30° ANNO D’ATTIVITÀ ASSOCIATIVA
1-2 luglio 2006
Carissimi corregionali, amici,
esistono, anche se raramente, presidenti soddisfatti del proprio ruolo nelle
varie associazioni culturali e patriottiche. Fra questi si sente inserito anche il
vostro presidente dell’AMRIS il quale, con tutte le sue energie, cerca di
prodigarsi perché lo sforzo dei collaboratori e degli iscritti non vada perduto.
Il nostro desiderio è che l’AMRIS costituisca per i posteri il punto di
riferimento di una fattiva collaborazione tra corregionali e compatrioti, in
questa terra ospitale che tanto ha dato alla nostra dignità di lavoratori e di
cittadini.
Tenere in auge una tale associazione costituisce una sfida nei tempi che
corrono: una società tendente all’individualismo, alla competitività personale,
allo scontro sempre più violento tra le ideologie, all’inasprimento nelle
relazioni sociali sono i presupposti negativi che potrebbero intaccare tutto ciò
che è stato realizzato con la cooperazione di tutti.
Fra queste negatività vanno anche annoverati gli attacchi verso coloro che
hanno onestamente raggiunto l’agiatezza dopo indicibili anni di lavoro e di
sacrificio.
L’orgoglio di appartenere a questa nobile associazione ci dà la carica per
continuare l’opera dei nostri predecessori e la speranza che i nostri successori
siano animati dagli stessi ideali di fratellanza che hanno ispirato i fondatori.
A questo proposito sento personalmente il dovere di ringraziare tutti coloro
che operano con noi e ci aiutano a compiere la missione che ci siamo imposti:
particolarmente i membri del Comitato esecutivo e i soci fondatori Angela e
Gastone Cupis, Margherita e Angelo Ugolini, Alberta ed Ezio Lucciarini e
Alfredo Speranza.
Ringrazio soprattutto i nostri Sponsors che, con il loro contributo,
riconoscono la necessità del nostro esistere.
Lunga vita all’AMRIS!
Che resti sempre a disposizione della nostra
collettività marchigiana, italiana ed elvetica!
A presto !!!
Il Presidente
Mario Troli
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• Fermé dimanche •
Demetrio Albertini, Vice commissario della Federazione Italiana Gioco
Calcio, consegna al Presidente dellÕAMRIS e del CIL Mario Troli, la Targa
della FIGC alla presenza del Console Generale dÕItalia Bruno Scapini.
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S a g ra d e ll a lu m a c a
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S a gr a de l s a la m e
S a gr a d e l l Õu v a
Sa g r a d e l Ò b is c o t t o a l mo s t o Ó
A SC OL I P IC E NO
S a g r a d e l la t r ot a
S a gr a de l c in g hi a l e
S a g r a d eg l i g no c c h i
Sagra delle tagliatelle con la papera
S a gr a de l l Õ a gn e l lo Óc o v a t t u t o Ó
Sagra della polenta con lo stoccafisso
Sa g r a d e l le vo n go l e
S a g r a d e i m a c c h er o n c in i
Sagra nazionale delle cozze
Arcevia - 1 maggio
Montefiorino - 28-31 luglio
Ostra Tevere - 10-12 agosto
Ancona - 1-10 settembre
Fabriano - 1 ottobre
Cupramontana - 3 ottobre
Mergo - 17 ottobre
S.Vittoria in Matenano - 17 agosto
Ponzano, fraz. Torchiaro - 15-16 luglio
Lapedona 20 luglio
Carassai - 22 luglio
Ortezzano - 29 luglio
Monterubbiano - 30 luglio
Fermo, fraz. Marina Palmense - 4 agosto
Campofilone - 4 agosto
Pedaso - 15 agosto
MACER AT A
Sagra del carciof o Montelupone - 11 maggio
PE SA RO
Sa g r a d e l la s a l s ic c i a
S a gr a de l s a la m e
Sa g r a d e i vi n c i s gr a s s i
S a g ra d e ll a p o l e nt a
Castelvecchio - 1 marzo
Acquasanta Terme - 1 giugno
Cartoceto - 6 giugno
Pesaro - 21 settemnre
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C rudo o co tt o , so no so rsi divini
La coltivazione della vite nel territorio della provincia di
Ascoli Piceno ha origini antichissime e ancora oggi gran
parte della fascia collinare è occupata da imponenti
estensioni di vigneti. I vini che possono fregiarsi della
Denominazione di Origine Controllata sono tre: il Rosso
Piceno, il Rosso Piceno Superiore e il Falerio dei
Colli Ascolani. Il Rosso Piceno, prodotto con uve
Montepulciano e Sangiovese in proporzioni variabili, ha
una zona di produzione molto ampia che comprende i
territori provinciali di Ascoli Piceno, Macerata e parte di
quello di Ancona. Si tratta di un rosso giovani che
predilige l’abbinamento con carni bianche e formaggi.
