LA TERAPIA CONSERVATIVA DELL` INSUFFICIENZA RENALE CRONICA FA CHE IL CIBO SIA LA TUA MEDICINA E LA MEDIC INA SIA IL TUO CIBO IPPOCRA TE OPUSCOLO PER IL PERSONALE MEDICO INTRODUZIONE Questo breve lavoro si prefigge di fornire informazioni utili e pratiche sull`insufficienza renale cronica e su come meglio gestire la malattia e sperando di non scadere nella monotonia, nemica di ogni approccio dietetico e di ogni lettura. Lo scrittore e gastronomo spagnolo, Manuel Vàzquez de Montalbàn, era solito dire: “Non so di nessuno che abbia sedotto con ciò che aveva offerto da mangiare, ma so di un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando ciò che si stava per mangiare”. In collaborazione con: Dr. Francesco Panico, Responsabile Dietetica Nefrologica, UOC Nefrologia-Dialisi ASL NA 3 SUD PO NOLA Dott.ssa Francesca Barone, dietista-nutrizionista, Università Federico II Napoli (NA). Copyright 2015 Dr. Schär SPA Winkelau 9, 39014 Postal (BZ), Italia Tutti i diritti riservati. La stampa o riproduzione, anche parziali, nonché la diffusione in Internet sono consentite solo previa autorizzazione scritta di Dr. Schär SPA. Cortesi lettori, ecco per l’appunto il nostro scopo: sedurvi e allo stesso tempo fornirvi qualche notizia interessante di fisiologia renale. Per cui: buona lettura e buon appetito! Dott. Francesco Panico Immagini: fotolia.com 1 1 L´INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC) INDICE 1. L`insufficienza renale cronica (IRC) 2. La dietoterapia nell`IRC Addendrandoci nel nostro discorso notiamo come l’ IRC in fase pre-dialitica, sia gravata da tre paradossi: 3 • 4 • 2.1 Evoluzione della dieta ipoproteica 4 2.2 Conseguenze della riduzione della funzione renale 5 2.3 Quando iniziare la dietoterapia? 6 2.4 Seguire per lunghi periodi la dietoterapia espone a dei rischi? 6 2.5 Fisiologia alimentare 7 2.6 Misurazioni di alcuni alimenti 8 2.7 Potassio e fosforo negli alimenti 8 2.8 Scelta del tipo di dieta 9 3. Valutazione dello stato nutrizionale del paziente 4. Bibliografia 2 • Elevata incidenza nella popolazione (10-12% della popolazione mondiale e il 6-7% della popolazione italiana, dati ERA-EDTA) con gravi costi sociali ed economici; Alto rischio di morbilità e mortalità per l’ associazione e peggioramento della malattia cardiovascolare (MCV); La malattia renale cronica, nonostante sia suscettibile di migliorare con appropriate terapie, è spesso sottostimata per cui resta per molto tempo orfana di adeguata terapia. Le nuove linee guida internazionali KDIGO (Kidney Disease Improving Global Outcomes), nella loro classificazione, evidenzianodue aspetti interessanti (§): • • Il rischio superiore di eventi cardio-vascolari avversinei pazienti affetti da IRC rispetto alla popolazione sana. Il rapporto proteinuria – filtrazione glomerulare [(albuminuria/filtrazione glomerulare (GFR)], per cui se un soggetto presenta un’albuminuria moderata di 1.0g/die e nel contempo un GFR di 100ml/m’/1.73 mq di sc presenterà lo stesso rischio di eventi cardio-vascolari come un soggetto con GFR di 30ml/m’/1.73mq di sc e normoalbuminuria. Il NKF/KDOQI (National Kidney Foundation Study/ Kidney Disease Outcomes Quality Initiative) propone una classificazione dell’insufficienza renale cronica in cinque stadi: Stadio I° Funzione renale normale o aumentata e con Filtrato Glomerulare (FG) > 90 ml/m’/1.73 mq di sc Stadio II° Danno renale con lieve compromissione funzionale, con FG 60 - 89 ml/m’/ 1.73 mq di sc e con iniziale incremento del Paratormone (PTH) e comparsa di CKD-MBD Stadio III° Danno renale con compromissione funzionale moderata, con FG 30 - 59 ml/m’/1.73 mq di sc e con iperPTH incipiente Stadio IV° Danno renale con compromissione funzionale grave, con FG 15 - 29 ml/m’/ 1.73 mq di sc e con alterazione dell’assetto lipidico e comparsa dell’ acidosi metabolica Stadio V° Insufficienza renale terminale (End Stage Kidney Disease) con FG < 15 