E AH U EU HA AH UE HA EU START F ISO 9660 E FORNASINI MJCROFILM SERVICE: AH UE HA EU AH U E PROPRIETE EXCLUSIVE DES ARCHIVES HISTORIQUES DE L 'UNION EUROPEENNE. TOUS LES DROITS DE REPRODUCTION ET D'hXPLOITATION LEUR SONT ~5TRICTEMENT RESERVES. HA EU E;'KCLUSIVE PROPERTY OJ? TI-lE H.lSTORICAL ARCHIVES OJ? TI-lE EUROPEAN UNION. ALL THE RIGHTS REGARDING THE USE AND REPRODUCTION OF THESE DOCUMENTS ARE STRICTLY RESERVED. .• ARCHIVES HISTORIQUES DE L'UNION EUROPEENNE AH U *** * * FONDS CODE: AH UE HA EU * * E *** * * PDE-000048 no 000048 DATE: TITLE HA EU DOSSIER: 1966- 1969 : Lotta federalista <6D<6RtJILISUtl BIM E S T RALE PER GLI STATI U N ITI D'EU ROPA ANNO IV- N.1- GENNAIO- FEBBRAIO 1966- UNA COPIA L. 1 0 0 PENSIAMO A NOI mèntre De Gaulle parla a Lilla, non ricevuto dal Sindaco della città, I 1800 Delegati della Convenzione Democratica di J ean Lecanuet si pronunciano per la creazione di una Europa unita dotata di un Parlamento Europeo con poteri effettivi ed eletto con suffragio universale diretto UE dall'w1ità dei rispettivi prograrnmi scolastici, che devo110 essere uniformi in ogni regione d'Europa; impegtrata. la. secot!cla,. a~ tra· verso. r/ corp? dr tutlt glt l"!seg~zc:nt! eur?pet, a rende~e co~clent1 1 gwyanr del~a necess1tà d1 que_sta umone, de.t suo1 pre_SIIJ!P?st~, d!!Ile sue s~ectfìclte finalttà. 1wu: ta e la reczproca conoscenza det popolt attraverso commtitcl federali gradualmettle esteudeudosi ~' 24 Aprile AH L'Europa_, tutti la vogliono ma ambizioni, larociare andare avanti nessuno pzu pensa a farla. Sem- gli altri se in essi c'è più capacità bra. che una co~une fiacchezza e se con essi va avanti l'Europa, abbta preso tu_tlt, ~offocatl dalla senza scostarsi da essi, senza apcappa stesa dat vet1 del Generale parlarsi ma facendo nell'intento De Gaulle... una critica costruttiva senza mai Finita la seconda guerra mon- abbandonare la sedia. diale si pensò che allora 0 mai iù si sarebbe fatta l'Eu o 1 _ L ,azt'one concreta . . . r pa: n P ves~ SI Ignorava che Il nazwn~- l • • • • nallsmo non era affatto morto, Sta E OVVIO chi' constderaztom qua- SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE • GROPPO IV Lecanuet a·R"errna, a con clusione del suo discorso : "JJ' • il «N01• non Siamo • Sta • mo il par u•to deD'Europa)} par,.,l o deU'Amertca, U ~k~~~~ti~e~~~Ukp~~~i~~~k.tero~~IMU~~n~WU~~ ~----------------------------------------~ HA E le vincitrici; anzi esso risorgeva morta se tton si saprà ricavare in prospero e forte. Ma quei tenta- proposito una azione concreta ed tivi e quelle parole valevano per un concreto tentativo di arrivare' sé stesse e avevano la loro ragio- a risultati tangibili sulla strada ne d'essere e la loro utilità. Na- di una progressiva ridu1,ione del sceva ma non si sviluppava il fe· potere assoluto finora tenuto da deralismo europeo di questo do· forze politiche nazionali, contempo guerra. Le idee diffuse ebbero poraneamente ad wt progressh•o qualche realizzazione da parte dei aumento dei poteri politici da tragoverni nazionaU, nonostante es- sferirsi a comunità federali. si fossero mossi esclusivamente Si cominci quittdi col fare "l'inda interessi particolaristici. Ci fu ventarto" di tutte le forze federala CECA, la CED, la CEE. Grazie liste agenti sulle scene europee, a que_ste i"!iziat~ve si avvertì, co- dai ~!ù v_asti organismi economici Nelle Comunità continua la vi- sorse proprie della Comunità ed tribuite gradualmente alla Comu- mesi e mesi. Umiliato, ma non me drc~ V reo, l Eurol?a. D_a tutte al_ pttt ptccolo gmppo age~te . nel ta asfittica determinatasi dopo in particolare . con entrate prove- nità a partire dal 1° luglio 196.7 , troppo, dalle elezioni francesi, avle part_z furono organrzzat1 stages p1ù sperduto ce1tlrO provmcrale, la crisi del 30 giugno scorso, vo- nienti dalla tarif'fu doganale co- cioè dal giorno dell'istaurazione venute quasi sul tema dell'Euro~ corsr 1!-el tentativo di costituire ovviamente dando c redito solo a Iuta da De Gaulle. Ormai l'eufo- mune dopo la definitiva istaura- dell'unione do~anale. Il controllo pa, si è lasciato rabbonire dai r quadn europei. Non fu opera quei gruppi che negli anni passati ria e le speranze che precedette- zione di quest'ultima. A tal ri- su tale bilanCio sarebbe spettato cinque, ha accettato dri inviare vana anche se un po' illusoria. La ron i fatti e non co11 le parolt rç> la cri~i sono ~imenticate. An- guardo era la Commissione che al Parlamento e l'art. _203 avreb- nuov~ente. il. ~uo. delegato al propaganda, i congressi le inizia- abbiatw provato il diritto di {re- Zl, non bJsogna ncordarle perché doveva fare le proposte ed essa be dovuto essere modificato con Cons1gho dei MmJstn, a patto che tive, i vari AJCCE, AEDE, CUSE, giarsi del titolo di federalista. quello fu solo un mom~nto di ne ~ropose tre collegate tra lo- il rafforzamento dei poteri d~ ~a ComJJ?issiç>ne si. consulti con Giovane Europa MFE le reali _ . . . . .. smodata baldanza fedcr<;lllsta che ro: 1l nuovo regolamento per la Parlamento stesso. Il nuovo « b1- 1 goverm pnma d1 fare le prozazioni delle co:rzun ·ca' . d"sc z. _SL_ rtumscano q_uest~ vam grup- aveva pr~so.}a Cç>mmissionel Che politi~a agraria . europea, il pro- lan~io europeo."' . avrebt?e avuto po~te, che non si parli più di po. . . . . L_ • 1 1 orsi p1 m una. spec1e d1 assemblea. essa mat p1u OSI fare una cosa gresswo trasfenmento delle en- cos1 le caraltenshche eli un em- ten al Parlamento, che si faccia deglt uommL polLtLC~ ec~. hanno generale nella quale ciascuno il- del genere, che mai più osi ur- trate derivanti dalla tariffa do- brionale bilancio federale: difatti tutto il bene della Francia in carocreato_ una c~rta. _srtuazr~me ttet lustri le proprie possibilità, i pro- tare i nervi dell'Uomo Grande! ganale comune e l'attribuzione al i diritti doganali dell'unione rap- po agricolo. popoli,. una sztuaz1one d1 attesa, pri mezzi le proprie intenzioni. Ma a noi piace ricordare, pro- Parlamento del controllo sui bi- presentarono le prime risorse del per cu1 anche esse, le masse, ora . ' . prio ora che si cerca di farcelo lanci delle Comunità. A partire potere federale iniziale negli Stati P 10 '' • "avvertono" l'Europa. SI elegga w~ centro coo;dmato- dimenticare, ciò che la Commis- dal 1972 la Comunità avrebbe po- •Uniti e nella Germani-a di Biseparati TI lavoro orizzontale ormai è re. elle, pur ~lspella~t~o. 1~utono- sione proponeva. tuto elisporre eli un bilancio au- sroark. di rim fatto anche se non compiuto Ora mta mrzzatlve, "!e L'Art. 201 del trattato di Roma tonomo, le entrate provenienti dai Tutto questo dava fastidio al P a biso' a cominciare a ensa;e ad coordmi l'atttv1tà secondo ~n p1a- pr:eve~e la_ S<?Stitu.zione. dei COf!· prelievi delle importazioni agri- ~nerale. Egli pest~ i piedi~ si in- A queste condizioni i Sei riun !~oro verticale. Qtf'este aspec- 110 gene~ale nel qua~e ctas~uno tnbutl de1 smgoh stati con n- cole avrebbero dovuto essere at- dJgnò e ha tenuto 1l bronciO per siedono finalmente uno accanto 4 tative diffuse, questa vaga ideali- oossa agire nel prop;w am~~~~te ~'altro, ma tra loro più lontani tà europea, tutte le innumerevoli proprre J?OSstbLlLtà E A JZZ&&ililiD& n di prima. C'è da che . . . va- certo dz az1om, tutte m1rant1 elissoc1are dal Generale, iniziative disperse devono tro m unaz!one_m'!uadrata lf! un ad francese, chee ne1 cmr~ èunaun~oncret_ Lzzaz_lone ver~lca!e, Ult t unico l't. corpo, la conquista del que, non venga mai meno la fede cw organrzzazrolte umtarra, . E nell'avvenire dell'Europa che re. . . . alle , a~cent ra ta, .d emoc;atrca ed e ffi1- po ere po t 1co m • uropa. • • ststano senza assop1rs1 dure ctente; al d1 fttort e contro, ma . ~n tal mo~o SI ev1ter~nn~ _m~· prove a cui sono sottoposti dalgli attuali t 1T1 d_annose npet!zzom, O• l'atmosfera che agrava t t sovram. Organizzare attcoraStase- sforzt effettuati a vuoto, st usu, nell'ambientestagnante comunitario, caurninari, in~o11tri, raccolte di firme fruir~ d~Tia prezio~~ ,espe~ienza sa del Generale. può conttt_1uare ad essere utile, altrt~t e ctasc~na_a~trvtta sara spalLa Commissione unica che ora ma attenziOne a non stancare le l~.e~t.ata dal/ attrvttà del gruppo Pubbl' bi d ib u11a • d Il' · si dovrebbe varare non dà ecces8 masse; . votare; firmare è un po' ILmttrofo e da questa completata. IC amo ue contr uti « vexata quaestlO » e aztosive speranze: finora ogni passo come gmocare, un giuocare a vuo- Si potranno in tal modo indine concreta che devono svolgere i federalisti per fare l'Europa avanti nella struttura giuridica to e q11esto stanca, irrita, fa sen- viduare le "zone morte" i "frondelle Comunità ha sempre costituiquelli prendono li scoperti" e si nuovaciali che li anima, sentono una paSS? :Z zratL_ve, orma1 elle mente chiamare a raccolta i fedeaffinità « naturale » verso le forze trattati. VIen da 11 1 nschzano, m futuro, dt lasciare il ralisti dei centri europei per so di PIETRO MARRAS d "eh . eh derst se Jl Generale pntempo che trovano. Ormai le mas- perire a qrteste deficienze P , emocrau e ~ progress1~te . e ma. se stesso o l~ sp1r~to det tratse sanno dell'Europa., la vogliono . . · L attuale situazione politica eu-~ che cosa di altro: club culturale, rappres~tano il fattore dinaiJllco tati: ~r ora vmce 1~ G~nerale 11 pensano, anche se in modo itldi: CL st ben che non_ ropea, che si può riassumere bre- consesso di intellettuali ecc. della società europea, quelle forze ilè suo fedule• • J. . • . ._. . . oramar pw posslbtle appellarst vemente nella crisi delle Comuru. TI « srruooo di oress10ne '· . di cioè che concepiscono rterreno smo, pratico. 3!lcora mesistente s » m.. sinistra · ,. . . ENT.Jl la stasi nelle Comunità O NON ENTRA HA EU AH UE L'INGHILTERRA NEL M. E.().? ~elle S!n~ole ~ se~on~o l~ s~lo parz~almente, tir~ ~~n~e'!ti t~lz ~on- AGIRE c~mtrastr, _c11~ r~petute, potran~o ~ r_en~~ FEDERALISTI AL BIVIO ~~nto n~l ~polo augurar~i bi~O&!la o CONTINUARE A PREGARE I fedei·alisti e il partito to.~ me~o spJr~to d~I ~ché in~ietro de~o cbt~ ~~osser~ avve~sa~o, ~ ' mme-~ezr:ron t'tlfflJffmlr."vrlf coordini l'attività secondo un pia- prevede la sostituzione dci con-Jprelievi delle importa:z.ioni agri-~ ~neralc. Egli pcst~ i pJeCli~ si in- A queste condizioni i Sei rigenerale 11el quale ciascuno tributi dei singoli stati con ri- cole avrebbero dovuto essere at- dJgnò e ha tenuto tl bronclo per siedono finalmente uno accanto . . b" all'altro ma tra loro più lontani ~ti"d~n ~a~~p~~~~uaa~~ne 1 pro~wam.~~ ~ ~m~-~~~mmmmMffiWM~DaffimMMWffirnm~m ili pri~a. c~~ wgurn~ ~e zsogna comm~tare a pensare ad un lavoro vertzcale. Queste aspet- 110 ~i:f!{1.~~:i~~~;~~~~;,;§rf ~::~~~t=;i~fft:t~~~~:~ F.E. . . DERALISTI AL BIVIO ~~f,:;i:~f~~bi;~ 1~~ potere polttiCO m_ Eu~opa. . sistano se~ assopirSI aUe dure . ~n tal mo~o St evtter~nnl? _mu_· prove a cw sono sottoposti dalttiL c~mtrastz, ~annose npet~zwm, l'atmosfera stagnante che agrava stor.zt effettuatr a. vuoto, st. usunell'ambiente comunitario, cau1 .... 1 à d 11 sa del Generale. minari, incontri, raccolte di firme rULr. : a prezw~ll: , espe:tenza • può continuare ad asere utile, altr~z e ctasc~na_a~tzvtta sara spalLa Commissione unica che orn ma attenzione a non stancare le leegzata dali atttvttà del gruppo Pubblichiamo due contributi sulla « vexata quaestio >> dell'aziosi dovrebbe varare non dà eccesr . t d t o l tata sive spernnze: finora ogni passo masse; votare; firmare è utt po' mutro 0 e a ques a c mp e · ne concreta ch e devono svolgere i federalisti per fare l'Europa avanti nella struttura giuridica come giuocare, un giuocare a vuo- Si potranno in tal modo indidelle Comunità ha sempre costituito e questo stanca, irrita, fa sen- viduare le "zone morte", i "fronl' ci ali che li anima sentono una to un mezzo passo inilietro deUo tir~ ~~n!ef!ti quelli _eh~ prendono ti scopert_i" e si potranno ':'uova... IS l l l aff . ' l ' l f sp~to d~i trattati. Vien da chietalt tmzrattve, ormat npetute, clte mente cltzamare a raccolta t fedeIJUta «.natura e » verso. e orze ders1 se il Generale affosserà pririschiano, in futuro, di lasciare il ralisti dei centri europei per sopdi PIETRO MARRAS democrattche e progress1ste che ma se stesso o lo spirito dei trattempo che trovano. Ormai le mas· perire a queste deficienze. L'attuale situazione politica eu- che cosa eli altro: club culturale rappresentano il .fattore dinamico tati: ~r ora vince i! G~nerale se sanno dell'Euro p'!, la vogli~mo, Ci si re1tda ben co1tto elle non ropea che si può riassumere bre- consesso eli intellettuali ecc. ' della società europea, quelle forze pel~ché il , suo avve~sa~o, 11 fedepensano anc11e se m modo mdi . .. "b"l ll . ' • . d"1 · · t "oè h · ra 1smo, e ancora mes1stente sul · ' . . . · è oramat P1U possl r e appe arst vemente nella crisi delle ComuniIl « gruppo eli pressione » lll· smts ra Cl c e conceptscono terreno pratico stznto, che sta uttle; et sono, è vel 1 ll . . il "al liti " · 0 d · ·d · · · · a!"cora a popo_o ~u;opeo a e tà cioè crisi delle test degli «eu- fatti non può raccogliere che la progresso soct e e po co c<; ro, _ancora. et re~t u~ 111 CUI sr smgole popoJaz1om m nome del ' . . f d li · d" d . al .1: al be me perfezionamento delle conqu1• • annzda odw e anttpatra verso al- popolo europeo senza presentare roc.mtl », pone l . e era st•l I a eslone « mor e» w qu c dell d . d .l XI X LaburiSti e conservatori t n· popo1·z europez,· ma non st· può tm programma' logico e preciso f ronte alia necesslt · à d ell' aut~n-· 1·dealista, il qu ale però , all>a tto p.m. ste a emocraZta . . e d e d.1 fr ll'E atte~dere che questo fenomer:o che dia ai chiamati una suffi- tica di tutto il lavoro svolto fino tico1 si sente sempre i~gnato ~ sec?lo. Essl, pur _nc_o~oscen onte a uropa 1 valon delle forze di suustra tra- Che sparzsca completamente per agzre ciente JZaram.ia sull'utilità dei load oggi prallicamente sull'unica di più per il partito naziOnale· t · com ·1 · . ' . . . . . ~ eli . li . . pur ropl?o s1a sempre 1·1 Gee ormaz. a m~gg_zoranza vuo1e. ro sforu che non dovranno cadere nota del «gruppo d1 pressiOne »· qumeli non la larga adestone degli ztona preeststenu, non possono nera:le a fare 11 bello o il cattivo J!er _questt restd~z sarà ancora nel vuoto. com'è in parte acca- vale a dire chiedendo che altri fa~ interessi a corto e medio termine però esimersi dal riconoscere che tempo in Europa, quasi come duutzle onzzontale. r s to rZt· vassa1t.· · • t h •'zl dlavoro f " ·Quel · d u t0 ver .e' cessero quello che essi dovevano che rappresentano il connettivo es- 1ll esse, oggt· esis e una con tra ddi- rante· le due · guerre altre. nP "'-rsone, c e c e a are ora <> costrtutre 1 a . "l!randi" dell'Eu opa l"1 zione fo da la q al · te lo SI è VJsto anche ultimamente una grande e forte organizzazio- H llvt r.t C L rt M' g fare, ed essi soltanto senziale per la costituzione di ogni l f pro chn '· al u. e c_onslSali nella riunione dell'UEO 11 16 marf li . d d" ne atto e :~ v on uruvers d l" ha' r . , a s em, aron, ecaneu • are ne f ed era l ~sta ~uropea. Non c è e tanti altri che hanno dato ù1 Oggi i fedeoolisti europei devo- orza po t1ca egna 1 que.sta pa- d . . Z<?, quan ~ eg 1 stesso atto ca. . da perderst a drscutere se è bene d" tt h f rola Da questa premessa eliscende a esse propugnati sono stati rea- p1re che lmgresso della Gran Bre1 no convmcersl c e una orza po- h . . f d alis . o male che De Gaulle oca dalla p~ssato prove t a ac~amento agli . lizzati imperfettamente accettan- tagna nel MEC è orn desiderabile. Vl· d0 esse il quadro nazionale ' Nato 0 a lamentarsi che Moro l'tdea .europea• ascoltmo questo liu· ca nasce e SI. afferma soltan to c e l de er ti, . se vo . ono . la o· , 1 ques.to c 'è da raIlegrars1. ma nor:z 'abbia fatto soddisfacenti di- suggemnent~. . . . nella misura in ~ essa agisce vere, . evono. ~pegnarsi m un~ divisione degli uomini in stati' na- e. l'Ingbdt_er:ra ora a~ esse~e. scetchrarazioni a favore dell'Europa Non lascmo che glt svartatt come «forza politica», e non batta_g~a poliuca con~e.ta, essJ zionali sovrani . eli h I ~ca. Il mlll!stro ~egli ~s~en mgleed è necessario smettere di pre- frammenti del federalismo euro- come circolo culturale e. _a oli- stess- rcando nella politica euro. . e ~ ~ e so o SI ha detto _eh~. pnma. d1 mtraprenil peo sparsi nei vari angoli d'Eu- . .• P pea l~estioni che affrontate nd una parte de1 valon umaru da loro dere oe~oz1ati formali, occo_rre ap• . . gare governo. • . d" ttco; che una forza pohnca ha la dr . nal affermati cioè i rapporti all'inter- prof?nilire la loro preparaziOne m Pensiamo a noi Anche questi ropa, St zsso 1vano o gzrmo a possibilità di vivere unicamente se qua o naz.to e, 1o sopravvanzad ll ' S . .t: ___ . manJera da garantirne in parten. . . ma cer- vuoto. .J:_ . problemr. sono tmportantz accetta la funzione sua propria lo DO l argamen te. lO vuol uue stru t . no de o . tato . . ' SianO reC:U.J.ZZati za l"l successo. Il « Guard"tan,. scntamente secondari rispetto ad al- Tutto non è ancora perduto. Ma . .oè d" b . ' . turarsi in partito. secon o gm_snzJa,_ mentre toller~~ veva che. esiste il pericol<?. che De tri più importanti di essi, come tutto può esserlo se non ci si muo ~mpeg~o Cl . 1. atterSI a tutti Ma se la necessità eli un par- c~e la. ragton c:li stlato org~ Gaulle sta favorevole all mgresso quello di riuscire a rapresentare ve presto e bene. 1 livelli (e qumdi anche e soprat- . fed ali eli dim . . gli altn rapporti, anche con l'un- de~a Gran B~tagoa soltan,to per· . . . . . . tutto a quello elettorale) in nome ttto er sta, ens1ont so- . d ll f . J che spera di farsene un a•lleata una forza. e not federaltstt non In attesa dt questa asszse gene. .. pranazionali europee che faccia piego e a orza, se necessarro. I contro il federalismo Anche da con~eremo nulla se continueren~o rale delle fo rze federaliste euro- prop_r~o, per. modlftcare, co~e es- della Feder~zione eu;o a il suo mito della nazione ha fatto sl che, parte dei conservatorj si fa noa gwcare con le cose secondarre, pee, si prosegua intanto con la sa r1ttene gtusto e necessano, le f d l ~ . ad esempio i socialisti non si op- tare che si è ancora nel campo a p resumere di noi _st.essi gi~di- necessaria energia la _diffusione strutture della società e del po- ~copo on amer;tta e e e ~glsca ponessero (e pure .avevano un'in- d~lle dichiarazio~i di pr!ncipiç ~ cando a destra ~ a smrstra. Btso- orizzontale del federalrsmo, ten- tere. In -altre parole se agisce co- m nome ,propno t>t:r or~~lZ~are temazionale) a d · "li SI teme che gh schemt goll!S~l gna smettere dt fare le mosche tando contemporaneamente di me <<partito». le. volonta sparse eli unif1caz1one . E . ,ue ~er~e ovt non ven~ano aff~tto abb~ndonati: cocchiere, _d i essere soddisfatti nel promuovere, ciascuno nei limiti . . . det popoli d'Europa, è imposto 10 urop~ tra il 1 ;4 e Jl 4?· . ~ntanto 1!1 Ingbilter~a ~l è, stati nostro antmo soltanto percl1é le delle sue possibilità, la costruzioSe mvece questa forza poltttca dalla realtà politica stessa dobbia- Il partito federalista dovra qum- lm~~atl con le eleztom e l Eu ro"' 1 · · · drealog_ru· suo t·md - mo chiederci come deve' nascere di 0 r gafD1Zzarelis1. · · m. · ~ odo auton~:no pagna pa e diventata un Wilson tema della cameAbebvate nd~ffdt. quell e "f?nd amden taf" dper 1'! pretend e d" 1 rmv1a elettorale. avrebbe n?st re ,"d eda r~tà s'?no z!''~ d L q_ue 11e et .n~zzonll: tstt. . an- 1 usrone vertzca1e e1. ~ era1,. pegno concreto a tn, restan o questo partito federalista. come .o~a . s~stra, con un- preferito ignorare tale problema; ~oma:rzo le c;ttt~he dtstr~tttve tra smo c~e ?ton T!uò commctare se chiusa nella situazione di attesa I nfatti come i federalisti nella pegno trrmunetabile della soprana- Heath, che iliresse la delegazione 1 ~an or~;amsmz, le astw~e pole- non dar. gwvam ~ ~all~ s~uole eu_· (l'attesa della crisi decisiva che 1 'h zionalità, e non cercando un'altra bri~~ca durante .i negoziati poi . mzche; bzsogna superare t perso- ropee; tmpegnatt 1 pnmt ad est. . . . ' oro tormentata es1stenza, anno 1 al f . fall1h con una ilichiarazione eli 1 nalismi e rinunciare alle propriegere con i fatti la propria unità tu.m f~eoolisu hanno ben cono- sempre voluto riaffermare il prin- vota, sodt.to tr:t orma, la _VIa ~el fede ~eU'avvenire dell'Europa Uni1 sctuto), 1ll altre parole nella « pre- cipio che essi non vogliono una gruppo. pressJ~ne, magan all'm- ta, ha posto in risalto il troppo ,----------------------------.1politica», da cui si propone di «Europa qualunque», ma della temo~ un parti~o nazionale spe- cauto atteggiamento ~ove~ativo. saltar fuori già tutta ared Eur& unita Sl· sono preoccupati. rando ~a. ora che hanno ~rnto 1 labu. • . Co eli «europeiZZarlo». , . . nstl, ohe ne sarà dell'mgresso delagguemta, come Minerva a tesemdi descrivere circonstazia. ntrastera, anzt, 1ll una certa l'Inghilterra nel MEC? Già altre IN 4a PAGINA sta eli Giov~, allora essa o non avr~ tamente la configurazione giuridi- ~s~r~ alle stesse forze. ~li~c?e volte però, ~ capi~to che govef!U la forza eli nascere, o non potra ca e politica, così essi non possono eli sliUstra la loro capaota eli 10- conservaton ~bbtano ~at~o CJÒ vivere (e per vivere non intendia- accontentarsi eli un «partito qua- terpretare, esse sole, la volontà che yolevano 1. ~rogre~SIS~l e ~o rno il trascinarsi per anni, decenni, lunque ». Così essi non accettereb- della società europea. ~~~ t:~ees~!~~r~ue c e vo etra discussioni, mozioni, preghie- bero mai, se veramente sono fedeSchierarsi a sinistra per i fede- Ma quand'anche entrasse l'Inre troppo spesso rivolte ralisci, un partito di destra. ralisti significa pertanto riprendere ghilterra, non c'è speranza per la con timidezza e complesso di inI federalisti per la loro intrin- quei valori che le forze di sinistra Europa se non se ne va D.e Gaulle · f · ·tà ·· · · d" · ' · . . · li h _,"-· e se non sorge forte, nspettata m enon . a parttt1 o uoiDilll 1 80: s:ca .e~tgenza di democrazta e eli naztona anno re~ato un~r- ed efficiente una organizzazione verno); m altre parole non sara gmsttzJa, e per la stessa volontà fettamente, assumerli m propr1o, federalista a livello europeo. ·----------------------------.!1neppure forza politica, sarà qual- di rinnovamento delle strutture so(cofltinua a pag. 2) Ciro Burlone accentrata, democratica ed effi· ciente; al di fuori e contro, ma S?lo parz~almente! gli attuali Stat sovram. Orgam ....are ancora se- AGIRE e d era•• t • e •1 part •t o UE J o CONTINUARE A PREGARE ? c·· HA EU AH UE HA E U AH ° Ancora sui p r ofughi di Zirndorf: Ci risponde il Ministro degli Interni BAVARESE 1 !,~.~.~RA~o~~;~mwll~-~ ~.~~~.~0~ LA ll di CIRO BURLONE tt li . cra~ico a determinare la P0 ttca naztonale. 4) Giacché lo stato che si vuole fondare ha estensione europea , . h l' . · e necessarto c e orgaruzzaz10oe sia a livello europeo. Essa deve HA L'argomet;>-to del P~rtito Fe~~ralista susctta polem1che. ChtttBatelli si è bbcupato d~i questo pro ema ~ e _a trle recenternente che 1l partitO è a ma1 · inf til d 1 f d li ama . an e e. e era smo. EU Oraanizzazione e non partito federalista UESTIONE EUROPEA de }}' A IDh aSCia • t ore p Ie • t ro Quarom• • JJ P art e UE Ed ora alcune considerazioni mente positivo della politica eu- sto l'unica possibilità che riman· ali aru· ga e' que11a di creare un 'E uropa sul ~~ato fra neo-te desco. Q ual'è ropea, e per questo gli 1t .11 p o di vtsta . dell'I talia ·m hanno acco1to con f avore l'accor- ..UIUDCata _:c. con 1·1 consenso d.1 tuttt,· . :> N . . ali · · d 1 d d ll'El' d. · · · 1 mento. o,t tt aru stamho el o .fie . tseof, coGme att~ t Fnap- LO cut bnbe~sunl popo o e .nessunlo parere che l Europa - an c e ne pact caZlone ra ermama e ran- stato a ta a supremaZia e a di ,. · · · T · 1 d bb · 1 à li · · · senso un m tesa vaga tra 1 sm- eta. uttavta ta e accor o avre e cut vo ont po ttca st espnma goli stati sia inconcepibile potuto presentare anche un altro attraverso un libero compromesso senza la riconciliazione franco-te- elemento, cioè l'idea che gli altri che condlii le diverse tendenze e desca. E' vero che i contrasti nel- Paesi potessero incamminarsi sul- i diversi interessi di tutti gli stati la politica europea del secolo scor- la scia dell'accordo tra Germania membri. E' una strada verso la · t ra 1e po tenze CIO · è pm ·' umta . , senz'altro d'n::: so erano d t. tutt•a1tra natura, ma e F rancJa, nncile, ma e' più o meno tutti vertevano sulla forti dell'Europa. proprio quello che volevamo e inimicizia tra Franci Ge ·mania h bb. d. al. L bili. , a ed Il r . . L "Diffi '] tr d ~1e a Jalmo tenta~o ~. re tzzar~. a responsa ta e a prtma a Cl e s a a n a se, a contrarto, nconoscesst~erra ~o~~ale è stata attr~buita dell' Unificazione Europea " mo in questa Europa ~a prevale~m partt pm o meno ugualt alle T . li . . . . za di uno o anche dt due stati, diverse ~ott;mze eur~pee, ma senuttt umtart . t al caso avremm.o a che fare l f g statt A eh l Fsono . nati il m za dubbto 1 rapporti franco-tede- c<;>~ a o~a. n e . a . ran,cta, con un concetto dt Europa del schi hanno costituito il perno fa- ptu èveccbto .stato urutarodto d Euro- tutto diverso, che noi respingiatale di tutta la politica europea. pa, sorta tn questo m o. mo. E' invece inequivocabile che la Se Simon de Monfort avesse Naturalmente anche ai tempi . deUa perso la battaglia di M uret, sa- di Schuman si era pensato che la responsabili. ta, per lo scoppto secon. guerra mondiale ricada rebbe stato certo fondato un re- Francia avrebbe avuto una qual. pt linea s u11 e spalJ e de lla gn0 d'Aqw·tarua · oppure - per- che funzJOne . di gw·da: ·m un cerm Germania e dell'Italia. Se la ri- ché no? - un regno di Burgun- to senso era naturale: la Germaili. · f d f d. L' · à d'I li è di · · · eone aziOne. ranco-te ~sca li?~se alta. untt l ~a da l nata senMza nia, per l verst motlvt, non po1 avvenuta prtma, 1a stona po uca tro per vo ontà e popo o. a teva asso utamente essere presa dell'intera Europa avrebbe avuto senza quel poco di forza dell'ar- in considerazione e dell'Italia non · 1 un a1tro corso. mata ptemontcse sarebbe stata era neppure 1·1 caso di parare. Da qua:ndo ebbe inizio la poli- realizzata? Ma una cosa è la funzione di tica europea si riconobbe che una Sarebbe stato conforme alla lo- guida riconosciuta volontariamenriconciliazione franco - tedesca gica che l'unità europea fosse sor- te dagli a)tri partners, un'altra è schietta e duratura sarebbe stata ta a seguito di una vittoria tede- volerla imporre. la base di questa politica. Ed io sca nel 19r4: Guglielmo II avreb• ritengo che noi tutti - e non be a suo modo unificato l'Europa, L'equtvoco del trattato solo i tedeschi ed i francesi - e lo stesso avrebbe fatto Hitler. franco· tedesco abbiano lavorato a questo scopo. Ma gli europei hanno respinto Un secondo punto: il trattato E' questo l'unico risultato vera- un'Europa del genere. Per que- franco-tedesco si basa su un equivoco I francesi intendevano una cosa. ed i tedeschi un'altra. Può darsi che a suo tempo Aden~uer fosse d'accordo sulla concez10ne AH AH UE 1 g) « Et ceterum censeo » che il federalismo debba avere 1· suoi rappresentanti nei vari parlame:ni nazionali Occorrono dei de utati federalis~i e solo federalisti ~ non de·1 repubblicani o dei democ ·. . d . libe ' al. . . n_ sttaru o et r r~hé l o socta1tstt anch~ federalisti uestì tr"nno esser1o s'opelo per -q evpo-ol ....... adesione L'unico modo r potera comanda~e ed ottenere 1·nvece di ' pregare soltanto, è di andare in Parlamento . · ) Molti stati non vogliono 9 federarsi con altri stati perché questi ultimi sarebbero poveri e arretrati. Se nei primi ci fossero i federalisti ciò non avverebbe perché i federalisti amano i fratelli poveri e in dò amano sè stessi più che i nazionalisti non facciano per lor medesimi. U a bemmo. 7) Un'altra osservazione può riguardare la difficoltà che un'eventuale organizzazione federalista inbb ll 1 clio?tre~e e ne ? s~o gel.re ut n~ po-s· uca mterna at smgo s au. . 1 , . d h t 1l~li ttca puo dnsponbbe ere. .c .e a non ovre mtzta1menf essere altro che quella estera cioè quella f d 1 S 'd .d e era e. e occorresse ec1 ere su . . . . . r1 . questtont ~ntc.r?e atf dngl. stau, U~~bor~anlzzaztone e . era lSta pottel e ar 0 ~on mag~wr co.n~apeV? ezz.a - ~tspetto at parmt nda: zwna11 10 quanto capace d Il . . f d 1 tenler dconto e a sttuabzbtoned. e era e, otata come sare e l una mentalità a dimensione europea. HA E difenderli ed applicarli con netta r~t,tamente, dove e qu~d? appa: intransigenza. ~~r~ 0PJ?Or~o, .~e ele:~om a tutti Il programma del partito quindi 1 lt~.elli. Q.u 1 ~stede ltmportanza è la difesa della democrazia a ru.t~ dell.tdea di chi. propugna. la nei livelli politici dalle comuruta cessttà del parttto federalista. s· può obt.ettare che anche i fe.erazione 'e la lotta contro alla fed ' 1 . reguru·· dittatoriali in Europa (e de alt· su· una volta impegnati nell . r . programmaziOne eu- 1 lotta, er L.l potere f'n'""nno nel mondo) , . a p , ............. ropea e maggiore dife~a degli m- per tradire i loro ideali, divenenteressi popolad europet deceotM- do prt·g1·onier1· di quel potere << na. ' . zione dei poteri e delle autonomte zionale » che essi vogliono distrug locali Inoltre i federalisti coscien- gere Ma si deve considerare eh~ ti eh~ la proliferazione delle armi j) p~tere non si distrugge da solo po~ atomiche come la corsa agli arma- e che soltanto chi detiene menti co~venzionali possono con- tere può abbatterlo per ricostruire . . generalizzatt • . . ch e su queste rovine un altro potere durre a conflitti orteranno alla distruzione della Inoltre i federalisti nella loro lott~ P ili. . f . . d civiltà, . sdt llarannlo ,mtepreltl ed. politica saranno decisi nel r ut~asserton e a vo onta popo are 1 re sistematicamente ogni appoggto distensione interna~onale_ e d~l a qualsiasi politica nazionale che disarmo nucleare sta pnma sta non accetti la pregiudi;!iale della · Il federazJOne · europea. dopo la Fe d erazton~ europea. programma del partito deve pre. l . . d vedere inoltre un serio impegno l P_ert~to . a Jfardec~pazto}t di aiuti ai paesi in fase di svi- e eztoru nadzton ' &tsa a ve.to un parbtt 0 luppo attuato in modo da favorire europeo, a. parte ' . . . .l strutturato ngorosamente su ase l'industnalizzaztone e 1 progresso . l f d sociale di queste popolazioni, sul- slioprandia.:mona e,. ?n at:a su w;ta po-t . uca tntranstgen . , di una cooperaZione loppostztone al , l ta alla fede-e la b ase ctoe libera e volontaria. e ~u 11a e ta asso u ol . n.if·tca . · f d r t' b razwne europea non s o s1g Con 1.1 pa ~uto, ~ e era tds .1 a · rifiuto della struttura nazionale, il a b an donano atteggtamento 1 pregare, spesso, troppo spesso, ina- ~a rapprefsen~a dso10 f~ezalmzo vte· · ests · tent1; · hdo per d ar ,_ l mtenl ere tn en scol tatl. gli al tn. partltu 00 sono essi stessi che vogliono esi- t.a voce e popo o eu~op . stere, che vogliono avere uno struPletro Marras Ciro Burlone PROPOSTE PER L'AZIONE FEDERALISTA Il b • t MFE M t D ~ar;cc:~~~:~. &~~~~~c~~~~ :v~~evi~~n~e::à~:r~~~ic!en;,~! tJO a Of8ZIODe ra . . . e OVImen OnDrop eo o~~~~n~ a:il~a~:~ili~/e~~:~~~ blema, ma dopo 1 pnmt tentatlvt . . CLN . Itali l'FLN . 1D cade, 1e diff.ICO l t à pra- .esempto Al .1 N ·a o gliono l ' entustasmo ttche sono enormi e poiché non m gerta, ecc. on .st vo . . . . ' . T . fare rivoluzioni sangumose ma st St r,t.esce, ~~ . :rov~ gtus~l tc~tone deve riuscire ad esercitare una cer. . .d . he pacifica nelllmposstbihtà tdeologtca: d federalismo non può essere ideolo- ta tnttmt a~tone d · un partito perché non può Deve crearsi ~ma orza ta .e a avei di g. a . . . re rilievo e Lmportanza m campo ,. tmpegnars1 m campo econom:c~, . come se co_sl ~a~e~1do. fosse ttrl- mternaztona1e. . . d spettoso det dH•tttt dt qualcuno. ) U . . . f 5 na ta1e. or~zaz~one eCerch~a~o q~t dt ar'e alcune ve essere orgaruzzazwne di massa. osservazlOnt al nguardo. «Lotta Federalista» che si fa so· ice di un fede;alismo di ba, . . dal . 1 ) A qualcuno l'espressione di sterurr "partito" può non piacere a cau- se, non puo esLmeJJSl rtcercare di t tt' f h i mezzi per far scendere il fede~ sa una cera ca tva a~a c e ralismo dal suo fragile piedistallo ha questo nome. Forse sara anche . b . , rso giustificata questa impressione, ma teonco verso 1a ase, ctoed ve bL!