Notevolmente più ristretta è l’area di produzione del
Rosso Piceno Superiore, ricavato sempre da uve diverse rispetto al
Rosso Piceno, ma coltivate in una porzione di territorio delimitato a
sud dal fiume Tronto, a ovest dalla montagna, a est dalla costa
adriatica e a nord dal comune di Ripatransone. Il Superiore è un vino
di grande struttura invecchiato vari anni che sposa in maniera
esemplare le carni rosse. Il Falerio è un bianco prodotto con uve
Passerina e Trebbiano, talvolta arricchite da Verdicchio e Malvasia,
spesso abbinato a piatti a base di pesce e antipasti.
Un prodotto molto particolare è il vino cotto diffuso ancora su tutto
il territorio provinciale. Questo delizioso vino da dessert, nella duplice
versione secco e dolce, è ottenuto dalla bollitura del vino che
successivamente viene conservato in botti di legno, il cui
contenuto non viene mai completamente spillato.
Nella botte si lascia la “madre”, così chiamata perché serve
a conferire sapore e aroma al vino cotto dell’anno
successivo. A volte la madre può avere anche cent’anni.
Un’altra antichissima tradizione, tipica di Ripatransone, è
quella del Vinsanto che recentemente alcuni vignaioli
hanno cercato di rinverdire attivando anche le procedure
per ottenere la denominazione di origine controllata
(d.o.c.).
Vanto degli ascolani, in tema di specialità del bere, è
l’Anisetta, liquore dolce a base d’anice che cresce nelle
colline intorno a Castignano.
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Festa di Montbenon - Santo, Sonia ed Eric
P r og r a mma delle at t ivit a` 2 006
11 febbraio
Serata marchigiana • 30° anniversario al Casinò di Montbenon –
Losanna
21 maggio
Assemblea generale ordinaria
18 giugno
Gita turistica marchigiana
1° e 2 luglio
Festa marchigiana alla “Cantine de Suavabelin” Losanna
17 settembre
Cinema e conferenza “I Piceni”
con la presenza del Prof. Gianni Mostardi
8 ottobre
Partecipazione al Concorso corali “Chantons ensemble – CIL”
5 novembre
Messa animata e Concerto
in collaborazione della Missione cattolica di Losanna
10 dicembre
Albero di Natale per adulti e bambini in collaborazione con il CIL
(Circolo Italiano)
Data da stabilire Teatro compagnia filodrammatica marchigiana
in collaborazione con la missione cattolica italiana e autorità consolari
Censimento
Sito Internet
Partecipazione a diverse manifestazioni associative
Festa di Montbenon
P es ar o : l a gr a n d e t a v o l a d e i s a p o r i
Pesaro gastronomica ringrazia la felice configurazione e fertilita` della sua terra e la
pescosita` del suo mare; cucina del territorio, quindi cucina stagionale, cucina che
segna il ritmo della collina circostante e del mare. Presupposti per una buona
ristorazione, genuina e saporita, ma soprattutto sana. Gli appassionati di cucina
trovano anche creativita` e fantasia nel riproporre la grande tradizione, la buona
ospitalita` che sottolinea la naturale e forte vocazione turistica.
La cucina di pesce, ricca di branzini, orate, pescatrici, rombi, scorfani, naselli,
sogliolette, astici e scampi, si trasforma in antiche ricette come il Brodetto alla
pesarese o la cottura in Arrosto segreto.
Ci sono poi le lumachine in porchetta e il pesce azzurro: sgombri, alici, sardoncini e
ÔsuriÕ che hanno sempre un posto di riguardo nella cucina pesarese. La valorizzazione
dei Ôpesci piccoliÕ come le triglie agostinelle, le seppioline coi piselli, le canocchie a
vapore, i calamaretti fritti, rappresentano una gastronomia unica e di sapore vero.
Le molte ricette del Gran Maestro Gioacchino Rossini, pesarese di nascita e noto
gourmet, sono riproposte in chiave moderna utilizzando molto spesso il prezioso
frutto di questa terra che e` il tartufo. Le colline circostanti esprimono piatti della
tradizione come la pasta fatta a mano e condita con fagioli o con carni magre e
fegatini o con tartufo sempre fresco tutto lÕanno. E ancora: prosciutti, lonzini, coppa
di testa, Casciotta di Urbino e formaggio di fossa, olio extra vergine di oliva.