ml/m’/ 1.73mq di sc 13 16 3 2 Verso gli anni ‘90 nacque l’idea di una dieta vegetariana- ipoproteica (0.6-0.7g/Kg/die)- ipofosforica sfruttando la complementarietà e miscelando le proteine vegetali dei legumi e cereali con pane e pasta di semola. Essa rappresenta, ancora oggi, una valida alternativa alla dieta ipoproteica ed ipofosforica negli stadi II°-III° soprattutto in soggetti che hanno difficoltà ad assumere gli alimenti aproteici8 e per interrompere la monotonia della dieta. LA DIETOTERAPIA NELL`IRC Lo studio MDRDS (the Modification of Diet in Renal Disease Study), nato con l’idea di valutare se la dieta ipoproteica fosse in grado di rallentare l’evoluzione dell’IRC fino allo stadio terminale (End Stage Kidney Disease: ESKD),1 non ha fornito risposte certe e univoche ma ha fatto emergere tre considerazioni: • • • L’enorme difficoltà di ottenere una buona aderenza alla dieta (compliance) se paziente, famiglia e medico non sono abbastanza motivati. I pazienti stadio IV°-V° dell’IRC che praticano terapia dietetica ipoproteica-vegetariana supplementata con miscela di aminoacidi essenziali e loro cheto-analoghi ritardano l’entrata in dialisi di circa un anno e soprattutto in assenza dei sintomi propri dell’uremia. La dieta ipoproteica, anche la più severa, non provoca mai malnutrizione se l’apporto calorico è elevato.2,3 2.1 EVOLUZIONE DELLA DIETA IPOPROTEICA * Attualmente, dopo anni di abbandono a causa dell’espansione dialitica (ignorando che la fornitura per 1 anno per singolo paziente dei prodotti aproteici più i supplementi, è di gran lunga inferiore al costo di 2 mesi di dialisi), questa pratica terapeutica alquanto semplice in mani esperte è stata rivalutata e riconosciuta come “la differenza che fa la differenza”. Da Sackett è ritenuta un approccio “basato sull’evidenza” (Evidence-based medicine in the integration of best research evidence with clinical expertise and patient value).5 La genialità della dieta ipoproteica si basa su tre principi ancora oggi validi: • • 4 Vantaggi della riduzione dell`apporto proteico: • • • Prevenire e correggere i segni, la sintomatologia e le complicazioni proprie dell’IRC. Procrastinare la necessità di ricorrere alla dialisi per un tempo più o meno lungo. Prevenire e curare la malnutrizione. • Apporto calorico elevato: superiore a 30Kcal/Kg di peso ideale/al di. Sostituzione dei prodotti farinacei comuni con prodotti dietetici aproteici (apporto proteico uguale o inferiore all’ 1%). Riduzione dell’introito giornaliero di proteine animali ad alto valore biologico (carne, derivati del latte, pesce, uova) da 0.6 a 0.3g/Kg di peso corporeo ideale/die a seconda della riduzione del GFR. Intorno agli ‘80 la dieta ipoproteica, divenne anche ipofosforica eliminando il rosso dell’uovo e i latticini6 e la si utilizzò ampiamente negli stadi II°-III° NKF. La dieta di 0.3g di proteine diventò completamente vegetariana, con l’aggiunta al posto delle proteine animali, di una miscela di aminoacidi essenziali (AAEE) e dei loro cheto- analoghi (KA) secondo la formulazione di Zimmermann in compresse da somministrare ai pasti e riservata a pazienti allo stadio IV°-V° NKF fortemente motivati a posticipare il più possibile l’inizio della dialisi.7 4 2.2 CONSEGUENZE DELLA RIDUZIONE DELLA FUNZIONE RENALE La riduzione della Filtrazione Glomerulare e della funzione endocrina-metabolica del rene comporta la riduzione della capacità da parte del rene di espellere un carico di soluti e/o diprodurre le seguenti sostanze con le conseguenze successivamente elencati: Azoto Iperazotemia Fosforo Iperparatiroidismo secondario Sodio e edemi Ipertensione arteriosa Idrogenioni Acidosi metabolica Acqua Sindrome da iper-ipoosmolarità Eritropoietina Anemia e Stanchezza Cronica Renina Autmento PA con Infarto e Ictus Vit D3 Osteodisfrofia e iperParatiroidismo 2° L’intestino, sia in forma attiva (se la dieta è carente) che passiva (se la