FARE OGGI L’AZIONE CATTOLICA AMBROSIANA Page 1 L’Azione Cattolica non è una sovrastruttura organizzativa, ma è l’adesione ad un vincolo di fraternità, che alimentiamo con un cammino di fede condiviso, incarniamo in un progetto, proteggiamo con uno Statuto, sottoponiamo periodicamente ad una verifica democratica (Alici, 2008) Page 2 L’AZIONE CATTOLICA E’ SOGGETTO CHE AGISCE PER … ART.1. L’Azione Cattolica Italiana è un’Associazione di laici che si impegnano liberamente, in forma comunitaria ed organica ed in diretta collaborazione con la Gerarchia, per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa. Art. 3 richiama tre obiettivi: • la santificazione personale • la testimonianza negli ambienti di vita • la collaborazione alla missione della Chiesa Art 5: …. in relazione con la gerarchia di cui accoglie con aperta disponibilità la guida e le offre con responsabile iniziativa il proprio organico e sistematico contributo per l’unica pastorale della Chiesa. Collabora alla crescita della comunione tra laici, clero e Vescovi ( dallo Statuto di AC) Page 3 Nella Chiesa del Concilio - Popolo di Dio e realtà di comunione (stile di dialogo, ascolto, stima reciproca, ricerca dell’unità, attenzione al territorio) l’Azione Cattolica come associazione che agisce “a guisa di corpo organico” per conseguire il fine apostolico generale della chiesa e realizzare l’unica pastorale del vescovo è sicuramente qualcosa di molto specifico. l’AC è uno stile con il quale edificare la chiesa locale, (lo stile riguarda l’insieme, non una attività particolare possiamo anche dire così: l’AC nella Chiesa corpo di Cristo non è occhio o mano o piede.. ma sistema arterioso e nervoso) una associazione che cura l’insieme, • per la comunione • secondo la nostra storia e vocazione, • mai dedita al solo segmento. Page 4 COMPRENDIAMO L’IMPORTANZA DELLA CHIAMATA IN GIOCO DELL’AC DA PARTE DELL’ARCIVESCOVO, IN RELAZIONE ALLA SUA SPECIFICA VOCAZIONE, PER EDIFICARE UNA CHIESA IN GRANDE TRASFORMAZIONE E BISOGNOSA DI DINAMICHE DI COMUNIONE PER NON CADERE NELLA FRAMMENTAZIONE COSI’ DISSE IL 19 FEBBRAIO SCORSO “Secondo me è arrivato il momento in cui in tutte le nostre parrocchie e nelle nostre comunità pastorali bisogna passare dall’azione cattolica (con la minuscola) che è già in atto e presente in tutte le comunità, tendenzialmente e in libertà, all’ Azione Cattolica (con la maiuscola). In un anno o due dovremmo passare dagli attuali 8300 soci ad almeno 85.000 aderenti …. Page 5 E’ possibile perché l’azione cattolica con la minuscola è già in atto, si tratta di orientarla secondo le indicazioni di chi guida l’Azione Cattolica. Le indicazioni dell’Azione Cattolica dovranno essere molto attente a interpretare questo slancio di base e non rischiare di imporre dall’alto un progetto già chiuso. Questo secondo me sarebbe un passaggio fondamentale: l’Azione Cattolica dovrebbe, in forza di quello che un tempo si chiamava “mandato”, diventare la custode della forma bella dell’unità di tutte le aggregazioni di fedeli di una Chiesa. Io invito tutti a riflettere su questa proposta dell’Arcivescovo e soprattutto invito a riflettere l’Azione Cattolica. Ciò permetterebbe un passaggio dal “gruppettarismo” alla comunità, passaggio che io giudico fondamentale per il cammino della nostra Chiesa. Queste cose volevo dirvi. Questa ultima è più che una provocazione.” Page 6 AC MAIUSCOLA cioè soggetto dentro la pastorale Un primo nodo riguarda il processo di crescente specializzazione di uffici e organismi pastorali, a volte di fatto strutturati nella forma di vere e proprie associazioni; la richiesta di coinvolgimento, in qualche caso solo in fase esecutiva, ci trova – ci deve trovare – sempre disponibili. Ma se questo assorbimento di fatto svuotasse il senso stesso della vita associativa, alterando i ritmi più elementari di partecipazione ad un cammino di crescita e di formazione, inserito in una progettualità più ampia, corrispondente ad una specifica ministerialità non riducibile in ambito intraecclesiale, il servizio stesso alla pastorale ne risulterebbe stravolto, perché non potrebbe essere più attribuito ad un soggetto associativo, che vi porta la specificità del proprio carisma e della propria storia. Page 7 Dell’Azione Cattolica resterebbero alcuni predicati, verrebbe meno il soggetto. Chiediamo ai nostri Pastori di aiutarci a tenere insieme il soggetto associativo ed i suoi predicati pastorali, accanto ad altri predicati (Alici 2008) Page 8 SECONDO IL NOSTRO ARCIVESCOVO ECCO ALCUNI TRATTI DI AC TRE CARATTERISTICHE Primo elemento: L’educazione