LE EMOZIONI
L’esperienza soggettiva delle emozioni
L’ira
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L’esperienza soggettiva delle emozioni
L’ira
Che cos'è l’ira?
L’ira è una emozione tipica, considerata fondamentale da tutte le teorie psicologiche,
attraverso cui è possibile identificare specifiche origini funzionali:
 fenomeni antecedenti caratteristici
 manifestazioni espressive
 modificazioni fisiologiche costanti
 prevedibili tendenze all'azione
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L’esperienza soggettiva delle emozioni
L’ira
Essendo un'emozione primitiva, essa può essere osservata sia in bambini
molto piccoli, sia in specie animali diverse dall'uomo.
Insieme alla gioia e al dolore, l’ira è una tra le emozioni più precoci.
Poiché le sue manifestazioni sono quelle che vengono maggiormente inibite
dalla cultura e dalle società attuali, molto interessanti risultano gli studi
evolutivi, in grado di analizzarne le pure espressioni prima che vengano
apprese le regole che ne controllano l'esibizione.
L’ira fa parte della triade dell'ostilità insieme al disgusto e al disprezzo, e ne
rappresenta il fulcro e l'emozione di base.
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L’ira
Contro chi ci si adira?
L'emozione dell’ira può essere definita come la reazione che consegue ad una precisa
sequenza di eventi:

insorgenza di un bisogno

opposizione di un oggetto (vivente o non vivente) alla soddisfazione

di tale bisogno

attribuzione a tale oggetto, se persona, dell'intenzione di opporsi

assenza di paura verso tale oggetto frustrante

forte intenzione di attaccarlo e aggredirlo

azione aggressiva di attacco
Rita Levi-Montalcini parte 2° La clessidra della vita (Razionalità, emotività)
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L’esperienza soggettiva delle emozioni
L’ira
Come si manifesta l’ira?
 L’espressione del volto è ben riconoscibile in tutte
le culture: fronte e sopracciglia fortemente aggrottate, bocca semiaperta, denti digrignanti
 I muscoli appaiono irrigiditi fino all'immobilità,
oppure percorsi da irrequietezza e forte calore
 La voce è intensa, il tono sibilante, stridulo e
minaccioso
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L’ira
Come si manifesta l’ira?
Nel De ira così si esprime Seneca (4 a.C., Cordova,
Spagna, 65 d.C., Roma):
«…alcuni saggi definirono l’ira "un momento di pazzia";
come quella, infatti, è incapace di controllarsi, incurante
delle convenienze, insensibile ai rapporti sociali,
cocciuta ed ostinata nelle sue iniziative, preclusa alla
ragione ed alla riflessione, pronta a scattare per motivi
inconsistenti, inetta a distinguere il giusto ed il vero,
quanto mai somigliante a quelle macerie che si
frantumano sopra ciò che hanno travolto»
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L’ira
Come si manifesta l’ira?
Nel De ira così si esprime Seneca (4 a.C., Cordova, Spagna, 65
d.C., Roma):
«…osserva bene il loro atteggiamento: come sono sicuri sintomi di pazzia
l’espressione risoluta e minacciosa, la fronte aggrottata, la faccia scura, il
passo concitato, le mani irrequiete, il colorito alterato, il respiro frequente ed
affannoso, tali e quali sono i sintomi dell’ira incipiente:
[4] gli occhi ardono e lampeggiano, il viso si copre di rossore per il rifluire di
sangue dal fondo dei precordi, le labbra tremano, i denti si serrano, i capelli si
drizzano ispidi, il respiro diventa forzato e rumoroso, le articolazioni
schioccano tormentandosi, i gemiti e i muggiti si intercalano in un parlare che
inciampa in voci mozze, le mani battono continuamente e i piedi»
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L’esperienza soggettiva delle emozioni
Nel De ira così si esprime Seneca (4 a.C.,
L’iraCordova, Spagna, 65 d.C.,
Roma):
 [5] Impossibile sapere se è un vizio più detestabile o schifoso. Tutti gli
altri si possono nascondere o nutrire in segreto: l’ira si manifesta ed
affiora sul volto e, quanto più è grande, tanto più apertamente ribolle.
Non vedi come tutti gli animali, quando insorgono per nuocere, ne
mostrano in anticipo i sintomi e tutto il loro corpo abbandona l’abituale
comportamento di calma ed esaspera la connaturata ferocia?
 [6] I cinghiali mandano spuma dalla bocca ed arrotano le zanne per
aguzzarle, i tori danno di corno nel vuoto e spargono l’arena battendola
con l’unghia, i leoni fremono, i serpenti, quando s’adirano, gonfiano il
collo, le cagne rabide hanno aspetto minaccioso: non c’è animale tanto
orribile o dannoso per natura, nel quale non appaia, al sopravvenire
dell’ira, un nuovo aumento di ferocia.
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L’ira
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«Cortigiani vil razza dannata»
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COME CONTROLLARE L’IRA- DOTT. MASTRONARDI
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