Zona dell’Alto Sebino
Parrocchia di Lovere
Corso biblico in 6 incontri
1) Introduzione generale alla Bibbia e all’Antico Testamento
2) Pentateuco e Libri storici
3) Libri profetici e sapienziali
4) Introduzione al Nuovo Testamento
5) Sinottici e Atti degli Apostoli
6) Giovanni, Paolo e Lettere cattoliche
2014
Prof.ssa Marialaura Mino
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5) Sinottici e Atti degli Apostoli
Bibliografia di riferimento:
- PENNA, R., La formazione del Nuovo Testamento nelle sue tre dimensioni, San
Paolo, Cinisello B. 2011.
- EBNER, M., SCHREIBER, S., (edd.), Introduzione al Nuovo Testamento,
Queriniana, Brescia 2012.
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•
5 criteri di storicità dei Vangeli:
1.
2.
3.
4.
5.
molteplice attestazione
discontinuità (o imbarazzo)
conformità
spiegazione necessaria
stile
• Lo studio della formazione del Vangelo scritto
La domanda di fondo è ora: come si sono formati i Vangeli? L’esegesi approccia il testo o
con metodo diacronico (secondo il criterio storico-temporale) o con metodo sincronico
(analisi e interpretazione del testo nella sua forma attuale). L’esegesi storico-critica si
occupa del passaggio dal Vangelo orale al Vangelo scritto che diventa oggetto di
studio mediante diversi tipi di approcci:
1
2
3
4
-
Critica
Critica
Critica
Critica
delle forme (Gunkel: generi letterari, Sitz im Leben)
delle fonti (dalla fine del ‘700, Wellhausen, analogia con il Pentateuco)
della redazione (importanza del ruolo del redattore finale)
della tradizione (storia dei vari stadi di formazione del testo)
Importante ricordare che, prima di ogni studio esegetico, bisogna porre tutto lo studio
filologico previo (paleografia e linguistica) dei testimoni del N.T. (papiri e codici): la
critica testuale. E’ questa che consegna un testo all’esegeta perché senza una certezza
di lettura non c’è esegesi solida.
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I Vangeli sinottici
• sono i 3 Vangeli di Matteo, Marco e Luca;
• non si tratta dello stesso vangelo, raccontato in tre modi diversi, ma di tre
vangeli diversi, con una propria indipendenza, con molte concordanze, ma
anche molte discordanze;
• fin dall’antichità gli studiosi hanno cercato spiegazioni per concordanze e
differenze.
Le ipotesi fatte sono molteplici, ma alla fine sono 3 gli elementi in gioco (vedi
critica delle fonti e critica delle forme):
1. la dipendenza comune (es. fonte Q per Mt e Lc);
2. l’interdipendenza (1 è più antico e gli altri 2 dipendono da esso);
3. il fatto della tradizione orale (che precede).
Su questi elementi si innestano alcune variabili, da tenere in considerazione:
A - l’attività dei redattori, cioè Marco, Luca e Matteo;
B - le forme stereotipate proprie della catechesi primitiva;
C - il ruolo delle mnemotecniche;
D - l’uso iniziale della lingua aramaica (giochi di parole, frasi fatte);
E - l’uso della koinè, cioè di un greco comune, non classico, parlato tra
cristiani.
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I Vangeli sinottici - segue
Di fatto:
• lo schema di Marco, che è il più breve, si ritrova anche in Matteo e Luca: in
Luca con delle interruzioni e materiale proprio (cfr inizio del viaggio di Gesù
verso Gerusalemme, da 9,51 al cap. 19); in Matteo con cambiamento
dell’ordine di alcuni episodi o di alcuni discorsi.
• la sequenza degli eventi che si trova in Marco è la stessa per tutti e 4 i
Vangeli:
1 - inizio del ministero di Gesù in Galilea, a partire dal Battesimo di Giovanni
2 - la manifestazione in Giudea della sua identità di Figlio di Dio
3 - la morte sulla croce ad opera dei Giudei
4 - la sepoltura
5 - la resurrezione
6 - l’ascensione al cielo (non sempre)
Alcune conclusioni ormai acquisite:
• All’origine dei Sinottici ci sono raggruppamenti testuali più o meno ampi,
più o meno fissi, che esercitano un influsso reciproco.