---- _____ - LL: _ •• :_: _____ : 1c masse. 1n questo senso ovre te sl f1 t# francese dd trattato, ma non lo ma ha inserito un preambolo conte. . . . . . . . nente l'interpretazione tedesca. Nella . .prospetttva dt rmno- Corte e de1 tnbuoalt federali, al- e coordmare - oltre che, prima D Ga 11 l che l'accordo vale attJVJtà (ederaliste, può ac- l'organico delle varie istituzioni: di tutto, moltiplicare. •E anche e u e vo.eva l quistare U!J senso la rip~esa di una un co~piuto _e imponente "cor- qui una sola condizione: i corsi segnasse un prLmO passo verso a collaboraziOne tra Mov1mento Fc- pus» di leggJ e di istituti che- in genere settimanali - do- sua Europa europea, sottratta aldcralista e Movimento Europeo. non si può improvvisare, e che vrebbero chiudersi con una !ezio- l'influenza americana ed invece ~econdo !Jn!l giusta . intuizion!! tuttavia nessuno studi~ sul. s,erio; ne su «L'organizzazione della l~t- l G · 1 'ga antire la de1 foderahstt francest e bolg1, b) elaborare le dLret tnc1 es- la popolare per l'Europa" (c1ò a ermama V? eva . r . che Raymond Riffiet ha !l suo senziali della politica pi fondo che oggi non avviene nemmeno Alleanza Atlantica ed l ~uot stre~tempo efficacemcnt:c teonzlJata, della Federazione europea, n~ll~ per i corsi del C.Ip.E.t) da affi- ti rapporti con l'Amenca. Il nun secondo essenz~ale elemento tre o quattro matene essenztah dare a persona destgnata dal M. sultato è stato che il trattato che de.H'-attività fedc%1alista,, oltre al di sua competenza: economia F.E. bb d . ·1 ' censimento che deve assicurare il (piano europeo e politica di lavo- Si tratta, com'è chiaro, di avre e . ovuto se.g~are 1 ~oronarayonnement della linea politica ro europea), politica estera (qua- un programma a lungo respiro, mento dt una polittca plunennale federalista e. ~·affermazione della le è la posizione della «grande da realizzare per gradi. E si trat- di riappaoificazione tra Germania sua forza pohttca, è costituita dal- potenza" Europea rispetto ai va· ta di un programma al quale do- e Francia non ha evidentemente l'azione del «Fronte Democratico ri problemi e ai vari Paesi del vrebbero esser chiamati a colla- . li ' . . . d Europeç> », in cui i~ ~ovimento mondo?). _d;ifesa (come e verso borare non solo tutte le organiz- mtg .orato 1 rapport'l tra 1 ue Federahsta. deve costllUJre al tem- che ob1et~v1 organizzare le forze zazioni più o meno europeiste o Paesi. po stesso ti nucleo centrale e la armate d1 questa grande poten- federaliste (dai Comuni d'Europa E' opinione molto diffusa che P.unt~ avanzata. ~i tutta una. se- za?), p~li.tic!l in~erna (Costituzio- aU'Associazione europea degli In- la diplomazia cioè la politica ne d1 forze poht1che, ecooonuche ne. partitt, libertà e raooresentan- se1znanti. a Giovane Eurooa. alle . . voco. francesi intendevano una Giacché lo stato che si vuocosa. ed i tedeschi un'altra. Può 4) h . dars1 che a suo tempo Adenauer le fondare a estenswne europea d ull · . h l' . . fosse d'accor o s a conceztone !ia francaffese l tratt ato, ma ndon lo li . tteri di tutti era atto l par1amento te esco. ~v~~vi!en~~ei~Stlit~=f~nali come per U hln ~ccas~one della r.atibo'fila questo , 1 1 . 1. CLN · !tali 0 l'FLN a msemo un pream o conte~semplO . LN ~ r nente l'interpretazione tedesca. tn Algena, _ec~. on .s' vog ton~ Nella . prospettiva. di r:inno- Corte ~ dei tribuna!i f~d~ral!, ~1- e. coordinare --:- ~llre che, prima D Gaulle voleva che l'accordo ~c . . ' . . . . fare rivoluzJOm sangumose ma s1 vate att1v1tà federahste, puo ac- J'orgaruco delle vane IstttuztOm: d1 tutto, moltiplicare. •E anche e . SI rtesce, SI trova gmstificazlone d · · e ad esercitare una cer- quistare un senso la ripresa di unaJun compiuto e imponente « cor- qui una sola condizione: i corsi segnasse un pruno passo verso la h adìca collaborazione tra Movimento Fe- pus» di leggi e di istituti che- in genere settimanali do- sua Europa europea, sottratta alnell'impossibilità ideologica: il fe- c~e ~~u~~lr. deralismo non può essere ideolo- ta mttnu a~Jone re e 5 pd l . deralista e MoviJ?Cnlo . Ew;opeo. non s} può improvv~sare, c c_he vrebbero cbiud~rsì <?On una lezio- l'influenza americana, ed invece . d' rtito perché non può Deve crearsi una orza ta _e a ave- ~econdo ~ g1usta . mtutzton7 tutLav1a nessuno studi';\ sul. s~no; ne su « L'organazazJOne della l~t- l G ania voleva garantire la ?1a 1 un .P~ . re rilievo e importanza 1n campo dei federalisti francest e belgt, b) elaborare le direttnct es- ta popolare per l'Europa» (ciò a erm . . . 1mpegnars1 m campo econoiDlcO, . · l che Raymond Rifflet ha a suo senziali della politica ,di fondo che oggi non avviene nemmeno AUeanza Atlanuca ed l suoi stretcome se cosl facendo fosse irri- •nternazlOna e. tempo efficacemente teoriz:!Jata, della Federazione europea, nelle per i corsi del C.I.F.E.!) da affi- ti rapporti con l'America. Il rispettoso dei diritti di qualcuno. U l . . d un secondo essenziale elemento tre o quattro materie essenziali dare a persona designata dal M. sultato è stato che il trattato che . . . l 5) na ta e org~zzaz~one e- deJJ'oattività federelista,, oltre al di sua competenza: economia F.E. bb d nate il co;on.aCerchtamo qu1 dt fare a cune ve essere organizzaztone di massa. censimento che deve assicurare il (piano europeo e politica di lavo- Si tratta, com'è chiaro, di avre e . ovuto se_g_ . osservazioni al riguardo. « Lotta Federalista» che si fa so- rayonnernent della linea politica ro europea), politica estera (qua- un programma a lungo respiro, mento di una polittca plurtenna~e · · di un fede;alismo di ba- federalista e l'affermazione della le è la posizione della " grande da realizzare per gradi. E si trat- di riappacificazione tra Germarua r) A qualcuno l'espressione di sterutnce ò . . dal . sua forza politica, è costituita dal- potenza, Ew·opea rispetto ai va- ta di un programma al quale do- e Francia non ha evidentemente , t'to" ò non piacere a cau- se, no~ pu esunerst r~cercare l'azione del.« Fro~t~ Demo~ratico ri problemi. e ai vari Paesi del vrebbero esser chiamali a col~a- migliora t~ i rapport-i tra i due par_l pu . i mezz1 per far scendere ti fede- Europeo», m cut tl MoVlOlento mondo?), d1fesa (come e verso borare non solo tutte le orgamz. . sa dt una certa camva fama che ralismo.àal suo fragile piedist.allo Federalista deve costituire al tem- che obiettivi organizzare le forze zazioni più o meno europeiste o Pacst. ha questo nome. Forse sarà anche . l b e cioè verso po stesso il nucleo centrale e la armate di questa grande poten- federaliste (dai Comuni d'Europa E' opinione molto diffusa che giustificata questa impressione ma teonco verso a as ' d b punta avanzata di tutta una se- za?), politica interna (Costiluzio- all'Associazione europea degli In- la diplomazia _ cioè la politica . . . ' · le masse. In questo <Senso ovre · rie di forze politiche, economiche ne, partiti, libertà e rappresentan- segnanti, a Giovane Europa, alle . al · t 0 bb' bisogna essere di tet·ttili e cd~St· be farsi sostenitore e propulsore e sindacali non insensibili alle ze politiche e autonomie locali Internazionali europee di partiti estera m ~ener .e --:- consls e soderare quanto CIV or ma- d' · amento negli ambienti istanze europeistiche, ma incapa- nella Società federale). o di sindacati, operai e padrona- prattutto m equtvoct e menzogne. menti noi siamo debitori proprio f tdun ~ili· h, 51. · moto ci da sole di compiere le scelte I federalisti non dovrebbero li, ecc.), ma -anche le Comunità e Una volta un uomo politico inai partiti; essi sono il male minore e er~ tl mcf e cret un d' decisive! di accettare la radicale porre qui altre pregiudiziali .se i Go_verni,_ con.lo s~opo ultimo ~ glese ha definito il diplomatico . d'1 1.1 mezzo migliore per vi- orgaruzzatore, ~rmam~~te 1spo- « ~utazwne, federale, senza. un non que~le che una tale Fondazw- prectso ~·. razwnahzzare, coord1- n gentleman che si invia all'estee qum . • • . sto deciso seno effiCJente, do- sohdo polo esterno capace dt at- ne open partendo dal presuppo- nare e d1ngere a un fine comune u , ,. vere e agtre poltttcamente.. Btso' di autort ' 'tà , cl'·1 mezz·1, capace trarle e costringerle su tali po- sto dell'esistenzad'di un potere po- tutte le somme che oggi si desti-· ro perche menta nellmteresse . . 'ò f . à Lato . . . . f d · fi · p Q · dele' gna perct s atare con smcent . . . fid . H . · stz1om. 1tttco europeo 1 tipo e era1e, nano genencamente a 101 europe1 suo aese. uesta concezrone l'impressione negativa che sempli- d~ !Sptrare. . UCla: ~ VIStO gwva- Ma an_cbe. qJ.!.i si pone un pr~ con compe~enze abbas~anza ~s~e- pitl ? _meno _cultur~li: . sornm~ completamente falsa. n primo docemente può venire da questo 01 federaltstl arumatt da grand~ ~tema d1 pnontà, di." massa cn- s~ per dec1dere su tali punlJ m- non mdJfferentJ, ~pecte m Paes1 vere di un diplomatico è quello fervore che non sapevano a chi ttca "· Solo un Mov1mento forte dipendentemente dalla volontà come la Germama, ma erogate d' . . l f'd . d . l nome. . . h f hé può esser il trascinatore e non dei governi nazionali. disordinatamente, e soprattutto 1 accatuvars1 ' a 1 ucta eg1l artvolge:rsr, c e are, _l?erc eran~ la mosca cocchiera, corr{e inevi 2) Le «Tavole rotonde». Que- senza che mai, dietro eli esse, vi tri. Ciò è la base di una buona 2) Si può rinunciare al nome come ~e~za capo. D1c~vano _che l tal;>ilrnente sarebbe o~gi, ~i un si ste manife~tazioni, che si tengo- sia ~na. «linea_,., un programma politica estera. Ma la fiducia non di partito ma non alla sua sostan- federalisti devono usrue da1 par- mile. fr~nte: ~e !tschJa, nell no un po dovunque a~o . sta.to e un a~10~e tal! da dar loro un scaturisce dalle bugie La politica . · · ·· i chiedevano ciò che condtz•om attuah, dt esser quella brado, hanno una loro tStJlUZJO. vero s1gmficato e un vero _peso . ·. za. se v~glJamo ragglungere 1 no- tttl ma non s ., . insalata russa senza capo né co- nalizzazione, e anche una loro rl- politico - e non, come oggt, un estera estge anche chiarezza, non stn scopt. Sarebbe quantomeno un dovevano fare dopo: Cl? avyeruva da, e soprattutto senza . - ea fe- vista Aes problèmes de l'Euro- valore quasi soltanto « follclorj. la si può costruire sugli equivoci. tradimento se noi non scegliessi- durante una iniziativa d• «GJOv,ane deralista ~ ?i cui de~te . simi~ pe),, ~ l~ par-te economie~. pa- stico "· Il trattato franco- tedesco non mo il mezzo migliore a nostra di- Europa» a Castel Gandolfo. L on. e prev~cltbJle ~sem.pto gh ~tat! t~ l e~cac!a delle. forme, .l1st1tu- ~aie è appunto l? scopo eh~ , h , t . d l . no Fou. · · · · d C · d · di L Generali romaru dc1 « Comum d1 ZJOnabzzazwne e tl coordmamen- aruma, nella loro ncordata atlt- e c e 1 accet aztone e p1a . sposlZIOne o se rmunctassrmo a aron nspon eva a ?01 «. orta Europa"· to, attraverso un inquadramento vità, gli amici di Anversa: con chet, che rappresentava l'equtvaesso per pigrizia o per inettitudi- Federalista» che gli comumcava- Oggi, anche qui, gli obiettivi nella "Fondazione "• dovrebbero l'inconveniente, peraltro, che an- lente francese di un'unione poline. Ci si può servire del termine mo la ripresa del giornale, che devo~o es~er. ~iù modest_i. E fra ess~~e. es.tesi agli altri problemi che per essi talt:: _att_ività è un tica. Ci si accordò di incontrarsi · · , . d' occorreva che i federalisti si unis- questt ob1ett1vt, nella rmnovata pohhct d1 competenza della Fede- surrogato e un alibi nspetto alla l ., al li lit' d' d1. orgamzzaztone: puo ptacere 1 . . collaborazione che si prospetta razione Europea. azione pdlitica, <:ho essi hanno a ptu to. ve11? P0 tco. pe_r l· più e di questo bisogna tener se.to, e mostra.va una certa c gm- anche in Italia col Movimento 3) I Centri 1111iversitari di st11di abbandonat~. e che sol~ . inye,ce scutere insteme 1 problemt dt pcconto. sttficata s.6duct~ ver~o le .tan~e e Europ~o. -:- e pe~, la quale no europei. I federalisti_ dovrebber<? P!-~Ò consenttre, ~lle c:ondJZJOru m: litica estera, della difesa ed altro. asfittiche inizia uve eststentt. Ct co- sarà d1fhc•le, se c e la buona v tendere a ~ coor:dma~cnto d~ d~cate, la « finahzzazJOne » che SI Ma simili incontri e discussioni N 01· gli li S ti U · · h he stava pren- lontà, trovare le formule statuta- questi centr1 - eststentt un po diceva: sl che anche nelle loro d . . ) . ~ vo_ ,amo g ta . DI· murucava an~ e c_ • • rie opportune - il Moviment~ dappertutto, al livello più o me- mani qu~ll'a~tività c:;ultural~ non non servono a avviare. n_tent~, t1 d Europa, ooe una federaziOne, dendo accordt con t maggtOrl espo- Federalista dovrebbe porre in pn- no accademico e più o meno uffi. corregge ti dtfetto d1 acefalia po- tanto meno quando non c1 sta gta cioè un nuovo stato. Noi vogliamo nentì federalisti itali~ni in ~ista mo piano .un maggi<;>r impegno eia le - p~~endo anche qui . una litica sopra lamentato. in precedenza accordati snJle quefondare un nuovo stato. Costitu- di una loro pitt effictente az10ne. c_ulluralc d1 preparazwne fe9-era- sola . condt~JOnc, .ma es.sel'!zu~le: * * * stioni più importanti. E noi non e lista. tenendo presente, come tdea- che m tutti questi centn s1a 1m- L L c d' tt ·c·1 che abbiamo · d' d 1 F · 1 zione materiale di uno stato sono E ra una lettera ehe faceva P n- le un programma massimo che p::u·tito anche un insegnamento e r. lre(l)n ( l'd stamo accor o: a ranc1a - o . . . , • . . . . tratteggtate conso • amento · 1 libe · d 11 forze soc1ali dotate di volonta po- sare. P?trebbe artlcolars! ~u q!J~Ste ul tema: «Stona e prospettive della forza indipendente del fe- rtpeto - . vuo e rarsr a a tulitica e di effettivi poteri. Attuai. . . cmque f?n~amentah drrettnct: del~a lotta popolare per Ja Fede- deralismo, come strumento di tela amencana, vuol fare una po: , d'fa 'l . d' 'd . 6) Dal punto di_ vtsta tdeolc: l)_ Al hm• te, u~a grandt; "Fon: ~·o~e .J?uropea "•. e. che,_ a~meno una più energica presenza nella litica del tutto indipendente, vuomente e . l Cl e m. l~I ~re tn gico una organizzaztone federali- daz~o_n~ Internq.z.tonçzle qt Stud! ne• hmitt dt:l posstblle, SI ':•con?- società e di pr~sslOne sulle po- le essere com letamente libera. Europa tah forze soctah. C1 sono sta non avrebbe affatto da pre- poltttct europet ~·. mcanc_ata q1 S<?a. al f1:1ovJmento ~ederahs~a 1l litiche nazionali; azioni di « rot- N . . . P . d · Governi e ci sono i federalisti. cl d . . . . _ elaborare la pobt~ca e dt p~ec1- dtrt~to d1. esse_r sent~to, ~agh or- tura, in zone particolarmente 01, 1 c~que, non stamo e11o l . . u ers1 un~ sua po~tztone m c~ m. sare le. struttur!! dt fondo dell Eu- g!imzzator~ det corst, pr_tma che sensibili, come le capitali nazio- stesso avv1so. Naturalmente, per I Gove_rm spes~o 5?no. generosi po economie~. ~ se un po dl ropa d1 do~aru. . s1a s~to ti do_cent~ a. cw affidare nali; razionale ripartizione dei i tedeschi la situazione può essere perché m effettt ess1 dtspongono federalismo c è g1a ora, esso è pro- Il c?mptto essen~ale A tale tale ,PP? ~l lezwm. . compiti con altri organismi eurolt ., d l' t he pe noi di potere. I federalisti sono di- prio in campo economico. C'è da fo!ldaz10ne dovrebbe es"'t!! du . 4) . c~clr dt conferenze umver- peisti, riservando al M.F.E. la lot- ~U 0 . pdu ~ltca a c l r . S . h d l' . . pltce: sttarte dt cultura europea. In que- ta politica popolare e incanalan- tta am, ato ~ peso moto magsperst e se.nza pote~e. e l 1 ~o- osservare c e, .essen o. or?amzza-, a) elaborare la « Costituziont: s~a direzione i nostri a_mici .belgi do gli altri verso obiettivi, ad es- giore di certa eredità del passato tere sta ne1 Governi occorre 1m- zione federaltsta prunartament sostanziale, dell'Europa. Perché d• A~ve~sa, sotto la gwda dt ~u- si più consoni, di preparazione ed i tedeschi non vogliono rinunpadronirsi di quel potere occor- istituzionale, essa sarà sensibiliz- un nuovo stato federale,. e della do Dlt;nckfs, dhandno dat~ !..!D uttle culturale) non esauriscono le pos- dare alla riconciliazione con la . il . li' al bl . l importanza di quello europeo sor- esempiO, on an o un attiVa As- sibili iniziative federaliste e tan. , . re scegltere mezzo IDlg ore per zata pro ema economtco so o aa e abbia un minimo di vi~lità sociazione culturale europea: to meno costituiscono w{ tocca- Franoa ne possono, a ngore, saraggiungerlo. Nell'art. 49 della Co- in un secondo tempo. Comunque ~sso abbisogna di tutta una nuO: esempi<? che andrebbe seguito e sana. Se tutt'e tre ben avviate pos- crificare il loro rapporti con la sono però rappresentare un buon America. stituzione italiana sta scritto che noi siamo liberi nella scelta e va impalcatura giuridico-ammini· generalizzato. . · · clini" h dir' d' · d' b · · 'ù d _ strativa che va dalle leggi fiscali 5) Infine, « last but not ,)cast "• inizio. Q d ci sono tali contrasti tuttt l Citta anno littO 1 qutn 1 asta tenersl al Pl mo er a un codice penale e amministra- i corsi di preparazione politica Andrea Cbiti-Batelli . ua_n associarsi liberamente in partiti ni principi della scienza eco~o- tivo, allo stato giuridico degli im- europea per i giovani. f\nch_c qui basilan in polirica estera, inconper concorrere con metodo demo- mica che si sintetizzano in un gm- piegati, al funzionamento della sarebbe opportuno raz10nahzzare (l) Vedi numero precedente. (continti(J a pag. 4) n:li:~u~ ~u~ope~.ga~~zd~~~ coIlaboraztone • tf!l MFE eMOVImen ,. toEuropeo de~ AH UE HA E U AH UE 1 EU de~ PROPOSTE PER L'AZIONE FEDERALISTA HA Ba si occupato <;li questo problema ebbe a dire re. , l . centemente ch e 11 paruto e a malpattia hi?fantile federalismo. arecc te persone SI sono occupate e si occudpano. di .q~esto p~o: blema, ma opo 1 pnnu tentatlvt l'entusiasmo cade, le difficoltà prat he sono enormi e poiché non ° NEL CENTENARIO DELLA NASCITA CROCE, PATRIOTA SOVRANAZIONALE sa::-=·_--- - '"· Le regioni d' Europa COSTE EISOLE DELLA GRECIA Dalla ProYenza passiamo alle coste ed alle isole della Grecia, un'altra regione che, pur non avendo la posizione "centrale. della Provenza, senti per paradosso in forma ancora più acuta il richiamo all'unità europea, il richiamo a condividere le sorti del continente, quali che fossero, anche se dovevano essere disastrose come esse effettivamente furono nell'ultimo cinquantennio. Nel breve canto popolare che riportiamo, il forestiero rap. presenta l'europeo che passa dalla Grecia per tornare al suo occidente; la fanciulla rappresenta la Grecia che implora al forestiero di condividere la sua sorte. Nicolò Tommaseo, l'impareggiabile apostolo e studioso dci canti popolari regionali europei, al quale sì deve la bella traduzione che riportiamo più innanzi, scrive a pro_posito della stessa: « ... la Grecia, dalle tradizioni di Oriente isp1rata e pure avversa alla materiale forza che su lei dall'Oriente pesò, ama l'Europa con dolce carità di sorella. E questa soave canzone d'amore n'è come storico documento... "· HA EU AH UE HA E U AH UE Il mondo civile ricorda in que- modo ragionano". Queste parole, si può revocare in dubbio. Essa ragione; perché la storia, come sosti giorni il suo leader nel campo tradotte dal Vossler in tedesco e è attestata dalla circolaza del leva ~~tere Camillo Cavour, 'si nell'impr?vvisare', e coculturale, il filosofo, storico ed pubblicate da Friedrich Meinecke pensiero di ciascuna delleW: par- comp uomo politico Benedetto Croce, nella Historische Zeitschrift, era- ti nelle altre, dalle opere della loro che con passzone e con ennato il 25 febbraio I866, quindi no il preludio alla speranza espres- sua poesia ed arte comprese ed tusiasmo abbracciano cause in apcento anni fa, a Pescasseroli nel- sa dal Croce nel I9J2 (anno in amate del pari da tutti i suoi parenza disperate, riescono sovenl'Abruzzo. cui lo scrittore austriaco Stefan popoli, dalla generale similarità te dove i freddi raziocinatori non Anche coloro che non ne con- Zweig si dichiarava pubblicamente dello svolgimento economico, so- riescono mai. La ragione per la I L FORESTIERO E LA FANCIULLA dividono le concezioni religiose e a Firenze cittadino europeo), a ciale e politico degli stessi popoli quale si dice che la fede -smuove « Ora maggio, or rugiada, ora la buona stagione; filosofiche o le idee politiche, non conclusione della sua "Storia del- nella loro vita interna. Che que- le montagne è che la fede non è ora anco il forestiero vuoi ire alla patria. possono fare a meno di rispettare l'Europa nel secolo decimonono": sta unità irzt~llet!u~le e moral~ già_ un astr~t~o di~egno che ~ebba Di notte sella il cavallo, di notte lo ferra: mette ferri d'argento, bullette d'oro, in lui l'uomo per la sua rettitu- "La guerra mondiale - che fo rse dovesse compzersz tn una corn- poz tradurst tn azzone e movzmene briglia bella, tutta perle. dine e la sua onestà qualità rare, gli storici futuri considereranno ri- spandente unione politica inter- to, ma essa stessa è azione e maLa ragazza che l'ama, la ragazza che lo brama, che il Croce seppe s~rbare integre duzione all'assurdo di tutti i na- nazionale, fu pensiero più volte vimento; non è semplice pensare cma candela tiene e gli fa lume, un bicchiere e gli mesce: Pìglìami, signore, pigliami, e me con te. durante tutta la vita. E' stato pro- zionalismi, - se ha inasprito cer- ritornante, particolarmente in11an- ma un effettivo operare su sé e Ti preparerò da mangiare, ti preparerò da dormire. prio un avversario politico e con- ti rapporti tra gli stati a causa zi al danno dei conflitti e guerre ~ugli altri, creando il fatto. Perciò E {arò il letto mio accanto al tzw. temporaneo del Croce, il comuni- dell'iniquo e stolto trattato di pa- ettro~e~, che co"!~romettevano gli zo a~tguro buona fortun~ alla nuo- La dov'or vo', ragazza mia, ragazzine non van11o: ma tmt'uomini ci va, giovani e prodì. sta Antonio Gramsci, il quale, ce cha l'ha chiusa, ha accomunato acquzstz della czvtltà nel mondo, va zmpresa del Churchzll e le do - Via, vestimì alla franca, dammi abiti da uomo: cercando gli elementi che giusti- nell'intimo loro i popoli che si di cui l'Europa era l'esponente. la mia fede". dammi e un cavai veloce con sella dorata, clt"io tragga teco di pari, ch'io corra come valente. ficassero la "relativa popolarità" sono sentiti, e sempre megli~ s! Così sorse la formula degli "Stati Benedetto Croce, questo "vesPigliami, signore, pigliamì, e me con te,. del filosofo, colpl nel segno quan- riconosceranno, eguali nelle vzrtu Uniti d'Europa": così Giuseppe sillo della libertà e dell'antifasciTraduzione di Nicolò Tommaseo (dal greco). do indicò l'elemento etico, cioè e negli errori, nelle forze e nelle Mazzini, che non disgiunse mai il smo" (Federico Chabod), che nel Nota del Tommaseo: «La cantano in Grecia al forestiero che se ne va... la cantano anche s'amore non cl abbia luogo ,., - riporti.amo le sue parole - la debolezze, SOttoposti a un mede· sentimento della patria cfapuello I947 a va già compiuto gli 8I "fermezza di carattere di cui il simo fato, sospirosi nei m~de_simi dell'umanità, ideò accan. una anni, . ha più potuto diventare ' - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - . . . . : Croce ha dato prova in parecchi amori, travagliati dai mede~zmz do- Giovane Italia una "Giovane Eu- attivo nel movimento d'unità eu- U momenti della vita nazionale ed tori, orgogliosi del medeszmo pa- ropa". Quel pensiero ricomparve ropea e neppure ci ha indicato D printo passo -verso l 'lDiificazione europea, come l'atteggiamento trimonio ideale. Per inta~to, _già alla fine della prima guerra mon- un metodo pratico per arrivare a delle associazioni europee mantenuto durante la guerra e in in ogni parte d'Europa st asszste diate come l'unica via di salva- questa meta o precisato la forma seguito, atteggiamento che si può al germinare di una nf!ova_ c?scien- zione per scongiurare i pericoli costituzionale del futuro stato euSi è costituito in questo giorni il primo tentativo, almeno nelchiamare goethianoi mentre tanti za, di una nu~va_ nazzonalzta (per~ dei nazionalismi, delle dittature e ropeo, ma ha creato, come storico un Comitato universitario, costi- l'ambiente romano, di superare intellettuali perdevano la testa e ché ... le nazzom. no_n so~o datt delle loro guerre ... ". E, risponden- critico e serio studioso, una base tuito da membri del CUSE, del- quell'indescrivibile stato di elinon sapevano orientarsi nel caos naturali, ma statz dt cosczenza e do all'appello di Winston Chur- solida ed inattaccabile sulla quale l'MFE di Roma e del G SE di sordine di disinteresse e di digenerale, rinnegavano il proprio formazioni storiche) i e a qu~l chili lanciato dall'Università di i federalisti - ormai sicuri della Roma; !'·importanza di tale Comi- stacco, ~he ha finora caratterizzato passato, ondeggiavano lamentosa- modo che, or sono s~ttant'anm, Zurigo a tutti gli Europei, di verità che "nazione è concetto spi- tato è duplice. I nnanzitutto per le varie attività dei vari Centri mente ~el ~,ubbia di_ chi fosse pe~ tm tzap_oletano dell'anttco Regno uni/i~ar;i in "~:uz_ specie di ~tali rituale e storico e perciò in di- i suoi programmi, volti esclusi- di_ azione e formazione europea essere tl pzu forte, tl Croce è rz- o un pzemontes~ d_el ;egno s~bal- Umtt d Europa , tl Croce scrzsse: venire, e non naturalistico e im- vamente a preparare ed a promuo- esistenti in Roma. masto imperturbabile nella sua se- pino si fecero ztaltam no~ rznne- "Scoraggiare, o contribuire dalla mobile..." - possono condurre a vere una v~sta azione nell'univer- E' da sottolineare, Jnfine, che renità e nell'affermazione della sua gando l'esser l?ro anterzo~e ma propria parte a scoraggiare indi- termine la loro "opera così ardita sità, quale mai si è organizzata fi- tale tentativo non va sottovalutafede che metafisicamente il male innalzandolo e riS~lvendolo 1 ~ quel rettamente un'opera così ardita e e così santa· in favore dello Stato nora, tale da penetrare in maniera to, con considerll2lioni di tipo semnon può prevalere e che la storia nuovo ess~re,_ c~sz e fra~ces~ e te~ così santa, non solo sarebbe ri- Federale Europeo, prima tappa profonda e definitiva nel difficile, plicistico, proprio per il fatto che, è razionalità". d~schi e ttalzanz e tutt~ glt_ altrt provevole e origine di futuri ri- verso la federazione dì tutti gli ed alle volte assurdo, ambiente mentre negli ambienti dell'EuroE' vero che Croce dava, nel s'mnalzeranno a europez e t loro morsi, ma neppure si potrebbe uomini di questa terra". universitario romano. peismo ufficiale od ufficialmente r9r5, il voto favorevole alla di- pensieri indiri_zzeranno all'Europ~ giustificare con l'argomento della Helmut Goetz Ed in secondo luogo, perché è organizzato, non si è mai cercato chiarazione di guerra "da citta- e i loro cuorz batteranno per let di superare tale incresoiosa situadino disciplinato e d~ component~ come prima p~r le patrie ~~ù piezione, anch~. se spesse volte aperdel Senato", come sz espresse eglt cole, nott dtmentzcate gza, ma tamente cnttcata, sono stati prostesso 38 anni più tardi, ma è an- meglio amate". prio i giovani, per primi che hanche vero d'altro canto che s{ima"Questo pro_cesso di unione eu~ no posto le loro energie in tale va suo dovere "di non tollerare e ropca, che è_ 4tr~tta~ente. opp?st~ ' direzione, consapevoli del fatto di respingere le menzogne, le ca- alle competzzzo~t de_z nazzonafzsmt che un'attività in senso europeo lunnie e le ingiurie che si rove- e sta contro dt esst e un gzorno non va intesa come sfogo di certe sciavano allora contro la Germa- potrà liberarne affatto l'Europa, ambizion i o come raggi ungimento nia, la sua morale, la sua cultura, tende a liberar/a in pari tempo da d i certe posizioni di prestigio, ma scz·en.,.a, la tutta la psicologia che ai nazionaNella selezione dì lettere della 10ssibile da ogni manirestazione po- tutto è stato ~mmantat ~ di _retosemp_licemente come un fatto eli la Sua Poesl·a, la S"a .. ... . . . rr E' "l t d0 •t "' ter r·ca FacciamOCI forza lmpanamo 1 sua filosofia, e di cui in Italia ve- lismo si congiunge e li sostiene restste~lza europea, gwngtamo ora ~ t re~efl: it \ P~':l un~ a sèntirc l'amaro; no;, dobbiamo sentimento e .come un fatto di devo farsi allora rappresentanti e ingenera modi, abiti e azioni a. due fra i più stupefac~n~i casi o~~ri ctred~:J:~a:i~~e av~nte~nale, celarlo con un par~ven~o _id~al~, a~soluta ne<:essttà oggett iva e condc graHdezza morale e luccdttà po- dì diseducazione o di educazione perché nell'ombra SI dllah JndJungente. q uegli stessi accademici e profes· '1/fini. E se tal cosa a_vverrà,_ o 'd l lb lìtica che quel tragico periodo an· negativa, che martellando per vcn· sturbato. Luigi E rmini sori che per l'innanzi erano stati quando essa avverrà, l t ea e t eHoverì; il primo, elle illustriamo t'anni da ogni lato, è riuscita ad E' meglio mettcdo alla luce del ,- - -- - -- - - - - -- suoi proni ammiratori ... ". A giu- rate sarà a pieno restaurato negli in questo 11umero del giornale è ·nchiodare in molti di noi dei pre- sole, confessarlo. dn!-ldo, dscopertho. La difficoltà consiste nel · · " · in camo più significativo se solo ' ~m · d.IZJ·...Fondamenta1e. ~ue110 deIl ~ esposto agh· s.,.mar 1·· \ 'CL'rete· c e sto titolo poteva scrivere nel I 92 5 animi e ripiglierà il d ommzo fatto che 11 mondo comu. . . . « sporcwa » della pohhca, che mt sarà meno prepotente. eg01smo, al suo amico tedesco, il romaMa i pazzi "che a loro mo do çr ;rflette cfle ti. protagomsta fu s~mbra sia stato inspirato per due dicevamo, l'interesse, h~ tanta parnlsta se ne Intende di Unlnista Karl Vossler di Monaco: ragionano", al loro modo agivano. fucilato a 19 anm. Da questa lei· v1e. Tutti i giorni ci hanno detto te in quello cttc faccu~!"o: tante tà, ma non di Libertà, " Io non sotto stato mai na.,.1·onali- La follia cosciente e criminale ebtura si può forse gìzmgere alla .;he la politica è lavoro di « spc- volle si confonde con 1 1 de~le. Ma mentre ll mondo IJbero ha ... · . · ·ialisti · d condannab1le ma050 nnAntln p. ~ii'a\: sta, ma semplice patriota al vec- be ancora una volta il sopravven- 1 COilCluszone eire le aberra;:tOIII dc ~ '"· diventa ~~--',.; l' L E T T E RE D E L L A RESISTENZA EUROPEA :-bi?f· E' vero che Croce dava, nel s'innalzeranno a europei e i loro morsi, ma I9IJ, il voto favorevole aUa di- pensieri indirizzeranno all'Europ~ giustificare uomini di questa terra". universitario romano. Ed in secondo luogo, perché LE T T E R E DE L LA l RESISTENZA EUROPEA Helmut peismo organizzato, ~~~-~puro~~•ei~mw~~m~~~~lr------------------------------------------~~l&rupemre ~in~~~~~ come prima p~r le _patrie ~~ù piezione, anche se spesse volte aper- , f . tavia signi/icanbe matti estatost nel/Italia fascista per mezzo del periodico "Antieuropa'. A questa gente cercò di far capire chiaramente che cosa fosse l'Europa e chi fossero loro: "E' evidente che il sentimento storico coincide col sentimento europeo in quanto nell'Europa si C011Centra la più ricca e nobile storia umana, l'Europa ha prodotto l'ideale liberale e ha tolto su di sè la missione delta civiltà nel mondo tutto, e non v'ha in Europa storia di singoli popoli e stati che possa intendersi se· paratamente, fuori della vita generale dell'organismo di cui sono membra. La guerra stessa, ùtvece di accentuare le differenze, ha fa tto spiccare questa comune umanità europea, con comuni virtù e · · e d"f comum· VIZt t ettt,· con comunt. problemz". Sradz"carst· dall'Et•ro' pa dopo essersi sradicati dalla sto' d i certo, proposito affatto ria e, coerente; ma di quella coerenza f" U AH UE Nella selezione di lettere della >Ossibile da ogni manifestazione pa- tutto è stato ammantato di retoresistenza europea, giungiamo ora litica. E' il tremendo, il più ter- rica. Facciamoci forza, impariamo a due fra ; più stupefacenti casi ribile, credetemi, risultato di una a sentire l'amaro; non dobbiamo d"1 d eli diseducazione ventennale, celarlo con un paravento ideale, 1 e 1uct..d.11à po- opera . • gran ezza mora~ di diseducazione o d i educazione perché nell'ombra si dilati indi· ltttca che quel tragtco penodo an· negativa, che martellando per ven- sturbato. noveri; il primo, elle illustriamo t'an~i da <?gni lat?, ~ ri~sci~a ad E' meglio metterlo alla luce del in questo numero del giornale, ~ ~ch!o~are m molli di noi det pre- sole, confessarlo, nudo, scoperto, in tanto più significati1,0 se solo Jiudtzl.. ~ondamentale. ~uello dell~ esposto agli sguardi: vedrete che . c sporCIZia " della pohl!ca, che rru sarà meno prepotente. L'egoismo ,. t .,,. n"Ilette clte 1·t protagomsta fu ,embra sia stato inspirato per due d" h t ta ' . . · . . . . . . 