Cap.4 Per una cultura
d’impresa
4.1. La cultura come processo pluralistico
4.1. Cultura d’impresa ed etica
4.3. La teologia sociale nella cultura
d’impresa
4.1. La cultura come processo
pluralistico
• -parlare della cultura d’impresa
focalizza l’attenzione sul significato
simbolico delle organizzazioni,
sostenute da convinzioni e legittimate
da valori, esse danno significato a
pratiche economiche
• -cultura come processo e pluralità
interpretativa di diversi modelli di
sentire che convivono nell’impresa
grazie a dei valori partecipati
• -vari gruppi di interesse convivono in
una cultura di base
• -nella pluralità culturale c’è una cultura
generale o centrale e diverse
sottoculture di gruppi
• -la cultura d’impresa legittima valori,
convinzioni e finalità riassunti nella
mission come atto finale dell’attività
strategica e competitiva della impresa
• La mission è la massima
espressione della cultura
d’impresa e porta alle convinzioni
interiori degli individui
• -pensare la cultura non solo come
un fatto ma nei processi che la
implicano in modo che i valori non
diventino strumentali
• -il cambiamento non è solo tecnologico
e strutturale ma di immagini e valori
che facilitano l’impresa nella capacità
di sopravvivere
• -il ruolo della cultura organizzativa nel
guidare i cambiamenti, il che mette in
gioco l’etica
• -si focalizza l’attenzione non solo sugli
aspetti tecnici ma anche sui significati
e valori partecipati
• -cultura d’impresa come una
particolare espressione del carattere
umano e non una nuova forma di
controllo
4.2. Cultura d’impresa ed etica:
una relazione ambigua
• -gli individui sono influenzati
culturalmente, agiscono secondo
differenti criteri dipendenti dal
contesto
• -un primo approccio consiste nel
creare una cultura unitaria
d’impresa attorno a valori etici
• -il secondo promuove la coesistenza e
diversità di culture dentro
l’organizzazione
• -elemento comune: eccellenza
personale e organizzativa sono
intrecciate intimamente
• A) la relazione tra cultura e struttura
organizzativa
• -come la struttura organizzativa che
comprende elementi formali e informali
promuove o impedisce la decisione
etica nelle imprese
• -la vita morale nell’impresa richiede il
sostegno della giusta organizzazione,
equilibrata con la cultura e appropriata
all’ambiente economico
• -la struttura organizzativa non deve
minacciare la sensibilità etica dei
lavoratori
• -gli elementi della struttura
organizzativa: la struttura delle
ricompense, i processi di valutazione e
controllo dei risultati, il sistema di
divisione dei diritti e delle
responsabilità.
• -la struttura organizzativa che
promuove la decisione etica è quella in
cui tutti e tre gli elementi sostengono
gli obiettivi etici
• -poiché pochi hanno capacità di
risolvere i dilemmi etici e le loro
motivazioni sono confuse, la struttura
organizzativa gioca un importante ruolo
di influenza
• -James:
necessario bilanciare la
struttura con la cultura. I fattori
esterni come ricompense e
sanzioni influiscono sui
comportamenti ma non diventano
motivazioni a meno che l’individuo
non integri il loro messaggio in un
sistema di convinzioni personali.
Necessarie per questo strategie
culturali
• C)la cultura d’impresa è un fattore
chiave di competizione,
• -Human Relations: controllo
manageriale attraverso la cultura,
influenza dei managers sulla cultura,
attraverso le pratiche quotidiane e la
mission controllo più efficace di quello
burocratico, le regole burocratiche
saldate con le motivazioni, convinzioni,
consenso e identificazione
(commitment)
• -il rischio è che la cultura giochi il ruolo
dell’incentivo monetario attraverso
l’interiorizzazione dell’ethos
dell’impresa, adattamento alla sua
cultura
• -la cultura come leva supplementare
per l’azione, valori per trascinare
l’adesione dei dipendenti, l’adesione
ideologica galvanizza le energie
• D)ambiguità della relazione tra
cultura ed etica che emerge nella
modalità del soddisfare il cliente e
in quella dello sviluppo delle
persone (incremento delle qualità
personali, dei legami organizzativi,
delle capacità di aggiornamento o
delle fibre morali)
• -lo sviluppo include il riconoscimento
dell’autonomia individuale o
semplicemente motiva ed integra i
dipendenti per la sopravvivenza
dell’impresa?
