Il 22 settembre 1814, si aprì il Congresso di Vienna. I lavori del Congresso durarono più di un anno. Ad esso parteciparono tutti i sovrani europei, anche quelli sconfitti da Napoleone Bonaparte, per ridefinire i confini dell’ Europa dopo il periodo napoleonico. Per l’Italia,si stabili che:il Lombardo Veneto rimaneva sotto l’egemonia dell’impero Austriaco ; il Regno di Sardegna costituito Piemonte e Liguria veniva affidato al Savoia, precisamente al principe Vittorio Emanuele ; il centro Italia fu suddivisa tra Granducato di Toscana, ducato di Massa e Carara, ducato di Lucca,ducato di Modena e Reggio,durata di Parma,Piacenza e Guastalla. Allo Stato Porticifio fu affidato il governo di Roma,le Legazioni Benevento e Pontecorvo. A Ferdinando1 di Borbone fu affidato il Regno delle Due Sicilie. Le decisioni del Congresso di Vienna non appagarono i sentimenti patriottici degli Italiani soprattutto perche i sovrani restaurati non accettarono di concedere le libertà costituzionale le popolazioni reclamarono a gran voce . Le repressioni conseguenti fecero nascere le prime società segrete e diedero la vita al glorioso periodo del Risorgimento. Lavoro eseguito da Milena e Adele LA CARBONERIA Lavoro eseguito da Luigi e Bernardo Giuseppe Mazzini consacrò tutta la sua vita all’ idea di Unità D’ Italia di Patria; in una lettera scriverà : “Oh Madre mia , questo chiodo ‘ Italia m’ è destinato da Dio;né potrei anche volendo liberarmene”. Egli fu il fondatore della Gioviane Italia, un’ associazione nel cui proclama si leggerà”La Giovane Italia è la fratellanza degli italiani credenti in una legge di progresso e di doveri convinti che L’Italia è chiamata ad essere nazione consacrano Unità in associazione di pensiero che e l’ azionale al grande intento di restituire L’Italia in nazione di liberi ed uguali,Una indipendente è sonora”. La “Giovane Italia”,fu creata nel 1831 aa Marsiglia. Si diffuse rapidamente nelle città italiane sostituendosi alle vecchie organizzazioni, il suo programma può essere sintetizzato in”Unita,indipendenza e Repubblica .”La novità del suo pensiero si ritrova nella necessità dell’ educazione del popolo. Bisogna prima educare la società e poi alla politica. Lavoro eseguito da Vincenzo e Antonio L’INNO DI MAMELI Nel novembre del 1847 Goffredo Mameli, poeta genovese, compose l’inno nazionale “Fratelli d’Italia” musicato da Michele Novaro,che risuonò in tutti i campi di battaglia tra il 1848 e 1849. Risuonò anche al Gianicolo dove il poeta fu ferito a morte durante la battaglia per la difesa della Repubblica Romana (3 giugno1849). Per comprendere il significato di alcune parole. Sai a cosa si riferiscono queste parole dell’inno?L’ elmo di Scipio è riferito a Scipione l’Africano ,il vincitore di Zama,ed è quello che indossa l’italia pronta alla guerra. Vittoria è una dea che viene offerta alla nuova Italia. La coorte era una parte della legione romana. Una Bandiera e una speranza comuni per l’Italia,che nel 1848 è ancora divisa in sette Stati .Con la parola Dio,Mameli fa un chiaro riferimento alla sua fede mazziniana e repubblicana. Con Legnano si riferisce alla battaglia del 1176 in cui la Lega Lombarda sconfisse Barbarossa.Balilla sembra si riferisca al ragazzo il simbolo della rivolta popolare di Genova (1746),contro la coalizione austro – piemontese .Con Aquila è chiaro il riferimento al all’Austria e le spade vendute sono le truppe mercenarie, piegate dai deboli giunchi italiani. Il Cosacco è la veleno il sangue italiano e polacco (la Polonia era stata Lavoro eseguito da Luigi e Bernardo Fratelli d'Italia L'Italia s'è desta, Dell'elmo di Scipio S'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò. Lavoro eseguito da Maria e Federica Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò Dopo molti indugi, Carlo Alberto si decise ad intervenire nelle vicende milanesi. Il 26 marzo 1848 si apriva la prima guerra d’ indipendenza. La guerra all’Austria assunse l’aspetto di una crociata nazionale. Ci furono manifestazioni in tutta la penisola che costrinsero tutti i principi a partecipare al conflitto. All’inizio dell’ostilità l’esercito italiano contava circa ottantamila uomini contro cinquantamila austriaci. Entrarono a far parte dell’esercito italiano un contingente inviato da Leopoldo II di Toscana, due divisioni inviate dal papa, millecinquecento uomini comandati da Guglielmo Pepe inviati da Ferdinando di Borbone. La stessa Sicilia malgrado fosse impegnata nella lotta per l’indipendenza contro i Borboni, inviò cento soldati. Nonostante la vittoria di Goito le truppe Austriache comandate