1cevamo, 1m eresse, a an parfucrlato. a 19 amu. Da_ questa let- v1e. Tutti ~ _g10rm c• hann<;> detto te in quello che facciamo: tante tura sr può torse grungere alla .;~e. l~ politica è lavoro di « spe- volte si confonde con l'ideale. Ma conclusione cl1e le aberrazioni di .;JalJstl "· diventa dannoso, condannabile, maquelle dittature ebbero almeno il ... Teoria e pratica concorsero a ledetlo, proprio quando è cieco; merito di sottolineare la straordina. listoglierci e ad allontanarci da inintelligente. Sopr~tt~tto Q':lando . . . . . .>gni attività politica Comodo eh' è celato. E, se rag1oruamo, il no".a sta~u~a .d'.tcu_m 1;ommt, arte/te asciate fare a chi· può e dev~; stro interesse e quello della c cosa gtovanLSstmt, 1 cm va ore umano e \"Oi lavorate e credete, questo di- pubblica», insomma, finiscono per politico compensa le colpe allora :cvano: e quello che facevano Jo coinc~dcre. Appunto J;>Cr questo dilaganti e 11011 ci fa rimpiangere .:diamo ora che nella vita poli- dobbiamo curarla ~hrettamente, in definitiva _ di essere tica _ se vita politica vuoi dire persona!':"ente! come •1. nostro la· . . . e Importante. uomini. .op_rattuto. dire~ta_partecipaz10ne a1. voro Perchép1u da delicato questo dipendono tutti Di HA E G"1acomo Uli"Vl• fu distrutta l'idea della nazione sacrosanta; l'amor del Croce per il proprio Paese ha aperto la strada ad un patriottismo soprannazionale, perché profondamente umano, un patriottismo che poIrebbe non solO unire gl i Europei, ma tutti gli uomini della terra. T u ttavta, · nel I945 t·1 Croce vedeva "rollare le S"e spera•1Ze z"n "' " '' un'Europa unita. Nonostante ciò, sottol"meo' ancora una vol ta: "La unità intellettuale e morale del- cas._nostn.- c! s1amo scaraventati lagh eventi. Qw sta 1~ nos.tr~ ~lp~. o Cl·edo_: co~e ~al, n~>t Italia~, :?n tanti secoli .d1. espenenza, usc1~ t! da ':In m~rav•g!10so proc~sso ~ hberaz10ne, m cu1 non altn che 1 nostri nonni dettero prova eli quai à uniche in Europa, di. un _attacame. o alla cosa pubbbca, il che .·uol a se stessi, senza esempio orsc,~"' biamo abdicato, lasciato ogni diritto, di fronte e qualche gli altri, le condizioni di tutti gli altri. Se non ci appassionassimo a questo, se noi non lo tratliamo a fondo, specialmente oggi, quella ripresa che speriamo, a cui tenacemente ci attacchiamo, sarà impossibile... ... Bisognerà fare molto. Provate a ch1"edcrv1· un morno, quale stato, ... voi· stessi delper· l'1·dea che avete la vera vita, vi pare ben ordinato: ">er questo informatevi a giudizi ob- . 19 anru - studente di terzo anno ~a Facoltà di giurisprudcn· za dell Università di Parma - nato a Baccanelli San Pancr • (Par· ma) il 29 ottobre 1925 - atUvissl.mo nella Resistenza in EmUla e 1 Toscana; fucilato Il 10 novembre ~~~~· a~~=:b~~~ut~~ro~;ed~~~ ·~~~~~ati~. f:e~~Jenefj i~itli~:J! 1944 a Modena. grazie al cielo niente, ma in ogni :<;>s_tituzionc, voi stessi _potrete inmodo ci siamo lasciati strappare jmzzare la cosa pubblica~ oppu:~ Ca · Ami · di mano tutto, da una minoranza 1Spet~ate. una nuov~ concez1one, pm n Cl, Inadeguata, moralmente e inteUet- -q~ahtana della VIta c della pro... dobbiamo guardare ed esami· tualmente (1). metà... nare insieme: che cosa? Noi stessi. . d b ... Oggi bisogna combattere contro Per abituarci a vedcx·e in noi la . Que~ta CI ha depre ato,_ uttato l'oppressione. Questo è il primo parte di responsabilità che abbiamo m un ~vventur~ senza Hne_. e que- Jovci·e per noi tutti. Ma è bene dei nostri mali. Per riconoscere -to è il lato PJU • roseo • IO credo: prepararsi a risolvere quei problequanto da parte nostra si è fatto Il brutto è che le parole e gh oni in modo duraturo e che eviti per giungere ove siamo giunti. Non Jtti eli quella minoranza hanno "l risorgere di essi d il ripetersi ,·oglio sembrarvi un Savona.rola che intaccato la posizione morale, la Ji tutto quanto si è abbattuto su richiami al flagello. Vorrei che con mentalità di molti di noi. Crede- noi... !'flC conven~stc quanto. ci _sentiam~ temi, l~ "cosa. pubblica" è noi ... Non mi rincresce quanto suelmpn;parah e g~avati eli recenti stessi; Ciò che c• lega ad essa non ::ede: è quanto ho rischiato e mi erron, e pensassm1o al fatto che c Lm luogo comune, una parola , andata male tutto noi dobbiamo rifare. Tutto, !Jrossa e vuota, come « patriotti- • · . dalle case alle ferrovie, dai porti .mo » o amore per la madre che lo spero che tempt migliori giunalle centrali elettriche, dall'industria '" lacrime e in catene ci chiama, gcranno ~ spero... ai campi di grano. \ isioni barocche, anche se lievito Sono mterrotto dai Bassi che Ma soprattutto, vedete, dobbiamo ncr·~\·i~lio~o di_ altre. generazion!··· ;:~iangon~. Io non ne s~nto il bifare noi stessi· è la per Al d1 là eli ogru retonca, constaha- sogno, nesco a non pensare al votutto il r·esto." Mi per· no come la cosa p~b'?lic~ sia noi str~ dolore e sono molto tranché rifare noi stessi scn· stc. a nostra fam1gha, il nostro qu1llo ... so? Ecco, per esempio, di :av i! nostro _mondo, ins<?mma, ... Perdonatemi... noi sperano nella fine questi che ogm sua sc1agu~·a. è sc1agura Giacomo casi tremendi, per iniziare una la- r~osl ra, co~e ~ra .soffn~~o per la boriosa e quieta vita, dedicata alla estrema rmsena m cu1 11 no~tro (Da " Lettere di condannati a famiglia ed al lavoro? Benissimo: paese è caduto: se lo avess1mo morte della Resistenc.a euro· è un sentimento generale diffuso c sempre tenuto presente, come sa· pea » · Einaudi). questo? L'egoismo . <;Odd"IS f acen t e. Ma • cr edo,' 1avo rar~. 1rebbe• successo d" · . t (l) Si nori l'eccetionale <trenitll dr non basterà: nel desiderio in\"inci- -1 c• ~Splace senure q~es a pa- Riuditi dell'Ulivi nei riguardi dci suoi bile di c quiete», anche se labo· ~~ a,- e come una doccia fredda, persecutori, de(!niti in 9uesra splendida riosa è il segno deU'errore. Pcr- ~\ero. obbictm•a mamera, assreme. ~ turta la ! · · ed eco?hé m q_uesto. b1sogno d1. 9u!ete ..è Sempre, .tutte le PII. 1ole ~t. sono classe nomicoeireitt ebbe Italiarl potere prima polwco della seconda 1l tentat1vo d1 allontanarst 11 p1u state propmate col dolce mtomo, guerra mottdiale. UE . e vogliamo imitarne i procedimenti?". Con raro coraggio denunciò al Congt·esso internazionale di filosofia, tenuto ad Oxford nel I9JO, quello "stato d 'animo d'importanza minore e aneddotica, ma tut- ~ AH cctto morale", non affine al cinico e stolido nazionalismo, ma iJ suo opposto. Per questo egl i è stato anche nettamente contrario alle misure di snazionalizzazione nel· lAlto Adige prese dal regime fascista. Scrisse ancora al Vossler, non senza indignazione: "Abbiam o tanto detto male dell'Austria, EU devo farsi allora rappresentanti q uegli stessi accademici e profes· sori che per l'innanzi erano stati suoi proni ammiratori ... ". A giusto titolo poteva scrivere nel I925 . al suo amtco ted esco t"l roma' M onaco: nista Karl V ossl er d i " lo non sono stato mai 1zazionali· sta, ma semplice patriota al veC· chio modo bonario e borghese. Non riesco a digerire quanto ora succede in I talia ed altrove". Per lui l'amor di patria era "un con- cole, non drmenttcate gza, ma meglio amate". . . " Questo processo dz unzone ropca, che è direttamente oppost~ alle competizioni dei naziona!ismz e sta contro di essi e un gzorno potrà liberarne aflatto l'Europa, tende a liberar/a in pari tempo da tutta la psicologia che ai nazionaltsmo si congiunge e li sostiene . . . e ingenera mo d i, ab itz e aztOnt affini. E se tal cosa avverrà, o ' l 't"deale l"b quand o essa avverra, t erale sarà a pieno restaurato neg l i animi e ripiglierà il dominio" . M a t. pazzz. " ch e a lo ro modo · " al zoro modo agtvano. · ragzonano , La follia cosciente e criminale ebbe ancora una volta il sopravvento, perfino in maniera peggiore che per l'avanti in quanto più sistematica e più distruttiva. Mentre, nel I9IJ, il Croce aveva sperato nella disfatta d ell e potenze centrali, durante la seconda guerra ·' au· le eg1·t non poteva ptu mondta gurarsi la vittoria dell'Italia, condividendo tale stato d'animo non ·d · · · w lo con mol tt er suo: conczttadùzi, ma ancora con altrettanti tedeschi ed austriaci, per i quali la disfatta militare del Terzo Reich d ll .,. l e ei suoi a eati sigm tcava a .b · d · "d · l t eraztone a tma ttrannz e znto l · lerabile. Il patriottismo del Croce c di tutti gli altri che la pensavano come lui era radicato profondamente nei più alti valori dell'umanità: libertà, diritto e digni. ai à l . . t umana - va Ort tmzversa1t c · pestati e disprezzati da tutti coloro che esercitavano il potere secondo i propri criteri, secondo una loro ideologia senza nessun legame né religioso né morale. La patria, finora stimata ed amata, era cad uta nelle mani di avventurieri e criminali irresponsabili e spietati. Col patriottismo crociano fu de/initivamente spezzato il concetto egoista e largamente diffuso del ''wright or wrong, my country", HA dino disciplinato e da componente del Senato", come si espresse egli stesso 38 amtì più tardi, ma è anche vero d'altro canto che stimava suo dovere "di non toller~re e di respingere le menzogne, le calu1mie e le ingiurie che si rovesciavano allora contro la Germania, la sua morale, la sua cultura, la sua poesia, la sua scienza, fa sua filosofia, e di cui in Italia ve- tamente criticata, sono stati proprio i giovani, per primi, che hanno posto le loro energie in tale rurezione, consapevoli del fatto che un'attività ·in senso europeo non va intesa come sfogo di certe ambizioni 0 come raggiungimento di cer.te posizioni ru prestigio, ma sempltcemente come un fatto ru . senttmenro e come un fatto di assoluta necessità oggettiva e con· tmgente. Luigi Erml.Dl·· ,-------------- La difficoltà consiste nel fatto che U mondo comunista se ne intende di Unità, ma non di Libertà, mentre il mondo libero ha la Libertà, ma non l'Unità. Quello dei due mondi che raggiungesse la sintesi fra Unità e Libertà, avebbe fin almente la vittoria ». S. de MADARIAGA lBIBLIOGRAFIA ALEXANDRE MARC: L'Europe dans le montk (Ediz. Payot, Parigi, 1965, pag. 252, r8 Frs.). A M · · 1are, 1 Fdirettore del Cemre Internauona c c ormation Europécnne con~uce una lucida analisi sugli avvenÌmenu che stanno determinando la sorte dell'Europa e del mondo: dalla crisi della democrazia alla costruzione europea, daiJa storia dei movimenti federalisti ai rapporti tra Europa e Alleanza Atlantica. ]. WULLUS RUDIGER: Français et Altemands: ennemis héréditaires? (Ed. B repols, Bruxelles, 1965, pag. 303, 21 Frs). Il prof. ]. W. Rudiger, dottore in filologia germanica e docente di storia diplomatica, esamina la storia dei rapporti franco.tedeschi dall'epoca dei Galli e dei Germani fino al trattato d'amL cizia del 1963. Conclusione: il concetto d'" . . . . di . è . tmmtcJzla ere tana una costruz10ne psicologica iniziata solo nel secolo scorso per sostenere delle politiche antagoniste. ROBERT SCHUMAN: Per l'Europa (Ed. Cinque Lune, Roma, 1965, pagine I96, 1.500 lire). R. Schuman al termine della sua vita ha riunito in queste pagine le idee f~ndamentali che hanno guidato la sua attività in favore dell'unità europea. ALTIERO SPINELLI. Rapporto sul- l'Europa. (Ed. Comunità, 1965, pag. 206, 1.500 lire). .Milano, E' il . l di . tlsu tato una ncerca condot· ta, sotto gli auspici della Fondazione Adriano Olivett"I e con 1a co Il abo raztone · di specialisti di sei paesi dello «piccola Europ~ »,.nei più . diversi ambienti, sia ~ri~m~~p~i~a~rn~~-.è~~d~~Mn~-------------------------------------------~ l~~mn~~onili. LA QUESTIONE EUROPEA NOTIZIARIO Un tare ben difficile trovare un comdd tri e discussioni non hanno senso. Promesso, e ancora di· più a ivenire ad un accordo. O si tace sui problemi scabr osi dò che genera solo malint esi o se ne parla e si arriva ad Tre scelte per l'Italia . t l un contrasto. Ed ID a caso non si può più parlare di buon'arm oNoi italiani abbiamo la scdta ·a. · fra tre possibilità: la pl'ima, acm l'E di De Gaull 11 trattato franco-tedesco non ~tt.are ~opa · . e e è che un esempio di come non s i ncon~scerg~ ~a supremaz1a perso. a della crr·sr· dd naie. m. p.oli.ttca estera .. A queste al deve fare. Prun giugno si è parlato molto d i condiZ1001 rJt~go eh~ il gener e 30 '"teoru~.z J·one politJ·ca europea·. sarebbe . . s.eD2 a,l.tro d a.ccordo su = t:r l d h c'erano un piano tedesco, uno bel- qua s1a~1 Upo J~tegraztone, anc e ga ed uno italiano, ma non erano f~e~a~\1'3. ~eO~·u:.amente sarebbe .antl. del pl·ano Fouchet. faoili.sstmo ~tuscificar.e tale n, osua. Che Varl T utto dò non può p o rtare ch e a?es10n;: CIÒ che un~rta ~ ~.oru· pert·colose. Se infatti. rt·u- f 1ca.re l Europa e se nsul.ta. m.evt·. illusl · l diz di scissimo a firmare un trattato d el tabile accettare e con ~oru . dJ.rebbe che ab- De Gaulle,, ali.or.a . accettramo.le.. genere' forse SI l ali b biamo fatto un decisivo passo M . ~· per l t a, . q~esta po~sJ l· avantìi sul cammino verso l'unità lita è esclusa a pno~l. Non Sl trO· bbe 1 artlt d europea. Ma col tempo dovrem- ver~ cun ~ l 0 - . a ecmo ammettere di non avere r ag- cez. wne, ors~, e. comu,msta giunto proprio nulla. L ' u nico ri- dispos~o a r1nun~1are ali . Alleanz~ dopo l'entrata r·n vr·gore At1an,ttca e.d agh stret la rapporti Sultato' l A menc.a. A . mmesso pure ch e del trattato' Sarebbe Presum1.bil- con mente un peggioramento nei rap- un governo 1t a.li ~o vol esse attuaporti politici nell}ambito della re una ~ale politica, questa sarebcomunità dei sei, esattamente co- be resprnta . d.~ , P arlamento. L~ me dopo il trattato &anco-tede- s~cond.a P?SSJbilità s.ar~b~ ?te no~ rlOUnClaSSimO a q ual S1a91 1d ea di sco. · li · oè di f integraziOne po tica, ci ederazione europea, e tentassimo 2) di preservare i rls ult a ti ottenuti col Mercato Comune, e di anda- HA EU re anche o l tre, f in ehé sia possi' possi.bile super are la criS·.· bile. f.arl.o .senza sacrificare inte.· E 1 alm del 30 giugno? In senso pura- ress~ l t ali aru - natur ente, ammente tecnico sl. Nonos tante tut- ~at1 sempre ~alla sperar:za c~e un .J'a:coltà c'è senz'altro la g 1o[!nO ntorru la F rancu. di Rote le OlW possibilità di un accordo sul fi. bert Schum~. D ate , le . cucostannanz;~,.,.,ento della polin·,..A agrt·- ze, q.ues.ta e forse, l uruca strada ......_. ""' b l be eh d bbe 0 cola comunitaria. Ma il gen. D e prauca 1. e,. e. non o~re Gaulle ha dichiarato senza posst·. essere f.ac.ile co,nv.ID.cere di un.a l d 1 bbli b ilità di equivoci, nella sua confe- ~ e. ects!On e op~~D;e pu. .ca renza stampa d el settembre, che Jtahan~ . :rerza possibilità : 1 Cm9 o ali G ran Bre lg n 0 un tale accordo sarebbe rea.li.zza- que 51 rJV~ a : bile solo a condizioni politiche t~gna e all.EFTA .P~Oponendo dt ben precise c cioè·. prt·ma dt' tu t to rrprendere. 1 ne.gozratl a Br.ux.elles rinuncia a qualsiasi sviluppo in al ~u~to lDodCUld eran~ stati dmter· al rotti 10 m o a arnvare a una senso soprannazron e, secondo, .ò eh il limitazione d elle competenze della eone us!One, ct e, senza ye.to commissione del MEC tra f francese, sarebbe stato posstbile · s or- sin dal 1962 Riservando natura} man · . • . • · do m segretariato il consiglio mente alla FranCJa edi dCl m inistri, terzo, rinuncia al ' . . . u~ s. a vuop rincipio della maggiorall2a _ t~,per 1~ g10rno 10 CU1 diventasse c h e sarebbe dovuto entrare in vi- pm saggta. gore il . d. . . . ~nmo l ~ennatO - per le ' • d ec1s1ont d el cons1glio d ei ministri. L 'umca soluzione giusta qu a r to, rinuncia a qualsiasi aml" d P lamento elle com petenze del Secondo me, questa è l'unica parlamento europeo. soluzione giusta. In Italia se ne Ciò segna la fine di quell'Eu- ~comincia già. a P~lare, ma ,POli·• i . ne. Al seminario banno partecipa· temazion.ale di s tudio dei probleto dirigenti deU'ANFE delle pro- mi giuridici che si Incontrano sul· vincle di Agrigento, Benevento, Ca· la via dell'unificazione europea, · Catania, cosenza, L'Aq u11a , • org..,UIJ.G --•---to d a 1 Cen t ro Uni. ve rsl...... g11an, Lecce, Nuoro, Pesaro, Potenza e rio di Studi Europei, nel quadro Teramo. della sua attività dJ formazione e di informazione della popolazione Parlamento Europeo chiede s tudentesca sull 'attual.ltà del mabilanci supplettivi mendto storico che stiamo oggi vi· ven o. ~getto di bilancio della Con seminario, inaugurato giovedì 1966 per l'eserclzlo non ha 24 d al Prof. Gaspare Ambrosinl, ente soddisfatto U Parla· Presidente della Corte Costituziom ento europeo che lo ha esamina· naie, che ba parlato sul concetto toE:Olla J!uain~=~~e 1!~~~~~ivo a tradizionale di sovranità, si è prob rmin tratto, poi, per altri due giorni, preparare entro reve te e un con una serie di relazioni e di di· progetto di bilancio supplettlvo battiti dall 'ordinamento giuridiecl n el quale vengano prevlstil lnl delle Comunità E uropee, al rap· ticolare degli stanzlament a e porti fra diritto Interno e diritto di adeguare ll numero del funzlo- internazionale, dalla libertà di prenari dell'Esecutivo stesso alla evo· stazione dei servizi al libe•·o stabiluzion,e dei tisuviotà i codml pffltl n el vatari limento delle professioni. Hanno setton di at ; e ettuar e · svolto le relazioni ll Dott. Reposl· lune inchieste specie quelle atti· ni, Funziona rlo d elle Comunità Eunenti al settore sociale, aU'agrlcol· ropee, U Prefetto Paren te, m embro tura, ai trasporti, alla congiuntura della delegazione italiana a Bruxel· ed agli investimenti come è stato les per la s tesura delle n orme corichiesto dall'Istituto Sta tis tico munitarle in tema dl llbera circola· delle Comunità Europee; di attua· zione dei lavorato ri, e l'avv. re un programma comune dl for· Martini, ll quale, oltretutto, al ter· mazione professionale accelera ta mine della sua r elazione, ha auspl· per ovviare ad una certa penuria cato che l'a ttività del CUSE non di manodopera quallficat a nella si limiti a quella già ormai t radi· Comunità; dl a ttuare misure parti· zionale dl organizzare seminari e colari a favore del lavoratori li· n1 1 11 in d. cenziati nelle miniere dl zolfo; di ~'!,nie~~::se~~a scu~To~dament!i; finanziare una missione dl studio quella di costituirs i centro promo· dei Membri del Comitato del Fon· di ri . t ore una vera e prop a ath· do per lo Sviluppo degli Stati vità di studio del problemi euroAf. ni e Malgasclo Associati. pei, attuata a ttraver so la creazio!:e!toq~:!:p:'hs!d~~~o~ ne di gruppi di lavoro permanenti. 11 carico alla Commissione p arlamen· tare per i bilanci e l'amml.n istra· L'Inghilterra e il M ercato Cozione di vigilare a che I'Esecuti· mune vo della CEE prep ari quanto pri· ma n progetto di bila ncio s upple· Uvo, e di esaminare l risulta ti del· Durante la campagna elettorale le deliberazioni del Consiglio in inglese per Il rinnovo del Parla· materia. mento, su un quotidiano Inglese è apparso un commento estrema· d l mente significativo sulla stuazlone Garanzia eg i investiventi con- dell'Inghilterra e sul problema tro i rischi politici della sua entrata nel Mercato Comune: l'è.n trata d ell'Jnghllterra nel Nel corso di una riunione che Mercato Comune è per que.s t a di ha avuto luogo nel giorni scorsi un'Importanza vastissin1a, n on tan· a Parigi ed alla quale ha par teci· t o per m otivi geografici od Idea· pato per la Sezione Italiana il U, quanto piuttosto per motivi di Dott. Paolo N. Rogers, la Camera ordine pratico, come a d esempio di Commercio Internazionale ha il fatto che, se fino adesso la stermesso a punto U testo di una di· Una è stata trattenuta, a stento, chlarazlone n ella quale si auspica in piedi esclusivamente con l'aiuto che quanto prima venga realiz· degli Stati Uniti, è b ene che l'Inzato un sistema di garanzia multi· ghllterra comlncl a pen sare che laterale degli investimenti contro non potrà sempre contare sull'ap· l rischi di natura politica, quale poggio americano, e che dovrà, elemento indispensabile per lo Svi· invece, in un'eventuale crisi futu · luppo e l'incremento del flusso ra, trovare aiuto e sostentamento internazionale del capitali priva· solo dall 'Europa. ti, con particolare riguardo a quel· U destina ti a Paesi In vta di svl· luppo. Q ..u bi azi è t t ....:.. uesta ...c ar on e sa 8 5 "' AUTOCENSIMENTO ~:i~~:n~:ufs~sÈI,'t:::.n~n~!'!: DEL POPOLO EUROPEO rion e della CCI che la ra pida r ea· "~---'one ·" u.n slstema Ispira to a Dal S all'S maggio si è svolta UL<4L.l "" questo principio sarà quanto mal a Roma ln Piazza d el p opo1o efficace per migliorare li livello una manifestazione Imperniata degli investimenti esteri e per in· sulla pubblica raccolta di fir. • d me nel quadro della campagna p drrizzarll verso que 1l aes1 di ove di autocensimento del popolo è più sentito il fabb sogno ca· europeo. Sul risulta ti dl quepltall. sta manlfesta:.elone, come di quelle che le hanno precedute, Seminario di studi sui problesulle personalllà che vi hanno mi giuridici aderito e sulle loro dichiarazioni si riferirà nei prossimo Sabato 26 marzo si è concluso, numero del giornale. presso l'Ufficio Italiano delle Comunità Europee, U seminario in· UE n lfi:. AH U =~~~;!a ~0~!~ 0[~0'A.=;:~~ Istituzionale con la ~unità al momento della fusione del Tratta ti. Diciotto mesi di attività del Fondo di Sv iluppo AH È possibile superare la cr1si del 3 O g;ugno ? L'Istituzione di un " Istituto p ed gi d ll ago co e e scuo1e europee " è stata auspicata dal Parlamento eu· r opeo che ha approvato la risoluzlone con cui si insiste affinché gli Stati membri promuovano at· tlvamente le scuole europee come opera di educazione E n e , ponendo a disposizione sse tutti l mezzi pedagogici, ari ed amminis trativi necessari perché possano ademplare l loro compiti nelle migliori condizioni ed al livello di formazione U pù alto possibile. L'Assemblea comunlta· rla muove dalla convinzione che l'unificazione europea nel settori economico, sociale e politico potrà raggiungere del risultati posltlvi soltanto se si rafforzerà la comunione dei popoli valicando l confini nazionali ed 1 cittadini del vari Sta ti diverranno cittadini eu· r opel; e dalla convinzione C'be per U progresso econ omico e tecniecl della Comunità è n ecessario che 1 qua dri direttivi europei godano di un ancora più ampia libertà di circolazione la quale esige tut· tavla che vengono risolti alcuni problemi di infrastruttura cullu· rale . La Commisslon.e competente del Parlamento europeo è stata, a tal fine, incaricata di seguire, nel fratt empo, n problema dell'lnserimen· t o d e Il e scuol e europee ne11a au· UE f istituto pedagogico delle scuo1e europee HA E (continua a pag. Nel primi 18 mesi di attività del Fondo Europeo di Sviluppo, la Commissione della CEE, su parere favorevole del Comitato del FES, ba adottato 103 decisioni di finan· ziamento per un impegno comples· slvo di 207 mllloni di dollari. Da· to che n FES gode di una dota· none di 730 mllloni di dollari da impegnarsi in cinque anni, risulta che Il ritmo degli impegni dJ spe· sa raggiunge l 125 milioni di dol· lari a.n nul, tenendo conto degli ac. c.antonamenti necessari per fare fronte alle fluttuazioni del prezzi. 11 secondo FES si tr ova In .an· tlclpo rispetto alla sua tabella di marcia. Il suo ritmo di attività è particolarmente Intenso, se lo si raffronta con quello del primo Fondo; nei primi anni della Associazion e, infatti, sono state adot· ta te soltanto poche decisioni, In t 1 in funzione del quan a messa ° ~~g~=n~~%'.zi~J:! f{oJ:':~ delle realizzazioni concr ete si è fa tto più rapido: nel 1965, infatti, s ia sugli Impegni del primo che del secondo Fondo, sono stati ef. fettuatl pagamenti per più di 100 miUoni di dollari. Un seminario per l 'emigrazione L'Associazione Nazionale Faml· glie Emigrati ha tenuto, n el giorni scorsi, in Roma, un Seminario di studi per la preparazione del per· sonale volontario del Servizio sociale specializzato per l'emigrazlo- RIFLESSIONI SULL'EUROPA Scrive uno studente tedesco su un tema di interesse comune Che motivi hanno indotto Charles de Gaulle a boicottare e paralizzare le trat· tative a Lussemburgo? Si trattava dell'introduzionc del principio maggioritario nella Commissione. Le richieste cui de Gaulle condizionava la ripresa delle trattative, erano, com'~ noto: che il diritto di veto continuasse a va lere; che la Commissione continuasse ad avere solo la funzione dì or· gano esecutivo del Consiglio dei Ministri; ed infine che Hallstein fosse rimosso dalla carica. In quanto all'ultima richiesta. non si tnlttava tanto della persona di Hallstein, quanto del desiderio di de Gaulle di pa· ralizzare l'attivitA della Commissione. Proprio di quella Commissione che, sotto la presidenza di Hallstein, aveva funzionalo tanto agevolmente. Forse de Gaulle sperava in un successore di Hallstein che gli fosse più devoto Come n~l fraucmpo siano state risolte tali nuestiooi è risaputo, e non c'è bisogno "' di illustrarlo in questa sede. Ciò che vorrei tentare di chiarire è che cosa può aver indotto de Gaulle a fare questt. passi·. Egli ha per caso paura cbe, · · con l'introduzione del sistema maworua· ~~· p:vv~~~onche co~~~~~~do~:~ taggio ad uno degli stati membri? Oppure ba cosl poca fiducia nei suoi partners da ritenere che, se gli fosse negato il contro!· lo sulla banca degt1• :nvestimenti - poic:M v• questo compito sarebbe devoluto alla Commiisone - egli diverrebbe vittima di oscuri maneggi? No, ambedue le considerazioni appaiono piuttosro prive di fondamento e indegne dj un uomo di stato. De Gaulle ha soprattutto la preoccupazione che, una volta privato della possibilità di influire direttamente sull'attività del MEC, debba subire una diminuzione della sovranità nazionale. Quest'idea fissa della sovranità na· zionale, che in effetti non possiede p~ù nessuno degli stari europei - come ha già dimostrato nel 19'6 la crisi di Sucz - può anche considerarsi la causa dei dissidi che allora si manifestarono nella NATO. Il fano che l'epoca degli stati nazionali sovrani in Europa sia definitivamente tramontata, de Gaulle non vuole riconoscerlo a nessun costo. Il suo sogno di un'Europa gollista e francese indipendente dagli Stati Uniti ~ mollo bello, ma almeno altrettanto pericoloso. Il risveglio da fantasticherie del genere viene per lo più inaspettato ed in modo piuttosto doloroso. Mi si potrà !one rimproverare una certa superficialità nel con· siderarc i vari problemi, ma ritengo che un politico consapevole di non aver più alle spalle l'assoluta maggioranza del suo popolo dovrebbe finalmente vagliare e soppesare le proprie concezioni politiche, tanto più che il socialista di sinistra Mitterand non rappresenta per de Gaulle un candidato tem1.b1·1e. ''':la il generale vive nella beau illusione che la Francia, staccata dalla sua persona, andrebbe incontro alla propria {ine! Ma che tipo di solidarietà ha saputo con· ferire alla compa~tine statale. se senza di lui tutto dovrebbe crollare! Sembra che Charles de Gaulle abbia esteso questa sua concezione anche al MEC ed in sostanza a tutta l'Europa. Sarebbe proprio ora che smettesse di giocare con i fantasmi e le idee nebulose ed affrontasse la dura realtà. Poiché - e questo de Gaulle dovrebbe finalmente capirlo - l'ingresso della Gran Bretagna nel Mercato Comune assicurerebbe ropa~~n~sognato.·ru·ente~~rela~~ . ooenooeiD.· L---------------------------------------------~ a~~~~~~~~m~~ ma e solida di quel che non farebbe l'adeAbb;um~anGo~ b l· sione della Francia. unione politka, ma solo un'unione cora dnu.a·. d oganale, · forse anch· e una <: amto ~ e ... viall temo molto p specie sogno e sono SICUrO che egli. contmuerà b che, se releghiamo' ·d al li di comun1t à econorruca. er il re. . . ne a penom ra questo l e e, g sto, ognuno resta liht-rn ,1; .,..,,.!...,_ ~ fare tutto .!1 posstbile per con- llntichi na21ionalismi ~iv:~mnPronnn De Gaulle. l'Europa e la N·l, 1\. T. o. E' compito gran tempo che singolo l'Europa - e questo ~ il di ogni cittadino - si liberi delle slrcttoie dei nazionalismi e del .,.,, ........... :.......:... n;.~... ~"· ---...1·nn 1• ·-r-eh; que italian~. :rerza possibilità: i CinSt rtvo,lgono alla Gran Bre-. renza stampa del 9 settembre, accordo sarebbe reA l:,zzaUn ·-•e IJal '""lo bile solo a condizioni olitiche e c· , . Pd. . be 1 . n P~ec!Se ~: prun~ 1 tut~o nnuncta a qualsiasi svtluppo m soprannazionale, secondo, rsenso ·r . d 11 d ll Iml ~ ?e e de }competenze e a 10 ali EFTA d di t~gna e . . p~oponen riprendere 1 negOZiati a Bruxelles al punto in cui erano stati inter. . od da . d rottl m m O arnvare a una ° 1• . · b il eone USIOne, CIÒ c e, senza veto francese, sarebbe stato possibile Commlsslone e MEC t rasf or- · dal l sm I9 6 2 Ri servand o na turamand O jn segreta . t 0 il O . li . ' · · · t · t na . c n~tg alo mente, alla Francia una sedia vuod et mtnts n erzo rtnunCJa · · · d '11a ' . ta per il giorno in cui djventasse prmctpto e maggtoranza ., · che sarebbe dovuto entrare in vi- ptu saggia. jJ di · • ..,.,_,..,..,....,.._,._,....,_,"'"'"On:---rt--r--aJt;:J!On~t~l :.uu---sugf1Wm---uu---.curupu non potrà sempre contare sull'ap· gollista e francese indipendente dagli Stati poggio amer icano, e che dovrà, Uniti ~ molto bello, ma almeno alrrerranto invece, in un'eventuale crisi futu· pericoloso. n risveglio da fanrasricherie del ra, t rovare aiuto e sostentamento genere viene per Io più inaspertato ed in solo dall'Europa. modo piuttosto doloroso. Mi si porri forse rimproverare urut cena superficialità nel considerare i vari problemi, ma ritengo che un politico consapevole di non aver più alle spalle l'assoluta ma~gioranza del suo AUTOCENSI MENTO popolo dovrebbe finalm~te vagliare e sopDE L P OPOLO EUROPEO pesare le proprie concezioni politiche, tanto p1"ù che il soclall'sta d•' s1'nistra Mitterand Da l 5 a 11'8 m non rappresenta per de G•ulle un candJ"dato . aggio sl è s volta " a Roma in Piazza del Popolo tcmibile. Ma iJ generale vive nella beata illusione che la Francia, staccata dalla sua una manifestazione imperniata sulla pubblica raccolta di fìrpersona, andrebbe incontro alla propria fine! me nel quadro della campagna Ma che tipo di solidarietà ha saputo condi autocenslmento del popolo ferire alla compagine statale, se senza di europ eo. Sul risulta ti d i quelui rutto dovrebbe crollare! Sembra che sta manifestazione, come di Charles de Gaulle abbia esteso questa sua quelle che le h anno precedute, concezione anche al MEC ed in sostanza sulle personallt.à ch e vt hanno a rutta l'Europa. Snrebbc proprio ora che aderito e sulle loro dich iara· smettesse di giocare con i fantasmi e le ztonl si riferirà nel prossimo idee ncbulose ed affrontasse la dura realtà. numero del giornale. Poich~ - e questo de Gaulle dovrebbe finalmente capirlo - l'ingresso della Gran Bretagna nel Mercato Comune assicurerebbe n quest'ultimo una posizione altrettanto ferma e solida di quel che non farebbe l'adesione della Francia. -·,·--~---...-~-=-----------=--,---:--:--.-:--:----~~~7"""-:--:--:--.-•u•~ -=-==""=""-"""''"'.-.....-""q "u r•-o er.""Iliena-.,utt \.UHlc l secondo FE si trova 1n an· later ale degU lnvestlmentl contro tlclpo rispetto alla su a tabella di l rischi di natura polltlca, quale marcia. Il suo ritmo di a ttività è elemento lndlspensabUe per lo svt. p articolarmente intenso, se lo si luppo e l'incremento del flusso raffron ta con quello d el primo In ternazion ale del capitali privaFondo; nel primi anni della Asso- tl con particolare riguardo a quel· ciarlone, Infatti, sono state adot· u' destinati a Paesi in via di svi· tate soltanto poche decisioni, 1n lup po. quanto la messa in funzione del Q t di hl 1 e è stata già r egolamen ti fmanziart h a p rovoca· uffic~!t:ent~ P~~:~t:.ta alle a u to· to al cuni ri tardi. Anche Il ritmo rità della BIRS. E' ferma con vln· delle realluazionJ con crete s i è zion e della CCI ch e la rapida rea· fa tto plà rap Id o: n el 1965, in f atti, lizzazione dJ un sistema ispirato a sia su gli impegni del primo che questo p rincipio sar à quanto m al del secondo Fondo, son o stati ef· efficace per mlgllorare n llveJJo fett uati pagam enti per p iù di too degli investlmentl esteri e per In · mlUonl di dollari. dirizzarll verso qu el Paesi dove è più sentito 11 fabbisogno di c&· gore prtmo . gennaio - per le U n seminario p er l'emigrazione pitall. decisioni del consiglio dei ministri· L 'unica soluzione giusta to · · 1· · L'Associazione Nazionale Faml· Seminario di st udi sui pro bleq uar • rmuncta a qua SJasr amglie Emigrati ha tenuto, n el giorni mi giurid ici pliamento delle competenze del Secondo me, questa è l'unica scorsi, in Roma, un Seminario di parlamento europeo. soluzione giusta. In Italia se ne studi pe r la preparazione del per· Sabato 26 m arzo si è concluso, · · · "à 1ar li sonate volontario del Servizio so- presso l'Ufficio l tallan o delle CoCiò segna la fine di quell'Eu- J.?COmmcJa gt . a P~ e, ma po ciale specializzato per l'em lgra%io- m unltà Europee, U seminario In· ropa che avevamo sog t 0 . . ticamente la Sltuaz.tone non è anna • mente Abb" h" unione politica ma solo ' · rora matura. laiDO ancora l, un uruone d Il' . di De Ga U d?ganale, _forse anch_e una specie sogno <: atutcbo li .u e ..