Tra le carni, quelle di razza marchigiana al pascolo brado, agnello e castrato.
Animali da cortile che valorizzano piatti come Gnocchi allÕanatra, la Faraona al
ginepro e il Coniglio in porchetta. La succulenta Pasticciata va ricordata come
piatto di carne ricco di un tempo. La Crescia di Pasqua, il ciambellone, le pesche
vellutate e le pere ÔAngelicaÕ con i vini DOC: Bianchello del Metauro e Colli Pesaresi
Rosso, Bianco, Rosato e Novello completano, forse in parte, la ricchezza di prodotti
Ôda salvareÕ e di piatti tipici da gustare.
Opera buffa di Gioacchino Rossini
“Dopo il non far nulla, io non conosco occupazione per me più deliziosa
del mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci.
L’appetito è per lo stomaco ciò che l’amore è per il cuore.
Lo stomaco vuoto rappresenta il fagotto o il piccolo flauto,
in cui brontola il malcontento o guaisce l’invidia;
al contrario, lo stomaco pieno è il triangolo del piacere oppure i cembali della gioia.
Quanto all’amore, lo considero la prima donna per eccellenza, la diva che canta
nel cervello cavatine di cui l’orecchio si inebria e il cuore ne viene rapito.
Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa
che si chiama vita, e che svanisce come la schiuma di una bottiglia di champagne.
Chi la lascia fuggire senza averne goduto, è un pazzo.”
St r a c c i a te l l a
IL
Numero delle porzioni: 4 • Grado di difficolta`: ❤
☞ I n gr e d i e n t i
brodo vegetale o di carne
uova
parmigiano grattugiato
sale
☞ P r e p a r a zi one
U.M.
lt.
n.
cucchiai
q.b.
Q.ta`
1
2
3
1. Sbattete con una forchetta le uova nella terrina con un
pizzico di sale.
2. Sempre mescolando, unite il formaggio grattugiato e, poco
alla volta, un mestolo di brodo freddo.
3. Mettete il brodo rimasto nella pentola, portatelo ad
ebollizione su fuoco vivace, versatevi il composto, sbattendo
con una frusta metallica.
4. Portate nuovamente ad ebollizione, lasciate bollire per due
minuti.
5. Versate nella zuppiera la stracciatella e servite
immediatamente.
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vi aspetta tutti i giorni
Il Comitato vi ricorda inoltre
gli appuntamenti fissi di grande successo:
❑ la S cuo la di Ba llo Ò Liscio Ó ogni vene rdi` sera a lle 18 ,30
❑ la Scuola di Ballo ÒTango ArgentinoÓ
Inoltre il Circolo vi terra` informati
sulle date delle tradizionali manifestazioni annuali,
come la Sagra del Minestrone,
la Castagnata, la Befana per i piu` piccoli
ed altre simpatiche iniziative culturali e ricreative.
Se siete gia` membri ricordate che
il C ir co lo co n t a su l la v os t ra p art e ci paz i on e
per m antenere unÕa ttivi ta` ani mat a e co s trutti va.
Se non lo siete ancora,
venite a trovarci senza impegno,
e vi renderete conto che il glorioso stabile del Valentin
vi offre, per la modica spesa di un caffe` al mese
(30 franchi lÕanno!) un rit ro vo nel qual e
r e s p i r a r e l Õ a r i a d Õ I t a l i a, d e l l e s u e t r a d i z i o n i c u l t u r a l i
e d e l l e s u e u s a n z e r i c r e a t i v e.
Vi asp e ttiam o ,
n o n rim a r re t e d el u s i!
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A n t i ch e tr a d i z i o n i m a n i fa t tu r i e re n el l e M ar ch e
A Montappone circola una leggenda secondo la quale tanto tempo fa un giovane
contadino che possedeva solamente qualche spiga di grano, chiese in mano la figlia del
re. Il sovrano stabilì che avrebbe accolto la richiesta solamente in cambio di una bella corona.
