Muhammed Yunus
La Grameen Bank nasce nel 1976
Si tratta della prima e più grande banca
etica esistente al mondo, nata con il
compito di prestare soldi solo a chi non
ha mezzi di sussistenza.
I crediti servono a finanziare piccoli
investimenti tesi a migliorare la
situazione socioeconomica delle
famiglie.
Muhammad Yunus
La Grameen Bank (in bengalese significa
banca rurale) è un’idea di Muhammad
Yunus, un musulmano del Bangladesh
di famiglia benestante che dopo gli studi
in economia negli Stati Uniti ritorna al
suo paese nel 1972 per assumere
l’incarico di direttore del Dipartimento di
Economia dell’Università di Chittagong.
Yunus si rende conto
che la povertà non era dovuta a pigrizia o
a scarsa intelligenza ma alla mancanza
di capitale e all’impossibilità di
risparmiare una somma da investire.
In tal modo ogni iniziativa, ogni volontà di
riscatto, ogni progettualità veniva spenta
sul nascere.
A meno di chiedere soldi agli strozzini…
A differenza di una normale banca che è
disposta a concedere prestiti solo a chi
offre garanzia, la Grameen Bank presta
denaro unicamente ai poveri.
La banca pratica il microcredito, ossia
presta piccole somme (anche di soli 25
euro) per sostenere i progetti di sviluppo
e la sussistenza di migliaia di famiglie. I
prestiti hanno un importo medio di
appena 163 euro.
Le garanzie
Per ottenere un prestito non si
richiedono garanzie patrimoniali, ma
personali.
 Il credito viene erogato soltanto a
gruppi, costituiti da un numero di
persone che va da cinque a otto.

 Il denaro viene distribuito a rotazione,
iniziando dal componente del gruppo più
bisognoso; appena questo ha restituito il
prestito si può passare al secondo, e così
via.
La responsabilità del gruppo è
solidale, e questo ha finora
garantito un tasso di
sofferenze inferiore all'1%,
molto più basso di quello
registrato dagli altri istituti di
credito del Bangladesh.
La banca punta sulle donne e sulle loro
capacità imprenditoriali (scelta non facile
in un paese musulmano tradizionalista):
oltre il 90% dei clienti appartiene al
sesso femminile.
 Il cliente utilizza il prestito per acquistare
un bene che possa rendere subito,
come del cotone da filare, una macchina
per tessere, animali da cortile, sementi,
una mucca da mungere.


Il prestito viene poi restituito in piccole
rate settimanali fino a quando la donna
diventa autosufficiente: con il denaro
ricavato dalla vendita del latte o del
tessuto ha pagato il suo debito, è
diventata proprietaria di qualcosa e, se
vuole, può richiedere un altro prestito.
L'esperienza della Grameen Bank
viene guardata con interesse da
molti osservatori internazionali.
Muhammad Yunus ha ottenuto
numerosi e prestigiosi
riconoscimenti internazionali, fra
cui il premio Nobel per la pace
nel 2006.
Vantaggi nel microcredito?
Alla fine del 2009, è stato verificato che i
beneficiari di microcrediti nel mondo non
sono direttamente indeboliti dalla crisi
finanziaria.
 Anzi, hanno il loro business e i rimborsi
sfiorano il 100 per cento.

