Introduzione ai lavori:
Le evidenze del cambiamento del clima
e impatti a scala locale
Carlo Cacciamani, Direttore di ARPA-ER, Servizio IdroMeteoClima
Ringraziamenti a:
•
•
•
•
•
Sergio Castellari (CMCC)
Sandro Fuzzi (CNR-ISAC)
Federico Grazzini (Arpa-SIMC)
Rodica Tomozeiu (Arpa-SIMC)
Filippo Thiery (Dip.Prot. Civ.Naz.)
FUTURO
fonte: IPCC AR5
Cosa sta accadendo anche a scala locale ?
Sussistono forti evidenze che il clima stia cambiando anche
alla scala locale: significativi trend di crescita delle
temperature (medie, estremi), diminuzione delle piogge (3
stagioni su 4), eventi intensi più frequenti, aumento della
variabilità
Alcuni esempi di questa cresciuta variabilità:
1. Anomalie termiche/pluviometriche di segno accadono in
periodi temporali molti vicini. Esempio: inizio 2013
2. Gli episodi di siccità degli anni 2006-2007
3. La nevicata eccezionale del 2012 in Romagna
4. La nuova siccità del 2011-2012
5. Inizio del 2013 molto piovoso e marzo addirittura
eccezionale
Il cambiamento in atto a livello regionale:
andamento dell’anomalia annua di temperatura minima e massima
3
anomalie Tmin/Tmax(°C)
2,5
Anomalia_Tmax
Anomalia_Tmin
2
1,5
1
0,5
0
-0,5
-1
-1,5
1961 1964 1967 1970 1973 1976 1979 1982 1985 1988 1991 1994 1997 2000 2003 2006 2009 2012
Trend_Tmax=0.48°C/decade
Trend_Tmin=0.27°C/decade
ARPA Emilia-Romagna
anni
1
Il cambiamento in atto a livello regionale:
andamento dell’anomalia annua di precipitazione
Tendenza delle precipitazioni annuali sulla regione Emilia-Romagna
400
anom_pp(mm/anno)
300
200
100
0
-100
-200
-300
-400
1961 1964 1967 1970 1973 1976 1979 1982 1985 1988 1991 1994 1997 2000 2003 2006 2009 2012
anni
Trend= -18mm/10 anni
ARPA Emilia-Romagna
2
Il cambiamento in atto a Bologna
Andamento temporale del numero di giorni con gelo
Bologna 1951-2010
Estate
Inverno
Summer Heat waves - Bologna
14
50
no.of days
giorni
60
Andamento temporale delle ondate di calore
Bologna 1951-2010
40
12
10
8
30
6
20
4
2
10
years
0
1951 1956 1961 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 2001 2006
anni
0
1951 1956 1961 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 2001 2006
Nota:
• diminuzione del numero di giorni con il gelo durante l’inverno;
• incremento delle ondate di calore estive
ARPA Emilia-Romagna
4
Il cambiamento in atto a Bologna:
precipitazione

leggero segnale di diminuzione delle precipitazioni
durante l’inverno, primavera, estate e a livello
annuo, mentre durante l’autunno è stato trovato un
leggero aumento.