• Maggior importanza, rispetto all’ipotesi di fonti rigide, della tradizione orale
anche molteplice e di documenti scritti con funzione di fonte.
• Marco non rappresenta necessariamente la tradizione più antica né quella
più originale.
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Il Vangelo di Marco
 L’autore. E’ un giudeo-cristiano bilingue, non cresciuto nella diaspora ma
vissuto fuori della Palestina da lungo tempo. Un personaggio secondario, non
appartenente alla cerchia dei discepoli ma ben conscio della tradizione su cui
poggia il suo Vangelo (documenti basati su testimonianze oculari e tradizione
orale). L’autore non compare in prima persona né viene fatto il suo nome: questo
può significare che fosse noto ai destinatari (non si può escludere il collegamento
con Pietro attraverso la comunità di Roma) ma siamo nel campo delle probabilità,
 Ambiente e comunità. La narrazione indica che la comunità per cui Marco
scrive vive in condizioni di tribolazione e persecuzione (cfr cap. 13) ma non in
Palestina (l’autore narra da lontano). Oltre ai pericoli provenienti dall’esterno essa
è esposta ad un pericolo più grave: quello di non proclamare il vangelo per il
timore dell’odio e della violenza. Per questi motivi è presente nel Vangelo una forte
tensione escatologica e attesa della Parusia. Riferimenti storici plausibili: a
Roma durante le persecuzioni di Nerone (64 d.C.) oppure in diaspora durante la
guerra giudaica (67 d.C.).
 Localizzazione geografica e data di composizione. Varie proposte: la Galilea,
la Decapoli, la Siria (poco consenso). L’ipotesi più valida è che Marco scriva per la
comunità di Roma. A favore: latinismi, diffusione rapida e persistenza, prime
citazioni in autori romani (Clemente). La datazione corrente è intorno 65-66
(clima apocalittico) oppure poco dopo il 70 (accenno alla distruzione del Tempio).
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Il Vangelo di Marco - segue
 La struttura. Nel Vangelo di Marco è possibile, a livello strutturale,
evidenziare 2 tappe, contrassegnate da 2 inclusioni importanti tra Mc 1,1 e
8,29b e tra Mc 1,1 e 15,39. L'intento teologico del redattore è teso a svelare
l'identità profonda di Gesù che è riconosciuta prima da Pietro (8,29b) e poi
dal centurione ai piedi della croce (15,39).
1) Prima tappa: porta alla confessione di Pietro “Tu sei il Cristo” ed è la fase
crescente della missione di Gesù, il suo messianismo però è frainteso dalle
folle e dai discepoli.
2) Seconda tappa: porta alla rivelazione e confessione di Gesù come “Figlio
di Dio” da parte del centurione. E’ la fase discendente, ritmata dai 3
annunci della Passione che culmina con la morte di Gesù e la paura delle
donne (finale breve).
Ciascuna tappa è a sua volta suddivisibile, dal punto di vista narratologico, in
diverse sezioni ulteriormente articolate.
 La “finale di Marco” (16,9-20): finale canonica, probabilmente è opera
della comunità nella quale questo Vangelo fu predicato. Nei manoscritti più
importanti (il Vaticano e il Sinaitico) il Vangelo termina con il v. 8.
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Il Vangelo di Matteo
 L’autore. Matteo è un “etnico-cristiano” oppure “giudeo-cristiano”, di
seconda o terza generazione, che parla greco. Non appartiene alla cerchia
ristretta dei discepoli di Gesù. Ha un ruolo importante nella chiesa dove il
Vangelo è stato scritto (fondatore? Patrono?).
 Ambiente e comunità. Per il linguaggio e l’uso della Scrittura: ambiente
culturale giudeo-cristiano di lingua greca, urbano, socialmente stratificato.
Riguardo alla comunità ecclesiale di riferimento 3 ipotesi:
1) una comunità a predominanza di gentili/pagani, più o meno in polemica
con il giudaismo;
2) una comunità in stretto rapporto col giudaismo, anche se dissidente per un
naturale processo storico-teologico di evoluzione;
3) una comunità che ha rotto i ponti col giudaismo, in un distacco totale,
istituzionale e teologico dalla sinagoga, con apertura alla missione verso tutti i
popoli.