Dopo averci pensato un po’, il giovane contadino intrecciò le sue spighe e creò una
corona di straordinaria bellezza. Entusiasta, il re gli diede allora in sposa sua
figlia e in dono il suo regno. Da quel giorno tutti gli abitanti di Montappone
producono copricapi con la paglia, sperando che questo possa portargli una
fortuna simile a quella toccata al contadino. La situazione odierna dimostrerebbe che
questa tradizione ha realmente dato i suoi frutti. Montappone, Falerone, Massa
Fermana, Monte Vidon Corrado, formano oggi un distretto celebre in tutto il mondo per la
produzione di cappelli. Al momento sono censite più di cento aziende con un totale di
millecinquecento addetti per circa sessanta milioni di cappelli prodotti ogni anno.
Oggi non si producono solamente cappelli di paglia, ma questa antica tradizione
manifatturiera è ancora estremamente radicata e praticata. Il raccolto del grano infatti
è sempre stato una delle risorse agricole più importanti di questa zona del fermano, e proprio
tra gli scarti della raccolta i contadini trovarono il materiale per farsi cucire dei copricapi con i
quali ripararsi dal cocente sole estivo. Il cappello nato da questa esigenza venne giustamente
chiamato della mietitura.
Gli strumenti antichi e moderni di lavorazione e un ricco campionario di cappelli di tutti i
periodi, sono in esposizione al Museo del Cappello di Montappone. Qui si possono
ripercorrere le diverse fasi della lavorazione della paglia; tagliata, raccolta, intrecciata e
compressa tra due rulli (originariamente di legno, e poi in acciaio), la paglia legata a treccia
diventa più malleabile e quindi adatta alla cucitura. Le donne, oggi come allora, utilizzando un
ago grosso e il refe (un filo molto resistente ottenuto accoppiano due filati, solitamente di
lino o di canapa) cominciano a lavorare la paglia orlo a orlo, intrecciando una maglia
all’interno e una all’esterno.
L’abilità delle cucitrici della zona è dimostrata dalla scomparsa dei punti del refe e così,
una volta che il cappello è stato modellato e ripulito, le cuciture sono come sparite. Quella del
cappello rammagliato è dunque un’antica tradizione che grazie all’arte e alla pazienza delle
cucitrici, resiste ancora oggi tra le vie di questi comuni.
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storia dellÕimmigrazione italiana in Svizzera.
La Missione Cattolica Italiana di Yverdon ed il Circolo
Italiano di Losanna, sono infatti gli editori di un
libro/catalogo fotografico di 350 pagine contenente 450
foto con testi e didascalie (italiano e francese), con
dimensioni di 24/30 cm e cartonato.
E` un vero avvenimento e da` lÕopportunita` ad ogni famiglia
di possedere un ricordo del nostro passato. Questo libro
mette in evidenza il sacrificio di gente che con il loro duro
lavoro hanno dato un contributo importante a questo paese
di civilta` e di accoglienza.
Siamo riusciti a mantenere il prezzo di vendita a F rs. 6 0.Questo libro e` anche lÕoccasione di potere offrire ad amici,
conoscenti, collaboratori e parenti un bel regalo per
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Pr o v er bi m a r ch i g i an i
Pija moje, Marcandò; male stavo, pecchjo sto.
Piglia moglie, Marc’Antonio: stavo male e peggio sto.
Quel ch’ s’ fa d’ nott, s’arsà de giorn.
Quello che si è fatto di notte si risà di giorno.
Chi vòl provè l’ pèn dl’infern, d’istet el fabbr e’l murador d’invern.
Chi vuole provare le pene dell’inferno, faccia il fabbro d’estate e il muratore
d’inverno.
Pô tené lo gra che spica? Cuscì la jende che non dica.
Puoi impedire al grano di spigare? Così alla gente di parlare.
Porci lendi, janna sogna.
I maiali pigri sognano la ghianda, invece di procurarsela.
Preti spretati, frati sfratati, amici armicàti e càvoje ariscaldati non fu
màe buone.
Preti spretati, frati sfratati, amici riappacificati e cavoli riscaldati non furono mai
buoni.
Quanno trona e lu monde d’Angona, pija li bovi e laôra.
Quando tuona sul monte di Ancona prendi i buoi e lavora.
Chi vô verdura fresca vaca all’orto, chi vô lo pescio caro, vaca ar porto.
Chi vuol verdura fresca vada all’orto, chi vuol pagare caro il pesce vada al porto.
Chi s’arricchisce, o a da rubbà o a da troà.
Per arricchirsi, si deve rubare o ereditare.
Le bott del vin bon e i omm brèvi fnischn prest.
Le botti di vino buono e gli uomini bravi finiscono presto.
