UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MACERTA
Corso di specializzazione per le attività di sostegno
a.a. 2013/2014
Prof.ssa Bianco Giovanna
Antonucci Sara
Sabini Catia
Matalucci Giuliana
Pacchioli Elisa
Fabiani Ilenia
Ciabattoni Alessandra
Costantini Iluska
Bruni Stefania
LO SVILUPPO PERCETTIVO TIPICO
Il SISTEMA PERCETTIVO non registra fedelmente la realtà fisica ma attraverso processi
attivi e dinamici è in grado di elaborare gli stimoli sensoriali.
Es. nel Triangolo di Kanitzsa la percezione opera:
RAGGRUPPAMENTO PERCETTIVO
COMPORTAMENTO
MODALE
crea un margine alla
figura
COMPORTAMENTO
AMODALE
la figura è percepita
come davanti e sopra le
altre parti del campo.
Es. nell’immagine di un oggetto parzialmente occluso, il sistema percettivo
“COLMA E INTEGRA” completando l’informazione mancante.
SENSAZIONE
PERCEZIONE
Sono informazioni rilevate dai
nostri sensi date dagli organi
di senso e vie nervose del
cervello
Processo che integra ed
interpreta le nostre sensazioni
date dalle aree della corteccia
cerebrale
Il neonato possiede COMPETENZE PERCETTIVE con cui interpreta la realtà
attribuendo un senso alle proprie sensazioni.
Alcuni stimoli uditivi sono presenti prima che intervenga qualsiasi forma di
esperienza.
COMPETENZA PERCETTIVA
Il bambino presta
attenzione agli
stimoli
Il bambino
discrimina gli
stimoli
Il bambino
preferisce alcuni
stimoli ad altri
TECNICA DELLA PREFERENZA VISIVA
(rif. Frantz e Berlyne, 1958)
Tecnica di selezione ed elaborazione dell’informazione visiva.
Alla somministrazione di due stimoli vengono rilevati:
DIREZIONE DELLO
SGUARDO
registra quante volte il
neonato in presenza dei
due stimoli si gira verso
l’uno o verso l’altro
stimolo
TEMPI DI FISSAZIONE
Durata di fissazione dello
stimolo
PREFERENZE VISIVE DEL
NEONATO
MOVIMENTO
BIOLOGICO
VOLTO UMANO
Lo sviluppo percettivo è influenzato da
FATTORI INNATI
Alcune abilità percettive
si manifestano prima che
sia avvenuta una
qualsiasi interazione con
l’ambiente
ESPERIENZA
Influenza lo sviluppo di
alcune abilità percettive ,
all’aumentare dell’età
aumentano le informazioni
che il bambino è in grado di
selezionare ed elaborare
Il numero e la natura delle informazioni che il bambino
seleziona ed elabora cambiano con l’ età.
Studio di Pascalis
fin dalla nascita il bambino può
discriminare stimoli visivi in base alla loro
familiarità o novità, non solo in base alle
loro caratteristiche .
Molti studi utilizzano, oltre alla tecnica della preferenza visiva, altre
strategie per stabilire a che età compare la capacità di manifestare
la preferenza per alcuni stimoli sensoriali non per le loro
caratteristiche, ma piuttosto per il grado di familiarità /novità dello
stimolo.
La tecnica dell’
comprende due fasi:
si mostra uno stimolo
al neonato e si osserva come il
tempo di fissazione visiva sullo
stimolo diminuisca ogni volta che
lo stimolo viene presentato.
vengono presentati al bambino lo
stimolo ormai divenuto familiare e
contemporaneamente lo stimolo
nuovo.
Il tempo di fissazione
cresce per lo stimolo
nuovo e decresce
sempre di più per quello
a cui il bambino si era
abituato.
La preferenza per lo
stimolo nuovo è
interpretata come indice
del riconoscimento dello
stimolo familiare.
cambiano con il
variare dell’ età
La velocità di
abituazione e
l’ efficienza delle
strategie di
selezione ed
elaborazione
degli stimoli
dipendono dalla
complessità
degli stimoli da
elaborare
dipendono da
alcune
caratteristiche
individuali.
Alcune ricerche hanno messo in evidenza che ci sono due
diverse modalità di reazione alle sollecitazioni proposte
short lookers:
bambini che mostrano brevi
tempi di fissazione poiché
sono più sensibili ad alcune
caratteristiche dello stimolo,
come ad esempio la forma,
attuando una modalità globale
di elaborazione
.
long lookers:
bambini che mostrano tempi di
fissazione più elevati e si
concentrano
su specifiche caratteristiche
dello stimolo, attuando un
metodo analitico di
elaborazione.