 Localizzazione geografica e data di composizione. Buon consenso su
Antiochia di Siria. Altre ipotesi: Alessandria, Cesarea Marittima, Pella. La
maggior parte degli studiosi datano Matteo dopo la caduta di Gerusalemme
(cfr. Mt 22,7; 23,37-38) e prima del 105 (Ignazio di Antiochia cita Mt 3,15
nella lettera agli Smirnesi); la datazione più plausibile potrebbe essere verso la
fine degli anni 80 d.C.
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Il Vangelo di Matteo - segue
 La struttura. Sono 3 le ipotesi più sostenute:
1) struttura a 5 cinque grandi discorsi, su base letteraria;
2) struttura su base cristologica;
3) struttura a blocchi narrativi ed eventi nodali, su base narrativa.
La n.1 identifica 5 grandi discorsi: 1) capp. 5-7 (discorso della montagna); 2)
cap. 10 (discorso apostolico); 3) cap. 13 (discorso parabolico); 4) cap. 18
(discorso ecclesiastico); 5) capp. 24-25 (discorso escatologico).
La n. 2 è centrata sulla figura e l’opera di Gesù e sulla recezione o rifiuto di
lui. Nella narrazione della vicenda storica di Gesù si configurano 3 fasi:
- la persona del Messia Gesù (capp. 1-4): figlio di Abramo, di Davide, Re e
Figlio di Dio;
- la proclamazione di Gesù Messia (capp. 4-16): predicazione del Regno in
parole ed opere, rifiuto di Israele, ritiro con i Discepoli;
- sofferenza, morte e risurrezione di Gesù Messia (capp. 16-28): tre annunci
della Passione e l’orientamento a Gerusalemme.
La n. 3 prende in considerazione la trama narrativa, individua la logica degli
eventi con la sottolineatura di alcuni episodi (eventi nodali) che permettono
alla trama di avanzare (punti di svolta) e sono completati da eventi satellite
con funzione di ampliare ed espandere quanto avvenuto negli eventi nodali.
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L’opera lucana – Vangelo e Atti degli apostoli
 Premessa. E’ ormai assodato che il terzo Vangelo e gli Atti sono opera dello
stesso autore (motivazioni linguistiche, di stile, stesso destinatario).
Il Vangelo ha la caratteristica di essere orientato (geograficamente e
teologicamente) in direzione di Gerusalemme: il compimento della missione di
Gesù coincide con la sua meta geografica.
Gerusalemme è anche il punto di partenza degli Atti (Pentecoste).
Gerusalemme è l’elemento che unifica Vangelo e Atti; è impossibile leggere
Luca senza gli Atti e viceversa perché Luca scrive secondo un piano unitario.
Nell’opera lucana c’è anche una centralità del ruolo dello Spirito Santo; la
sua azione, sia nel Vangelo che negli Atti, si comprende unitariamente, non
solo dal punto di vista letterario ma soprattutto teologico ed ecclesiale. Altri
indizi di unitarietà sono l’inclusione tra Lc 3,6 e At 28,28, due racconti
dell’Ascensione, il doppio prologo e alcune tematiche: il ruolo dei
discepoli/testimoni, l’universalismo, la gioia dei tempi messianici.
 L’autore. Luca (secondo la tradizione vero nome dell’autore) è un cristiano
proveniente dal paganesimo, abbastanza colto e sensibile alla mentalità
ellenistica e attento alle chiese etnico-cristiane. Vive in una generazione
successiva a quella di Paolo, non sembra averlo conosciuto ma ne ha una
visione molto idealizzata (forse da Paolo ha avuto origine la comunità cui si
rivolge Luca?).