F a nt a s i a di f r u t ta e di m a r e
Numero delle porzioni: 4 • Grado di difficolta`: ❤❤
☞ I n gr e d i e n t i
arance
finocchi
olio extravergine d'oliva
limone
cozze con guscio
lattuga
sale e pepe nero
banana
mela renetta
☞ P r e p a r a zi one
U.M.
n.
gr.
cucchiai
n.
gr.
n.
q.b.
n.
n.
Q.ta`
2
300
4
1
600
1
1
1
1. Raschiare e lavare molto bene le cozze.
2. Metterle in una padella, con due cucchiai di olio, a fuoco vivo,
finche´ si saranno aperte.
3. Estrarre i molluschi e porli in una terrina con la loro acqua di
cottura.
4. Sbucciare e tagliare la banana a fettine, la mela a dadini, e gli
spicchi di arancia, in 4 parti.
5. Pulire il finocchio e la lattuga dalle foglie esterne rovinate e
lasciare a mollo nell'acqua fredda per 30 minuti, quindi
sciacquarli e farli sgocciolare.
6. Tagliare il finocchio a fettine e con le foglie di lattuga
foderare un'insalatiera.
7. In un'ampia coppa, raccogliere tutti gli ingredienti e condirli
con un'emulsione fatta con l'olio, il succo della seconda
arancia, il sale, il pepe e mescolare il tutto.
8. Versare il composto nell'insalatiera e servire in tavola.
☞ Suggerimenti: Ricordatevi di buttare sempre i molluschi, le
cozze, le vongole ecc. che non si aprono al calore.
☞ Vino consigliato: Verdicchio (da servire fresco)
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La co st a ma r chig ia na . Costituisce uno degli aspetti piu` caratteristici
della Regione. Essa si sviluppa per 180 km dal promontorio di Gabicce Mare alla foce del
Tronto, premiata con numerose bandiere blu europee che sanciscono lÕottima qualita`
delle acque di balneazione e la cura prestata per la protezione dellÕambiente marino. Il
litorale, costituito da un alternarsi di bellissime spiagge di ghiaia, di scoglio e di sabbia,
risponde cosi` a tutte le esigenze dei visitatori della nostra terra e conferma in tal modo
unÕantica tradizione di ospitalita`. Nella costa settentrionale si alternano spiagge lunghe
e sottili qua e la` interrotte da un promontorio, da piccole calette o dalla foce di un
torrente. I famosi centri balneari di G ab ic c e Ma re, F ano , Pesa ro caratterizzati da
ampie spiagge sabbiose offrono una tranquilla vita balneare anche agli inesperti e ai
piccoli bagnanti. Da Ancona, capoluogo della Regione, si scorge il Monte Conero,
promontorio di straordinaria bellezza che si affaccia
sullÕazzurro del mare Adriatico. Da qui inizia il tratto
piu` bello del litorale marchigiano: la Òriviera del
coneroÓ, ricca di baie bianche a volte raggiungibili solo
in barca o attraverso sentieri ritagliati nel verde della
macchia mediterranea. Dalle stesse porte meridionali
di Ancona si succedono suggestive localita` turistiche:
Oas i di Porto novo, la premiatissima Sirolo a picco
lÕO
sul mare, Numana con il suo attrezzato e funzionale porto turistico e Ma rce lli la piu`
moderna con villaggi turistici, residences e adeguate strutture ricettive. A sud del
Conero la costa ripropone arenili ampi e pianeggianti fino a raggiungere una zona ricca
di pinete a Po rt o Re ca na ti, Port o Po ten za Pice na e Civita no va Ma rch e. Non si puo`
inoltre dimenticare la Òverde riviera picenaÓ, che si
estende tra Po rt o Sant ÕElpidio, Lido di Fermo , Port o
San Gio rgio e Ped as o, e lÕesotica Òriviera delle palmeÓ tra
Cu p r a m ar i t t i m a, G r o t t a m m ar e e S a n B e n e d e t t o d e l
Tront o, con le sue 7000 palme che crescono anche sulla
spiaggia finissima e bianca che degrada nel mare
caratterizzato da bassi fondali.
La ÒscopertaÓ dei bagni di mare avviene negli anni in cui in Europa cova ed esplode la
Rivoluzione francese. EÕ solo un caso, ma nel luglio 1789, mentre i sanculotti prendono
dÕassalto la Bastiglia, Giorgio III dÕInghilterra scende beatamente nelle acque di
Wyemouth con tutto il suo seguito: se e` quindi da Parigi che parte il virus destinato a
cambiare il futuro della civilta`, e` dalle coste della Manica che si propaga un nuovo
rapporto dellÕuomo con il mare e con le spiagge.