Sono utilizzate anche tecniche che rilevano le variazioni del comportamento
della suzione o alcuni indici fisiologici, come il ritmo cardiaco e respiratorio,
per valutare se l’ informazione viene riconosciuta dal bambino se presentata
in modo diverso.
Esperimento di De Casper e Spence 1986
preferenza per l’ odore del latte materno
Rosensteiner e Oster 1988
Altri esperimenti evidenziano
l’ importante ruolo svolto
dall’ esperienza per lo
sviluppo percettivo
Preferenza per il volto della madre
Pascalis 1995
CATEGORIZZAZIONE PERCETTIVA
processo in base al quale oggetti e stimoli percettivi differenti
vengono raggruppati in base ad alcune caratteristiche comuni.
TECNICA DELLA FAMILIARIZZAZIONE
prima fase:
Familiarizzazione= presentare, per
un numero di prove fisse stabilite
dallo sperimentatore, una serie di
esemplari-stimolo della stessa
categoria percettiva.
seconda fase:
Presentazione-test 1
Presentazione-test 2
vengono contemporaneamente
presentati un nuovo esemplare della
categoria familiare e un esemplare di
una nuova categoria
Studi condotti da Quinn, con questa tecnica, nel 2001 riconoscere uno stimolo
come familiare implica l’aver elaborato lo stimolo rispetto ad uno ancora non
categorizzato.
Studi condotti da Turati, Simion e Zanon (2003) neonati di pochi giorni possono
categorizzare esemplari di figure aperte e chiuse.
CLASSIFICAZIONE PROTOTIPICA
Studi di Quinn nel 2002
per individuare a quale età si manifesta la capacità di riconoscere se un volto
appartenga al genere maschile o femminile:
bambini di 3-5 mesi, abituati alla figura bambini di 3-5 mesi, abituati alla figura
maschile
femminile
dimostravano maggiore attenzione per
un volto femminile piuttosto che per
uno maschile sconosciuto
non mostravano risposta rispetto alla
novità di un volto maschile.
VARIARE DELL’ ETÀ
Rilevanti trasformazioni nelle modalità di interpretazione del mondo.
MATURAZIONE DEL
SISTEMA NERVOSO
che prosegue il suo corso,
anche se in maniera più lenta
e meno evidente
ESPERIENZA
che il bambino acquisisce
esplorando l'ambiente
esterno.
NUOVE ABILITÀ
e sviluppo di quelle
già in possesso.
MUTAMENTI
Nell’ attenzione sostenuta
focalizzare
l’attenzione su un
compito per periodi di
tempo più prolungati
Nell’ attenzione selettiva Nelle strategie di esplorazione visiva
selezionare gli
stimoli ambientali in
modo più
sistematico e
selettivo
pianificare la ricerca delle
informazioni, per identificare
gli aspetti distintivi che
differenziano gli oggetti e gli
eventi
Lo sviluppo percettivo avviene in stretta relazione con lo sviluppo di altre funzioni
cognitive e ciò risulta particolarmente evidente nel fenomeno del
SINCRETISMO INFANTILE =
carenza di organizzazione flessibile e articolata del campo percettivo.
Sviluppo percettivo
Sviluppo cognitivo
SUPERAMENTO DELLA PRECEDENTE VISIONE:
il bambino possiede in modo innato delle abilità visive che gli permettano di
sviluppare rapidamente quelle capacità percettive necessarie a dare avvio allo
sviluppo cognitivo.
MODELLI PIÙ RECENTI :
sviluppo percettivo e sviluppo cognitivo si sviluppano parallelamente.
Lo sviluppo percettivo non è caratterizzato da salti qualitativi:
andamento progressivo e graduale
da un’ elaborazione implicita,
dipendente dalla percezione
ad un’elaborazione esplicita,
flessibile e maggiormente libera dagli input percettivi.
Sviluppo motorio
conseguenza dello sviluppo fisiologico o di quello cognitivo
VISIONI CLASSICHE RILEVANTI:
Maturazionismo =
sviluppo motorio diretta conseguenza dell’esplicitarsi del patrimonio genetico
Cognitivismo=
il corpo umano è mero esecutore dell’attività cognitiva che programma le azioni e
genera comandi motori.