à. via temo molto che, se releghiamo. E' gran tempo che l'Europa - e questo d1 comumtà econom.tca. Per H re- e sono stcuro'l e eg " èliberi il compito di ogni dei singolo cittadino e- del si f "bil contmuer ne 11 a penom h ra questo id eale, glll delle strettoie nnzionalismi 1 sto, ognuno resta libero di anda- fa are ~tto posst . e. per cohn- antichi na:Dionalismi divamperanno ' t t t t su<! ~terile iso!azionismo. che ostacolano la re per la propria strada. Ma che ermarct. ne11a conv~r.one c e di nuovo. attJvttò politica ed il libero scambio cui. "bil 1 .. questa sta la strada nugliore. . . , n zs marzo, presso la sede della s.J.O.J, a tnvoluzloni di tlpo nazionalista ancbe ~r:'l!=, rendendoli talvolta anche impossta poSSJ e tenere a ungo Unttl I ' d bb" naztonaltsmo e un male mol- ba avuto luogo una Tavola Rotonda or- In altri paesi, e particolarmente In Ger- Sibili. economicamente sei stati che 0 ntanto pero O 1amo stare . l · ganizzata dalla Gioventù Federallsta Eu- manta. .. n n · 1 t 10 · dia ché to contagtoso: O O supertamo tut- topea su • L'Europa, De Gaulle e la Se ~ vero, ha proseguito Sepi, che lin ** * se~ano una ea poliuca estera parti.~~ armen e guar . per ti _ senza eccezioni _ oppure N:'A.T.o . "· eu Europei non possono dipendere dal· umtaria è più che dubbio E la CrtSl attuale non detertOl'l dalla . d "ché La Tavola Rotonda, a cui hanno par- la politica estera americana, è anche Mi si porrebbe rimproverare di sem' · non bas . . .p . . avremo una nca uta, p01 non teclpato Piero Vtrorelli, Incaricato este- vero ~be l'unfca soluzione ~ quella dJ IT 1 d" r solo questo: nella situazione a te l rapporti tra l aes1 europe1. è p~sl'hile m ' 1·ettare nelle vene r:1 della Federazione Giovanile Socialista, un'effettiva In tegrazione dell'Alleanza P 1 Jca~ t;roPpo e cose e 1 es~.~ ars?b · · , d bb" d 1 d "" Armando Zlmolo, segretario n azionale Atlantica ch e si estenda dal campo mimentaz~om puramente . Pf<!S~a~ma te e, CJ tua le ogru passo avanti nell atSenza u 10, opo a secon a di una nazione forti dosi di na- della gioventù liberale Italiana, Italo lltare a quello della politica estera. che m• sareJ;>be a~sa• dtf~•c•le. confut~e. tuazione del mercato comune com guerra mondiale siamo diventati · al" h D'Agnanno, vice segret ario nazionale Tale Integrazione sarà t ut tavia possl- Prebso. t?et? dJ cons•derared,tl mio .tentauDv!' . . . . . . ., .' zton tsmo senza C e ne vengano della Federazione Giovanile del P.S.D.L, 'lllle solo se gli americani 51 renderanno pu tbhcJ_sttco <:Ome _una •mostraz•one_. •porta grosst sacriftct e dtfficoltà molto p1u saggt, ma non ne sono infettati anche i paesi vicini Franco Petrone, della tedelazione glo- con to che, per salvare l'unità del mon- mosrr:o-Jone c1oè d• quanto P?Co not apcompletamente sicuro· la saggezza · vanil e del P.C.I. Stefano SUvestrl della ilo occidentale devono essere essi stessi prendiamo a scuola sulla pohuca europea. p olitiche Queste si · . possono su- . . · . Il nazionalismo è il cancro che Commissione Nazionale Glova.nlle Radi· disposti a condivi dere con gli europei Penso che non sia tanto importante conoperare, ma 1 sacrifici si sopporta- St mcontra raramente nella stona ha . J h" E G cale. ~ stata aperta da u na r~tazlone del le rrandi decisioni dJ politica mondiale. sccre il numero esatto degli stami del ruli. .d dell'umanità UCOlSO a vece Ja uropa. uar. rappresentante della Gioventù Federali- D'altro canto la partnershlp ba senso pano quanto piurtosto almeno capire, fin da . è no SO1O quan d O Sl arumatt a un · di . fL- hé il . li sta, Mario Sepl. solo se l'Europa costituisce per gli USA quando si è giovani, gli avvenjmenti politici Se · d" · M è f l'"d d" 'E amoct a rtnc naztona smo L'orat ore dopo aver delineato le ori· un lnterlocutore vaUdo. . . . 1"d 1 ea e comune. Ciascuno t ncn, a non orse l ea l un U· · f ·, d 1 ul · gtnl dell'attuale crisi della N.A.T.o ., ba La soluzione gollista, perpetuand o la e':lroi>CJ, potché !-'0 g10r.no san\ senza clubprima di ogni decisione annotasse ropa unita questo grande ideale non. acc~a per ere . e tlme sost e - ch e la soluzion e prospettat a divisione tn na~loni, cond.anna l'Europa b•o nostro. comp1~o re~zz.are l'! .scopo ,per!l il d ll'ul · ' · h · h posstbilità dt salvare q sa dal da r aulle, ben lungJ dal risolvere all a subordlnazlone o alla fronda veUel- scguho da1 nostri gconon: un1f1care l Eusu un pezzo di carta 1 pro e e timo ventenruo, c e Cl al . , u pr ma della preponderanza ame- tarta e permanente. ropa. contro tenendo presenti solo i facilitato il superamento del ono- naufragto del! Europa. rieana tn Europa, ugraverebbe gll squl- Alla relazione dell'oratore federalista J urgen Goetz _ libri mondiali e aprirebbe la strada alla ~ seruita la dJscusslone fra i rappresen· propri interessi, dovrebbe risul- stto storico nazionalismo? TuttaPietro_.Quaroni prolileraztone nucleare nel continente tanti dei movimenti glovanUJ. UE De GanIle l'Europa e la lN·AT o HA E U AH n UE c!. A.N(JORA. SUI PROFUGHI DI ZIRNDORF AH • • d }' • b •• d li mllllstro e~ l Interni avarese Cl rlspon e politici, non potrebbe, neppw·e con gli Interni Bavarese una procedura allo spirito di questo trattato actutta la buona volontà, accogliere sempre anche troppo indulgente nel- cogliere generosamente i singoli • • senza limitazioni nuovi immigrati. la questione della concessione del di- membri di quei popoli europei che Per il resto mi si consenta di ri· ritto di asilo ai Sudtirolesi. collettivamente non possano anco. cordare che da parte italiana - soCon distinti saluti. ra esprimere il loro desidero di Egregi Signori, patriare i disoccupati inttodottisi 1l· prattutto di certa stampa italiana - Ministro degli Interni dello Stato ent rare nella Comunità Economica da sempre, la Repubblica Fede- legalmente. è stata rimproverata al Ministero de- Bavarese. Europea. Siamo d'accordo con Lei, rale Tedesca ha accolto con gene- Tuttavia il Ministero degli I nterni che anche gli altri paesi europei debrosità ;i perseguitati politici, dando Bavarese concorda con la redazione bono contribuire alla soluzione di loro un appoggio, perché si ricostruis- di « Lotta Federalista,. nell'ammet} questo problema. Saremmo felici se sero un'esistenza. La nuova legisla- tere che il rimpatrio forzato in un il Gov~rno. dello Stato Bavarese i~· zione _sugli s tranieri, entrata in vi- paese del Blocco Orientale possa • • • tervemsse m questo senso presso zl gore 11 1• ottobre 1965, non solo avere delle dure conseguenze anche Governo Federale a Bonn. . assicura un trattamento liberale agli ·t t 0 rr p In qua~to alla Sua osse~a.zwne 1 1 stranieri già residenti in Germania pe~ un n~>n p~rsde~ a P? d co.bl er Egregio Signor Ministro, le un peggioramento dello stato giu- sull'atte~:;grll!flento da parte t!' certa · h . . ·d· d r · · · · - stampa ztalzana .sullaf concesszone del ' cvJtare ctò, a1 1soccupatJ e 1 ocma contiene anc e una rego1amenta- co or·entale che non siano persegui- abbzamo ncevuto la Sua lettera rz zco eg z stramerz - m ogm rz. d" "tt d'asil . dt" . 1 0 0 tu :.rof 1 su zro1 zione moderna ed esemplare del di- t r1 rfc· e che in conseguenza del 19 gem1aio e La ringraziamo guardo confrontandola con il cor· !" t . 11 1 1 ritto d'asilo. a po . d"car .1 d" ·uo d" vivamente. Siamo molto lieti di ap- rispondente regolamento del 1938. ctb,;.erme tramo ard satpere. c ~l t t tt . l R b non possano nven l e l ICI l e d e cl1e Le"1 abb" l' h L . abb" l'"111 a tamo sempre con anna o SUl l • lt 1 1~ c. e ez non .D a ro can u aVJa, a epu : asilo, sarà data in futuro la possi- P~ 11 e~ ta . orra : nazionalismo italiano sia quello aublica Federale Tedesca non può n- bilità o di lasciare volontariamente, ~m~ t1;~ sospenf~ere. le esp_ '· ed tenz "' dz rzconoscere l profughr striaco. Siamo però dell'avviso che nunzia~e ad un co~troll~. e ~d ~a entro un congruo termine, la Re- 1 • r~nvu for~all. de1 nostr! co11cttta- economici . come. profuf5hi. politicì~ _ in attesa della fondazione della sorveglianza effica<:1 . ~ellu~m•grazJO- pubblica Federale Tedesca, oppure dtm europe~ dt ollre-cortt_na. . mentre net paf!St totalttan non SI Federazione Europea sola capace di n~. Le buone p~ss1b11;it~ d1 lavoro .e_ quando sussistano dei seri tenta- Non abbram<? messo tn dubbto fann<? que~te dtfferenze e tu!t.i, sen· proteggere efficacemente i diritti ina· dt . guadagno. es!stent1 ~~ Germama tivi per un'emigrazione oltremare _ che. la Repubbltca Federale Tedes_ca za ~tSfi!':ZIOne, ven~ono _colptlt dalle lienabili delle minoranze etniche _ attlrano molt1 di~occupa~1, sop:at.tu~- di soggiornare in Germania fino al lfbbra Sett!pr~ aCCf?l.to_ con _generostfà leggt dt ral!presaglra: Ct par~ però l'autonomia. proff!~Sa dall'l tal~ nel· to dalla fugosla\lla e dru . Paest. hm1: momento dell'emigrazione stessa. 11 t persegUitatz poltltet, ~ et. rallegrta- elle a questt profughi economtcf pos- l'Accl!rdo dt Pa!1g 1 venga reali~ata trofi dell Est. I !avoraton Jmm•grati. bi m potrebbe essere ·solto p·· bo che la nuova leg!Sla.zwne sug/r sa essere dato tl permesso dt sog· tramtte trattat 1ve tra l'Austna e illegalmente, che dichiarino di es- pr~ e a .n . IU stranieri del 1• ottobre 1965 - il giorno e di lavoro. Nel preambolo l'Italia e non tramite atti di vio sere venuti in Germania soltanto in facJ~ente se anch~ ~~~ ~aes• eu· cui testo purtroppo non ci è noto - al Trattato di Roma si legge ch e lenza. La questione da decidere è vista delle migliori possibilità di gua- r<?pe1 e~ e traeur<?pel Sl dichtarasser~ assicuri un trattamento liberale ai i firmatari invitano gli altri popoli quindi, se i sudtirolesi organizzatori dagno, non possono e~o;er~> cono;ir!.-r'ltj dtspos_h ad o~p1tare una P~rte d1 profughi europei. Ci permettiamo pe- d'Europa, che professano gli stessi o esecutori di attentati siano d(l emigrati politici. Anche gli altri Pae- tah dJsoccupatJ. La Repub_bhca Fe- rò di segnalarLe clte la Frankfurter ideali di libertà e di pace, ad en- trattare come profughi politici o no. sì democratici dell'Occidente si ri- derale, che ha già dato as1 lo a mi- Allgemeine Zeitung del 9 dicembre trare nella Comunità Economica Eu- Le porgiamo, egregio Signor Mi· servano tutti il diritto di far rim- lioni di profughi e di perseguitati 1965 ha cosiderato questa nuova leg- ropea. Corrisponde quindi senz'altro nistro, i nostri distinti saluti. HA EU t °• 1 1 1 e llOI eone u d.Iamo c·e · u1; h' lr---------------------1 • Lotta Federalista ,., per garantire In modo assoluto la propria indipendenza politica e finanziarla e ht propria caratteristica di voce di base, s•• data una nuova orga nlzxulone che comprende il gruppo del • promotori ,. del giornale ed una Direzione con la relativa Redazione. l promotori, che non sono Iscritti ad alcun partito politico nazionale, curano l'autofinanziamento del giornale e ne gan~ntiscono e fanno rispettare l'assoluta indipendenza da qualunque partito o ideologia nazionale. PROMOTORI M. Colonna, G. L. del Bono, M. D'Urso, H. Goetr. ABBONAMENTO ANNUO Ordin1rio: 500 Benemerito : 1.000 Sostenitore : 5.000 Fondatore : oltre 10.000 DIREZIONE : Brugnoli, Colonna, del Bono, D'Urso, Ercolanl ( responsabile), Goetr, Parola. REDAZIONE : Burlone, De Angelis, Di Girolamo, Ermlnl. Registrazione Tribunale di Roma n. 103B3 In data 9-6·1965 Ree. postale: Largo San Godenzo, 3 ROMA Soc. A. B E.T.E.• ROMA ouua aen <eRtiLisua .\~~ 0 l\' · :'\. -l·5 · I.UG I.IO·O'l''l 'O I:HU<: 19()6: CX.A. CO P1.\ L . 100 BD1ES1'HJ\I,J•: PEH GJ.I ~T.\TI l'.XITI D"El'HOPA PER un con&REsso 81 uoLuzmn 1810,____,o_o,_o l RIMEDI Che fare dunque? Ecco l'esigenza di un congresso rivoluzionario, ecco l'esigenza di cambiare radicalme nte rotta, ecco la p ossibilità che si offre finalmente a lla segreteria e uropea M.F.E. - che ta le. infausta situazione ha eredita to - di sanare alla base la situazione. E in che modo? Si torni alle origini ed alle UE Esigenza di unaScuolaEuropea AH fìnalità dd Movimento F..:dernlis ta; si consideri il suo nome stesso - «movime nto » - con il quale si intendeva affermare un~• differenziazione da i partiti nazionali, non solo in quanto nazionali, ma in quanto strutturati « gerarch~carnente » c «autoritariamente "• faccndun<! un movimento coordinatori.!, un crogiolo di gruppi, centri, attività federaliste. Se è vero come è vero, che il federalismo, quale nessun'altra corr<•nte politica al mondo, ha come sua principale fin alità la promozione di libere comunità federalisticamente strutturate, ebbene, che il federalismo struuuri se stesso iu base a libere comtmità, sia fedele, nei suoi mezzi c nelle sue organ izzazioni, alle sue splendide fi. nalità. LIBERE COMUNITA' Si badi che ciò che si chiede non è poco c non è facile. Sì chiede che il Movimento Federalista si ristrutturi in modo rivoluzionario non piL• s u sole sezioni, quali finora intese, ma anche su gruppi, centri, associazioni, &iorna!J, correnti. Dia, li Movimento Federalista. libero corso alle pressioni lcdcraliste di base togliendole a quelle che troppo spesso sono le forche caudine delle sezioni dci centri di potere c di interessi, finora creatisi nell'ambito federalista a s uo danno involontario. Accetti c promuova qualunque gruppo si autoorganizzi, in qualsivoglia sperduta località o nel più disparato settore di lavoro, valutandone l'efficienza soprattutto dalla sua autonoma capacità di vita, il che equivale a dire dalla chiara volontà federalista dci suoi componenti, senza imporre né richiedere inizialmente tcsscramcnti, al>scmblee e controlli. Chieda sollanto, il Movimento Federalista, - c per esso la sua segreteria - a questi gruppi, che comunichino continuamen te la propria attività, in modo che questa pos<;a essere immcdiat~ m entc conosciuta da tutti gli a ltri gruppi o sezioni; invii continuamente a tali gruppi il ma· teriale propagandis tico di cui dispone o che dovesse pervenirgli dalla periferia, in modo che ogni gruppo non solo conosca LA DIREZIONE Un impegno per i federalisti a Torino: "Mirare alla costituzione di una Autorità europea della ricerca scientifica e dell'insegnamento universitario, U HA E UE AH Fin qui le constatazioni. E le diagnosi? queste possono essere brevemente riassunte affermando che il federalismo paga oggi lo scotto per avere in troppe occasioni tradito la propria coerenza ed i propri principi, applicando il pericoloso sistema - tipico della politica nazionale del "fine che giustifica i mezzi "· Fautore non solo dell'abolizione delle frontiere fra gli Stati nazionali, ma dell'autonomia delle varie comunità europee- fOl>· sero esse regionali, ciuadine, di lavoro o altro - fau tore di u na politica «aperta , di base, fautore a ltresì di una politica intesa a diffondere ovunque una collaborazione paritaria, il federalis mo si è trovato lentamente atrofizzato e limitato ad alcuni dei principali centri europei, sot· toposto troppo spesso agli interessi di piccoli gruppi impegnati solo a mantenere un cosidetto « controllo » s u tali sparuti r esti; controllo che na tu ralmente era tanto più facile quanto più sparuti erano i resti di tale federalismo. Da m9vimento profondamente e radicalmente democratico il Movimento Federalista si è conseguentemente in troppe località trasformato in movimento aristocratico, in cui cioè certe persone, convinte di avere il diritto o il dovere di «giudicare» e «controllare» gli altri, hanno creato, tra i ristretti quadri dirigenti ed il terreno di base, cioè le popolazioni tra cui si lavora, un diaframma insuperabile vero settore divisorio tra la presunta EU DIAGNOSI DJ UNA CRISI perda il controllo del Movimento; quind i tali masse devono essere tenute in « sottordine »; se si acce t la la costituzione di troppe sezioni M.F.E., l'assemblea regionale di queste può portare a l potere nuovi cent•·i federalis ti che non siano quelli in cui si vive c si predomina: dunque, meglio limitare severamente il numero dci centri federalisti provinciali in costituzione; se il sig. X cntJ·a nel federalismo, fautore cn idee nuove, anche se giuste, c'è caso che le sue idee suscitino adesioni tali da togliere a noi il " controllo " del federalismo, a noi che ne siamo gli aristocratici depositari, e che vogliamo restarlo ». E così via. Si è travisato, in secondo luogo, il concetto di «cultura », sia quella politica e storica sia quella letteraria, usandola quale pretesto per rafforzare assai discutibili posizioni di potere ed approfondendo l'abisso tra i cos idc tti «colti » e gli « incolti ». Se la cultura è intesa in ques to senso, se ne fa veramente il pcggior uso che si possa immaginare, se ne travisano le finalità, la si riduce al rango di pseudo coltura; perché vera cultura è solo quella che - facendo progredire sui lib.-i le conoscenze cd esperienze di un uomo alla luce delle conoscenze ed esperienze a ltrui - lo fa sempre più umile nei dguardi del propt;o consimile, sempre più disposto a comprenderne problemi ed esigenze, sempre più convinto dell'importanza fondamentale della sua COLLABORAZIONE. Paradossalmente si può affermare che la cultura è tale solo in colui che si sente per essa al servizio dei s uoi consimiLi, cons iderati nella doppia fondamentale veste di finalità di ogni s ua attività e fonte di ogni vera conoscenza, con i loro problemi di tutti i giorni, il loro lavoro, il loro nucleo famiLiare e sociale. HA Il congresso del Movimento Federalis ta Europeo (M.F.E.), ch e si apre a Torino in questo ultimo scorcio di ottobre, riveste o dovrebbe rivestire una particolare importanza, non solo perché è la massima assise degli esponenti di quel pensiero e di quelle finalità, che, a tutt'oggi, si sono rivelate di gran lunga le uniche capaci di risolvere i principali problemi europei e mondiali, ma altresì perché esso si verifica in un particolare periodo •congiunturale» del Movimento Federalista, quando cioè questo, pur vedendo universalmente riconosciuta la propria validità, non trova più in se s tesso l'energia per approfittare di questa favorevole sitanti federalisti nei venranni testé tuazione, frutto degli sforzi di trascorsi. Crisi di attività, dunque, crisi di idee, crisi di volontà, ciò che vuoi dire crisi di uomini. L_'EU_ROPA ECONOMICA, L'EUROPA DELLA CULTURA (co111i11ua a pag. 2) ln SUIIIIPPO delle COIIIRITI' di ROSARIO ROMEO l 'importanza deiia cooperaziond culturale tra i paesi europei scaturisce dal concetto stesso dell'Eu· ropa come unità civile fondata su un comune patrimonio di valori sto· rici e ideali; ed è stata ripetutamente riconosciuta in sede ufficiale. Così. la conferenza del capi dì s tato e di governo riuniti a Bonn il 18 luglio 1961 decise la creazione di un consiglio formato dai ministri dello pubblica istruzione dei vari paesi e dai rnmistri competenti per le relazioni culturali con l'estero, e la stipulazione dì una serie di accordi per lo sviluppo de lla collaborazione culturale, specialme nte a livello universitario. A sua volta, il Parlcmento europeo il 9 maggio 1963 approvava una risoluzione che. richiamandosi alla dichiarazione emessa a conclusione della conferenza dì Bonn. ne sottolineava il carattere di impegno morale da parte dei capi di stato o di governo; rilevava che i trattati istitutivi delle comunità europee non sono stati ancora interamente applicati nelle parti relative alla cooperazione culturale; e invitava perciò i governi a creare nel prossimo awenire • glì organi indispensabili per promuovere una politica di collaborazione culturale fra i paesi della Comunità •. insistendo sul principio che una delle basi della collaborazione deve • essere costituita da un sufficiente parallelismo degli studi e dei programmi d'insegnamento a tutti i livelli •. In effetti, nella sua ·~latlons preparatoria l'on l)e Blocl< aveva rilevato come a ciò s i potesse giungere mediante una polìtica diretta a garantire la equivalenza dei dipbmi e delle lauree rilasciate nei vari paesi. onde consentire il recl· proèo riconoscimento; e come a tal fine occorresse elaborare programMi che fissassero • il minimo ne· cessario ai fini della laurea e del do_ttorato per ogni specialità •. laSCiando poi alle varie università di • !ar di più •, quando volessero megho Q:.talificarsi e specializzarsi. An· che nel . settore della ricerca scien· . ~~ della collaborazione culturale. e sulla misura dell'impegno politico necessario perché possano essere realizzati sostanziali progressi !n que:sta direzione. Anche nei settori in cui. come già riconosceva la relazione De Block. la equiparazione dei titoli e dei diplomi concessi nei vari paesi appare più agevole, come sono quelli dell'ingegneria. della chi· mica, ecc., la fissazione dei programmi comuni necessari ad assicurare in ogni corso di s tudi il ~ minimo necessario • perché i dì· ploml nazionali abbiano validità europea presuppone infatti una larga redistribuzione dei docenti e dei mezzi di ricerca. Dalle finali tà e dai compiti didattici e di ricerca a cui oggi sono indirizzati nei vari paesi, molti di essi dovrebbero essere spostati in fu nzione delle nuove finalità e degli impieghi determinati dai programmi comuni europei: e già questo comporterebbe rilevanti modifiche nell'ordinamento del personale addetto alle università e ai centri di ricerca, nelle sue remunerazioni, e anche nei metodi d'h1segnamento. Il coordinamento della ricerca scientifica, poi. richiederebbe una programmazione comune della attività di organismi come il Centre National de la Recherche scientifique francese, il Consiglio delle Ricerche italiane e altri organismi similari deglì altri paesi; mentre nelle discipline umanistiche e giuridiche l'unificazione dei programmi d'insegnamento s lo puro nella miaura richiesta per ~ss icurare il • minimo necessario • illustrate nella relazione De BlocK. e con il più largo rispetto, per Il resto. dell'autonomia un iversi tar i ;~. che In una struttura comunitaria e fe::lerale dovrebbe avere necèssa· 1i:lmente margini assai ampi - presuppone l'accettazione di una serie di principi comuni in settori estremamente delicati come la storia. il diritto. la letteratura. su cui dovrebbe poggiare il fondamento della cosci~n.za morale e poli~ica della che avrebbe conseguenze di grande rilievo, sia nel garantire una comune formazione europea delle classi di rigenti dei vari paesi, s1a come strumento per porre rimedio alla inferiorità europea rispetto al mondo americano e sovietico in fat· to di ricerca scientifica, sia, infine, per facilitare lo scambio di dirigenti e di tecnici nell'ambito europeo. Ma appunto per questo la creazione di una siffatta Autorità europea della cultura e dell'insegnamento universitario merita di esser posta come grande obiettivo politico del movimento europeo. analogamente a ciò che fu fatto in passato per la creazione de lla CECA e del Mercato Comune; e intorno ad essa vanno mobilitate tutte le forze politiche dell'eu ropeismo. l 'entità del problema, l'interesse diretto che esso riveste per la cerchia larghissima dei ceti colti e degli studenti universitari di tutti i paesi giustificano certamente una grande battaglia politica in questa direzione; ed essa potrebbe avere una capitale Importanza come tema politico per il ·rilancio' dell'europeismo nella fase politica attuale. e come strumento di lotta contro lo scetticismo che viene ingenerato dalle difficoltà sorte negli ultimi an ni in seno alla comunità. L'appello alle forze politiche non è e non vuole essere certamente un tentativo di sfuggire alle responsabilità che in questo settore spettano agli uomini di cultura e agli intellettuali europei. ai quali, come docenti e comt' scrittori, spetta dì dare Il loro pieno appoggio a una campagna diretta a informare l'opinione pubblica su questo problemi, e a superare le resistenze opposte dalle vecchie abitudini mentali; ma è doveroso sottolineare. d'altra parte, che solo sul piano politico possono essere realizzati obiettivi che investono problemi di potere cosi vasti. ACcanto alla unificazione delle strutture economiche cosi energicamente promossa dal mercato comune. la unificazione eurooea sul empre-ptu convnr dell'imp01·tanza fondamentale della s ua COLLABORAZIONE. Paradossalmente si può affermare che la cultura è tale solo in colui che si sente per essa a l servizio dei suoi consimili, considerati nella doppia fondamentale veste di fina lità di ogni sua attività e fonte di ogni vera conoscenza, con i loro problemi di tutti i giomi, il loro lavoro, il loro nucleo familiare e sociale. I RIMEDI Che fare dunque? Ecco l'esigem-a di un congresso rivoluzionario, ecco l'esigenza di cambiare radicalmente rotta, ecco la possibilità che si offre finalmente alla segreteria eut·opea M.F.E. - che tale infausta situazione ha ereditato - di sanare alla base la si tuazione. E in che mo· do? Si torni alle origini ed alle que E;~ ruppo si auloorgantzzi, in qualsJvoglia sperdu ta locali tà o nel più disparato settore di lavoro, valutandone l'efficienza soprattutto dalla sua awonoma capacità di vita, il che equivale a dire dalla chjara volontà federalista dci suoi componenti, senza imporre né richiedere inizialmente tesseramcnti, a!>semblee e controlli. Chieda soltanto, il Movimemo Federalis ta, - c per esso la sua segret<!ria - a questi gruppi, che comunichino continuamente la propria attività, in modo che questa pos<>a essere immediat<'mcnte conosciuta da tutti gli altri gruppi o sezioni; invii continuamente a tali gruppi il materiale propagandistico di cui dispone o che dovesse pervenirgli dalla periferia, in modo che ogni gruppo non solo conosca LA DIREZIONE (contir?Ua a pag. 2) LO SVILUPPO delle CODlUHITA' UE HA E U AH solo quella economica, perché tut te le assemblee di derivazione popolare tendono ad essere sovrane. 1 federa liSI i, che dovrebbero essere i patrioti europei, sono pochi, dispersi, impe$Oiati in beghe personali, angust•ati da pcrsonalismi, senza capi e senza direzione. Forse mancano i fondi ma forse neanche vengono cercati c quel poco che c'è viene mal speso mancando idee chiare c pn..><:is•onc c :;agge.1.7.a nell'azione. Una campagna su larga scala a lavore del Parlamento Europeo sarebbe comunque piccola cosa se non :;i decide di ~mettere di pregare c di ,·olct influire dall'esterno: i fcderalisu de\ ono ormai mirare ai comandi in çoncorrenza coi pnrtiti na;ionali, la nazione europea deve avere una vece politica. Lo S\ iluppo delle materie contemplate dai trattar i sembra che debba essct·e limitato. Quasi tutta l'economia dci Sci è dcnt ro la competemm giuridica delle Comunità. Lo stesso dicasi per il campo sociale. Ma siamo ancora tanto poveri, ci sono ancora tanti disoccupati. Nòn c'è dubbio che in questo campo le Comunità rispondono abbastanza cOìcacementc, ma si porrebbe Care di più in intensità. in profondittt. Soprallutto si pou·cbbe procedere ad un mag~ior accentramento nel campo delle politiche comuni previste nel trattato CEE. Non si vuole il dirigismo ma si attui più efficacemente e più direttamente ciò che gli scienziati della economia possono suggerire. Ciro Burlone EU AH Sembra che ormai tutto sia compiuto nelle Comunità. Il mercato comune industriale ed agricolo è stato raggiunto: uno scadenzario preciso è stato stabilito per esso. Anche per il mercato comune dei servizi, cioè il libero stabilimento delle professioni, è stato fissato l'anno 1970 come termine ultimo per il suo completamento. Sembra che quasi più niente resti da fare. Tra qualche anno le Comunità avranno la loro vita normale, marceranno a tutto regime essendo finito il periodo transitorio. Si stabilirà una certa " routine • e tutto andrà avanti fino a quando una sia pur piccola crisi dei Sei su scala eu1'0pea o mondiale non ne venga a turbare la vita. Si può dire, però, che in tal modo i trattati sono stati attuati? No, non sono stati attuati. Il loro contenuto può essere diviso in due parti. In una prima esso è statico, re~ola delle materie e pone dei limiti, è precettivo. I n una seconda parte esso è indicativo, dice ciò che è da farsi ma non obbligatoriamente c riguarda soprattutto il suo sviluppo: svi luppo istiruzionale, estensione delle competenze, accenn·amcnto delle politiche comuni, estensione dei legami comunitari ad altri stati europei. Lo sviluppo istituzionale. C'è in vista la fusione degli esecutivi che, di volta in volta, ad ogni riunione dci Ministri, viene rinviata. Ci sono notevoli disaccordi sulle persone e sulle cariche della nuova Commissione unica. Hallenstein non è gradito a De Gaulle. Forse Del Bo potrebbe accontentare tuili e la scelta sarebbe ottima. Non perché italiano ma per la schietteza dello spirito democratico della persona, per la sua prontezza e decisione nel comando, per l'attaccamento all'Europa. Ma qucst'uJtima caratteristica potrebbe far adombrat-e De Gaulle. L'altro problema istituzionale, che giganteggia nell'atmosfera comunitaria, è quello del Parlamento Europeo, cioè la sua elezione a s uffragio universale diretto e l'ampliamen to delle sue funzioni. La sua soluzione trova ostacoli insormontabili nell'opposizione dc11'etcrno Generale. Ma gli altri che fanno? Nulla o quasi. I singoli govern i sono portati spontaneamente a non veder di buon occhio un'assemblea sovrannazionale che, in nome di un interesse comune europeo, potrebbe controllare la loro politica, c non te dei capi dJ · stato o di governo: rilevava che ì trattati istitutivl delle comunità europee non sono stati ancora interamente applicati nelle parti relative alla cooperazione culturale: e invitava perciò i governi a creare nel prossimo avvenire • gli organi indispensabili per promuovere una politica dì collaborazione culturale fra ì paesi della Comunità •. insistendo sul principio che una delle basi della collaborazione deve • essere costitl.lita da un sufficiente parallelismo degli studi e dei programmi d'insegnamento a tutti ì livelli •. In effetti. nella sua ,·elaz:ion~o preparatoria l'on Oe Block a11ev8 rilevato come a ciò si potesse giungere mediante una politica diretta a garantire la equivalenza dei diplomi e delle lauree rilasciate nei vari paesi. onde consentire ìl reciproco riconoscimento; e come a tal fine occorresse elaborare programmi che fissassero • ìl minimo ne· cessarlo ai fin i della laurea e del dottorato per ogni specialità •. la· sciando poi alle varie università di • far di più •. quando volessero meglio qualificarsi e specializzarsi. An· che nel settore della ricerca scientifica la re lazione sottolineava i notevoli progressi ottenuti dalla collaborazione europea nell'ambito del· l'Euratom e dell 'industria carbonifera. e suggeriva. sia pure su un piano più generico. l'utilità e op· portunìtà che legami di collabora· zione nella ricerca e nell'acquisto delle più costose attrezzature si stabilissero anche tra le varie uni· versità europee. UE e~~nzl!, HA sero esse regionali, ci ttac.Hne, d i lavoro o a ltro - fautore d i una politica «aperta ,, di base, fautore altresì di una politica intesa a d iffondere ovunque una collaborazione pari taria, il federalismo si è trovato lentamente atrofizzato e limitato ad alcuni dei principali centri europei, sottoposto troppo spesso aglì interessi di piccoli gruppi impegnati solo a mantenere un cosidetto « controllo , su tali spamti resti; controllo che naturalmente era tanto più facile quanto più spar uti erano i resti di ta le federalismo. Da mavimento profondamente e radicalmente dem ocratico il Movimento Federalista si è conseguen temente in troppe località trasfor mato in movimento aris tocratico, in cui cioè certe persone, convinte d i avere il diri tto o il dovere d i «giudicare» e «controllare» gli a ltri, hanno creato, tra i r istret ti quadr i dirigen ti ed il terreno di base, cioè le popolazioni tra cui si lavora, un diaframma ins upera bile vero settore divisorio tra la presunta superiorit à, d a un la to. d i persone « colte», « po lititicamente p reparat e», conosciute nell 'am bito federalista », « poli ticamente qua lifica te» ecc. ecc., e la massa degli " incolti », dei « non impegnati », degli " sconosciu ti nell'ambito federalista ,. ecc. ecc. dall'altro. A ques t'ultima categoria veniva continuamente r infacciata - e non occorre farlo a par o le - la propria posizione di « p lebei » d inanzi agli aristocratici del federalismo; si faceva loro ben comprendere la differenza di casta - ergo la necessità che le caste infedori obbedissero e si sottoponesset·o al controllo delle aristocratiche minoranze al potere. Vecchia storia, che si ripete dall'alba della vita dell'umanità, quando esigue m inoranze di " principi » e « aristocratici » navigavano di costa in costa tentando continuamen te d i imporre la propr ia a utorità stùle popolazioni incontrate, facendosene strumento per le proprie am bizion i e per le prop r ie guerre. Ma, nel caso particolare del federa lismo, vi è a lmeno u m1 « osmosi » in questo diaframma fra caste? E' possib ile dalla massa dei più, passare alla casta privilegiata dei " principi ,. e dei " controllori »? Tale possibilità esiste, in effetti, solo se, da parte dei primi, si accetta d i appoggiare i particolari « interessi , delle piccole caste privilegiate al potere; ciò non è democrazia, non è federalismo e non può che portare ai risultati a cui siamo giunti: quasi alla sparizione del Movimento Federalista come forza politica efficiente. L'ERRORE FONDAMENTALE A questa situa7.iooe non si è arrivati per cosciente volontà di a~cuno, salvo sporadiche eccc7.iont, ma semp licemente per avere abbandonato i principi base del federalismo, per essere r icorsi, come si è detto, a l sistema del « fine che giustifica i mezzi "· Si è avu to paura, a nzitutto. ì'· Se noi ammettiamo nel fccleralSmo attivo - si è pensato - le masse provenienti d al C.P.E. o ~all a e~mr.agna di raccolta delle trme, c ptu che probabile che si (colllinua a pag. 2) Il versitari di tutti l paesi giustificano certamente una grande battaglia po· litica in questa direzione; ed essa potrebbe avere una capitale Importanza come tema politico per il 'rilancio' dell'europeismo nella fase politica attuale, e come strumento di lotta contro lo scetticismo che viene ingenerato dalle difficoltà sorte negli ultimi anni in seno alla comunità. L'appello alle forze poli· tiche non è e non vuole essere certamente un tentativo di sfuggire alle responsabilità che in questo settore spettano agli uomini di cultura e agli intellettuali europei. ai quali, come docenti e comr scrittori. spetta di dare il loro pieno appoggio a una campagna diretta a informare l'opinione pubblica s u questo problemi, e a s uperare le resistenze opposte dalle vecchie abitudini mentali ; ma è doveroso sottolineare, d'altra parte, che solo sul piano politico possono essere realizzati obiettivi che Investono problemi di potere così vasti. Accanto alla unificazione delle strutture economiche cos i energi.camente promossa dal mercato comu ne. la unificazione europea sul piano delle univers ità e della ricerca sarebbe un passo decisivo per la creazio11e di una scuola europea a tutti i livelli. cioè per la K R E M S, Eui:up:tlpbJitz S udnrol•rpla n St~otlffr 1vr \ E' MANCATA UNA VOLONTA' POLITI CA ProDoste. wtte, ben fondate, e dì ìndiscutibile utilità ai fini gene· rali del progresso degli studi e della cultura in Euroi)a. E tuttavia. esse non hanno condotto a nessun risultato di rilievo. e gli studi universitari c la ricerca scientifica con!inuano a procedere nei vari paesi per vie separate. nonostante la sempre più chiara coscienza della i.