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L’opera lucana - Vangelo e Atti degli apostoli - segue
 Ambiente e comunità. Luca scrive per i cristiani provenienti dal
paganesimo la cui problematica principale è: la salvezza è solo per i giudei o
anche per i pagani? Nelle prime comunità miste questi interrogativi
suscitavano tensioni che dovevano essere notevolissime. Luca è impegnato su
questo orizzonte e ridisegna nei suoi due libri un unico quadro della storia
della salvezza: l’annuncio passa dal mondo giudaico al mondo senza più
confini né restrizioni di sorta, non è importante la circoncisione o la non
circoncisione perché ciò che fa la vera appartenenza ad Israele è riconoscere
in Gesù il Messia; la Chiesa è il “vero Israele” (appartenenza non materiale ma
in Spirito e Verità), lo Spirito Santo realizza ed è garante di continuità tra
Cristo, i discepoli e tutti i credenti.
 Localizzazione geografica e data di composizione. Ipotesi più
accreditate: in Acaia oppure a Roma, dove si concludono gli Atti con la
prigionia di Paolo, in Antiochia di Siria per le motivazioni riguardo all’autore.
Per quanto riguarda la datazione: tra 80 e 90 d.C. (già avvenuta la distruzione
di Gerusalemme? cfr. 19,41-44; 21,20-24). L’autore conosce il Vangelo di
Marco e scrive a una generazione successiva a quella di Paolo, nella
situazione di conflitto fra le comunità cristiane e giudaiche. Ovviamente gli
Atti degli Apostoli sono posteriori al Vangelo (se non in via temporale, almeno
in concezione narrativa).
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L’opera lucana – Vangelo e Atti degli apostoli - segue
 La struttura del Vangelo. Nella narrazione si possono delimitare 5 sezioni:
• Prima sezione (capp. 1-2): costituita dai vangeli dell’infanzia (con
struttura binaria e parallelismo tra Giovanni Battista e Gesù) che contengono
tutti gli elementi essenziali della storia che si realizza attraverso Vg. e At.
• Seconda sezione (3,1-4,13): preparazione del ministero di Gesù. Il Battista
come ultimo dei profeti e precursore del Messia, gancio tra AT e NT.
• Terza sezione (4,14-9,50): missione di Gesù presso Israele.
• Quarta sezione (9,51-19,28): la più tipicamente lucana. E’ il viaggio verso
Gerusalemme che dura 10 capitoli e contiene moltissimo materiale proprio di
Luca con le tematiche del discepolato (Marta e Maria, Zaccheo), della
preghiera (Padre nostro), della carità (samaritano, 3 parabole della
misericordia), dell’uso dei beni.
• Quinta sezione (19,29 -24,53): ingresso a Gerusalemme e realizzazione di
tutti gli eventi salvifici; il racconto della passione presenta anche in Luca
Gesù come il giusto ingiustamente perseguitato, con tutte le caratteristiche di
quel giusto che era atteso, preannunciato dalle Scritture, ma che i giudei non
hanno voluto riconoscere (3 episodi pasquali di apparizione).
Il racconto del commiato di Cristo e dell'ascensione, che conclude la
vicenda terrena di Gesù, fa da cerniera con l’inizio degli Atti (Lc 24,50-53 e At
1,9-12).
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L’opera lucana – Vangelo e Atti degli apostoli - segue
 Il genere letterario degli Atti. Appartengono al tipo della storiografia
antica che può essere definita “storiografia esemplare” (cfr libri dei
Maccabei); in essa l’autore intende offrire esempi e modelli per la comunità,
non descrizioni oggettive in senso storico positivo. La comunità esemplare è
quella fondata su 4 capisaldi: ascolto dell’insegnamento degli Apostoli,
frazione del pane, condivisione dei beni, preghiera ed i due grandi personaggi
esemplari sono Pietro e Paolo, modelli dell’Apostolo, spendono la vita per il
vangelo e la missione e sono sempre in ascolto dello Spirito.
 Il valore storico degli Atti. Riguardo alle contraddizioni degli Atti rispetto
alle lettere di Paolo o agli episodi raccontati in modo diverso: Luca ha una
prospettiva teologica precisa e forte, ingloba tutte le tradizioni e dà una
direzione precisa, appropriandosi e rileggendo le fonti. In questo modo la
figura di Paolo non perde assolutamente di valore storico ma acquista il valore
esemplare tipico degli Atti (C. M. Martini: non ci si deve meravigliare delle
differenze ma delle somiglianze).
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