incremento del numero massimo di giorni
consecutivi senza precipitazione durante l’estate
(1991-2011)
Anomalie estive di precipitazione- Bologna
ARPA Emilia-Romagna 25/11/2013
5
Scenari climatici futuri: la scala globale e la regionalizzazione alla
scala locale
Globale
Continentale
Nazionale
Regionale
Locale
Scenari di cambiamento termico-Bologna
Proiezioni dei valori stagionali di Tmin - Bologna
(°C)
30
25
20
6
15
10
5
5
4
0
DGF
MAM
Tmin_2021-2050
3
40
2
GLA
SON
stagione
Tmin_2071-2099
Proiezioni dei valori stagionali di Tmax -Bologna
35
30
1
0
(°C)
cambiamento (°C)
Proiezioni di cambiamento climatico di
Tmin e Tmax - Bologna, scenario A1B,
periodi 2021-2050 e 2071-2099
25
20
DGF
MAM
GLA
SON
stagione
15
10
Tmin_2021-2050
Tmin_2071-2099
Tmax_2021-2050
Tmax_2071-2099
5
DGF
Tmax_2021-2050
ARPA Emilia-Romagna 25/11/2013
MAM
Tmax_2071-2099
GLA
SON
stagione
8
Scenari –estremi di temperatura
Proiezioni giorni col gelo: Bologna
DGF
MAM
Proiezioni onde di calore: Bologna
SON
HWD(giorni)
0
cambiamenti(giorni)
-2
-4
-6
-8
-10
10
8
6
4
-12
2
-14
0
-16
2021-2050
•
12
2071-2099
DGF
clima 1961-1990
•
diminuzione del segnale, molto più
marcata verso fine secolo e soprattutto
durante l’inverno ( diminuzione di 15 gg
rispetto al clima 1961-1990)
•
MAM
hwd_2021-2050
GLA
SON
stagioni
hwd_2071_2099
aumento delle ondate di calore (HWD) in
primavera, estate, autunno;
durante l’estate da un numero massimo di
3 giorni consecutivi con Tmax maggiore di
33.7°C (periodo 1961-1990) a un numero
consecutivo di circa 10 giorni.
ARPA Emilia-Romagna 25/11/2013
10
Gli impatti previsti: alcuni esempi
• Maggior frequenza di incendi boschivi
• Maggior rischio idrogeologico e idraulico
• Impatto negativo sulla produzione agricola (meno acqua
disponibile)
• Più frequenti periodi di siccità (se ripetuta, problemi di
desertificazione dei suoli…)
• Meno acqua disponibile, minore qualità, problemi di
approvigionamento, compreso il comparto idropotabile
• Nuove patologie ed effetti negativi sulla salute per più
frequenti onde di calore
• Maggiore richiesta e consumo di energia (es: per
raffreddamento estivo)
Il rischio idrogeologico
• Di recente l’Italia è stata ripetutamente interessata da fenomeni
meteorologici di forte intensità che hanno causato gravissimi danni e
perdite di vite umane.
• Più di 10 eventi critici dal 2009 fino ad oggi, ad iniziare dal nubifragio
di Giampilieri in Sicilia (36 vittime) fino agli ultimi nubifragi del 2012
che hanno devastato la Toscana, i due episodi liguri del 2011 (il
nubifragio delle Cinque Terre del 25 Ottobre e quello di Genova del 4
Novembre)
• Danni stimati alle infrastrutture è dell’ordine delle centinaia di milioni
di euro per ciascuno di questi eventi, mentre una rilevante
percentuale della popolazione si è trovata esposta a gravi rischi, con
un bilancio di oltre 70 morti solo dal 2009 ad oggi.
• Dal futuro purtroppo ci si aspetta un aumento della frequenza e
intensità di questi eventi sul territorio italiano, dovuto alle alterazioni
atmosferiche indotte dal cambiamento climatico.
SARDEGNA – 18/11/2013
Cause: temperatura
media del Mediterraneo
in aumento,
mesi autunnali:
aumentata di circa 1.5°C
rispetto agli anni 80-90,
con un forte aumento dal
2010.