Due eventi, quelli della mitica estate 1789, di peso certamente diverso, ma ambedue
rivoluzionari. Il bagno del re dÕInghilterra certificava la bonta` e il valore di una pratica
che i suoi sudditi piu` evoluti avevano gia` sperimentato da qualche decennio sotto la
spinta di medici illuminati. Con il passare del tempo la pratica del bagno di mare si
diffuse in tutto il vecchio mondo, in particolare possiamo annoverare tra le localita`
italiane pioniere di questa pratica la riviera ligure, la costiera amalfitana, la costa ionica
della sicilia in particolare Taormina, la riviera romagnola. In seguito si aggiunsero altre
localita` come la costa laziale nei pressi di Roma, la Puglia e la Sardegna si aggiunsero
solo agli inizi del secolo.
La cos ta del Mon te C one ro. Si tratta di unÕarea
marina protetta ancora in via di istituzione, secondo la legge
394/91; e` situata nella Provincia di Ancona ed interessa i
comuni di Sirolo e Numana, ed il tratto di costa che la riguarda
fa parte del Parco Naturale Regionale del Monte Conero, il
quale occupa una superficie complessiva di 5800 ettari.
Il Monte Conero e` un promontorio alto 572 metri e si puo`
considerare lÕunico elemento che spezza la continuita` delle
coste sabbiose del Mare Adriatico, dal litorale triestino fino al
Gargano; e` inciso da cale ed insenature. In tutta la regione
Marche i fondali possono essere considerati un prolungamento
della pianura padana perche´ sono costituiti da sedimenti
sabbiosi e fangosi di origine fluviale, che derivano dalla catena
alpina e nord - appenninica. Intorno al promontorio abbiamo
scogliere e fondali rocciosi. Su questi ultimi si trovano anche banchi di madrepore come
Cladocora cespitosa; tra gli scogli e negli anfratti nuotano numerosi dentici, orate e
saraghi, mentre le rocce sono colonizzate dai datteri di mare.
La fauna terrestre e` rappresentata in particolare dagli Uccelli, soprattutto quelli di
passo. Oltre ai rapaci rari, come lÕaquila minore, lÕaquila anatraia minore ed il grillaio,
da segnalare la presenza di grandi veleggiatori come le cicogne. Sono presenti anche
diverse testimonianze delle civilta` antiche, come i reperti della civilta` picena conservati
nellÕAntiquarium di Numana. Sia a nord che a sud della zona protetta sono presenti due
aree a forte urbanizzazione, che sono costituite rispettivamente dalla citta` di Ancona e
dai centri di Sirolo e Numana; attorno a tutto questo complesso ruotano le attivita`
economiche connesse allÕambiente costiero e dipendenti dalla presenza del mare:
la pesca, il turismo, le attivita` ricreative balneari ed il trasporto marittimo, alle quali si
affiancano le attivita` indirettamente connesse con la costa: il commercio, la
manifattura e lÕagricoltura.
C o m po si zi o n e del co m i ta to A . M. R. I. S. 20 06
Presidente
Troli Mario
021 944 43 95
Cassiere
Lucciarini Alberta
021 701 35 06
Segreteria
Troli Barbara
Vice Presidente
Vice Cassiere
Cupis Angela
Ugolini Angelo
Tesseramento
Cupis Gastone
Revisore dei conti
Tacconi Vincenzo
Tesseramento
Revisore dei conti
Revisore dei conti
Lucciarini Ezio
021 634 64 12
021 617 43 30
021 944 43 95
021 634 64 12
021 701 35 06
Rossi Cesare
Feduzi Franco
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Vi ricordiamo che grazie al Vostro contributo per lÕanno 2006,
lÕAMRIS puo` organizzare le manifestazioni come i precedenti
anni, permettendo di mantenere le tradizioni.
Noi siamo certi che possiamo contare su tutti Voi al fine di
realizzare nei migliori dei modi gli obbiettivi che ci siamo prefissi.
Bruno Fanesi, Gabbiani, 1988. Bronzo dorato, h 34 cm.
Luogo di conservazione originale:
dono dell’artista anconetano al Museo Tattile Statale Omero (AN).
Gira quant’ pèr, sta fòra anca cent’anni,
marchigièn sè nèt e... marchigièn armanni!...
Gira quanto ti pare, stai fuori anche cento anni,
marchigiano sei nato e... marchigiano rimani!...
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Festa marchigiana, ediz. 2006