TEORIE PIÙ RECENTI
Lo sviluppo motorio è immerso nel contesto della biomeccanica dell’intero corpo,
dell’ambiente in cui l’individuo vive e delle esperienze che egli compie.
Emerge il concetto di comportamento adattivo, secondo cui c’è continua interazione
tra corpo e ambiente, considerati sistemi dinamici complessi e altamente strutturati
Riflessi = comportamenti appresi in fase uterina, che vengono mantenuti nei
primi mesi di vita e vengono scambiati come innati.
Rotazione fetale = avviene attraverso movimenti alternati delle gambe,
previene i danni che possono scaturire dal lungo contatto con le pareti uterine.
Serve a posizionarsi per la nascita e come movimento di avvio alla
deambulazione.
Il repertorio motorio del neonato viene classicamente descritto come derivante
da una serie di riflessi, ossia comportamenti più o meno complessi prodotti in
modo automatico. Benché oggi si ritiene che tale motricità non possa essere
ricondotta esclusivamente ai riflessi, la valutazione dei riflessi è ancora uno
strumento utile per l’esame neuropsicologico del bambino Alcuni dei riflessi
presenti alla nascita permangono infatti per tutto il resto della vita (es. il
riflesso pupillare),
o quello patellare
altri, invece, spariscono nei primi mesi di vita.
altri, invece, spariscono nei primi mesi di vita, come il riflesso di Moro:
esso comincia a manifestarsi in fase gestazionale
solitamente nella 28esima settimana. E’ la reazione di
soprassalto accompagnata dall’improvvisa apertura delle
braccia da parte del neonato in seguito all’avvertire di un
rumore. Si manifesta solitamente quando il neonato sente
un rumore forte o quando lo si appoggia supino in modo un
po’ brusco o troppo rapido. Il neonato ha in questo caso un
sobbalzo, seguito dall’improvvisa apertura delle braccia e
delle mani con distensione delle dita e accompagnato
solitamente dal pianto. La funzione è quella di tenere
vicina la madre. Sparisce entro il sesto mese.
il rooting (riflesso dei punti cardinali) – è la
reazione che consiste nel rivolgere la bocca nella
medesima direzione in cui la si sfiora, messa in
atto dal neonato quando gli si sfiora la bocca in
un qualunque punto. Insieme al riflesso di suzione
rappresenta un meccanismo di autonomia
alimentare.
› Il grasping (riflesso palmare) – è il riflesso del
neonato a chiudere le dita delle manine stringendole a
pugno nel momento in cui si fa scivolare un oggetto,
solitamente di forma allungata, sul palmo della mano.
E’ un riflesso preparatorio al movimento di prensione
ed e solitamente l’ultimo dei riflessi neonatali a
scomparire.
il riflesso di Babinsky – è il riflesso del neonato a
flettere la punta del piedino (alluce) in su verso l’altro
piede, mentre le altre dita si piegano verso la pianta
del piede. Solitamente sparisce entro i primi 12 mesi
di vita, ma può essere considerato normale entro i 2
anni di vita. La permanenza del riflesso negli adulti è
indice di patologie del sistema nervoso.
lo stepping (riflesso di marcia automatica) – è il riflesso
che porta il bambino a muovere le gambe come per
camminare, quando lo si regge per le spalle facendogli
posare i piedini a terra. Compare dopo i primi 2 giorni di
vita e scompare solitamente entro i primi 4 mesi.
La marcia automatica potrebbe derivare proprio dalla
rotazione fetale.
Negli ultimi decenni gli studi si sono focalizzati sulla motricità spontanea dei
neonati, che si modifica con il variare dei diversi stati comportamentali
(Prechtl, O’ Brien, 1982).
I movimenti motori dei feti al 4°mese di gravidanza sono identici ai movimenti del
neonato.
Essi sono di natura prevalentemente spontanea, ma non sono caotici e scoordinati,
bensì aggraziati e fluenti.
General movements = ossia movimenti spontanei che coinvolgono tutto il corpo e
progrediscono gradualmente in modo variabile dagli arti, dal tronco e dal capo,
esaurendosi progressivamente.
Armoniosi, complessi, fluenti ed osservabili durante lo stato di veglia o di pianto.
ATTIVITA’ MOTORIA DI PRENSIONE
REACHING
• CAPACITA’ DI AVVICINAMENTO
DEL BRACCIO E DELLA MANO
ALL’OGGETTO.