• -la tentazione è di considerare la
cultura d’impresa sinonimo di etica, i
valori personali possono essere
colonizzati dall’impresa
• -un criterio di giudizio è il rispetto e lo
spazio che è permesso all’iniziativa
personale, la cultura va costruita su
questa autonomia
• -la cultura deve valorizzare l’autonomia
non solo organizzativa ma morale,
diversamente si manca di rispetto alle
persone che devono plasmare la
cultura
• -due rischi: l’idealismo che trascura gli
incentivi economici e la
strumentalizzazione dell’etica per
ottenere fini economici
• -il paradosso: le affermazioni morali
come integrazione dell’individuo nello
status quo dell’impresa
• -più che allargare la visione
dell’impresa includendo gli aspetti
sociali si enfatizzano i suoi aspetti
culturali
• -le imprese come famiglie allargate?
• I dipendenti come bambini, strumenti
per la produttività, gestione simbolica
per guidare i dipendenti
• -sovente la cultura d’impresa come
ideologia centrale, che contiene gli
obiettivi e i valori che li sostengono.
Conta la forza di convinzione in questa
ideologia non il suo contenuto
• -non importa che abbia una giusta
ideologia ma che ne abbia una, obiettivi
e non il fine che riguarda tutte le
imprese CA 35: comunità di persone,
per il soddisfacimento dei bisogni, al
servizio dell’intera società
• -guardare oltre gli obblighi legali, ai
valori partecipati. La libertà di lasciare
senza trascurare i legami di
appartenenza, le virtù che fanno
desiderare di restare e definiscono
l’organizzazione, impresa-comunità e
livello del senso della vita umana, in cui
gioca la teologia
4.3.La teologia sociale nella
cultura dell’impresa
• -sottolinea il riferimento della cultura
alla legittimazione etica e sociale, dei
valori alla responsabilità sociale, vigila
perché i valori non siano solo
funzionali o ideologici, perché essi non
coincidono con la cultura
• -riconosce l’impresa come agente
collettivo che influenza le azioni
personali, proposta di virtù e codici
etici
• -l’interrogativo esistenziale che la
teologia coglie nella cultura d’impresa
4.3.1.L’impresa come sorgente di
significato esistenziale
• -l’impresa usa pressioni psicologiche al
modo di legami di identificazione:
tentando di fondere il significato della
vita e quello del lavoro in un progetto di
impresa,
• tenta di rispondere alle speranze
dell’individuo strutturando le sue
rappresentazioni con la cultura, crea un
gruppo che tenta di rispondere alle
questioni esistenziali, può contribuire a
dare un significato alla vita
• -il problema: tale capacità tende a
umanizzare le imprese o introduce una
nuova forma di sottomissione che
enfatilizza? Eccellenza come
immersione nel lavoro per difendersi
dall’ansia
• -Sievers: la causa del conflitto
nell’impresa è l’illusione
dell’immortalità incarnata nelle imprese
di successo
• -coloro che lavorano nell’impresa
aspirano ad una vita piena di senso e
non solo al dominio tecnico, al
riconoscimento degli altri, ragione per
cui si apprezza la qualità della
cooperazione:
• - la partecipazione nell’impresa ha una
dimensione esistenziale e sta in
relazione con il senso della vita e della
morte
• -mobilitare l’immaginario dell’impresa è
legittimo in quanto finalizzato
all’efficienza, che è un valore etico e
garantisce l’interesse generale, ma non
deve andare a scapito del bene
comune, della dignità e autonomia
degli individui
• -ruolo della chiesa nel formare la
cultura in cui l’impresa può trovare
coesione e innovazione, possibile
quando la cultura è coerente e sostiene
modelli di ruoli di indipendenza
Cultura d’impresa e convinzioni personali
cultura d’impresa
Convinzioni
personali
