato
concorre alla definizione del programma d’attività ed alla verifica degli obiettivi
ed è composto dai responsabili delle strutture che vi afferiscono e da una quota
di componenti elettivi, individuati tra le professionalità presenti all’interno del
dipartimento, secondo quanto meglio specificato nei “Principi e criteri direttivi
per l’atto aziendale delle Aziende Sanitarie Locali” di cui alla DGR 30/38 del
2/8/2007;
• la Conferenza di Partecipazione. La Conferenza è costituita dal direttore del
dipartimento, dai responsabili delle strutture complesse e semplici a valenza
dipartimentale, da rappresentanti di associazioni-non profit dell’utenza e dei
familiari individuate fra quelle più rappresentative, da rappresentanti di associazioni del volontariato e della cooperazione sociale attive nel territorio nello
specifico della salute mentale e delle dipendenze. Essa ha funzione consultiva;
formula proposte e suggerimenti al fine di assicurare una maggiore qualità
nell’offerta dei servizi.
Data la particolare complessità delle attività del DSMD, la Direzione può
avvalersi di gruppi di lavoro che coinvolgono dirigenti ed operatori per la
elaborazione di programmi di carattere organizzativo, assistenziale, abilitativi o
comunque strategici per il perseguimento degli obiettivi del DSMD.
4. Centro di Salute Mentale (CSM)
Il CSM (struttura semplice o complessa del DSMD) è la struttura di riferimento territoriale per la salute mentale; garantisce l’assistenza sul territorio
e cura l’accoglienza delle persone adulte, delle loro famiglie, dei loro
contesti,promuovendo la salute mentale nella comunità. Le strutture del CSM,
anche in considerazione della frequente multiproblematicità della domanda
di intervento nell’ambito della salute mentale e delle dipendenze, svolgono
funzione di prima accoglienza anche rispetto a situazioni/condizioni
93
che richiedono un successivo invio/accompagnamento a strutture/servizi
più idonei. Il CSM è responsabile dell’elaborazione, conduzione ed evoluzione
del programma terapeutico e riabilitativo individuale; coordina gli interventi
ed integra funzioni e risorse anche di diversa provenienza, garantendo
sostegno alla vita quotidiana e continuità della presa in carico per le persone
con disturbo mentale.
Al fine di garantire una migliore qualità degli interventi, le ASL provvedono
ad articolare la presenza dei CSM nel territorio di norma a livello distrettuale,
prevedendo CSM sovradistrettuali per gli ambiti di minori dimensioni e CSM
subdistrettuali per le aree urbane (tendenzialmente uno ogni 80.000 abitanti).
4.1 Strutture, organizzazione, funzioni del CSM
Il CSM, struttura ad accesso diretto, è collocato in una sede con buona accessibilità, con spazi articolati e dedicati a diverse funzioni. È prevista una dotazione
di posti di ospitalità diurno/notturna, fino ad un massimo di 6-8, destinati alle
situazioni e condizioni cliniche e ambientali che per tipologia
e gravità non richiedono i supporti sanitari propri dell’Ospedale Generale,
ma necessitano di presa in carico temporanea sulle 24 ore in un contesto
professionalmente qualificato. L’ospitalità è tale da garantire la privacy degli
utenti. Il CSM dispone di spazi polivalenti e flessibili a carattere comunitario,
idonei a garantire l’interazione sociale, ma anche la privacy delle persone
e delle relazioni terapeutiche. Particolare attenzione è posta alla verifica
dell’adeguatezza delle strutture.
L’organizzazione del lavoro del CSM è centrata sull’equipe multiprofessionale,
che garantisce la partecipazione degli operatori e delle professionalità nonché
la condivisione della conoscenza delle persone prese in carico.
Il CSM svolge le attività previste dal Progetto Obiettivo “Tutela della Salute
Mentale” 1998-2000, orientando l’organizzazione del lavoro per favorire:
• l’accoglienza, ottimizzando le risorse del CSM per garantire la qualità e il decoro
degli ambienti e la relazione umana e terapeutica;
• la relazione diretta con le persone e la presa in carico nei luoghi di vita;
• la gestione delle situazioni di crisi con immediatezza e nell’arco delle 24 ore,
anche attraverso supporto domiciliare, ospitalità diurna e/o diurno/notturna;
• la continuità assistenziale nella gestione dei ricoveri presso l’SPDC, facilitando
la dimissione e la presa in carico territoriale;
• la promozione di attività di aggregazione sociale, in cui il CSM si propone come
sede di iniziative rivolte alla generalità della popolazione, quale punto di riferimento visibile e riconoscibile sia per le persone con problemi di salute mentale
che per i cittadini e per le istituzioni.
Alcune delle funzioni del CSM, quali la gestione della crisi nelle 24 ore, l’accoglienza diurna, il lavoro di rete, possono rappresentare segmenti gestionali
di particolare rilievo organizzativo.
94
Il CSM si raccorda con i SerD individuando, nel singolo caso e sulla base della
complessità della situazione clinica e di contesto della persona, gli ambiti di
specificità di intervento e quelli di corresponsabilità.
In capo al CSM, dotato di autonomia tecnico - professionale e di responsabilità
di gestione di risorse qualora individuato come struttura complessa, vi è un
dirigente sanitario medico psichiatra, che assicura il perseguimento delle attività
e degli obiettivi di cui sopra nel rispetto degli indirizzi generali definiti dalla
Direzione del DSMD e discussi nell’ambito del Comitato di Dipartimento.
5. Servizio per le Dipendenze (SerD)
Il SerD (struttura semplice o complessa del DSMD) è il fulcro della “rete”
territoriale di intervento per le persone con problemi di dipendenza; garantisce
l’assistenza sul territorio e cura l’accoglienza delle persone, delle loro famiglie,
dei loro contesti. Le strutture del SerD, anche in considerazione della frequente
multiproblematicità della domanda di intervento nell’ambito della salute
mentale e delle dipendenze, svolgono funzione di prima accoglienza anche
rispetto a situazioni/condizioni che richiedono un successivo invio/accompagnamento a strutture/servizi più idonei. Il SerD è responsabile dell’elaborazione,
conduzione ed evoluzione del programma terapeutico e riabilitativo individuale;
coordina gli interventi ed integra funzioni e risorse anche di diversa provenienza, garantendo continuità della presa in carico per le persone con disturbo
da uso di sostanze o dipendenze di tipo comportamentale.
5.1 Struttura, organizzazione, funzioni del SerD
Il SerD, struttura ad accesso diretto, nel rispetto delle funzioni attribuite dalla
normativa nazionale e regionale, attua nel settore delle Dipendenze gli obiettivi
prioritari individuati dal Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 per:
• garantire la presa in carico personalizzata delle persone con problemi
di abuso/dipendenza patologica;
• raccordarsi con i diversi punti della rete dei servizi (sanitari, socio-sanitari, sociali,
educativi) impegnati nell’attività di prevenzione, cura e riabilitazione promuovendo la territorializzazione dell’assistenza e la diversificazione degli interventi;
• attuare programmi di prevenzione e di riduzione del danno, definiti in base alle
evidenze scientifiche della loro efficacia, con l’intento di scoraggiare l’uso delle
varie sostanze d’abuso (legali ed illegali) e di prevenire le complicanze (sanitarie
e sociali);
• valorizzare ed integrare con il sistema pubblico, l’esperienza delle associazioni di
volontariato, di promozione sociale e di cooperazione sociale.
Il SerD si articola in unità funzionali distrettuali, unità funzionali tematiche e si
rapporta funzionalmente agli altri servizi sanitari distrettuali della ASL idonei
ad intercettare la domanda di intervento, organizzandosi secondo il modello
95
logistico a raggiera o “hub and spoke” di cui alla DGR 12/3 del 27/03/07
“Programma regionale di interventi nel settore delle Dipendenze”.
I SerD mantengono il profilo multidisciplinare del personale e assicurano la
disponibilità dei principali trattamenti di carattere psicologico, socio-riabilitativo,
medico-farmacologico e preventivo, includendovi le azioni relative alla gestione
del budget di salute.
Il SerD, articolato in unità funzionali a carattere multiprofessionale, provvede
all’organizzazione territoriale dell’assistenza negli spazi socio-sanitari distrettuali,
nelle strutture penitenziarie, e garantisce l’assistenza domiciliare.
Il SerD si raccorda con i CSM individuando, nel singolo caso e sulla base della
complessità della situazione clinica e di contesto della persona, gli ambiti di
specificità di intervento e quelli di corresponsabilità.
Per ogni ulteriore precisazione, si rimanda al “Programma regionale di interventi nel settore delle Dipendenze” (DGR 12/3 del 27/03/07).
In capo al SerD, dotato di autonomia tecnico - professionale e di responsabilità
di gestione di risorse qualora individuato come struttura complessa, vi è un
dirigente sanitario medico, che assicura il perseguimento delle attività e degli
obiettivi di cui sopra nel rispetto degli indirizzi generali definiti dalla Direzione
del DSMD e discussi nell’ambito del Comitato di Dipartimento.
6. Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC)
Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) è un servizio ospedaliero che
eroga trattamenti sanitari, volontari ed obbligatori, a favore di persone con
disturbo mentale. Opera quando la complessità del quadro clinico e la rilevanza
degli aspetti sanitari richiedono la degenza in ambiente ospedaliero.
Al fine di conciliare le esigenze diagnostico-terapeutiche con le esigenze di
relazione delle persone, l’SPDC è dotato di adeguati spazi per le attività comuni.
6.1 Struttura, organizzazione, funzioni dell’SPDC
L’SPDC é situato in un ospedale generale della ASL quale struttura operativa
del DSMD. Le strutture e l’organizzazione dell’SPDC sono tali da garantire
l’assistenza e la salvaguardia dei diritti della persona nella delicata fase di
vulnerabilità quale è quella dell’acuzie. In particolare l’SPDC attiva modalità di
assistenza che consentano di prevenire le condizioni che portano ad ogni forma
di contenzione fisica o farmacologica.
Gli SPDC devono essere dotati di posti letto in numero massimo di 15
(Legge 13 maggio 1978, Nº180 “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari
e obbligatori”; Legge 23 dicembre 1978, Nº 833 “Istituzione del servizio
96
sanitario nazionale”). Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 prevede
un aumento della dotazione di posti letto per la psichiatria dagli attuali 100
a 130. I posti letto dell’SPDC devono intendersi funzionali alle strategie
più generali di promozione e sviluppo dell’assistenza psichiatrica territoriale.
Nello specifico si prevede la presenza di SPDC in sei ASL della Sardegna,
compresa l’apertura di un nuovo SPDC presso l’ASL di Olbia. Le ASL Nº 1 e 8,
in considerazione della estensione territoriale, del numero di abitanti e della
complessità organizzativa, rivedono l’assetto logistico e le procedure per la
risposta all’emergenza, valutando la congruità degli SPDC, anche dal punto
di vista della qualità degli ambienti e della loro vivibilità, nel rispetto della
dignità delle persone e della promozione delle relazioni.
La progressiva riorganizzazione dei DSMD e dei percorsi di cura e di riabilitazione richiedono una adeguata articolazione delle modalità di interazione tra il
Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) e gli altri servizi del dipartimento,
in particolare con i CSM, nonché con gli altri servizi sanitari.
Il ricovero ospedaliero va inteso in continuità con gli interventi territoriali.
Il direttore del DSMD definisce le modalità attraverso le quali l’SPDC e il CSM
o il SerD assicurano la continuità della presa in carico e l’integrazione degli
interventi, ospedalieri e territoriali.
L’SPDC assicura in particolare servizi di osservazione e primo intervento;
trattamenti sanitari in condizioni di degenza ospedaliera, volontari
e/o obbligatori; consulenze psichiatriche urgenti presso il Pronto Soccorso
o nei reparti ospedalieri.
Qualora nel territorio aziendale siano presenti più ospedali sarà compito del
DSMD organizzare l’attività di consulenza. L’SPDC partecipa alla formalizzazione
di protocolli operativi finalizzati alla collaborazione con i reparti ospedalieri, le
forze dell’ordine, le istituzioni giudiziarie ed il carcere.
L’SPDC elabora con il pronto soccorso e con i reparti ospedalieri percorsi
di accesso, modalità di intervento e consulenza in tutta l’area delle patologie
organiche con componenti psichiatriche (psichiatria di consultazione),
compresi i disturbi correlati all’abuso di sostanze e le dipendenze comportamentali, coordinandosi con il SerD.
In capo all’SPDC, dotato di autonomia tecnico - professionale e di responsabilità di gestione di risorse qualora individuato come struttura complessa, vi è un
dirigente medico psichiatra che assicura il perseguimento delle attività e degli
obiettivi di cui sopra nel rispetto degli indirizzi generali definiti dalla Direzione
del DSMD e discussi nell’ambito del Comitato di Dipartimento.
97
7. Area Residenzialità e Inclusione Sociale (ARIS)
La previsione di un’Area Residenzialità e Inclusione Sociale risponde all’esigenza
di assicurare una programmazione organica e unitaria a un insieme di interventi,
tradizionalmente erogati in modo non sufficientemente coordinato ed integrato,
propri dell’ambito riabilitativo e del reinserimento sociale.
Si fa in particolare riferimento all’area della residenzialità e della semiresidenzialità, agli interventi di inserimento lavorativo e sociale, ai programmi di acquisizione di abilità e competenze.
L’ARIS può rappresentare una opportunità importante per la qualificazione
dell’offerta assistenziale, la garanzia della continuità delle cure, la promozione
degli interventi delle istituzioni e dei soggetti sociali solidali verso questi ambiti
deboli dell’intervento sociale e sanitario.
7.1 Organizzazione e funzioni dell’ARIS
L’ARIS viene individuata come struttura o funzione di coordinamento
e promozione delle attività residenziali, attività formative e di inserimento lavorativo, delle attività di inclusione sociale. Essa si pone in relazione con il sistema
dei servizi dipartimentali, con le cooperative sociali e con le associazioni del
volontariato. L’ARIS, che nei DSMD di piccole dimensioni è ricompresa nell’attività della Direzione, assume rilevanza strategica in quanto porta a sintesi operativa la complessità del progetto personalizzato e ne garantisce il monitoraggio
e l’esito attraverso un costante lavoro di supporto e di coordinamento alle
singole unità operative dipartimentali. Essa svolge le seguenti funzioni:
• coordina le strutture e le iniziative deputate ad attività abilitative, riabilitative
e di integrazione sociale a favore dell’utenza, anche predisponendo modalità
di applicazione dei budget individuali di salute;
• articola i suoi programmi in luoghi differenziati (strutture residenziali, centri
diurni) e concerta i rapporti con le cooperative sociali e le associazioni, ricercando la massima integrazione con i servizi e gli interventi promossi dai Comuni;
• garantisce l’organizzazione delle strutture residenziali, ne verifica la qualità
dell’offerta e il rispetto dei diritti delle persone inserite;
• promuove l’inserimento lavorativo e sociale nonché il supporto alla vita
di relazione. La cooperazione sociale costituisce una risorsa per i processi abilitativi e di inclusione sociale delle persone che vivono l’esperienza del disturbo
mentale o delle diverse forme di dipendenza patologica.
È importante che in ogni ASL si verifichi la presenza nel territorio della cooperazione sociale, in particolare quella di tipo B, attivando, con questa, progetti
abilitativi idonei rivolti alla formazione e all’inserimento lavorativo di persone
che hanno fatto/fanno l’esperienza del disturbo mentale o della dipendenza
da sostanze o comportamentale, promuovendo percorsi integrati.
Per ciò che riguarda l’ulteriore definizione della problematica dell’abilitazione,
inserimento lavorativo e coinvolgimento della cooperazione sociale per le
persone con problemi di dipendenza patologica, si rimanda all’articolazione
prevista nel “Programma Regionale di Interventi nel Settore delle Dipendenze”
(DGR Nº 12/3 del 27/3/2007).
98
In capo all’ARIS, dotata di autonomia tecnico-professionale e di responsabilità
di gestione di risorse qualora individuata come struttura complessa, vi è un dirigente, che assicura il perseguimento delle attività e degli obiettivi di cui sopra
nel rispetto degli indirizzi generali definiti dalla Direzione del DSMD e discussi
nell’ambito del Comitato di Dipartimento.
7.2 Strutture residenziali e semi-residenziali per la salute mentale
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 prevede l’attivazione di tre
tipologie di strutture residenziali socio-sanitarie:
• comunità ad alta intenzionalità terapeutica, con sostegno continuativo nelle
24h, con non più di 8 posti letto. Si tratta di residenze terapeutico–riabilitative
ospitanti utenti con presenza di problemi rilevanti di salute mentale, assenza
di rete familiare o gravi problematiche all’interno della famiglia, elevata disabilità, per i quali il CSM valuti che l’inserimento residenziale sia indispensabile
in ordine alle specifiche problematiche soggettive, familiari e sociali in atto;
• gruppi residenziali di integrazione sociale (gruppi famiglia, con spiccata intenzione abilitativa e di socializzazione), con sostegno per tempi compresi tra
le 10 e le 14 ore, con al massimo 6/8 posti letto. Si tratta di residenze che
ospitano utenti dei CSM con ridotte capacità di vita autonoma, che necessitano
di un supporto per le attività della vita quotidiana e che possono trarre significativo vantaggio e sostegno dalla vita comunitaria, in particolare per disabilità
originarie o acquisite;
• gruppi di convivenza, anche in abitazioni di proprietà della stessa persona in
carico, volti a sostenere l’abitare e la vita sociale anche per lunghi periodi,
con la presenza di operatori per alcune ore al giorno.
Tra le strutture per le attività riabilitative della Salute mentale deve essere inoltre
considerato il Centro diurno per la salute mentale. Tale struttura, a carattere
socio-sanitario, aggrega, coordina e promuove programmi ed attività finalizzate
a processi educativi, formativi, di apprendimento sociale, scolastico, culturale,
di animazione, di espressione corporea e di sviluppo delle capacità cognitive.
Mette a punto strategie per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo.
L’accoglienza di utenti nelle strutture residenziali socio-sanitarie è disposta dal
direttore del DSMD, su proposta del responsabile del CSM sulla base di un
progetto terapeutico-riabilitativo personalizzato.
Il CSM assicura la continuità della presa in carico e la predisposizione di un
programma terapeutico-riabilitativo personalizzato anche per le persone con
disturbo mentale inserite nelle strutture residenziali socio-assistenziali.
La ASL assicura il coordinamento fra il DSMD, il Punto Unico di Accesso e
l’Unità di Valutazione Territoriale, soprattutto nell’ambito delle situazioni multiproblematiche, nonché per la definizione dei flussi informativi.
