Corriere21 27-05-2009 19:08 Pagina 1 S E T T I M A N A L E D I C U L T U R A E I.P. I N F O R M A Z I O N E Direzione e Redazione: P.zza Zara, 3 - 10133 Torino. Tel. 011 6312666 - Cell. 392 3513670 - Fax 011 6317243 E-Mail: [email protected] - www.corrieredellarte.it Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45% Spedizione in abbonamento postale COURRIER DES ARTS Anno XV - n° 21 - Venerdì 5 Giugno 2009 € 1,50 Corso Tassoni, 56 - Torino Tel. 011 4377770 www. santagostinoaste.it [email protected] 9 Corso Tassoni, 56 - Torino Tel. 011 4377770 www. santagostinoaste.it [email protected] CORRIERE dell’ARTE L’arte di vendere l’arte autentica 771971 627008 L’arte di vendere l’arte autentica 9 0 0 2 1 Fondato da Carlo Accossato nel 1994 Alla Triennale di Milano con una visione critica delle eredità e del “livello di integrazione urbana residuo” così come si sono configurati nei precedenti expo: “l’impatto visivo e i problemi relativi al riuso delle strutture architettoniche” sono infatti le grandi questioni su cui fondare indubitabilmente oggi l’expo di domani. La mostra, ideata da Franco Raggi, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Milano, presenta opere di Claudio Sabatini (Siviglia), Marco Introini (Lisbona), Claudio Gobbi (Hannover), Maurizio Montagna (Svizzera) e Gabrielle Basilico (Saragozza). Appare legata invece a una doppia temporalità il lavoro di Giovanni Chiaramonte che scandaglia la Berlino di oggi, i suoi legami con la storia e il destino, ma anche le pagine già “scritte” nelle sue precedenti opere e che ritornano in un percorso però totalmente inedito. Fulvio Irace insiste su una questione centrale, ossia il passaggio Il tempo e le città GABRIELLA ANEDI L a città, nelle sue rapidi trasformazioni, ovvero il tempo delle città, è tema sicuramente intrigante se, nell’arco di un mese, tre mostre si sono avvicendate seppur con finalità diverse. Dopo “Paesaggi consapevoli” dedicata alle tre ultime grandi committenze pubbliche della Provincia di Milano (Archivio dello Spazio, Milano senza confini e Idea di Metropoli -catalogo presso il Liceo Artistico Boccioni) è ora la volta di Berlino e delle capitali di cinque Expo in Europa. “Expo dopo Expo” si presenta come un contributo documentario alla progettazione dell’evento milanese del 2015 del tempo in un paesaggio di rovine. Eppure, quello che sorprende il visitatore è una luce che affianca questa malinconia con la fermezza luminosa quale si incontra solo in Piero della Francesca. Da sempre Chiaramonte lavora con e sulla luce, ma questa volta è splendore che avvolge ogni cosa, senza artificio, senza forzature. Guidati dalla successione nitida dei quadrati, scanditi da sezioni e da improvvisi ingrandimenti che si stagliano netti nello spazio e nella nostra visione, rivediamo vecchi e nuovi monumenti accostati alla frammentarietà del divenire, all’attimo. Scrive Irace: “La consunzione delle cose costringe a pensare al processo di produzione: semplici case, austeri palazzi (…) non sembrano altro che residui di una costruzione perenne, costante e intensa, frammenti di lavorazione di un passato simile in realtà a un eterno presente” tradotto in un linguaggio basato su anagogie e metafore attraverso titolazioni, accostamenti, “collages”, trompe-l’oeils, ma sempre così, come la realtà urbana ce li presenta. La rinuncia a una “post-produzione”, a una manipolazione e frammentazione dell’immagine iniziale così diffusa oggi nella fotografia, quali ragioni sottende? “Certamente le cose hanno una loro identità e a maggiore ragione quelle cose che sono le città e le parti di edifici, i gesti degli uomini che le abitano. Credo che il frammento non sia da costruire perché è già nella realtà e la verità del fotografo sta nell’adeguamento alle specificità del mezzo. La società fluida lo sfugge ma io invece lo perseguo.” Non ci sono trascrizioni enfatiche delle nuove architetture, delle nuove piazze, perché? “Sicuramente la mia visione non è trionfalistica. Vedo una città intenta a cancellare le ferite visibili, ma ciò rende ancora più visibile il dramma. Ogni cancellazione è sempre cancellazione dell’identità e l’Europa e la Germania rivendicano un loro destino che, per me, è rintracciabile solo nella memoria e nella ferita.” polivalente, a favore di una fruibilità ogni volta differente. “L’idea – che non parte certo, come ci tiene a sottolineare Eccher, da un’esigenza puramente economica- è quella di trasformare tutta la GAM in un unico grande progetto espositivo come hanno già fatto negli anni scorsi la Ta- te Gallery di Londra, il MoMA di New York e il Reina Sofia di Madrid. L’intento della GAM di Torino sarà quello di riordinare – e ricollocare come scelta consequenziale – l’intera collezione permanente ridefinendola parte inte- Triennale Viale Alemagna 6 - Milano Giovanni Chiaramonte in Berlin Expodopoexpo Fino al 14 Giugno Info: 02 724341 A due mesi dalla nomina, il neodirettore illustra i progetti futuri Danilo Eccher racconta la nuova GAM CHIARA PITTAVINO M artedì 26 maggio è stato presentato, a due mesi dalla nomina ufficiale, Danilo Eccher, il nuovo Direttore della GAM di Torino. In quello che si è proposto – secondo le intenzioni dello stesso e della Presidente Giovanna Cattaneo Incisa – più un incontro informale che una conferenza stampa ufficiale – Eccher ha delineato i progetti sui quali si baseranno le scelte espositive della Galleria Civica d’Arte Moderna. Il neodirettore, già direttore artistico della Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento, commissario alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, direttore della Galleria d’Arte Moderna di Bologna e del MACRO di Roma, dirigerà per i prossimi 5 anni la GAM di Torino rilevando nella carica l’uscente Pierluigi Castagnoli. Valorizzare il patrimonio della GAM – circa 4.000 esemplari, che costituiscono l’intero bacino della collezione permanente - sarà uno degli aspetti fondamentali dell’intero progetto culturale pensato da Eccher. Tenendo conto del prestigio di cui gode la collezione a livello nazionale, il neodirettore ha preventivato per i prossimi mesi una trasformazione del concetto stesso di museo, coinvolgendo il visitatore attraverso un percorso unico, fatto di mostre realizzate ad hoc e da una collezione permanente che, diverrà parte fondamentale e segue a pag. 2