integrale della persona lungo tutto l’arco della vita Secondo elemento: una speciale collaborazione tra l’apostolato della AC e l’Azione Apostolica dei Vescovi, vissuta da soggetto terzo elemento, cioè, il carisma è la formazione integrale o la spiritualità, questo scopo nell’AC è perseguito secondo il metodo associativo. Cioè, contemplando il dato che persona e comunità sono inscindibili nella vita del cristiano; Page 9 TRE CONSEGUENZE E AUSPICI Che l’AC VIVA integralmente secondo la sua natura Che l’AC svolga il compito e il dono di essere il fattore dell’unità fra tutti i fenomeni aggregativi in atto nelle Chiese Italiane e nella nostra Chiesa in particolare Che l’AC formi fedeli laici che poi si impegnano con tutti gli altri fratelli, secondo il ritmo della vocazione personale, nella edificazione di una vita buona all’interno di questa società plurale. Page 10 SIAMO CHIAMATI A FARE L’AC!!! E’ UN IMPERATIVO DA ASSUMERE CON INTELLIGENZA, DISPONIBILITA’, CON METODO - un’AC soggetto con una sua vita formativa, spirituale, luogo dove si annodano fede e vita - un’AC popolare, visibile, riconoscibile, anima della struttura della vita della Chiesa, capace di rendere il fare ecclesiale aperto, comunionale, missionario - un’AC in relazione mai secondaria con la dimensione ecclesiale, ma capace di nutrire e consolidare “il noi ecclesiale” di chi vive l’associazione, perché diventi a sua volta capace di edificare la Chiesa. Page 11 - un’AC come punto su cui far leva per esercitare dentro e fuori gli ambienti ecclesiali la nostra responsabilità battesimale, soprattutto oggi nel tempo della dispersione, dell’individualismo, per essere insieme capaci di far accadere qualcosa secondo il Vangelo, essere voce profetica, volto che dialoga, mano che si apre - un’AC che non si sceglie il tempo, il Vescovo, il parroco, le situazioni per agire, ma che è pronta con la Chiesa che è data e donata ad agire qui ed ora Page 12 A QUALI CONDIZIONI? • Curare una formazione spirituale esigente.- così disse il Card. Martini dei laici che scelgono l’AC e vivono una dedicazione permanente alla Chiesa: Per servire nei consigli pastorali per un quinquennio può bastare un entusiasmo un po’ prolungato, che di solito dopo qualche tempo si sfoca e diventa noia, disgusto, impazienza. Ma per servire la Chiesa locale, per costruirla in maniera efficace e permanente ci vuole un fondamento formativo molto profondo che vi raccomando fortemente. Anzitutto raccomando la preghiera - liturgica e personale - vissuta in maniera intensa e costante. In secondo luogo vi raccomando molto gli esercizi spirituali, momento formativo fondamentale per un laico che vuole veramente comprendere, come dice San Paolo, «il pensiero di Cristo», la mente di Cristo, per poterla esprimere nella quotidianità. E poi tutto ciò che contribuisce alla formazione personale: la confessione regolare, la direzione spirituale, la meditazione sul Vangelo, la lectio divina. Quindi non si tratta solo di ascoltare delle conferenze o alcuni momenti di catechesi. Se c’è l'impegno personale, c’è il laico formato che sa esprimere le sue scelte, che sa portarsi in maniera giusta nei diversi campi di azione sia nella Chiesa che nella società. Da un laico formato così, nascono poi delle scelte sociali, civili, culturali, politiche, economiche rette e giuste, delle scelte secondo il Vangelo. (Card. C.M.Martini, Febbraio 2002) Page 13 - Cioè curare spiritualmente una formazione che abbia come obiettivo l’unificazione interiore tra laicità ed ecclesialità - coltivare da laici una passione per il territorio e per la gente a partire dalla propria vita quotidiana - essere laici che hanno la disponibilità a camminare con i presbiteri in una situazione di fatica - essere laici convinti in modo pacato e sereno che la cura e la dinamica formativa dell’associazione sono fatti buoni di Vangelo, rigenerano vita di Chiesa a livello pastorale e dentro la dimensione quotidiana Page 14 COME? • INSIEME (da febbraio scorso: lavorare insieme – lavorare con metodo associativo comunionale. équipe) • SUL TERRITORIO (da quanto visto nelle zone ultimo Ac fitness e cartellone fatti di AC – costruendo la Chiesa popolo, chiesa del concilio) • DA ORA (non aspettare) • OFFRENDO COME DONO LA VITA ASSOCIATIVA – INVITARE ALL’ ADESIONE E DISCHIUDERE SPAZI DI PARTECIPAZIONE invitare dunque, con meno remore, ad aderire e offrire luoghi curati di vita associativa, aperta a tutti, attenta alla vita della Chiesa locale, dentro cui stare come soggetti. 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