99
Con successivo provvedimento, la Regione fornisce indicazione per una
complessiva riorganizzazione e riqualificazione della rete delle strutture residenziali in particolare con riguardo a:
• la dotazione di posti letto, tenuto conto che il Progetto Obiettivo
“Tutela Salute Mentale” 1998/2000 ritiene adeguato il rapporto 2 posti letto
ogni 10.000 abitanti, contro una media regionale pari a 2,9 posti letto;
• la qualità dell’offerta assistenziale, favorendo il superamento delle attuali
carenze in termini di numero di pazienti inseriti, programmi di socializzazione
e riabilitazione, qualità degli ambienti, livelli di autonomia e qualità
della vita garantiti.
Al fine di assicurare il progressivo re-inserimento sociale della persona con
disturbo mentale, l’accoglienza in strutture residenziali non può che costituire
una delle diverse fasi del programma terapeutico-riabilitativo personalizzato,
di carattere transitorio e della durata strettamente necessaria ad acquisire una
sufficiente autonomia.
Il personale del DSMD garantisce l’assistenza medico-infermieristico agli ospiti
delle strutture residenziali delle ASL.
In riferimento alle strutture gestite dal privato sociale e/o imprenditoriale,
il DSMD detiene la titolarità del progetto terapeutico e regola e conduce il
monitoraggio dei percorsi terapeutici e dei risultati.
7.3 Strutture residenziali e semi-residenziali per le dipendenze
La Regione Sardegna ha provveduto, con la DGR Nº 44/9 del 20/9/2005
“Determinazione dei requisiti minimi standard per l’autorizzazione
al funzionamento e per l’accreditamento dei servizi privati di assistenza
alle persone dipendenti da sostanze d’abuso” a promuovere e diversificare
l’offerta dei servizi privati e regolare le caratteristiche strutturali, organizzative
e di programma. Ulteriori indirizzi sono stati forniti con la DGR Nº 12/3 del
27/3/2007 “Programma regionale di interventi nel settore delle dipendenze”.
Laddove le problematiche di dipendenza si associano a bisogni complessi e
rilevanti sintomi psichiatrici, le strutture residenziali per la salute mentale e per
le dipendenze possono essere utilizzate in maniera flessibile, sulla base di una
valutazione individualizzata e di un adeguato progetto terapeutico.
7.4 Il budget individuale di salute
Il budget individuale di salute è un progetto terapeutico abilitativo personalizzato con risorse assegnate, volto alla promozione della salute mentale attraverso l’attivazione di percorsi abilitativi e di inclusione sociale.
Il budget di salute integra tutte le risorse a vario titolo disponibili per un sostegno attivo alla persona, all’accesso ed al mantenimento dei suoi diritti; esso è
alla base della costruzione di un sistema di protezione sociale capace
100
di includere le persone a bassa contrattualità, per ragioni di malattia, disabilità e
deprivazione o perdita di habitat sociale.
Nel budget individuale di salute viene predisposto per l’utente, da parte
di una equipe multidisciplinare, un progetto personalizzato redatto sulla scorta
di valutazioni multidimensionali, che definisce gli obiettivi da perseguire e le
risorse a disposizione. La redazione del progetto personalizzato è proposta
dal DSMD ma coinvolge attivamente il soggetto beneficiario e/o i suoi familiari,
il servizio sociale del Comune di residenza, nonché gli altri soggetti di volta in
volta individuati. Il CSM e il SerD individuano i soggetti da inserire nel budget
di salute, definiscono l’intensità del progetto e promuovono quanto è necessario per la sua migliore realizzazione.
Il budget individuale di salute favorisce, nell’ambito dell’integrazione
socio sanitaria, la mobilitazione di un insieme di risorse in cui si integrano
sia quelle proprie del soggetto, della famiglia, della ASL, del Comune e di altri
soggetti istituzionali e sociali, sia quelle relative alla legge regionale 20/97,
al programma regionale “Ritornare a casa” di cui alla DGR Nº 42/11
del 4/10/2006, al programma sperimentale di inclusione sociale, di cui alle DGR
42/10 del 4/10/2006 e 25/51 del 3/7/2007, nonché infine quelle dei diversi
servizi dell’ASL, dei partner privati profit e non profit, delle associazioni.
Mediante il budget individuale di salute sono poste in essere azioni nell’ambito
di tre sfere di vita (la casa, la socialità e il lavoro) a supporto della quotidianità
nei processi di salute, per la ricostruzione e mediazione all’interno della rete
familiare e sociale, nelle attività di aggregazione e socializzazione, per l’inserimento lavorativo, per il mantenimento di standard minimi di qualità della
vita, evitando il ricovero e qualsiasi altra forma di istituzionalizzazione.
I budget di salute prevedono una diversa intensità assistenziale in relazione alle
esigenze del beneficiario e alla complessità del programma terapeutico e del
percorso abilitativo e di inclusione sociale.
La gestione del budget individuale di salute può richiedere l’apporto di partner
esterni all’Azienda per la co-gestione dei progetti personalizzati, azione questa
che si concretizza attraverso strumenti formalizzati di programmazione strategica integrata e coerente con le normative nazionali e regionali di settore.
Con successivo provvedimento, anche alla luce delle esperienze in atto,
potranno essere meglio definiti i criteri e le modalità per la predisposizione
e l’utilizzo dei budget individuali di salute.
101
8. Rapporti con le Aziende Ospedaliero-Universitarie
In conformità a quanto previsto dalla LR 28 luglio 2006, Nº 10 e dal Piano
regionale dei servizi sanitari 2006-2008 e relativi documenti applicativi,
sono state istituite le aziende Ospedaliero-Universitarie di Sassari e Cagliari
al cui interno confluiscono le attività assistenziali svolte anche dalle cliniche
psichiatriche universitarie.
In coerenza con quanto disposto dalla DGR Nº 13/1 del 30/3/07 “Costituzione
dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari ai sensi dell’articolo 1 della
LR 28 luglio 2006 Nº 1” e DGR Nº 17/2 del 27/4/07 “Costituzione dell’Azienda
Ospedaliero-Universitaria di Sassari ai sensi dell’articolo 1 della LR 28 luglio
2006 Nº 10”, facendo salvo quanto definito negli accordi sottoscritti in data
26/10/2005 e 12/7/2005 tra la Regione Sardegna e le Università degli Studi di
Cagliari e Sassari, nonché nel Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008,
in fase di prima applicazione e per garantire la continuità delle attività svolte
presso le Cliniche psichiatriche universitarie, le attività assistenziali già garantite
in regime di convenzione tra le ASL 1 e 8 e le Università di Sassari e Cagliari
continueranno ad essere assicurate, in attesa della proposta di definitiva
attribuzione del personale in essa operante e dell’integrazione delle attività
psichiatriche universitarie con le attività assistenziali del DSMD da parte del
direttore generale della Azienda Ospedaliero-Universitaria e del direttore
generale della ASL.
9. Integrazione dei servizi per le dipendenze e per la tutela
della salute mentale
L’assunzione di sostanze psicoattive è riconosciuta come causa o conseguenza
di manifestazioni psicopatologiche. I disturbi psichici aumentano il rischio
di esposizione alle sostanze d’abuso e l’abuso/dipendenza da sostanze espone
a complicazioni psicopatologiche importanti.
Le persone in situazione multiproblematica possono alternativamente presentare aspetti clinici di prevalente competenza dei SerD e/o del CSM o disturbi
di gravità tale da non poter essere adeguatamente trattati da un solo servizio.
Per attuare un valido percorso terapeutico-riabilitativo delle persone
con dipendenza patologica e rilevanti disturbi psichici è necessario aumentare
il livello di collaborazione tra i due servizi. Gli obiettivi generali sono fondamentalmente due:
• migliorare i percorsi terapeutici dei soggetti;
• permettere un valido coordinamento tra le strutture coinvolte (SerD e CSM
in primo luogo, ma anche altre interfacce sanitarie quali medicina generale,
reparti internistici, SPDC, etc., nonché altre strutture territoriali quali comunità
terapeutiche, centri diurni, cooperative di lavoro, etc.).
Sulla base di queste premesse si prevede quanto segue:
• gli interventi devono essere basati sulla integrazione culturale, organizzativa
e gestionale delle strutture a vario titolo coinvolte; questa integrazione,
102
attraverso lo sviluppo di una articolata esperienza clinica e di una adeguata
riflessione teorica, deve permettere una continuità della presa in carico globale
di ciascun paziente, fattore importante per l’adesione agli interventi e per la
prevenzione della ricaduta, sia nei comportamenti di uso problematico, abuso
e dipendenza, che nei disturbi psichiatrici;
- per le persone con bisogni complessi e rilevanti sintomi psichiatrici l’intervento
deve avvalersi delle risorse umane, strutturali e di programma disponibili presso
i due ambiti dell’intervento (salute mentale e dipendenze); la responsabilità del
trattamento, quando esiste un coinvolgimento multiplo, deve essere definita
in maniera coordinata, sulla base di una partecipazione strutturata del SerD e
del CSM; in relazione alle caratteristiche del caso e delle priorità dell’intervento,
un servizio se ne deve assumere la responsabilità prevalente e ricoprire quindi
il ruolo di regia dello svolgimento del trattamento riabilitativo, mentre l’altro
servizio viene attivato in qualità di co-gestore del caso; questi ruoli e funzioni
sono complementari e possono essere ridefiniti anche sulla base dei cambiamenti delle condizioni cliniche, della specifica situazione locale e delle risorse
disponibili, come la presenza o meno dello psichiatra all’interno del SerD;
- per le persone che presentano una maggiore complessità psicopatologica
e sociale, una debole alleanza con il terapeuta, maggior rischio di abbandono
precoce, frequenti ricadute ed un alto margine di fallimento, il livello di interazione fra i servizi deve intensificarsi e prevedere anche una totale corresponsabilità nella articolazione e gestione del programma terapeutico;
per questi casi si rende necessaria la costituzione di un’equipe multidisciplinare
che coinvolga operatori dei due servizi, che attivi il privato sociale attraverso
lo strumento del budget di salute, e che si ponga in relazione con le persone,
la famiglia e le altre istituzioni che possono contribuire alla gestione
dell’intervento. La costituzione di unità operative stabili integrate alle quali
possono corrispondere funzioni di particolare rilievo organizzativo che richiedono esperienza clinica, competenze organizzative, capacità gestionali di alta
professionalità, va valutata sulla base di considerazioni di carattere epidemiologico ed organizzativo.
10. Unità di Coordinamento Regionale per le Dipendenze (UCRD)
Gli interventi nel campo delle dipendenze patologiche costituiscono un’area
debole dell’intervento sociale e sanitario, fortemente condizionato da orientamenti ideologici e poco attenta all’efficacia e appropriatezza degli interventi
di prevenzione, cura e riabilitazione. L’Unità di Coordinamento Regionale delle
Dipendenze (UCRD), istituita in attuazione delle previsioni del Piano regionale
dei servizi sanitari 2006-2008, costituisce una risposta prioritaria nella direzione
della qualificazione dell’offerta di interventi da parte dei servizi pubblici
e privati della regione. Essa svolge al livello regionale le funzioni assegnatele
dalla DGR Nº 45/20 del 7/11/2006 “Interventi per il miglioramento della
qualità e coordinamento dei servizi pubblici e privati per le dipendenze
patologiche”, e dalla DGR Nº 12/3 del 27/3/2007 “Programma regionale
d’interventi nel settore delle dipendenze in attuazione del Piano regionale
dei servizi sanitari”, sulla base delle priorità e degli indirizzi dell’Assessorato
103
dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, assolvendo a compiti di coordinamento tecnico-scientifico, monitoraggio e valutazione degli interventi,
rilevazione epidemiologica, promozione della diffusione di informazioni scientificamente corrette, supporto per l’attività di formazione/aggiornamento. Costituisce premessa per l’azione dell’UCRD, la presenza in Sardegna di competenze
consolidate e riconosciute a livello nazionale ed internazionale nella ricerca
e valutazione nel campo delle dipendenze patologiche.
L’UCRD ha sede presso la ASL 8 (DGR Nº 45/20 del 7/11/2006) ed è collocata
nell’ambito della Direzione Generale Aziendale come struttura complessa
in relazione alle funzioni strategiche di livello regionale che le sono attribuite.
La ASL 8 è responsabile della gestione organizzativa e del personale dell’UCRD.
L’UCRD garantisce lo svolgimento delle azioni di supporto tecnico-scientifico
nei riguardi dell’attività di programmazione e valutazione dell’Assessorato
Regionale dell’Igiene e Sanità e Assistenza Sociale e dell’attività assistenziale
dei servizi pubblici e privati per le dipendenze patologiche presenti nella
regione. L’Assessorato sovrintende all’implementazione della struttura, alla
articolazione dell’organizzazione interna, alla definizione delle funzioni e
competenze, nonché alla definizione del piano annuale delle attività dell’UCRD.
L’UCRD costituisce centro regionale di riferimento per le dipendenze patologiche e problematiche correlate. I DSMD si avvalgono del supporto tecnico-scientifico dell’UCRD e con essa collaborano in relazione agli obiettivi assegnati.
104
Corso di scacchi
DELIBERAZIONE Nº 49/28 DEL 5/12/2007
Oggetto: Progetto strategico salute mentale: interventi straordinari per la
riqualificazione dell’offerta dei servizi - UPB S05.01.005 - cap.SC05.0117.
€ 4.850.000.
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale riferisce che, così come
disposto dalla Delib.G.R. Nº 32/11 del 29/8/2007, è necessario procedere alla
ripartizione di € 4.850.000 a favore delle ASL per il finanziamento di progetti
di riqualificazione dell’offerta dei servizi di salute mentale, elaborati sulla base
delle priorità espresse dal Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008.
L’Assessore precisa che le azioni promosse da tale finanziamento straordinario,
a regime rientrano nell’attività assistenziale ordinaria delle ASL a valere sulla
quota indistinta del Fondo Sanitario regionale.
Le ASL, in ottemperanza a quanto indicato nella succitata deliberazione e in
stretto raccordo con gli uffici dell’Assessorato, hanno presentato il programma
degli interventi che intendono porre in essere.
Gli interventi proposti riguardano una ampia gamma di azioni con particolare
riferimento a:
• ampliamento dell’orario di apertura dei Centri di Salute Mentale (CSM)
per almeno 12 ore al giorno sette giorni su sette;
• promozione della presa in carico nei luoghi di vita delle persone;
• sostegno di percorsi riabilitativi per persone dimesse o che rischiano
l’inserimento in un Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG);
• attivazione di progetti terapeutici abilitativi individualizzati, finalizzati
all’abitare assistito, per un periodo determinato, in collaborazione con il privato
sociale e imprenditoriale;
• attivazione di percorsi di riabilitazione e inclusione sociale tramite
inserimento lavorativo o formazione lavoro per persone a rischio di deriva
o esclusione sociale;
• riqualificazione degli spazi dove le persone con disturbo mentale vivono
e vengono curate, attraverso interventi volti ad assicurare l’accoglienza
ed il comfort degli ambienti di vita.
Verificata la rispondenza delle proposte presentate alle indicazioni del Piano
regionale dei servizi sanitari 2006-2008 ed alla programmazione specifica
nell’ambito della salute mentale, nonché la coerenza con le indicazioni sulla
riorganizzazione dei Dipartimenti di Salute Mentale e delle Dipendenze di cui
alla Delib.G.R. Nº 35/6 del 12/9/2007 “Progetto strategico salute mentale: linee
di indirizzo per l’organizzazione dei Dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze”, l’Assessorato ha concordato con i singoli Dipartimenti la riarticolazione
delle proposte sulla base delle priorità rilevate nel proprio territorio.
107
L’Assessore, valutata la congruità dei progetti riformulati con l’ammontare
delle risorse disponibili, propone di ripartire la somma di € 4.850.000
nella misura di seguito indicata:
• ASL Nº 1 € 971.000 per l’ampliamento dell’orario di apertura del CSM
almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7 e tendenzialmente per le 24 ore;
• ASL Nº 2 € 426.200 per l’ampliamento dell’orario di apertura del CSM
almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7;
• ASL Nº 3 € 475.900 per l’attivazione di progetti terapeutici abilitativi individualizzati, a diversa intensità assistenziale, in collaborazione con il privato sociale
e imprenditoriale;
• ASL Nº 4 € 175.100 per attività di inclusione sociale (abitare assistito;
laboratori teatrali);
• ASL Nº 5 € 493.800 per l’ampliamento dell’orario di apertura del CSM
almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7; per interventi per la riqualificazione
degli ambienti;
• ASL Nº 6 € 303.000 per l’ampliamento dell’orario di apertura del CSM
almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7; per progetti di inserimento lavorativo;
per attività di inclusione sociale; per interventi per la riqualificazione
degli ambienti;
• ASL Nº 7 € 384.900 per l’ampliamento dell’orario di apertura del CSM
almeno 12 ore al giorno, 7 giorni su 7; per progetti di inclusione sociale;
• ASL Nº 8 € 1.620.100 per l’attivazione di progetti terapeutici abilitativi individualizzati, a diversa intensità assistenziale, in collaborazione con il privato
sociale e imprenditoriale; per progetti di inserimento lavorativo e socializzazione; per l’attivazione di un centro crisi per utenti con disturbo mentale e
dipendenza da sostanze.
L’Assessore precisa infine che le risorse assegnate a ciascuna ASL sono
destinate al finanziamento delle azioni sopra elencate e che l’eventuale necessità di apportare ulteriori modifiche ai progetti presentati dovrà essere valutata
in accordo con la Direzione Generale delle Politiche Sociali.
La Giunta regionale, sentita la proposta dell’Assessore dell’Igiene e Sanità
e dell’Assistenza Sociale e costatato che il Direttore Generale delle Politiche
Sociali ha espresso parere favorevole di legittimità sulla proposta in esame
DELIBERA
di ripartire la somma di € 4.850.000 a favore delle ASL per la realizzazione
dei progetti, elencati in premessa, finalizzati alla riqualificazione degli interventi
nell’area della salute mentale, nella misura di seguito riportata:
•
•
•
•
•
•
108
ASL Nº 1 € 971.000
ASL Nº 2 € 426.200
ASL Nº 3 € 475.900
ASL Nº 4 € 175.100
ASL Nº 5 € 493.800
ASL Nº 6 € 303.000
ASL Nº 7 € 384.900
ASL Nº 8 € 1.620.100
La spesa di € 4.850.000 sarà imputata all’UPB S05.01.005 –cap.SC05.0117.
109
DELIBERAZIONE Nº 51/38 DEL 20/12/2007
Oggetto: Finanziamento di progetti terapeutici riabilitativi personalizzati
a favore di persone con disturbo mentale (LR Nº 1/2006, art. 9, comma 10)
UPB S05.03.007- cap.SC05.0668. € 1.400.000.
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, con nota prot.
Nº 13133 del 17/12/2007, riferisce che LR 24 febbraio 2006, Nº 1 all’art. 9,
comma 10, dispone che una quota dei piani d’intervento a favore di persone
con disturbo mentale previsti dalla LR 30 marzo 1997, Nº 20, sia attribuita
alle Asl per la predisposizione e la diretta realizzazione di progetti terapeutici
riabilitativi a favore di persone con disturbo mentale.