GRASPING
• ABILITA’ NEL COORDINARE E
MODULARE I MOVIMENTI DELLA
MANO E DELLE DITA , IN
RELAZIONE ALLE SPECIFICHE
CARATTERISTICHE DELL’OGGETTO,
PERMETTENDO UNA PRENSIONE
RIUSCITA.
IL CONTROLLO DEI MOVIMENTI FINI VIENE RAGGIUNTO SECONDO UNA
TRAIETTORIA DI SVILUPPO DENOMINATA
LEGGE PROSSIMO DISTALE
TEORIZZATA DAI MATURAZIONISTI , AFFERMA CHE DAPPRIMA IL
BAMBINO DIVIENE IN GRADO DI GOVERNARE I MUSCOLI PIU’
VICINI ALLA PARTE MEDIANA DEL CORPO (SPALLE E BRACCIA), E
SOLO IN SEGUITO SARA’ CAPACE DI CONTROLLARE I MUSCOLI PIU’
PERIFERICI (PALMO E DITA DELLA MANO).
INTORNO AL 4-5 MESE VIENE ACQUISITA
LA CAPACITA’ DI AFFERRARE VOLONTARIAMENTE
L’AFFERRAMENTO AVVIENE DAPPRIMA A
RASTRELLO
LA MANO APERTA RAGGIUNGE L’OGGETTO, CHE VIENE «RASTRELLATO»
VERSO IL CORPO DEL BAMBINO. LA PRESA VIENE EFFETTUATA GRAZIE
ALL’OPPOSIZIONE TRA LE DITA E IL PALMO DELLA MANO.
DAI 6 MESI DI VITA
IL BAMBINO SINTONIZZA I PROPRI MOVIMENTI ALLE CARATTERISTICHE
DELL’OGGETTO
COORDINAZIONE VISUO-MANUALE
VERSO I 9 – 10 MESI EMERGE LA
PRESA A PINZA
GRAZIE ALL’OPPOSIZIONE POLLICE – INDICE, CONSENTE MOVIMENTI
FINI,PRECISI E ACCURATI.
DIFFERENZIAZIONE MANI
PRIMO
ANNO DI
VITA
PREDOMINANZA MANUALE
CAPACITA’ DI AFFERRARE ANCHE
OGGETTI IN MOVIMENTO
NASCITA
COMPORTAMENTI
ESPLORATIVI PRIMITIVI
PRIMA INFANZIA
UN’ ATTIVITA’ VISUOMANIPOLATORIA PIU’
COMPLESSA
( ES: GRATTARE, SCHIACCIARE,
TRASFERIRE UN OGGETTO DA UNA
MANO ALL’ALTRA ).
MOLTI RICERCATORI SI SONO INTERESSATI AI MECCANISMI CHE
DETERMINANO I CAMBIAMENTI DI SVILUPPO NELLA PRIMA INFANZIA
PROSPETTIVA PIAGETIANA
ABILITA’ DI PRENSIONE COME PRODOTTO DEL
PROGRESSIVO COORDINAMENTO TRA GLI
SCHEMI SENSORIALI RELATIVI ALLA VISIONE E
GLI SCHEMI MOTORI CHE SI RIFERISCONO
ALL’AZIONE DEL BRACCIO E DELLA MANO.
RICERCHE RECENTI
L’ESPERIENZA MOTORIA
PORTA AD UNA PRENSIONE
RAPIDA,AFFIDABILE,
ACCURATA.
TEORIA DEI SISTEMI
DINAMICI
COMPITO DEL SISTEMA
NERVOSO IDENTIFICARE
LE DINAMICHE PER IL
RAGGIUNGIMENTO DEL
BERSAGLIO.
NEI PRIMI DUE ANNI DI VITA IL BAMBINO MODIFICA
RAPIDAMENTE LA CAPACITA’ DI MUOVERSI NELLO SPAZIO.
SI SVILUPPANO PROGRESSIVAMENTE LE COMPETENZE
MOTORIE GLOBALI.
DA UNA POSTURA PRONA SUPINA
CONTROLLO DEL CAPO,
DEL TRONCO E DEGLI ARTI
POSTURA SEDUTA
ERETTA
CAMMINO AUTONOMO
CORSA.