dieta è ricca), garantisce circa l’80% dell’assorbimento dai cibi (nelle diete occidentali il saldo netto è di 800-1800mg) mentre il rene (l’escrezione è di circa 750900mg) regola i livelli ematici mediante l’aiuto di pompe o co-trasportatori (ad es. per il sodio e fosforo) che a loro volta sono controllati dai livelli circolanti dello stesso fosforo e da alcuni ormoni (Klotho/FGF23 o fattore di crescita dei fibroblasti, dal paratormone o PTH e dalla vit. D3 attivata o calcitriolo). Tutto questo ha aperto il campo ad una nuova patologia: la CKD-MBD (Chronic Kidney Disease-Mineral and Bone Disorder) già nelle fasi precoci dell’IRC (II°NKF) in cui si osserva un aumento della fosfaturia quale forma di adattamento. Klotho è il co-recettore obbligato di FGF23 mediandone gli effetti endocrini e è in grado di avere effetti ormonali indipendenti.9 Ibels nel 1978 e Haut nel 198010,11 in un modello sperimentale di insufficienza renale cronica dimostrarono come un carico di fosforo aggravava il grado e la velocità di progressione del danno funzionale renale sia per deposizione diretta come fosfato di calcio che per lo stimolo infiammatorio cronico indotto a livello dell’interstizio del tubulo renale. La conferma a questo modello sperimentale, di recente è stata fornita da Zoccali,12 che ha dimostrato come alti livelli ematici di fosforo riducono anche la nefropotezione degli ACE Iinibitori e Sartanici. Il controllo del fosforo e della fosforemia è uno degli obiettivi più importanti della terapia nutrizionale. Per ottenere ciò basta una semplice riduzione dell’eccesso alimentare di proteine nella popolazione sana da 1 a 0.8g/Kg/die. Inoltre, la riduzione dell’apporto proteico comporta minor carico di aminoacidi solforati e quindi di idrogenioni causa dell’acidosi metabolica, che rappresenta il principale responsabile dell’aumentato catabolismo proteico soprattutto a livello muscolare e della negativizzazione del bilancio azotato con conseguente malnutrizione proteica. Di fatti, la dieta vegetariana con proteine complementari è già in grado da sola di impedire l’acidosi metabolica. Uno dei maggiori indiziati nella progressione dell’insufficienza renale cronica é il fosforo (killer silenzioso). Le sue concentrazioni nel sangue sono più alte nell’infanzia perché strettamente correlate all’accrescimento osseo mentre decrescono con l’età e ciò è importante per non sottovalutare il problema dell’iperfosforemia nei soggetti anziani anche in fasi molto avanzate dell’insufficienza renale cronica. 5 2.3 QUANDO INIZIARE LA DIETOTERAPIA? 13 La parola “dieta” evoca nell’immaginario comune la privazione del cibo, la negazione del gusto e la perdita della gioia della convivialità. Niente è più falso per cui bisogna sottolineare ai pazienti affetti da IRC, che la dieta elaborata per loro non è una semplice riduzione della quantità di cibo, bensì una riduzione mirata e/o totale di alcuni tipi di alimenti con l’introduzione di altri. Ai nostri pazienti, dopo tanti anni di esperienza, raccomando sempre di attenersi alle disposizioni del nefrologo e del nutrizionista e di usare i prodotti aproteici prescritti, poiché essi garantiscono un apporto energetico alto, mai inferiore a 28-30Kcal/Kg/die, e in tal modo non si espongono a cali ponderali notevoli e al rischio concreto di malnutrizione. Il rischio di malnutrizione può essere dovuta a: • • • Dieta non corretta, spesso inferiore a quella prescritta. Poco gradimento e quindi rifiuto, anche parziale, dei prodotti aproteici. Intolleranza ai prodotti aproteici per problemi all’apparato digerente legati allo stato uremico. Le prime due cause tranquillamente le superiamo facendo ricorso a uno schema dietetico vegetariano con proteine complementari (fagioli, ceci, lenticchie). A tal proposito ricordiamo che l’organismo di un soggetto adulto sano, non necessita di un apporto giornaliero spropositato proteico, ma sono sufficienti