Ricorda, inoltre, che la Delib.G.R. Nº 23/29 del 30/5/2006 “Presentazione
di progetti d’intervento di cui alla LR N° 20/1997, art. 3”, riorganizza le modalità di finanziamento dei progetti di cui alla LR. Nº 20/1997, avviando una
profonda riqualificazione degli interventi rivolti a persone con disturbo mentale,
prevedendo una maggiore integrazione tra i Centri di Salute Mentale e i
Comuni e differenziando i progetti sulla base dell’intensità terapeutica richiesta.
In applicazione della suddetta deliberazione, sono stati finanziati i progetti
presentati:
• dai Dipartimenti di Salute Mentale (progetti ad alta intensità terapeutica elaborati in accordo con i Comuni, di durata breve e definita);
• da 57 Comuni, singoli e associati (progetti a minor intensità terapeutica elaborati in continuità con quelli presentati dai DSM, di medio o lungo periodo).
Per quanto riguarda l’annualità 2007, l’Assessore propone di confermare
gli stanziamenti previsti nello scorso anno finanziario, destinando alle ASL
la somma di € 1.400.000, così come previsto dalla Delib.G.R. 23/29 del
30/5/2006 “Presentazione di progetti d’intervento di cui alla LR 20/97
(art. 3) Nuove norme inerenti provvidenze a favore di persone affette da
patologie psichiatriche”, per la predisposizione di progetti a favore di persone
con disturbo mentale.
L’Assessore propone, altresì, che l’utilizzo delle somme, regolato dalle disposizioni di cui alla Delib.G.R. Nº 23/29 del 30/5/2006, sia orientato alle seguenti
linee di azione:
1. Sostegno all’abitare
Gli interventi di questo ambito hanno l’obiettivo di promuovere la cura della
persona e dell’ambiente, nonché lo sviluppo di possibilità/capacità nell’abitare.
Rispondono a bisogni di persone con disturbo mentale che a causa di disabilità
legate alla malattia, grave conflittualità familiare, assenza di abitazione, istituzionalizzazione protratta, necessitano di un sostegno all’abitare o di una soluzione
abitativa, in condizioni protette e agevolate, dove è possibile sperimentare
tempi e organizzazione di vita vicini a quelle che sostanziano l’abitare una casa
più che lo “stare” in una istituzione. Le soluzioni abitative possono prevedere,
a seconda della composizione del gruppo, fino a 6 utenti.
Per quanto riguarda le funzioni di supporto professionale e umano,
111
la personalizzazione dell’intervento richiede che, sulla base dei bisogni rilevati,
possano essere previste differenti modalità organizzative di copertura assistenziale sulle 24, 12 e 6 ore.
1. Sostegno alla formazione e all’inserimento lavorativo
Gli interventi in questo ambito sono finalizzati alla costruzione di una piena
cittadinanza che si esprima attraverso la capacità/possibilità di scelta, l’entrata
nel circuito produttivo, la realizzazione di reddito, il raggiungimento
di una integrazione sociale e di sempre maggior indipendenza dal circuito
assistenziale. Attraverso strumenti di formazione e lavoro si intende perseguire
l’obiettivo dell’accesso ai diritti, del conseguente miglioramento della qualità
della vita, dell’attivazione di percorsi abilitativi ed emancipativi. I progetti
devono garantire che i percorsi di formazione abbiano come sede i luoghi di
produzione quali aziende, uffici della Pubblica Amministrazione, cooperative
di tipo A e B, con preferenza per le cooperative in grado di assicurare un reale
inserimento lavorativo. Inoltre tutte le iniziative in questa area devono prevedere il coinvolgimento e la responsabilizzazione di Enti ed Agenzie formative
presenti sul territorio.
2. Sostegno alla socialità/affettività
Gli interventi di questo ambito hanno l’obiettivo primario di promuovere
la costruzione e di relazioni e reti amicali, familiari e sociali, lo sviluppo di abilità
e competenze sociali. Gli interventi devono favorire la partecipazione ad attività
culturali, educative, socializzanti, ricreative, sportive, svolte nei contesti e nei
luoghi di vita delle persone.
L’Assessore propone che la somma di € 1.400.000 per il finanziamento
di progetti terapeutici individualizzati rivolti al sostegno all’abitare, alla formazione e all’inserimento lavorativo, alla socialità/affettività sia ripartita sulla base
della popolazione residente:
•
•
•
•
•
•
•
•
ASL 1 - € 279.680,00
ASL 2 - € 122.110,00
ASL 3 - € 138.310,00
ASL 4 - € 49.330,00
ASL 5 - € 143.100,00
ASL 6 - € 88.500,00
ASL 7 - € 111.730,00
ASL 8 - € 467.240,00
Le somme saranno trasferite alle ASL a seguito di presentazione di una relazione
sulla attuazione dei progetti e degli interventi già finanziati con la citata deliberazione Nº 23/29 del 30/5/2006 e sui risultati raggiunti.
Nello specifico dell’attività progettuale svolta dai Comuni, l’Assessore propone
di attendere il monitoraggio e la valutazione delle azioni posti in essere prima
di definire i nuovi criteri di attribuzione delle risorse.
112
La Giunta regionale, vista la proposta dell’Assessore dell’igiene, Sanità
e dell’Assistenza Sociale e visto il parere di legittimità del Direttore Generale
delle Politiche sociali
DELIBERA
• di assegnare alle ASL, per l’anno 2007, la somma di € 1.400.000,
per la predisposizione di progetti a favore di persone con disturbo mentale,
orientato al sostegno all’abitare, alla formazione e all’inserimento lavorativo,
alla socialità/affettività, così come descritto in premessa;
• di ripartire la somma di € 1.400.000, sulla base della popolazione residente:
a) ASL 1 - € 279.680,00
b) ASL 2 - € 122.110,00
c) ASL 3 - € 138.310,00
d) ASL 4 - € 49.330,00
e) ASL 5 - € 143.100,00
f) ASL 6 - € 88.500,00
g) ASL 7 - € 111.730,00
h) ASL 8 - € 467.240,00
• di trasferire le suddette somme a seguito di presentazione di una relazione
sulla attuazione dei progetti e degli interventi già finanziati con la deliberazione
Nº 23/29 del 30/5/2006 e sui risultati raggiunti;
• di rinviare a un successivo provvedimento la ripartizione dei fondi di cui all’art 3
della LR Nº 2019/97, destinati ai Comuni.
La spesa di € 1.400.000, è imputata all’UPB S05.03.007 - cap.SC05.0668.
Il Direttore Generale f.f.
Aldo Manca
Il Presidente
Renato Soru
113
DELIBERAZIONE Nº 51/41 DEL 20/12/2007
Oggetto: Direttive per l’organizzazione degli interventi di emergenza-urgenza
in salute mentale
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, con nota prot.
Nº 13136 del 17/12/2007, riferisce che la Regione, nell’ambito del progetto
strategico salute mentale, avviato in coerenza con le disposizioni della LR 28
luglio 2006, Nº 10 “Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della
Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, Nº 5” e del
Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 , ha adottato numerosi provvedimenti volti a promuovere il processo di riqualificazione degli interventi, la
complessiva riorganizzazione dei servizi, il potenziamento della rete assistenziale
e la partecipazione e condivisione sociale delle tematiche e degli interventi.
Le misure adottate hanno riguardato una ampia gamma di azioni nell’ambito
della formazione, della qualificazione degli spazi e dei luoghi della salute
mentale, degli interventi a favore delle persone con disturbo mentale coinvolte
nel circuito giudiziario/penitenziario e internate negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), dell’abilitazione e inclusione sociale, dell’offerta complessiva dei
servizi di salute mentale delle ASL. Analoghi provvedimenti sono stati adottati
nel campo delle dipendenze patologiche, per la riqualificazione degli interventi
e della rete dei servizi e per la promozione dell’inclusione sociale. In particolare,
le linee d’indirizzo per l’organizzazione dei Dipartimenti di salute mentale
e delle dipendenze (DSMD) di cui alla Delib.G.R. Nº 35/6 del 12/9/2007,
“Progetto strategico salute mentale: linee d’indirizzo per l’organizzazione
dei Dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze” forniscono le indicazioni
utili a garantire che i servizi per la salute mentale e per le dipendenze operanti
nella ASL costituiscano un complesso organizzativo unico e coerente, capace
di incontrare i bisogni laddove vengono formati ed espressi, evitando qualsiasi
frammentarietà e carenza di azioni e assicurando lo stretto coordinamento tra
i servizi stessi. Interventi di potenziamento, riorganizzazione e riqualificazione
riguardano anche la rete di servizi territoriali ed ospedalieri per la tutela della
salute mentale in età evolutiva, in capo alleunità per la Neuropsichiatria Infantile
e dell’Adolescenza (NPIA). In particolare, con la collaborazione della “Commissione regionale per la salute neuropsichica di bambini e adolescenti”, è in corso
di elaborazione un “programma regionale di interventi per la salute neuropsichica in età evolutiva”, rispetto al quale, un primo provvedimento adottato
riguarda gli interventi per l’autismo, rivolti al superamento delle insufficienze
specifiche in quest’area (Delib.G.R. Nº 44/10 del 31/10/2007, “Programma
straordinario di interventi per l’autismo e i disturbi pervasivi dello sviluppo”).
L’Assessore rileva come i provvedimenti sopra citati, in quanto orientati
alla promozione della presa in carico precoce e continuativa delle persone
con problemi attinenti alla sfera del disagio psichico da parte del sistema
dei servizi, contribuiscano ad abbattere i fattori di rischio per l’aggravamento
dei disturbi mentali e anche per l’inevitabile ricorso al trattamento sanitario
obbligatorio. Tuttavia osserva come, nella realtà regionale, debba essere
considerata la necessità di superare ulteriori e specifiche carenze che rendono
l’organizzazione degli interventi per l’emergenza-urgenza disomogenea
nei diversi territori, non adeguatamente coordinata, e tale da comportare
difficoltà di orientamento per gli utenti e le famiglie.
115
L’Assessore riferisce che con la presente deliberazione intende proseguire
nell’attuazione delle disposizioni del Piano regionale dei servizi sanitari
2006-2008 per gli aspetti riguardanti gli interventi di emergenza-urgenza rivolti
alla tutela della salute mentale, inclusi gli interventi correlati agli accertamenti
e trattamenti sanitari obbligatori.
In particolare, con le direttive allegate alla presente deliberazione,
della quale sono parte integrante, elaborate con il contributo di rappresentanti
degli operatori del 118, dei servizi di salute mentale (Centro di Salute Mentale,
Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, Servizio per le Dipendenze, Unità
territoriali e ospedaliere di Neuro-Psichiatria Infantile e dell’Adolescenza), degli
Enti locali, delle associazioni dei familiari, intende fornire indicazioni sull’organizzazione degli interventi nelle situazioni di crisi, con particolare riferimento
alla necessità di:
• migliorare il livello di coordinamento ed integrazione fra le istituzioni e professionalità (sanitarie e sociali) che intervengono nelle situazioni di crisi;
• definire, in accordo con le istituzioni dell’emergenza e dell’ordine pubblico,
protocolli per la risposta adeguata all’emergenza e all’urgenza in psichiatria;
• precisare le condizioni per l’attivazione dei provvedimenti di Accertamento
e Trattamento Sanitario Obbligatorio (ASO, TSO) alla persona in presenza
di disturbo mentale;
• specificare e definire le funzioni e i compiti dei diversi referenti istituzionali;
• delineare un modello operativo per la corretta e omogenea esecuzione
delle procedure su tutto il territorio regionale.
La formazione costituisce un aspetto fondamentale della riqualificazione
degli interventi di emergenza-urgenza. Essa deve riguardare in primo luogo
gli operatori addetti all’emergenza sanitaria. È necessario quindi attivare
processi formativi congiunti rivolti a tutti gli attori del sistema dell’emergenzaurgenza e che coinvolgano le istituzioni extrasanitarie interessate,
per il miglioramento della qualità della collaborazione e del lavoro in rete.
Le ASL, sulla base delle presenti direttive per l’organizzazione degli interventi
di emergenza- urgenza, provvederanno alla ulteriore definizione formale
degli aspetti tecnici, organizzativi e della tempistica, basata sull’analisi delle
esigenze del proprio territorio. In particolare adotteranno i necessari protocolli operativi per la definizione dei ruoli e compiti dei diversi servizi aziendali
coinvolti negli interventi di emergenza-urgenza e definiranno, in accordo con
le istituzioni dell’emergenza e dell’ordine pubblico, protocolli per la gestione
coordinata delle emergenze e del Trattamento Sanitario Obbligatorio.
La Giunta regionale, vista la proposta dell’Assessore dell’Igiene, Sanità
e dell’Assistenza Sociale e visto il parere di legittimità del Direttore Generale
delle Politiche Sociali e del Direttore Generale della Sanità
116
DELIBERA
• di approvare le direttive sull’organizzazione degli interventi di emergenzaurgenza in salute mentale che, allegate alla presente deliberazione, ne costituiscono parte integrante e sostanziale;
• di demandare alle ASL, sulla base delle presenti direttive, l’ulteriore
definizione formale degli aspetti tecnici ed organizzativi di livello locale
per l’attivazione degli interventi di emergenza- urgenza e per il trattamento
sanitario obbligatorio.
Il Direttore Generale f.f.
Aldo Manca
Il Presidente
Renato Soru
117
Allegato alla Delib.G.R. Nº 51/41 del 20/12/2007
Direttive sull’organizzazione degli interventi di emergenza-urgenza
in salute mentale
INDICE
1. Premessa
2. Le criticità del sistema di offerta dei servizi nel contesto regionale
3. Le Risposte
3.1. La riqualificazione in corso
3.2. L’organizzazione degli interventi di urgenza-emergenza
4. Coordinamento ed integrazione degli interventi
4.1. Il ruolo del DSMD
4.2. Il ruolo della NPIA
4.3. Il ruolo del Dipartimento di Emergenza Urgenza
5. Interventi in urgenza con persone che rifiutano e/o che non sono in grado
di esprimere la loro adesione al trattamento
6. Il trattamento Sanitario Obbligatorio
7. Formazione
8. Provvedimenti attuativi
9. Appendice
9.1. Interventi sanitari obbligatori
9.2. Funzioni e compiti dei referenti istituzionali
1. Premessa
Non esiste una definizione univoca di crisi, urgenza ed emergenza nel campo
della salute mentale e della psichiatria. Tuttavia, le esigenze di carattere
programmatico ed organizzativo impongono una delimitazione, ancorché
convenzionale, del relativo ambito di intervento.
Per urgenza ed emergenza intendiamo una situazione di scompenso, individuale
e relazionale, acuta e grave, che richiede un intervento immediato.
Quando la crisi, o scompenso psichico, richiedono interventi non rinviabili
da parte dei servizi sociali e sanitari e delle istituzioni dell’ordine pubblico,
esse possono rientrare come concetto operativo nella “urgenza/emergenza”
e ad esso sovrapporsi.
Esiste un valore-soglia relativo agli assetti organizzativi e culturali oltre i quali
i problemi emozionali, psicologici, relazionali, sociali o gli “eventi di vita”
assumono le caratteristiche della crisi e diventano di specifico interesse
delle istituzioni dell’emergenza.
Il valore-soglia che attiva l’attenzione delle istituzioni sanitarie, sociali e dell’ordine pubblico si trova così ad essere di volta in volta definito, secondo i sistemi
di riconoscimento, come sofferenza individuale, comportamento di disturbo
sociale e di rischio, stato di miseria e marginalità, crisi delle relazioni familiari,
118
difficoltà nel lavoro, incomprensibilità di certi comportamenti, intolleranza
ambientale. Lo stato di crisi è suscettibile di evoluzione differente in rapporto
al contesto, alla presenza e gravità di una situazione di disagio, di disadattamento sociale, di disturbo mentale e alla loro gravità, in relazione al contesto
e alla sua tolleranza, alla presenza dei servizi sanitari e di salute mentale,
alla loro organizzazione ed agli interventi che vengono posti in essere.
La necessità dell’intervento ha a che fare con l’esigenza di soccorrere la persona
che sperimenta l’insufficienza delle proprie risorse, di valutarne le componenti
individuali e relazionali, di condurre la persona stessa e il contesto familiare/
sociale verso un migliore utilizzo delle risorse e capacità, di mettere in campo
con sollecitudine gli strumenti, i mezzi e le risorse di carattere sociale e sanitario
utili a fronteggiare quella situazione e a prevenire l’evoluzione verso condizioni
di deriva sanitaria e sociale e di stabilizzazione della cronicità che rendono ogni
successivo intervento terapeutico estremamente più complesso.
Nella realtà italiana, solo da pochi anni si è cominciato ad avviare una riflessione
sul problema dell’emergenza-urgenza e ad affrontarlo sulla base di una pianificazione organizzativa e tecnico- operativa capace di rispondere in maniera
sistematica alle necessità del territorio.
2. Le criticità del sistema di offerta dei servizi nel contesto regionale
Nello specifico della realtà regionale, le criticità del sistema di risposta all’emergenza-urgenza per la salute mentale risultano storicamente condizionate
dalla insufficienza, in termini di risorse ed organizzazione, rispetto alla domanda
di cura, della rete dei servizi sanitari e sociali coinvolti nella tutela della salute
mentale, e dalla conseguente difficoltà di presa in carico precoce e continuativa
dell’utenza. Questa debolezza ha costituito di per sé un rilevante fattore
di rischio per l’aggravamento delle difficoltà relazionali, del disagio psicologico
e del disturbo mentale e per la loro evoluzione verso situazioni di drammatica
rottura e di allarme sociale. A questi fattori, opportunamente rilevati dal Piano
regionale dei servizi sanitari 2006-2008 , e in risposta ai quali la Regione ha
avviato un processo di riqualificazione complessiva della rete di assistenza,
si aggiungono le specifiche carenze nella gestione degli interventi di emergenza-urgenza, in particolare relative a:
• coordinamento ed integrazione fra i servizi di salute mentale del DSMD e
territoriali (CSM, SPDC, SerD, servizi per la neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza-NPIA), quelli ospedalieri, gli altri servizi/soggetti interessati nell’ambito
delle ASL (Medici di base, Pediatri di base, Medici della continuità assitenziale)
e il servizio deputato alla gestione del sistema di emergenza-urgenza sanitario
(Servizio 118, Pronto Soccorso);
• coordinamento ed integrazione fra i servizi sanitari e gli altri referenti istituzionali coinvolti a diverso titolo nella gestione delle situazioni di urgenza-emergenza (Enti locali, Polizia Municipale, Forze dell’Ordine);
• formazione nel campo della salute mentale degli operatori delle istituzioni
119
deputate alla risposta rapida in situazioni di urgenza emergenza di carattere
sanitario e sociale (Servizio 118, Pronto Soccorso, Polizia Municipale, Forze
dell’Ordine);
Nel complesso l’organizzazione degli interventi appare frammentaria e non
coordinata, caratterizzata da disomogeneità nei diversi territori e difficoltà per
gli utenti e le famiglie ad orientarsi. Le lacune organizzative e formative riducono, anche consistentemente, la qualità degli interventi.