• -ciò implica una visione più complessa
del fine dell’impresa che integri l’utilità
economica, la coscienza individuale e
la responsabilità sociale, promuovendo
un tipo di impresa equilibrata che
rispetta l’autonomia individuale
4.3.2. La responsabilità della
chiesa
• A)la responsabilità
socioeconomica della chiesa
consiste nell’attestare una vita
buona possibile, dono divino che
investe tutti i rapporti sociali
• -la fede nella dedizione assoluta di
Gesù rende praticabile la dimensione
etica della vita economica: la chiesa
attesta quella verità che permette a
chiunque di vivere eticamente i rapporti
economici e di testimoniare una
giustizia non condizionata da diritti o
vantaggi
• -la chiesa deve denunciare la cultura
d’impresa quando diventa materialista,
ma anche apprezzare l’innovazione e la
flessibilità, la capacità di assumere
rischi, basandosi su una visione
dell’uomo aperto al mondo e quindi con
una fiducia di fondo che è religiosa
• -la creatività coesiste con la ricerca del
profitto più alto, con le virtù della lealtà,
perseveranza risparmio, si è interessati
al profitto ma la motivazione va al di là,
esperienza di trascendenza per esseri
liberi e aperti
• -creatività e innovazione sono parti
centrali della vita e della libertà anche
se hanno dei rischi
• -la spiritualità cristiana può entrare in
dialogo con la ricerca creativa e
innovativa come risposta all’attività
dinamica di Dio creatore secondo lo
stile di Dio: materia, lavoro, ecosistema
spirituale di sapienza
• -custodia e trasformazione della
creazione nella storia aperta alla
promessa di libertà per tutta la
creazione
• B)la libertà dinamica implica
riferimento a forme di comunità e a
relazioni comuni, esprime mutualità,
mette in relazione e dice responsabilità
• -l’impresa dice attività comune per
realizzare un dato fine con possibilità di
sviluppo personale, sfruttamento,
manipolazione
• -la chiesa come comunità di credenti
testimonia la natura sociale del mondo
creato e riempito della presenza di Dio,
quindi la società umana è dinamica
• -in tale dinamismo la libertà è in
relazione allo stabilimento di una
società libera dove si collabora. In
questo humus che incoraggia la
creatività e il valore di sé è stabilita la
libertà della cultura d’impresa
• -molto ateismo è una protesta contro
un’idea di Dio che esige obbedienza dal
di fuori della vita umana, mentre Dio è
donatore che rende possibile a noi di
divenire donatori, non siamo passivi
recipienti, la chiesa non è un’istituzione
statica, ma testimonia la possibilità di
un’autentica comunità umana, libertà
come vita con gli altri
• C) testimonianza cristiana come
riforma delle strutture in modo che gli
altri siano capaci di essere se stessi
• -responsabilità nell’impresa come
fattore che integra le persone
nell’impresa in base ad una visione
comunitaria di impresa
• -l’integrazione non si confonde con la
standardizzazione ma promuove
autonomia e appartenenza, l’etica come
integrazione è legata al dialogo e al
riconoscimento della diversità, e non
un modo di rendere tutti simili e
tagliare i costi della coordinazione
• -la libertà va oltre la libertà senza
costrizione, il marxismo sostituì il
linguaggio della responsabilità con
quello del potere facendo vedere come
l’etica e la religione erano intrecciati
con il privilegio e il potere. Oltre questo
compito rimane l’istanza della
responsabilità per gli altri
• -potere e responsabilità: rendere capaci
le persone di assumere responsabilità
• -migliorare la responsabilità attraverso
la rivalutazione dell’individuo che è
diretto interiormente da ideali e fini
• Nella cultura individualistica l’identità
