Attività “visita ai terreni confiscati alla mafia” Martedì 2 e Venerdì 4 Aprile alcune classi del biennio del liceo Scientifico “S. Savarino” di Partinico sono andate a visitare alcuni terreni confiscati a “Cosa Nostra” nell’ambito del progetto di educazione alla legalità “Beni confiscati e lotte contadine”. Lunedì 1 aprile le classi in questione avevano avuto un incontro con due rappresentanti di Libera, l’associazione fondata da Don Ciotti che si occupa della lotta alle mafie, e che con una petizione nel 1992, anno della sua formazione, è riuscita ad ottenere il riutilizzo a scopo sociale delle terre confiscate ai vari boss mafiosi: questi beni sono stati assegnati alle cooperative sociali con lo scopo di creare opportunità di lavoro e di migliorare lo sviluppo economico della nostra isola. Le classi hanno visitato la cantina “I Cento Passi”, gestita dalla cooperativa “Placido Rizzotto”, molto attiva nel corleonese e nei comuni di San Giuseppe Jato e San Cipirello. La cantina sorge sui terreni appartenuti alla famiglia mafiosa dei Brusca. “All’inizio la gente aveva paura a venire a lavorare su terreni appartenuti a boss di spicco come Provenzano, Brusca o Riina” ci ha detto Antonio, l’agronomo della Cooperativa “Placido Rizzotto”, “ma quando si è diffusa la voce che la cooperativa pagava i suoi braccianti al prezzo del contratto nazionale sui compensi agricoli, che erano previsti giorni di malattia pagati, che si versavano i contributi per la pensione Omaggio a Pio la Torre olio su tela 120x50 e che in caso di infortuni non si veniva licenziati, la gente ha opera del pittore cominciato a fare la fila per venire a lavorare da noi”. Gaetano Porcasi Tutto ciò e possibile grazie alla legge “La Torre” del 1985 che definisce la mafia un sistema economico e rende l’ associazione mafiosa un reato agli occhi dello stato. La giornata è proseguita con la visita all’agriturismo “Portella della Ginestra”, che sorge su terreni che appartenevano ai Brusca a pochi chilometri da Portella della Ginestra, il luogo dove il primo maggio 1947 si recarono i contadini per festeggiare la festa del lavoro e la vittoria alle elezioni del 20 Aprile, e dove alcuni esponenti della mafia dell’epoca, gli uomini del bandito Salvatore Giuliano, aprirono il fuoco contro le persone uccidendone dieci. Alla fine della giornata agli studenti è stato offerto un pacco di pasta prodotto dalla cooperativa “Placido Rizzotto” (agricoltura biologica). E’ stato molto importante sapere che centinaia di ettari, strappati alla criminalità oggi sono tornati a produrre grano duro, legumi, ortaggi, uva, dai quali si ottengono la pasta, il vino e gli altri prodotti presentati sotto il marchio di Libera Terra. Le cooperative inoltre sono di tipo sociale ai sensi della legge 381 del 1991, ciò significa che attraverso le loro diverse attività si garantisce l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, dando loro la possibilità di un reddito e la prospettiva di una piena cittadinanza. Una legge di iniziativa popolare che prevede il riutilizzo sociale dei beni confiscati ai mafiosi e ha permesso di offrire una possibilità di riscatto sociale a persone e territori troppo spesso noti solo ed esclusivamente per fatti di mafia. La mafia è una piovra con troppi tentacoli per essere sconfitta dalle sole forze dell’ordine, tutti noi dobbiamo fare la nostra parte a cominciare dai giovani cui spetta il compito arduo di creare una Sicilia in cui l’omertà sia solo un ricordo e la mafia un cancro sconfitto, un nome sui libri di storia, un incubo dei nostri padri ma non dei nostri figli, ricordando coloro che sono caduti per difendere la nostra libertà e i nostri diritti..