3. Le risposte
3.1 La riqualificazione della rete di assistenza
La Regione, nell’ambito del progetto strategico salute mentale, avviato
in coerenza con le disposizioni della LR 28 luglio 2006, Nº10 “Tutela della salute
e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, Nº 5” e del Piano regionale dei servizi sanitari
2006-2008, ha adottato numerosi provvedimenti volti a promuovere
il processo di riqualificazione degli interventi, la complessiva riorganizzazione
dei servizi, il potenziamento della rete assistenziale e la partecipazione e condivisione sociale delle tematiche e degli interventi.
Le misure adottate hanno riguardato una ampia gamma di azioni nell’ambito
della formazione, della qualificazione degli spazi e dei luoghi della salute
mentale, degli interventi a favore delle persone con disturbo mentale coinvolte
nel circuito giudiziario/penitenziario e internate negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), dell’abilitazione e inclusione sociale, dell’offerta complessiva dei
servizi di salute mentale delle ASL. Analoghi provvedimenti sono stati adottati
nel campo delle dipendenze patologiche, per la riqualificazione degli interventi
e della rete dei servizi e per la promozione dell’inclusione sociale.
In particolare, le linee d’indirizzo per l’organizzazione dei Dipartimenti di salute
mentale e delle dipendenze (DSMD) di cui alla Delib.G.R. Nº 35/6 del 12/9/2007
“Progetto strategico salute mentale: linee d’indirizzo per l’organizzazione
dei Dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze” forniscono le indicazioni
utili a garantire che i servizi per la salute mentale e per le dipendenze operanti
nella ASL costituiscano un complesso organizzativo unico e coerente, capace
di incontrare i bisogni laddove vengono formati ed espressi, evitando qualsiasi
frammentarietà e carenza di azioni e assicurando lo stretto coordinamento tra
i servizi stessi. Le suddette linee di indirizzo in particolare identificano il Centro
di Salute Mentale (CSM) e il Servizio per le Dipendenze (SerD), rispettivamente
per la salute mentale e le dipendenze, come strutture territoriali di riferimento
per l’accoglienza della persona, per la predisposizione del programma terapeutico individuale e per il coordinamento degli interventi.
120
Al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura ospedaliero (SPDC) viene riconosciuto
il compito di erogare trattamenti sanitari, volontari ed obbligatori,
nei casi in cui non sia possibile mettere in atto adeguate misure sanitarie
e sociali extraospedaliere.
Gli interventi per l’area della salute mentale in età evolutiva rientrano tra quelli
previsti dal Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 per la Neuropsichiatria
Infantile e dell’Adolescenza (NPIA).
Essi prevedono il potenziamento delle azioni di carattere preventivo, terapeutico
e riabilitativo attraverso la riorganizzazione e potenziamento della rete di servizi
territoriali ed ospedalieri, al fine di migliorare e qualificare l’assistenza in relazione ai bisogni dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie.
Con la collaborazione della “Commissione regionale per la salute neuropsichica
di bambini e adolescenti”, è in corso di elaborazione un “programma regionale
di interventi per la salute neuropsichica in età evolutiva”.
Un primo provvedimento adottato riguarda gli interventi per l’autismo, rivolti
al superamento delle insufficienze specifiche in quest’area (Delib.G.R. Nº 44/10
del 31/10/2007, “Programma straordinario di Interventi per l’autismo e i disturbi
pervasivi dello sviluppo”).
3.2 L’organizzazione degli interventi di urgenza-emergenza
All’interno della programmazione regionale per la salute mentale,
con le presenti direttive si intende fornire indicazioni sull’organizzazione
degli interventi nelle situazioni di emergenza-urgenza, con particolare riferimento alla necessità di:
• migliorare il livello di coordinamento ed integrazione fra le istituzioni (sanitarie e
sociali) che intervengono nelle situazioni di crisi, prevenendo l’evoluzione verso
l’emergenza-urgenza;
• definire, in accordo con le istituzioni sanitarie dell’emergenza (Servizio 118 e
Pronto Soccorso) e dell’Ordine pubblico, protocolli per la risposta adeguata
all’emergenza e all’urgenza in psichiatria;
• specificare e definire le funzioni e i compiti dei diversi referenti istituzionali;
• delineare un modello operativo per la corretta e omogenea esecuzione
delle procedure su tutto il territorio regionale;
• richiamare le condizioni per l’attivazione dei provvedimenti di Accertamento
e Trattamento Sanitario Obbligatorio (ASO, TSO) alla persona in presenza
di disturbo mentale.
121
4. Coordinamento ed integrazione degli interventi
La riqualificazione dell’organizzazione del sistema di emergenza e di risposta
alla crisi richiede la partecipazione di diversi attori e istituzioni del territorio
ed è pertanto necessario identificare i soggetti istituzionali che coordinano
i rispettivi interventi al fine di costituire la struttura portante dell’intervento
organizzato. Sebbene situazioni di crisi possano manifestarsi acutamente
in assenza di segnali predittivi, ad esempio correlate all’uso di sostanze stupefacenti, di solito esse evolvono nel corso dei giorni o delle settimane, dando
quindi tempo ai servizi per organizzare gli interventi, farsi carico della situazione
e fornire le risposte più appropriate. L’estemporaneità della presentazione
dell’urgenza può rappresentare l’evoluzione di situazioni di malessere che non
sono arrivate prima all’osservazione dei servizi.
A questo riguardo ci si aspetta che il progressivo potenziamento della rete
di assistenza territoriale dei servizi di salute mentale e delle dipendenze, facilitando modalità di presa in carico precoci, flessibili e continuative, riduca
la necessità dell’intervento in emergenza-urgenza.
Nondimeno il sistema dell’emergenza sanitaria deve sempre costituire uno
degli snodi del circuito della domanda psichiatrica e integrarsi col sistema
dei servizi di salute mentale (DSMD e NPIA).
Frequentemente capita che i servizi per l’emergenza siano attivati sulla base
di necessità prevalenti di ordine sociale rispetto alle quali la risposta sanitaria,
inclusa quella psichiatrica può apparire inappropriata. È fondamentale
che anche in questi casi il servizio sanitario che valuta la domanda, il quadro
clinico e di contesto (Medico di base, Servizio 118, Pronto Soccorso, etc.),
segnali la problematica ai servizi sociali competenti a fornire le risposte del caso
e prendersi cura del problema.
4.1 Il ruolo del DSMD
Le strutture del DSMD deputate alla presa in carico precoce e continuativa
dell’utente sono il CSM per l’area della salute mentale ed il SerD per l’area
delle dipendenze. È fondamentale che la presa in carico territoriale sia inclusiva
anche degli interventi sulla crisi. È altresì importante che al livello locale venga
definito il contributo rispettivo del CSM e del SerD nella gestione delle situazioni
di emergenza in base alle competenze specifiche, rispettivamente per l’area
dei disturbi mentali e per quella delle dipendenze. Il Servizio Psichiatrico
di Diagnosi e Cura ospedaliero (SPDC) viene attivato per la consulenza e valutazione delle persone che giungono dal Pronto soccorso dell’ospedale.
Alla consulenza potrà fare seguito il ricovero sia volontario che in condizioni
di trattamento sanitario obbligatorio. Il ricovero ospedaliero si pone sempre
in continuità con gli interventi territoriali.
In considerazione della rilevanza della presa in carico continuativa delle persone
con disturbo mentale, anche al fine di abbattere il rischio di aggravamento
e di precipitazione della crisi, i servizi territoriali organizzano in maniera
programmata l’attività di competenza.
122
Poiché la conoscenza del caso ed una valida relazione terapeutica costituiscono
un supporto prezioso nella gestione dell’emergenza, la presa in carico non può
prescindere dall’intervento sulla crisi. Sul paziente in carico, il CSM e/o il SerD
valutano la domanda di urgenza per le rispettive competenze ed aree di
intervento, eventualmente coordinandosi sulla base delle priorità e necessità.
Qualora l’attivazione del CSM e del SerD non fosse possibile nei tempi necessari, verrà da essi attivato il sistema dell’emergenza 118.
Il servizio 118 provvederà anche al trasposto del paziente in ospedale per
mezzo dell’ambulanza quando necessario.
Per l’approfondimento sull’integrazione e coordinamento dell’attività del CSM
e del SerD e più in generale delle strutture del DSMD si rimanda alla Delib.G.R.
Nº 35/6 del 12/9/2007, “Progetto strategico salute mentale: linee d’indirizzo
per l’organizzazione dei Dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze”.
4.2 Il ruolo della NPIA
Le emergenze in NPIA costituiscono una evenienza infrequente.
Tuttavia, in assenza di un sistema organizzato di risposta, spesso si impongono
per la loro drammaticità. La consistenza delle risorse professionali dei servizi
territoriali di NPIA non consente l’articolazione dell’assistenza nell’arco delle12
ore al giorno, né d’altra parte la frequenza delle presentazioni improvvise delle
situazioni di emergenza varrebbe a giustificare la riduzione dell’attività programmata a favore di quella rivolta a garantire la gestione dell’emergenza nell’arco
delle 12 o 24 ore.
Valgono per la NPIA le stesse considerazioni effettuate a riguardo del DSMD
sulla rilevanza della presa in carico continuativa dei minori con disturbo
mentale, anche al fine di ridurre il rischio di aggravamento dello stato psichico
e della precipitazione della crisi.
Tuttavia, nell’ambito della popolazione in carico e nei limiti organizzativi di cui
sopra, la NPIA interviene nelle situazioni che si presentano con le caratteristiche
dell’urgenza, direttamente e su invio / richiesta del medico di base/pediatra
nonché di altri servizi sanitari. Qualora a valutazione effettuata dal medico
del NPIA lo richiedesse, il 118 interverrà per un inquadramento medico
complessivo o per l’intervento di emergenza.
Altresì il 118 verrà attivato quando, a seguito di una valutazione psichiatrica,
si rendesse necessario il trasporto del paziente in ospedale per mezzo dell’ambulanza. Qualora l’attivazione della NPIA non fosse possibile nei tempi necessari, verrà da essa attivato il sistema dell’emergenza 118.
Si rimanda al “programma regionale di interventi per la salute neuropsichica in
età evolutiva”, in corso di elaborazione, l’esame delle peculiarità che riguardano
l’organizzazione e la gestione dell’urgenza-emergenza in età evolutiva.
123
4.3 Il ruolo del Dipartimento di Emergenza Urgenza
Il sistema dell’emergenza territoriale del 118
Il 118 è il servizio deputato alla risposta all’urgenza in sanità.
Esso è già attivo negli interventi di emergenza-urgenza che riguardano l
a salute mentale in tutto il territorio regionale. Tuttavia è necessario chiarire
e definire le modalità dell’interazione con i servizi sanitari specificamente rivolti
alla salute mentale (CSM, SerD, NPIA).
Si ritiene che il Servizio 118, per la presenza nell’arco delle 24 ore, per la
tempestività della risposta, per la qualità dell’intervento che è rivolto ad una
valutazione sanitaria sistematica dello stato della persona e non solo delle sue
componenti psichiche, rappresenti la base dell’intervento di emergenza.
A questo riguardo è importante sottolineare che la presentazione in emergenza
di un quadro clinico con prevalenti od esclusive manifestazioni psichiatriche
non deve trascurare la necessità di una valutazione medica completa, in quanto
cause organiche possono sostenere presentazioni cliniche altrimenti riferibili
a disturbi mentali.
Perché possano assolvere al meglio al compito di valutazione, diagnosi ed attivazione degli interventi (terapeutici e/o di accompagnamento ad altre strutture/
interventi), è necessario che gli operatori del 118 accedano alle informazioni
utili per la valutazione dello stato della persona (familiari, amici, medico di base,
servizi specialistici per la salute mentale).
Lo stretto collegamento operativo tra 118 e strutture territoriali od ospedaliere
della salute mentale è importante per garantire la qualità della valutazione nelle
situazioni di crisi/emergenza, che deve essere attenta sia agli aspetti psichici che
a quelli organici.
Gli operatori del 118 che si trovano a rispondere ad una domanda di intervento
per una emergenza- urgenza psichiatrica, adotteranno le misure sanitarie
del caso. Qualora gli interventi attuati non sortissero beneficio, o non fossero
risolutivi della crisi, provvederanno ad accompagnare la persona al pronto
soccorso ospedaliero più vicino dove verrà attivata la consulenza psichiatrica,
l’osservazione protratta, l’attivazione del servizio territoriale competente,
l’eventuale ricovero in SPDC / NPIA ospedaliero.
Durante le fasce orarie di apertura dei servizi territoriali per la salute mentale,
(DSM, SerD, NPIA), il servizio dell’emergenza si avvale della consulenza e se
possibile del supporto operativo dei servizi stessi.
Il Pronto Soccorso ospedaliero
Il Pronto Soccorso ospedaliero costituisce la più frequente porta d’ingresso per
situazioni con le caratteristiche dell’emergenza-urgenza. In analogia con quanto
già specificato per il 118, perché possa assolvere al meglio al compito
di valutazione, diagnosi ed attivazione degli interventi (terapeutici e/o invio
ad altre strutture/interventi), è necessario che gli operatori del Pronto Soccorso
accedano alle informazioni utili per la valutazione dello stato della persona
(familiari, amici, medico di base, servizi specialistici per la salute mentale).
124
Di norma il Pronto Soccorso, dopo i primi provvedimenti diagnostici e terapeutici atti a confermare le condizione di scompenso psichico e valutare eventuali
problematiche organiche concomitanti (dismetabolismi, traumi, intossicazioni,
stati di sofferenza cerebrale di ndd), attiva l’osservazione protratta, la consulenza psichiatrica e l’eventuale ricovero in SPDC, il coinvolgimento dei servizi
del DSMD e dei servizi di NPIA, o dei servizi sociali ospedalieri e distrettuali per
situazioni multiproblematiche non riferibili all’area dei disturbi mentali.
Programmi condivisi, protocolli e procedure tra il DSMD, NPIA territoriale ed
ospedaliera, e sistema dell’emergenza-urgenza delle ASL devono essere perseguiti al fine di coordinare gli interventi, disponendo tempi e modalità per le
forme di comunicazione e di attivazione reciproca dei sistemi.
5. Interventi in urgenza con persone che rifiutano e/o che non sono in
grado di esprimere la loro adesione al trattamento
È molto frequente che negli interventi urgenti - quando riguardano persone
che sperimentano una condizione di scompenso psichico, di grave rottura
relazionale, di isolamento ostinato, di rischio di comportamenti auto ed eteroaggressivi o quando la consapevolezza e la capacità critica siano diversamente
compromesse - l’adesione alla proposta di cura possa mancare, non essere
espressa o essere chiaramente negata. In prima istanza è compito del sanitario,
degli operatori che intervengono, adoperarsi perché la persona al momento
dell’incontro, nel corso della valutazione e della negoziazione possa essere
aiutata a scegliere in ragione della salvaguardia della sua salute, ad accettare
le cure nel rispetto della sua dignità.
Ma talora l’urgenza che è sostenuta dal rischio per l’incolumità della persona
e dei circostanti è tale che si deve procedere a mettere in atto con rapidità
quanto necessario nell’immediato e nelle more dell’attivazione delle procedure
relative al TSO. Al riguardo, si richiama, a tutela dell’operatore l’art. 54 del
Codice penale che prevede che non è punibile chiunque compie azioni che
altrimenti si configurerebbero come reati, nella necessità di salvare se od altri
da pericolo attuale di danno grave alla persona non altrimenti evitabile.
Un caso particolare è costituito dalla presenza di stati confusionali o di stato
di coscienza gravemente alterato - la cui origine può essere più o meno nota o
verificabile clinicamente o con esami di laboratorio - che possono determinare
nel paziente l’incapacità di esprimersi nei confronti di qualsiasi proposta
di intervento sanitario. In questo caso si assiste, piuttosto che alla mancanza
di un consenso, alla impossibilità di esprimere un valido dissenso. Il sanitario
è pertanto tenuto a mettere in atto tutti gli interventi ritenuti necessari, senza
dover ricorrere alla formalizzazione di un TSO.
125
6. Il trattamento sanitario obbligatorio
Il TSO è rivolto alla tutela della salute e dei diritti della persona in stato di crisi.
L’attivazione del TSO non è strumento di per sé risolutivo per la soluzione
dell’emergenza psichiatrica. La stessa tempistica prevista dalla legge per lo
svolgimento delle procedure relative, che richiede un’ordinanza del Sindaco
da prodursi in un arco di tempo che può arrivare alle 48 ore, non si concilia
con i tempi dell’emergenza.
Il TSO viene effettuato quando sussistono le tre condizioni previste dalla legge a
tutela della salute della persona e cioè quando sono presenti alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, gli interventi terapeutici non
vengono accettati dall’infermo, non vi sono le condizioni e le circostanze che
consentono di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere.
Il TSO viene disposto solo quando ripetuti tentativi non sono riusciti a far ottenere il consenso a cure ritenute indifferibili. Quando la valutazione dell’urgenza
clinica non è compatibile con i tempi del TSO, l’intervento può essere attivato
direttamente dal medico sulla base dell’esistenza di uno “stato di necessità”.
La legge prevede che la proposta di TSO venga formulata da un medico
e convalidata da un secondo medico appartenente ad una struttura pubblica.
Tuttavia, in considerazione della delicatezza richiesta dalla materia e della
competenza riconosciuta in quest’ambito alla psichiatria e neuropsichiatria
infantile, compatibilmente con l’organizzazione complessiva del servizio,
alla convalida della proposta sovrintendono i servizi del DSMD o la NPIA che
assicura l’assistenza durante l’esecuzione dell’ordinanza.
In appendice, onde garantire la condivisione delle conoscenze basilari fra tutti
gli attori del sistema dell’emergenza-urgenza, nonché maggiore omogeneità
e coordinamento degli interventi per il TSO, vengono richiamati e commentati
i compiti e le funzioni dei referenti istituzionali, le circostanze che ne richiedono
l’adozione e quelle che non necessitano di TSO.
7. Formazione
La formazione costituisce un aspetto fondamentale della riqualificazione degli
interventi di emergenza-urgenza per la salute mentale. Essa deve riguardare
in primo luogo gli operatori addetti all’emergenza sanitaria (sistema del 118
e Pronto Soccorso), per i quali è necessario perfezionare le competenze nella
comunicazione e quelle relazionali nell’area della salute mentale, oltre che
quelle tecniche utili per meglio affrontare le situazioni di crisi.
Appare anche importante intervenire sulle conoscenze degli aspetti normativi
e legali che regolano l’intervento sanitario, incluse quelle che riguardano il trattamento sanitario obbligatorio, con particolare riferimento agli aspetti relativi al
rispetto dei diritti e della dignità della persona.
