dicembre 2011 A cura di Daniela Alfonzi Servizio Solidarietà Sociale Ufficio Programmazione Territoriale Programma di politiche pubbliche di contrasto alla vulnerabilità sociale e povertà vulnerabilità: quando ad una situazione di fragilità si associano emergenze o eventi imprevedibili che destabilizzano il corso della vita e rischiano di portare all’impoverimento un fenomeno multidimensionale: condizione lavorativa, abitativa, familiare, finanziaria, stato di salute il fenomeno è di agevole descrizione, ma difficile è intercettare le persone Fragili Orizzonti Il Programma di contrasto alla vulnerabilità sociale, deliberato nel 2005 dal Consiglio Provinciale, è stato un programma sperimentale sviluppato, in un’ottica di politiche integrate interassessorili ed interisituzionali, con due linee di azione: la prima, di ricerca per la progettazione, sui temi del lavoro, della casa e della salute, si è conclusa nel 2008 la seconda, di azioni rivolte ai cittadini attraverso i Comuni ed i Consorzi, è operativa in 9 territori per costruire e condividere una visione generale • negli ultimi decenni, sullo sfondo delle riflessioni teoriche (Beck, Luhmann, Giddens e Bauman) che hanno dedicato importanti parti del loro lavoro ai temi del rischio, dell'insicurezza e delle nuove forme di disagio sociale e psicologico che ne derivano, il tema della vulnerabilità sociale ha fatto la sua comparsa nel quadro delle scienze sociali, con punti di vista di volta in volta focalizzati più sugli aspetti di povertà e di esclusione sociale piuttosto che sulle implicazioni soggettive dei processi di globalizzazione e di flessibilizzazione del lavoro una mutata realtà sociale • il fenomeno della crescente instabilità dell'inserimento nei principali sistemi di integrazione sociale (il lavoro, la famiglia, il sistema di welfare), che riguarda tendenzialmente strati sociali sempre più ampi, non necessariamente marginali e tradizionalmente "garantiti", che si trovano a sperimentare significative riduzione di risorse senza tuttavia che ciò implichi la caduta in processi di esclusione sociale vera e propria, è una chiave di lettura del mutamento della realtà sociale; un mutamento non transitorio • La situazione di diffuso disagio che investe i ceti più deboli e la classe media trova la sua origine nel mutamento del paradigma produttivo, ma l’aumento della componente dell’incertezza individuale pare in buona parte conseguente “alla traslazione di un numero crescente di rischi, da quello legato all’andamento economico al rischio occupazionale, dal rischio finanziario a quello demografico, da soggetti tradizionalmente ritenuti forti (la collettività, il sistema delle imprese) agli individui e alle famiglie… con l’indebolimento di quei meccanismi, pubblici e privati, che ne permettevano la socializzazione… Individui e famiglie appaiono oggi sempre più insicuri e sono esposti a eventi dai quali prima erano, almeno in parte, protetti. Insicuri del proprio lavoro, spesso precario, insicuri della propria professionalità, soggetta a veloce obsolescenza; insicuri del tenore di vita che potrà garantire la propria pensione; insicuri di come potranno far fronte alle cure necessarie ad un bambino piccolo o ad un anziano non autosufficiente; esposti all’incertezza della congiuntura economica, dell’inflazione, dei rendimenti finanziari.” (Felice Roberto Pizzuti ) la stabile precarietà • non si tratta di una condizione passeggera, infatti “cresce la popolazione che risulta versare in condizioni di vulnerabilità. La ragione è che i sistemi sociali postfordisti stentano a generare situazioni di vita sicure. Significa una quotidianità che si fa “normalmente” insicura, un lavoro non più a tempo indeterminato oppure sufficientemente remunerativo, famiglie sempre più lunghe e strette poste davanti al dilemma se lavorare entrambi, marito e moglie, oppure crescere i figli e assistere i vecchi... La vulnerabilità è oggi il problema della nostra società, confrontata con lo smarrimento del presente, la paura del futuro” e “la povertà ha un carattere processuale e multidimensionale e gli indicatori normalmente utilizzati per rilevarla (mancanza di reddito, bassa istruzione, dipendenza da sostanze, «carriere» di marginalità ecc.) non vanno