Il microcredito può venire in aiuto
dei poveri del Nord.
Afferma Yunus in una intervista:
“Abbiamo lanciato, nel gennaio 2008, un
programma di microfinanza nel quartiere di
Queens, a New York, chiamato «Grameen
America» e rivolto ai quei newyorchesi che
sono esclusi dal sistema bancario.
“Vi abbiamo inviato una delle nostre squadre
del Bangladesh, gente che non aveva mai
messo piede negli Stati Uniti. Applicano
esattamente gli stessi metodi dei villaggi
del Bangladesh. E funziona!
“Quando abbiamo lanciato il programma,
alcuni giornalisti ci hanno chiesto: «Ma
perché avete deciso di portare la Grameen
Bank nel cuore di New York?».
“Ho risposto: «Siamo venuti a New York
proprio perché è la capitale mondiale della
banca. Le vostre banche lavorano per il
mondo intero, ma queste rifiutano di
lavorare per quanti vivono all’ombra dei
vostri grattacieli: i poveri che vivono qui
non vi hanno accesso.
“Negli Stati Uniti ci sono milioni di persone
che non possono aprire un conto.
“Siamo qui per dimostrarvi che è possibile,
senza essere sconvolgente, purché lo si
faccia mettendo al centro la persona
umana.
“Oggi la crisi ci offre l’occasione di meditare
su questa ingiustizia; dobbiamo ripensare
le istituzioni bancarie e finanziarie affinché
si aprano a tutti.
I poveri non sono solvibili…
Quando ho cominciato a riflettere sul microcredito, mi
sono posto questa domanda: perché non estendere i
servizi bancari ai poveri cosicché ne possano
approfittare? Mi dicevano: impossibile!
L’unico argomento che avevano era questo: i poveri non
sono solvibili. Allora mi sono chiesto: sta alle banche
decidere se i poveri sono o non sono solvibili, o non
sta piuttosto ai poveri scegliere la banca più adatta a
loro?
L’ironia è che la crisi ha dimostrato che i più poveri, chi
utilizza il microcredito, sono solvibili, eccome! Mentre
chi sembrava solvibile, in particolare i banchieri, alla
fine non lo è affatto.
Il capitalismo
Non bisogna buttare via il capitalismo, ma è
come se in esso ci fosse una voragine che va
colmata.
Il sistema capitalistico è stato sviluppato a metà:
io sto proponendo un’alternativa. Poi sta ad
ognuno decidere dove orientarsi.
Oggi siamo davvero in un momento molto
importante: c’è la crisi del petrolio, abbiamo
avuto per lungo tempo l’aumento dei prezzi dei
cereali, ora il rallentamento dell’economia
mondiale. Tutti fatti che hanno concorso a
creare povertà e sono destinati a complicarsi
nell’immediato futuro.
L’essere umano: è una macchina
per fare soldi?
“Il concetto teorico di business ad esempio è
molto limitato, perché si fonda sul concetto
che l’essere umano è una macchina per fare
soldi.
È come se, quando entra nel mondo degli affari,
l’essere umano si mettesse degli occhiali che
gli permettono di vedere come unico obiettivo
soltanto l’utile, l’utile, l’utile.
Il risultato è che per l’utile si creano molti
problemi alla gente: povertà, malattie, degrado
ambientale.
Oggi serve una leadership, che sappia dare
prospettive nuove al futuro del Pianeta”.
8 marzo 1999
E’ la data in cui Banca Popolare
Etica annunciava la sua
nascita, a Padova.
Oggi ha allargato la sua
presenza a tutto il territorio
nazionale (con una ventina di
filiali).
Finanziamenti per i Terzo settore
E’ nata come istituto per il finanziamento
del Terzo settore ed è oggi la quarta più
grande banca etica al mondo: è ora un
gruppo dove oltre alla banca operano
Etica sgr (unica società di risparmio
gestito in Italia a collocare sul mercato
solo fondi etici) e la Fondazione
culturale responsabilità etica, che porta
le istanze della finanza etica nelle
assemblee delle società quotate.
I numeri
I numeri provano che il modello di una banca etica, che
fa credito sostenibile e non finanza derivata,
funziona:
 30mila soci, attivi e partecipativi, comprese 4.000
persone giuridiche (fra cui 9 Regioni, 40 Province e
300 Comuni), e quasi 20mila correntisti.
 Un capitale sociale di circa 25 milioni di euro e una
raccolta che nel 2008 ha toccato i 550 milioni.
 Finanziamenti erogati, sempre nel 2008, per un
valore di 422 milioni (le sofferenze sono allo 0,35%),
che sono andati a sostenere singoli e organizzazioni
in uno dei quattro settori d’intervento etici individuati
dalla banca: cooperazione sociale, cooperazione
internazionale, ambiente, cultura e società civile.
Ma cosa ha di diverso il modello Banca Etica? Come fa a
crescere anche durante la peggior crisi che si ricordi?
La Banca Etica dà fiducia. Quella fiducia sparita dai
mercati finanziari.
 Dà fiducia offrendo informazioni trasparenti sui
finanziamenti erogati e facendo scegliere a chi
deposita il settore in cui i suoi soldi saranno investiti.
 Dà fiducia scrivendo nello statuto (art. 5) che «il
credito, in tutte le sue forme, è un diritto umano» e
valutando i progetti da finanziare sulla base della
loro valenza sociale e ambientale.
 Come pure dà fiducia stabilendo che «una figura
come il direttore generale non può guadagnare più di
cinque volte quello che guadagna un dipendente».
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