come autoespressione che può essere
assorbita facilmente dal consumismo il
quale distrugge il senso morale e
l’identità, critiche alla cultura d’impresa
connessa al consumismo
• -le decisioni delle imprese sono per il
bene dei consumatori. La costruzione
di nuovi bisogni è guidata da una
visione di uomo (rispetto di tutte le sue
dimensioni)
• -CA: responsabilità per le conseguenze
del consumo dei loro prodotti
• -la chiesa valorizza i segni di speranza
e indica il bisogno di un nuovo ethos
dove gli uomini si vedono chiamati alla
responsabilità della creazione
• -alla responsabilità nel consumo sono
connessi l’autorispetto, la
trascendenza, la libertà come mutualità
esige l’attiva partecipazione
• D)la libertà umana come apertura al
mondo si incarna nella responsabilità
verso noi e il nostro destino, si realizza
nell’interrelazione e si percepisce come
ricevuta, come risposta ad una libertà
che ci ha preceduti
• -il desiderio di creare ricchezza va
integrato in una visione umana e
teologica della cultura d’impresa, la
chiesa ha il compito di discernere i
segni di trascendenza nelle culture
• -una visione cristiana dell’impresa, una
teologia della creazione della ricchezza
e una teologia del lavoro
• -è teologia della cultura e mette in
questione le strutture dell’impresa
come la creatività, l’autonomia, la
ricchezza, il potere tecnologico…
esplicita la dimensione spirituale della
configurazione della libertà. il peccato
come indipendenza offerta dalla
ricchezza
• -il rischio della teologia dell’impresa:
attenzione alla celebrazione biblica
della ricchezza, non si considera la
visione biblica del debito e del
perdono, riluttanti ad accettare la
responsabilità per la povertà
• -creare ricchezza non deve essere
sfruttamento,
• -la cooperazione del povero all’opera di
Dio è una forma di creazione di
ricchezza, ridefinisce la ricchezza come
trasformazione del futuro in qualcosa
di più che il benessere, le possibilità
sono allargate
• -la creazione di ricchezza può divenire
produzione di benedizioni materiali e
immateriali. L’eucaristia fa
comprendere che la ricchezza non deve
essere usata per il dominio, un
significato comune di ogni bene, dato
dal riversarsi dell’amore di Dio
4.3. Per una ricerca valutativa
della cultura dell’impresa
• A)la ricerca valutativa conduce a
reinterpretazioni, correzioni di valori,
incorporazioni di altri valori, scoperta
di conflitti, aggiustamenti
• -il progetto strategico o cultura può
diventare ideologia quando ha statuto
di fine ultimo e si presenta come senso
della vita. Ma un dipendente prima di
essere membro dell’impresa è membro
di una famiglia…
• -se la sorgente di ispirazione è
solo l’impresa si diventa
vulnerabili nelle crisi…
• -i valori d’impresa modellano le
persone, ma tendono a chiudersi
• -cultura d’impresa in un contesto
sociale: deve accettare le critiche
dell’etica, i primi valori non sono la
cooperazione o solidarietà di gruppo né
comportamenti standard, la struttura di
riferimento deve essere olistica e non
individualistica
• B)compito della teologia non è di
lasciare al mercato la regolazione
della nostra immaginazione
• la cultura accresce la creatività se
riconosce la creazione donata in
custodia, sostenere la creazione è
creazione di ricchezza
• -la dinamica dell’impresa creativa
riflette la natura di Dio, fede adorazione
azione: l’impresa può coniugarsi con
l’ambiente e la comunità
• -l’atteggiamento positivo e critico della
chiesa verso la creazione di ricchezza
sostiene chi si impegna nelle
organizzazioni
• -fa scoprire la dinamica profonda
dell’impresa sotto l’energia creativa di
Dio
Scarica

IMPRESA C.4.DOC