Lo sviluppo psicomotorio e delle funzioni sensoriali
LO SVILUPPO MOTORIO PSICOMOTORIO E DELLE FUNZIONI
SENSORIALI
ALCUNI STUDIOSI MATURAZIONISTI GESELL (1946) E
MCGRAW (1945) DESCRIVONO IN MANIERA ANALITICA
LO SVILUPPO DEL CONTROLLO POSTURALE
LA LEGGE CEFALO-CAUDALE
NELLO SVILUPPO MOTORIO IL CONTROLLO DEL CAPO
PRECEDE QUELLO DELL’ASSE CORPOREO, A CUI SEGUE
IL CONTROLLO DEGLI ARTI.
IN CONCLUSIONE
L’APPROCCIO MATURAZIONISTA
EVIDENZIA UNA SEQUENZA FISSA, UNIVERSALE, INVARIANTE NEL
SUSSEGUIRSI DELLE DIVERSE TAPPE DELLO SVILUPPO POSTURO-MOTORIO.
LO SVILUPPO DEL COMPORTAMENTO MOTORIO E’ DATO DALLA
MATURAZIONE DELLE STRUTTURE MUSCOLARI E CEREBRALI CHE
CONTROLLANO L’ATTIVITA’ MOTORIA,
A SUA VOLTA DETERMINATA DAL PROGRESSIVO ESPLICITARSI DEL
PATRIMONIO GENETICO DELLA NOSTRA SPECIE.
LA PIU’ RECENTE PROSPETTIVA SULLO SVILUPPO MOTORIO, CHE
DERIVA DALLA TEORIA DEI SISTEMI DINAMICI AFFERMA CHE
LA GENESI E LO SVILUPPO DELLA LOCOMOZIONE E’ IL FRUTTO DI
PROCESSI DI COORDINAZIONE TRA PIU’ SISTEMI DINAMICI:
• IL SISTEMA NERVOSO;
• IL CORPO E LE CARATTERISTICHE BIOMECCANICHE PROPRIE
DI OGNI INDIVIDUO;
• L’AMBIENTE.
IL SISTEMA
NERVOSO
PROGRAMMA IL
MOVIMENTO
L’AMBIENTE OFFRE
LO STIMOLO E LA
MOTVAZIONE
L’APPARATO
MUSCOLO
SCHELETRICO
ASSICURA
L’ESECUZIONE
ESISTE UNA GRANDE VARIABILITA’ NEI TEMPI E NELLE MODALITA’ DELLE
ACQUISIZIONI MOTORIE
LA FANCIULLEZZA
FINO ALL’ETA’ ADOLESCENZIALE LE ABILITA’ GROSSO-MOTORIE E LE ABILITA’ MOTORIE
FINI CONTINUANO A SUBIRE MODIFICAZIONI ANCHE SE PROCEDONO AD UN RITMO
MENO SOSTENUTO RISPETTO ALLA PRIMA INFANZIA.
TRA I 3 E 6 ANNI CRESCONO LE ABILITA’ DI COORDINAZIONE, LE ATTIVITA’ MOTORIE
DIVENGONO PIU’ STABILI, COORDINATE, AUTOMATIZZATE, CONSENTENDO AL
BAMBINO DI ACQUISIRE UNA CRESCENTE AUTONOMIA NELLE ATTIVITA’ QUOTIDIANE
(MANGIARE AUTONOMAMENTE, VESTIRSI,LAVARSI), E UNA CRESCENTE PADRONANZA
NELLE ABILITA’ DI PRE-SCRITTURA.
I BAMBINI A QUEST’ETA’ ACQUISISCONO SENTIMENTI DI ORGOGLIO E
COMPIACIMENTO NEL PADRONEGGIARE UNA NUOVA COMPETENZA.
Visione sistemica dello sviluppo inteso come processo olistico .
sviluppo motorio
sviluppo percettivo
sviluppo cognitivo
Molti mutamenti percettivi hanno luogo come conseguenza di un incremento
delle capacità attentive che consentono al bambino di concentrarsi sul compito
per prolungati periodi di tempo, pianificando e selezionando le informazioni in
modo sistematico e selettivo ( elaborazione cognitiva)
Danni al sistema
nervoso
AGNOSIA
Disturbo della percezione
caratterizzata dal mancato
riconoscimento di oggetti,
persone , suoni..