appena 0.6g/Kg/die di proteine ad alto valore biologico o di proteine complementari per soddisfare il fabbisogno in aminoacidi essenziali in presenza sempre di un apporto energetico elevato che, nei nostri pazienti, è garantito dai carboidrati (pane e pasta aproteici, riso e patate bollite, frutta, zucchero, marmellata, gelatina di frutta, miele ) e lipidi (olio di oliva extravergine, di rado margarina, burro e strutto). Dallo stadio II°del NKF in poi, tutti possono giovarsi della riduzione dell’introito proteico e fosforico; anche le nefropatie fortemente proteinuriche si giovano della dieta ipoproteica purché si incrementi l’apporto proteico animale o della soia, nel caso di dieta vegetariana, di tanti grammi quanti siano i grammi di proteine perse con le urine. 6 2.4 SEGUIRE PER LUNGHI PERIODI LA DIETOTERAPIA ESPONE A DEI RISCHI? 13 Secondo la nostra oramai ultra ventennale esperienza ribadiamo assolutamente no, a condizione che la prescrizione dietetica sia corretta e altrettanto correttamente seguita. La riduzione dell’apporto proteico nell’adulto, con l’uso della dieta ipoproteica, non comporta malnutrizione proteica poiché il fabbisogno minimo proteico secondo i dati OMS- RDA (Recommended Daily Allowance) è ampiamente coperto. 2.5 FISIOLOGIA ALIMENTARE * Calorie Proteine Il nostro organismo ricava l’energia necessaria dalla digestione stessa degli alimenti e la stessa digestione richiede energia nota come “Effetto termico” che éun indicatore della quantità di calorie che il corpo deve bruciare per trasformare ed assimilare ogni singolo alimento. I grassi hanno un basso effetto termico e di solito sono immagazzinati come scorta per cui la loro resa energetica è di molto superiore a quella delle proteine e dei carboidrati. Sono i bruciatori di calorie più efficienti a nostra disposizione e posseggono funzione plastica/ristrutturante; sono presenti nella carne, pesce, uova, prodotti caseari, legumi ed in minima parte nei cereali e qualora la quota glucidica non è adeguata assumono anche una funzione energetica. La differenza aminoacidica caratterizza la diversità tra le proteine di origine animale e quelle vegetali. Lipidi Alcuni esempi: Il vero nodo resta sempre, e non temiamo di essere ripetitivi: garantire un apporto calorico adeguato specie con i prodotti aproteici e motivare fortemente i pazienti circa la loro scelta e nel far comprendere che a loro fianco si muove sempre un’equipe di persone parimenti motivate. CONTROINDICAZIONI PER LA RESTRIZIONE PROTEICA Patologie a carico dell’apparato digerente 1 g di proteine 3.75 Kcal 1 g di glucidi 4 Kcal 1 g di lipidi 9 Kcal 1 g di alcool 7 Kcal 1 Caloria 4.186 Joul 1 Kcaloria 1000 Cal Repulsione verso gli alimenti aproteici Intolleranza ai vegetali Carboidrati Intolleranza agli AAE e KA (in alcune persone, se non adeguatamente distribuiti ai pasti, possono procurare latulenza e/o dolori intercostali) Soggetti molto anziani e soli ai quali, per ovvi motivi, non vanno prescritte diete rigorose Impossibilità a sospendere gli ACE I e/o i Sartanici con grave rischio di iper-Kaliemia se, nel contempo, non sono seguite alcune regole (introito controllato di alcuni tipi di frutta, prolungata bollitura dei vegetali e/o abolizione della cottura a vapore, al forno e con pentola a pressione). Sono detti carboidrati perché sono formati da vari atomi di Carbonio; sono presenti in prevalenza nei vegetali (amidi, zucchero di canna) e a seconda della loro struttura possono essere “Semplici” (saccarosio o zucchero da cucina, fruttosio, lattosio) e “Complessi o amidi” (farine di mais, cereali, legumi, patate). I carboidrati introdotti in eccesso con gli alimenti sono trasformati in lipidi e accumulati come scorta energetica. Nella nostra dieta dovrebbero rappresentare il 55-60%. Sono indispensabili e diventano nocivi solo se assunti a dismisura, hanno funzioni strutturali e energetiche e veicolano