dal generale Radetzky attaccarono Vicenza ottenendo la prima vittoria. Nel giro di un mese gli austriaci conquistarono il Veneto, ma non Venezia che resistette fino all’agosto del 1849. Alla fine di Luglio 1848 gli austriaci tornarono ad attaccare la Lombardia battendo le truppe piemontesi a Custoza. Il 9 Agosto 1848 si firmava l’armistizio di Salasco. Il sogno di un Italia libera ed indipendente non poteva realizzarsi. Garibaldi nacque a Nizza il 4 luglio del 1807 e morì a Caprera nel 1882. La fama di Giuseppe Garibaldi , acclamato come eroe dei due mondi per le straordinarie imprese militari compiute in America e in Europa, si diffuse nell’intero Ottocento . Biondo, alto,barba fluente, lo sguardo fiero, la camicia rossa , divenne il personaggio certamente più popolare al livello internazionale e rappresentò una delle figure più note e amate del Risorgimento . Nessun altro protagonista della storia italiana è paragonabile a lui. Rientrato in Italia , aveva partecipato alla difesa della Repubblica Romana nel 1848 e , successivamente , si era distinto come comandante del corpo volontario dei Carabinieri delle Alpi . A fianco di Garibaldi, accorsero numerosi volontari provenienti da tutte le regioni della penisola . Non avevano una vera divisa, ma indossavano camicie rosse ma diversa fattura , destinate a diventare il simbolo del soldato garibaldino . CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR Il conte Camillo Benso di Cavour rappresenta la figura dell’intellettuale liberale moderato. Nel 1849 Cavour entrò come deputato nel parlamento piemontese nel 1852 ebbe dal re l’incarico di promo ministro. In politica estera l’obiettivo di Cavour fu creare una situazione internazionale favorevole all’unificazione italiana . Il regno sabaudo, senza l’appoggio delle grandi potenze europee, non aveva infatti la forza economica e militare per intraprendere questo ambizioso programma . Il grande impegno diplomato si concretizzò negli acconti di Probierens stipulati con la Francia di Napoleone III. Nella Primavera 1859 la Francia entrò in guerra con il Regno Sabaudo contro l’Australia che provocò un’ enorme delusione nelle zone nella penisola rimase sotto il dominio austriaco. Riprese così in rigore l’ iniziativa dei democratici di Mazzini,convinti la via di percorrere fosse quella dell’isurrezio può volare. Nell’estate del 1860 entrò in gioco Garibaldi con i suoi mille e Cavour si rese conto che senza il suo aiuto non sarebbe stato possibile unificare l’Italia. Lavoro eseguito da Matteo e Davide CHI ERANO I MILLE? Lavoro eseguito da Rosa e Lina LA II GUERRA D’ INDIPENDENZA Il 29 maggio 1859 gli austriaci comandanti del maresciallo Gylai, dopo aver dichiarato guerra al Piemonte, l’ asciarono l’ attacco fallimentare su Torino. Napoleone III,alla guida del suo esercito, intervenne nel conflitto, Piemontesi e francesi ebbero la meglio contro gli austriaci a Magenta il 4 giugno e quattro giorni più tardi il re Vittorio Emanuele e l’ imperatore francese entrarono trionfati a Milano. Anche Garibaldi partecipò all’ operazione insieme ai mille. Un Anno dopo esattamente il 26 ottobre 1860 si svolge lo storico incontro tra il Re Emanuele Vittorio II e Giuseppe Garibaldi. Si incontrarono a Taverna Catena di virano in provincia di Caserta. Significative sono le parole che Garibaldi sua incontrando Vittorio Emanuele II:”saluto il primo re d’Italia”. Lavoro eseguito da Matteo e Davide IL TRICOLORE Durante tutto il Risorgimento sui campi di battaglia sventolò sempre il simbolo dell’ Italia “IL TRICOLORE”. I colori della bandiera italiana sono sempre stati tre : il verde il bianco e il rosso. Le origini della bandiera o stendardo risalgono all’ epoca della repubblica Cispadana nel 1796. All’epoca il giovane generale Napoleone Bonaparte era al comandante di una piccola divisione dell’ esercito francese. Il tricolore divenne il simbolo di tutti coloro che si batterono per l’unita e l’Indipendenza della nostra Patria:L’italia. Il poeta Carducci parlando del tricolore , si espresse dicendo :”i colori della nostra primavera e del nostro paese, da Cenisio al Etna ; le nevi delle alpi , Aprile delle valli, le fiamme dei vulcani, e subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili , con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onda la patria e si angusta il bianco la fede serena alle idee che fanno divina l’anima nella costanza nei savi ; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù dei poeti il rosso la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi, e subito i popolo cantò la sua