considerati separatamente, secondo logiche di causaeffetto, ma occorre studiare le interconnessioni nel tempo tra i fattori relativi alla situazione personale, alle risorse a disposizione, alla capacità del soggetto di conoscerle ed utilizzarle, alla percezione di sé ed all’autostima, all’etichettamento sociale.” (N. Negri, C. Saraceno) le microfratture • in una visione dinamica e processuale “il percorso di impoverimento di un potenziale soggetto può avvenire transitando nel corso della vita tra l’area dell’integrazione (inserimento stabile in circuiti occupazionali e disponibilità di solidi supporti relazionali, specialmente familiari) all’area della disaffiliazione, in cui versano i soggetti in condizione di povertà estrema (caratterizzata da processi di decomposizione e abbandono del sé, incapacità di controllo dello spazio fisico, profonda rottura dei legami sociali, perdita della capacità di trasformare i beni in opportunità di vita). Questa transizione avviene attraverso microfratture nell’esperienza dei soggetti, tanto a livello lavorativo che a livello relazionale, che generano situazioni di precarietà e fragilità: è l’area della vulnerabilità sociale” (R. Castel) Azioni di ricerca-azione: il lavoro il gruppo di lavoro, a cui hanno partecipato alcuni settori della Provincia (Servizio Solidarietà Sociale, Servizio Pari Opportunità, Servizio Politiche del Lavoro, Servizio Agricoltura e Servizio Pianificazione Sviluppo Sostenibile), del Comune di Torino e di Ivrea, della cooperazione sociale, finalizzato alla rilevazione delle opportunità di lavoro per fasce di popolazione vulnerabile ed alla promozione di azioni per l’occupazione in nuovi ambiti lavorativi legati all’ambiente ed all’agricoltura, ha concluso i suoi lavori con la pubblicazione e diffusione di un opuscolo, la “Rubrica delle opportunità”, che cataloga i servizi per il lavoro nei vari territori. Il gruppo di lavoro, inoltre, ha elaborato in un documento le proposte per “l’inserimento al lavoro di persone vulnerabili nell'ambito della gestione dei rifiuti”. Azioni di ricerca-azione: la salute dedicato al tema del rapporto tra fragilità clinica e vulnerabilità sociale; l’indagine svolta in partenariato con la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale-FIMMG e con l’Osservatorio dell’Asl To3 della Regione Piemonte si è conclusa. La ricerca/indagine ha coinvolto i territori di e Asl di Torino, e di due della provincia, sono stati analizzati i questionari somministrati a più di 1000 pazienti, attraverso il coinvolgimento di 100 medici di base. Nel convegno “La malattia che impoverisce, la povertà che fa ammalare”sono stati presentati i risultati della ricerca: è stata verificata l’applicabilità, nel contesto dell’ambulatorio del medico di base, di uno strumento di rilevazione delle diverse dimensioni della vulnerabilità/fragilità clinica, sociale, di reti utilizzando scale validate in ambito sanitario e sociologico; è stato studiato l’impatto della vulnerabilità sociale sull’accesso e sulla continuità dei percorsi socio-sanitari rilevanti per la salute e l’impatto della malattia nell’innescare percorsi di vulnerabilità sociale; è stata individuata l’utilità di istituire un canale di comunicazione per la segnalazione di stati di vulnerabilità/fragilità tra medico di base, in veste di sensore precoce, e operatori sociali. Azioni di ricerca-azione: l’abitare il gruppo di lavoro -a cui hanno partecipato alcuni settori della Provincia (Servizio Solidarietà Sociale, Servizio Pari Opportunità e Servizio Pianificazione Territoriale), dell’Atc, della Regione Piemonte, del Comune di Torino e di altri 11 Comuni- era finalizzato a rilevare il fabbisogno abitativo, diffondere alcune esperienze significative di social housing, la buona pratica di Locare, verificare l’opportunità di dare vita ad una struttura permanente di coordinamento dei Comuni. La Provincia ha dato vita all’Osservatorio sul fabbisogno abitativo. È stata affidata a Siti una ricerca sulle buone pratiche abitative Azioni rivolte ai cittadini sostegno economico: microcredito individuale asset building partner: Banca Etica sostegno al consumo: gruppi d’acquisto collettivo rete alimentare sociale partner: Movimento Consumatori Il microcredito