alcune vitamine essenziali: A, D, E, K che per tale motive sono definite liposolubili. Anch’essi possono essere di orine animale o vegetale e non dovrebbero eccedere il 30% dell’apporto energetico complessivo. Sale E’ presente nel comune sale da cucina sotto forma di “Cloruro di Sodio” e in vari alimenti e spesso il suo consumo eccede le reali necessità organiche, per cui la quota giornaliera nei pazienti affetti da IRC non dovrebbe eccedere i 50mMol/die ovvero 3g/die, salvo situazioni patologiche. L’eccesso é eliminato per via renale in soggetti con normofunzione renale, altrimenti si accumula provocando innalzamento della pressione arteriosa e/o ritenzione idrica (edemi). Potassio E’ presente nella quasi totalità degli alimenti, in specie frutta e verdura e in alcune preparazioni industriali, ad eccezione che nella frutta sciroppata a causa della precedente bollitura e senza utilizzare lo sciroppo. Esso è importante per la conduzione degli stimoli elettrici sia a livello cardiaco che muscolare e nel nefropatico non dovrebbe superare 2000-2500mMol/die. 7 2.6 MISURAZIONI DI ALCUNI ALIMENTI * ALIMENTI RICCHI DI POTASSIO Alimento Olio Extraverg. Oliva Sale Fino 1 cucchiaio raso (10 g) 1 cucchiaino da tè (5 g) Marmellata 1 cucchiaio raso (30 g) 1 cucchiaino da tè (10 g) circa 150 ml o cc Tazzina Da Caffe’ circa 50 ml o cc 1 cucchiaio da tavola circa 15 ml 1 cucchiaino da caffè circa 5 ml 702 Funghi freschi-secchi 500-2000 Emmenthal 700 Rosso d’uovo 590 Provolone 576 Noci secche 400 Gambero 350 410-860 Salmone 300 Datteri 790 Arachidi 290 Prugna secca 700 Petto tacchino 290 Spinaci 662 Carne equina 240 Noce di cocco 620 Certosino 240 Crescione 606 Mozzarella 240 Sardine 560 Sarde 220 Trota 470 Carne magra manzo 200 Zucca 457 Prosciutto crudo 170 Cavoli di Bruxelles 450 Prosciutto cotto senza polifosfati 160 Albicocche 440 Funghi porcini 142 Carciofo 430 Fagioli 136 Patata 430 Champignon 130 Scarola 430 Prataioli 102 Banane 420 Fave 100 Cioccolata al latte 420 Piselli 100 Fagioli freschi-secchi Lenticchie Castagna fresca-secca 2.7 POTASSIO E FOSFORO NEGLI ALIMENTI CONCENTRAZIONE DEL POTASSIO (mg/100g) 1900 1310 800-1000 880 prima (T0) e dopo bollitura ripetuta 2 volte (T1)** Alimento Fagioli Lenticchie Patate Carote K T0 1460 1020 488 365 K T1 324 67 315 156 Frutta secca 8 Fosforo (mg/100g) Grana Prezzemolo Bicchiere Da Tavola Alimento 900-3200 1 cucchiano (3 g) 1 cucchiaio raso (10 g) 1 cucchiaino da tè (5 g) Potassio (mg/100g) Cacao Soia Grana Grattato 2.8 SCELTA DEL TIPO DI DIETA ALIMENTI RICCHI DI FOSFORO Come abbiamo spesso ribadito, la prescrizione dietetica é un momento delicato sia per il nefrologo, sia per il dietista-nutrizionista ma soprattutto per il paziente che vede stravolgere in pochi e spesso fugaci attimi la propria esistenza e la riuscita o meno della dieta ipoproteica potrà essere influenzata da un importante “fattore negativo”. Il fattore negativo è il modo in cui è proposta la dieta. Questo “modo” si esplicita il più delle volte in una prescrizione di norme dietetiche che esaltano più le “proibizioni” che le “ragioni”, al contrario, tutto ciò che è “possibile” è liquidato con un generico “è permesso”. Alla fine il paziente, disorientato, non comprende alcuni particolari e tenderà a chiederli ad altri pazienti già in dieta o peggio, apporterà autonomamente variazioni ritenute più consone alle sue abitudini alimentari ma al tempo stesso non corrette (Sindrome da iper- dietismo). Quanto detto deve fare in modo che il paziente capisca che una sana e corretta alimentazione contribuirà a farlo stare meglio di modo che le vecchie abitudini alimentari siano abbandonate serenamente e consapevolmente. Quindi è giusto fornire uno schema dietetico, ma soprattutto riteniamo opportuno che vengano altresì forniti i supporti necessari a rendere le norme dietetiche flessibili al proprio stile di vita, al proprio gusto e alle sue