126
Occorre altresì approfondire le tematiche che riguardano l’emergenza in età
evolutiva e quelle relative alle situazioni di abuso/dipendenza da sostanze.
È necessario infine attivare processo formativi congiunti rivolti a tutti gli attori
del sistema dell’emergenza-urgenza e che coinvolgano le istituzioni extrasanitarie (Polizia municipale in primo luogo) interessate, per il miglioramento della
qualità della collaborazione e del lavoro in rete.
8. Provvedimenti attuativi
Le ASL, sulla base delle presenti direttive per l’organizzazione degli interventi di
emergenza- urgenza e per il trattamento sanitario obbligatorio, provvederanno
alla ulteriore definizione e formalizzazione degli aspetti tecnici, organizzativi e
della tempistica, basati sull’analisi delle esigenze del proprio territorio.
In particolare adotteranno i necessari protocolli operativi per la
definizione dei ruoli e compiti dei diversi servizi aziendali coinvolti negli
interventi di emergenza- urgenza e definiranno, in accordo con le istituzioni
dell’emergenza e dell’ordine pubblico, protocolli per la gestione coordinata
delle emergenze e del trattamento sanitario obbligatorio.
9. Appendice
9.1 Interventi sanitari obbligatori
Le condizioni per il trattamento sanitario obbligatorio
Ai fini di una corretta applicazione delle procedure appare opportuno richiamare ed analizzare alcuni aspetti delle condizioni nelle quali è possibile effettuare trattamenti obbligatori a malati di mente.
Secondo il dettato legislativo di cui all’art. 34 della Legge 833 del 23/12/1978,
dette condizioni si verificano nei casi in cui:
1. “esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici….” La formulazione di detto enunciato affida la valutazione di questa prima
condizione - per la natura stessa dei concetti di “alterazione psichica”
ed “urgenza” - esclusivamente alla responsabilità professionale del medico;
2. gli interventi terapeutici “… non vengono accettati dall’infermo….”.
Da un lato bisogna prestare particolare attenzione a non interpretare il conflitto
che spesso insorge fra medico e paziente nel corso di un rapporto terapeutico
come mancanza di consenso alle cure, che darebbe luogo ad un provvedimento
obbligatorio percepito dal paziente con valenza punitiva.
Il sanitario deve pertanto mettere in atto ogni utile tentativo finalizzato a favorire il consenso del paziente. Dall’altro lato, detto consenso deve essere valutato
analizzando concretamente la possibilità di un accordo su un progetto realistico
e verificabile, al fine di evitare un consenso apparente usato in maniera strumentale allo scopo di sottrarsi al TSO;
127
3. “…. non vi siano le condizioni e le circostanze che consentano di adottare
tempestive ed idonee misure sanitarie extraospedaliere …”.
Lo spirito della riforma vede nella natura del TSO in regime ospedaliero una
significativa limitazione della libertà personale, tanto che il legislatore ne
prevede particolari misure di tutela giurisdizionale, quali la convalida della
proposta da parte di un secondo medico appartenente al Servizio sanitario
nazionale, nonché la convalida dell’ordinanza da parte del giudice tutelare.
Qualora si renda necessario questo tipo di intervento, si prevede altresì che
il “…. Ricovero deve essere attuato presso gli ospedali generali”.
Accertamenti sanitari obbligatori
L’accertamento sanitario obbligatorio (ASO), istituto di carattere eccezionale,
si configura come strumento mirato ad entrare in contatto con una situazione
altrimenti inavvicinabile e per la quale, sia pure in via presuntiva, si ha il fondato
sospetto della presenza della prima condizione di legge prevista per poter
intervenire in forma obbligatoria, vale a dire l’esistenza di gravi alterazioni
psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici.
Ai fini della emissione della ordinanza di ASO occorre una sola certificazione
medica (proposta) contenente le motivazioni che suggeriscono la richiesta
di tale provvedimento.
Nell’ordinanza del Sindaco deve essere specificato dove si intende effettuare
l’ASO (ambulatorio, domicilio del paziente, pronto soccorso di ospedale civile
ove sia presente una accettazione psichiatrica o sia comunque attivabile una
consulenza psichiatrica).
L’accertamento sanitario obbligatorio per malattie mentali non può essere
effettuato in regime di degenza ospedaliera.
La normativa relativa agli interventi obbligatori per malattie psichiatriche
in regime di degenza ospedaliera prevede infatti quelle particolari misure
di tutela giurisdizionale che per l’ASO non sono previste.
Le certificazioni
Premesso che è solo l’ordinanza del Sindaco che fa scattare il provvedimento
di intervento obbligatorio e che tale ordinanza non è una conseguenza burocratica delle certificazioni mediche, ma un atto responsabile sul quale il Sindaco
è chiamato a pronunciarsi, si ritiene indispensabile, al fine di una procedura
corretta e rispettosa del dettato legislativo, la creazione di un effettivo coinvolgimento del Sindaco affinché scaturisca dalla sua autorità di referente istituzionale per la sanità la responsabilità ultima di tutte le procedure inerenti le proprie
ordinanze, fermo restando che in nessun modo possono essere demandati
ai servizi della salute mentale le competenze burocratico-amministrative
(esempio la stesura dell’ordinanza etc.) propri dell’Autorità sanitaria locale.
In tal senso appare auspicabile l’attivazione da parte di ogni Comune di una
reperibilità del Sindaco o degli assessori da lui delegati alla firma al fine di
rendere esecutiva in tempi e modi corretti l’ordinanza.
128
Il medico a cui sia giunta segnalazione dell’esistenza di una persona affetta da
gravi alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, e per
la quale si richiede un TSO, prima di redigere il certificato di proposta, deve
verificare direttamente e personalmente la situazione, la quale non può essere
assolutamente desunta da notizie, anche dettagliate, fornite da parte di terzi.
Le stesse procedure devono essere applicate anche per la certificazione relativa
alla convalida.
Nella compilazione delle certificazioni mediche da parte del sanitario, va sempre
rispettato il concetto di “proposta motivata” nella quale devono essere contenute in modo dettagliato le notizie cliniche relative al paziente e non semplici
definizioni diagnostiche nonché la descrizione delle condizioni e delle circostanze attuali che rendono necessario il provvedimento.
Si ritiene pertanto necessario non utilizzare moduli prestampati recanti genericamente le condizioni previste dalla legge; l’incompletezza della certificazione
medica può infatti rendere illegittimo il provvedimento con cui il Sindaco
dispone il TSO. Rispetto al problema della doppia certificazione prevista per il
TSO in regime di degenza, si auspica che almeno la convalida avvenga attraverso il coinvolgimento di un servizio specialistico quale è il DSMD o la NPIA.
9.2 Funzioni e compiti dei referenti istituzionali
Ordinanza del Sindaco
Come previsto dagli artt. 33 e seguenti della Legge 833/78, gli accertamenti e
trattamenti Sanitari obbligatori sono disposti con provvedimento del Sindaco,
nella sua veste di autorità sanitaria.
Il provvedimento che dispone il TSO rientra pertanto nella competenza del
Comune, sia sotto il profilo dell’autorità che lo emana sia sotto il profilo dell’organo chiamato a dargli attuazione.
L’ordinanza del Sindaco ha carattere di provvedimento amministrativo diretto
alla generale tutela, sotto il profilo sanitario, dell’interesse della collettività
alla salute. Nella fase di attuazione di un’ordinanza ASO o di TSO il Comune
conserva uno specifico interesse alla corretta esecuzione della medesima e
quindi un potere-dovere di vigilanza da attuarsi attraverso il proprio personale, nella fattispecie il Corpo di Polizia municipale, in quanto l’impostazione
forzata che ne discende riveste, come per tutte le ordinanze, il carattere di una
operazione di “polizia amministrativa” diretta all’osservanza di regolamenti e di
provvedimenti dell’autorità, quali i trattamenti sanitari obbligatori.
La notifica e l’esecuzione di una ordinanza non si configurano, sul piano giuridico, come atti sanitari e pertanto il personale di cui il Sindaco si deve avvalere,
per dare esecutività al proprio provvedimento, non può essere individuato in via
prioritaria od esclusiva fra il personale sanitario.
129
Il ruolo del personale sanitario
Il ruolo del personale sanitario non deve essere inteso come consulenza specialistica all’atto coercitivo, ma come adempimento di quei doveri sanitari che non
vengono meno anche durante l’esecuzione di una ordinanza e la cui omissione
si può configurare quale reato di omissione di soccorso.
La presenza di personale sanitario durante tutta la durata della procedura deve
ritenersi obbligatoria e trova il proprio fondamento nell’ambito più generale
dell’assistenza ad un malato.
Integrazione delle competenze
Le competenze e le responsabilità di ordine sanitario non possono essere
sospese o surrogate dall’intervento della Polizia municipale. Durante l’esecuzione di una ordinanza il personale sanitario continua ad essere titolare di
un ruolo tecnico finalizzato alla tutela della salute del paziente sottoposto al
provvedimento, all’adozione delle modalità più idonee al rispetto ed alla cura
della sua persona, nonché al recupero di un eventuale consenso.
Qualora ogni possibile intervento del personale sanitario si dimostri vano e si
renda necessario l’uso della coazione fisica per vincere la particolare resistenza
opposta dal paziente, subentra la specifica competenza della Polizia municipale
istituzionalmente chiamata a provvedere alla esecuzione del provvedimento.
L’intervento della Polizia municipale non può ritenersi eventuale e subordinato
a quello del personale sanitario bensì contestuale, e tale contestualità deve
esplicarsi attraverso la distinzione chiara dei rispettivi ambiti di intervento.
Sono da ritenersi del tutto inammissibili procedure dove l’intervento della Polizia
municipale avviene esclusivamente in via subordinata ad una certificazione
medica che attesta la presunzione di pericolosità del paziente da sottoporre al
TSO. L’eventuale pericolosità del pazienta e il rischio per la sua o l’altrui incolumità o di altri problemi di ordine pubblico deve semmai suggerire l’intervento
collaborativo delle forze dell’ordine.
130
Corso di danza
DELIBERAZIONE Nº 57/3 DEL 23/10/2008
Oggetto: Attività sociosanitarie a carattere residenziale per le persone con
disturbo mentale. Adeguamento requisiti minimi, parametri di fabbisogno e
sistema di remunerazione.
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale riferisce che nell’ambito
del progetto strategico salute mentale, avviato in coerenza con le disposizioni
del Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008, si è assegnata priorità agli
interventi di riabilitazione e inclusione sociale delle persone con disturbo
mentale. In particolare, con la Delib.G.R. Nº 35/6 del 12/9/2007 “Progetto strategico salute mentale: linee d’indirizzo per l’organizzazione dei Dipartimenti di
salute mentale e delle dipendenze”, si sono fornite indicazioni coerenti con una
visione longitudinale dei percorsi individuali di trattamento orientata a garantire
il massimo livello possibile di autonomia e qualità della vita. Nello specifico,
la previsione nelle ASL, all’interno del Dipartimento di Salute Mentale e delle
Dipendenze (DSMD), di una “Area Residenzialità e Inclusione Sociale” (ARIS),
risponde all’esigenza di assicurare una programmazione organica e unitaria a
un insieme di interventi tradizionalmente erogati in modo non sufficientemente
coordinato ed integrato, propri dell’ambito riabilitativo e del reinserimento
sociale. Si fa in particolare riferimento agli interventi per la residenzialità, per
l’acquisizione di abilità e competenze, per l’inserimento lavorativo e sociale.
Con la presente deliberazione, all’interno del contesto organizzativo
e di programma delineato dal Piano regionale dei servizi sanitari e dalla Delib.
GR Nº 35/6 del 12/9/2007 per l’area della salute mentale e delle dipendenze,
si intende fornire ulteriori indicazioni per la riorganizzazione e riqualificazione
della rete delle strutture residenziali.
Suddette indicazioni, relative in particolare all’adeguamento dei requisiti
minimi per il funzionamento, ai parametri di fabbisogno e al sistema di remunerazione sono state elaborate sulla base della verifica effettuata dalle singole ASL
sulle necessità sociosanitarie degli utenti attualmente ospitati in strutture,
sul tasso di occupazione delle strutture esistenti in Sardegna, sulla priorità
riservata alla riqualificazione dell’offerta riabilitativa e di inclusione sociale
e allo sviluppo del “budget di salute”, sui costi complessivi di produzione
delle diverse tipologie di attività.
Per la loro elaborazione sono stati coinvolti in tavoli di discussione e approfondimento gli erogatoripubblici e privati del settore, i componenti della commissione regionale per la salute mentale.
Le indicazioni si riferiscono in particolare a:
• fabbisogno regionale di strutture residenziali a carattere socio-sanitario
per la salute mentale;
• requisiti minimi strutturali ed organizzativi (ai sensi dell’art. 6 della LR
28/7/2006, Nº 10) richiesti per l’autorizzazione all’esercizio delle attività sociosanitarie residenziali delle strutture rivolte al trattamento di persone
con disturbo mentale (numero e tipologia di utenti inseriti, personale previsto,
modalità di accesso, durata del programma, articolazione degli interventi);
• indicazioni per la predisposizione del progetto terapeutico personalizzato;
133
• sistema tariffario;
• tempi e modalità di adeguamento.
L’Assessore propone pertanto di approvare le direttive per le “Attività sociosanitarie a carattere residenziale per le persone con disturbo mentale. Adeguamento requisiti minimi, parametri di fabbisogno e sistema di remunerazione”
che allegate alla presente deliberazione ne costituiscono parte integrante.
La Giunta regionale, udita la proposta dell’Assessore dell’igiene, Sanità e
dell’Assistenza Sociale e visto il parere di legittimità del Direttore Generale della
Sanità e del Direttore Generale delle Politiche Sociali
DELIBERA
di approvare le direttive per le “Attività sociosanitarie a carattere residenziale
per le persone con disturbo mentale. Adeguamento requisiti minimi, parametri
di fabbisogno e sistema di remunerazione” che allegate alla presente deliberazione ne costituiscono parte integrante.
Il Direttore Generale
Fulvio Dettori
Il Presidente
Renato Soru
Attività sociosanitarie a carattere residenziale per le persone con disturbo
134
Allegato alla Delib.G.R. Nº 57/3 del 23/10/2008
mentale. Adeguamento requisiti minimi, parametri di fabbisogno e sistema
di remunerazione.
INDICE
1. Finalità
2. Tipologie strutture
2.1. Comunità ad alta intensità terapeutica
2.2. Gruppi residenziali di integrazione sociale
2.3. Gruppi di convivenza
3. Requisiti strutturali e organizzativi
3.1. Requisiti minimi generali
3.2. Requisiti minimi specifici
3.2.1.Comunità ad alta intensità terapeutica
3.2.2.Gruppi residenziali di integrazione sociale
3.2.3.Gruppi di convivenza
4. Il progetto terapeutico riabilitativo personalizzato
5. Regime tariffario
6. Fabbisogno regionale
7. Norme transitorie e finali
1. Finalità
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 (PRSS), assegna priorità agli
interventi nell’area della riabilitazione e inclusione sociale per le persone con
disturbo mentale, prevedendo, fra l’altro, la riqualificazione dell’assistenza residenziale, con l’attivazione di tre tipologie di strutture socio-sanitarie a differente
intensità assistenziale.
La successiva DGR Nº 35/6 del 12/9/2007 “Progetto strategico salute mentale:
linee d’indirizzo per l’organizzazione dei Dipartimenti di salute mentale e delle
dipendenze”, adottando una visione longitudinale dei percorsi di trattamento,
prevede che la residenzialità, o meglio “l’abitare”, divenga totalmente funzionale ai bisogni specifici della persona ed al suo progetto individuale, sia per
quanto attiene agli aspetti sanitari dovuti al disturbo mentale che per quelli
che riguardano gli ambiti educativi, relazionali, riabilitativi e di inclusione
sociale, che devono tendere a garantire il massimo livello possibile di autonomia
e qualità della vita.
Nel contesto di questa logica, la DGR di cui sopra prevede l’attivazione nelle
ASL, all’interno del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze (DSMD),
di una “Area Residenzialità e Inclusione Sociale” (ARIS), rispondente all’esigenza
di assicurare una programmazione organica e unitaria a un insieme di interventi,
propri dell’ambito riabilitativo e del reinserimento sociale (quali quelli relativi alla
residenzialità, all’acquisizione di abilità e competenze, all’inserimento lavorativo
e sociale), tradizionalmente erogati in modo non sufficientemente coordinato
135
ed integrato. Nella suddetta delibera viene attribuito valore strategico,
in particolare, al “budget individuale di salute”, inteso come progetto terapeutico rivolto alla promozione della salute mentale attraverso l’attivazione
di percorsi abilitativi e di inclusione sociale. Nel budget di salute viene predisposto per l’utente, da parte di una equipe multidisciplinare, un progetto terapeutico personalizzato, redatto sulla scorta di valutazioni multidimensionali,
che definisce gli obiettivi da perseguire e le risorse a disposizione.
L’elaborazione del progetto personalizzato è promossa dal DSMD e coinvolge
attivamente il soggetto beneficiario e i suoi familiari, il servizio sociale del
Comune di residenza e gli altri soggetti interessati.
Il CSM individua i soggetti da inserire nel budget di salute e, in collaborazione
con gli altri soggetti interessati, definisce l’intensità del progetto e le azioni
necessarie per la sua migliore realizzazione.
Con il presente documento, all’interno del contesto organizzativo
e di programma delineato dal Piano regionale dei servizi sanitari e dalla DGR
35/6 del 12/9/2007 per l’area della salute mentale e delle dipendenze, si
intende fornire indicazioni per la riorganizzazione della rete dei servizi per
la salute mentale, con specifico riferimento all’adeguamento delle strutture
sociosanitarie che erogano interventi a carattere residenziale alle indicazioni
del Piano. In particolare il documento fornisce le disposizioni concernenti
l’adeguamento di:
• i requisiti minimi strutturali ed organizzativi (ai sensi dell’art. 6 della LR
28/7/2006, Nº 10) richiesti per l’autorizzazione all’esercizio delle attività sociosanitarie residenziali delle strutturerivolte al trattamento di persone con disturbo
mentale (numero e tipologia di utenti inseriti, personale previsto, modalità
di accesso, durata del programma, articolazione degli interventi);
• il fabbisogno regionale di strutture di carattere socio-sanitario che erogano
servizi residenziali per la salute mentale;
• il sistema tariffario.
2. Tipologie strutture
Il Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008 individua tre tipologie di strutture residenziali rivolte alla salute mentale, differenziate sulla base dell’intensità
assistenziale richiesta:
• Comunità ad alta intensità terapeutica
• Gruppi residenziali di integrazione sociale
• Gruppi di convivenza
Sulla base delle necessità locali in ordine agli assetti organizzativi, all’offerta
di servizi, alle scelte strategiche aziendali, suddette strutture possono essere
gestite direttamente dalle ASL, o affidate al privato. Di seguito si riportano,
136
con riferimento a ciascuna tipologia di servizio, i requisiti strutturali e organizzativi che, in attesa del completamento delle previsioni dell’articolo 7 della LR
Nº 10/2006, costituiscono requisiti minimi per la prosecuzione delle attività
di riabilitazione sociosanitaria in regime di accreditamento provvisorio.