bandiera ch’ela era la piu bella di tutte e che sempre voleva lei e con lei la libertà. Lavoro eseguito da Antonio Nancy Il 9 Novembre del 1860 Garibaldi , s’ imbarcò per l’isola di Caprera . Dopo l’ incontro con il re di Garibaldi aveva ceduto il comando delle operazioni di guerra al generale Cialdini che iniziò l’assedio a Gaeta. Nel mese di marzo del 1861, anche le città di Messina e Civitella sul Torino capitolarono in modo da rendere completa la conquista del Mezzogiorno. L’ unita era compiuta. Il 17 Marzo del 1861 il parlamento di Torino proclamò il Regno d’Italia e il suo re Vittorio Emanuele. L’unificazione, però non era completa in quanto Roma e Lazio erano sotto il dominio del papa Pio IX ,mentre il Trentino ,il Friuli e il Veneto erano sotto il dominio austriaco. Dopo numerose battaglie gli austriaci furono cacciati definitivamente dall’ Italia e la capitale nel 1871 da Firenze fu trasferita a Roma . Il 2 Luglio il re entra ufficialmente a Roma acclamato dal popolo. Lavoro eseguito da Michele Nell’ottocento il melodramma, un’opera drammatica cantata e musicata, diventò uno spettacolo molto popolare. Si devono a Giuseppe Verdi i melodrammi più rappresentativi del Risorgimento per i temi allusivi alla nazione e alla schiavitù del popolo italiano. ABBINA A OGNI CORO IL MESSAGGIO ALLUSIVO CORRISPONDENTE Va, pensiero, sull'ali dorate; Va, ti posa sui clivi, sui colli, Ove olezzano tepide e molli L'aure dolci del suolo natal! Del Giordano le rive saluta, Di Sïonne le torri atterrate... Oh mia patria sì bella e perduta! Oh membranza sì cara e fatal! (Nabucco) O Signore, dal tetto natio Ci chiamasti con santa promessa, Noi siam corsi all'invito d'un pio, Giubilando per l'aspro sentier. Ma la fronte avvilita e dimessa Hanno i servi già baldi e valenti! Deh! non far che ludibrio alle genti Sieno, Cristo, i tuoi fidi guerrier! (I Lombardi alla prima crociata) • Nostalgico pensiero rivolta alla patria sottomessa • Preghiera perché chi ha combattuto con entusiasmo per la giusta causa non sia umiliato e disprezzato. Canzone popolare Addio mia bella addio Addio, mia bella, addio: l’armata se ne va; se non partissi anch’io sarebbe una viltà! Non pianger, mio tesoro : forse ritornerò; ma se in battaglia io moro in ciel ti rivedrò. La spada, le pistole lo scoppio ti ho con me: all’apparir del sole mi partirò da te! Il sacco preparato sull’omero mi sta; son uomo e son soldato: viva la libertà. Saran tremende l’ire, grande il morir sarà! Si muora: è un bel morire morir per la libertà Non è fraterna guerra la guerra ch’io farò, dall’italiana terra lo straniero caccerò. L’antica tirannia grava l’Italia ancor: io vado in Lombardia incontro all’oppressor. LA CANZONE È DEL 1848 ED ESPRIME L’AMORE PER LA PATRIA MANIFESTANDO QUELLI CHE ERANO I SENTIMENTI DEL POPOLO IL CAPPELLO “ALL’ERNANI” Un accessorio che diventò simbolo del patriottismo fu il cappello “alla calabrese” o “all’Ernani”. Il primo rievocava il cappello indossato dai rivoluzionari calabresi nel 1847, il secondo riproduceva la foggia di quello portato dal protagonista dell’opera di Verdi considerato simbolo della lotta contro le tirannide . Lo adottarono Cristina Belgioioso, che ne lanciò la moda presso le donne, e gli studenti universitari. LA PITTURA Francesco Hayez il più importante pittore di avvenimenti storici della prima metà dell’ottocento, comunicò l’impegno patriottico rappresentando vicende significative di lotta per l’indipendenza. SONO la terra, i mari, il cielo e tutte le bellezze della natura che ti circondano, l’aria che respiri, il sangue di che è caduto nell’ adempimento di un dovere o nel raggiungimento di un ideale, per permetterti di vivere libero . SONO la zolla che ricopre i tuoi morti, la fede, l’amore il vibrante entusiasmo dei tuoi avi. SONO la fatica, l’affanno, la gioia di chi studia e chi produce con la mente e con il braccio . SONO il dolore il sudore e la struggente nostalgia degli emigrati . SONO la tua famiglia , la tua casa ed i tuoi affetti più cari . SONO la speranza, la vita dei tuoi figli . SONO LA TUA BANDIERA, L’ITALIA LA TUA PATRIA Ricordati di me, onorami, rispettami e difendimi . Ricordati che al di sopra di ogni ideologia mi avrai sempre unico simbolo di concordia di fratellanza, tra gli Italiani. Ricordati che finché apparirò libera nelle tue strade Tu sarai libero Fammi sventolare alle tue finestre, mostra a tutti che sei ITALIANO Lavoro eseguito da Alessia e Valentina BIBLIOGRAFIA •M. Albrigoni, C. Perego, A. Sartori, “Il nostro Risorgimento” A. Mandadori scuola. •Ricerche su internet: www.wikipedia.it