individuale dà la possibilità a persone normalmente non bancabili di ottenere un prestito sostituendo alle garanzie fidejussorie garanzie morali da parte del debitore e della rete sociale non induce passività né assistenzialismo presta fino a 5000 € restituibili in 36 mesi tasso interesse 4,5% pre-ammortamento di 6 mesi fondo garanzia: 450.000€, rapporto 1:2 con Banca Etica – 900.000 € - contatti: 375 - erogazioni: 131 - escussioni: 24 - totale erogato: 401.270 € - fasce di reddito Isee: 6.000/25.000 € (salvo diversa valutazione dei Servizi Sociali) - fascia d’età prevalente: 36 – 50 anni - genere e nazionalità sono equamente rappresentati - assenza di reti di sostegno: il 49% non ha legami né supporti significativi (scarse le reti famigliari, amicali e associative) - in carico ai servizi sociali: 27% -composizione nucleo: prevalgono le copie con il 32%, poi i nuclei di 3 persone, i single. I nuclei composti da più di 5 sono il 14% - lavoro: il 64% è occupato, il 65% ha almeno un componente con occupazione formale, il 25% ha occupazione informale - casa: il 46% in locazione presso privati, il 21% è proprietario, il 17% in locazione pubblica - reddito/composizione del nucleo: da single € 916, nucleo 7 persone 2.281 €, 1 nucleo di 8 scende a 1.725 € - motivo richiesta: il 42% per insufficienza del reddito, il 31% per una spesa straordinaria -finalità del prestito: il 50% per spese per l’abitazione (debiti 38% per spese ordinarie, 12% spese straordinarie o di manutenzione), il 17% per debiti, l’11% per spese mediche, l’8% per l’automobile e il 4% per la scuola (il 10% non ha risposto) - debiti: complessivamente la dimensione debitoria pregressa riguarda il 55% dei casi -essere proprietari di casa non risulta essere condizione di minor fragilità tanto che il 22% dei nuclei è proprietario di casa per lo più mutuatario - strumenti finanziari: il 26% ha problemi di restituzione, il 33% restitusce senza problemi, il 41% non ha finanziamenti in corso ASSET BULDING dà la possibilità di seguire un percorso di risparmio con incontri individuali e di gruppo sulla gestione del bilancio familiare e sugli strumenti finanziari la somma risparmiata viene raddoppiata non induce passività e assistenzialismo insiste sulla capacità di amministrare il danaro la Provincia integra a fondo perduto fino a 1500 € per un progetto significativo e/o per fronteggiare gli imprevisti -beneficiari: 115 - target: 69 famiglie con figli piccoli, 22 giovani 18/32 anni, 11 persone per cure ortodontiche (età 41/81), 10 persone seguite dai servizi sociali, 3 donne disoccupate -fascia età: il 43% tra 18/35, il 57% tra 35/50 - nucleo: quasi metà sono composti da 4 persone, 35% da 3 e il 10% da 5 - titolo studio: 1/3 è laureato, 1/2 ha il diploma, gli altri la scuola dell’obbligo - casa: l’68% ha la casa di proprietà, il 15%% affitta da privati. Sommando quanti pagano il mutuo e quanti l’affitto da privati risulta che il 53% del campione sostiene costi elevati per l’abitazione. Sono in particolare le famiglie ad avere un mutuo. - reti di sostegno: l’84% può contare su una rete familiare, il 4,3% su una rete amicale e l’4,3% non ha rete - famiglie: il 94% di occupati è composta da impiegati al 71%, autonomi al 10% e il 9% di operai. Il 75% ha un lavoro a tempo indeterminato, di questi il 23% di sole donne è part-time - reddito Isee: al 64% fascia 10.000/20.000, il 14,5% fascia 6.000/10.000, seguono le fasce 20/25.000 e quella fino a 30.000 (3 persone) - casa: l’84% è in proprietà, il 61% ha il mutuo in corso, il 9% affitta da privati - risparmio: il 58% non ha forme di risparmio. Inoltre, la propensione al risparmio non appare determinata unicamente dal reddito - bilancio: l’incidenza maggiore è la spesa legata alla casa, in media il 29%, seguono gli alimentari al 14% e i trasporti al 11% - finalità del risparmio: il 47% per la casa (abbattimento mutuo, mobili per i figli), il 37,7 per un libretto di risparmio, l’8,7% per pagare la retta del nido Gruppi d’acquisto collettivo dà la possibilità di acquistare in gruppo prodotti alimentari di qualità ed a prezzi contenuti è un’infrastruttura di comunità obiettivi: contenere i prezzi migliorare la salute, fare aggregazione sociale e rete contribuire allo sviluppo agricolo