Le strutture sociali integrate (comunità integrate per persone con disturbo
mentale) di cui all’art. 15 del regolamento di attuazione dell’art. 43 della LR
23/12/2005 “Sistema integrato dei servizi alla persona. Abrogazione della legge
regionale Nº 4 del 1988. Riordino delle funzioni socio-assistenziali”, saranno
regolate con successivo provvedimento sull’organizzazione e funzionamento
delle strutture sociali.
2.1 Comunità ad alta intensità terapeutica
Si tratta di residenze terapeutico–riabilitative che ospitano utenti per i quali
il Centro di Salute Mentale (CSM) valuti che l’inserimento residenziale sia
indispensabile in ordine alle specifiche problematiche rilevate.
Le strutture residenziali hanno una capacità ricettiva non superiore
a 8 posti letto.
La struttura ospita utenti che, per la complessità della loro patologia, richiedono elevati livelli riabilitativi (intensità riabilitativa alta), sino a prevedere una
presenza ed un sostegno di operatori per 24 ore. Si tratta di utenti che possono
presentare le seguenti condizioni:
• bisogno in più momenti della giornata di assistenza sanitaria psichiatrica;
• quadro psicopatologico caratterizzato da frequenti riacutizzazioni ed eventuali
ricoveri in SPDC;
• presenza nella anamnesi recente (o prevedibilità in considerazione della protezione offerta dall’ambiente di vita) di comportamenti che possano compromettere o ritardare il processo di riabilitazione.
Tali condizioni possono essere accompagnate da carenza di abilità o di autonomia per l’igiene personale, la cura di se, la cura della salute fisica e psichica,
la cura dello spazio di vita, le attività domestiche, la partecipazione alla vita
comunitaria, l’adeguamento alle regole di convivenza, il controllo dell’aggressività, la gestione del denaro e dei beni di uso comune, la mobilità e l’uso
dei mezzi di trasporto, la gestione del tempo libero, l’esercizio di attività
produttive, ectc.
Questa tipologia di struttura si presta ad accogliere anche persone
con maggiore compromissione nelle condizioni, rispetto a quelle individuate
dai criteri suddetti; persone che, per peculiari condizioni psicopatologiche
e/o comportamentali, necessitino di risorse, soprattutto umane, particolarmente
intense. In questo caso, il percorso terapeutico riabilitativo si riferisce a progetti
di breve durata temporale (di norma fino a 6 mesi), destinati ad un numero
massimo di due utenti contemporaneamente (intensità riabilitativa altissima).
Per alcune persone con progetto ad alta intensità, nel corso dello sviluppo
137
del progetto medesimo si possono determinare situazioni nelle quali, mentre
l’alta intensità riabilitativa appare inappropriata, quella media non risulta
sufficiente a garantire la personalizzazione delle cure e delle attività.
Situazioni di questo genere si verificano di frequente nei processi riabilitativi
che evolvono verso una graduale riduzione delle richieste assistenziali, senza
salti o soluzioni di continuità. Per poter rispondere in maniera adeguata
a queste situazioni nell’ambito della comunità ad alta intensità terapeutica
si prevede una terza tipologia progettuale ad intensità inferiore (intensità
riabilitativa medio-alta).
2.2 Gruppi residenziali di integrazione sociale
Si tratta di residenze che ospitano utenti con disturbi psicopatologici
che comportano ridotte capacità di vita autonoma, che necessitano di un
supporto per le attività della vita quotidiana e che possono trarre significativo
vantaggio e sostegno dalla vita comunitaria. La capacità ricettiva non può
essere superiore ai 6-8 posti letto.
Si tratta di utenti che presentano aree, seppur limitate, di abilità ed autonomia,
anche se non tali da permettere un funzionamento senza il supporto di operatori. Richiedono pertanto la presenza di operatori per tempi compresi tra le 10
e le 14 ore al giorno.
2.3 Gruppi di convivenza
Al fine di assicurare risposte flessibili e differenziate e valorizzare le capacità
auto-organizzative e relazionali delle persone, le ASL possono promuovere soluzioni diversificate sul piano strutturale e organizzativo attraverso lo strumento
del gruppo di convivenza.
I gruppi di convivenza si costituiscono in abitazioni civili e sono volti a sostenere
l’abitare e la vita sociale, anche per lunghi periodi, di utenti in carico al DSMD
che necessitano di un supporto per le attività della vita quotidiana per alcune
ore al giorno all’interno di un programma individualizzato.
Un progetto terapeutico-riabilitativo personalizzato può avvantaggiarsi dell’inserimento dell’utente in un gruppo di convivenza, laddove la partecipazione, lo
scambio relazionale, la condivisione dell’esperienza quotidiana di vita diventa
funzionale agli obiettivi di riabilitazione e di salute.
I gruppi di convivenza includono di norma 3 - 4 persone.
138
3. Requisiti strutturali e organizzativi
3.1 Requisiti minimi generali
Le strutture socio-sanitarie per la salute mentale devono possedere i seguenti
requisiti minimi generali:
• essere ubicate in luoghi abitati facilmente raggiungibili con l’uso di mezzi
pubblici, comunque tali da permettere la partecipazione delle persone accolte
alla vita sociale della comunità, favorire la vita comunitaria e facilitare le visite
agli ospiti;
• assicurare spazi adeguati che permettano idonea funzionalità d’uso e fruibilità
in relazione alle caratteristiche dell’utenza ospitata;
• garantire l’assenza di barriere architettoniche, salvo nei casi in cui è espressamente consentita un’accessibilità limitata ad una parte più o meno estesa
della struttura;
• organizzare gli spazi così come in uso nelle civili abitazioni; prevedere
la presenza di spazi per momenti di vita individuale e di attività comuni.
Gli ambienti devono essere curati ed esteticamente gradevoli, il più possibile
somiglianti alle abitazioni private e con la possibilità di utilizzare arredi e suppellettili personali. Le strutture di nuova costruzione devono essere dotate
di adeguati spazi esterni adibiti a verde;
• organizzate in maniera da permettere la partecipazione delle persone accolte
alla vita sociale della comunità, favorire la vita comunitaria e facilitare le visite
agli ospiti;
• assicurare la presenza di un coordinatore responsabile della struttura;
• prevedere la presenza di figure professionali sociali e sanitarie qualificate,
in relazione alle caratteristiche dell’utenza ospitata;
• assicurare l’autonomia individuale, la fruibilità e la privacy
delle persone ospitate;
• assicurare l’intervento sulla base di un progetto personalizzato;
• organizzare le attività nel rispetto dei normali ritmi di vita degli ospiti;
• predisporre un registro degli ospiti costantemente aggiornato;
• predisporre un registro del personale dipendente costantemente aggiornato,
nonché dei soggetti che prestano la propria opera a titolo di volontariato;
• assicurare il rispetto rigoroso per i dipendenti delle norme
contrattuali in materia;
• adottare un regolamento interno di funzionamento che disciplini, in particolare,
il funzionamento e la organizzazione della vita comunitaria e delle attività
connesse. Tale documento descrive l’organizzazione del personale
con la specifica indicazione degli orari di lavoro e delle responsabilità; modalità
di ammissione e dismissione; modalità di relazione degli operatori con utenti
e familiari; copertura assicurativa dei rischi da infortuni o da danni subiti
o provocati dalle persone accolte, dal personale o dai volontari.
139
3.2 Requisiti minimi specifici
3.2.1 Comunità ad alta intensità terapeutica
Requisiti strutturali
La capacità ricettiva di ciascuna camera non può superare i tre posti letto.
La zona letto deve essere strutturata in camere di dimensioni diversificate
in rapporto alla capacità ricettiva con un minimo di mq. 9, mq. 14 e mq.18,
rispettivamente per una, due o tre persone accolte. Nel caso in cui le stanze
abbiano al loro interno servizi igienici, la superficie di questi ultimi, nella misura
di due quarti del totale, va sommata alla superficie della stanza.
I locali per il pranzo e il soggiorno devono permettere lo svolgimento di attività
collettive e di attività individuali con una superficie minima per ciascun ospite
di mq. 6.Le strutture devono disporre di locale adibito a cucina regolarmente
autorizzato dagli organi competenti.
Qualora per la preparazione dei pasti sia previsto il ricorso a soggetti esterni
alla struttura è necessaria l’esistenza di un ambiente arredato con attrezzatura
minima indispensabile, regolarmente autorizzato per la preparazione e somministrazione dei pasti, anche per poter far fronte ad eventi straordinari che impediscono l’acquisizione degli stessi. Le strutture devono consentire l’accessibilità
per i disabili almeno agli spazi collettivi, a due stanze, ad un servizio igienico
e ai relativi percorsi di collegamento.
Requisiti organizzativi
Personale
Il personale addetto all’assistenza di base è costituito da 4 operatori sociosanitari e 5 educatori o tecnici della riabilitazione psichiatrica, con una presenza
programmata in relazione alle necessità ed alle attività più significative.
Deve essere comunque garantita la presenza nell’arco delle 24 ore.
Se presenti utenti che necessitano di intensità riabilitativa altissima, il personale deve essere incrementato nella misura indicata dal progetto terapeutico
personalizzato, e conseguentemente la retta deve essere rideterminata, di
norma entro i limiti previsti dal regime tariffario. Alla struttura non è assegnato
personale sanitario dedicato. L’assistenza sanitaria è assicurata in maniera
programmata dal personale del DSMD, utilizzato in maniera flessibile, per tipologia e impegno temporale, in rapporto alle caratteristiche degli utenti ed alle
loro necessità clinico-riabilitative. Deve essere comunque garantito l’intervento
per le emergenze. I servizi generali (preparazione pasti, pulizia degli ambienti,
lavanderia, etc.) possono essere assicurati con personale dedicato o mediante
affidamento esterno. La conduzione delle attività della comunità deve prevedere la partecipazione degli utenti.
Qualora gli assetti organizzativi e funzionali delle ASL non consentano di assicurare l’assistenza sanitaria diretta presso la struttura gestita dal privato, la stessa
può essere erogata dall’ente gestore con personale proprio.
Deve essere individuato un responsabile della conduzione sanitaria e di quella
sociale della struttura.
140
Modalità di accesso
L’inserimento di utenti nella struttura residenziale è disposta dal direttore
del DSMD, su proposta del responsabile del CSM di riferimento sulla base
di un progetto terapeutico-riabilitativo personalizzato, previa valutazione
diagnostica multidisciplinare.
Durata del programma
La permanenza è di carattere temporaneo, di norma non superiore
a dodici mesi, in ogni caso finalizzata alla effettuazione di un percorso
terapeutico-riabilitativo.
Articolazione degli interventi
Il lavoro degli operatori si svolge secondo le modalità e le logiche dell’equipe
multidisciplinare. L’equipe garantisce i necessari approfondimenti diagnostici
e la personalizzazione dell’intervento riabilitativo. Il CSM è responsabile della
redazione e aggiornamento periodico del progetto riabilitativo individuale,
e ne definisce i tempi di attuazione e le modalità di verifica e di valutazione
con il coinvolgimento dell’ente gestore, secondo le logiche del budget di salute.
Il CSM competente per l’utente è tenuto a compilare e conservare, per ciascun
assistito, la cartella clinica, dalla quale devono risultare: le generalità dell’assistito, la diagnosi, l’anamnesi personale e familiare, l’esame psichico, gli esami
strumentali e di laboratorio, le terapie, gli esiti, il progetto-programma
con i periodici aggiornamenti.
L’ente gestore coinvolto nella conduzione della struttura è tenuto a compilare,
aggiornare e conservare, per ciascun assistito, la documentazione di carattere
socio-relazionale relativa allo stato della persona ed agli interventi effettuati.
Qualora delegato ad assicurare anche l’assistenza sanitaria è tenuto anche
a compilare e conservare, per ciascun assistito, la cartella clinica, dalla quale
devono risultare: le generalità dell’assistito, la diagnosi, l’anamnesi personale
e familiare, l’esame psichico, gli esami strumentali e di laboratorio, le terapie,
gli esiti, il progetto-programma
con i periodici aggiornamenti.
3.2.2 Gruppi residenziali di integrazione sociale
Requisiti strutturali
I requisiti strutturali individuati sono gli stessi previsti per la Comunità ad alta
intensità terapeutica.
Requisiti organizzativi
Personale
Il personale è costituito da 3 operatori socio-sanitari e 2 educatori o tecnici della
riabilitazione psichiatrica, con una presenza numerica e oraria programmata in
relazione alle attività più significative, alle caratteristiche degli utenti ed alle loro
necessità terapeutico-riabilitative, che comunque garantiscono una copertura
oraria pari ad almeno 12 ore al giorno. Alla struttura non è assegnato personale
sanitario dedicato. L’assistenza sanitaria è garantita attraverso il personale del
141
DSMD, utilizzato in maniera flessibile, per tipologia e impegno temporale, in
rapporto alle caratteristiche degli utenti ed alle loro necessità clinico-riabilitative.
Deve essere comunque garantito l’intervento per eventuali emergenze. I servizi
generali (preparazione pasti, pulizia struttura, lavanderia, etc.) possono essere
assicurati con personale dedicato o mediante affidamento esterno.
La conduzione delle attività della comunità deve prevedere la partecipazione
degli utenti.
Qualora gli assetti organizzativi e funzionali delle ASL non consentano di assicurare l’assistenza sanitaria diretta presso la struttura gestita dal privato, la stessa
può essere erogata dall’ente gestore con personale proprio.
Deve essere individuato un responsabile della conduzione sanitaria e della
conduzione sociale della struttura.
Modalità di accesso
L’inserimento di utenti nella struttura residenziale è disposta dal direttore
del DSMD, su proposta del responsabile del CSM di riferimento sulla base
di un progetto terapeutico-riabilitativo personalizzato, previa valutazione
diagnostica multidisciplinare.
Durata del programma
la permanenza è di carattere temporaneo, di norma non superiore a diciotto
mesi, in ogni caso finalizzata alla effettuazione di un programma riabilitativo.
Articolazione degli interventi
Le indicazioni per l’articolazione degli interventi sono le stesse previste per la
Comunità ad alta intensità.
3.2.3 Gruppi di convivenza
Requisiti strutturali
Per questa tipologia di struttura si applicano gli standard strutturali generali
descritti al paragrafo 3.1. Le strutture devono essere tali da consentire l’accessibilità per i disabili almeno agli spazi collettivi, ad una stanza, ad un servizio
igienico e ai relativi percorsi di collegamento.
Requisiti organizzativi
Personale
Il personale è costituito da un operatore socio-sanitario e un educatore
o tecnico della riabilitazione psichiatrica ogni 8 utenti, con una presenza oraria
programmata in relazione alle attività più significative, alle caratteristiche degli
utenti ed alle loro necessità terapeutico-riabilitative. Alla struttura non è assegnato personale sanitario dedicato. L’assistenza sanitaria è garantita attraverso
il personale del DSMD, utilizzato in maniera flessibile, per tipologia e impegno
temporale, in rapporto alle caratteristiche degli utenti ed alle loro necessità
clinico-riabilitative. Deve essere comunque garantito l’intervento per eventuali
emergenze. La conduzione delle attività della casa deve prevedere la partecipazione degli utenti.
142
Deve essere individuato un responsabile della conduzione sanitaria e della
conduzione sociale della struttura.
Modalità di accesso
L’inserimento di utenti nella struttura residenziale è disposta dal direttore
del DSMD, su proposta del responsabile del CSM di riferimento sulla base
di un progetto terapeutico-riabilitativo personalizzato, previa valutazione
diagnostica multidisciplinare.
Durata del programma
la permanenza è di carattere temporaneo, rivolta a sostenere l’abitare anche
per lunghi periodi (di norma fino a due anni), in ogni caso finalizzata alla
effettuazione di un programma riabilitativo.
Articolazione degli interventi
Le indicazioni per l’articolazione degli interventi sono le stesse previste per la
Comunità ad alta intensità. L’assistenza sanitaria deve essere garantita direttamente dalla ASL.
4. Il progetto terapeutico riabilitativo personalizzato
L’inserimento in ciascuna delle tipologie di strutture su descritte deve essere
basato su un progetto terapeutico personalizzato, elaborato dall’equipe del
CSM e condiviso con l’utente e l’equipe dell’ente gestore coinvolto nella conduzione della struttura e dei programmi. Il progetto deve prevedere l’articolazione
degli interventi nelle tre aree (casa, lavoro, socialità), di seguito riportate:
• la casa (habitat sociale) è un obiettivo da conseguire in forma singola
o associata. Le abitazioni in disponibilità delle persone-utenti possono assicurare un grado maggiore (comunità ad alta intensità terapeutica) o minore
(gruppi residenziali di integrazione sociale e gruppi di convivenza) di protezione.
Il regime di protezione deve essere orientato a sviluppare un livello sempre più
ampio di autonomia abitativa fino alla completa indipendenza;
• la formazione e l’inserimento lavorativo perseguono finalità terapeutiche,
riabilitative e di inclusione sociale;
• gli interventi di promozione della socialità hanno l’obiettivo primario
di promuovere la costruzione di relazioni e reti informali, familiari e sociali,
lo sviluppo di abilità e competenze sociali. Gli interventi devono favorire
la partecipazione ad attività culturali, educative, socializzanti, ricreative, sportive, svolte nei contesti e nei luoghi di vita delle persone, come sostegno alla
capacità di fruizione, di scambio affettivo/economico.
Le esigenze delle persone-utenti potranno, ovviamente, richiedere risposte
maggiormente orientate sul versante abitativo e di socializzazione piuttosto che
sul versante lavorativo e viceversa.
143
I progetti personalizzati dovranno essere periodicamente rivalutati ed adeguati
alle necessità terapeutico-riabilitative. Il DSMD nella predisposizione dei progetti
riabilitativi personalizzati, negli invii in struttura, nel monitoraggio e nella definizione dei flussi informativi, assicura il coordinamento con il Punto Unico
di Accesso e l’Unità di Valutazione Territoriale.
5. Regime tariffario
Ai fini della determinazione delle tariffe predefinite, ai sensi della normativa
vigente, l’Assessorato dell’Igiene e sanità e dell’Assistenza Sociale ha messo in
atto un’analisi dei costi complessivi di produzione delle diverse tipologie di attività, tenuto conto delle componenti essenziali di costo ordinariamente sopportate dai soggetti erogatori che operano con soddisfacenti livelli di efficienza.
La stima è stata effettuata sulla base delle risorse strutturali, organizzative e
tecnologiche assorbite dalle diverse tipologie di struttura e tenuto conto di
quanto previsto nei contratti collettivi di lavoro, con riferimento a volumi di
attività coerenti con quanto disposto dai provvedimenti regionali di riorganizzazione della rete di assistenza.