·rimcdiabìle interiorità ·della ricerca scientifica praticata in Europa rispetto a quella sovi'3tica e americana. in relazio ne ai mezzi disponibili nell'ambito delle singole co· munità nazionali. Evidentemente è mancata una volontà politica europeista così energica e così consapevole dei propri obiettivi da Imporre la realizzazione delle proposte sopra ricordate: ma proprio questa constatazione deve indurre a una più approfondita riflessione sulla reale entità dei problemi da affrontare e da risolvere sul piano Questo matrimonio Questa, in sostam.a, fu la risposta della delegazione francese alla Gran Bretagna, durante i negoziati per l'entrata di quest'ultima nella Comunità Europea, l'organizzazione internazionale elle allora, e lttt tora, costituiva la forma di collaborazionismo sovranazionale 111eno lontmw dall'ideale ultimo di 1111a unione politica europea. Ma se apparentemente il ri{iwo rispecchiava una ben precisa posizione politica, ricca peral tro di notevoli i111eressi econornici, del « Do11 Rodrigue::. ,, in terra di Francia, nella so.Hanza llascondeva wt generale accondiscime11t0 alle tesi francesi di gran parte delle classi politiche di llltli gli altri Paesi comunitari. elle, para11dnsi dietro minati dal programmi ' comuni europei: e già questo comporterebbe rilevanti modifiche nell'ordinamento del personale addetto alle università e al centri di ticerca. nelle sue remunerazioni. e anche nei me· todi d'i11segnamento. Il coordinamento della ricerca scientifica, poi, richiederebbe una program mazione comune della attività di organismi come il Centre National de la Recherche sclentifique francese, il Consiglio delle Ricerche italiane e altri organismi similarl degli altri paesi; mentre nelle discipline umanistiche e giuridiche l'unificazione dei programmi d'insegnamento sia pure nella misura richiesta per assicurare il .. minimo necessario • Illustrate nella relazione De BlocK. e con il più largo rispetto, per il resto, dell'autonomia universitaria. che in una struttura comunitaria c federnle dovrebbe avere necéssa•ì:Jmente margini assai ampi - presuppone l'accettazione di una serie di principi comuni in settori estremamente delicati come la ~toria, il diritto. la letteratura. su cui do· vrebbe poggiare il fonda mento della coscienza morale e politica della classe dirigente europea. Insomma, sarà necessario incidere profondamente nella burocrazia universitaria. nei piani di finanziamento della ri· cerca. nella impostazione di prin- la figura di papà De Gaulle, ma~clleravano prudentemente 1111 net lo atteggiamento « non-e11ropeo •· 11 Governo francese, con la sua presa di posizione, si eresse, 11011 u/ficialmewe, né contrastato, come difensore de1/a Piccola Europa dal leone britannico: si temwa, allora, il prestigio del/'Jngllilterra a111eguerra, dominatrice dei mari, dei cor1t iuenti, delle economie e delle politicl1e di gran pa r te dei Paesi europei, per il prestigio dei singoli Paesi comu11Ìtari, ma si dimostrava, contemporaneamente, la nella il!capacità da parte delle delegazioni di compre11dere a pieno la situazione, Luigi Ermlnl (COII/illlla a pag. 2) DA "IUROPAPLATZ11 A "SUDTIROLIRPLATZ,, l Come una legittima esigenza autonom ista si tr asforma In ottuso conserva torismo antleuropeo per le egoistich e politich e nazionali e le sempre r isorgenti componenti razziste e nazionalis te. cipio dell'insegnamento: ed è dunque vano sperare che tutto ciò possa essere compiuto dalle burocrazie dei vari Stati e anche dalle stesse clas::i politiche nazionali. impegnate, oggi, a fronteggiare in questo settore problemi gravissimi per ciascun paese. e inclini perciò o considerare la collaborazione eurooea come fatto marginale. e solo in funzione di una impostazione pu•amentc nazionale dei problemi della cultura. PER UNA AUTORITA' EUROP EA DELLA R ICE RCA SCIENTIF ICA Perché si realizzino progressi sostanziali occorre dunque mirare alla costituzione dJ una Au· torità europea della ricerca scien· ·tiflea e dell 'insegnamento universitorio, dotata dei necessari poteri In materia di personale . di finan?lamenti e di programmi. Si tratta di un obietti vo di prima grandezza, formazione, accanto all'Europa eco- nomica. di un'Europa della cultura, vivente anche nelle istituzioni e nello spirito delle grandi masse, e non solo nelle manifestazioni culturali di ordine più elevato. Ma perché ì gruppi politici dirigenti assumano il grave impegno richies to da questi obietlvl è necessario che le forze di opinione. dal giornali europeisti agli scrittori e al giornali orientati in senso favorevole all'idea europea vengano gradualmente mobilitate per questa battaglia: e. com'è ovvio. non solo in Italia. Non è certo un compito faci le: ma anche il tipo e la vastità delle reazioni che una iniziativa politico-culturale In questa direzione potrà suscitare. servirà da Indice della s'ensibllità e del vigore de ll'opinione europeista in questo mome nto diffici le per l'Idea europea. ROSARIO ROMEO Professore Storia Mod. All'Università di Roma QUASI UNA MOZIONE UATTRO TESI PER TORINO di ANDREA CHITI BATELLI La prima di queste concerne La strategia federalista nella lotta per l'Europa" (relazione Albertini). l. - Il Movimento federalis~a è e deve restare una formazzone politica, e una. formaz.ione politica di opposrzwne nspetto al bolso europeismo ufficiale. Ora l'attività politica, a differenza della cultura politica, non si caratterizza attraverso delle idee, ma attraverso un'azione al servizio di queste. Esiste un'azione prOJ?ria dei federalisti e un'azione msieme efficace ~ capf}ce d_i q'1al!fica~si come opposzzwne a1 regzmt nazwnali, come movimento della Costituente Europea? Non ancora. Il « Censimento », erede della ,, Campagna», ha ereditato anche i difetti di questa; chiama i cittadini ad aderire genericamente ad una idea, non a partecipare ad un'azione (e perciò recluta anch'esso non di rado i propri ader.enti fra gli europeisti più moderati e perfino fra i governanti). Per modificare questo stato di cose occorre che il Censimento sia essenzialmente concepito come reclutamento di cittadini disposti a radunarsi periodicamente in massa, provenendo da vari Paesi, nelle varie capitali nazionali, alle sedi delle Comunitt>. o dove si riterrt>. opportuno, per inscenare violente manifestazioni di protesta contro l'immobilismo governativo e per la Costitue~tte europea. 2. - Solo allora, una volla creato lo strumento che dia ai federalisti una forza propria, essi potranno organizzare wt dialogo, una collaborazione, tm rassemblent delle forze nazionali aperte all'idea europea (il « Fronte Democratico Europeo») senza rischio di restar prigionieri del generico europeismo di queste, fatto solo di parole - nel qual caso il Fronte sarà solo un alibi per la nostra pigrizia - e anzi col proposito di organizzar/e, di costituirne il nucleo direttivo, di dirigerle v erso un piano preciso di graduali realizzazioni (fusio11e delle Comunitt>., elezioni dirette del Parlameuto Buropeo ed estellsione dei suoi poteri. allaream~n- Il secondo tema di Torino è .. L'Europa nel mondo» (relazione Gouzy), cioè la politica estera della Federazione Europea. Alcuni punti centrali sono da mettere in luce in proposito: 1. - Anzitutto è da osservare che l'equilibrio del terrore ha fatto dell'Unione Sovietica e degli Stati Cjniti due .superpotenze a interesst progres~zvamente co~ vergenti della cuz sempre pm stretta alleanza de facto l'Europa, ridotta più che mai f} semplice espressione . geograf~ca, è la vittima immedzata e dtretta. In questa situazione J:atto atlantico_ e Patto di Varsavza sono orma1 solo strumenti che assicurano la egemonia rispettivamente americana e russa sulla parte del nostro continente che la so~te qelle armi ha loro assegnato, e rl mzraggio della «partecipazione» (i! cosidetto sharing) alla strategta nu: cleare della potenza egemone e solo il mezzo per meglio perpetuare la piena soggezione dei nostri Paesi. L'Europa federata dovrà pe~ tanto denunziare il Patto atlanttco (e non solo la NATO), ma non già in funzione di un g~et.to neonazionalismo europeo dt ttpo gollista, sibbene per proclamare provvisoriamente .- fJer un de_cennio - il propno diSarmo umlaterale e totale, offrire all'URSS di rendere definitivo tale suo status e di rinunziare ad ogni rivendicazione all'est, in cambio di una dissoluzione del patto di Varsavia, di un ritiro delle truppe sovietiche dai Paesi satelliti, di una no11 intrusione negli affari interni di questi, di una liberalizzazione dei loro regimi. 2. - Certo, è necessaria una politica di ricambio, nel caso che l'VRSS rifiuti: lo vedremo fra poco. Ma è intanto bene dire subito che una politica almeno iniziale di disarmo unilaterale è indispensabile perché l'Europa possa mettere in atto una politica grandiosa, che impegni tutte le sue risorse in un piano decennale per debellare la fame, la miseria e l'ignoranza nel mondo sottosviluppato. E' questo il secondo punto essenziale da sottolineare, anzi il tema di gran lunga pi~ UE AH EU HA « UE La politica estera AH La strategia II. re porre in prllniSSI/110 piano e tuire un modello e un'alternativa, al quale si deve dare un assolu- rispetto al sistema comunista e to carattere di priorità. Il nuovo al terzo mondo, ma abbisognano imperativo morale del secolo, e di una riforma radicale, che non il grande dovere d~l~'Europa sta può arrestarsi alla formula prein questa nuO~fl polttz_ca, che è an- sidenziale che il sistema federache il modo ptu mtelltgente e van- le implicherà al vertic~. nè al nuo: taggioso, oggi, di servire la pro- vo equilibrio di potert fra orgam pria ragion di stato (la « prosecu- centrali e stati membri che ne Cfr zione della politica di potenza con stituirà la struttura essenziale, nè altri mezzi»): quella di assumere al profondo decentramento regiola leadership morale e politica nale e locale che ne sarà la bedel Terzo Mondo, dall'Africa al- nefica conseguenza: giacché dol'America latina, e di costituire vrà investire la struttura stessa per esso insieme un aiuto decisi- dell'attuale società, sotto il provo su cui contare, una guida da filo economico come sotto quelseguire, un esempio da imita- lo politico. re. Il che presuppone - lo vedre3. - Dal punto di vista economo meglio sub III - una pro- mico, l'idea centrale dovrt>. essefonda riforma in senso democra- re una politica dei redditi volta tico ed egualitario della società a stabilire un'eguaglianza effetfederale, e un superamento degli tiva dei punti di partenza, il che attuali corrotti sistemi di demo- implica una limitazione assai crazia nazionale fondata sulla profonda della proprietà privata. partitocrazia. Strumento essenziale è qui il piano economico federale: e ap3. - E' in questo contesto che la punto la definizione di esso, di politica estera della Federazione detti suoi obiettivi politici, ecoEuropea dovrà affermarsi rigo- nomici (prospettive di sviluppo, rosametzte m ondialista: denun- orierztamento in funzione di queziare l'imbelle formula confede- sti della ricerca scientifica federale delle Nazioni Unite, forte rale e dei programmi scolastici verso i deboli ma debole verso e di formazione professionale), i torti; mettere alla gogna le as- sociali (politica del lavoro e delsurdità di conferenze del disar- l'emigrazione) e culturali (piano mo volle a disarmare non le po- europeo per la scuola, di cui intenze atomiclze, ma coloro clze fra, sub IV), così come dei suoi di tali armi sono privi; chiedere poteri e strumenti d'intervento cioè la rapida creazione di unu (carattere imperativo e vincoFederazione mondiale e combat- lante, e non solo indicativo, e in tere il nazionalismo e la difesa che senso e limiti) dovranno codella propria sovranità e della stituire l'argomento principale propria superiorità atomica del- che i federalisti dovranno sviluple grandi potenze. pare in tema di politica economica federale. 4. - Trascorso un decennio, lfl politica di ricambio che si dice4. - Dal punto di vista politico, va sarà tm riarmo atomico an- l'obiettivo è la reali<.<.azionç di cfze dell'Europa, e la proclama- una società in cui il potere sia zione di 1111 irredentismo ideolo- diffuso e non con_centrato. in pogico verso i popoli dell'est euro- chi managers e m alcum gruppeo, cioè la rivendicazione del pi e quindi la creazione, sia di loro diritto di pronwniarsi li- a~tonomie regionali e locali efberamente sulle loro volontt>. o fettive, sia eli un sistema di ~cel meno di aderire alla Federazione te politiche che ri~uca radtcal: Europea come m ezzo per recu- mente il potere e l mfluenza der perare la loro perduta libertà partiti. (diritto di autodecisione « fedeValgono, tanto per il primo corale»). me per il secondo punto, molte 5. - Sarà essenziale in proposi- delle concezioni elaborate da lo che l'Europa federata si ren- Adriano Olivetti nel suo L'Ordida conto della profonda solida- ne politico delle Comunità: rietà d'interessi che la lega alla a) Quanto al primo sono esCina comunista, di cui sarà op- senziali il « rovesciamerllo della portuno· che essa favorisca ' le ri- piramide del potere», cioè la vendicazioni sia verso l'URSS creazione di uno stato federale (Mongolia sovietica) ~ia verso di stati regionali che costituiscagli USA (Formosa), e m genere no unità organiclze sia dal punto l'espansione nel Sud-Est asiati- di vista economico-amministraco, dove le spaventose condizio- tivo (strumenti di articolazione ni economico-sociali rendono uto- del piano federale) che da quelpistica, per ora, una al.temativa lo culturale e linguistico, (le eli tipo "socialdemocratico». «etnie» di Héraud), e all'interno delle regimti, l'istituzione, in lttoIII. go dei comuni, della più orsza- U alla sfera politica e alla difesa) a date fisse, in concomitanza con le scadenze militari (Patto atlantico) ed ecorzomiche (perio4o transitorio del MEC) che c1 attendono. HA E Il Congresso di Torino dell'M.F.E. sarà chiamato a pre"!der posizione su quattro relq,ZIOI_11. Diremo qui nella forma Pll'f smtetica (1) quale secondo no1 questa quadruplice posizione dovrebbe essere. l. innlnrlnntP P I'P,.>I rniP ,lol1" ""''- Per un Congresso Rivoluzionario (cominua da pag. l) i rlc~ c progetti de~la segrete~ia ma sia tenuto cont muamente mformato e promosso infom1atore di tutta l'analoga attività in Europa. . Si invitino tali gruppi, anche se non s trutturati in sezione e non composti quindi di elementi tesserati, ai congressi M .~.E. e aa ogni altra analoga mamfestazione. Non si dirottino questi gruppi dal santo lavoro della discussione c dalla diffusione delle idee federaliste, ai meandri da bassa politica nazionale dei giochi di «corrente, per la conquis ta del « potert: » .locale segreteria della sez10m - o regionale. RISPOSTA ALLE CRITICHE Si dirà, a questo punto, che, in tal modo, il Movimento Federalista perde rà il "controllo» di tali centri· che questi potranno degenérare da « federalisti ,. in ogni altro senso. Verissimo. Ma tali " degenerazioni » sono P?SSibilissime anche nelle regolan sezioni. Sarà compito della segreteria seguire l'attività di tali gruppi. Essa ha in mano un'arma formidabile per promuovere e stimolarne l'attività: l'invito a congressi e riunioni che ovviamente dovranno esser limitati a qui gruppi che abb!ano mer~tat? dal federalismo. Sia per l attività, sia per la ~edeltà alle su~ lince maestre. S1 concedano nconoscimenti a questi gruppi, comunque ristretti e comunque autonomamente strutturati, diffondendone ad ogni livello le idee e l'attività . E, comunque, se taluni centri degenerassero, sarebbe sempre bene tenerli sotto il continuo invio di materiale federalis ta autentico; nessuna " degenerazione» locale è dura~u ra, gli uomini possono .sbagliare e possono . corregger~!, quando si dà loro ti modo e 1! tempo di correggersi. . Si dirà ancora che, m tal modo, si priverà il Movimento Federalista di grandi aliquote di tesseramenti, ergo di finanziamenti; si risponde che - a. p~r te il fatto che nelle attuali circostanze il tesseramento non sembra essere poi così brillante, - tale carenza di tesseramenti sarà solo iniziale. Quando i vari gruppi, i nuclei, i centri di lavoro federalista avranno avuto la conferma che la loro attività è tolta al conti'OIIo cd agli interessi di piccole cricche politiche locali ~ che può liberamente espletars1 nel grande crogiolo del Movimenlo Federalista Europeo, sarà int~resse di tali g~uppi di tesserarSI per poter ~1ffonde_re le pro-: prie idee. ed •. propn .Punti d1 vista med1ante Il voto a1 congressi ed alle altre manifestazioni M.F.E., senza più parteciparvi soltanto nella veste di semplici spettatori o interlocutori. NON C'E' NESSUN GRUPPO POLITfCO CHE NON DESIDERI Dit:F_O~Q~~~--EQ_ _!::STER- il federalismo all'osservanza di quei suoi principi che sono un effeuivo progresso su quelli che hanno rin qui regolato la vita degli Stati naziona li nelle amare vicende dell'ultimo secolo. Vera rivoluzione non è l'eliminazione violenta - o non violenta - di un potere per sostituirvene un altro uguale e contrario (vedasi la rivoluzione bolscevica - non quella dei soviel che era in origine lutt'nltra cosa - la rivoluzione fascista, franchista, castrista, maotzeista ecc.). ma è l'adozione di nuovi principi elaborati dalla esperienza e dalla storia delle più recenti sofferenze della popolazione umana; princ1p1 che devono rappresentare nei mezzi c nelle finalità un progresso rispetto a quelli che le suddette sofferenze hanno causato. Nella fedeltà a questi principi, lo si ripete, NEI F l NI E NEI MEZZI SCELTI PER CONSEGUIRE TALI FINI, consiste il carattere rivoluzionario di un movimento, nel senso di vero progresso. Se il congresso M.F.E. 1966 saprà suggerire e realizzare anche soltanto in parte tali obbiettivi, si potrà veramente parlare allora di un congresso rivoluzionario e tale Rivoluzione sarà a lungo ricordata negli annali del Movimento Federalista come una delle sue tappe più importanti, punto di partenza per nuove fondamentali r~alizzazioni al servizio delle finalità che tutti ci proponiamo. La Direzione "QUESTO MATRIMONIO NON S'HA DA FARE, (continua da lla pag. 1) formale e 11011 formale, dell'lnghilzerra del dopo-guerra,. con . le sue crisi politiche nazionali ed 111~ern~ zio11ali, con la sua ecq1101ma 111 grave crisi di tras{ormaz1011.e <? "!eglio di adeguamento alle dll~unwte dimensioni del Paese; 11011 SI ~olle, insomma, comprendere la cosiddetta "altra faccza • che la Grar1 Bretagna degli m mi sesfanta .sia mostrando a tutti, specze aglt •. Europei conti11entali "• co11 am1111revole senso della democrazia e dell'autocritica, seppur con qualche ma/celato imbarazzo. Ora, finalmente, si è co1!1preso ciq che si doveva. L'Europeismo, ufficiale e 11011 ufficiale, ~el{a Picco/~ Europa comincitz a. d1ch1arare, dichiarazione accett~b1!e alla Juce d.e!le recenti evolttz1om stonco-poltt!che, un sincero, come nqn m!l~· "pro-inglesismo •; le.. class1 pol1~1: clte si dimostrano PILI mature, .PI~I aperte, anche quella francese~ .1 timori sono in gran. par~e svat?lll, ed il vrestiRio dei smRoh Stat1 euro- EU AH UE HA E U AH delle -Comunilà HA LO SUIIUDDO UE _.,..,,....,r-.....,...-'i"ire;,or,--mm'l!MJifllFft!~ilfJ~ffl"'"ftì!itirB="-'Cetmiro:-=:;n;;:_c;p;~~r;a~§:~~--~~~~-:~df-z;:,,~r~if:~~~~J;~fJ:~~-~u~n[a societèl in cui il- po-tere' sia ,... all'URS~ gico zione di 1111 redentismo ideo/o- diffuso e non con~entrato. in ponali, alle sedi delle omunitèl o verso i popoli dell'est euro- chi managt:rs e m a.lcum ~rup: dove si riterrà opportuno, per di rendere tale suo peo, cioè la rivendicazione del pi e quindt la creavone, sta dt inscenare violente mat1ifestazioni status e di rinunziare ad ogni loro diritto di pronunziarsi li- a~tonomie regionali e locali etdi protesta contro l'immobilismo rivendicazione all'est, in cambio beramente sulle loro volontà fettive, sia di un sistema di scel0 governativo e per la Costituente di una dissoluzione del patto di meno di aderire alla Federazione te politiche che riduca radicaleuropea. Varsavia, di un ritiro delle trup- Europea come mezzo per recu- mente il potere e l'influenza dei l crea- d' perare la lo ro perduta liberta' partiti. pe sovietich~ tdai .Paesi 2. - Solo a LIora, una vota ne sa~elliti, gl ffa 1 una nondimquesti, rusw dine va1gono, tant o per z·1 primo coto lo strumento elle dia ai {edera- ri1 interni una alibe-- (diritto di autodecisione « fedelisti una forza propria, essi po· 1 • • rale "). me per il secondo punto, molte elaborate da 5. - Sarà essenziale in proposi- delle conce"t·oni ~ tranno organizzare un dia logo, ralizzazione det oro regzmz. una collaborazione, 1111 rassem2. - Certo, è necessaria una po- 10 che l'Europa federata si ren- Adriano Olive/ti nel suo L'OrdibJent delle forze nazionali aperte Iitica di ricambio, nel caso che da conto della profonda solida- ne politico delle Comunità: all'idea europea (il " Fronte De- l'URSS rifiuti: lo vedremo fra rietà d'interessi elle la lega alla a) Quanto al prirno sono esmocratico Europea,.) senza ri- poco. Ma è intanto bene dire Cina comunista, di cui sarà o p- senziali il " rovesciamento della schio di restar prigio11ieri del ge- subito che una politica almeno portuno che essa favorisca le ri- piramide del potere "• cioè la nerico europeismo di queste, fat- iniziale di disarmo unilaterale è vendicazioni sia verso l'URSS creazione di uno stato federale to solo di parole - 11el qual ca- indispensabile perché l'Europa (Mongolia sovietica) sia verso di stati regionali che costituiscaso il Fronte sarà solo un alibi possa mettere in atto una politi- gli USA (Formosa), e itl genere no unità organiche sia dal punto per la nostra pigrizia - e anzi ca grandiosa, che impegni tutte l'espansione nel Sud-Est asiati- di vista economico-amministracol proposito di organizzarle, di le sue risorse in un piano decen- co, dove le spaventose condizio- tivo (strumenti di articolazio11e costituirne il nucleo direttivo, di nale per debellare la fame, la mi- ni economico-sociali rendono uto- del piano federale) che da queldirigerle verso un piano preciso seria e l'ignoranza nel mondo sot- pistica, per ora, una alternativa lo culturale e linguistico, (le di graduali realizzazioni (fusione tosviluppato. E' questo il secon- di tipo "socialdemocratico"· " etnie» di Héraud), e all'interno delle regioni, l'istituzione, in tuodelle Comunità, elezioni dirette do punto essenziale da sottolineadel Parlamento Europeo ed esten- re, anzi il tema di gran lunga più III. go dei comuni,. ~ella p_iù o.rgasione dei suoi poteri, allargamen- importante e centrale della polinica ·" Comumta ,, oltvetttana to delle competenze comunitarie tica estera federalista, che occorLa politica Interna come «nucleo originario del potere >>: riforme che dovranno d~ue, Terzo argomento per Toril1o alla politica interna federaltsta, sarà la relazione del Presidente un carattere profondamente lidel Bureau Exécutif Raymond bertario, volto, al limite! alla Rifflet, che possiamo intitolare soppressione pura e sempllce de« L'Europa in E11ropa », e concergli stati nazionali attuali. nerà la politica intenw della Feb) Quanto al secondo punto, derazione. si tratta di modificare profondaAnche qui si deve partire da mente il principio stesso della (continua da pag. l) trario alle previsioni. Ora gli ope- una diagnosi i11sieme obiettiva e legittimità democratica, che rai italiani vanno in giro per l'EuLo sviluppo territoriale delle Cocoraggiosa dei fMti. E i fatti di- non dovrà esser più fondato soropa, si sono sistemati con le loro cono che: munità è altrettanto Interessante e lo né soprattutto sul suffragio famiglie nei vari stati, i loro figli necessario quanto queJJo Istituzio1. - l sogni di un'Europa sovrauniversale (strumento dello stranale. Tutti e tre i trattati prevesono degli europei. Gli inglesi e dono la loro estensione ad altri gli scandinavi occorre ricbiamarli nazionale coltivati, a livello gover- potere, dei soprt~st e del so_ua: stati europei oltre ai Sei ed insi- perché cessino di essere delle en- nativo, negli anni 50 so11o defini- ooverno dei partlll), da sostllmstono sull'argomento ripetutamen- tità in disparte e vengano ad as- tivamente crollati, anzitutto e ;e con un sistema più compleste. Purtroppo sono trascorsi ormai le loro r):!Sponsabili tà eu- soprattutto per l'apatia e la ere- so che tenga conto, accanto ad_ quasi sedici anni di vita comuni- sumeJ·si ropee e mondiali. Dall'Europa orien- sceme, anche se dissimulata, in- esso dei valori del lavoro e d1 taria e al riguardo non si è fatto tale (si prescinde dalla Russia) si differenza delle nostre classi di- que!zi .della cultura (la « triade ancora qualcosa di effettivo, proprio è divisi dalle diverse ideologie, ma rigenti, anche di quelle che si fondamentale del potere», seconper mancanza di una volontà deci- è in atto un processo di riavvici- proclamano democratiche, ver- do Olivetti), e valorizzi gli « ordini sa e continua in questo senso. Il namento: non dimentichiamo che so le conseguenze ultime dell'in- politici .., assicurando la rappretentativo dell'ingresso inglese è fal- quei cittadini sono anch'essi nostri tegrazione, che metterebbero in sentanza degli interessi di gruplito addirittura per la volontà con- fratelli. La Romania da una parte discussione, con il cambiamento po, evitando però nel modo più traria della Francia. E' vero che In c Dc Gaulle da un'altra operano delle dimensioni della lotta po- rigomso ogni forma di corporaGrecia sta alle porte e anche l'Au- in modo positivo per l'avvicin~ litica, le basi s tesse su cui si tivismo. stria batte, ma la Spagna vien te- mento. Purtroppo, al solito, anche fonda il loro sottogoverno. Do111 conclusione: i federalisti nuta lontana, mentre i Paesi scan- qui i federalisti sono i grandi as- po l'ultima crisi agricola, il Mer- hamw finora troppo e troppo a dinavi preferiscono accodarsi all'In- senti. Il federalismo deve essere il cato Comune ha perso, se pure lungo trascurato questo signifighilterra. E' comprensibile la pru- denominatore comune delle due Eu- ne aveva avuta alcuna, ogni vir- cato di "scelta di sinistra ,, - e denza delle Comunità ad ammettere rope, i suoi principi sono accetta- tualità sovranazionale. l {edera- di «scelta globale>> che è proalc.ri stati nei loro organismi che bili da ambedue Je parti. Ma oc- listi hanno il dovere pertanto di prio del federalismo e ne costifinora hanno funzionato: una ac- corre agire, organizzarsi, fondare cltiarire all'opinione pubblica che tuisce la carica politica più procentuata eterogeneità li potrebbe centri di diffusione nelle varie ca- la via dell'unione politica non fonda; e stà proprio in questi) passa per un graduale sviluppo una delle ragioni fondamentali minare. Non si corra il pericolo, pitali, sensibilizzare le persone a però, che la troppa prudenza metta questa novità. Certamente non si delle Comunità europee; di ripro- della loro attuale debolezza. l'Europa in naftalina. Si rispon- potrà prescindere dall'esperienza porre senza mezzi termini ed ex derà che è meglio il poco ma si- che quegli stati nostri fratelli han- novo l'alternativa della CostituenIV. no fatto in questi anni: ci sia tol- te Europea; di rendersi e render curo che il molto insicuro e sconconsapevoli cl1 e in tale stato di leranza e rispetto reciproco, scambi nesso. Ma gli altri sono o non l glovaal non basta limitarsi a una sono nostri fratelli europei? Se noi di idee, di uomini, di merci e poi cose si vedrà come è bello stare insieme formula istitu zionale, per quanli trattiamo come tali c'è da preUltimo tema del Congresso di tra fratelli, come dice anche il sal- to ·coraggiosa e radicale, ma ocsupporre che essi come tali si mista. Ma il dovere di preparare corre legare questa a tutto un Torino sarà il problema de « l comporteranno. D'altra parte essi programma di profondo rinnosi potranno educare all'Europa Co- tutto ciò spetta ai federalisti; se vamento della società e dello Sta- giovani e l'unificazione europea " (relazione Kinsky). Al di là dei essi non si costituiranno amalgama munitaria solo quando ne faranno to: far cioè chiaramente del feparte. L'Europa non è un mono- tra i cittadini europei, le Comunità