Una donna che ha dato il suo
contributo nella lotta alla
mafia.
E’ una scrittrice italiana, nata a
Fiesole (in Toscana). Ma si
trasferì in Sicilia a 10 anni. Qui
conobbe una nuova realtà: la
Mafia. Questi anni vengono
raccontati da lei nel suo libro
“Bagheria”, città in cui visse
presso i nonni materni.
A soli 18 anni ebbe
successo grazie al suo
primo romanzo “La
vacanza”. In seguito
vennero pubblicati “La
lunga vita di Marianna
Ucrìa”, “Voci”, “Il treno
dell’ultima notte” e tanti
altri.
Fu anche compagna del famoso scrittore Alberto
Moravia, che morì nel 1990.
“Quando vivevo a Palermo la mafia non si nominava
nemmeno. Se qualcuno magari uno straniero chiedeva:
ma la mafia cos’è?La gente rispondeva: la mafia non
esiste è un’invenzione della stampa.”
La Maraini ricorda così la Sicilia del passato,
quella degli anni 50, in cui la parola mafia non
poteva essere pronunciata, perché il SILENZIO
costituiva l’unica REGOLA possibile.
In questo libro la scrittrice
descrive e racconta la mafia,
che non è più quella di
Riina, quella degli uomini
con la coppola storta e dei
pastori analfabeti; essa ha
cambiato volto, calandosi
nella società attuale e
alimentandosi con la
tecnologia.
“Se non si comincia col distruggere questa
oscena commistione tra politica e mafia non
si cambierà mai un accidente. Si fa finta di
non sapere che ad ogni votazione si compie
un orribile scambio: tu mi dai i voti e io
chiudo un occhio..taccio quando dovrei
parlare..ti passo gli appalti migliori.. E poi
la mafia non dà niente e chi porge un dito ci
rimette il braccio.”
“Abbiamo bisogno di modelli da
imitare, non di eroi che si mettono
su un piedistallo e si dimenticano
là sopra .Perché un modello è
vivo, partecipe e guida i nostri
pensieri, le nostre azioni. E ce ne
sono tanti: Falcone e Borsellino in
primo luogo.” Scrive la Maraini:
“Credo sia giusto che chi ha
voce parli e racconti la storia
del nostro passato, fatta di
orribili ombre ma anche di
piccole bellissime luci.”
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