Il sistema di remunerazione che ne risulta, discusso e approfondito con gli
erogatori pubblici e privati del settore, definisce il corrispettivo predeterminato
da corrispondere, a fronte dell’erogazione delle attività elencate,
ai soggetti che erogano assistenza riabilitativa sociosanitaria, ai sensi della
normativa vigente.
Il regime tariffario è stabilito sulla base della struttura ed intensità riabilitativa
richiesta secondo gli importi riportati in tabella:
144
struttura
intensità riabilitativa
tariffa giornaliera
comunità ad alta intensità terapeutica
altissima
€ 150,00 / 180,00
alta
€ 135,00
medio-alta
€ 115,00
gruppi residenziali di integrazione sociale
media
€ 80,00
gruppi di convivenza
bassa
€ 40,00
Le tariffe sono comprensive degli oneri derivanti dall’attuazione dei progetti
riabilitativi personalizzati nelle tre dimensioni (abitare, formazione/lavoro,
sociale), inclusi quelli derivanti dall’ospitalità, dai trasporti, etc.. Sono esclusi i
costi relativi al personale sanitario.
Qualora gli assetti organizzativi e funzionali delle ASL non consentano di assicurare l’assistenza sanitaria diretta presso la struttura gestita dal privato, la stessa
può essere erogata dall’ente gestore con personale proprio (medico, infermiere,
psicologo). In questo caso, la retta giornaliera deve essere rideterminata sulla
base dell’incremento dei servizi richiesti, secondo le indicazioni regionali sulla
entità della quota sanitaria riconosciuta per le strutture socio-sanitarie e sociali.
Nelle more della determinazione di suddetta quota per le diverse tipologie di
strutture, si riconosce, in analogia a quanto stabilito per le Case protette (DGR
Nº 6/27 del 30/1/2008), la quota di € 10,40 per persona al giorno, per i Gruppi
residenziali di integrazione sociale. Per le Comunità ad alta intensità terapeutica,
in considerazione del maggiore impegno psichiatrico richiesto, si riconosce la
quota di € 20,00 per persona al giorno.
Per le strutture di proprietà o in possesso della ASL, affidate in gestione al
privato, le tariffe riportate in tabella vengono decurtate del valore monetario
attribuibile all’utilizzo dell’immobile, da concordarsi fra le parti.
La Regione provvederà periodicamente alla verifica della congruenza delle
tariffe applicate alle strutture residenziali sociosanitarie per la salute mentale.
Laddove il perseguimento dell’obiettivo terapeutico-riabilitativo possa più
efficacemente essere realizzato senza il ricorso alle strutture individuate dal
presente provvedimento, gli importi riportati in tabella, possono essere utilizzati
per progetti riabilitativi alternativi, della corrispondente intensità, da perseguirsi
nell’ambito delle tre dimensioni (abitare, lavoro, sociale). Detti progetti possono
essere perseguiti anche con il coinvolgimento del privato sociale. Essi devono
comunque rientrare all’interno delle disponibilità economiche e dei tetti di
spesa per ASL previsti per l’acquisto di servizi riabilitativi per la salute mentale.
6. Fabbisogno regionale
L’offerta di strutture residenziali per le esigenze della salute mentale è stata
garantita finora dalle strutture pubbliche e private. La distribuzione territoriale
delle strutture operanti in regione è riportata in tabella 1.
La loro capacità ricettiva, con riferimento all’anno 2007, è di 486 ospiti
contemporaneamente (250 in strutture pubbliche e 236 in strutture private),
pari a 3,03 ospiti per 10.000 abitanti, di cui 38 in Residenza Sanitaria Assistita,
struttura non interessata dal presente provvedimento.
Il numero di pazienti inviati dalle ASL e presenti in struttura residenziale alla
data del 31/12/2007 corrisponde a 463 utenti, di cui 215 ospitati in strutture
pubbliche, 208 in strutture private in ambito regionale, e 40 in strutture
145
extraregionali.
Il tasso di occupazione risultante è pari a 98,6% per le strutture pubbliche e a
81,9% per le strutture private presenti in Sardegna.
La riorganizzazione prevista dal presente provvedimento comporta la rideterminazione del fabbisogno regionale di strutture di carattere socio-sanitario
che erogano servizi residenziali per la salute mentale.
Il fabbisogno tendenziale per singola tipologia di servizio, riportato in tabella 2,
è stato determinato tenendo conto:
• del Progetto Obiettivo Nazionale Salute Mentale 1998-2000, che prevede uno
standard tendenziale di un posto letto ogni 10.000 abitanti, cui può essere
aggiunto un secondo posto letto ogni 10.000 per i pazienti dimessi dagli ex
Ospedali psichiatrici;
• del tasso di occupazione delle strutture esistenti in Sardegna;
• del numero di persone inserite in strutture extraregione;
• della priorità riservata alla riqualificazione dell’offerta riabilitativa e di inclusione
sociale e allo sviluppo del “budget di salute” (Piano regionale dei servizi sanitari
2006-2008 e D.G.R. Nº 35/6 del 12/9/2007);
• della verifica effettuata dalle singole ASL sulle necessità sociosanitarie degli
utenti attualmente ospitati in strutture.
In considerazione della evoluzione della programmazione regionale nell’area
della riabilitazione in salute mentale, andrà riverificato nel tempo il fabbisogno
di posti letto in strutture sociosanitarie, nonché l’adeguatezza strutturale
e quella organizzativa dei servizi residenziali offerti. Questo soprattutto in
relazione al peso progressivo che va acquistando la visione longitudinale dei
percorsi di trattamento, dove la residenzialità, o meglio l’abitare, diviene funzionale ai bisogni specifici della persona ed al suo progetto individuale riabilitativo
e di inclusione sociale. In quest’ottica, accanto allo strumento classico della
“struttura residenziale’, devono essere considerate altre forme “dell’abitare’,
funzionali a condizioni o fasi evolutive del singolo utente.
7. Norme transitorie e finali
Per le strutture già autorizzate/accreditate per l’assistenza sociosanitaria
a soggetti con disturbo mentale è previsto un periodo di adeguamento
graduale ai nuovi standard strutturali ed organizzativi.
Tale periodo è stabilito in tre anni dall’approvazione della presente provvedimento, al termine del quale è revocata l’autorizzazione al funzionamento.
Le strutture con capacità ricettiva superiore a quelle previste dal presente provvedimento devono organizzare la loro attività in moduli di capacità corrispondente a quella prevista dalle tre tipologie di strutture individuate dal presente
documento. Tali moduli possono condividere i servizi e gli spazi generali.
L’organizzazione del modulo deve essere comunque tale da assicurare il clima
relazionale e terapeutico caratteristico dei piccoli gruppi.
146
Nella fase di transizione e nelle more della riconversione nelle nuove tipologie
di struttura, per le strutture già autorizzate/accreditate (Comunità Protetta,
Casa Famiglia e Comunità Terapeutica), attualmente eroganti prestazioni
residenziali sociosanitarie per la salute mentale, le rette in vigore sono aggiornate, a partire dal 1 gennaio 2009, nella misura di € 140 al giorno, comprensive
dell’assistenza sanitaria.
Durante la fase transitoria, è possibile prevedere l’assenza di personale sanitario
stabilmente assegnato alle strutture. In tal caso, l’assistenza sanitaria è garantita
attraverso il personale del DSMD, utilizzato in maniera flessibile, per tipologia
e impegno temporale, in rapporto alle caratteristiche degli utenti ed alle loro
necessità clinico-riabilitative. Qualora si tratti di strutture private, la retta giornaliera deve essere conseguentemente rideterminata sulla base della riduzione dei
servizi richiesti alla struttura.
Il personale infermieristico attualmente in servizio presso le strutture può
continuare ad operarvi, ad esaurimento, anche dopo la riconversione della
stessa nelle tipologie di nuova istituzione. In tal caso si riduce in maniera
proporzionale la dotazione di personale educativo e socio-assistenziale prevista
per l’autorizzazione al funzionamento.
147
PROVINCE
LOCALITÀ
TIPOLOGIA
NUMERO
pubbliche
Sassari
RICETTIVITÀ
private
pubbliche
private
Sassari
Comunità Protetta
3
−
54
−
Sassari
Casa Famiglia
1
−
7
−
Alghero
Comunità Protetta
1
−
20
−
Bonorva
RSA
1
−
18
−
Ploaghe
Comunità Terapeutica
−
1
−
23
Ploaghe
RSA
−
1
−
20
Olbia
Casa Famiglia
1
11
Tempio
Casa Famiglia
1
11
Nuoro
Casa Famiglia
1
−
9
−
Ottana
Casa Famiglia
1
−
7
−
Orani
Casa Famiglia
1
−
8
−
Macomer
Comunità Protetta
1
−
13
−
Dorgali
Comunità Terapeutica
−
1
−
6
Lanusei
Lanusei
Casa Famiglia
1
−
10
−
Oristano
Ales
Casa Famiglia
1
−
10
−
Santa Giusta
Casa Famiglia
−
1
−
10
Santa Giusta
Casa Famiglia
−
1
−
10
Ghilarza
Comunità Protetta
−
1
−
14
Serramanna
Casa Famiglia
1
−
6
−
Guspini
Casa Famiglia
1
−
8
−
Guspini
Comunità Protetta
−
1
−
15
Carbonia
Casa Famiglia
1
−
6
−
Fluminimaggiore
Casa Famiglia
1
−
8
−
Cortoghiana
Comunità Protetta
−
1
−
18
Domusnovas
Comunità Protetta
−
1
−
18
Assemini
Casa Famiglia
1
−
6
−
Decimomannu
Casa Famiglia
1
−
6
−
La Maddalena
Comunità Protetta
1
−
16
−
Quartu
Comunità Terapeutica
1
−
16
−
Uta
Comunità Terapeutica
−
1
−
40
Assemini
Casa Famiglia
−
1
−
8
Serdiana
Comunità Protetta
−
1
−
18
Decimomannu
Comunità Protetta
−
1
−
20
Cagliari
Comunità Protetta
−
1
−
16
22
14
250
236
Gallura
Nuoro
Medio Campidano
Carbonia Iglesias
Cagliari
La città di argilla
6
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
INFORMAZIONI UTILI / LINK E INDIRIZZI UTILI
LINK
www.who.int/mental_health/en/
sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su argomenti di salute mentale
[ in inglese ]
www. ec.europa.eu/health-eu/index_it.htm
sito dell’Unione Europea su argomenti di salute
www.ministerosalute.it
sito del Ministero della Salute
www.iss.it
Sito dell’Istituto Superiore di Sanità
www.sardegnasalute.it
www.sardegnasociale.it
due siti della Regione Sardegna che presentano informazioni utili
in tema di salute.
151
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
CAPITOLO 6 INFORMAZIONI UTILI / INFO DSDM REGIONE SARDEGNA
ASL Nº 1 / SASSARI
Dipartimento Salute Mentale
Responsabile Dott.ssa Alba Corona
Via Rizzeddu , 21 - 07100 Sassari
tel.. 079/2062684
fax 079/2062634
e-mail [email protected]
6.
SPDC SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura)
c/o Ospedale Civile SS. Annunziata
Via E. De Nicola - Sassari
tel. 079/2061623
CSM
Centro di Salute Mentale Sassari 1
CSM 24 ore
Via Zanfarino, 23 - Sassari
tel.079/2062215
fax 079/2062201
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 20.00
Festivi e notturni coperti coperti da 2 infermieri e reperibilità medica
Centro Salute Mentale Sassari 2
Via Sennori, 8 - Sassari
tel.079/2599900
fax 079/2599925
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 20.00
Centro Salute Mentale
Via P. Paoli, 28 - Alghero
tel. 079/9959809 −10
fax 07/9959800
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 20.00
152
Centro Salute Mentale
Via Trento - Ozieri
tel. 079/7810726
orario di apertura dal lunedì al venerdi dalle ore 8.00 alle ore 14.00
martedì e giovedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00
AMBULATORI Ambulatorio Ossi
Via Angioi - Ossi
tel. 079/349320
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
CSM di riferimento Sassari 1
Ambulatorio Porto Torres
Via delle Terme,5 - Porto Torres
tel. 079/501081
fax 079/501633
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
CSM di riferimento Sassari 1
Ambulatorio Sorso
Via Sennori - Sorso
tel.079/3550006-07
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
CSM di riferimento Sassari 2
Ambulatorio Castelsardo
Via Trieste - Castelsardo
tel. 079/470811
orario di apertura martedì e giovedì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
lunedì − venerdì attività territoriali
CSM di riferimento Sassari 2
Ambulatorio Bono
c/o Poliambulatorio
Via San Francesco - Bono
tel.079/7916900
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
lunedì - mercoledì - venerdì dalle ore 15 alle ore 18
CSM di riferimento Ozieri
Ambulatorio Thiesi
c/o Ospedale
Via Seunis, 1 - Thiesi
tel. 079/886097
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
CSM di riferimento Alghero
153
STRUTTURE Struttura Residenziale “Gli Ulivi”
RESIDENZIALI Via Rizzeddu, 21 - Sassari
tel. 079/212020
CSM di riferimento Sassari e Ozieri
Struttura Residenziale “Le Ginestre”
Via Rizzeddu, 21 - Sassari
tel. 079/2111050
CSM di riferimento Sassari e Ozieri
Struttura Residenziale “I Mandorli”
Via Rockfeller, 62 - Sassari
tel. 079/2112600
CSM di riferimento Sassari e Ozieri
Struttura Residenziale Casa Famiglia “I Giardini”
Viale Mancini,17 - Sassari
tel. 079/2010125
CSM di riferimento Sassari e Ozieri
Struttura Residenziale “Villa Segni”
Viale 1° Maggio,13 - Alghero
tel. 079/951446
fax 079/951448
CSM di riferimento Alghero
Struttura Residenziale “Casa Manai”
Ex Ospedale Manai
c.so V. Emanuele III, 138 - Bonorva
tel. 079/867778
CSM di riferimento Alghero
CD Centro Diurno
c/o ex San Camillo
Loc. Taniga - Sassari
tel. 079/243971
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
CSM di riferimento Sassari
Centro Diurno
Via E. Costa, 32 - Alghero
tel. 079/9959819
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 16.00
CSM di riferimento Alghero
154
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
CAPITOLO 6 INFORMAZIONI UTILI / INFO DSDM REGIONE SARDEGNA
ASL Nº 2 / OLBIA
Dipartimento Salute Mentale
Responsabile Dott. Salvatore Frongia
Via Baronia 12 - 07026 Olbia
tel. 0789/552209 - 552207
fax 0789/22588
e-mail [email protected]
6.
SPDC SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura)
c/o Vecchio Ospedale Civile
via Aldo Moro 1 - Olbia
tel. 0789/552415 - 427 - 410
CSM Centro Salute Mentale
Via Baronia,12 - Olbia
tel. 0789/552207
fax 0789/22588
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00
sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
Centro Salute Mentale
Circonvallazione S. Giuseppe, 11 - Tempio Pausania
tel. 079/670800
fax 079/671323
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
e dalle ore 15.00 alle ore 19.00
AMBULATORI Ambulatorio Budoni
c/o Poliambulatorio
Via Dante - Budoni
tel. 0784/844468
orario di apertura il venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
156
Ambulatorio Buddusò
c/o Poliambulatorio, Via San Quirico - Buddusò
tel. 079/724030
orario di apertura quindicinale il giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Ambulatorio Oschiri
c/o Fondazione Giovanni Sanna, Via Mons. Bua - Oschiri
tel. 079/724030
orario di apertura quindicinale il giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Ambulatorio Santa Teresa di Gallura
c/o Poliambulatorio
Via Enrico Berlinguer - Santa Teresa di Gallura
tel. 0789/755770
orario di apertura quindicinale il giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Ambulatorio Arzachena
c/o Poliambulatorio
Via Giuseppe di Scano - Arzachena
tel 0789/83325
orario di apertura il mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Ambulatorio La Maddalena
c/o Asilo comunale
Via Benedetto Croce - La Maddalena
tel 0789/791236
orario di apertura lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
STRUTTURE Casa Famiglia “Villa Lissia”
RESIDENZIALI c/o CSM di Tempio Circonvallazione S. Giuseppe, 11 - Tempio Pausania
tel. 079/670800
Casa Famiglia
Via Palladio, 12 - Olbia
tel 0789/601095
CD Centro diurno
c/o CSM di Tempio
Circonvallazione S. Giuseppe, 11 - Tempio Pausania
tel. 079/670800
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
Centro diurno
c/o CSM di Olbia
Via Baronia, 12 - Olbia
tel. 079/552207
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
157
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
CAPITOLO 6 INFORMAZIONI UTILI / INFO DSDM REGIONE SARDEGNA
ASL Nº 3 / NUORO
Dipartimento Salute Mentale
Responsabile Dott. Attilio Mura
Via Demurtas - 08100 Nuoro
tel. 0784/240814 - 240867
fax 0784/2408738
e-mail [email protected]
6.
SPDC SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura)
c/o ospedale San Francesco, Via Mannironi - Nuoro
tel. 0784/240274
CSM Centro Salute Mentale 24 ore
c/o Ospedale Zonchello I° padiglione, Piazza Sardegna - Nuoro
tel. 0784/240814
fax 0784/240873
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 20.00
Festivi e notturni coperti da 2 infermieri e reperibilità medica
Centro Salute Mentale
Via De Gasperi, 26 - Siniscola
tel. 0784/878862
fax 0784/878110
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 20.00
Centro Salute Mentale
Via Veneto, 8 - Macomer
tel. 0785/70043
fax 0785/72864
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00
Centro Salute Mentale
Via 4 Novembre - Sorgono
tel. 0784/60205
fax 0784/621088
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00
158
AMBULATORI Ambulatorio Bitti
c/o Consultorio
Loc. Gurumuru - Bitti
tel. 0784/414315
orario di apertura il martedi dalle ore 9.00 alle ore 14.00
Ambulatorio Dorgali
c/o Consultorio
Via Mare, 12 - Dorgali
tel. 0784/94632
orario di apertura il giovedi dalle ore 9.00 alle ore 14.00
Ambulatorio Gavoi
c/o Poliambulatorio
Via Dante, 5 - Gavoi
tel. 0784/53414
orario di apertura il mercoledi dalle ore 9.00 alle ore 14.00
Ambulatorio Orosei
c/o Poliambulatorio
Piazza delle Anime, 1 - Orosei
tel. 0784/998091
fax 0784/998051
orario di apertura il martedì dalle ore 9.00 alle ore 14.00
STRUTTURE Gruppo Famiglia
RESIDENZIALI Via Monte Jaca, 19 - Nuoro
tel. 0784/251061
Gruppo Famiglia
Via Sardegna, 4 - Ottana
tel. 0784/75900
Gruppo Famiglia
Via Itria - Orani
tel. 0784/74863
CD Centro Diurno
c/o Ospedale Zonchello
Piazza Sardegna - Nuoro
tel. 0784/240904
fax 0784/240898
orario di apertura dal lunedì al venerdi dalle ore 8.00 alle ore 14.00
e dalle ore 15.00 alle ore 19.00
159
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
CAPITOLO 6 INFORMAZIONI UTILI / INFO DSDM REGIONE SARDEGNA
ASL Nº 4 / LANUSEI
Dipartimento Salute Mentale
Responsabile Dott. Francesco Tuligi
Viale Don Bosco - 08045 Lanusei
tel. 0782/482064
fax 0782/482233
e-mail [email protected]
6.