deralismo una scelta « di sini- problemi organizzativi di una ricostituzione delle « lctmesses polio dei Sei. La Spagna e il Por- avranno tutte le ragioni per re- stra». Européennes des Fédéralistes » togallo devono entrare perché solo stare quelle che sono. 2. - Le nostre democrazie, tanto che è senz'altro da auspicare In conclusione le Comunità ci socosì noi potremo entrare da loro: e di un loro orientamento verso solo a contatto con le istituzioni no, spetta ai federalisti svilupparle. nella loro versione autoritaria forme di .attivismo più ener~ic? e gollista (cioè sempre meno dePer far ciò essi devono organizdemocratiche questi Paesi saranno e radicallzzato, nel senso zndtforzati a praticarle. Anche dell'I- zarsi (non ci si stancherà mai di mocratica), quanto nella formula cato sopra, sub l», e sulla. base del souogoverno e della partitotalia si diceva cJ1e non era pronta ripcterlo) perché gli scopi della na- crazia - sorta di neo·feudalismo della più ampia autonomta per le Comunità, che sarebbe stata zione europea vengano finalmente in cui l'interesse di parte annul- devono essere sottolineati i seraggiunti. schiacciata, ecc. Si è visto come il la e distrugge il senso dello Stato guenti temi politici: risultato sia stato Jel tutto conCiro Burlone - non solo non possono costi(segue a pag. 6) -~<=oo~--- -··..,_---. . . . . . ,. tcsseramenti, ergo di finanziamenti; si risponde che - a parte il fatto che nelle a t tu ali circostanze il tesseramento non sembra essere poi così briUante, - tale carenza di tesseramenti sarà solo iniziale. Quando i vari gruppi, i nuclei, i centri di lavoro federaHsta avranno avuto la conferma che la loro attività è tolta aJ controllo ed agli interessi di piccole cricche politiche locali e che può liberamente espletarsi nel grande crogiolo del Movimento Federalista Europeo, sarà interesse di tali gruppi di tesserarsi per poter diffondere le proprie idee ed i propri punti di vis ta mediante il voto ai congressi ed alle altre manifestazioni M.F.E., senza pill parteciparvi soltanto nella veste di semplici spettatori o interlocutori. NON C'E' NESSUN GRUPPO POLITICO CH E NON DESIDERI DIFFONDERE ED ESTERNARE LE PROPRIE IDEE purché abbia la possibiltà di farlo in assise dove non si tolleri che le fatiche di molti siano disperse o sfruttate da interessi di pochi c dove la gelosa, legittima libertà ed autonomia dei singo· li gruppi sia giustamente riconosciuta e valorizzata. IIUIY ~ (continua dalla pag. 1) formale e 11011 formale, dell'll1gflilrerra del dopo-guerra, con. le sue crisi politiche 1tati011ali ed m~erng zionali con la sua economta 111 grave érisi di tras{ormation.e C? n!eglio di adeguamento alle dm:umute dimensioni del Paese; 11011 SI volle, insomma, comprendere la cosiddetta " altra /aceta • che la Gran Bretagna degli anni sessanta sta mostrando a tulfi, specie agli •. Europei continentali •, COli ammzrevole senso della democratia e dell'autocritica, seppur con qua/elle ma/celato imbaratto. Ora, finalme11te, si è COI!zpreso ci~ clte si doveva. L'Europetsmo, uffzciale e non ufficiale, ~el!a Picco/~ Europa comincia a dtcluarare, dtchiarazione accettabile alla luce delle recenti evolutioni storico-polit~ che, 1111 sincero, come n<?n 11/fl~, " pro-inglesismo »; le.. class1 polt~t: elle si dimostrtmo pw mature, .P'lf aperte, anc(ze quella francese,: .t ttmori sono m gran parte svamtt, ed il prestigio dei singoli Stati europei con l'evenlltale entrata della Gr~n Bretagna nella Comunità a Sei ulteriore passo verso l'unificaz io~e, non presenta. più peric.olo di vellire intaccato (stc !). Ma CIÒ cfr!? maggiorm!?nte con~a è clze anche .t/ Govemo mglese SI va sempre. pllt convil1cendo dena necessttà ~~ un tale connubio, e soprattutto det va~ taggi economici che da esso dertverebbero. TORNARE ALLE ORIGINI La Comunità europea Ila biSO(nO della potenw i11dust riale britant!tca, Ascolti, il Movimento Federa- sia per aumentare la produvo~ze lista Europeo, l'appello che gli nell'ambito di w1 complesso ovvtaproviene dalle basi federaliste mente più grande,. s_ia per .Pene_trare quei merc:at! . mternattqnal~, e non iederaliste; favorisca in specialmente astattCI ~d afrrcam, o~ni modo il libero estrinsecarsi già aperti alla produt.tone mglese. d1 gruppi, elementi, associazio- La Gran Bretagna ha bisogno della ni: li promuova, incoraggi e pro- Comunità europea, per allargare altegga non dimenticando che le la sua produzione. i m!!rcati dJ due più valide attività fin'ora esportazione verso t Paest .comumtari, per ~icevere llll<?vo. vtpore .ed svolte dal federalismo, le elezioni per il Congresso del Popolo accettatissmte tras{ustom dt caplfaQuesto è, in sostanza, il risulEuropeo e la raccolta di firme, li. tato della maturat.ione politica dei furono spesso organizzate da tali Governi comunitari e britannico, e, piccoli gruppi, che quasi sem- come si può osservare, s~ un ptmpre non erano riusciti a stmttuto d'incontro tra le vane test ed_ rarsi in sezioni locali, ma era- opinioni esiste, ed esiste, esso st può solo trova~e. sul pia1!o .degli inno riusciti invece a svolgere una mole di attività interessante die- teressi eco11omtct, (lnant.ran e commerciali. cine di migliaia di persone, che I Rodriguez comwtita~i dar.ebb~ro altre sezioni non erano riuscite il consenso nd un matmnonto d ma realizzare, perché impelagate teresse. E questo è l'errore, perché, in continue meschine lotte per se da una parte si è spess~ volte il potere interno e locale. dimostrato come la costnt<.tOne dr Ascolti, il Movimento Federa- una Europa sovrana<.ionale sulle lista Europeo, la voce stessa del- rovine (2) dei più reazionari napossa essere ottenuta le sue ori~ini, nepe guali, pre- zioua/ismt1tlti<.ialmente, agendo su correndo 1 tempi, SI seppero almeno basi strettamente economiche, affermare principi oggi ricono- dall'altra si corre seriamente sciu ti ovunque come validi; oggi il pericolo clze gli interessi ecoche i tesseramenti sono in crisi nomici provochino 1111 inaridimento in ogni partito, oggi che le « di- del contenuto politico del processo scipline di partito " o al~re ~1- di unificazione, spostando i termini del problema centrale da z~na va: lcgrezze, create per serv1re m- lontà di pace, di democra<.ta e dr teressi di pochi polilicanti, so- federalismo (cl!e è tl~ttC? dire) ad_ no in lento, definitivo tramonto. una volontà d1 maggtort guadagm Ma in ciò appunto consiste il e più elevati prestigi. carattere RIVOLUZIONARIO che Noi federalisti dobbiamo opporci si chiede sia assunto dal pre- a tale lento, pericoloso scivola'!'~" to dall'idea di 1111'Europa poll/l~a sente Congresso: mirare ai veri interessi del federalismo sacrifi- all'idea di mw grande socteft} .mtemazionale a caratlere eco11omtco. cando gli immediati interessi L'abbattimento delle frolltiere, per del Movimento Federalista, ri- ora daziarie, la creazione di più va: portando questo ai suoi program- sti mercati di consumo e di ccntn mi di origine, ristrutturandolo di produzione maggiormente COI~ sulla falsa riga di quelle orga- correnti sono Wl gran beue_, m~ Et/ nizzazioni a COMUNITA' AUTOprocesso potrebbe arrestarst qur. · NOME E FEDERATE, che sono se ciò dovesse avver1ire, tutto sala massima aspirazione di noi rebbe stato perfetlamente inutile. tutti: in una parola, riportando Luigi ErmlnJ --------------~ PERSONALITÀ DELLA CULTURA EUROPEA Cristina di Svezia Cristina è celebrata come mediatrice di pace e tutta l'Europa plaude alla giovane • Pallade de l Nord •, protettrice de lla giustizia, della pace, della libertà di pensiero. • E' un vero divertimento vederia stare in bilico sulla sua corona - scrive nel 1648 il diplomatico francese Pierre Chanut - e s s a in· fatti considera un onore mettere sotto i piedi ciò che gli altri prin· cipi pongono sopra le teste • ; e cco uno squarcio della personalità anti· conformista e spregiudicata della sovrana che, ai tempi in cui Lui· gi Xlii e Carlo l lottavano con ogni mezzo per difendere i loro diritti a l trono, si limitava ad esercitare una sovranità culturale , convinta, come è scritto nelle sue Massime, che • il mestiere di principe consi· stesse massimamente nel far fio· rire le lettere e le a rti • . Sotto il suo regno, Stoccolma diviene la nuova Atene de l nor~ ; nasc~ la _pri· AH U HA E AH EU )) riuscita mostra promossa dal Consiglio d 'Europa d i Vie nna da parte dei Turchi , re- vo della sua vita e l'apporto più si· s pinti in seguito dal va loroso So· gnificativo a lla causa ideale della bieski, appare, a nos t ro avviso, la unità europea. Marilena Mosco azione politica più degna di rilie- ARTE E FEDERALISMO LA LEZIONE DELLA XXXIII BIENNALE DI VENEZIA La XXXIII Biennale d'Arte Moderna, che ha chiuso in questi giorni a Venezia i suoi battenti, riveste una importanza che va al di là dei semplici limiti artistici interessando vari aspetti della vita contemporanea, in particolare il fronte su cui sono impegnati attualmen te i federalisti. Questi, come fautori di una nuova strutturazione della società attuale, sono, o dovrebbero essere, particolarmente aperti e sensibili alle nuove esigenze, alle aspirazioni che Ja Biennale di Venezia registra e riflette sempre in modo esemplare, come ogni autentica, grande manifestazione artistica. re per la libertà di pensiero e di azione, la sua sete di conoscenza nel continuo sforzo di miglioramento e superamento, c he la portano a svincolarsi dai ferrei doveri del matrimonio e della ragion di stato, per riconoscersi cittadina di una più larga comunità, di quella • Societé des Esprits • in cui, un secolo dopo, Voltaire riconosceva la reale unità europea. Anche dcpo l'abdicazione, nel 1664 Cristina continua a svolgere un r~olo importante nella vita cui· turale e politic a del tempo; lette· ratti , nonché lo s tesso Bernini, di c ui d iffuse la fam a oltre confine, caldeggiando presso Luigi XIV e il re di Svezia, i suoi progetti per il louvre e per la cappèlla funebre in onore di Carlo Gustavo a Stoccolma. Al tempo stesso. ne lla fitta rete di intrighi politici (si pensi al· l'azione moderatrice delle tendenze gallicane di Luigi XIV svolta pe r conto della c hiesa di Roma, in cambio de lla candidatura a l trono di Polonia), Crist ina trovò il tempo di inte ressarsi alle esperienze artistiche dei pittori del nord, gli sve de si Ovens e Wuchters, il tedesco Schor, Il france se Sevin, il fiammingo van Egmont, s aliti a l rango d i ritrattisti ufficiali e illustratori de lla vita di corte. In quest 'ope ra di mediazione t ra la c ultura italia na e straniera , s i· gnificativa di reciproci scambi, con· front i e para lle lismi fecondi di ri· sultati. è il me ri to de l mecenatis mo di Crist ina e il suo contributo alla formazione di quel patrimonio cultu rale comune c he costituisce il su bstrato de lla c iviltà europea. A s alva guardia di questa, l'appe llo che Cristina, ne l 1683, sei anni p ri· ma di morire. la nciò a lle potenze europee in occ asione de ll'assedio UE tro di Tor di Nona, progettato da Carlo Fontan,a. alle audizioni della nuova musica strumentale di Ar· cangelo Corelli o de lle opere di Alessandro Scarlatti che a lei de. dica • L'Honestà negli amori •, ra ppresentata quest'anno al Drott hln· gam Theatre di Stoccolma. Mecenate dilettante, versatile, amante di tutto, della poesia e de l· la pittura, dell 'astronomia e della a lchimia , della musica e del te atro. ma incapace di ferma re e ap· profondire la sua smania di conoscenza, la personalità di Cristina appare quanto mai sfaccettata e multiforme . tanto da giustificare i contraddittori giudizi dei conte mporanei, incluso lo stess o Bernini che riconosceva • avere la regina tanti volti da essere d ifficile fi s· sare nel marmo que llo vero • . Ba· sti infatti pensare alla vasti tà di interes s i e alla varietà di gust i c he Cristina dimostrò nel campo de lle arti figurative che alime ntavano la sua passione per il collezionis mo; benché educata da l s uo maestro, il Bellori, al culto de l class icis mo cinquecentesco, in pa rticolare di Raffaello, apprezzò l'arte barocca e i suoi massimi e s pone nt i quali il Guercino, il Mola, il Ferri , il Ma· UE protestanti, e piuttosto conciliante nei riguardi de l Cattolicesimo; ad essa aderis ce il cappellano di corte Johannes Matthiae col quale Cristina rivede le sue posizioni ideologiche e si va iniziando al Cattolicesimo. La biblioteca rea le si arricchisce di edizioni rare appartenenti alla collezione de ll 'imperatore Rodol· fo Il, del cardinale Mazzarino, del collezionista Naudé, iluminista antelitteram, nonché dei libri del giu· rista Hugo Grotius, dei filologi o lan· desi Vossius, He11sius e Salmasius che commentano a lla regina, versatissima ne lle lingue antiche e moderne, le opere di Pitagora, di Platone, di Claudiano, di Epitteto; a questo Cristina si interessa specie dopo la lettura del commento di Gassendi col quale intreccia assidua corrispondenza, va lendosi del· l'opera di mediatore del fisico francese Pierre Bourdelot, ve ro t rait· d'union t ra la cultura svedese e francese. E' lui che inizia la regina all'astronomia e a lle scienze occulte e al tempo s tesso alime nta il s uo interesse a lle lettere e a lle arti con l'affidare ad un francese, il De Fresne, la direzione de lla pinacoteca rea le ; è in quest'epoca che Sebastien Bourdon diventa li ritrattista ufficiale della regina di Svezia. Crist ina stessa, desidero· sa di rinnova re la tradizione mu· sleale svedese, di schietto stampo liturgico, con le nuove e spre ssioni artistiche in voga in Europa, chia· ma a corte diversi complessi da camera inglesi e italiani, che dif· fondono la nuova musica strumentale; diviene di moda il ba lletto francese, un nuovo gene re di s pettacolo musicato e danzato i cui temi, di C13rattere storico o mitologi· co, spesso riflettono l'influenza della poesia italiana ; lo stesso poe· ta svedese Georg Stietnheim com· pone non pochi soggetti per ballo di stampo italiano molto apprezza. t i dalla regina che, grazie alla co· noscenza de lla lingua italiana, è in grado di gustare i componime nti de l Guidi, del Lemene, del Filicaia, a lternandoli con la lettura dei versi • prezios i • di M.lle Scudery o de lle Massime de La Rochefoucauld. Ed è ne lle sue Massime, chiaramente ispirate allo scrittore fran· cese, che Cristina rivela la sua pe rsonalità multiforme, il suo amo· HA Nel quadro de lle manifestazioni promosse dal Consiglio d 'Europa, a llo scopo di mettere in luce il comune patrimonio culturale euro· peo, si inserisce la mostra dedi· cata a • Cristina, regina di Sve· zia • nel Museo Nazionale di Stoc· colma. Dopo • L'Umanesimo europeo •. " Il trionfo ~de l manierismo •. " Il Seicento in Europa • , • Il Secolo del Rococò •, • Il Movimento Ro· mantico •, • Le fonti del XX seco~ lo •, tenutesi dal 1954 successiva· mente a Bruxelles, Amsterdam, Ro· ma, Monaco, Londra. Parigi, la Mo· stra di Stoccolma rientra nella nuova serie di celebrazioni illustrative de lle • Personalità della cultura eu· ropea •; a lla figura di Carlo Ma· gno, commemorato l'altro anno ad Aquisgrana, si affianca così que l· la di Cristina di Svezia, la prima donna moderna alla ribalta della scena europea nel turbinoso perlo· do della Guerra dei Trenta Anni. Salita al trono nel 1632, a ll'età di sei anni, per l'improvvisa morte di Gustavo Adolfo nella battaglia di Lutzen, già a undici anni Cristina comincia a partecipare a lle riunio· ni del Consiglio della Reggenza , mostrando un notevole acume poli· tico che si va maturando con gli anni per rivelarsi pienamente nella Pace di Westfalia del 1648, con la quale la Svezia acquista una posizione predominante nel Baltico e il d iritto di partec ipare alla Dieta de li 'Impero. La pace, faticosa me n· te raggiunta (in una stampa del· l'epoca è simboleggiata da un cam· mello che passa per la cruna di un ago), non è che il trionfo della politica internazionale guidata da in· teressi puramente politici : difesa, espansione, equilibrio. Questa po· litica costituisce la trama unitaria delle relazioni europee, l'equilibrio raggiunto non essendo l'unità europea, ma soltanto un temporane o rimedio alla divisione e alle più gravi cause di frattura e di guerra. l risultati artistici Non è ovviamente il caso di affrontare in questa sede il problema dei risultati artistici della Biennale, la quale fra l'altro nòn si propone che il fine di illustrare lo << stato » attuale della ricerca di n uove espres· sioni nel campo dell'arte. Si può accennare fugacemente aUa prevalente sensazione di una rielaborazione dei mezzi espressivi palesa- ma) ed al pren1io attribuito a Fontana per la straordinaria suggestione di un suo complesso spaziale, troppo speculante forse sul « fascino » del bianco e del tondo e sull'enfatico contrasto di sottili fessure verticali scure in. questo ossessionante ambiente, si giunge cosl ad illustrare i si· gnificati « politici» di alcune opere esposte nonché delle scuole e delle retrospettive. Già a proposito della citata retrospettiva delle origini lombarde dell'arte astratta italiana, non si può non rilevare - ricordando gli ann i in cui essa si estrinsecò, fra il 1930 ed il '40 - il coraggio, la dignità e la coerenza di quel gruppo di artisti che seppero opporsi all'andazzo allora im· peranre dell'arte retorica di stato, cu· rioso richiamo all'attuale situazione di analoghi gruppi letterari (si pensi allo SMOG) in condiziol}i ancor più difficile sotto regimi totalitari. Occorre quindi esaminare pani· tamente le opere d i quelle correnti artistiche che si sono rassegnate all'imposizione e di quelle che ad essa La Spagna Più drammatico il messaggio che ci viene dalla Spagna e non occorrono sforzi trascendentali per capire che certe rappresentazioni, notevolissime su piano artistico e polemico, sono passate attraverso le maglie di una censura e di una burocrazia troppo ottuse per fortuna - per comprendere di che cosa si trattava ed impedirne l'espatrio. Cosl per Juan Genoves, che sembra esprimere, nelle sue opere, l'appello di un popolo rappresentato da poche figure angosciosamente sole o da masse di figure io agitazione, in fuga, in corsa, tutte con le mani in alto, agitate in segno di richiamo (i titoli stessi parlano chiaro: <<Tutti insieme », « P rogresso e regresso », «Quattro fasi attorno ad una proibizione», « Anno 196q, 1966 »: quest'ultimo sembra un drammatico richiamo alla realtà politica spagnola nell'anno di grazia 1966); così per lo stesso Salvador Soria che esprime, in forma più concettuale ma altrettanto drammatica, le stesse idee con mezzi artistici che stanno fm la pittura, il Sin qui i concetti: occorre tuttavia sottolineare quanto le realizzazioni a carattere pittorico, modellistico ed architettonico-urbanistico, esposte nel padiglione dell'Olanda, abbiano rag· giunto in risultati poetici, di una tra· scendente evidenza non solo nella forma espressiva, ma in quan to di « so· gno », di « terribile speranza » vi è in esse; per dirla ancora con Oxenaar, si tratta di un « progetto per il futuro, una utopia carica di emozione persO· nate, di una visione poetica, eppure cosl concreta, cosl ben ponderata, che la . realizzazione può sembrare imminente » (si ricordano a questo proposito le ben concrete realizzazioni di un « fratello spirituale » di Constant Nieuwenhuis, eli quel Le Corbusier, uscito oramai da tempo dalla fase dei soli sogni e delle speranze). !,Austria Straordinario il contrasto del padiglione dell'Olanda con quello dell' Austria, forse il migliore, e più potente di tutta la Biennale. Le espressioni ar· tistiche presentate dall'Olanda e dall' Austria si accomunano . in una· sola LA « DISGRAZIATISSIMA CIRCOSTANZA » « Carissimi genitori, per una disgraziatissima circostanza di cui si può incolpare solo il fato avverso, temo che queste saranno le mie ultime parole. Sapete quale legame di affetto ardente mi lega a voi, ai fratelli ed a tutti. Siate forti safendo che lo sono stato anch io. Vi abbraccio Gianfranco », * Gianfranco Mattei di anni 27, docente universitario, incaricato della Cattedra di Chimica analitica qualitativa a.l ?olitecnico .di Milano, partigiano confeziOnatore di ordigni esplosivi e apparecchia~e elet~i~he per le azioni di guernglia. Catturato, ridotto in fin di vita da continue torture, si suicida impiccandosi nella cella di via Ta~so n~l febbraio 1944. (Lo scntto nportato è stato effettuato a matita sul tergo di un assegno circolare). UE AH U HA E UE AH Lettere della Resistenza l risultati artistici EU Cristina è celebrata come me· diatrice di pace e tutta l'Europa plaude alla giovane • Pallade del Nord •, protettrice della giustizia, della pace, della libertà di pensiero. • E' un vero divertimento vederla stare in bilico sulla sua corona - scrive nel 1648 il diplomatico francese Pierre Chanut - essa in· fatti considera un onore mettere sotto i piedi ciò che gli altri prln· cip i pongono sopra le teste •: ecco uno squarcio della personalità enti· conformista e spregiudicata della sovrana che, ai tempi In cui lui· gi Xlii e Carlo l lottavano con ogni mezzo per difendere i loro diritti al trono, si limitava ad esercitare una sovranità culturale, convinta, come è scritto nelle sue Massime, che • il mestiere di princire consl· stesse massimamente ne far fio· ri re le lettere e le arti •. Sotto il suo regno, Stoccolma diviene la nuova Atene del nord: nasce la prima Accademia svedese alla luce della nuova filosofia razionalistlca di Cartesio (che ne elabora gli statuti), dello sperlmentalismo di Keplero e Galilei , del giusnatura· lismo di Grozio; dalle più famose università europee, Lelda, Utrecht. Parigi. Strasburgo, accorrono a corte professori e liberi pensatorl per dibattere problemi di ordine morale, filosofico. religioso, come il Sincretismo, una nuova dottrina mirante ad unificare le varie sette r;a XXXTll BTel\lf!UeC'IlU'U! Moael'· ma) ea ar prem1o llttnbutto 11 .t<on co, spesso riflettono l'influenza na, che ha chiuso in questi giorni a tana per la straordinaria suggestione della poesia italiana; lo stesso poe· te svedese Georg Stiernheim com· yenezia i suoi batrenti, riveste una di un suo complesso spaziale, tropImportanza che va al di là dei sem- po speculante forse sul « fascino » pone non pochi soggetti per ballo di stampo italiano molto apprezza. plici Hmiti artistici interessando vari del bianco e del tondo e sull'enfatico aspetti della vita contemporanea in ti dalla regina che, grazie alla co· contrasto di sottili fessure verticali particolare il fronte su cui sono' im· noscenza della lingua italiana, è scure in questo ossessionante ambien· pegnati attualmente i federalisti . QueIn grado di gustare i componimenti te, si giunge cosl ad illustrare i si· del Guidi, del Lemene, del Filicaia, sti, come fautori di una nuova strut· gnificati « politici » di alcune opere turazione della società attuale, sono, alternandoli con la lettura dei versi • preziosi • di M.lle Scudery o del· o dovrebbero essere, particolarmente esposte nonché delle scuole e delle retrospettive. le Massime de la Rochetoucauld. aperti e sensibili alle nuove esigenze, Ed è nelle sue Massime, chiara· alle aspirazioni che la Biennale di Già a proposito deUa citata retromente ispirate allo scrittore fran· Venezia registra e riflette sempre in spettiva delle origini lombarde dd· modo esemplare, come ogni autenrica, cese, che Cristina rivela la sua l'arte astratta italiana, non si può non grande manifestazione artistica. personalità multiforme, il suo amorilevare ricordando gli anni in re per la libertà di pensiero e di cui essa si estrinsecò, fra il 1930 ed azione, la sua sete di conoscenza il '40 - il coraggio, la dignità e la nel continuo sforzo di miglioramen· coerenza di quel gruppo di artisti che to e superamento, che la portano a svincolarsi dai terrei doveri del seppero opporsi all'andazzo allora im· Non è ovviamente il caso di afmatrimonio e della ragion di staperante dell'arte retorica di stato cufrontare in questa sede il problema to, per riconoscersi cittadina di rioso richiamo all'attuale situa~ione dei risultati artistici della Biennale una più larga comunità, di quella di analoghi gruppi letterari (si pensi • Societé des Esprits • in cui, un la quale fra l'altro non si propon~ al.lo. ~MOG) in condizio!)Ì. ancor più secolo dopo, Voltalre riconosceva che il fine di iiJustrare Jo << stato >> d1fhcJle sorto regimi totalitari. la reale unità europea. attuale della ricerca di nuove espresOccorre quindi esaminare partiAnche Q,cpo l'abdicazione, nel sioni nel campo dell'arte. ramente le opere di quelle correnti 1664, Cristina continua a svolgere Si può accennare h1gacemente alla un ruolo importante nella vita cul- prevalente sensazione di una rielaboartistiche che si sono rassegnate altura le e politica de l tempo; lette· l' imposizione e di quelle che ad essa razione dei mezzi espressivi palesarati, artisti, politici, uomini di sta· continuamente si ribellano, afferman· satisi nelle passate esposizioni; cosl to, le si fanno incontro durante il do il proprio diritto alla libertà creaviaggio alla volta di Roma; a De- per la famosa « Pop Art » che, giuntiva, in qualunque senso e sotto quaventer il famoso teologo Gronovius ta nella precendente XXXII Biennale lunque forma espressiva. a Utrecht la • Minerva dell'Olanda .' a forme di « estremismo » oltre il Anna Maria Schuster, cultrice di quale non ern più possibile avanza. poesia e di pittura, 1.1 Bruxelles Dare (si ricordano i sensazionali antivid Teniers che le fa dono di una conformistici risultati, notevolissimi sul serie di stampe, e il governatore piano artisrico, della scuola americadei Paesi Bassi, l'Arciduca leopolna, giustamente viocitrice del mas· do Guglielmo, che le mostra la sua simo premio con Roberr Rauscenfamosa pinacoteca, a lnnsbruch berg) si presenta ora riplasmata con l'Imperatore Carlo Ferdinando ap: Fra gli esempi di «rassegnati » (in forme meno ... ingombranti, ma con passionato cultore di numismati· ca: attorno a lei ruotano i nomi una diffusione orizzontale nei più di- campo figurativo) citiamo la Russia del Principe di Condé, del condot· sparati settori artistici (ricchi di nomi nel padiglione della quale, alla Bien: tiero italiano Raimondo Montecucnale, si sono succeduti, negli ultimi anche di grande rilievo) che ne decoll, del re inglese in esilio, Car· notano la validità nel tempo e l'im- 10 anni, commoventi esempi di arte lo Il, del cardinale Mazzarino col retorica ed evocativa, in cui non si portanza come forma espressiva. (Si quale Cristina stipula un trattato di consideri solo l'uso delizioso che ha sa se ammirare di più la straordinaria conquista del regno di Napoli, tal· saputo fare Max Ernst dei mezzi capacità degli artisti russi di riuscire lito In seguito al tradimento del espressivi della « Pop Art », associata ancora oggi a realizzare dell'arte anMonaldesco. a raffinate forme grafiche e colori- che io forme espressive cosl tragica· A Roma, dopo la trionfale accomente immobiliste o la straordinaria stiche che fanno dell'esposizione di glienza di Papa Alessandro VII, fe· pazienza degli stessi nell'accettare i questo autore a Palazzo Grassi un'avlice di avere ta le illustre accolita « temi » richiesti dalla retorica di Stavenimento artistico di primaria im· alla Chiesa cattolica, Cristina non to. (Significativo il commento di una portanza ed una festa dello spirito). cessa di esercitare la sua sovra· Cosl avviene per la « OP (Optical) vecchietta veneziana: «xc beo, ostre· nltà nell'ambito della cultura e delArt», alla quale si può applicare il gheta, ma xe il beo del milenovezen· l'arte; lasciato il Palazzo Rospiglio· todo »). ragionamento fatto per la « Pop Art», si per scrollarsi della tutela mora· ma con risultati che, come si vedrà, Per inciso si noca come invece i llstlca del Papa. si trasferisce a sono forse ancora più importanti. paesi satelliti dell'Europa Orientale Palazzo Riario alla Lungara: ivi ri· Analogamente non ci si può sof- abbiano raggiunta, dal punto di vista valeggla col nuovo Papa, Clemen· fermar~ sulla riscoperta del futuriartistico, una piena Hbertà nelle for· te IX, nel promuovere le arti, le sta Boccioni, presentato in una vasta me espressive, allineandosi alle pre· scienze, le lettere; col suo patroretrospettiva, né sulla mosrra dedidominanti scuole dell'Europa Occi· cinio sorgono l'Accademia Reale cata alla illustrazione delle origini del· dentale, - sempre in evoluzione che annovera tra i suoi membri i l'arte astratta italiana in Lombardia, in in una frenetica ricerca di sempre futuri poeti dell'Arcadia, il Guidi, cui si sono potuti apprezzare risulta· nuovi risultati. Ci si trova di fronte il Menzinl, il Filicaia, l'Accademia ti, in gran parre ignoti alJa massa del ad una ricchezza di fantasia e ad una delle Esperienze e l'Accademia de- publico, rilevantissimi per valore ar· completezza di lavori che, pur nelle gli Stravaganti dove accorrono i cistico assoluto e per quella serietà di forme più estremiste dell'arte moderseguaci dello sperimentalismo garicerche ed espressione tradizionali del- na, sono, nella media, superiori alla lileiano, il Campini, il Redi, il Bo- le arte figurative lombarde, e di parmedia dei più attivi paesi occidentali relll, la cui opera postuma • De ticolare interesse in quanto rivela· pur non raggiungendo, nella presente motu animalium •. è pubblicata a tori di forme espressive avanzate in esposizione, lo splendore - ad esemspese di Cristina. Alle tornate poe· campi apparentemente (ma solo appa· pio - del padiguone ungherese della tiche e agli esperimenti scientifici rentemente) cosl poco congeniali alJo precedente XXXII Biennale. (famosa la sua passione per l'al- spirito pratico e realista del lombardo. Si è così realizzata, almeno nel carnchimia), Cristina alterna le rappre· Accennato fugacemente, a proposito I'? delle arti figurative, la « Federasentazioni teatrali e i concerti da dell'arte astratta, alla nuova confer· ZIOne >) fra Europa Orientale ed Occamera, promuovendo qualsiasi ini· ma di Cascella, del massimo forse cident~e, ottenuta a furor di popolo ziativa avente per scopo la diffu- fra gli artisti italiani in questo set· - arusta, con una tale prepotenza da sione della cultura e l'educazione tore e fra i più grandi in campo in· far considerare il fenomeno come irreartistica, dalla costruzione del priternazionale (i romani lo ricorderanversibile. no vincitore alla Quodriennale di Romo teatro pubblico a Roma, il Tea· HA lìtica costituisce la trama Unltaria delle relazioni europee. l'equilibrio raggiunto non essendo l'unità europea. ma soltanto un temporaneo rimedio alla divisione e alle più gravi cause di frattura e di guerra. Russià ed Europa Orientale la Spagna Più drammatico il messaggio che ci viene dalla Spagna e non occorrono ~forli tr11scendencali per capire che certe rappresentazioni, notevolissime su piano artistico e polemico, sono passate attraverso le maglie di una censura e di una burocrazia troppo ottuse per fortuna - per comprendere di che cosa si trattava ed impedirne l'espatrio. Cosl per Juan Genoves, che sembra esprimere, nelle sue opere l'appello di un popolo rappresent;to da poche figure angosciosamente sole o da masse di figure in agitazione, in fuga, in corsa, tutte con le mani in alto, agicate in segno di richiamo (i r~toli stessi parlano chiaro: « Tutti in· s1eme », «Progresso e regresso », «Quattro fasi attorno ad una proibizione», «Anno 1966, 1966 »: quest'ultimo sembra un drammatico richiamo alla realtà politica spagnola nell'anno di grazia 1966); cosl per lo stesso Salvador Soria che esprime, in forma pi(l concettuate ma altrettanto drammatica, le stesse idee con mezzi artistici che stanno fra la pittura, il rilievo e la scultura, con un pizzico di « Pop Art» (ingranaggi inseriti a forza nel vivo delle r-avpresentazioni pittoriche, quasi a simboleggiare una « forzatura », una costrizione che demmciano il sentimento dell'artista ed il mondo in cui vive). Anche qui alcuni titoli parlano chiaro ad orecchi disposti ad intcnderli: « Integrazione con operaio», « Integrazione alla pa· ce », e soprattutto « Integrazione alla libertà ... Infine, fra i paesi dell'Europa Occi· dentale, l'Olanda e l'Austria meritano particolare attenzione da parte di noi federalisti, per quanto espongono nei rispettivi padiglioni. L'Olanda L'Olanda, presentatasi con un unico espositore, Constant Nieuwenhuis esprime attraverso esso tutto un mon: do di speranze per un futuro conce· pito carico di promesse, in favore di una umanità che si immagina, si spe· ra, dirci quasi si augura in pace inter:tta a ri~olvere. i probl~ delJa 'proprra convivenza m centri dalla avveni· ristica urbanistica (questi centri saranno chiamati dall'artista « New Babylon » quasi a simboleggiare la liberti\ assoluta, la mescolanza che dovrà in essi imperare) giustamente de· finiti da R. \YI. D. Oxenaar, critico dell'artista, «Città per uomini vera· mente liberi, che possono dedicarsi al libero sviluppo della loro creatività ... Queste ideali città internazionali (ed ecco dove il problema investe diretta· mente noi federalisti programmatori dell'intervento diretto delle basi popolari nella strutrurazione delle società federate), sempre secondo Oxena· ar, « propongono una disciplinata azione collettiva, mirante ad un ampliamento totale dello scenario entro cui si svolge la nostra vita per quanto riguarda l'abitazione, il lavoro la comunicazione e la ricreazione· ~a risoluzione che va considerata i~ una prospettiva sociale, psicologica ed artistica; una coordinazione che deve sfociare anche in una fusione compie ta di arti c scienze». \,)JU Y,Ul l \.