disponibilità economiche. >400 Zucchine 212 115 Piselli surgelati 90 Broccoli 444 38 Fagiolini 48 9 ESEMPI DI ALCUNI SCHEMI DIETETICI 1. SCHEMA DI DIETA IPOPROTEICA E IPOFOSFORICA NELL`IRC II°-III° 2. SCHEMA DI DIETA IPOPROTEICA VEGETARIANA CON PROTEINE COMPLEMENTARI PRESCRIZIONI DIETETICI PRESCRIZIONI DIETETICI CASO CLINICO Apporto Calorico 30-34Kcal/Kg/die Sesso M Anni 53 Apporto Proteico 0.6g/Kg/die di cui 0.4 come carne, pesce, albume di uovo Altezza 166cm I.M.C 23,6kg/m2 Apporto Glucidico prodotti aproteici, frutta, zucchero, olio di oliva Attribuzione Proteica Apporto Lipidico preferibilmente olio extravergine di oliva 0,6/65 = 39gr di pt/die (di cui 26gr di origine animale) Apporto Fosforico 600-700mg/die escludendo i derivati del latte 34/65= 2210Kcal/die Apporto di Sale 50mMol/die = 3g di sale da cucina iodato Supplementazione 1-2g/die di CaCO3 SCHEMA DIETETICO GIORNALIERO Colazione Attribuzione Calorica CARATTESTICHE BROMATOLOGICHE DELLO SCHEMA DIETETICO Proteine Tè o orzo g 150 o tazzina di caffè Zucchero o miele g 5 (n.1 cucchiaino da caffè) Fette biscottate aproteiche n.5 g 120 con passata di pomodoro o g 100 I.M.C 23,6kg/m2 Apporto Glucidico pane, pasta, cereali, frutta e zucchero Attribuzione Proteica 0,7/65 = 45,5gr di pt/die Apporto Lipidico mono e polinsaturi, preferendo gli omega 3 Attribuzione Calorica 30/65 = 1950 Kcal/die Apporto Fosforico 600-700 mg/die Supplementazione CaCO3, Ferro e vit. B12 SCHEMA DIETETICO GIORNALIERO Colazione Peso 65kg CARATTESTICHE BROMATOLOGICHE DELLO SCHEMA DIETETICO Proteine 45,3gr/die (pari al 9,2% delle calorie totali) Fette biscottate n.4 (pari al 53% delle calorie totali) Marmellata g 30 (n.2 cucchiai da tavola) 89gr/die Pranzo (pari al 15% delle calorie totali) Pasta g 40 con lenticchie secche g 50 Fibre 49,7gr/die Lattuga g 60 Fibre 31,91gr/die Energia 2200kcal/die Pane g 30 Energia 1950kcal/die Saturi 18,6gr/die Mela g 150 Saturi 10,7gr/die Carboidrati CH solubili 309,5gr/die Lipidi 70,45gr/die (pari al 32,4% delle calorie totali) Carboidrati 303,77gr/die (pari al 58,3% delle calorie totali) CH solubili 77,80gr/die (pari al 15% delle calorie totali) (pari al 7,6% delle calorie totali) + 2 albumi (pari al 5% delle calorie totali) Spuntino Colesterolo 272mg/die Potassio 1906mg/die g 200 g 150 Colesterolo 40mg/die Potassio 2219mg/die Fosforo 692,70mg/die Caffè g 65 (n.1) MEVALIA Clementine Anni 53 Altezza 166cm g 5 (n.1 cucchiaino da caffè) Frittata con 1 uovo intero Ciabattine aproteiche Sesso M 0.7 g/Kg/die esclusivamente vegetali miscelando cereali e legumi Zucchero o miele 83,4gr/die (pari al 34% delle calorie totali) fresco Melanzane 28-32 Kcal/Kg/die Apporto Proteico g 200 Pranzo Pasta aproteica MEVALIA Apporto Energetico Latte di riso MEVALIA g 30 (n.2 cucchiai da tavola) 39gr/die (pari al 7% delle calorie totali) Lipidi Marmellata Peso 65kg CASO CLINICO Fosforo 685mg/die Proteine animali 24,4gr/die Proteine vegetali 11,8gr/die Zucchero o miele g 5 (n.1 cucchiaino da caffè) Biscotti secchi g 30 (n.5) Cena Spuntino Riso g 40 con fagioli secchi o piselli g 50 Pomodori da insalata g 100 con la dieta vegetariana con proteine complementari, spezzando- Pane g 40 ne in tal modo la monotonia e aumentandone la compliance. Pera o mela g 150 Caffè Zucchero o miele g 5 (n.1 cucchiaino da caffè) Biscotti frollini aproteici n.5 MEVALIA Questa dieta può essere alternata, per periodi più o meno lunghi, Cena Condimento nella giornata Ciabattine aproteiche g 130 (n.2) MEVALIA Merluzzo o nasello g 100 Zucchine g 150 Mela g 150 Olio extravergine di oliva g 60 (n.6 cucchiai da tavola) Condimento nella giornata Olio extravergine di oliva 10 g 60 (n.6 cucchiai da tavola) 11 3 3. SCHEMA DIETETICO FORTEMENTE IPOPROTEICO-IPOFOSFORICO SUPPLEMENTATO CON AAE E KA PER OS NELL`IRC IV°-V° È in assoluto la dieta più difficile da gestire, sia per assoluto la dieta È fondamentale che il nefrologo riconosca precocemente: più difficile da gestiresia per l’equipe medica che per il paziente, • Comparsa di segni e sintomi uremici di contro se ben accettata può procrastinare di mesi o anche di • Scarsa compliance anni l’inizio della dialisi mantenendo uno stato generale nutrizionale • Non perfetto controllo della pressione arteriosa soddisfacente.13 Secondo la nostra esperienza l´outcome di sog- • Iperpotassiemia getti trattati per lunghi periodi di tempo con la dieta con AAE e • Ritenzione idro-salina KA e quindi poi arrivati in dialisi non è peggiore rispetto ai pazienti • Apporto calorico deficitario (calo ponderale) che sono stati inseriti precocemente in un programma di dialisi o che prima della dialisi sono stati lasciati a dieta libera. Tutto ciò è Inoltre, gli autori raccomandano comunque, in questi pazienti, di confermato anche da Aparicio.14 confezionare preventivamente una FAV. PRESCRIZIONI DIETETICI CASO CLINICO Apporto Energetico 30-35Kcal/Kg/die di pci Sesso M Anni 53 Apporto Proteico 0.3g/Kg/die, tassativamente vegetali Altezza 166cm I.M.C 23,6kg/m2 Apporto Glucidico pane, pasta e altri prodotti aproteici MEVALIA, miele, marmellata, vino 1 bicchiere a pasto Attribuzione Proteica 0,3/65 = 19,5 gr di pt/die Apporto Lipidico quasi solo vegetali (burro e panna limitati) Attribuzione Calorica 32/65= 2080 Kcal/die Apporto Fosforico 300-400 mg/die Supplementazione AAE e KA (1 cps/6 Kg di pc da suddividere ai pasti), CaCO3, Vit.B12 e Ferro SCHEMA DIETETICO GIORNALIERO Colazione g 200 Zucchero o miele g 5 (n.1 cucchiaino da caffè) g 30 N° 2 compresse di Alfa-Kappa o Ketosteril Fresenius (pari al 7% delle calorie totali) Lipidi Carboidrati Pranzo 75gr/die (pari al 15% delle calorie totali) g 100 con pomodoro (passata) g 100 Fibre 38,7gr/die Lattuga g 80 Energia 2085kcal/die Pane bianco g 50 Saturi 12,8gr/die Mela g 150 N° 4 compresse di Alfa-Kappa o Ketosteril Fresenius Zucchero o miele g 5 (n.1 cucchiaino da caffè) Fette biscottate aproteiche n.5 MEVALIA Marmellata 3.1 INDICI ANTROPOMETRICI a) Indice di massa corporea (IMC): 83gr/die Pasta aproteica MEVALIA Caffè o tè INDICI ANTROPOMETRICI INDICI BIO-UMORALI INDICI CLINICI INDICI BIOIMPEDENZIOMETRICI 334,7gr/die (pari al 53% delle calorie totali) CH solubili Spuntino 1. 2. 3. 4. 19,6gr/die (pari al 34% delle calorie totali) Cornflakes Il metodo più semplice é un’accurata indagine idonea a valutare in un arco di tempo breve (5 giorni) l’alimentazione del paziente e si basa su indici facilmente evidenziabili e ripetibili nel tempo: CARATTESTICHE BROMATOLOGICHE DELLO SCHEMA DIETETICO Proteine Latte di riso Peso 65kg VALUTAZIONE DELLO STATO NUTRIZIONALE * (pari al 7,6% delle calorie totali) Potassio 1594mg/die Fosforo 406mg/die IMC = [P(Kg)/A(mq)]. In Europa sono da tempo validati i seguenti intervalli di valutazione dell’IMC: • • • • • • • IMC tra 20-25 = Normopeso IMC tra 20-15 = Sottopeso 1° IMC tra 15-10 = Sottopeso 2° IMC tra 25-30 = Sovrappeso IMC tra 30-35 = Obesità 1° IMC tra 35-40 = Obesità 2° IMC > 40 = Obesità grave o patologica b) Pliche e circonferenze g 30 (n.2 cucchiai da tavola) Cena Riso g 60 con zucchine g 150 Bieta g 150 Ciabattine aproteiche g 65 (n.1) MEVALIA Pera g 150 N° 5 compresse di Alfa-Kappa o Ketosteril Fresenius La misurazione delle pliche e circonferenze è utile per monitorare le modificazioni del grasso e della muscolatura. La plica tricipitale (TSF), la sottoscapolare (SSF), la circonferenza del braccio (AC) e del giro vita (WC) sono quelli di maggior interesse. L’indice WC è un utile indicatore delle complicanze metaboliche e cardio-vascolari (Sindrome metabolica). Condimento nella giornata Olio extravergine di oliva g 65 (n.6 cucchiai da tavola + n.1 cucchiaino da caffè) 12 13 3.2 INDICI BIO-UMORALI 3.3 INDICI CLINICI Nome del paziente Secondo l’ADA i parametri di 1° livello sono: a) Albuminemia (VN: 4-6g% o 40-60g/L): È una proteina sintetizzata dal fegato con un’emivita