CSM Centro Salute Mentale
Viale Don Bosco - Lanusei
tel. 0782/482064
fax 0782/482233
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
e dal martedì al venerdi dalle ore 15.00 alle ore 20.00
Centro Salute Mentale
c/o Poliambulatorio
Via Monsignor Carchero - Tortolì
tel. 0782/600330 - 0782/624569
fax 0782/624569
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
lunedì e giovedì dalle ore 15.00 alle ore 20.00
AMBULATORI Ambulatorio Seui
c/o Guardia medica
Via Roma, 279 - Seui
tel. 0872/54642
orario di apertura quindicinale il mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Ambulatorio Jerzu
c/o Poliambulatorio
Via Melis, 1 - Jerzu
tel. 0782/70354
orario di apertura il giovedì dalle ore 16.00 alle ore 19.00
160
STRUTTURE Casa Famiglia
RESIDENZIALI Viale Don Bosco - Lanusei
tel. 0782/422006
fax 0782/482007
CD Centro Diurno
Viale Don Bosco - Lanusei
[ Servizio in via di attivazione con orari da definire ]
161
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
CAPITOLO 6 INFORMAZIONI UTILI / INFO DSDM REGIONE SARDEGNA
ASL Nº 5 / ORISTANO
Dipartimento Salute Mentale
Responsabile Dott. Gian Paolo Minnai
Piazza San Martino, 2 - 09170 Oristano
tel. 0783/72632
fax 0783/72632 - 70072
e-mail [email protected]
6.
SPDC SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura)
Piazza San Martino, 2 - Oristano
tel. 0783/317903 - 12
CSM Centro Salute Mentale
P.zza San Martino 2 - Oristano
tel. 0783/317927
fax 0783/70072 - 0783/72632
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
martedì e giovedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00
Centro Salute Mentale
Via Santa Lucia, 54 - Ghilarza
tel. 0785/560255 − 52464
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 14.00
martedì dalle ore 14.30 alle ore 18.00
Centro Salute Mentale
Corso Umberto I - Ales
tel. 0783/998035
fax 0783/9111351
orario di apertura dal lunedì al venerdi dalle ore 8.00 alle ore 14.00
martedì e giovedì dalle ore 14.30 alle ore 17.30
Centro Salute Mentale
Via Amsicora s.n. - Bosa
tel. 0783/375251
162
orario di apertura dal lunedì al venerdi dalle ore 7.30 alle ore 14.00
dal lunedì al giovedì dalle ore 15.00 alle ore 18.30
STRUTTURE Casa Famiglia
RESIDENZIALI Via Pertini s.n. - Ales
tel. 0783/912260
163
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
CAPITOLO 6 INFORMAZIONI UTILI / INFO DSDM REGIONE SARDEGNA
ASL Nº 6 / SANLURI
Dipartimento Salute Mentale
Responsabile Dott. Augusto Contu
Via Sassari, 30 - 09025 Sanluri
tel. 070/938071
fax 070/93807600
e-mail [email protected]
6.
CSM Centro Salute Mentale
Via Sassari, 30 - Sanluri
tel. 070/938071
fax 070/93807600
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 19.30
sabato dalle ore 7.30 alle ore 13.30
Centro Salute Mentale
Via Dante s.n.c. - San Gavino Monreale
tel. 070/935701
fax 070/93570714
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 19.30
sabato dalle ore 7.30 alle ore 13.30
AMBULATORI Ambulatorio Villamar
c/o Poliambulatorio Viale Rinascita, 8 - Villamar
tel. 070/930681
orario di apertura quindicinale il lunedì dalle ore 10.00 alle ore 12.00
CSM di riferimento Sanluri
Ambulatorio Arbus
c/o Guardia Medica Via Mentana s.n.c. - Arbus
tel. 070/9759035
orario di apertura il martedì dalle ore 8.30 alle ore 13.00
CSM di riferimento S. Gavino Monreale
164
Ambulatorio Gonnosfanadiga
c/o Guardia Medica Via Mameli s.n.c. - Gonnosfanadiga
tel. 070/9799019
orario di apertura il venerdi dalle ore 8.30 alle ore 13.00
CSM di riferimento S. Gavino Monreale
Ambulatorio Guspini
c/o Poliambulatorio Viale Libertà, 75 - Guspini
tel. 070/97611618
orario di apertura il lunedì dalle ore 14.30 alle ore 19.00
e il venerdi dalle ore 8.30 alle ore 13.00
CSM di riferimento S. Gavino Monreale
Ambulatorio Pabillonis
c/o Guardia Medica Via Dante,16 - Pabillonis
tel. 070/9353050
orario di apertura il lunedi dalle ore 8.30 alle ore 13.00
CSM di riferimento S. Gavino Monreale
Ambulatorio Sardara
c/o Guardia Medica Via Fontana Nuova s.n.c. - Sardara
tel. 070/9387263
orario di apertura il mercoledì dalle ore 8.30 alle ore 13.00
CSM di riferimento S. Gavino Monreale
STRUTTURE Casa Famiglia
RESIDENZIALI Via Serra, 55 - Serramanna
tel. 070/9133025
Casa Famiglia
Via Einaudi s.n.c. - Guspini
tel. 070/970651
CD Centro Diurno
Via Dante s.n.c. - San Gavino Monreale
tel. 070/93570703
fax 070/93570714
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
CSM di riferimento S. Gavino Monreale
165
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
CAPITOLO 6 INFORMAZIONI UTILI / INFO DSDM REGIONE SARDEGNA
6.
ASL Nº 7 / CARBONIA
Dipartimento Salute Mentale
Responsabile Dott. Roberto Pirastu
c/o Ospedale Sirai
Via Ospedale, loc. Sirai - 09013 Carbonia
tel. 0781/6683372 - 6683335
fax 0781/6683626
e-mail [email protected]
SPDC SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura)
c/o Ospedale Sirai
Via Ospedale, loc. Sirai - 09013 Carbonia
tel. 0781/6683335
e-mail: [email protected]
CSM Centro Salute Mentale
c/o Ospedale Sirai
Via Ospedale, loc. Sirai - 09013 Carbonia
tel. 0781/6683372
fax 0781/6683626
e-mail: [email protected]
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 13.00
e dalle ore 17.00 alle ore 19.00
Centro Salute Mentale
c/o Ospedale Santa Barbara
Via San Leonardo, 1 - Iglesias
tel. 0781/3922370
fax 0781/3922847 e-mail [email protected]
orario di apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
il martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 8.00 alle ore 19.00
AMBULATORI Ambulatorio Sant’Antioco
Via Rinascita,13 - Sant’Antioco
166
tel. 0781/83591
orario di apertura il giovedì dalle ore 9.30 alle ore 13.30
CSM di riferimento Carbonia
Ambulatorio Carloforte
Via Don Pagani, 5 - Carloforte
tel. 0781/855666
orario di apertura quindicinale il giovedì dalle ore 10.00 alle ore 13.00
CSM di riferimento Carbonia
Ambulatorio Fluminimaggiore
Via Argiolas - Fluminimaggiore
tel. 0781/580023
orario di apertura quindicinale il mercoledì dalle ore 11.00 alle ore 13.30
CSM di riferimento Iglesias
Ambulatorio Buggerru
Via Flumini - Buggerru
tel. 0781/548024
orario di apertura quindicinale il lunedì dalle ore 8.30 alle ore 11.00
CSM di riferimento Iglesias
STRUTTURE Casa Famiglia
RESIDENZIALI c/o Ospedale Sirai
Via Ospedale, loc. Sirai - 09013 Carbonia
tel. 0781/6683372
fax 0781/6683626
e-mail [email protected]
Casa di Accoglienza
Frazione Villarios - Giba
orario di apertura 4 giorni la settimana dalle ore 9.00 alle ore 17.00
Casa Famiglia
Località Perda de Fogu - Fluminimaggiore
tel. 0781/581012 | e-mail [email protected]
orario di apertura dal lunedì al giovedì dalle ore 9.00 alle ore 17.00
venerdi dalle ore 9.00 alle ore 13.00
CD Centro Diurno
c/o Ospedale Sirai
Via Ospedale, loc. Sirai - 09013 Carbonia
tel. 0781/6683372
fax 0781/6683626
e-mail [email protected]
orario di apertura dal lunedì al sabato dalla ore 9.00 alle ore 17.00
CSM di riferimento Carbonia
167
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE
CAPITOLO 6 INFORMAZIONI UTILI / INFO DSDM REGIONE SARDEGNA
ASL Nº 8 / CAGLIARI
Dipartimento Salute Mentale
Responsabile Dott.ssa Giovanna Del Giudice
c/o Cittadella della Salute Via Romagna,16 - 09127 Cagliari
tel. 070/47443451
fax 070/47443411
e-mail [email protected]
6.
Unità Operativa Cagliari A
CSM Centro Salute Mentale Cagliari A
c/o Cittadella della Salute Via Romagna, 16 - Cagliari
tel. 070/47443439
fax 070/47443410
orario di apertura dal lunedì alla domenica h 24
posti letto 4 per accoglienza diurna e notturna
Centro Salute Mentale Capoterra - Teulada
Via Andromeda, 24 - Capoterra
tel. 070/710574
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
AMBULATORI Ambulatorio Teulada
c/o Poliambulatorio Vico Marconi - Teulada
tel. 070/9271081 - 070/9270087
orario di apertura il giovedì dalle ore 9.00 alle ore 14.00
STRUTTURE Gruppo di convivenza ad alta intenzionalità terapeutica
RESIDENZIALI Via Satta, 9 - Cagliari
[ cogestione pubblico-privato ]
168
Gruppo di convivenza ad alta intenzionalità terapeutica
Via Gramsci, 151 - Capoterra
[ cogestione pubblico-privato ]
CD Centro Diurno CSM Cagliari A
c/o Cittadella della Salute Via Romagna,16 - Cagliari
tel. 070/47443439
fax 070/47443410
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Centro Diurno Marina Piccola
Viale Poetto - Cagliari
tel. 070/373442
orario di apertura secondo attività programmate
Unità Operativa Cagliari Ovest
CSM Centro Salute Mentale Cagliari Ovest
Via Fontana Raminosa, 17 - Cagliari
tel. 070/6096291
fax 070/6096289
orario di apertura dal lunedì al venerdi dalle ore 8.00 alle ore 20.00
sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
AMBULATORI Ambulatorio Selargius
Via Mazzini, 32 - Selargius
tel. 070/6094002
fax 070/6094015
orario di apertura dal lunedì al venerdi dalle ore 8.00 alle ore 14.00
Ambulatorio Monserrato
Via Tito Livio, 34 - Monserrato
tel. e fax 070/5788056
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
STRUTTURE Gruppo di convivenza ad alta intenzionalità terapeutica
RESIDENZIALI Via Andromeda, 24 - Capoterra
[ cogestione pubblico-privato ]
169
Unità Operativa Clinica Psichiatrica
CSM Centro Salute Mentale Clinica Psichiatrica
Via Liguria, 13 - Cagliari
tel. 070/6096500/01
fax 070/6096549
orario di apertura dal lunedì al venerdi dalle ore 8.00 alle ore 20.00
sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
AMBULATORI Ambulatorio Sestu
Via Di Vittorio - Sestu
tel. 070/261587
orario di apertura lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 8.00 alle ore 15.00
martedì dalle ore 8.00 alle ore 15.30 e giovedì dalle ore 13.20 alle ore 20.00
Unità Operativa Quartu Sant’Elena
CSM Centro Salute Mentale Quartu Sant’Elena
Via Turati, 4/c - Quartu Sant’Elena
tel. 070/6097433
fax 07/6097432
orario di apertura dal lunedì alla domenica h 24
posti letto 4 per accoglienza diurna e notturna
Centro Salute Mentale Muravera
Via Cinus - Muravera
tel. 070/9931307
fax 070/9931307
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 17.30
AMBULATORI Ambulatorio Burcei
c/o Poliambulatorio Via Progresso, 1 - Burcei
tel. 070/738364
orario di apertura il primo e terzo lunedì del mese dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Ambulatorio Dolianova
P.zza Europa, 1 - Dolianova
tel. 070/740680
orario di apertura il giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
170
Ambulatorio Donori
Via Parrocchia - Donori
orario di apertura mensile il secondo venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Ambulatorio San Nicolò Gerrei
P.zza Naitza - S. Nicolò Gerrei
tel. 070/950197
orario di apertura il martedì dalle ore 8.00 alle ore 14.00
Ambulatorio Sinnai
Via della Libertà, 1 - Sinnai
tel. 070/767875
orario di apertura il martedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00
STRUTTURE Gruppo di convivenza ad alta intenzionalità terapeutica
RESIDENZIALI Viale Marconi, 50 - Quartu Sant’Elena
[ cogestione pubblico-privato ]
Unità Operativa Assemini
CSM Centro Salute Mentale Assemini
Viale Bonaria, 16 - Cagliari
tel. 070/6094614/5
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00
sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
AMBULATORI Ambulatorio Assemini
Via 2 agosto 1980, 23 - Assemini
tel. 070/944936
orario di apertura il lunedì e il venerdì dalle ore 8.30 alle ore 13.30
ultimo martedì del mese dalle ore 8.30 alle ore 13.30
Ambulatorio Decimoputzu
Via Chiesa – Decimoputzu
tel. 070/ 965375
orario di apertura primi tre venerdì del mese dalle ore 8.30 alle ore 13.30
Ambulatorio Siliqua
c/o Poliambulatorio, Corso Repubblica 167/a - Siliqua
orario di apertura primo, terzo e quarto giovedì del mese dalle ore 8.30 alle
ore 13.30
171
Ambulatorio San Sperate
c/o Guardia medica, Via Sassari – San Sperate
tel. 070/9600415
orario di apertura primo, secondo e terzo martedì del mese, dalle ore 8.30 alle
ore 13.30
Ambulatorio Vallermosa
Via Carlo Alberto - Vallermosa
tel. 0781/ 79194
orario di apertura secondo giovedì del mese, dalle ore 8.30 alle ore 13.30
STRUTTURE Gruppo di convivenza ad alta intenzionalità terapeutica
RIABILITATIVE Via Coghe 18 - Assemini
Cogestione pubblico-privata
Gruppo di convivenza ad alta intenzionalità terapeutica
Via Carducci 9 – Decimomannu
Cogestione pubblico-privata
Unità Operativa Isili-Senorbì
Centro Salute Mentale Isili
Via Cedda - Isili
tel. 0782/820348 - 379
fax 0782/803137
orario di apertura dal lunedì alla domenica h 24
posti letto 3 per accoglienza diurna e notturna
Centro Salute Mentale Senorbì
Via Carlo Sanna 61, - Senorbì
tel. 070/980151
fax 070/98015807
orario di apertura dal lunedì al venerdi dalle ore 7.30 alle ore 20.00
sabato dalle ore 8.00 alle ore 14.00
Ambulatorio Escalaplano
Via San Pietro - Escalaplano
tel. 070/951022
172
Unità Operativa SPDC 1
SPDC 1
Ospedale SS Trinità Via Is Mirrionis, 92 -Cagliari
tel. 070/6095920/1
fax 070/6096914
competente per il territorio del CSM
CSM Cagliari Ovest / CSM Quartu S.E. / CSM Isili-Senorbì
Unità Operativa SPDC 2
SPDC 2
Ospedale SS Trinità Via Is Mirrionis, 92 - Cagliari
competente per il territorio del CSM
CSM Cagliari A / CSM Clinica Psichiatrica / CSM Assemini
Unità Operativa Servizio di psichiatria forense
Via Liguria 13 - Cagliari
tel. 070/6096521/26
fax 070/6096522
orario di apertura dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 14.30
lunedì, mercoledì e giovedì dalle ore 15.00 alle ore 20.00
173
STRUTTURE RESIDENZIALI PRIVATE
Casa Protetta Fondazione San Giovanni Battista
Località Domatore, 1 - Ploaghe
tel. 079/447900
Comunità Terapeutica Approdi
Località Isalle - Dorgali
tel. 338/3879165
Casa Protetta Santa Caterina
Corso Umberto, 234 - Ghilarza
tel. 0785/54098
Casa Famiglia Santa Giusta
Località Cuccuru e portu - Santa Giusta
tel. 0783/377017 – 377021
Comunità Protetta Betania
Località Terra Maistus - Guspini
tel. 070/9797067
Casa Protetta AIAS
Via Loi, 72 - Cortoghiana
tel. 0781/60830
Casa Protetta AIAS
Via Londra - Domusnovas
tel. 0781/71180
Casa Famiglia Primavera
Via Sassari, 6 – Assemini
tel. 070/9459031
Casa Protetta AIAS
Via Carducci – Decimomannu
tel. 070/962927
174
Casa Protetta AIAS
Via Sibiola s.n. – Serdiana
tel. 070/741906
Centro Ippocrate
Località Santa Gilla VI strada ovest – Cagliari
tel. 070/504845
Casa Protetta AIAS
Viale Poetto - Cagliari
tel. 070/372253
175
7
RAPPORTO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE IN SARDEGNA
LEGENDA / SIGLE USATE NEL TESTO
INDICE DELLE SIGLE USATE NEL TESTO
ARIS
Area Residenzialità e Inclusione Sociale
ASL
Azienda Sanitaria Locale
CD
Centro Diurno
CSM
Centro Salute Mentale
CT
Comunità Terapeutiche
DGR
Delibera Giunta Regionale
DSM
Dipartimento Salute Mentale
DSMD
Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze
ICD - 9
Classificazione Internazionale delle Malattie - OMS
NSIS
Nuovo Sistema Informativo Sanitario
OMS
Organizzazione Mondiale della Sanità
OP
Ospedale Psichiatrico
OPG
Ospedale Psichiatrico Giudiziario
OSS
Operatore Socio Sanitario
OTA
Operatore Tecnico Assistenza
PON
Progetto Obiettivo Nazionale
RSA
Residenze Sanitarie Assistenziali
SDO
Scheda Dimissioni Ospedaliere
SerD
Servizio per le Dipendenze
SerT
Servizio per le Tossicodipendenze
SISM
Sistema Informativo per la Salute Mentale
SPDC
Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura
STSM
Servizi per la Tutela della salute mentale
TSO
Trattamento Sanitario Obbligatorio
WHO
World Health Organization
177
Rapporto regionale sulla salute mentale in sardegna [ 2004-2008 ]
Dicembre 2008
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