-VJI~\.UI. V\.\.VU,\. I.U\.\QVIC& sottolineare quanto le realizzazioni a carattere pittorico, modelJistico ed ar· chitettonico-urbanistico, esposte nel padiglione dell'Olanda, abbiano raggiunto io risultati poetici, di una tra· scendente evidenza non solo nella forma espressiva, ma in quanto di « sogno », di « terribile speranza » vi è in esse; per dirla ancora con Oxenaar si tratta di un « progetto per il futuro: una utopia carica di emozione personale, di una visione poetica, eppure cosi concreta, cosl ben ponderata, che la realizzazione può sembrare immi· n.ente » (si ricordano a questo propoSitO le ben concrete realizzazioni di un « fratello spirituale » di Constant Nieuwenhuis, di quel Le Corbusier uscito oramai da tempo dalla fase dei soli sogni e delle speranze). L'Austria Straordinario il contrasto del padiglione dell'Olanda con quello dell'Au· st.ria, forse ~ migliore, e più potente di tutta la B1ennalc. Le espreSSioni ar· tistiche presentate dall'Olanda e dall'Austria si accomunano .in una· sola cosa, l'altissimo livello artistico e la drammatica sincerità dell'uomo-artista. Ma come il padiglione dell'Olanda appare proteso in quel futuro di cui le realizzazioni urbanistico-architettO. niche delle sue città sembrano un'an· ticipazione piena di speranza (si ri· cordi solo la città di Rotterdam rifat· ta in base a concetti urbanistici eccezionalmente moderni, con quella piazza dove il drammatico monumento di Zadkine in memoria del tragico bombardamento del 14 maggio 1940 fa emozionante contrasto con la sta· tua di Erasmo da Rotterdam, di Heo· drik de Keyser miracolosamente salva· rasi dalla distruzione e dalla strage della città, quasi a simboleggiare il valore dello spirito umanistico e rinascimentale che è il substtato comune di tutte le concezioni Europee), cosl il padiglione dell'Austria appare inchiodato nel drammatico ricordc;> di un passato sconvolgente da cui sembra che gli artisti, qui espositori, non sappiano districarsi. Primo fra tutti quel Curt Sten· vert, ribelle a qualsiasi regola artistica, impegnato soltanto ad estrinsecare, at· traverso una furiosa, frenetica fanta· sia, la sua amarezza, la sua condanna, la sua speranza - ma con molta autoironia nella stessa. La piccola sala, gremita delle sue opere, è un solo florilegio di maca· bri scheletri rilucenti e imbellettati, di strumenti di guerra, di composizioni a base di soldadni, fiori, alberi e frutti germogliati su substrati pregni di cadaveri, di gruppi di uomini e donne ocupati nelle più comuni ma per ciò stesso assurde attività, rutto realizzato con una fervida, esagitata sen· sibilità artistica: un vero «choc» per l'ignaro visitatore, che non si aspetta un simile « trattamento », un simile spiattellamento di verità passate ed at· tuali, su cui tutti preferiscono sorvolare. • Il titolo stesso, curiosamente chilometrico, di una delle opere esposte (n. 121) spiega molte cose: «Dal « nostro posto di comando di stato » « maggiore siamo lieti di potervi rac- » « comandare le nostre sale di macello » «(di già sperimentate)! - gli stabi· » « limenti del mattatoio, società a ca·» « pitale limitato 1964 ». FEDERALIST (continua a pag. 6) Come già per la Provenza, spiace ancora una volta potersi soffermare solo con poche parole su di un'altra regione - il Giura franco-svizzero - che dovrebbe essere considerata la culla delle idee di federalismo, di progresso e libertà, di socialismo Jibertario diffusesi in Europa e nel mondo. Spiace di poter citare solo due « le località della Francia, assi· dei suoi massimi esponenti uno a ciascuna i suoi di· in campo politico-sociale Prou- «« curando ritti integrali e ad ogni frandhon, uno in campo sociale" cese il pieno esercizio delle architettonico, Le Corbusier. « sue capacità come uomo, coVorremmo tuttavia raccoman- " me cittadino, come lavoratore. dare a tutti i giovani federalisti L'autonomia della Comune in viaggio per l'Ew·opa, di presta~ «« avrà suo limite solo nella re una particolare attenzione al- « egualeil autonomia di tutte le le città, ai paesi, ai monti che «altre comunità che aderiranda Ginevra e dalle rive del lago no al contratto; la loro assoLemano - versante meridionale «« ciazione dovrà assicurare la del Giura franco-svizzero -, attraverso le montagne suddette ed « libertà della Francia >>. Nel cuore. delle sue montagne, ai suoi villaggi di montanari, portano giù per il disteso ver- a La Chaux-de-Fonds, in questi sante francese fino a Besançon. stessi anni gloriosi, nasceva uno d~i _più geniali arc~tetti mai esi· Su questi monti dalle vaste pibete, dai caratteristici casola· stJt1 - Le Corbusier - che, ri· belle a qualsiasi scuola, accari con i tetti spioventi quasi fino demia, conformismo di destra a terra - per tenere discosta la neve - dai prati estivi cosparsi o di sinistra, riproponendosi il di genziane, dove l'atmosfera stes· dilemma che fu già dei federalisa sembra distaccarsi da quella sti di allora ed è dei federalisti di oggi - come conciliare i prindelle regio n i limitrofe per una sua ~arat~eristica luminosa pro- cipi di collettività e individualità - doveva risolverlo con le fond!tà diurna e notturna (di massime realizzazioni architetcui Lamartine diceva di non aver tonico-poetiche dei nostri tempi. visti... « de pareils effetts de perspective dans les profondew·s q~e dans le Liban, quand au La Federation Jurassienne pted de cedres, on longe l'oeil sur la ~>t7tite vil:le _de Zharkle •), Su quelle stesse montagne fra su questi mont1 Si mantenne e i laghi svizzeri e il Doubs, fra si map~iene tuttor~ un orgo~lio Ginevra e Besançon, quei lavoso sptnto autonom1sta che SI riratori, quei piccoli artigiani, non flette nei villaggi, nelle chiese insensibili all'appello che da ogni (famosa l'abazia d~ Mont Bc- parte del mondo veniva loro da noit) nelle stesse giurisdizioni classi lavoratrici le cui condiziorifacentesi alle antiche giurisdi: ni di vita e di lavoro erano allo· zioni ecclesiastiche (come nella ra fra le più drammatiche, ave· valle del Sauget, cuore di quc· vano commciato ad organizzarsi ste tendenze autonomiste) non fra loro in libere comunità, agi· per caso simili a quelle analo· tando la bandiera dell'eguaglian· ghe vigenti ad Andorra. za, del progresso sociale e della Osservi questa regione, il gio- libera associazione di tali comuvane federa lista, e ricordi che in nità in federazione: nasceva così quest~ città~ ~ questi paesi, fra la ormai storica FEDERATION questi monti, s1 combatté per de- JURASSIENNE. cenni la battaglia per il socialiSi era per la prima volta comsmo antiautoritario, per il pro- preso come la lotta per l'autonogresso senza dittatura, per l'or- mia della propria comunità non ganizzazione umana articolata può essere disgiunta dalla lotta in libere comunità federate. per la giustizia sociale; come la una e l'altra non siano valide se ad esse non partecipino gli stessi Proudhon e Le Corbusier interessati, per libera individuale scelta; come soprattutto l'una e Dal limite meridionale del Giu· l'altra non possano essere riven· ra, Ginevra, Gian Giacomo Rus· dicate solo per la propria collet· se:au aveva gi~ da tempo risve- tività ma per ogni limitrofo rag· gliato le cosc1enze europee in gruppamento umano (si veda il manifesto, precedentemente cifavore della giustizia sociale tato, della Comune di Parigi). creando i presupposti per lo svi: luppo della rivoluzione francese Si affermavano, per la prima e per l'inizio con essa dell'era volta a livello popolare, gli ideamoderna: dal limite settentrio· li di federalismo, di socialismo nate - Besançon - Proudhon antiautoritario, si diffondeva la doveva far fiammeggiare le idee coscienza dei diritti dell'individel progresso federalista c ispi· duo, che non deve a nessun costo rare con esse la Comune di Pa· rinunziare alla propria indivi· rigi nel 1871 (si ricordi il mani· dualità, alla propria indipendenfesto della Comune al popolo za di pensiero e di azione di fronfrancese il 19 aprile 1971: te a nessuna autorità, nessun «L'assoluta autonomia della partito, nessuna dittatura. «Comune viene estesa a tutte Ricordiamo le parole di Kro- LE REGIONI D'EURO PA IL GIURA FRANCO-SVIZZERO U HA E UE AH EU HA cettata e scelta dagli stessi la· « voratori. Chiediamo che il « principio dell'autonomia delle « sezioni sia mantenuto nell'in· " ternazionale così come è stato « considerato fino ad og~i la ba" se della nostra Assoc1azione ... « L'INTERNAZIONALE, GERME « DELLA SOCIETA' UMANA DEL « FUTURO, DEVE ESSERE... " UNA FEDELE ESPRESSIONE « DEI NOSTRI PRINCIPI DI LI· « BERTA' E DI FEDERAZIO· <<NE; DEVE · RIFIUTARE OGNI << PRINCIPIO TENDENTE AL« L'AUTORITARISMO ED ALLA « DITTATURA». Ricordiamo questi orologiai (Rousseau stesso fu figlio di un orologiaio) che formavano il ncr· bo della Federation Jurassienne quasi volessero contrapporre a l: la precisione ed al dettaglio del p~oprio lavoro professionale il divampare di uno spirito progressista ed autonomista che è e sarà vanto della coscienza individuale e collettiva dei futuri cittadini europei e di coloro che og· gi già si sentono tali. Rico_rdiamo questi tipografi (per Citarne solo due: Proudhon figlio di operai a Besançon e Ja. mes Guillaume, tipografo a Neu· chatel patria attuale di Denis De Rougemon t che seppero fare della propria professione l'arma mi· g~iore non solo per stampare e d~ffonder~ le idee di progresso, d1 uguaghanza e libertà, ma per crearle, affinarle, difenderle contro le involuzioni dittatoriali contro gli interessati conformi~ smi politici; per mantenerle, in una parola, al livello << lievi tan· te » di impegno delle coscienze dei singoli e delle loto libere co· m unità. I loro giornali, vessilliferi delle idee di libere comunità e di loro federazioni, rabbiosamente n_ascevano uno dopo la soppresSione dell'altro, il « Peuple,. d'i Proudhon, soppresso nel 1850 l'« Avant-Garde », soppresso nei 1878, giornale fieramente in polemica contro l'c Egalité "• esponente del socialismo autoritario « Le Revolté » tribuna principa: le di Kropotkin. çhi d<?vesse transitare per Samt lm1er, sempre nel Giura ricordi la nascita, in tale locali~ tà nel 1872, dell'Internazionale Antiautoritaria, in opposizione a Marx ed ai suoi principi. Troppo ignoti ancora sono in F.uropa i massimi esponenti di quelle idee: Kropotkin, Guillaume, Schwitzguebel (per citare solo i principali agenti con sede stabile nel Giura Franco-Svizzc. ro) e soprattutto Proudhon. La loro lotta per il progresso socia· le e la resistenza all'involuzione autoritaria e dittatoriale del socialismo segnarono la resistenza alle grandi crisi dittatoriali del ventesimo secolo. La loro eclis· se alla fine del secolo segnò l'eclisse della civiltà europea; ma da Proudhon attraverso Tolstoi tali idee dovevano nuovamente germogliare e svilupparsi in ..... ....._. ..... ..l! - ----•! ___ ....,_ .._. .. . UE « AH potkin, alle sue prime esperienze tra gli abitanti del Giura: " ... ma i rapporti egualitari « c;~e ~rovai sui m~nti del Giura, « l md1pendenza dJ pensiero e « d'espressione che vedevo svi" lupparsi nei lavoratori, la loro "illimitata devozione alla causa «esercitavano una presa ancor~ « più forte sui miei sentimenti· « e quando scesi dai monti, dopo «un soggiorno di una settimana «tra _gl~ orologiai, le mie idee sul « sociahsmo erano ormai chia· « re. Ero un anarchico ». 50 anni durò la lotta di costoro per difendere i principi libertari del socialismo e del federalismo per rispondere colpo per colpo agli sforzi accentratori e dittatoriali di Marx, triste preludio ai drammi del ventesimo secolo sempre denunciati, sempre com: battuti « in fieri » dalla Federati~n J~assienne e da tutti i grupPI che m Europa ad essa si ispi· ravano. Non scordi il passeggero giunto nella cittadina di Sonvillier nel Giura, come da tale località fu diffusa, nel 1871, per tutta Europa, la famosa CIRCOLARE DI SONVILLIER che doveva denun· ciare l'involuzione in senso dit· tatoriale del consiglio ~encrale dell'internazionale, sotto l influen· ~ ~ Marx, opponendovi il pnn· cJplo della « ltbera federazione di gruppi autonomi ». Si ricordì la tragica attualità nell'ultimo c!nquantennio delle parole della Circolare di Sonvillìer: « Noi accusiamo il consiglio << generale di cattive intenzioni. << Le persone che lo compongono « sono vittime di una necessità « fatale, volevano, in perfetta « b~ona fede e affinché potessero « tnonfare le loro dottrine in· « trodurre nell'internazional~ lo « spirito autoritario. E parso « che le circostanze favonssero « tale tendenza, e noi consideria· « mo perfettam ente naturale che « questa scuola il cui ideale è «la conquista del potere politico « da parte della classe operaia, «abbia creduto che l'interna· c zionale, dopo i fatti recenti, « dovesse cambiare il suo primi« tivo ordinamento e trasformar· « si in una organizzazione gerar· « chica guidata e governata da « un esecutivo. Ma, pur ricono« scendo che queste tendenze e «questi fatti esistono, dobbiamo « tuttavia lottare contro di essi « n~l nome della rivoluzione so« c1ale per la quale lottiamo e il « cui programma è espresso nel<< le parole: "EMANCIPAZIONE << DE I LAVORATOlti AD OPERA « DE I LAVORATORI STESSI" « indipendentemente da OSfni au~ « torità direttiva, quand anche «quella autorità fosse stata ac- DENIS DE ROIJGEMONT r- ~ ~,fh; «accuserà la natura delle sven« ture umane né l'ironia della « Provvidenza o le antinomie del· « lo Spirito: anzi l'opposizione dei « principi base sarà giustamen te « considerata come la condizione « su cui deve riposare l'equilibrio « universale. IO, FEDERALISTA << In quanto a me, dopo ch e una « certa stampa si è data il compi· « to di soffocare la mia parola, « ora per mezzo dJ un calcolato « silenzio, ora con le false inter· << pretazlonl e le ingiurie, lo sen« to dl poter gettare q uesta sfida « ai m iei avversari : tu tte le mie « Idee economiche elabora te per « venticinque anni, possono rias<< sumersl in queste tre parole: « FEDERAZIONE AGRICOLO-IN« DUSTRIALE; tutti l miei idea" li politici si possono ridurre ad « una formula analoga: FEDERA« ZIONE POLIT ICA O DECEN· « TRALIZZAZIONE). " E siccome lo non faccio delle « mie idee uno strum ento dJ parti· « to né un mezzo d'amb izione per« sonale, tutte le mie speranze « sull'oggi e sui domani sono « espresse da questa terza formu« la conseguenza delle due pri· « me: FEDERAZIONE PROGRES«SIVA. « Io sfido ch iunque a far e una « professione di fede più chiar a << d'una più vasta portata e ai « tem po stesso d'una plù gran « m oderazione. Voglio andare più <<In là: sfido q ualunque am ico << della liber tà e del dir itto a r e« spingere l miei principi. (da: Du principe fédératif et de la ncccssité de reconstituer le parti dc la Révolution - Proudon - 1863). IL POTERE «Poich é, grazie all'idrolatria " dei poteri governativi, la civil· « tà è, come la b arbarie, uno sta« to di guerra, non c'è legislazio« ne, costituzione, teoria, espe« r ienza che tenga; finché ci bat· « teremo per U p otere, non man« cheranno m al al vincitori pre« testi per opp rimere i vinti: gli « uomini di stato troveranno sem« p re delle r agioni per rinnegar e « l loro principi e ciascuno avrà « sempre ragione... << Contro app unto questo fatali· << sm o brutale che aggira senza « fine la società in un cerchio dJ « delusioni e d i violenze, io ero << risoluto a lottare. Era un com<< plto enorme; ch e plano avrei «adotta to?... « Bisognava vincere U Potere « non domandargli n ulla; dim~ << strare U parassitism o del capi· << tale, supplendovl col credito· « fondare la libertà degli indivi: « dui, organizzare l'Iniziativa del· « le masse ... (da: « Les Confessions d'un Révolutionnaire » Proudhon - 1851 ). «ciliare gli ideali internaziona· « listici - l'idea di un mondo « senza frontiere né barriere di « razza - con un'ostinata insi« stenza sull'autonomia locale e « la spontaneità personale ». Scrive Franço1se Choay di Le Corbusier: « Il dualismo collettività-indi· « vidualità è uno dei problemi " che più appassionano Le Cor" busier: su questo dualismo « sono impos tate la sua archi" tettura e la sua urbanistica. « Vi è sempre una rispondenza « tra questi due elementi». Come ogni profeta del progresso, dell'anticonformismo, della ribellione ad ogni autorità, Le Corbusier fu rabbiosamente combattuto e boicottato in vita. ~ell~ stessa Francia, sua patna di adozione, stentò a realizzare le sue costruzioni. Due fra i suoi massimi capolavori - il palazzo dell'Alta Corte di Giusti· Zia ed il Palazzo dei Ministri a Chandigarh sono costruiti in India quasi che il paese del Mahatma Gandhi avesse voluto - chiamando ufficialmente Le Corbusier a progettare il piano regolatore e la costruzione della capitale politica dello Panjab r:endere omaggio a quello spirito hbertario e antiautoritario del Giura Franco-Svizzero che, at· traverso Proudhon e l'anarchi· smo pacifista di Tolstoi era sta· ta una delle componenti della formazione di Gandhi stesso («Da un punto di vista etico Le Corbusier è il figlio spirituale «dei filosofi illuministi del 18° « secolo e degli utopisti sociali· « sti che fw·ono i loro eredi nel « 19. secolo » dirà il volume del « Saggiatore » a Le Corbusier dedicato). Respinto in patria dalla città d~ Saint·Dié, dove una campagna di stampa orchestrata contro di lui ne otteneva l'estromissione, perché << il mattone trionfasse sul grattacielo», Le Corbusier otterrà fortunosamente di potere innalzare a Marsiglia il massimo fra i suoi capolavori, quel· la « Ville Radieuse » defmita « il ~ap?lavoro dell'o~era plastica, Il nsultato e la smtesi di tutte le teorie sull'urbanistica e sul· l'abitazione, nonché uno degli elementi sociali più importanti del 20. secolo ,. ( « il Saggiatore,.); ma soprattutto - aggiungiamo noi :- _una vertiginosa opera di poesia m cemento. La " Ville Radieuse " di Marsiglia, creata per l'uomo e per la collettività, per unire gli uomini e insieme salvarne l'individualità, può simboleggiare - nelle sue forme lineari - la costruzione federale che siamo ancora cosi lontani dall'aver portato a termine. Nella sua costruzione Le Corbusier h a inteso dare a eia. scun uomo « la sua parte di felicità » pér fornirgli, vera gioia della mente e del cuore, «quel sapiente, preciso e magnifico giuoco di forme di luce » (sono parole dello stesso Le Corbusier) del quale. secondo l'autore, do· veva essenzialmente consistere l'architettura. La Ville Radieuse di Marsiglia, appena terminata, fu ridicoliz· zata, ribattezzata « La casa scema»; la popolazione, incredibile a dirsi, orchestrata dai vari con· formismi sociali politici, rifiu. tò compatta di ab1tarci. Oggi, a poco più . di dieci. anni sgrnnta Oalla o a per la giustizia sociale; come la una e l'altra non siano valide se ad esse non partecipino gli stessi interessati, per libera individuale scelta; come soprattutto l'una e l'altra non possano essere rivendicate solo per la propria collettività ma per ogni limitrofo ra~gruppamento umano (si veda 11 manifesto, precedentemente citato, della Comune di Parigi). Si affermavano, per la prima volta a livello popolare, gli idea· li di federalismo , di socialismo antiautoritario, si diffondeva la coscienza dei diritti dell'individuo, che non deve a nessun costo rinunziare alla propria individualità, alla propria indipendenza di pensiero e di azione di fronte a nessuna autorità, nessun partito, nessuna dittatura. Ricordiamo le parole di Kro- yuv c:ssert: Proudhon e Le Corbusier Dal limite meridionale del Giura, Ginevra, Gian Giacomo Russeau aveva già da tempo risvcglialo le coscienze europee in favore della giustizia sociale, creando i presupposti per lo sviluppo della rivoluzione francese e per l'inizio con essa dell'era moderna: dal limite settentrionale - Besançon - Proudhon doveva far fiammeggiare le idee del progresso federalista c ispirare con esse la Comune di Parigi nel 1871 (si ricordi il manifesto deJla Comune al popolo francese il 19 aprile 1971: «L'assoluta autonomia della "Comune viene estesa a tutte u1u r:avorrss " tale tendenza, e noi consideria. "mo perfettamente naturale che "questa scuola il cui ideale è " la conquista del potere politico " da parte della classe operaia " abbia creduto che l'interna: « zionale, dopo i fatti recenti "dovesse cambiare il suo primi: « tivo ordinamento e trasformar"si in una organizzazione gerar"chica guidata e governata da « un esecutivo. Ma, pur ricono« scendo che queste tendenze e « questi fatti esistono, dobbiamo " tuttavia lottare contro di essi «nel nome della rivoluzione so" ciale per la quale lottiamo e il « cui programma è espresso nel« le parole: "EMANCIPAZIONE « DEI LAVORATOH.I AD OPERA "DEI LAVORATORI STESSI", « indipendentemente da o~i au« torità direttiva, quand anche «quella autorità fosse stata ac- UE HA E U Bronislaw Huberman, e degli storici scrissero la storia di quel paese, ma nessuno ha presentato con altrettanto impegno e pari ampiezza l'evoluzione ed il funzionamento di questo primo stato veramente sovrannazJOnale, propOneodolo come modello per l'Europa (La Suisse ou l'histoire d'un peuple heureux, Paris 1965; trad. ted. Wien· Mtinchen 1965). Con chiarezza vedeva sin dal 1947 quale fosse il maggior ostacolo sulla strada verso l'unificazione europea e con uguale acutezza segnalava ai federalisti dove doves· sero far leva. Ricordiamo le sue parole, in parte troppo ottimistiche, ma nella sostanza non meno valide oggi che 20 anni fa: c La Federazione Europea non potrà essere l'opera di ~overnanti incaricati di difendere gli interessi deJJa loro nazione contro il resto del mondo. La federazione sarà l'opera di gruppi e di persone che prenderanno l'iniziativa di federarsi, al di fuori dei governi nazionali... Non ci sono altre possibilità... "· "Il giorno in cui i Popoli d'Europa avranno capito che essi sono, in realtà, assai più solidali e più uniti di quanto i loro governi non potranno mai esserlo, si renderanno conto che la Federazione non è soltanto possibile, ma facile e rapida a realizzarsi, come lo fu per i cantoni svizzeri nel 1848. La sua necessità è evidente, la maturazione storica è molto avanzata, le sue strutture già si profilano. Non man. cano che una « Carta Federale "• degli organismi rappresentativi ed un ultimo slancio, un impulso popolare che forzi la mano ai governi... Soltanto la rivolta della opinione publica e dei popoli di tutta l'Europa li pOtrà spingere a tale passo'"· Dobbiamo riconoscenza e gratitudine a Denjs de Rougemont, a questo scrittore " engagé " e veramen. te europeo, che da tanti anni ha tentato di illuminare i suoi concittadini in Europa e che ha dato un ammirevole esempio di unità di pensiero e d'azione. Che egli possa svolgere anche nei decenni a venire la sua feconda ed instancabile attività nel campO della letteratura e deJJa politica europea: sia questo il nostro più fervido augurio! AH EU ha compiuto 60 anni Mentre nel secolo scorso profes· sori c scienziati, poeti e compositori in Germania ed in Italia stavano con passione ed abnegazione in testa al movimento unitario nazionale, oggi come oggi H mondo di cultura europeo, se non è addirittura contrario, rimane praticamente passivo o indifferente nella lotta per l'unificazione politica dell'Europa. Tra le poche eccezioni vediamo emergere l'eminente figura dello scrittore svizzero-francese Denis de Rougemont. Nato 1'8 settembre 1906 a Neuchàtel come figlio d'un pastore protestante, è conseguentemente cresciuto in un ambiente profondamente cristiano. (Le prove di questa sua educazione affiorano anzi da tutti i suoi scritti). DopO gli studi in lettere e filosofia alle Università di Neuchàtel, Vienna e Ginevra, dedicò la sua vita all'attività letteraria, che rese noto il suo nome nei quattro coo•inenti. L'epoea più feconda fu indubbiamente quella che va dal '30 al '50. In quei decenni vedevano infatti la luce - per non citare che alcuni titoli - il Joumal d'un inteiJcctuel en chomage (1937); il Journat d'Allemagne (1938); La pat·t du diable (1942); la Mission ou démis- HA DENIS DE ROUGEMONT sion de la Suisse ( 1940) e L'amour et l'occident (1942; trad. ital., Milano 1958; trad. ted., Koln 1966), l'opera che, a quanto afferma François Bondy, gli assicurava la fama. Proprio in essa egli si rivela c1·itico della cultura, che vede nella crisi del matrimonio (amore-pas· sione nella storia letteraria europea) uno dei sintomi che più contribuiscono alla disintegrazione del mondo occidentale. Ma nonostante la sua analisi pessimistica, egli spera comunque in un rinnovamento cristiano degli uomini del nostro continente. Questo libro serve forse meglio degli altri da pOnte verso un secondo gruppo di pubblicazioni che hanno per tema l'Europa ed il suo avvenire pOlitico: L'Europc en jeu (1948); Lettres aux députés européens (1949); Vingt-huit siècles d'Europe (1961); Les chances? J'Europe (1962) Il pensiero storico-pOlitico del Rougcmont è radicato nel concetto dell'unità della civiltà europea, fatto evidente, ma spesso ignorato. Per salvare però questa civiltà, diventata patrimonio universale, e salvare con essa gli vomini che l'avevano creata, l'unificazione politica dell'Europa dovrebbe completarne l'unità culturale. Da circa trent'anni Denis de Rougemont diffonde con la parola e con gli scvritti (numerosissimi articoli su quotidiani e riviste europee ne danno una testimonianza impressionante) questa nobile idea, non perdendosi mai in speculaz1oni purane partecipando p. es. al Congresso mente teoriche. Egli passava all'aziodei Federalisti a Montreux ed alla fondazione dell'Unione Europea dei Federalisti nel 1947, fondando il Centre Européen de la Culture a Ginevra, di cui tuttora è direttore, presiedendo il comitato del Congrès pour la liberté de la culture a Parigi e facendo parte. della Fon· dation Européenne ad Amsterdam. Contrariamente agli uomini politici, che parlano dell'unificazione politica dell'Europa tanto volentieri in termini generici, Denis de Rougemont lotta a viso aperto: per lui, la meta politica è lo Stato Federale Europeo ed il " buon esempio » da seguire è costituito dalla Svizzera moderna. Certo, già altri prima di lui avevano richiamato l'attenzione degli Europei sulla Svizzera, come Stefan Zweig, Romain Rolland o lfR>ID'rn(fopo a soppressione dell'altro, il c Peuple,. dl Proudhon, soppresso nel 1850, l'« Avant·Garde ,., soppresso nel 1878, giornale fieramente in pO· )emica contro l'« Egalité », esponente del socialismo autoritario, " Le Revolté » tribuna principale di Kropotkin. Chi dovesse transitare per Saint Imier, sempre nel Giura, ricordi la nascita, in tale località nel 1872, dell'Internazionale Antiautoritaria, in opposizione a Marx ed ai suoi principi. Troppo ignoti ancora sono in :P.uropa i massimi esponenti di quelle idee: Kropotkin, Guillaume, Schwitzguebel (per citare solo i principali agenti con sede stabile nel Giura Franco-Svizzero) e soprattutto Proudhon. La loro lotta per il progresso sociale e la resistenza all'involuzione autoritaria e dittatoriale del socialismo segnarono la resistenza aUe grandi crisi dittatoriali del ventesimo secolo. La loro eclisse alla fine del secolo segnò l'eclisse della civiltà europea; ma da Proudhon attraverso Tolstoi tali idee dovevano nuovamente germogliare e svilupparsi in Gandhi che di questi anarchici si dichiarò sempre un discepolo e seguace; e attraverso il genio di Gandhi raggiungere in India una delle più grandi affermazioni umane, sociali e politiche di tutti i tempi. Esempio che ogni federalista, degno di questo nome, dovrebbe attentamente esaminare. Non dimentichiamo infine e sotto)jneamo ancora una voi· ta il già citato appello contenuto nella circolare di Sonvillier: " ... emancipazione dei lavoratori ad opera dei lavoratori stessi "• che fu riecheggiato nel principio « L'EUROPE PAR SON PEUPLE» ispiratore dell'azione federalista per il Congresso del Popolo Europeo. AH DENIS DE ROUGEMONT n UE ,....,.,....,.,~----·-nvv"' Helmut Goetz PROUDHON L'IDEA DI FEDERAZIONE « L'idea d1 federazione è certa" mente la più alta alla quale sia « giunta fino ad ora la nostra co" scienza polltic.a.. Essa si innalza « dl gran lw1ga sulle costituzioni " francesi, promulgate da settan« t'anni a questa parte che pure si " fondavano sulla grande rivolu« zione, e la cui breve durata ci « ha fatto così poco onore. Essa « risolve tutte le difficoltà che si «sono incontrate per la CONVI" VENZA DELLA LIBERTA' CON « L'AUTORITA'. Con essa non ab" biamo più da temere d1 impalu« darci nelle antinomie tipiche dei c governi d1 fatto: di vedere la « pleb e "emanciparsi" trascinan« doci in una dittatura perpetua « n é la borghesia manifestare il « proprio "llberallsmo" coi peg" giorl eccessi della centrallzza« zJone; né lo spirito pubbllco "corrodersi in quell'orgia della « licenza fornicante col dispoti« smo, mentre il potere ricade di « continuo nelle mani d1 quella « gente che Robesblerre chiamava c "gll intriganti", né la Rivoluzio" ne sempre come disse Dandon, ""nelle mani del più scellerati". « Le pretese della ragione urnac n a saranno infine giustificate, « lo scetticismo abbattu to. Non si IL POTERE " Poiché, grazie all'idrolatria dei poteri governativi, la civil" tà è, come la barbarie, uno sta« to d1 guerra, non c'è legislazio« ne, costituzione, teoria, espe" rienza che tenga; finché ci bat« teremo per il potere, n on man« cheranno mai ai vincitori pre'' testi per opprimere i vinti: gli « uomini d1 stato troveranno sem« pre delle ragioni p er rinnegare « l loro principi e ciascuno avrà « sempre ragione... « Contro appunto questo fatali« smo brutale che aggira senza « fine la società in un cerchio d1 « delusioni e di violenze, io ero « risoluto a lottare. Era un com " plto enorme; che piano avrei «adottato?... « Bisognava vincere ll Potere, << n on domandargli nulla; dlmo"strare U p ar assitismo del capi« tale, s upplendovi col cr edito; « fondare la libertà degU indivi" dul, organizzare l'iniziativa del« le masse ... (da: « Les Confessions d'un Révolutionnaire » Proudhon 1851). « LE CORBUSIER Nasce nel cuore del Giura a La Chaux-dc-Fond, a otto chilometri appena da Sonvillier (località dalla quale fu lanciata la celebre circolare per il socialismo antiautoritario e per il federalismo, che abbiamo sopra citato), a soli dodici chilometri da Saint Imier, dove si riunì la prima internazionale antiautoritaria, sulle rive di quel fiume Dubs che, poco più a valle doveva cingere la città di Besançon, patria di Proudhon, « come in un giro di compasso » per dirla con Giulio Cesare (" Flumen Dubis ut circino circum ductum paene totum oppidum cingit »). Nella sua attività di architetto sembra aver assimilato in forma stupefacente gli ideali di progresso sociale, di uguaglianza e di indipendenza di pensiero, di anticonformismo e antiautoritarismo che hanno reso celebre la regione del Giura. Scrisse Kropotkin (il grande geografo anarchico russo, esule per tutto il mondo a predicare i principi di uguaglianza e progresso sociale, e attivo in particolare proprio nel Giura, nella Fédération J uras· sieone). « L'uomo non è un essere i cui « unici scopi nella vita siano « mangiare, bere, procurarsi un « rifugio. Una volta soddisfatte «le necessità materiali, si fan« no sentire altre necessità che, «generalmente parlando, si pos" sono definire di natura artisti" ca. Queste necessità sono di" versissime; variano da un indi« viduo all'altro, e quanto più « civile sarà una società, quanto « più sarà sviluppata l'individua« lità, tanto più diversi saranno « i desideri "· Tale affermazione rispecchia in modo straordinario il pensiero e l'ideale architettonico di Le Corbusier. Scrive Woodcock degli anarchici e della Federation Jurassienne: « ... Essi hanno cercato di ricon- ~Orte sUll'ur6ams Jca e sUll'abitazione, nonché uno degli elementi sociali più importanti del 20. secolo » (" il Saggiato re »); ma soprattutto - aggiungiamo noi - una vertiginosa opera di poesia in cemento. La " Ville Radieuse » di Marsiglia, creata per l'uomo e per la collettività, per unire gli uomini e insieme salvarne l'individualità, può simboleggiare - nelle sue forme lineari - la costruzione federale che siamo ancora così lontani dall'aver portato a termine. Nella sua costruzione Le Corbusier ha inteso dare a ciascun uomo " la sua parte di felicità » pèr fornirgli, vera gioia dell~ mente e .del cuore, « 9.uel sap1ente, prectso e magnifico giuoco di forme di luce» (sono parole dello stesso Le Corbusier) del quale. secondo l'autore, doveva essenzialmente consistere l'architettura. La Ville Radieuse di Ma1·siglia, appena terminata, fu ridicolizzata, ribattezzata «La casa scema»; la popolazione, incre,cJibile a dirsi, orchestrata dai van conformismi sociali politici, rifiutò compatta di abttarci. Oggi, a poco più di dieci anni di dislanza, non solo essa è gremita, ma è meta di visitatori stupefatti e ammirati da ogni parte del mondo. Nel suo ingresso, dove è aperta una mostra che illustra l'opera ed il faticoso cammino di Le Corbusier, figlio fedele della su~ terra, il Giura, patria di anarcbt· ci c federalisti, è riportata a grandi lellere una scritta di R. Le Ricolais: " Ce n'est pas dans le pris.ons "qu'il faut rechercher !es ptres « gredins - ecrivait Nietzcbe -; << les veritables sont reelment .. ceux qui ne font rien. « De nos jow·s les gredins font « mieux encorc... ils empechent « de "faire". " Et c'è pourquoi sans dout « monsieur Le Corbusier n'a pas « toujours gardé le visage sou« riant qui accompagne la reus« si te». G.L.D.B. BIBLIoGiilliAl BASTIANELLO MARIO: Storia de· gli Europei. Il Mulino, Bologna QUARONI PIETRO: Problemi della polltlca del nostro tempo. Garzanti. TRAGUARDO EUROPA: Valleccbl editore, Firenze 1966, pagg. 275, L. 2000 - Prefazione dl Dino Del Bo. Questa pubblicazione dj scritti di accertati europeisti è un'analisi obiettiva dei problemi contemporanei che mostra come non CI sia altra alternativa per l'Europa che la via della federazione. I REGOLAMENTI DELLE COMUNITA' EUROPEE: Gluffrè editore, Milano 1965, pagg. 336, L. 2800. La potestà legislativa del governo federal e centrale è come « in nuce » nei regolamenti comunitari che raggiungono in modo diretto e vincolante tutti i soggetti della Comunità, persone fisiche e giuridiche, senza le mediazioni previste ùi solito nel diritto internazionale. Il Prof. Tosato fa qui una esauriente e precisa analisi di questo nuovo ist1tuto giuridico EU Kennedy e /~Europa Ricerca di aa llagaagglo lederallsta comprensibile In U. S. A. e nel mondo La difficoltà di tutte le élitcs, specie se di recente formazione o anticonformiste, è di trovare un linguaggio in grado di essere compreso sia dalle masse che dalle precedenti o concorrenti élitcs. Tale difficoltà si è presentata ai federalisti europei fin dalla loro apparizione. Se ci meucssimo anche nni " urin"rp c F.urnn" F.urnn"l • blemi sollevati dai suoi processi integrativi. L'intellettuale Kennedy sembra più in grado di comprendere la spinta ideale dell'unificazione europea che non il militare Eisenhower. Ma da quanto si è appreso dal recente volume di À. M. Schlesinger Jr., sembra che la presa di posizione del presidente americano m favore dell'unità democratica del vecchio lnten'ista a George Thompson, llinistro britannico per l' Buropa I LABURISTI UE guardano all'Europa George Thompson • Lotta Federalista », riportando daii'European Revicw l'intervista del Ministro britannico per l'Europa, ha voluto cogliere la evoluzione che sta \'ivendo oggi la Gran Bretagna nei confron ti del problema europeo. Anche i Laburisti, notoriamcn· te ancorati su rigide posizioni con i famosi cinque punti per aderire alla CEE, cominciano ora a credere nell'Europa c ciò che più conta, cominciano a lavorare per essa. Domanda: In alcuni ambienti Europei si pensa che la Gran Bretagna sia interessa/a ad aderire al Mercato Comune soprattutto in vista del potem.iamento del suo s viluppo economico ed iu misura minore per la attuazione di una politica unitaria comune. Noi riteniamo di dover dare assai maggior importanza alle finalità politiche della integra zione europea. Ci può dire qualcosa al riguardo Signor Ministro? Thomps011.: Noi vogliamo vedere una politica comune per l'unità europea, unità negli scopi c sopra t tutto nell'azione. I giorni del cieco nazionalismo sono Ciniti: la indipendenza deve lasciare il passo all'interdipendenza. Solo quando le nazioni europee lavoreranno con lo scopo di ritrovarsi unite, l'Europa potrà esercitare la massima influenza negli affari mondiali. Né dobbiamo di· menticare che, a lungo andare, anche i Paesi dell'Europa dell'Est, che sono europei ne lla storia, nella tradizione e ne lla cultura, dovranno aderire. Domanda: I rapporti dell'Europa con gli altri Paesi, in particolar modo con l'America, rappresentano ovviamente Wl fatto di notevole importanza. In proposito viene spesso insinuato e/te la Gran Bretagna voglia aderire all'Europa per essere il « Cavallo di Troia" dell'America. Noi crediamo che questa sia u11a opinìo11e quanto tnai lontana dalla presente posizione della Gran Bretagna e crediamo che Lei, co- AH U HA E AH (primo passo verso l'adesione) da parte d'un paese europeo? All'interno del Consiglio ·comunitario la tichiesta spagnola era s tata appoggiata · dai rappresentanti francesi e tedeschi, i primi per motivi prevalentemente politici, in seguito alle aperture che la politica gollista andava compiendo verso la Spagna; i secondi per evidenti motivi economici, data la complementarietà esistente tra l'economia indus triale e supersviluppata della Germania..,.o ccidentale e l'economia spagnola, prevalentemente agricola e aperta, per la sua industrializzazione, . ai capitali esteri. Ma la richiesta spagnola aveva trovato degli oppositori decisi nei governi italiano, belga e olandese. I motivi erano anche qui prevalentemente politici, pur se non va dimenticato il timore italiano per una eventuale concorrenza alle nostre esportazioni ortofrutticole. r tre governi asserivano che, non essendo quello spagnolo un regime democratico, non lo si poteva ammettere in una comunità che, se funzionava sul piano economico, purtuttavia si prefiggeva fini politici e che del res to anche per il solo aspetto economico richiedeva una certa omogeneità nei sistemi vigenti negli Stati membri. E' vero che la Spagna chiedeva per il momento solo l'associazione, c non l'adesione di pieno diritto; tuttavia, dato che l'associazione era concepibile solo se in funzione di una successiva adesione, si voleva che l'omogeneità politica con i « sei , fosse raggiunta già prima di entrare nell'atrio e non nel passare dall'atrio a ll'intemo della casa. Il governo spagnolo non si dette per vinto e, sia pure con discrezione, .;ontinuò a premere contro i battenti della porta europea, perché i motivi che lo avevano ispirato nel 1962, !ungi dall'essere scomparsi, si erano a l contrario accentuati con il progredire della C.E.E. e, in particolare, col precisarsi della politica agricola comunitf\ria. Finalmente nel marzo di ques t'anno la Spagna riusciva ad HA Riuscirà infine la Spagna a farsi accettare come associata alla C.E.E.? Il governo tedesco deve pensare di sì se nel giugno scorso ha deciso di rimettere in discussione la questione in seno al Consiglio dei ministri della Comunità. Bisogna però vedere cosa pensano in proposito gli altri governi della « Piccola Europa », e, stando almeno ai precedenti, non sarà certo facile per i tedeschi ottenere il necessario voto unanime a favore della richesta spagnola. La storia ebbe inizio quattro anni fa, quando, nel febbraio del 1962, la Spagna avanzò formale richiesta di associazione a lla C.E.E. Quali i motivi? Essenzialmente due: l ) l'arretrata economia spagnola per potersi sviluppare più rapidamente aveva bisogno di « appoggiarsi » ad economie più progredite; 2) l'agricoltura spagnola correva il rischio di vedersi chiudere le porte dell'Europa industriale che fino ad allora aveva assorbito la massima parte delle sue esportazioni (queste, non bisogna dimenticarlo, costhuiscono ancora il SS<vo del valore globale delle esportazioni spagnole), e che ora sarebbe andata sempre più orientandosi verso i prodotti s imilari dell'Italia c della Grecia (l'accordo d'associazione di quest'ultima alla C.E.E. era stato firmato il 9 luglio 1961). La risposta della C.E.E. si fece attendere ben due anni e infine, quando giunse, nel giugno del 1964, fu sostanzialmente negativa: si accettavano appena conversazioni (molto meno impegnative delJe trattative) « il cui oggetto sarà quello di esaminare i problemi economici posti alla Spagna dallo sviluppo della comunità economica europea e di trovare le soluzioni adeguate », con l'evidente proposito di giungere, al più, ad un semplice accordo commerciale. A cosa si dovette ques ta situazione, almeno apparentemente paradossale, di una Comunità che si dice intenzionata ad estendersi a tutta l'Europa e che rifiuta la richiesta d'associazione UE LA SPAGNA E LA C.E.E. aprire nuovamente uno l>piraglio. In fatti dal 28 a l 31 marGo si aveva la visita a Madrid del minis~ro degli esteri tedesco Schroeder, che prometteva " l'appoggio del governo tedesco a l desiderio della Spagna di associarsi alla Comunità economica europea •• P-on solo per i motivi già dclli ma anche, a quanto sembra, p..:r la necessità d 'ottenere dalla Spagna il permesso di sorvolo p er gli aerei militari tedeschi destinati alla base portoghese di Beja concessa recentemente alla Germania. Ora la promessa è stata mantenuta, ma cosa vi è di mutato nei confronti del 1964 che possa far pensare ad una risposta diversa da parte del Consiglio della C.E.E.? Non risulta che la « Piccola Europa » abbia rinunciato alle sue prcgiudiziali, forse il governo franchi s ta spera in un ammorbidimento dell'atteggiamento dci governi ostili, in seguito ai mutamenti avvenuti ultimamente in Spagna. Senza dubbio una certa liberalizzazione s i è avuta in quel paese da qualche tempo a questa parte. Basti ricordare la riforma dell'art. 222 del codice pena le che dal novembre dello scorso anno esclude dal novcro delle attività di sedizione gli scioperi che « non hanno uno scopo politico,. e che « non turbano l'attività normativa dello Stato ,., e la nuova legge sulla stampa, dello aprile di quest'anno, grazie alla quale i giornali spagnoli si esprimono oggi con maggior libertà. Tuttavia ciò appare ancor troppo poco, e ben pita incisive riforme devono essere attuate se si vuoi cominciare a parlare di democratizzazione delle strutture politiche spagnole c quindi d'associazione alla C.E.E.: basti solo ricordare che ancora non esiste la libertà d 'associazione sindacale c politica, e che la libertà d'esp;·essionc è ancora fortemente contrastata. E ' necessario che queste riforme, le quali godono ormai del favore di settori della società spagnola sempre più vasti e più influenti, s iano attuate al più presto, se non s i vuole che la separazione tra Spagna ed Europa l>i accentui col graduale attuarsi del Mercato Comune. Proprio in questi mesi è attesa in Spagna la riforma dello ordinamento sindacale, e da pitt parti si auspica il passaggio dal s istema corporativo al libero associazionismo operaio. Cerlo questo sarebbe un buon passo verso la democratizzazione c c'è da credere che ridurrebbe mollo le oppos izioni all'associazione spa· gnola alla C.E.E. Si deciderà a ciò il governo spagnolo? Ataguriamocelo per il bene della Spagna c dell'Europa. Vincenzo ~eale UN - me Ministro per l'Europa, possa dissipare tale dubbio. Thompson: Tale idea è assolutamente errata nella sua interpretazione sia nei confronti della politica britannica che di quella americana. Certo, vanno guardati con molta attenzione i motivi che danno origine a tale interpretazione. Noi comunque vogliamo dare un con tenuto ampio allo sviluppo dell'unità europea. Tale unità dovrà prendere pos to ne ll'ambito dell'alleanza atlantica. L'alleanza rimane un punto essenziale per la nostra sicurezza e noi vogliamo mantenervi fede. La NATO non è comunque soltanto una organizzazione difensiva. Essa è la base per lo sviluppo tra Est ed Ovest c di conseguenza di una stabile sis temazione di equilibrio in Europa. Domanda: C'è una notevole aspe/lativa nel Continente per quanto riguarda la necessità di democratizzare le istituzio11i europee e di rafforzare l'ù1fluenza del Parlamento Europeo nel processo d'itltegrazione. Potrebbe Lei suggerire una linea da seguire nell'affrontare tale problema qualora la Gra~1 Bretagna dovesse e11trare a far parte della Conumitù Europea? Thompson: Riconosciamo che la CEE ha fissato i suoi obiettivi politici in modo netto altrettanto quanto quelli economici. I particolari aspetti che questi obiettivi politici potranno assumere, sono ancora da porre in discussione con la Comunità. Ritengo che in questa fase non sarebbe di grande aiuto dare dei suggerimenti che potrebbero avere la a pparenza di voler interferire con i problemi che sono ancora di stretta competenza della Comunità. Domanda : l leaders inglesi ltatmo ripetutamerzte affermato e/te la Gran Bretagna vuole una Comunit~ aperta all'esterno. La nostra esperienza è clze questo concetto crei qualche risentimento nei Paesi m embri e negli organi istituzionali della Comunità stessa quali in realtà non si ritengono degli isolazionisti. Conumque il concetto di Comunità aperta all'esterno esprime una idea decisamente molto impor/ante. Potrebbe dirci il suo punto di vista circa il significato di tale espressione? Tlwmpson: Parlando di una Europa aperta a ll'esterno noi intendiamo dire che l'Europa dovrebbe riconoscere le sue ampie possibilità e le sue responsabilità ad accettare gli obblighi che tali responsabilità impongono. Questo è dopo tutto uno dei concetti base dei Trattati di R oma. L'Europa può dare un vitale contributo agli affari mondiali e il Mondo guarda all'Europa. Noi non possiamo rimanere indifferenti al rapido c vertiginoso sviluppo che si ha in tutto il mondo. L'Europa deve giocare la sua parte specialmente nell'ambito dei Paesi in via dj sviluppo, nello stabilire ordinatamente condizioni di commercio mondiale, nell'aboHre la povertà c la sofferenza, ponendo altresì le condizioni e le premesse per la pace e la sicurezza. Domanda: Noi pe1zsiamo che c'è una parte dell'opinione pubblica dei Paesi Membri della CEE a cui piacerebbe ricevere assicura zione che, a parte qualche problema tecnico concernente la agricoltura, il Commonwealth e l'EFTA, la Gran Bretagna sia capace ora di accettare i principi della Comunità così come sono stati firmati a Roma. Qual'è la sua opinione? Thompson: La Gran Bretagna è pronta ad entrare nella CEE, logicamente senza dimenticare che vanno salvaguardati i suoi interessi vitali. I nostri interessi rispetto al Commonwealth, alla agricoltura e all'EFTA sono più economici e politici che tecnici. Se noi applicassimo oggi la politica agricola comunitaria il risultato sarebbe negativo non solo per gli agricoltori e per i Paesi del Commonwealth, ma anche e soprattutto per la nostra bilancia dei pagamenti e per il nostro livello di vita. Stando così le cose mentre noi non discutiamo i capisaldi dei Trattati di Roma, né pensiamo di dover chiedere esenzioni alle regole fondamentali per la partecipazione, siamo tuttavia costretti a ricercare dei compromessi sull'attuazione pratica dei regolamenti. Crediamo che la « memberschip » tra la Gran Bretagna e l'Europa nei giusti termini potrebbe rappresentare un vantaggio per i SEI e la Gran Bretagna. NUOVO BEST-SELLER INGLESE Non VI altra scelta: ~------Tn•~wt.a~colrr~rrr•cu~onop~t sC:N!zrofie, _"..,........,...,,.._..,....._P =re"'m=e"'re:.::•- ,·n e, rc- qmu ononu onmrram·- -q- l'"',,-,n..d..o~l-e_n..a"'z'"'•·o""n..,·_e_u-ro-p-cc-,'-1-a""v..o---c~h-c-:-in-q-u-c-s-t-a-::f-as""c_n_o_n_s_a;b~~onn S 10~ pmnlre.t çne reecontro i battenti della porta eu- favore di sellori della società spa• . · . ' . mct. c noa app rcassamo og' ,·n- rcranno con lo scopo di ritrovard_t graryde a auto dare de• s ugge- gi la politica agricola comunihé• .1 mo t'av1. c he 1o fkola sempr·c pt'u' vast 1· c pJ'u ropea, pere · E · · t h tr bbe a e 1 avevano ispirato nel 1962, !ungi uenti, siano attuate al più pre- sa unite, l' uropa potra eserclnmcn ' c e dpo el r? t vrfre. a taria il risultato sarebbe negati• . . sto, se non si vuole che la separa- tare la massima influenza negli appa_renza ' . vo er m e enre vo non solo per gli agricoltori e d a Il essere scomparSI, sr erano arrar1· mond1·at1·. Ne~ dobbiamo di- con 1 problema che sono ancora · p · d 1 c 1h al contrario accentuati con il zione tra Spagna ed Europa si . per 1 aesr e ornmonwea t , rogredire della C.E.E. e, in par- accentui col graduale attuarsi del rncnticare ch e, a lungo andare, dmluSn~lrteàtta competenza della Co- ma anche e soprattutto per la P . nos tra bilancia dei pagamenti e Mercato Comune. anche i Paesi dell'Europa delD · d d . ticolare, col precisarsi della pol'Es t, che sono europei nella stooman a· 1 1ea ers mg1est litica agricola comunitflria. Proprio in questi mesi è at- ria nella tradizione c nella cul- ltallllO ripe.tutamente affermato per il ~ostra livello di vita ..stanFinalmentc nel marzo di que- tesa in Spagna la riforma dello lu~a , dovranno aderire. elle la Gran Bretagna vuole una d? co~ t le ~ose ~ent:e "?l non st'anno la Spagna riusciva ad ordinamento sindacale, e da più Domanda: 1 rapporti dell'Eu- Comu 11 ità aperta all'esterno. La dtscuttamo 1 caprsald1 det Tratparti si auspica il passaggio dal ropa con gli altri Paesi, in parti- nostra esperien za è clze questo tati di Roma, né pensiamo di sistema corporativo al libero as- colc~r modo con l'America, rap- concetto crei qualche risentimen- dover chiedere esenzioni alle resociazionisrno operaio. Certo que- presentano ovviamente utt fatto to 11ei Paesi membri e negli or- gole fondamentali per la partesto sarebbe un buon passo ver1 · · · · l ' d Il c · so la democratizzazione e c'è da di Hotevole importam.a. n pro- gam tstlluzwn!l ~ e a omum: cipazione, siamo tuttavia costretcredere che ridurre bbe molto le posito viene spesso insinuato che tf! stessa qual~ t.n reaJtà. n~n SL ti a ricercare dei compromessi opposizioni all'associazione s pa- la Gran Bretagna voglia aderire ntengono. deglt tsolaZ!OI11Stt. <;o: sull'attuazione pratica dei regoall'Europa per essere il « Cavai- munque tl concetto d t Comumta . . goola alla C.E.E. lo di Troia, dell'America. Noi aperta all'esterno esprime una lament.J. Crediamo che la «meroSi deciderà a ciò il governo crediamo che questa sia una opi- idea decisamente molto impor- be~schtp » tra. la. G~an Br~t?gna linguaggio federalista spagnolo? Auguriamocelo per il nione quanto mai lontana dalla tante. Potrebbe dirci il suo pun- e l Europa ne1 g1ustt termmt pcbene della Spagna c dell'Europa. presente posizione della Gran to di vista circa il significato di trebbe rappresentare un vantagla U. S. A. e ael moado Vinc.e nzo Meale Bretagna e crediamo che Lei, co- tale espressione? gio per i SEI e la Gran Bretagna. ul trovare le soluzioni adeguate "• con l'evidente proposito di giungere, al più, ad un semplice accordo commerciale. A cosa si dovette questa situazione, almeno apparentemente par·adossale, di una Comunità che si dice intenzionata ad estendersi a tutta l'Europa e che r ifiuta Ja richiesta d'associazione Kennedy e l'Europa AGOSTINO M. BOITI NUOVO BEST·SELLER INGLESE UE UN AH Non vi è altra scelta: U la GranBretagna deve entrare nell'Europa HA E Il Presidente del Movimento Europeo Inglese testimonia la diffusione dell'idea d'Europa i1z Gran Bretagna Si pongono le premesse per una prossima adesione UE E' uscito in questi ultimi mesi un libro in Gran Bretagna che ha acquistato una grandissima riso· nanza. non solo per l'attualità dell'argomento trattato, ma anche perché a scriverlo è stato il Presidente del Movimento Europeo Inglese, Beddington-Behrens. in una edizione a grande diffusione, con lo scopo di divulgare l'idea d'Europa a tu tti i livel li dell'opinione pubblica britannica. Si tratta senza dubbio di un libro coraggioso che affronta con grande Impegno e con stile autocritico l grandi temi della non facile politica britannica degli ultimissimi anni, in particolare quelli riguardanti la politica estera, paralizzata dal dubbio amletico del • entro o non entro • nel Continente. E' un libro che ha avuto il coraggio di parlare con umiltà, quando umiltà veniva richiesta. ma che riafferma ciò che di vi· tale c'è oggi in Gran Bretagna, tramite un linguaggio alleno da retorica e da anacronistici atteggia· menti di grandezza. certamente più adatti al tempo passato dell'Impero. " No one compelled to serve great causes unless he feels fit for it, but nothing ls more certain than that you cannot take the lead in great causes as a halftimer "· Queste parole furono pronunciate da Churchill nel 1936, in occasione del suo tentativo di destare la Gran Bretagna e spingerla a rinnovarsi ed a sentire la sua grandezza, e di questa esortazione la Gran Breta· gna ha oggi bisogno per ritrovare in essa la fonte dell'incoraggiamento e dell'ispirazione ad aderire alla costruzione dell'unione eco· nomica e politica dell'Europa. E se uomini ci sono oggi in Gran Bretagna che lavorano incessante· mente per tale costruzione politi· AH blcmi sollevati dai suoi processi integrativi. L'intellcuuale Kennedy sembra più in grado di comJ.!renderc la spinta ideale dell'umfica:donc europea che non il militare Eisenhower. Ma da quanto si è appreso dal recente volume di A. M. Schlesinger Jr., sembra che la presa di posizione del presidente americano m favore dell'unità democratica del vecchio continente sia stata dettata princi· palmente da un atteggiamento antigoUista. Non si può d'altronde cbie· dere ad un non-europeo una visione "pulita" de~li ideali federalisti. Scrive Schlesmger: « Nonostante De Gaulle, sembr:1 che il prestigio degli Stati Uniti s tia seguendo una curva ascendente in Europa... Incoraggiando le rendenze progressistc, possiamo contribuire a combattere l'idea gollista dell'Europa senza dare l'impressione di sfidare direttamente Dc Gaulle "· L'atteggiamento dominante del governo di Kennedy era quindi di parteggiare per l'Europa dei Popoli contro l'Europa delle Patrie, cioè eli « appoggiare l'Europa della democrazia c della libertà contro l'Europa del paternalismo e dell'autoritansmo "· Vien fatto di chiedersi se, senza Dc Gaulle, gli Stati Uniti avrebbero fatto dei passi concreti in favore del nostro obbiettivo; la risposta dovrebbe essere senz'altro ne~tiva. Kennedy, nel giugno 1%3, diSse a Francoforte che " la scelta delle strade verso l'unità deii'Euro!)a è una scelta che compete all'Europa •· Quindi, interessamento e non appoggio concreto. Dobbiamo però renderei conto come ~ià nei primi anni sessanta la Comunttà economica europea rav.presentassc un concorrente temibtle per l'economia americana. E' notorio come quest'ultima stesse perdendo di competitività nei confronti delle nuove e risorte economie europee. L'unità economica europea, anche se cosi embrionale ed assolutamente insufficiente, non creava altro, per gli Stati Uniti, che un nuovo problema a breve scadenza. Kennedy ha però teso più a favorire, che ad ostacolare le tendenze dei paesi europei. Vi è stato quindi nel ~ovemo americano un interesse lim1tato nei confronti del processo unitario del no· su·o continente; l'in teresse è stato causato più che altro dalle riper· cussioni economiche del Mercato comune (negoziati per il "Kenncdy round'' in seno al GATT), e da una eventuale strutturazione della NATO su base bilaterale e paritetica. Come si è già detto, bisogna tro· vare un linguaggio che ci permetta di essere compresi anche dai nostri partners d'oltre Atlantico; è necessario far comprendere che il movimento unitario su base federalista è essenzialmente una ricerca di democrazia, un moto di rinno,·amento per dare una dimensione nuova alle relazioni mondiali, al di fuori dell'inutile antagonismo tra i blocchi c per evitare lo sterile neo-nazionalismo eli stampo gollista. EU La clifficoltà di tutte le élites, specie se di recente formazione o anti· conformiste, è di trovare un lingua~ gio in grado di essere compreso saa dalle masse che dalle precedenti o concorren ti élites. Tale difficoltà si è presentata ai federalisti europei fin daJLa loro apparizione. Se ci mettessimo anche noi a gridare « Europa, Europa! ,. tutti ci applaudirebbero perché, trattandosi di un'espressione senza significato, essa è di facile comprensione. Ma poiché, noi adottiamo slogans più complicati come • Stalo federale europeo; suffragio universale per il parlamento democratico europeo! » siamo guardati con sospetto e diffidenza. Se è difficile che ci comprendano gli stessi europei, sarà ancora più difficile che i nostri parteners americani abbiano idee chiare in proposito. Sotto l'amministrazione Eisenhower, con la politica estera in ma· no ai dullesiani, il processo di unificazione europea poteva sembrare soltanto una serie di norme comuni per instaurare una semplice unio· ne doganale rappresentata dal MEC. In effetti sembra che i primi passi « europei " abbiano lasciato indifferenq (tr~u:me il tentativo CED) gli Stati ùmta. Sopravvenuta l'amministrazione Kennedy, notoriamente meno sprovveduta di quella Eiscnl1ower, ci si rese conto che l'unità europea poteva avere qualche altro significato. Nel dicembre 1961 il consigliere speciale di Kennedy, McGeorge Bundy, disse a Chicago: « Se noi sapremo trovare una nuova base per il nostro commercio con il Mercato comune e sviluppare una nuova forza collettiva sia nell'armamento convenzionale che in quello atomico, avremo fatto molto per portare in· nanzi la nostra fondamentale politica di partncrship con una Europa risorta e rafforzara. Ma rimane ancora uno specifico problema politi· co - il problema dei singoli stati europei. Qui c'è, per così dire, un divario tra i nostri obiettivi e i nostri mezzi. Jl nostro obbiettivo è la unità politica deli'Eumpa occidentale, ed è chiaro che il raggiungimento di questo scopo non è compito di noi americani. Grandi stati indipendenti come In~hilterra, Francia, Germania e ltaha non possono essere fusi in una nuova nazione "Europea" dalla bacchetta magica americana "· Con grande acutezza Bundy aggiunse che quando in una alleanza vi è un alleato molto più potente degli altri, vi è la possibilità di suscitare l'invidia e la falsa superbia negli alleati minori. « Io stesso sono del parere che il modo più produttivo per assicurare il futuro politico alla Comunità atlantica è di presentare una partnership tra gli USA da una parte e una grande potenza europea dall'altra "· Si potrebbe dire che, con queste parole, gli americani si siano final· mente accorti dell'Europa e dei pro- HA Ricerca di ua compreaslbUe * ca, essi vanno ricercati proprio nel Movimento Europeo Britannico che, tramite l'azione dinamica ed intel· ligente del suo Presidente e dei suoi validi collaboratori, conta oggi tra le sue file più di 320 membri del Parlamento. tra laburisti, conservatori e liberali, rappresentando la maggioranza assoluta ai comuni. L'autore passa In rassegna tutti l problemi attuali, nell'intento di dimostrare che non vi è oggi altra scelta per la Gran Bretagna se non l'Europa. L'analisi è Imparziale. Si snoda in una chiara ed ordinata relazione sul funzionamento degli istituti comunitari, in una viva spiegazione tecnica della scelta a cui la Gran Bretagna guarda. dilungandosi Inoltre nella disamina dei grandi temi della politica mondiale da cui l'Europa non può né deve essere assente, ma nei confronti dei quali essa sarà certamente più at· tenta, se avrà raggiunto la completa integrazione. Goffrey Rippon, autorevole espo· nente dell'Europeismo britannico ed ex ministro del lavoro nei precedenti governi. ha definito questo saggio come uno del più preziosi scritti di politica sul tema europeo e per il contenuto e per il riflesso che avrà sulla opinione pubblica. Nell'analisi del funzionamento in· terno delle tre Comunità viene fat· ta cadere l'idea. diffusissima nel Regno Unito. che tali organismi sia· no meccanismi monolitlcl. Intento principale del saggio è quello di preparare l'opinione pubblica ad ac· cettare, quando sarà Il momento. le decisioni che dovranno essere prese, per cui i capitoli che seguono sull'industria. sui problemi so· clali, sull'agricoltura. sono Imposta· ti In una maniera del tutto nuova. Aderendo alla CEE, i vantaggi che ne trarrebbe l'industria britannica sarebbero innumerevoli. Basti pensare che la produzione si avvarrebbe di un mercato di 250 milioni di persone, contro gli attuali 54 milioni del mercato interno, più i 38 dei Paesi deli'EFTA. Una volta completata l'unione doganale dei Paesi della CEE (e la data non è lontana). la Gran Bretagna rimarrebbe il solo Paese industriale del mon· do a produrre per un mercato in· feriore ai 100 milioni di Individui, essendosi tutti gli altri maggiori competitori assicurati mercati interni con un potenziale di acquirenti di almeno il doppio di tale cifra. Ma Beddington-Behrens dimostra che se questo problema sarà com· preso da ambo le parti. al di qua e al di là della Manica. l'Europa scoprirà a sua volta, che il Mercato Comune sarà pur sempre picco· lo e che dovrà guardare con mag· giore impegno ed interesse ai Paesi dell'Africa che necessitano del progresso scientifico. di aiuti finanziari. tecnici e soprattutto di assistenza sociale. Il MEC potrà. dalla adesione della Gran Bretagna. ricevere anch'esso notevoli vantaggi. Di particolare interesse è il ca· pitolo dedicato alle condizioni so· ciall. Opinione comune in Inghilterra è che il • Welfare State • sia qualcosa di unico che potrebbe es· sere minato tramite l'adesione alla Comunità Europea. Ma tale luogo comune cade: anche se nel passato è stata proprio la Gran Bretagna il Paese guida in tale settore, l'autore dimostra che molti Paesi Eu· ropei hanno oggi analoghe anche se non simili istituzioni. Con riferimento all 'agricoltura. anche per ricordo delle difficili trattative In cui si inceppò Heath. molti credono che questo sia il problema che terrà sempre fuori la Gran Bretagna dalla costruzione economica europea. Beddlngton Behrens prende atto delle profonde diversità dei sistemi, ma si doman· da perché i vari Paesi Europei non debbano accettare il metodo del governo britannico di incrementare le industrie agricole con sussidi an· nuall , per mantenere basso Il livello dei prezzi. facendo cosi una politica di perequazlone sociale. Un argomento di grande interesse è quello della futura cooperazione nel campo tecnologico. campo In cui la Gran BretaQna avrà più da offrire che in qualunque altro settore: automazione, sviluppo spaziale. telecomunicazioni, fonti di energia. che sono molto progre· dite e sono un settore ove gli stanziamenti del governo per la ricerca scientifica sono notevolissimi. E' comunque chiaro che il pen· siero del singoli e l'atteggiamento della pubblica opinione, che In Gran Bretagna è sovrana, sono profondamente mutati: circoli di studi euro· pei nelle Università, convegni, ta· vole rotonde, iniziative di ogni genere sul tema, sono la testimonlan· za più palese dell'evolversi europeistico della Gran Bretagna, dopo il " grande lnsolamento • al tempo dell'Impero. Il tempo della generica dichiarazione di fede per l'Europa è passato. Oggi in Gran Bretagna si dice: « this is no longer a matter of tommorrow's dreams, but of the important realities of today "· Franco Salerno