Conseguente aumento
della instabilità
termodinamica e del
contenuto di vapor
d’acqua in atmosfera
Cortesia di Filippo Thiery, Dipartimento Protezione Civile Nazionale
IlIlcorso
il rischio
idraulico
corsod’acqua
d’acquanella
nellanostra
nostraepoca:
epoca:
il rischio
idraulico
Alcuni nubifragi rilevanti accaduti in regione ER:
Ceretolo (Casalecchio di Reno)11/05/2002: 130mm/3h
Copparo (FE) 29/05/2010: 92mm/4h
Sala Baganza (PR) 11/06/2011: 100mm/2h
Fiorenzuola d’arda (PR) 08/11/2011: 70mm/2h
Gainago e Colorno(PR) 20/04/2013: 107mm/3h
Rontana (Brisighella RA) 22/04/2013: 40mm/1h
Rimini 24/06/2013: 123mm/1h di cui 90 in soli 30’,
record regionale assoluto
1975-2009: Po a Pontelagoscuro
PONTELAGOSCURO
Portate
medie
estive
ANALISI
STAGIONE ESTIVA
DELLE PORTATE(m3/s)
PERIODO GIUGNO-AGOSTO
2500
portata media periodo estivo, m
3
/s
3000
riduzione 40-45%
2000
1500
1000
500
0
1974
1979
1984
1989
1994
1999
2004
2009
anno
17
Anni 50’ – 60’
2-3 km dalla foce
La risalita del cuneo
salino nel delta del Po
Anni 70’ – 80’
10 km dalla foce
Anni 2000
20 km dalla foce
18
Impatti sulla richiesta di energia per
Riscaldamento e per raffreddamento
Fonte: Ensembles project
Impatti positivi e negativi dei cambiamenti climatici sul
settore energetico attesi in Europa durante il XXI secolo
Impatto
Area
Nord
Europa
Atlantico
Centro
Europa
Mediterraneo
Est
Europa
Offerta e
distribuzion
e di energia
Domanda di
energia nel
periodo
Invernale
Domanda di
energia nel
periodo
estivo
Fonte: Parry et. Al, IPCC 2007 WG2 e riportato anche da Gaudioso e Masullo, “I
Cambiamenti Climatici in Italia, Evidenze, Vulnerabilità e Impatti. CMCC, 2009
a cura: S. Castellari e V. Artale, Bononia University Press)
Come la società può affrontare la sfida
dei mutamenti climatici
1. Mitigazione:
Affrontare le cause per ridurre
e eliminare gli effetti futuri
o Riduzione delle emissioni di gas-serra
o Riduzione delle emissioni di aerosol
o Aumento dei “carbon sinks” (bloccare la deforestazione e
aumentare l’afforestazione e reforestazione .
21
La Sfida:
Anche se si riducono le emissioni
di gas-serra, alcuni impatti dei
cambiamenti climatici saranno
inevitabili.
Dobbiamo adattarci.
Opzioni hard di Adattamento
Approccio HARD: opzioni tecnologica e
infrastrutturali
Lunghi
tempi di
realizzazio
ne
Grandi
investmenti
Stima
degli
impatti
Approccio SOFT: opzioni non strutturali
Tempi di
realizzazio
ne corti
Costi
trascurabili e
inclusi nello
sviluppo
sociale ed
economico
Applicabili
anche con
incerte
consocenze
Esempi di misure Hard e Soft per
ridurre i rischi di alluvione
Necessario operare in due diverse modalità strettamente interconnesse:
una opera nel “tempo differito”, l’altra nel “tempo reale”.
Misure strutturali o HARD
Chi: le Autorità di Bacino, Regioni,
Cosa: Ri-ridefinire i “Piani di Assetto
Idrogeologico” (PAI), in ottemperanza al
recepimento della Direttiva 2007/60 sulle
alluvioni che fa esplicito riferimento anche
ai possibili impatti dei cambiamenti
climatici.
Nel gergo “climatico”, queste attività si
chiamerebbero azioni di adattamento
HARD.
Misure NON strutturali, o SOFT
Chi: i Centri Funzionali
Cosa: sistemi di monitoraggio e di
preannuncio idro-meteorologico
(detti anche “Early Warning
Systems“)
Nel gergo “climatico”, si
chiamano azioni di adattamento
SOFT
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Carlo Cacciamani, Direttore del Servizio Idro-Meteo