di 14-21 giorni. La sua carenza non è frequente nei nefropatici in dieta, ove presente essa va correlata ad uno stato infiammatorio forse per l’azione dell’IL-6 o a iper-idratazione (accumulo di acqua).13 b) Prealbumina sierica (VN: 20-40%): È una proteina con un’emivita (2 giorni). Essa nel nefropatico, senza patologie acute in atto rappresenta un indice attendibile dello stato nutrizione e ben si correla agli antropomorfici. c) Potassiemia (VN 3.5-5mMol/L): Tende ad aumentare quando la FG < 10ml/m’. d) Bun (VN: 8-18mg% o 3-6.5mMol/L). e) Creatinina (VN: 0.6-1.2mg% o 50-110mMol/L). f) Fosforemia (VN: 2.5-4.5mg% o 0.8-1.6mMol/L). g) Calcemia (VN: 8.8-10mg% o 2.2-2.5MMol/L, come calcio ionizzato in cui 1mMol=2mEq o 4mg%): Può essere determinato con buona approssimazione dividendo la calcemia totale espressa in mg% x 8, ma il dato è inficiato se presente ipoalbuminemia. h) Glicemia. i) Colesterolo totale, HDL, LDI e VLDL. j) Trigliceridi. k) Trasnsferrina (VN: 200-400mcg%): Possiede un’emivita di 7-8 giorni ed é sensibile a variazioni acute dello stato nutrizionale e si riduce nel sovraccarico di ferro e nell’albuminuria per cui in corso di tali patologie non é un buon indice dello stato nutrizionale. l) Linfociti: La malnutrizione si associa a diminuzione della linfocitemia specie del linfociti T. m) Proteina legante Il retinolo: Proteina con un’emivita di 10-12 ore per cui risente sia restrizione proteica che calorica; è il trasportatore della Vit.A. A causa del suo basso peso molecolare si accumula in corso di IRC, mentre si riduce per la carenza di zinco ed in corso di epatopatie. Per tale motivo non rappresenta un buon indice dello stato nutrizionale. n) Proteina c reattiva (VN: < 0.5mg%): È prodotta dal fegato e la sua sintesi aumenta rapidamente in corso di stati infiammatori ed é stimolata dall’IL-6. Costituiscono un’insieme di valutazioni tutte basate su un’accurata visita medica e producenti un punteggio finale. Scheda di valutazione nutrizionale secondo metodica SGA (Subjective Global Assesment): N0 identificazione Data PARTE I: ANAMNESI 1. Variazione di peso a) Variazione complessiva negli ultimi 6 mesi ________ kg b) Variazione percentuale : aumento – calo < 5% : calo 5-10% c) Variazioni nelle ultime due settimane : aumento : nessuna variazione 2. Apporto alimentare a) Variazione complessiva : no Punteggio SGA a b c : calo > 10% : calo : si b) Durata ____________________ settimane c) Tipo di variazione : dieta solida subottimale : dieta totalmente liquida : liquidi ipocalorici : inanizione 3. Sintomi Gastrointestinali (persistenti per > 2 settimane) : nessuno : nausea : diarrea : anoressia 4. Deficit motorio (connesso allo stato nutrizionale) a) Deficit complessivo: : nessuno : moderato : grave : miglioramento b) Variazione nelle ultime 2 settimane : nessuna variazione : peggioramento : vomito Normale Lieve Moderata Grave Punteggio SGA PARTE II: ESAME FISICO 5. Segni di : Riduzione dell’ adipe sottocutaneo : Edema : Atrofia muscolare : Ascite (solo nei pazienti HD) PARTE III: VALUTAZIONE SGA I punteggi vanno assegnati barrando le caselle A B o C per una corrispondente valutazione di tipo LIEVE, MEDIO o GRAVE: la percentuale piu’ alta di caselle sbarrate identifica infine: : Adeguato stato nutrizionale : Lieve – moderata malnutrizione : Grave malnutrizione 14 15 4 4. INDICI BIOIPEDENZIOMETRICI 15 Basati sull’esame bioimpedenziometrico computerizzato che consente, rilevando la resistenza opposta al passaggio di una debole corrente attraverso i tessuti, di ottenere dati sulla composizione della Massa Magra, Massa Adiposa e Acqua Extracellulare Totale. BIBLIOGRAFIA 1. LEVEY AS ET AL.: For the Modification of Diet in Renal Disease Study Group. Effect of dietary protein restriction on the progression of advanced renal disease in the MDRDS. Am J Kidney Dis 1996; 27:652-663 2. 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