Deprivazione di
alcune esperienze
Un normale sviluppo percettivo ha bisogno
di una quantità minima di stimolazione
organizzata in un particolare periodo di
sviluppo ( Periodo critico)
Ad es. i bambini strabici non sviluppano
una normale percezione binoculare della
profondità
Bambini affetti da cataratta bilaterale
congenita manifestano difficoltà nel
percepire orientamento, movimento, volti.
Percettiva
Si manifesta come disturbo
dell’elaborazione delle
caratteristiche sensoriali
dello stimolo e la loro
integrazione in una unità
percettiva strutturata che
consente di ricostruire la
forma dello stimolo per poi
riconoscerlo
Associativa
La percezione sembra intatta anche se
è compromesso il riconoscimento.
Tra alcuni “pazienti associativi” ci sono
coloro tra ci il deficit è limitato a
SPECIFICHE CATEGORIE DI STIMOLO ,
come per esempio i visi…
PROSOPAGNOSIA
Tali soggetti riconoscono le persone
basandosi su stimoli non facciali
(vestiti, voce…)
AUTISMO
Tali soggetti hanno scarse
prestazioni in compiti che
richiedono il riconoscimento
di volti e l’elaborazione di
espressioni facciali
SVILUPPO ATIPICO DEL
SISTEMA PERCETTIVO
DISLESSIA EVOLUTIVA
Viene spiegata come :
Disturbo fonologico
Disturbo percettivo visivo
uditivo
DISCALCULIA EVOLUTIVA
Viene spiegata come :
Disfunzione specifica
del modulo numerico
Generico disturbo
visuo-percettivo
I disturbi percettivi interferiscono quindi sulle successive fasi
dell’ apprendimento.
DIAGNOSI PRECOCE
delle funzioni e abilità di base che sono maggiormente interessate nei processi di
apprendimento.
TVP
( Test of Visual Perception)
Stabilisce l’età percettiva dei bambini tramite una valutazione
delle capacità visuo-percettive e integrazione visuo-motoria
CORPO CON LE SUE
CARATTERISTICHE
BIOMECCANICHE
SISTEMA NERVOSO
CENTRALE
AMBIENTE
Paralisi cerebrali infantili
(congenite o acquisite)
Es. spasticismo, tremori,
movimenti coreici( involontari,
asimmetrici, aritmici)
Disturbi della coordinazione
motoria
I bambini non sono in grado di
organizzare sequenze motorie
ordinate ed efficienti
I DISTURBI MOTORI
più importanti
possono derivare da
Deprivazione ambientale
Mancanza di occasioni utili a
mettere in atto comportamenti
motori.
I bambini non vedenti infatti sono
spesso ipotonici, con scoliosi e
deformità dei piedi.
Ritardo mentale
Sindrome di down
I bambini sono più lenti nel
portare a termine i movimenti di
presa
DISTRURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA
Difficoltà nell’elaborare sequenze di movimenti organizzati ed efficienti
Il DSM IV esplicita 3 diversi criteri diagnostici
Le prestazioni delle
attività quotidiane che
richiedono coordinazione
motoria sono inferiori
rispetto all’età cronologica
e del livello intellettivo.
(Difficoltà nello stare
seduto, camminare,
scadenti prestazioni
sportive, goffaggine,
scarsa abilità calligrafica)
Il disturbo interferisce con
l’apprendimento
scolastico e le attività di
vita quotidiana
Il disturbo non è dovuto a
condizione medica nè ad
un disturbo generalizzato
dello sviluppo
DIAGNOSI DEI DISTURBI DELLO SVILUPPO MOTORIO
Osservazione del comportamento
spontaneo del bambino
Analisi dei General movements
Es. I anno di vita
I bambini con disturbi dello sviluppo
motorio manifestano tono muscolare
anomalo (rigidità, ipotonicità); la loro attività
motoria è povera e la postura stereotipata; le
tappe classiche dello sviluppo motorio
postura seduta, cammino autonomo) sono
raggiunte con ritardo
Esame clinico
 Livello dello sviluppo funzionale in
rapporto all’età cronologica
 Valutazione dei segni indicativi dello stato
di integrità dei diversi parametri
neurologici (tono muscolare, forza,
riflessi)
 MABC (Movement Assesment battery of
Children) griglia di osservazione
strutturata dello sviluppo delle abilità di
coordinazione motoria dai 4 ai 12 anni.
Indaga 3 abilità: Destrezza manuale, abilità
nell’uso della palla, equilibrio statico e
dinamico
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Manuale di psicologia dello sviluppo capitolo quarto